Costumi femminili da maschera per il Carnevale di inizio '900

Costumi femminili da maschera per il Carnevale di inizio ‘900

Dalla fine dell’Ottocento agli inizi del Novecento la rivista italiana più importante fu “Margherita, giornale per signore e signorine”, in onore dell’omonima regina; la rivista uscì a Milano nel 1871 fino al 1926 e costava 1 Lira nella edizione di lusso e 50 centesimi in edizione economica.
Nel 1904 uscì a Napoli la rivista mensile “Regina” che nel primo numero aveva in copertina il ritratto della regina Margherita, a conferma del grande carisma della sovrana che riusciva ad influenzare la moda dell’epoca in tutte le sue manifestazioni.
Tra le riviste francesi era molto richiesta “Le petit courrier pour Dames”, da cui le signore traevano le toilettes di maggior pregio; il “Journal des Dames et des Modes”, “La Gazette du Bon Ton Modes et Manierès D’Aujourd’Hui”, il Journal des Damoiselles.

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1908

Damine dai gioiosi costumi. A destra Bacco, il “Dio dell’ebrezza”, viene proposto con l’inserimento di grappoli e foglie d’uva lungo tutta le veste.

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1909

Le dame si trasformano bizzarramente in pipistrelli e libellule e in questi magici costumi alati sembrano prendere il volo.

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1911

Ultime reminiscenze dello stile Liberty: il Carnevale interpreta la “donna fiore”.

La maschera è un artefatto che si indossa per ricoprire l’intero viso o solamente gli occhi. È utilizzata fin dalla preistoria per rituali religiosi, rappresentazioni teatrali o feste popolari come il carnevale.

Funzioni della maschera: Uso religioso, uso funerario, uso nel teatro..

  • Nel teatro greco le maschere avevano la doppia funzione di caratterizzare il personaggio e da fungere da cassa di risonanza sonora per amplificare la voce e rendere più udibili i dialoghi.
  • Il teatro osco, una forma di teatro diffuso nel centro Italia prima della conquista romana usava caratteri fissi per i personaggi rappresentati da maschere.
  •  La commedia dell’arte (comedie italienne) fa uso di maschere che si estendono, diventano costumi e ricoprono tutto il corpo.
  • L’uso di maschere è adottato nelle forme di teatro tradizionale di tutto il mondo.

Raffigurazione di maschere tragicomiche del teatro romano antico
La maschera è principalmente un oggetto usato per celare la propria identità, per esempio durante feste in maschera o a Carnevale.

Nella Venezia del medioevo, durante le pestilenze, i medici erano soliti indossare una maschera il cui lungo naso veniva riempito di spezie a un doppio scopo: in primo luogo coprire i miasmi emanati dai corpi degli appestati e secondariamente offrire una difesa, seppur debole, dal contagio per l’inalazione dell’aria. Tale oggetto viene appunto definito “maschera dello speziale”.

Nell’antica Africa venivano usate maschere per nascondere il volto e rappresentare il Dio. Le maschere africane in casa, per superstizione, si accaniscono contro una persona con disgrazie malanni che la possono portare sino alla morte.

In un piccolo paese dell’Ogliastra, esattamente a Ulassai le maschere quali sa Ingrastula e is Assogadoris, nel periodo de Su Maimulu entravano nelle case per farsi invitare e lanciando la crusca in faccia ai bambini propiziavano la fortuna dei pascoli per l’anno successivo.

Costumi femminili da maschera per il Carnevale di inizio ‘900

Mascherine di Carnevale con… il manico.

« Al Lovarìe », le Ghiottonerie di Carnevale nella Romagna di inizio ‘900

Giocate con i vostri bambini a preparar le Mascherine che poi vi mangerete, se volete!

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Artusi: Menù per il “Berlingaccio” (Giovedì grasso)

“Berlingaccio in Piazza Santa Croce a Firenze” di Giovanni Signorini (1808 – 1862), padre del più famoso Telemaco appartenente al gruppo dei Macchiaioli, fu uno dei maggiori vedutisti fiorentini della metà dell’Ottocento.

 

« Berlingaccio » è una festa che si celebra a Firenze e nei comuni limitrofi il « Giovedì Grasso » ovvero il giovedì precedente l’ultimo giorno di Carnevale, il dolce tipico è il Berlingozzo.
 Il Dizionario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo
 
berlingaccioberlingaccio
Nota di pranzo di Pellegrino Artusi
Minestra asciutta
Pappardelle con la lepre o Maccheroni alla bolognese
Principii
Crostini di tartufi
Umido
Budino di carne alla genovese (sformato)
Tramesso
Zampone o Salame dal sugo di Ferrara con Sauer-kraut
Arrosto
Cappone con insalata o Cappone tartufato
Dolci
Dolce Torino e Gelato di aranci
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₉₅. Pappardelle colla lepre I
₉₆. Pappardelle colla lepre II

₈₇. Maccheroni alla bolognese
I Bolognesi, per questa minestra, fanno uso dei così detti denti di cavallo¹ di mezzana grandezza, e questa pare anche a me la forma che meglio si presta, se cucinati in tal modo; avvertite però che siano di sfoglia alquanto grossa, onde nel bollire non si schiaccino; al qual difetto poco si bada in Toscana ove per la predilezione che sempre si dà ai cibi leggeri vengono fabbricate certe qualità di paste così dette gentili, a buco largo e a pareti tanto sottili che non reggono punto alla cottura e si schiacciano bollendo, il che fa disgusto a vederle non che a mangiarle. Come ognuno sa, le migliori paste da minestra sono quelle di grano duro, che si fanno distinguere pel colore naturale di cera. Diffidate di quelle gialle, di cui si tenta mascherare l’origine ordinaria di grano comune, per mezzo di una tinta artificiale, che una volta era data almeno con sostanze innocue, quali lo zafferano o il croco.
Le seguenti proporzioni sono approssimative per condire grammi 500 e più di minestra:
Carne magra di vitella (meglio se nel filetto), gr. 150.
Carnesecca, grammi 50.
Burro, grammi 40.
Un quarto di una cipolla comune.
Una mezza carota.
Due costole di sedano bianco lunghe un palmo, oppure l’odore del sedano verde.
Un pizzico di farina, ma scarso assai.
Un pentolino di brodo.
Sale pochissimo o punto, a motivo della carnesecca e del brodo che sono saporiti.
Pepe e, a chi piace,
l’odore della noce moscata.
Tagliate la carne a piccoli dadi, tritate fine colla lunetta la carnesecca, la cipolla e gli odori, poi mettete al fuoco ogni cosa insieme, compreso il burro, e quando la carne avrà preso colore aggiungete il pizzico della farina, bagnando col brodo fino a cottura intera. Scolate bene i maccheroni dall’acqua e conditeli col parmigiano e con questo intingolo, il quale si può rendere anche più grato o con dei pezzetti di funghi secchi o con qualche fettina di tartufi, o con un fegatino cotto fra la carne e tagliato a pezzetti; unite, infine, quando è fatto l’intingolo, se volete renderli anche più delicati, mezzo bicchiere di panna; in ogni modo è bene che i maccheroni vengano in tavola non asciutti arrabbiati, ma diguazzanti in un poco di sugo. ()
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₁₀₉. Crostini di tartufi
Prendete a preferenza i bastoncini di pane e tagliateli a fette diagonali: in mancanza di essi preparate fettine di pane a forma elegante, arrostitele appena e così a bollore ungetele col burro. Sopra di esse distendete i tartufi preparati nel modo descritto al n. 269 e bagnateli coll’intinto che resta.
₂₆₉. (…) Prendete un tegamino di metallo, versate nel medesimo tant’olio che appena ne ricuopra il fondo, distendete un suolo di fettine di tartufi, spargendovi sopra pochissimo parmigiano grattato e una presa di pangrattato. Ripetete la stessa operazione per tre o quattro volte, secondo la quantità, e per ultimo condite con olio, sale, pepe e qualche pezzettino di burro, il tutto a piccole dosi perché non nausei. Mettete il tegame al fuoco e quando avrà alzato il bollore annaffiate con un ramaiolino di sugo di carne o di brodo e un po’ d’agro di limone. Ritirate presto dal fuoco questo intingolo.
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pappardelle lepre ragù 2

₉₅ Pappardelle colla lepre I e II

₂₃₈. Salami dal sugo di Ferrara

₂₃₈. Salami dal sugo di Ferrara

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 “Berlingaccio in Piazza Santa Croce a Firenze” (particolare) di Giovanni Signorini (1808 – 1862), padre del più famoso Telemaco appartenente al gruppo dei Macchiaioli, fu uno dei maggiori vedutisti fiorentini della metà dell’Ottocento.
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Berlingozzo di Lamporecchio in Toscana

Due ricette dell’Artusi per le Pappardelle con la lepre

Cristoforo di Messisbugo 1549 “A fare mortadelle di carne”: Salama da sugo

Artusi: Menù per il Berlingaccio (Giovedì grasso)
1 Fritole frittelle dolci veneziane

Fritole, le frittelle dolci veneziane

« (..) Ho già accennato dei modi di dire Veneziani e delle parole che, se dette da un foresto, possono anche essere … scabrose, ma se dette da un Veneziano e in circostanze particolari fanno sorridere; così come cercherò di riportare talune parole cadute completamente in disuso, ma che fanno parte, e sono parte insostituibile, del nostro bagaglio tradizionale.
Iniziamo da taluni piatti, o “camagnari”, che sono introvabili.
Una volta in giro per Venezia, vi erano diversi negozietti che vendevano il “Gardo” o “Castagnasso”. Il gardo o castagnasso non è altro che la farina di castagne secche, o “Straccaganasse” impastata con l’acqua e cotta al forno, e che veniva venduto a fette e servito su un pezzo di carta: una vera leccornia, ai nostri tempi…
Poi c’erano i banchi dei dolci che vendevano le frittelle, le “scioponele” (gli odierni pop-corn), el “zucaro filà”, el “franfraniche”. Questa era un doppia leccornia, che se al giorno d’oggi fosse ancora in uso, il pasticcere andrebbe dritto in galera! Donca: il “franfraniche” era solo dello zucchero fondente e variamente colorato, per amalgamare bene i colori (aniline!) il pasticcere lo “tirava” come un lungo salame e lo passava e ripassava su un gancio posto ad una altezza dovuta alla sua statura. Solo che ad ogni passaggio si sputava nelle mani affinchè lo zucchero non gli si “petasse” (attaccasse!). Quinti, una volta semi-rassodato, lo tagliava a tocchi e gli infilzava uno stecco. E questo sarebbe l’odierno lecca-lecca.  …
Poi vendevano anche le “fritole”: quelle col buco o intere, con la marmellata o con la crema o col Zabajon”.  E lì i doppi sensi si sprecavano…(..) »
da “Motti e detti: ossia libere parole in vernacolo”

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baccala mantecato trattoria antica mola

Anche oggi in periodo carnevalesco, a Venezia per calli e rii si sente il profumo delle frittelle dolci tipiche del luogo, e non si può fare a meno di comprarne uno scartosso (cartoccio)  per poi mangiarle passeggiando, tra l’allegria delle splendide maschere che ci circondano.
E mentre siamo lì che ce le gustiamo, ci ripromettiamo di prepararle da noi, una volta tornati a casa. Ma… la ricetta? Nessun problema io l’ho trovata!

Fritole, le frittelle dolci veneziane

1 Fritole frittelle dolci veneziane

Ingredienti e dosi per 4 perone

200 gr. di farina, 15 gr. di lievito di birra, 50 gr. di uvetta sultanina, 50 gr. di pinoli, 50 gr. di cedro candito, 40 gr. di zucchero, ½ bicchiere di grappa, zucchero a velo qb, olio di arachidi qb.

Preparazione

In una terrina, sciogliete il lievito di birra e lo zucchero con una tazza di acqua tiepida e unite la grappa. Incorporate la farina e lavoratela fino a ottenere una pasta elastica, se necessario aggiungete un po’ di acqua. Coprite il composto con un telo e aspettate che con la lievitazione raddoppi il suo volume.

A questo punto, unite l’uvetta, i pinoli e il cedro sminuzzato. Friggete la pastella facendola cadere nell’olio bollente a cucchiaiate. Scolate su carta assorbente, trasferite su un piatto da portata e cospargete le frittelle di zucchero a velo. Sono ottime gustate ancora calde!

Accorgimenti

Il cedro candito confezionato ha poco profumo e il suo sapore si limita a una pronunciata zuccherosità.
Acquistate questo importante ingrediente da un pasticciere, il sapore delle vostre frittelle ne sarà completamente stravolto in positivo.

Idee e varianti

In alcune versioni il cedro è sostituito dalla mela.
Il mio suggerimento è di gustare la ricetta nella sua interpretazione più tipica: è veramente squisita.

File:Pietro Longhi - Il venditore di fritole 2015 NYR 03747 0014.jpg

Pietro Longhi – Il venditore di fritole

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 Fritole, le frittelle dolci veneziane
Da Carolina prove tecniche di Carnevale

Da Carolina prove tecniche di Carnevale

Vi ho già presentato Carolina deliziosa e accogliente padrona di casa che ama intrattenere i commensali con manicaretti, anche complicati, e mise en place impeccabili.

Clicca sulle immagini per vederle ingrandite

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Questa volta l’occasione è il Carnevale e, come potete vedere, ha preparato tra l’altro come decori alcune mascherine, glitterate e con piume, molto scenografiche. Ha inoltre adornato il  decanter e il piano del tavolo con scintillanti charms.

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Sulla tavola in festa sono presenti i tradizionali dolcetti fritti che compaiono sempre nelle festicciole carnascialesche, accolti sempre con grande entusiasmo da grandi e piccini.
Questi dolcetti hanno la caratteristica di essere economici e molto apprezzabili soprattutto se se ne preparano in grande quantità, perchè “uno tira l’altro”. Ci sono anche focaccine varie e la macedonia è presenta in modo festoso.

E, dopo queste prove tecniche restiamo in attesa del menù completo, non vedo l’ora!

Grazie carissima Carolina.

Cenci o Lattughe o Frittelline o... Carnevale Petronilla   carolina tagliatelle dolci frittte

Come si mangia la frutta   Spiedini di frutta al cioccolato

Un tè da Carolina

Un altro “Tè con le amiche” da Carolina

Festa di compleanno da Carolina

Il Pranzo di Pasqua da zia Marinella, mamma di Carolina

Pranzo di Natale da Carolina

Da Carolina prove tecniche di Carnevale
Festa a tema in stile Medievale con menù

Leggiadre Madonne et baldi Messeri, udite! Festa a tema in stile Medievale con ricette

 Festa della Stagion Bona – Panzano in Chianti FI
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Se per Carnevale, o in altre occasioni, volete organizzare una festa a tema, ecco alcuni suggerimenti che spero possano esservi utili:

Abbigliamento e accessori.

Abbigliamento 1100-1200
Abbigliamento 1300-1400

Palio delle Contrade, Fucecchio (Fi)

Palio delle Contrade, Fucecchio (Fi)

Trucco e parrucco

Ambientazione

Musica

  • Carmina Burana – Carl Orff – (video): Zubin Mehta dirige per il Maggio Musicale Fiorentino l’opera di Carl Orff mentre nella evocativa abbazia rinascimentale di San Galgano illuminata da falò e torce vengono messe in scena azioni di teatro profano da artisti di strada: una evocazione immaginifica delle atmosfere medievali che accompagna la magistrale esecuzione musicale di Piazza della Signoria. (dramatic rendition)
  • Medievale
  • Rinascimentale
  • Barocca

Castello di Malbork 1270 – Polonia

IL BANCHETTO

medioevo maestro martino uova ova

Ricette nel blog con foto

Le bevande nel Medioevo

Le bevande erano, sulla tavola dei ricchi, in bottiglie di vetro o in brocche metalliche e si servivano in metallo prezioso, di vetro o di legno decorato.

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Acquarosa di Leonardo

vino medioevo Idromele_e_ippocrasso

Ippocrasso.

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Idromele.

 

 

 

 

 

Medio-evo, Rinascimento, Barocco: ricette con foto
torte maestro martino medioevoTudor_pies_on_pewter_plates_at_Hampton_Court
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Il banchetto rinascimentale e barocco
era una complessa macchina conviviale e teatrale, oltre che gastronomica. Dietro le quinte, per così dire, si svolgeva il lavoro di preparazione e presentazione delle numerose portate, che implicava il concorso di specifiche professionalità. Per descrivere la “squadra”, anzi il piccolo esercito necessario per la messa in opera di cotanto evento ci serviremo di un celebre dipinto, le Nozze di Cana, dipinto da Paolo Veronese tra il 1562 e il 1563, esposto a Parigi nel museo del Louvre. In esso sono raffigurati infatti tutti personaggi che concorrevano alla realizzazione di un banchetto principesco come quello in cui il Veronese ambienta l’episodio evangelico.

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Le Nozze di Cana, dipinto da Paolo Veronese tra il 1562 e il 1563, esposto a Parigi nel museo del Louvre (clicca sull’immagine per ingrandire così da apprezzare i particolari)

File:Veronese, The Marriage at Cana (1563).jpg

Festa a tema in stile Medievale con menù

Ave populus! Festa a tema in stile Antica Roma con menù

Ricette anni ’80 per una festa a tema.

Costumi femminili da maschera per il Carnevale di inizio ‘900

Di Larry Ferrante – Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1666133Di Dawid Galus – Opera propria, CC BY-SA 3.0 pl, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35352781 Veronese, The Marriage at Cana (1563).jpg [[File:Veronese, The Marriage at Cana (1563).jpg|Veronese,_The_Marriage_at_Cana_(1563)]]
Galateo Festa di bambini

Festa di bambini da Il galateo di Donna Letizia

..Un buon rinfresco, un’ allegra apparecchiatura e qualche trovata spiritosa sono la sicura garanzia per un pomeriggio ben riuscito.  
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Orario.
I bambini si invitano per le 16. Dovrebbero accomiatarsi non oltre le 19.
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Apparecchiatura.
Deve essere coloratissima, estrosa, divertente. I bambini non devono sentirsi impacciati da pizzi e porcellane fragili, ma devono potersi muovere liberamente. Perciò: tovaglie allegre e stampate, centri tavola composti da animaletti di cartone, fiori di carta, palle di plastica.
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Cibo.
Che sia semplice ma abbondante: sandwiches, tartine, pizzette, crostate e sempre una torta spettacolare.
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Bibite.
Aranciate, succhi di frutta, l’immancabile coca-cola e eventualmente cioccolata calda; alle mamme e alle bambinaie che accompagnano i piccoli si potrà servire del tè.

tovaglioli colori

tartine

Per divertire i bambini.
Il problema di come divertire una dozzina di bambini da cinque ai dodici anni, senza che l’appartamento ne risenta e i vicini si lamentino, oggi viene generalmente risolto da una proiezione cinematografica; (..). I bambini siedono su cuscini sparsi a terra, tranquilli e felici, le mamme intanto possono sorbire il loro tè senza la preoccupazione continua di sorvegliare i loro marmocchi. La soluzione “film” permette inoltre di invitare a una stessa festa bambini di diversa età, maschi e femmine. .

Il Grande libro della casa di Donna Letizia 1967

CONFETTI per compleanno: Multicolor o tinte pastello

Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 

Facili e carini i segnaposto con i tappi di sughero

Tortelli dolci Carnevale

Tortelli dolci di Carnevale

 

Ingredienti e dosi

Per la pasta dei tortelli
300 gr. di farina, 2 uova, 100 gr. di zucchero, qualche cucchiaio di vino bianco secco.

Per il ripieno
Marmellata a piacere: di castagne, di arancia, di fichi, di pesche, di albicocche, di uva e pere, ecc.

Preparazione

Impastate la farina con le uova,  lo zucchero e qualche cucchiaio di vino bianco secco. Se l’impasto ottenuto risulterà troppo sodo ammorbiditelo con altro vino. Stendete la sfoglia piuttosto sottile e ritagliate delle strisce. Su ogni striscia mettete dei mucchietti di marmellata distanziati 5 cm. circa l’uno dall’altro.

Coprite con un’altra striscia di pasta e premete ai bordi, così da evitare che, durante la cottura, la marmellata fuoriesca. Con la rotella dentata tagliate i tortelli di 3-4 cm. di lato.

Questi tortelli dolci possono essere fritti o cotti in forno:

  • Fritti: In abbondante olio bollente
  • In forno: dopo aver imburrato e infarinato la placca del forno, disponete i tortelli distanziati l’uno dall’altro. Cuocete in forno già caldo a 180 gradi per 30 minuti circa.

Spolverizzateli, quindi, con zucchero a velo e serviteli sia caldi che freddi.

Variante

Potete farcire i tortelli dolci anche con un composto di castagne secche e Savòr o Sapa:

  • La sera precedente mettete a bagno 300 gr. di castagne secche in acqua tiepida. Il giorno dopo lessatele e passatele al setaccio. In una terrina mescolate le castagne con 150 gr. di zucchero e la scorza grattugiata di ½ limone. Impastate il tutto con il Savòr o la Sapa, in quantità tale da ottenere un composto morbido.

tortelli dolci Carnevale

Tortelli dolci Carnevale
Castagnole farcite di Carnevale

Castagnole farcite di Carnevale

.Le castagnole o favette sono un dolce carnevalesco diffuso in tutta Italia; fa parte della tradizione culinaria ligure, emiliana-romagnola, marchigiana, laziale, umbra meridionale (con la variante detta “strufoli” nell’Umbria settentrionale), abruzzese, veneta, lombarda. La ricetta delle castagnole è sicuramente molto antica: è stato ritrovato nell’archivio di stato di Viterbo un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben quattro ricette di castagnole, di cui una prevede la cottura al forno, che quindi non è stata adottata recentemente nell’intento di rendere il dolce più leggero, come spesso si crede. Nella tradizione italiana le castagnole sono considerate uno dei simboli del Carnevale.

Preparare le castagnole:

Castagnole di Carnevale Petronilla

Per farcire:

Nutella o Crema alla nocciola o la crema che preferite, come ad esempio:

Crema di cioccolato alla maniera di Petronilla

nutella Homemade_nutella_-_chocolate_and_hazelnut_cream_(KETO,_LCHF,_Low_Carb,_Gluten_free,_FIT)Petronilla: Crema di mascarpone semplice...crema pasticcera

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Una volta preparata la crema preferita, riempite con questa una tasca da pasticciere (o una siringa per decorare) e farcite le castagnole.
Fate riposare, quindi servite: potete lasciarle così oppure spolverizzate con zucchero a velo o bagnate con Alchèrmes.

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Castagnole farcite di Carnevale

La Nutella è probabilmente la crema spalmabile più diffusa al mondo: Questa delizia di crema è utilizzata soprattutto come accompagnamento per pane, biscotti e frutta, ma esistono ricette per torte e crêpes.

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Frittelle di Tondone dell’Artusi

A.Inganni 1880, Cucina con frittelle in Carnevale

Il tondone è una pasta di acqua e farina fritta in un grasso. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi nella tradizione gastronomica toscana. Ricorda la piadina romagnola e come essa può sostituire il pane per accompagnare salumi e formaggi.
Quella che segue è la ricetta per preparare le frittelle proprio con il tondone. Ero curiosa di assaggiarle e non mi hanno delusa. Il sapore è gradevole ed aggiungendo zucchero o miele (che non sono elencati essendo una ricetta povera), diventano ancora più golose e una tira l’altra. Non assorbono eccessivamente il grasso, ma con l’uso di un buon olio di semi saranno più leggere.

frittelle tondone
«Se non sapete cosa sia un tondone, chiedetelo a Stenterello che ne mangia spesso perché gli piace.

Farina, grammi 250.
Uova, n. 6.
Acqua, decilitri 3.
Un pizzico di sale.
Odore di scorza di limone.

Stemperate la farina con la detta acqua versata a poco per volta e salatela.
Gettate questo intriso in padella per cuocerlo in bianco con burro, olio o lardo e quando è assodato da una parte voltatelo con un piatto dall’altra, ed eccovi il tondone.

Frittelle di Tondone (3)Frittelle di Tondone (4)Frittelle di Tondone (5).

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Ora pestatelo nel mortaio con l’odore suddetto e rammorbiditelo con le uova: due a un tratto, le altre quattro una alla volta con le chiare montate, lavorando molto il composto. Friggetelo a cucchiaiate per ottener le frittelle che, gonfiando molto, prendono l’aspetto di bombe. Spolverizzatele di zucchero a velo.

Frittelle di Tondone (6)Frittelle di Tondone (2)Frittelle di Tondone (7).

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Al composto potete unire, piacendovi, grammi 100 di uva malaga, ma allora questa tenetela prima in molle per ventiquattr’ore nell’acqua fresca e dopo toglietele i semi. Potranno bastare per sei persone, o per quattro se fate la metà della dose.

Vino

Albana di Romagna dolce e passita, Malvasia di Lipari

La presentazione dei dolcetti fritti

  • Fritti leggeri e voluminosi come cenci e frappe Si servono in grandi vassoi dove formano una bella cupola. A parte si presenterà altro zucchero vanigliato nello spargi zucchero.
  • Castagnole e frittelline Si servono in vassoi piccoli, coperti con un tovagliolino o un disco di carta pizzettata.
Enciclopedia della donna 1978
frittelle di tondoneFrittelle di Tondone dell’Artusi

 

Mascherine di Carnevale

Giocate con i vostri bambini a preparar le Mascherine che poi vi mangerete, se volete!

Queste mascherine sono semplici e facili da far decorare ai bambini.

Ingredienti e dosi 

Per la pasta:
100 gr. di farina, 50 gr. di zucchero, 1 uovo intero, coloranti alimentare di vario colore.

Per la glassa allo zucchero:
100 gr. di zucchero, 2 cucchiai d’acqua, zucchero a velo.

Per la glassa al cioccolato:
100 gr. di cioccolato fondente, 50 gr. di zucchero, 2 cucchiai d’acqua.

Per decorare
confettini colorati

Preparazione

Impastate la farina con l’uovo e lo zucchero (se volete mascherine colorate, dividete la pasta e aggiungete i coloranti alimentari). Tirare la sfoglia.


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Posizionate sulla sfoglia delle mascherine ricavate da un foglio di carta da forno e mettete le sagome ricavate in una teglia coperta con carta da forno e cuocete in forno per 10 minuti circa a 200 gradi. Sfornate e ponete le maschere su un foglio di carta alluminio che faciliterà l’operazione della glassatura.

  • Preparate la glassa di zucchero amalgamando tutti gli ingredienti in un pentolino su fuoco dolce.
  • Preparate la glassa al cioccolato facendo fondere il cioccolato fondente, aggiungendo l’acqua e lo zucchero.
  • Stendete le glasse a piacere sulle mascherine.
  • Spolverizzate di zucchero a velo la parte con la glassa di zucchero.
  • Ornate a piacere con i confettini colorati.
Mascherine di Carnevale
Leggi ancheMascherine di Carnevale con… il manico!

Stelle filanti dolci di Carnevale

Stelle filanti dolci di Carnevale

foto bebeblog.
 
 1. Stelle filanti arrotolate

Ingredienti
100 gr. di farina, 1 uovo, 50 gr. di zucchero, una noce di burro, coloranti alimentari, zucchero a velo

Preparazione
Preparare un impasto con farina, uovo, burro e il colorante alimentare. Impastare bene e tirare una sfoglia sottile Tagliare delle lunghe strisce. Arrotolare le strisce su piccoli tubi di metallo (tipo per i cannoli siciliani). Cuocere in forno a 200 gradi per 5 minuti circa. Sfornare e spolverare con zucchero a velo.

Dolci:  Stelle filanti di carnevale (ovvero Tagliatelle dolci)

2. Stelle filanti di Carnevale
(Tagliatelle dolci) ricetta di la cucina di Lilla

Ingredienti
250 g di farina, 2 uova, zucchero a velo (4 cucchiai circa), la scorza di un’arancia (o se preferite limone), un cucchiaio di liquore a scelta, coloranti alimentari in gel (io rosso e blu).

Preparazione
Disporre la farina a fontana e rompere le uova al centro. Iniziare a impastare. Unire lo zucchero a velo, il liquore e la scorza dell’arancia. Impastare bene sino a ottenere la normale consistenza della pasta fresca. Se serve unite un pochino di acqua o un po’ di farina ( a seconda della consistenza).
Dividere l’impasto in tre parti e una lasciarla al naturale, una aggiungete del colorante e in una il colorante rosso. Impastare bene e poi stendere le sfoglie (il colore si mescola bene tirando la sfoglia). Arrivare alla penultima misura.

Poi tagliare le tagliatelle.
Scaldare l’olio e buttare le tagliatelle poco per volta. Cuociono in un attimo. Sollevatele con la schiumarola e fatele scolare nella carta assorbente, poi trasferitele in un piatto e spolveratele con lo zucchero a velo quando sono ancora calde.

 Stelle filanti dolci di Carnevale

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Castagnole di Carnevale alla maniera di Petronilla

Le castagnole favette sono un dolce carnevalesco diffuso in tutta Italia; fa parte della tradizione culinaria ligure, romagnola, marchigiana, laziale, umbra meridionale (con la variante detta “strufoli di carnevale” nell’Umbria settentrionale), abruzzese, veneta, lombarda.
La ricetta delle castagnole è molto antica: nell’archivio di stato di Viterbo si è trovato un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben quattro ricette di castagnole, di cui una prevede la cottura al forno, che quindi non è stata adottata recentemente nell’intento di rendere il dolce più leggero, come spesso si crede.

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Castagnole di Carnevale alla maniera di Petronilla

«Siamo o non siamo in Carnevale? E una festicciola si vorrebbe farla? Ma una festicciola così… alla buona; per tenere allegri i ragazzi; per portare un po’ di baldoria in casa; per fare, insomma, sentire che… “siamo in Carnevale”?

Ebbene; per la festicciola modestissima e che dovrà alleggerire ben poco il materno borsellino, potranno sempre bastare… 1-2 piattoni ricolmi di dolci carnevaleschi (ossia fatti in casa e posti ancora caldi perchè fritti allora allora nel grasso dell’olio o dello strutto bollente); 2-4 bottiglie (secondo il numero degli invitati) di un vino moscato, bianco, dolce e spumante; alcune caraffe d’acqua fresca (di quella del rubinetto e che perciò costa niente); ed una bottiglia d’uno dei vari sciroppi che vi ho già insegnato a preparare o con marene, o con foglie di marene, o con vino, o con caffè, o con limoni;… di uno dei vari sciroppi, insomma, che assai alla lesta si possono fare in casa con ingredienti tutti genuini e senza bisogno alcuno di ricorrere quindi alle essenze che puzzano di chimica – sempre!
Ma quali dolci carnevaleschi? Dato che tutte quante siete ormai maestre provette in tortelli con frutta di Carnevale, in bignè di Carnevale ed in nastri (o lattughe, o frappe, o galani, o crostoli, o chiacchiere, o cenci) di Carnevale…, eccomi oggi ad insegnarvi a preparare anche le castagnole di Carnevale; cioè i dolcetti che non mancano mai nelle intime festicciole carnevalesche di Venezia e delle vicine città.
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Per farle… versate in una insalatiera capace 4 uova intiere; sbattetele con la forchetta assieme a due etti di zucchero; aggiungete prima una tazzina da caffè di rum¹, e mescolate; poscia 150 gr. di burro appena sciolto al fuoco, e ancora mescolate; indi a poco a poco e sempre mescolando 600 gr. di farina bianca, e infine 8 gr. di cremortartaro e 3 di bicarbonato. Versate l’impasto sulla spianatoia o sul tavolo; lavoratelo ancora con le mani; riducetelo in un cilindro grosso quanto un pollice e lungo… quanto riuscirà lungo; tagliatelo a pezzettini grossi ciascuno quanto una nocciolina; arrotondate ogni pezzettino.
Mettete a fuoco, in una casseruola fonda, olio oppure (meglio ancora) strutto; quando il grasso sarà in pieno bollore, friggetevi 4-5 alla volta le… castagnole; toglietele di mano in mano le vedrete ben rigonfie e dorate; scolatele; passatele sul piatto caldo; inzuccheratele senza economia; e… E il piattone profumato delle castagnole di Carnevale, eccolo pronto, per l’allegra serata dei figlioli adorati!»
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Alzi la mano chi di noi non ha mai provato un moto di commozione agli evviva, ai grazie mammina cara dei nostri amati figlioli! Ne volete ancora e sempre più? Le famose ed economiche Ricette della Petronilla sempre vi saranno amiche e alleate!
Petronilla in cucina 1941

¹ Liquori che si possono aggiungere: rum, grappa, liquore Strega, limoncello, liquore all’anice.

Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Castagnole farcite di CarnevaleBignè di Carnevale alla maniera della Petronillacastagnole

 


La presentazione dei dolcetti fritti

  • Fritti leggeri e voluminosi come cenci e frappe si servono in grandi vassoi dove formano una bella cupola. A parte si presenterà altro zucchero vanigliato nello spargizucchero.
  • Castagnole e frittelline si servono in vassoi piccoli, coperti con un tovagliolino o un disco di carta pizzettata.
 Enciclopedia della donna 1978
Dolci tagliatelle fritte di Carnevale

Dolci tagliatelle fritte di Carnevale

Sono tradizionali dolcetti fritti del periodo carnevalesco in Romagna. Provengono dalla civiltà contadina e sono golosissimi nella loro semplicità: sulla sfoglia delle comuni tagliatelle, subito dopo averla stesa, si sparge la scorza grattugiata di  limoni o arance e tanto zucchero. Quindi si arrotola la sfoglia e si taglia il rotolo a fette senza disfarle.

Ingredienti e dosi per circa 30 tagliatelle

100 gr. di farina, 50 gr. di zucchero, 1 uovo intero, la scorza grattugiata di 2 limoni o arance.

Preparazione

Impastate la farina con l’uovo come per le normali tagliatelle e tirate la sfoglia. Cospargete la sfoglia di zucchero e la scorza dei limoni o delle arance.

tagliatelle carnevale tagliatelle carnevale0 tagliatelle carnevale2 tagliatelle-dolci.

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Arrotolate la sfoglia e tagliate le tagliatelle senza sfogliarle. Friggetele in abbondante olio di semi..
Sgocciolatele possibilmente su carta gialla perchè la comune carta assorbente può attaccarsi al caramello che si forma durante la frittura.

Vino

Malvasia, Recioto (Veneto), Albana dolce di Romagna, Verduzzo (Friuli), Moscato (Veneto), Marsala dolce (Sicilia).

 La presentazione dei dolcetti fritti

  • Fritti leggeri e voluminosi come cenci e frappe si servono in grandi vassoi dove formano una bella cupola. A parte si presenterà altro zucchero vanigliato nello spargizucchero.
  • Castagnole e frittelline si servono in vassoi piccoli, coperti con un tovagliolino o un disco di carta pizzettata.

tagliatelle dolci frittte

Dolci tagliatelle fritte di Carnevale
Mascherine di Carnevale con… il manico!

Mascherine di Carnevale con… il manico.

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< Maschera Veneziana Jolly con manico

L’idea per questi biscottini, l’ho avuta visitando il blog di mammarum. Oltre che simpatici sono anche squisiti e potete divertirvi a realizzarli con l’aiuto dei vostri bambini. Baffi, bocca, occhiali e tanto altro; la stessa preparazione potrà essere utilizzata per biscottini di Halloween. I disegni da riprodurre, potete trovarli sul web digitando “disegno bocca”, “disegno baffi”, “disegno occhiali”, ecc.

Mascherine di Carnevale con… il manico!
Ingredienti

Acquistate o preparare la pasta frolla

Preparare la glassa

  • Glassa al cioccolato (Mascherine di Carnevale)
  • Glassa reale (Biscotti di pasta speziata)
  • Glassa alle nocciole. Ingredienti: 1 albume, 1 cucchiaino di pasta di nocciola (pralinato, che trovate nei negozi che trattano articoli da pasticceria), zucchero a velo (quanto basta per ottenere un composto abbastanza sodo, varia in base al peso dell’albume). Fare sciogliere la pasta di nocciole a bagnomaria e farla intiepidire, unire ai rimanenti ingredienti e mescolare fino a quando risulta un composto omogeneo e senza grumi. Ricetta di Cinzia-Cookaround
Preparazione

Disegnate l’immagine scelta su un foglio di carta e ritagliatela.

Una volta stesa la pasta frolla con il matterello, appoggiate sopra le sagome preparate, e con un coltellino affilato ricavate i biscottini a forma di baffi, bocca, occhiali… o quello che volete.

Mascherine di Carnevale con... il manico.Mascherine di Carnevale con... il manico.Mascherine di Carnevale con... il manico. (2)

Mettete i biscotti su di una teglia foderata di carta da forno e infilzateli delicatamente con un bastoncino per spiedini (eventualmente, mettete una striscetta di frolla umida sul retro, facendo attenzione che non si veda, per rinforzare la parte), che servirà da manico. Cuocete a 180 gradi in forno già caldo per 15 minuti circa.

Fateli raffreddare, quindi decorateli come più vi piace: con glasse di vari colori, con confettini colorati, ecc.  La bocca io l’ho spennellata con Alchèrmes.

maschere manico carnevale

maschere manico

Giocate con i vostri bambini a preparar le Mascherine che poi vi mangerete, se volete!

Torta Arlecchino

Ecco a voi la fantasmagorica Torta Arlecchino!

 

Ingredienti

3 uova, 200 g. zucchero, 200 g. farina, 100 ml olio di semi, 80 g. acqua, 1 bustina di lievito, coloranti alimentari gel, 1 bustina vanillina.

Preparazione

Montate gli albumi con 60 g di zucchero e i tuorli con lo zucchero restante. Ai tuorli aggiungete gli altri ingredienti e sbattete il composto con le fruste.

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Unite gli albumi montati mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Dividete il composto ottenuto in 6 ciotoline e coloratelo con i colori che preferite.

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Ungete uno stampo a cerniera, e versate al centro, un cucchiaio alla volta, il primo colore. Proseguite con il secondo colore, facedolo colare dal cucchiaio sempre al centro. Poi mettete il terzo colore e così via, fino ad esaurimento dei colori a disposizione

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Riscaldate il forno. Infornate a 175 gradi in forno ventilato per 40 minuti circa, quindi verificate la cottura infilando uno stecchino nell’impasto: se uscirà pulito la torta è pronta.

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Ringrazio per le loro torte fantasmagoriche:

angela64

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katiagioia

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Giò69

torta arlecchino-gio69 torta arlecchino-gio69 (3) torta arlecchino-gio69 (2)L’originale. è ricoperta di panna montata. Io invece l’ho spennellata con bagna al rum e ricoperta con mousse bianca alle nocciole fatta con panna montata, mascarpone e Nutkao bianca; l’ho decorata con coriandoli di zucchero e roselline di ostia

Monki

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Anche io l’ho fatta! oltre che bella è buonissima!!

 

 

bamby76

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Diogene

torta-arlecchino-diogeneEcco la mia versione Chiffon cake arcobaleno…….. Primo chiffon cake e primo arcobaleno …. che si ripeteranno visto il successo ottico e papillifero….

 

louisiana King Cake

Louisiana style King Cake – Torta per l’ Epifania e per il Mardi Gras di New Orleans

  • Il King Cake è simile ad una brioche (quasi come il cinnamon bread) ripiena; il ripieno può essere semplice cheese cream (o la crema alle mandorle) cosparsa di glassa e confettini colorati o zucchero colorato. La forma ad anello vuole ricordare il percorso che fecero i tre Re Magi per cercare di deviare Erode. Ecco perchè il dolce contiene anche un piccola figurina in plastica rappresentante Gesù. La tradizione vuole che chi trovi il giocattolo/premio venga incoronato re e sia colui che organizzerà il prossimo King Cake party.
  • I colori furono decisi nel 1872 da The Rex Krewe, il gruppo che organizza la sfilata dei carri per il Mardi Gras in Louisiana, e da allora sono rimasti in uso e simboleggiano i colori della stessa New Orleans. La ricetta è di un grande chef di New Orleans, proprietario di ben 10 ristoranti tutti di successo e notorio chef televisivo Emeril Lagasse: VERDE (il colore della fede, la passione di Cristo), VIOLA (la giustizia, la speranza), GIALLO ORO (il potere, i frutti di una vita cristiana).

How to make a Mardi Gras King Cake Skip To My Lou

Louisiana style King Cake

Ingredienti e dosi

2 bustine di lievito liofilizzato in granuli, ½ tazza di zucchero, 113 gr burro fuso, 340 ml latte tiepido, 113 ml acqua tiepida, 5 tuorli a temperatura ambiente, 4 + ½ tazze di farina, 2 cucchiaini di sale, 1 cucchiaino di noce moscata grattugiata, 1 cucchiaino di scorza di limone, 2 cucchiai di latte.

Ripieno:
450 gr formaggio cremoso a temperatura ambiente, 1 tazza di zucchero a velo, 1 figurina di plastica (facoltativo).

Glassa:
3 tazze di zucchero a velo, 3 cucchiai di latte, 3 cucchiai di succo di limone, zucchero o confettini colorati: verde, viola, giallo.

Preparazione

Mescolate il lievito con lo zucchero nella ciotola dell’impastatrice con il gancio; aggiungete i liquidi tiepidi e il burro fuso e mescolate per 1 minuto. Poi aggiungete i tuorli e mescolate per un altro minuto. A questo punto versate la farina, il sale, la noce moscata, la scorza di limone e impastate finchè tutti gli ingredienti sono incorporati. Aumentate la velocità e sbattete l’impasto finchè la pasta si staccherà dalle pareti formando una palla intorno al gancio. Fate lievitare finchè raddoppia in volume..

Nel frattempo fate il ripieno, mescolando lo zucchero a velo col formaggio cremoso. Quando l’impasto sarà cresciuto, stendetelo su un piano infarinato, in un rettangolo di 76×15 cm. Spalmate il ripieno nel senso della lunghezza solo su un lato e ripiegate il lato senza ripieno sull’altro, in modo da formare una lunga striscia di pasta ripiena. Sigillate bene i due lati e formate una ciambella, sigillando di nuovo le due estremità.

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Inserite il pupazzetto (che rappresenta Gesù Bambino) nella parte sotto della ciambella, in modo che non si veda dove è stato posizionato e fate lievitare l’impasto, coperto da un tovagliolo in un luogo caldo, per circa 45 minuti. Prima di infornare, spennellate la ciambella con 2 cucchiai di latte e fate cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi C per 25-30 minuti o finche’ la ciambella assumerà un bel colore dorato.
Sfornate e fate raffreddare. Quando è freddo preparate la glassa, mescolando lo zucchero con il latte e il succo di limone e versatela sulla ciambella. Quando è quasi asciutto, distribuite sopra i confettini colorati, o lo zucchero colorato, e fate asciugare completamente prima di servire.
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http://www.skiptomylou.org/wp-content/uploads/2009/02/king-cake-4.jpg

  • Il king cake e’ un tipo di dolce tradizionalmente associato con la festivita’ della Befana in molti paesi europei:
  • in Francia, Belgio e’ chiamato Gâteau des Rois,
  • in Svizzera Corona dei Re,
  • in Spagna Roscón de Reyes,
  • in Messico Rosca de Reyes,
  • in Grecia Vasilopita
  • in Bulgaria Banitsa.
  • Negli Stati Uniti, invece, soprattutto a New Orleans e’ associato col Mardi Gras, Louisiana style King Cake

Galette des Rois au chocolat, il dolce francese dell’Epifania

Pinza veneta dell’ Epifania alla maniera di Petronilla

Pinza bolognese, l’antico Pan di Natale, la ricetta del 1664

Foto: http://www.skiptomylou.org/wp-content/uploads/2009/02/king-cake www.skiptomylou.org/wp
Louisiana style King Cak
Fondant au chocolat noir avec noix de coco

Fondant au chocolat noir avec noix de coco

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Ingredienti e dosi per 4 persone

300 gr. di cioccolato fondente, 250 gr. di burro, 250 gr. di zucchero, 5 uova, 2 cucchiai di cocco grattugiato, 2 cucchiai rasi di farina

Tempo di preparazione 15 minuti – Tempo di cottura: 30 minuti
Preparazione

In un tegamino far sciogliere il burro, a fuoco basso. In un altro tegamino far fondere il cioccolato. In una ciotola unire il cioccolato e il burro fusi. Aggiungere lo zucchero e mescolare dolcemente. A parte, sbattere i tuorli di uovo ed incorporare gli albumi montati a neve. Aggiungere la farina e mescolare.

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Mescolare delicatamente, dal basso verso l’alto per incorporare aria. dal basso verso l’alto, fino a formare una crema gonfia e consistente.

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 Ungere con burro una teglia da 24 cm di diametro e versarvi la crema. Cuocere in forno già caldo a 160–180 gradi circa per 30 minuti. Sfornare e spolverare con il cocco grattugiato.

Foundant au chocolat noir avec noix de coco

Questa torta sarà golosissima anche servita tiepida: l’esterno sarà leggermente croccante ed il cuore cremoso.

Vino

La Clairette de Die serait un excellent choix. Est un vin effervescent d’appellation d’origine contrôlée du vignoble de la vallée du Rhône et plus exactement de la vallée de la Drôme.

Fondant au chocolat noir avec noix de coco
Bignè di Carnevale alla maniera della Petronilla

Bignè di Carnevale alla maniera della Petronilla

«Quando, per l’ultima festicciola carnevalesca dei miei ragazzi, è comparso in sala il mio piattone di rigonfi bignè (o tortelli, come vengono anche chiamati) è scoppiato un sì colossale “Evviva!” che n’è rintronata la casa intiera. Qualora un tale “Evviva!” voleste sentirlo rintronare anche in casa vostra, basterebbe che invitaste, una sera, amici ed amichette dei vostri figlioli; e che durante la giornata…(avendo però molto tempo da dedicare alla cucina, una pazienza da santi e braccia che sappiano rimescolare a lungo senza mai stancarsi) faceste… ciò che quel giorno ho fatto io. Volete?
***
Allora, nel pomeriggio di quel giorno, mettete, nella più capace vostra casseruola di rame e di alluminio, gr. 15 di burro, gr. 200 d’acqua, un po’ di gialla scorza di limone grattugiata, un cucchiaio di zucchero, ed un pizzico di sale. Ponete la casseruola al fuoco; quando l’acqua bollirà buttatevi dentro, di colpo, gr. 300 di farina bianca (della più fina) e tolto dal fuoco il recipiente, aggiungete altri 15 gr. di burro; e mescolate; e rimescolate con un cucchiaio di legno e con tutta quella tal pazienza che v’ho detto, fino a che vedrete la pasta bene amalgamata.
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Rimettete allora la casseruola al fuoco; e con l’apposito bastone (come se andaste cuocendo la polenta) mescolate e rimescolate ancora. Dopo 10 minuti, togliete di nuovo dal fuoco la casseruola; lasciate alquanto raffreddare; rimboccatevi le maniche; lavatevi con cura mani ed avambracci; e – dato che la macchina rimescolatrice esiste solo nelle cucine dei pasticceri, non mai nelle nostre – appena il calore della pasta ve lo permetterà, immergetevi la mano destra e rimescolate con la necessaria forza, procurando però che nessun schizzinoso sia lì presso a vedere, a criticare, e ad arricciare il naso. Uno alla volta, rompete poi 5 uova; uno alla volta, versateli nella casseruola (ma non prima però che ciascun uovo non lo vediate tutto ingoiato dalla pasta); e quando questa sarà diventata tutta omogenea, e lucida, e abbastanza molle, scolate quella rimasta aderente alla vostra mano; incoperchiate la casseruola; e mettetela al fresco.
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Al momento opportuno…(pronto il recipiente della pasta a sinistra e disteso un foglio di carta assorbente a destra del fornello) mettete a fuoco una casseruola fonda con olio abbondante; quando l’olio bollirà, abbassate un po’ la fiamma (o allontanate dal fuoco la casseruola); e lasciatevi cader dentro 3 o 4 cucchiaini scarsi di pasta, servendovi di un altro cucchiaino per staccarla. Appena che in quel caldo e in quell’unto i globetti si gonfieranno, ridate gran fuoco e li vedrete, allora, tutti più gonfiarsi, ed indorarsi, e voltarsi, e imbrunirsi e rivoltarsi, e sempre più rigonfiarsi, finchè… li toglierete con lo schiumino (lasciando così libero il posto per la successiva friggitura), li metterete a scolare sulla carta; li disporrete sul piatto, e darete, infine, la generale inzuccherata.
***
Soltanto se seguirete a puntino tutte queste complesse istruzioni mie, potrete anche voi, in casa vostra, sentire scoppiare quel tale evviva.

Ricette di Petronilla 1939

La presentazione dei dolcetti fritti
Fritti leggeri e voluminosi come cenci e frappe Si servono in grandi vassoi dove formano una bella cupola. A parte si presenterà altro zucchero vanigliato nello spargizucchero.
Castagnole e frittelline Si servono in vassoi piccoli, coperti con un tovagliolino o un disco di carta pizzettata.
 Enciclopedia della donna 1965
   

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali