Brigidini dolcetti di Lamporecchio

Brigidini, tipici dolcetti di Lamporecchio in Toscana

La ricetta di Pellegrino Artusi
È un dolce o meglio un trastullo speciale alla Toscana ove trovasi a tutte le fiere e feste di campagna e lo si vede cuocere in pubblico nelle forme da cialde.
Uova, n. 2.
Zucchero, grammi 120.
Anaci, grammi 10.
Sale, una presa.
Farina, quanto basta.
Fatene una pasta piuttosto soda, lavoratela colle mani sulla spianatoia e formatene delle pallottole grosse quanto una piccola noce. Ponetele alla stiaccia nel ferro da cialde a una debita distanza l’una dall’altra e, voltando di qua e di là il ferro sopra il fornello ardente con fiamma di legna, levatele quando avranno preso colore.
 I brigidini sono dei tipici dolci di Lamporecchio, località in provincia di Pistoia. Sono delle cialde color giallo-arancio molto friabili e abbastanza grandi, circa sette centimetri di diametro. Questo dolce è reperibile nella quasi totalità delle fiere, manifestazioni e sagre toscane, venduto da ambulanti che lo preparano all’istante tramite apposita macchina confezionandolo in un tipico sacchetto trasparente dalla forma stretta e molto allungata.
  • L’origine pare derivi da uno sbaglio fatto durante le preparazione di ostie in un convento locale di monache devote a Santa Brigida, monache brigidine appunto, da cui anche l’origine del nome. Wikipedia

Berlingozzo di Lamporecchio in Toscana

Brigidini dolcetti di Lamporecchio
Da Carolina prove tecniche di Carnevale

Da Carolina prove tecniche di Carnevale

Vi ho già presentato Carolina deliziosa e accogliente padrona di casa che ama intrattenere i commensali con manicaretti, anche complicati, e mise en place impeccabili.

Clicca sulle immagini per vederle ingrandite

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Questa volta l’occasione è il Carnevale e, come potete vedere, ha preparato tra l’altro come decori alcune mascherine, glitterate e con piume, molto scenografiche. Ha inoltre adornato il  decanter e il piano del tavolo con scintillanti charms.

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Sulla tavola in festa sono presenti i tradizionali dolcetti fritti che compaiono sempre nelle festicciole carnascialesche, accolti sempre con grande entusiasmo da grandi e piccini.
Questi dolcetti hanno la caratteristica di essere economici e molto apprezzabili soprattutto se se ne preparano in grande quantità, perchè “uno tira l’altro”. Ci sono anche focaccine varie e la macedonia è presenta in modo festoso.

E, dopo queste prove tecniche restiamo in attesa del menù completo, non vedo l’ora!

Grazie carissima Carolina.

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Da Carolina prove tecniche di Carnevale
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Petits fours e Mignardises, i classici pasticcini da tè

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Petit four e Mignardises
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Origini
Con il termine petit four si intende la piccola pasticceria generalmente consumata come appetizer,  quando salata, o alla fine di un pasto come dessert. Il nome deriva dal francese petit four, che significa “piccolo forno”.
  • I piccoli dolci assortiti sono chiamati mignardises,
  • i biscotti al burro sono chiamati petit fours.
Esistono due differenti categorie di petits fours.
  • Petits fours secs (sec significa “secco”) in cui vengono inclusi una vasta varietà di dessert, come biscotti, meringhe, amaretti e sfogliatine, éclair e tartellette.
  • Petits fours salés (salé significa “salati”), che sono gli antipasti salati di piccole dimensioni, di solito serviti come parte di un aperitivo o di un buffet.
Storia
I petits fours, “piccolo forno”, venivano tradizionalmente realizzati durante il processo di raffreddamento del carbone, nei forni in mattoni del diciottesimo secolo. Ciò era dovuto all’alta temperatura di combustione del carbone, rispetto alla legna, ed al suo costo all’epoca.
Pasticcini classici da tè, che saranno apprezzatissimi anche dopo cena.

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Petits fours con la sac à poche

Ingredienti e dosi
  • 300 gr. di mandorle,
  • 300 gr. di zucchero in zollette,
  • 150 gr. di albume,
  • 80 gr. di fecola,
  • la buccia grattugiata di 1 limone,
  • burro e farina per la placca,
  • frutta candita per decorare.
Preparazione

Sbollentate e spellate le mandorle. Fatele asciugare in forno medio per 5 minuti e lasciatele raffreddare. Pestatele nel mortaio poche per volta, aggiungendo gradatamente anche lo zucchero, fino a ridurle in polvere.

Mescolate questa polvere con gli albumi, la buccia di limone e la fecola. Dovrete ottenere un composto della densità di una purea e per far questo aumentate o diminuite la quantità della fecola secondo la necessità.

Imburrate ed infarinate una placca e rivestitela di carta oleata. Mettete il composto in una sac à poche (tasca di tela) o usate semplicemente il cucchiaino e fate tanti dolcetti della forma che preferite e che decorerete con la frutta candita a pezzi o con mandorle.

Lasciateli riposare per qualche ora, quindi passateli in forno caldo per una decina di minuti.

La buona tavola I dolci 1982 Petits fours e Mignardises
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Mettete il composto in una sac à poche (tasca di tela) o usate semplicemente il cucchiaino e fate tanti dolcetti della forma che preferite

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