sposa anni 60

Eleganza e Galateo per le nozze di Autunno-Inverno degli anni ’60: LA SPOSA

Le cerimonie: MATRIMONIO

Enciclopedia della donna 1963

NOZZE DI AUTUNNO-INVERNO

I problemi più importanti della sposa di autunno e d’inverno sono legati proprio alla stagione in cui verrà celebrato il matrimonio: quali sono i tessuti più adatti per l’abito da sposa? Come ripararsi dal freddo di un rigido giorno di dicembre? Lo sposo può indossare il cappotto? Il cappello? Quali sono i particolari che la stagione suggerisce?

L’ABITO DELLA SPOSA

La sposa, grande protagonista, ha a disposizione per il suo abito formule diverse secondo il tono delle nozze, il suo gusto personale, le sue possibilità:

  • abito molto importante, bianco lungo, magari provvisto di strascico,
  • abito bianco, lungo, più semplice e meno sontuoso,
  • abito bianco e corto,
  • abito da passeggio colorato.

Se sceglie l’abito bianco in una delle tre formule suddette, ecco qualche suggerimento.

I tessuti:
I più adatti alla stagione autunnale o già decisamente invernale sono piuttosto consistenti pesanti. Meglio perciò scartare quelli aerei, vaporosi e trasparenti (come il tulle, l’organza, il voile, lo chiffon) e preferire invece il raso, il velluto, il pizzo, l’ottoman, il crespo, il faille, il broccato. Tra tutti questi il più morbido, cedevole, adatto ai drappeggi è il crespo (può essere di seta o di fibra artificiale ma anche di lana) o anche il cady; il più tradizionale è il raso, il più vistoso il pizzo. È estremamente importante per la perfetta riuscita dell’abito che il tessuto sia scelto in stretto rapporto al modello: per ottenere certi effetti e certi risultati ci vogliono morbidezze o pesantezze speciali. Con un tessuto inadatto al modello scelto si può rischiare di rovinare tutto.

Il modello:
I tessuti che abbiamo elencato sono indicati sia per confezionare abiti tradizionali, sia modernissimi o comunque meno classici, come per esempio (adattissimo, data la stagione) l’ insieme di abito più mantello uguale, lungo o corto. L’essenziale sarà scegliere un modello adatto alla propria figura e anche alle propria personalità.

La sposa “pratica” quella cioè che preferisce andare all’altare con un abito sfruttabile poii in molte occasioni, sceglie, invece del tradizionale abito bianco, un insieme elegante ma non troppo. Evita i colori decisamente scuri (fa eccezione il blu che però è più adatto alla primavera) e si orienta su colori delicati: per esempio il grigio chiarissimo, lievemente rosato oppure ghiaccio, il beige in tutte le sue gradazioni (cognac, biscotto, castoro), l’azzurro e il rosa in tutte le sfumature. Circa i tessuti sceglierà un tessuto di lana abbastanza caldo ma non necessariamente pesante (crespo, grap, ecce.), oppure la lana-seta. Per quanto riguarda il modello, sempre sicuri e godibili i completi formati da abito più giacca o abito più soprabito che potranno essere impreziositi da una guarnizione di pelliccia. (Ndr: sintetica). Anche il tailleur classico, completato da una blusa o camicetta, è molto adatto.
In testa un cappello o un’acconciatura, ma senza velo; consigliamo di scegliere un cappello, per esempio, di velluto o di pelliccia, oppure, molto chic, una cuffia-turbante nello stesso tessuto dell’abito. In mano la sposa avrà solo il bouquet, dono gentile e romantico dello sposo, e unica nota bianca. In guanti e le scarpe saranno intonate all’abito; da scartare le scarpe bianche che sono fuori stagione, ingrossano il piede e non dopo non donano affatto.

LA REALIZZAZIONE
Ed ecco qualche consiglio circa la realizzazione pratica dell’abito da sposa. A chi rivolgersi dunque? Sarta? Sartina? Sartoria? Oppure acquistarlo già pronto in un negozio specializzato? Le risposte a questi interrogativi sono diverse, naturalmente, secondo i casi. Tuttavia ci pare utile qui dare alle future spose qualche consiglio.

  • Chi ha sottomano la sartina brava, volonterosa e non vuole che l’abito da sposa venga a costare un piccolo patrimonio, le affidi pure l’incarico, ma abbia l’avvertenza di scegliere un modello estremamente semplice, da realizzare magari in un tessuto già di per sé importante e vistoso (per esempio il pizzo o in genere tutti tessuti ricamati) che non richiede alcuna estrosità.
  • Chi può disporre di una brava sarta le affidi senza preoccupazione la realizzazione dell’abito. Coi suoi consigli, la sua esperienza e la sua già provata capacità non si correranno rischi e i risultati saranno senza dubbio eccellenti.
  • Chi ha buone disponibilità finanziarie e decide, data l’eccezionalità dell’occasione, di rivolgersi a una sartoria di un certo nome, potrà essere certa di avere un abito non solo bello e ben fatto, ma anche di linea. Un consiglio, tuttavia: cercate di non farvi troppo influenzare e scegliete un abito che si addica al vostro gusto, indipendentemente dalla moda o da altre considerazioni strane.
  • Chi ha poco tempo a disposizione, chi non ha una sarta di fiducia e non ama rischiare, chi ama acquistare gli abiti dopo averli visti già belli e pronti, può rivolgersi alle case di confezioni, e negozi specializzati (ce ne sono parecchi nelle grandi città) persino ai grandi magazzini, dove troverà diversi modelli e potrà scegliere quello che più le piace e le sta bene.

“IDEE” DI STAGIONE
Qualunque sia l’abito scelto, ricordate che come guarnizione è particolarmente adatta la pelliccia (…). Ed ecco a proposito di pelliccia, un’idea insolita, romantica e molto di stagione: il manicotto-bouquet. Sul piccolo manicotto di pelliccia bianca si appuntano i fiori del bouquet: l’effetto è veramente delizioso, specie se un altro piccolo tocco della stessa pelliccia compare nell’abito da sposa.

  • Un’idea diversa per l’acconciatura: il velo alla Lawrence d’Arabia, consigliato alle spose più moderne, a quelle con l’ovale perfetto e possibilmente brune. È formato da una grandissima sciarpa di voile o di chiffon sistemata asppunto come i barracani degli arabi. La sciarpa, a fitte pieghe, è avvolta tutto attorno al capo, copre interamente le orecchie e il collo, come un grande cappuccio. L’effetto, veramente insolito, è bellissimo e la soluzione è pratica anche perché è “antifreddo”.
  • Un’idea che piacerà alle appassionate di maglia: è il vestito da sposa interamente lavorato a pizzo con l’uncinetto. Diritto, semplicissimo, l’abito potrà essere corto o lungo, e sarà completato da un giacchino bolero o da una cappa soprabito uguale.
 Confetti e Auguri – Il Galateo del matrimonio dall’A alla Z- 1986

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I riti nuziali di ogni civiltà e tradizione hanno attribuito grande importanza alla veste indossata dalla sposa, come simbolo di passaggio dal suo stato di sdonna nubile a quello di dona sposata. Il rosso, in tutte le sue sfumature, è stato per secoli il colore tradizionale della tunica della sposa sia in occidente che in oriente. Il bianco, che per noi è il colore classico delle spose, si è affermato in tempi recenti, per la precisione nel secolo scorso nell’inghilterra vittoriana: solo le famiglie più ricche e benestanti potevano concedere alle proprie figlie che si sposavano un abito di un colore così delicato e così facile da sporcare, che come un fiore durava soltanto un giorno e come un fiore doveva essere bellissimo ed effimero. E poi il bianco era anche il colore della purezza e dell’innocenza.(..).

Ecco la gustosa descrizione di un modello per un abito da sposa tratta da La dernière Mode, una famora rivista francese del 1874: “Sottabito di raso bianco con gonna in tarlantana, ogni voltant termina con un fiocco di nastri frastagliati come foglie di di cicoria. Bene, ve n’erano almeno venti sullo strascico, mentre sul davanti ne ho contati solo quattro. Tunica pieghettata trasversalmente e fissata sulla gonna; sul bordo della tunica, in basso, frangia con perle bianche. Larga cintura in raso, che parte da un lato e avvolge, ricadendo lungo la tunica, per annodarsi sullo strascico… Il corpino è accollato e a barchetta, interamente foderato di raso, come le maniche, e tutta la guarnizione consiste in un nodo di nastri frastagliati simile a folta cicoria, e in un mazzolino di fiori d’arancio posto a lato, sulla spalla”. Cronista d’eccezione, sotto pseudonimo, il grande poeta francese Stéfhane Mallarmé.

 

1963

1963

Menù di un matrimonio degli anni 70

1978

2012

2012

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Eleganza e Galateo per le nozze di Primavera-Estate degli anni ’60: LA SPOSA

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Eleganza Galateo per nozze Autunno-Inverno. LO SPOSO gli invitati

Eleganza e Galateo per le nozze di Autunno-Inverno degli anni ’60: LO SPOSO e gli invitati

Enciclopedia della donna 1963

Le cerimonie
NOZZE DI AUTUNNO-INVERNO
I problemi più importanti della sposa di autunno e d’inverno sono legati proprio alla stagione in cui verrà celebrato il matrimonio: quali sono i tessuti più adatti per l’abito da sposa? Come ripararsi dal freddo di un rigido giorno di dicembre? Lo sposo può indossare il cappotto? Il cappello? Quali sono i particolari che la stagione suggerisce?

LO SPOSO
In un matrimonio decisamente importante lo sposo indossa quel bellissimo abito da cerimonia che è il tight.

Anche se nevica lo sposo non indosserà sul tight il soprabito, se mai provvederà a mettere sotto una maglietta di lana.

In questi ultimi anni si è andata affermando per lo sposo un tipo d’abito che somiglia molto al tight senza essere così impegnativo. È il cosiddetto “tight corto”. È composto da un paio di pantaloni grigi a righe, uguali a quelli del tight e da una giacca nera, classica. Il gilet può essere nello stesso tessuto della giacca oppure come quello del tight, color grigio perla. Camicia bianchissima con collo inamidato, cravatta grigia o meglio ancora bianca piccolissimi disegni neri, molto fitti e discreti. Calze nere, scarpe nere a punta arrotondata. Se la stagione è già avanzata lo sposo potrà indossare sul tight corto un soprabito nero, leggero che servirà poi per tutte le occasioni eleganti della sua vita futura.
Lo sposo che opta per un abito più semplice, sceglie un bel monopetto grigio fumo di Londra, in lana pettinata, abbastanza pesante ma non troppo. Non dimentica assolutamente di farsi fare il gilet (e di indossarlo).
Lo sposo “pratico” sceglie un abito più sportivo col quale partirà anche per il viaggio di nozze: per esempio un bel vestito classico di cheviot o di flanella, grigio medio. Camicia di seta bianca, cravatta blu a piccoli pois bianchi, scarpe nere, calze blu scuro. Potrà accompagnare questo insieme con un soprabito di lana grigio medio, di tono non troppo sportivo.

TESTIMONI E INVITATI
Come si sa, i testimoni, i parenti degli sposi e gli invitati vestono come lo sposo. Gli altri invitati possono vestire in modo più semplice, ma sempre in tono piuttosto elegante. Un abito serio, grigio scuro, è sempre distinto e va sempre bene. Anche il soprabito non deve mai essere troppo sportivo: niente, perciò, loden, spigati, tweed.

Le signore hanno una larghissima scelta per il loro abbigliamento. Di solito i completi abito più mantello sono i più adatti. (NdR: ricordo che siamo nel 1963) Chi ha la pelliccia (anche nera), può indossarla, a patto però che non sia decisamente sportiva (da scartare le pellicce maculate come ocelot, leopardo, opossum, marmotta).

In testa un cappello o un’acconciatura intonata all’abito. Questo potrà essere un abito tipo pranzo; elegante ma non troppo scollato e non troppo da sera. Meglio evitare il nero.

La Bottoniera
o Boutonnière è un piccolo tocco di raffinatezza ed un dettaglio irrinunciabile. E’ il fiore che si posiziona all’occhiello della giacca dello sposo. Per comporre la Bottoniera si usa il fiore principale presente nel bouquet della sposa assieme ad un rametto, per esempio, di gipsophyla (Velo da Sposa o Nebbiolina).
Anche per i testimoni e per i genitori è di tradizione la Bottoniera, che sarà più piccola di quella dello sposo.

Eleganza Galateo per nozze Autunno-Inverno. LO SPOSO gli invitati
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Eleganza e Galateo per le nozze di Primavera-Estate degli anni ’60: LO SPOSO e gli invitati

Eleganza e Galateo per le nozze di Primavera-Estate degli anni ’60: LA SPOSA

Eleganza e Galateo per le nozze di Autunno-Inverno degli anni ’60: LA SPOSA

Galateo: Il Grande libro della casa Donna Letizia 1967

Il Grande libro della casa di Donna Letizia 1967

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Donna Letizia (pseudonimo di Colette Cacciapuoti Rosselli) negli anni 50 pubblicò, sulle pagine del settimanale “Gente” e in diversi libri, consigli pratici  relativi al galateo e alle buone maniere. Colette Cacciapuoti Rosselli (Losanna, 25 maggio 1911 – Roma, 9 marzo 1996) fu scrittrice e  illustratrice. Viene anche ricordata per essere stata moglie del grande giornalista Indro Montanelli.
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Donna colta ed elegante, laureata in lingua e letteratura francese all’Università di Losanna, città dove nacque, Colette Rosselli è nota al grande pubblico soprattutto con lo pseudonimo di Donna Letizia. Donna Letizia nella storia del costume italiano ha ricoperto un ruolo significativo ed indiscusso di Signora del bon ton. Per più di trent’anni ha educato le italiane e gli italiani, all’arte della socievolezza e delle buone maniere con i suoi consigli e suggerimenti. Per chiunque fosse in difficoltà, sia nell’allestire un ricevimento che nello scegliere un abito era d’obbligo consultare “La Posta del cuore”, la sua seguitissima rubrica pubblicata dal settimanale femminile Grazia. E vero e proprio manuale imprescindibile per imparare l’arte del comportarsi in società divenne il suo libro Il saper vivere (Mondadori 1960, 1972, 1976, 1979).

Ma prima di diventare la Signora indiscussa del bon ton, Colette Rosselli aveva già raggiunto una grande notorietà, fra un pubblico più sofisticato, come illustratrice. Negli anni Quaranta illustrò soprattutto libri per l’infanzia come Per i bimbi buoni e anche quelli cattivi, Il primo libro di Susanna, Il secondo libro di Susanna, Il cavaliere Dodipetto, I poemetti di Susanna. Trasferitasi negli Stati Uniti negli anni Cinquanta, lavora come illustratrice delle più prestigiose riviste dell’epoca: Harper’s Bazaar, Mademoiselle, Vogue. Nel 1950 vince un premio per la migliore copertina dell’anno. Le illustrazioni e la pittura resteranno la sua passione e nel corso degli anni i suoi quadri vennero esposti in importanti gallerie. La sua versatilità si proverà anche nella pubblicazione di due romanzi: Ma non troppo e Casa di randagia. Il suo prestigio personale e sociale si accrebbe notevolmente con il matrimonio con Indro Montanelli a cui resterà legata sino alla morte. La conoscenza diretta del bel mondo, la frequentazione dei salotti più esclusivi, sia nazionali che internazionali, il cosmopolitismo, una buona dose di cultura ed un’innegabile eleganza fecero di lei una maestra indiscussa del buon gusto borghese dell’Italia del dopoguerra. Ai consigli su come comportarsi ad un pranzo sapeva alternare suggerimenti sentimentali e velatamente indicare anche comportamenti “corretti” riguardanti la sfera, innominabile sino alla fine degli anni Sessanta, della sessualità. Celebre resta un suo ammonimento, quasi un grido che spesso echeggiava dalla rubrica “La Posta del cuore”:
«Non ceda, non ceda», rivolto alle signorine, fidanzate o meno, a cui sempre più pressantemente, il nuovo maschio italiano richiedeva, come certificato di modernità, la “prova d’amore”.

L’eleganza e l’ironia della scrittura nascondevano spesso un solido conservatorismo ed una celebrazione degli stili di vita della “gente per bene” ovvero della vecchia e consolidata borghesia, opposti tenacemente alla grossolanità ed ai nuovi modelli di comportamento introdotti dai nuovi ricchi. Gli anni della maggior popolarità di Donna Letizia, sono gli anni Sessanta, ovvero quegli anni attraversati da profonde contraddizioni nella società italiana, che si andava modernizzando, arricchendo, ma che al contempo cercava strenuamente di difendere consuetudini, tradizioni e rapporti di potere. Queste contraddizioni si riflettevano nel costume delle italiane e degli italiani, sospesi fra vecchio e nuovo, fra ansia di modernizzazione e paura del mutamento. Donna Letizia si fece interprete di questi timori e con prudenza cercò di traghettare le nuove aspiranti “vere signore” verso una modernità controllata, dove i rapporti fra le classi e fra i sessi restassero però indiscussi. Legittimati dalle regole eterne del saper vivere.

Di fronte al lusso vistoso ostentato dei nuovi ricchi, sono questi gli anni del boom economico, Colette Rosselli difenderà sempre una discreta eleganza. Sarà lei a costruire il modello della Vera Signora, della donna elegante che preferisce sempre ad una vistosa pelliccia, un cappotto di buon taglio, che tratta con cortesia e paternalismo la servitù, e soprattutto impegnata a difendere sempre e dovunque la sua immagine di donna pudica e riservata. La Vera Signora sembra essere innanzitutto asessuata, e non permette assolutamente mai che intorno a lei vi siano comportamenti e conversazioni poco rispettosi.

«La Vera Signora non cammina ancheggiando volutamente. […] Se qualche vitellone mugge dietro a lei un complimento superlativo, non lascia trasparire un sorriso compiaciuto». Il “Saper Vivere” di Donna Letizia diviene così il capofila di tutti i galatei di quegli anni impegnati soprattutto nell’educazione della nuova borghesia in ascesa, che si vuole plasmare a tutti i costi sul modello del vecchio ceto aristocratico-alto borghese. Leggiamo dai consigli di Donna Letizia alla “Signora che vuole arrivare”:
«Abbia un cuoco francese, elargisca laute somme alle Opere benefiche capeggiate da dame autorevoli; inviti spesso qualche nobile decaduto ma à la page, disposto a consigliarla e a pilotarla in cambio di un posto sempre disponibile a tavola. Abbia una casa arredata da un decoratore di gusto sicuro e piuttosto tradizionale e quando riuscirà a riunire nel suo salotto un mazzetto di marchese e di contesse non imiti di colpo i loro modi di parlare; non inserisca a vanvera parole straniere nella conversazione. Meglio piuttosto, inserire frasi di questo genere: “Io che non ho avuto un’infanzia privilegiata come tutte voi”, “Mio padre che si è fatto da sé…”

Si dirà di lei che ha l’orgoglio di essere quello che è, e il coraggio di non rinnegare le sue origini». Non sappiamo con precisione se ancora oggi esistano i salotti descritti da Colette Rosselli popolati da contesse, marchese ed alti prelati, ma i suoi consigli sono sopravvissuti a tutte le tempeste che hanno attraversato la storia della società e del costume italiano, tant’è che nel 1991 viene pubblicato con enorme successo Il nuovo Saper vivere, di Donna Letizia. E chi volesse oggi ricostruire la storia del costume italiano non può rinunciare alla lettura dei galatei di Donna Letizia e alla sua “Posta del cuore”, in gran parte raccolta in Cara Donna Letizia (Mondadori, 1981).

GabriellaTurnaturi – www.150anni.it
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Manuali di galateo
  • Il saper vivere di Donna Letizia, Arnoldo Mondadori Editore, 1960
  • Cara Donna Letizia… venticinque anni in confidenza, Rusconi Editore, 1981
  • Ma non troppo, Longanesi & C., 1986
  • Case di Randagia, Longanesi & C., 1989
  • Il nuovo saper vivere di Donna Letizia, Arnoldo Mondadori Editore, 1990
  • C’era una volta il galateo, Longanesi & C., 1996
  • Il saper vivere di Donna Letizia, BUR, 2007
Galateo: Il Grande libro della casa Donna Letizia 1967
sposa anni 60 (3)

La sposa bella degli anni Sessanta

 ENCICOPEDIA DELLA DONNA 1963

Viso riposato, carnagione luminosa, occhi scintillanti fanno la sposa bella. Non è solo la felicità a far splendere il suo viso: ella si è preparata al gran giorno per tempo e con cure sapienti.

LA SPOSA BELLA

“Le spose sono tutte belle”: c’è una parte di verità in questo amabile luogo comune. Si è mai vista una sposa bruttina, scialba, in disordine? La commozione le addolcisce i lineamenti, la felicità dà una nuova luce ai suoi occhi: è tenera, patetica, radiosa. Ma a volte l’emozione, il trambusto della vigilia giocano brutti scherzi e la sposa, la mattina delle nozze, si ritrova col viso tirato, i capelli che non tengono la piega, il colorito terreo. Che fatica, allora, per rimettersi in sesto! Senza contare che questi rimedi di “emergenza” la renderanno agitata e nervosa. Meglio pensarci in tempo. Qualche precauzione, durante le due settimane che precedono le nozze, eviterà sorprese incidenti.

QUINDICI GIORNI PRIMA
Occorre mettersi a dieta, una dieta senza eccessive imposizioni ma che semplicemente eviti troppi intingoli, liquori, cioccolatini, grassi. Proprio per arrivare al giorno delle nozze con una linea impeccabile e una carnagione limpida: niente antiestetici “cuscinetti”, niente rossori né macchie. Così il giorno delle nozze, la sposa potrà concedersi i brindisi più festosi senza paura del foruncolo improvviso; e durante la luna di miele non sarà costretta a immalinconire suo marito con “passati” di verdura e bistecche senza sale.

UNA SETTIMANA PRIMA
Visita dal pedicure: depilazione con ceretta a caldo, che assicura gambe lisce almeno per un mese. Sarà bene anche farsi fare una leggerissima permanente “a freddo”. I capelli avranno una piega naturalmente morbida e facile da pettinare. In questo modo eviterete durante il viaggio di nozze quei bigodini notturni così poco romantici o (per chi non usa i bigodini) le ciocche sfilacciate che danno subito un’aria disfatta.

DUE GIORNI PRIMA
Un trattamento all’Istituto di bellezza: le sopracciglia saranno regolate, i punti neri eliminati e un massaggio finale darà “tono” a tutto il viso. La sposa deve apparire “riposata” e serena, anche se ossessionata dagli inviti, dalle telefonate, dal fiorista, dalla sarta, dalle amiche premurose. Il viso “ripulito” e rivitalizzato perderà, in due giorni, quel tono troppo “rimesso a nuovo” che alle volte si acquista negli istituti di bellezza, ma sarà sempre tanto gradevole e morbido da incantare “lui” e di altri ospiti.

IL GIORNO PRIMA
Un bagno riposante e disintossicante a base di fiori o vitamine. Visita dal parrucchiere: la “messa in piega” sarà bene irrigidita dal fissatore (solo il mattino delle nozze si dovranno spazzolare da ogni lato i capelli per averli soffici e a posto). Meglio scegliere un’ acconciatura facile (sempre sulla base della permanente fatta una settimana prima), a meno che il velo da sposa non esiga una linea tanto elaborata e fastosa da richiedere l’intervento del parrucchiere, anche un’ora prima del “sì”.

IL MATTINO DELLE NOZZE
La sposa ha il viso scavato dall’emozione: comprensibilissimo. Però, potrà ammorbidirlo con una maschera di bellezza leggera leggera, appena idratante e stimolante. Subito dopo, sottocipria quasi incolore e un po’ di cipria che non nasconda il pallone (è così romantico), ma che dia più luminosità a tutti il volto. Per questo, sarà bene sceglierla leggermente rosata. Gli occhi? Una goccia di collirio e nient’altro: né rimmel, né ombretto, né matita nera. Il mattino di nozze non va confuso con la notte di Capodanno. È concesso solo il rimmel impermeabile, ma poco: se una sposa felice si lascia sfuggire una lacrima anche una sola, il viso non deve improvvisamente e desolatamente rigarsi di nero e di blu, a causa del trucco. Il rossetto sarà chiaro chiaro, sui toni del rosa, mai dell’arancione. Profumo? Niente, anche se quello che piace a “lui”. Basterà il profumo del bouquets.

TRE CONSIGLI PREZIOSI

  • Mai cambiar colore ai capelli, per il giorno delle nozze. È una mancanza di stile. Se il parrucchiere vi tenta con splendide sfumature dorate o rossicce, abbiate il coraggio di dire “no”. A “lui” piacete così come siete: non è il giorno adatto per tentativi azzardati.
  • Curate le mani in modo particolare: niente smalto rosso, niente smalto rosa: solo un pochino di lacca incolore. Guai se un’unghia è scheggiata, guai se le mani non sono morbide. Basta un po’ di crema al miele o alla glicerina, basta una spazzolata energica con la pietra pomice insaponata.
  • Non colmate con creme e barattoli la valigia della “luna di miele”. Occorrerà solo una crema per la pulizia serale, il solito tonico, molte veline detergenti per rinfrescare il viso durante il giorno, senza troppe complicazioni. Poca cipria, sempre il sottocipria; il vostro preziosissimo deodorante, il vostro solito rossetto. Guai atteggiarsi subito a “sposine”, con acconciature austere o troppo elaborate, trucco deciso, stile imponente: “lui” vuole ritrovare accanto se la ragazza di cui si è innamorato e che ha voluto sposare.
La sposa bella degli anni Sessanta
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1963

Eleganza e Galateo per le nozze di Primavera-Estate degli anni ’60: LA SPOSA

 Le cerimonie MATRIMONIO

Enciclopedia della donna 1963

PRIMAVERA-ESTATE: TEMPO DI NOZZE

Non c’è una stagione per i matrimoni; eppure quasi tutte le donne sognano di sposarsi in un giorno caldo e luminoso, pieno di profumi e di fiori, indossando un abito candido e fresco, un velo leggero leggero nel quale il sole e la brezza scherzino volentieri. La primavera e ancor più l’inizio dell’estate sembrano dunque le stagioni ideali per i matrimoni; se ne celebrano moltissimi, infatti, da aprile a luglio; tutti, semplici o importanti, intimi o sfarzosi sono, salvo rare eccezioni, assistiti da del tempo.

LA SPOSA
La sposa può scegliere il suo abito tra gli innumerevoli modelli tradizionali o tra quelli proposti dall’ultima moda. In ogni caso, per l’abito lungo e importante oppure corto e “svelto”, bianco o in colore, bisognerà studiare soprattutto due elementi: linea e tessuto.

La linea.
Nella scelta del vestito di nozze la futura sposa dovrà tener presente la sua figura, la sua età, il suo tipo. Tutti guardano la sposa, si sa, e in genere i commenti sono benevoli perché la felicità rende, si dice, tutte le spose belle. Ma un vestito sbagliato, magari bellissimo in sé, ma inadatto, può compromettere seriamente la sua bellezza che, non dimentichiamolo, sarà “eternata” dalle immancabili fotografie. Non dica ” io mi sposo per lui e lui quel giorno non guarderà il vestito, tanto non se ne intende” per improvvisare all’ultimo momento un abito che può rivelarsi poco felice; e neppure però faccia un dramma, un problema mondiale di questo vestito. Se ne occupi possibilmente, parecchio tempo prima della fatidica data, consigliandosi con la sarta, sfogliando riviste di moda (esistono di “speciali” che presentano soltanto abiti di nozze), provando a schizzare da sola, se ne è capace, il modello che ha sempre sognato. Ricordi poi che la linea impero sta bene a tutte: alle piccole perché le allunga, a chi non ha la vita di vespa perché la nasconde (ma non esageri spostandola troppo in su). I vestiti dalla gonna ampia a palloncino stanno bene alle magrissime che hanno bisogno di “riempirsi” e di mettere in risalto la vita sottile.
Le linee molto elaborate, con mantelli e cappe che appesantiscono inevitabilmente l’insieme,, non sono adatte alla stagione primaverile-estiva. Meglio adottare corpini lisci, con maniche corte (se non si hanno braccia troppo robuste o magre come grissini) e scollature a barchetta appena scese sotto la base del collo che danno slancio a tutta la testa. Non troppi particolari e troppi motivi, per carità: pochi, ma ben studiati. I nodi, i fiori, i volants sono classici, sempre nuovi, sempre bellissimi, ma vanno usati con discrezione.

I tessuti
più adatti per la sposa d’estate sono quelli leggieri, leggerissimi, quasi inconsistenti. Perciò tulle, organza, chiffon, sete papillons saranno molto più adatti del raso, del broccato e del pizzo, decisamente invernali. Per i matrimoni non troppo pomposi sono bellissimi e particolarmente freschi i tessuti di cotone, sangallo, plumetis, batista, piquet (delizioso soprattutto per la sposa giovane e romantica). Un altro tessuto adatto alla stagione estiva è il lino, liscio o ricamato, perché è fresco ed elegante: potrete renderlo più importante accostandogli una guarnizione di pizzo o di plumetis.

L’acconciatura
Importantissimo: non sbagliare l’acconciatura. Perciò studiatela bene e, prima ancora, studiate e decidete la pettinatura che adotterete “quel giorno”. Il binomio pettinatura-acconciatura è indissolubile. Se volete qualcosa di sicuro, scartate tutto ciò che è troppo voluminoso o troppo piatto. Dimenticate l’esistenza di lustrini e orientatevi sulle coroncine di fiori piccoli o sul copri chignon, sempre di fiori. Quando il velo classico è in tulle la sua lunghezza dipende dall’abito. Se il velo è lungo dovrà essere sempre più lungo dell’abito; se è corto sarà piuttosto ricco e spumeggiante. Meno classico ma molto bello il velo di organza o di chiffon. La sposa che ha adottato la formula “da viaggio” rinunciando all’abito bianco tradizionale sceglierà un cappello: una cuffietta di fiori, un copri chignon di paglia lucida o un cappello ad ala ampia di tessuto vaporoso (ad esempio: organza, tulle) nello stesso colore dell’abito.
Stabilito l’abito e decisa l’acconciatura bisogna scegliere gli altri accessori che, naturalmente, dovranno essere perfetti e intonati al vestito.

I guanti
Saranno bianchi, dello stesso bianco dell’abito, in capretto o in pelle glacée con cuciture interne. la loro lunghezza dipenderà direttamente dalla lunghezza della manica: se la manica è corta saranno lunghissimi, saliranno cioè oltre il gomito in modo da coprire interamente il braccio. Se la manica dell’abito è a tre-quarti saranno semi-lunghi. Se la manica è lunga saranno cortissimi, al polso. Con l’abito colorato si portino guanti neutri (bianco avorio, beige rosato, bianco ghiaccio) o colorati in sfumature pallide (rosa, lilla, azzurro polvere).

Le scarpe
Poiché l’estate, o quasi estate, la sposa potrà scegliere le classiche scarpine scollate o quelle a sandalo, con punta chiusa, stile Chanel, più comode e fresche. Le scarpe classiche da sposa sono in raso, lisce o impreziosite da ricami, da fibbie di perline, da piccoli motivi vari. Ma possono essere anche in canneté o della stessa stoffa dell’abito. meglio evitare invece la pelle che, in bianco, non è molto elegante. ma qualunque modello di scarpine abbia scelto la sposa, c’è un articolare da prendere in considerazione, al momento dell’acquisto: il tacco. basso o altissimo, a spillo o a rocchetto, non dovrà piacere soltanto alla sposa, ma dovrà soprattutto essere proporzionato alla statura dello sposo.

Il bouquet
E’ il mazzo di fiori tradizionale che sostituisce la borsetta nelle mani della sposa. A questo dolce e bellissimo particolare deve pensare lo sposo; sarà perciò, per lei, una sorpresa. ma lo sposo farà bene a informarsi diplomaticamente, magari presso la futura suocera, se c’è (e quasi sempre c’è) qualche fiore nell’abito e nella acconciatura della sua promessa, in modo da far preparare il bouquet con gli stessi fiori. E’ una piccola pignoleria? No, una raffinatezza che costa poco e che sarà certo apprezzata. Il bouquet potrà essere piccolo, e allora la sposa lo terrà in mano, oppure più grande e allora lo porterà nell’incavo del braccio. I fiori più classici e più adatti al bouquet sono i fiori d’arancio, i gelsomini, i mughetti, le boarie, circondati da ruches di tulle e legati da nastro di raso. Ma a questi se ne aggiungono altri, legati strettamente alla stagione, non importa che siano tutti assolutamente bianchi, possono avere sfumature diverse: rosa, azzurro, lilla, giallo.

La bella stagione suggerisce ancora il rinfresco all’aperto
Poiché ormai le giornate sono calde e serene si potrà predisporre il rinfresco, che seguirà la cerimonia, all’aperto. Invece della solita, fredda e un po’ anonima sala d’albergo perché non scegliere un locale (trattoria, piccolo albergo) appena fuori città ma già pieno di verde e di odore di campagna? Oppure si può organizzare il matrimonio nel paese ove abbiamo trascorso tante estati e dove abbiamo conosciuto “lui”, o dove abbiamo una casetta con giardino. In questi casi, la sposa può sottolineare anche nel suo abbigliamento il tono semplice dell’insieme, scegliendo un abito di cotone, un acconciatura insolita formata da un velo annodato sotto il mento o sulla nuca come un foulard, un bouquet di fiori di campo.

L’abito si trasforma
La bella stagione ci dà un suggerimento utile anche per l’abito della sposa previdente. Potrà essere cioè un abito con ampia scollatura coperta da bolero o da giacchettino perfettamente chiuso. Questa soluzione permette di utilizzare l’abito scollato come abito da sera; potrà essere portato specialmente se corto, anche in viaggio di nozze e messo per andare a ballare sotto la luna. In questo caso sarà bene completarlo con accessori coloratissimi; scarpine, borsetta a bustina e rosa in vita rosso brillante o verde smeraldo; o anche nero, secondo l’accostamento classico e sempre raffinato.
Torniamo ancora ai fiori che, se non fanno parte dell’abbigliamento vero e proprio, sono però strettamente legati alle decorazioni di un matrimonio. Oltre a quelli classici della sposa, si possono scegliere quelli legati alla stagione, che sono oltretutto, più economici. In maggio saranno ideali le rose, i lillà, le tuberose, in luglio le camelie, le fresie, i gladioli.

L’acconciatura di fiori freschi
Ecco un’idea originale. Invece dei soliti fiori finti, l’acconciatura della sposa può essere di fiori freschi puntati sulla nuca, in cima allo chignon, dietro le orecchie. Mettetevi d’accordo con il fioraio che vi preparerà un mazzetto o un ciuffo di fiori (secondo un “disegno” studiato con la modista che vi appunterà il velo) che saranno poi fissati con qualche forcina sotto il velo. Naturalmente, dovranno arrivare in casa della sposa la mattina stessa delle nozze proprio all’ultimo momento (ma non in ritardo) per essere freschissimi.

Confetti e Auguri – Il Galateo del matrimonio dall’A alla Z- 1986
I riti nuziali di ogni civiltà e tradizione hanno attribuito grande importanza alla veste indossata dalla sposa, come simbolo di passaggio dal suo stato di sdonna nubile a quello di dona sposata. Il rosso, in tutte le sue sfumature, è stato per secoli il colore tradizionale della tunica della sposa sia in occidente che in oriente. Il bianco, che per noi è il colore classico delle spose, si è affermato in tempi recenti, per la precisione nel secolo scorso nell’ Inghilterra vittoriana: solo le famiglie più ricche e benestanti potevano concedere alle proprie figlie che si sposavano un abito di un colore così delicato e così facile da sporcare, che come un fiore durava soltanto un giorno e come un fiore doveva essere bellissimo ed effimero. E poi il bianco era anche il colore della purezza e dell’innocenza.(..).

 Galateo x nozze Primavera-Estate: LA SPOSA

Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 

Eleganza e Galateo per le nozze di Autunno-Inverno degli anni ’60: LA SPOSA

Eleganza e Galateo per le nozze di Autunno-Inverno degli anni ’60: LO SPOSO e gli invitati

Eleganza e Galateo per le nozze di Primavera-Estate degli anni ’60: LO SPOSO e gli invitati

Eleganza Galateo per nozze Autunno-Inverno. LO SPOSO gli invitati

Eleganza e Galateo per le nozze di Primavera-Estate degli anni ’60: LO SPOSO e gli invitati

 

Enciclopedia della donna 1963

Le cerimonie
 
MATRIMONIO

PRIMAVERA-ESTATE: TEMPO SI NOZZE
Non c’è una stagione per i matrimoni; eppure quasi tutte le donne sognano di sposarsi in un giorno caldo e luminoso, pieno di profumi e di fiori, indossando un abito candido e fresco, un velo leggero leggero nel quale il sole e la brezza scherzino volentieri. La primavera e ancor più l’inizio dell’estate sembrano dunque le stagioni ideali per i matrimoni; se ne celebrano moltissimi, infatti, da aprile a luglio; tutti, semplici o importanti, intimi o sfarzosi sono, salvo rare eccezioni, assistiti da del tempo.

ELEGANZA E GALATEO
Preparare il matrimonio è una grande e bellissima fatica: tutti lo sanno, per esperienza diretta o per sentito dire. Si tratta, comunque d’una fatica cui ci si accinge con gioia. Molti problemi da risolvere (partecipazioni, corredo, bomboniere, ricevimento, ecc.) il problema di “come vestirsi” è uno dei più importanti non soltanto per gli sposi e i parenti prossimi, ma anche per tutti gli altri invitati. Infatti, se è giusto che quel giorno gli sposi (specialmente la sposa) e i loro familiari siano eleganti e in forma è anche giusto che chi partecipa di persona alla loro festa, sottolinei nell’abbigliamento l’eccezionalità della cerimonia. Il problema “come vestirsi” è comunque, prima ancora che un problema di eleganza, un fatto di buon gusto, di opportunità e, proprio così di galateo.
A parte i casi eccezionali, e per fortuna non troppo frequenti, di matrimoni celebrati in fondo al mare, su un aeroplano o in cima a una montagna, ci sono, anche per quello che riguarda l’abbigliamento, delle regole da rispettare, delle tradizioni da seguire, delle usanze che sono divenute norme e così via. Tutte cose, queste, che a certe persone disincantate e anti-tradizionaliste possono sembrare inutili e superate, ma che hanno invece una loro ragione e anche una loro poesia.
Dunque, l’abbigliamento di chi partecipa da protagonista o da “coro” ad un matrimonio, per essere elegante, deve essere prima di tutto adeguato al tono della cerimonia, omogeneo rispetto a quello degli altri, intonato allo stile di tutto l’insieme

IL “TONO” DELLE NOZZE
Un matrimonio può essere importante sontuoso, oppure semplice modesto: dipende dalla possibilità, dal gusto personale, dall’opportunità e da molti altri fattori che devono essere valutati e discussi insieme da entrambe le parti, cioè dalla famiglia di lui e da quella di lei. Una volta deciso il “tono” delle nozze, il problema di “come vestirsi” trova una soluzione pronta, almeno nelle sue grandi linee. Sarà lo sposo (e non la sposa come in genere si crede) a impostare l’abbigliamento di tutti; della sposa compresa, che avrà il buon gusto e il buon senso di non voler fare delle bizze da prima attrice, pretendendo un abito favoloso con strascico chilometrico e lussureggianti cascate di velo, se il matrimonio è intimo o comunque semplice. Si seguiranno queste regole fondamentali:
Matrimonio importante:
lo sposo indossa il tight (pron. tait); la sposa un abito bianco, lungo, abbastanza ricco, con o senza strascico e con velo lungo.
Matrimonio semplice:
lo sposo indossa un abito grigio scuro; la sposa può scegliere un abito bianco, lungo, senza strascico, oppure un abito bianco, corto con velo alle spalle oppure ancora un abito da pomeriggio, in tinta chiara, cosiddetto “da viaggio”, completato da guanti e cappello intonato o piccola acconciatura.

TESTIMONI E INVITATI
Abbiamo parlato di omogeneità tra l’abbigliamento degli sposi; importante, anzi indispensabile, è anche l’omogeneità tra quello dei testimoni, dei genitori degli sposi e dei componenti il corteo nuziale. Gradita, ma non necessaria, l’omogeneità tra l’abbigliamento degli invitati.
I testimoni e i padri degli sposi
Vestono come lo sposo. Così, se in un matrimonio importante, lo zio che farà da testimone non ha iil tight e non può o non vuole farselo, bisognerà che tutti rinuncino al tight.
Le damigelle e i paggetti.
Le damigelle fanno la loro comparsa soltanto nei matrimoni molto importanti, con lo sposo in tight, tanto per intenderci. Possono essere due o più (è però permesso anche averne una sola). Vestono tutte allo stesso modo in tinta chiara, ma non in bianco, con abito lungo, come la sposa. In testa portano coroncine di fiori o piccole acconciature. Spesso si preferiscono alle damigelle i paggetti, ossia maschietti tre i 4 e i 10 anni, oppure anche la coppia damigelle e paggetto, più o meno della stessa età. I paggetti vestono con pantaloni di velluto blu o verde cupo o di shantung azzurro lunghi fino al ginocchio, camicetta di seta bianca e con jabot plissettato, scarpe, calze e guanti bianchi.
Le signore
Madri degli sposi, amiche e invitati sceglieranno abiti o completi più o meno eleganti secondo il tono della cerimonia. Per i matrimoni sontuosi sono permessi cappelli eccentrici e voluminosi, tessuti preziosi; è bene ricordare sempre che un matrimonio non è un ballo e tanto meno un ballo… in maschera. Si eviteranno perciò il più possibile i luccichii, i tessuti lucidi, le paillettes, i lustrini. Assolutamente proibito il tutto nero e il tutto bianco: il primo è un colore che “fa lutto”, il secondo è riservato alla sposa.
I signori invitati
Non sono obbligati, come i testimoni, a indossare lo stesso abito dello sposo. Vestiranno di blu scuro; calze e scarpe nere, cravatta non troppo chiara, camicia bianca. Ma se lo sposo è in tight ed essi possiedono l’abito, se lo mettano:, la cosa sarà gradita e non andrà perduta una delle rare occasioni in cui si può indossare questo abito.

LO SPOSO

Il tight è composto di giacca nera o grigio scurissimo dalle caratteristiche “code”, gilé uguale o grigio perla (data la stagione estiva o quasi è senz’altro preferibile quest’ultimo), pantaloni senza risvolto, a righe grigie e nere. Inutile dire che il tight deve essere perfetto, fatto con tessuto di prima qualità. È un abito che sta bene a tutti (aiuta anche i meno dotati in fatto di proporzioni e di figura) ma è poi inutilizzabile per altre circostanze. Il tight va completato da camicia bianca con colletto duro, cravatta grigia o bianca e nera, scarpe di vernice nera, calzini neri, guanti grigi di pelle scamosciata e cilindro. Quest’ultimo, secondo la stagione, si può eliminare: non così il gilé che è veramente indispensabile anche se la si cerimonia si svolgerà in pieno luglio. I guanti non vanno infilati ma tenuti in mano, e in Chiesa vanno posati di fianco sull’inginocchiatoio. All’occhiello della giacca è di prammatica un garofano o altro fiore bianco.

L’abito grigio scuro deve essere di lana; perché questo tessuto “veste” di più e cade meglio di qualunque altro. Lo completeranno camicia bianca, cravatta grigio argento, calze nere, scarpe nere lisce e opache.

Per la cerimonia frettolosa, “in sordina” (per esempio per un’matrimonio solo civile, seconde nozze, nozze in tempo di lutto, nozze alla presenza dei soli testimoni, eccetera), può essere adottato un abito decisamente da viaggio in grisaglia, in gabardine o anche in lino se l’estate è già cominciata. Accessori: camicia bianca, cravatta a righe, scarpe e calze nere.

chematrimonio.com

Matrimonio formale di giorno

TIGHT

  • Giacca grigio Oxford o nero
  • Pantaloni grigi a righe
  • Gilé in tono o grigioperla
  • Camicia con sparato inamidato a collo rigido o normale
  • Gemelli di madreperla grigia
  • Spilla da cravatta con perla
  • Cravatta Ascot, cioè a plastron, se la camicia ha il collo duro con gli angoli piegati, d’argento operato se ha il collo normale
  • Scarpe nere di vitello liscio
  • Calze nere
  • Guanti scamosciati grigi
  • Cappello a cilindro nero o grigio
  • Fazzoletto bianco
  • Fiore bianco (garofano o gardenia) all’occhiello

Nota bene: Il tight è un abito da mattina, quindi non va mai indossato di sera. Dato il suo uso limitatissimo, si può ricorrere alla soluzione di affittarlo, prassi molto comune anche tra i signori del Bel Mondo.

 
La Bottoniera o Boutonnière è un piccolo tocco di raffinatezza ed un dettaglio irrinunciabile. E’ il fiore che si posiziona all’occhiello della giacca dello sposo. Per comporre la Bottoniera si usa il fiore principale presente nel bouquet della sposa assieme ad un rametto, per esempio, di gipsophyla (Velo da Sposa o Nebbiolina). Anche per i testimoni e per i genitori è di tradizione la Bottoniera, che sarà più piccola di quella dello sposo.
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Matrimonio formale di sera (dopo le 18)
 
ABITO DI SOCIETA’ BLU SCURO O NERO (MARSINA)

  • Pantaloni con banda di raso
  • Gilé di picché bianco
  • Camicia con sparato inamidato
  • Cravatta a nodo di picché bianco
  • Gemelli e bottoni di madreperla bianca
  • Fazzoletto bianco
  • Scarpe nere di vitello liscio
  • Calze nere
  • Guanti di capretto bianco
  • Cappello a cilindro

La complicanza di queste due vere e proprie “uniformi” parla da sola: sono da usare solo in matrimoni solenni, dove tutto è solenne, la Musica, il Ricevimento, i Regali, le Spese…(..). E’ molto più pratico scendere dall’Olimpo e rientrare nella media nazionale, decidendo per un bel vestito blu o grigio scuro da mattina, magari fatto su misura, corredato di camicia bianca, cravatta grigio-argento, calze in tono e scarpe lisce nere. Unica concessione alla vanità, un fiore bianco all’occhiello.

Nota Bene: Mai per nessuna ragione dovrà essere usato lo smoking o dinner jacket, o giacca da pranzo, che è un abito da sera, da cena elegante, da serata di gala, da ballo.

da Confetti e Auguri – Il Galateo del matrimonio dall’A alla Z- 1986
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Eleganza e Galateo per le nozze di Autunno-Inverno degli anni ’60: LO SPOSO e gli invitati

Eleganza e Galateo per le nozze di Autunno-Inverno degli anni ’60: LA SPOSA

Eleganza e Galateo per le nozze di Primavera-Estate degli anni ’60: LA SPOSA

Galateo x nozze Primavera-Estate. LO SPOSO invitati
 
Menù per Prima Comunione o Cresima

Pranzo in casa per Comunione e Cresima 1965

 Enciclopedia della fanciulla 1963

Al pranzo che segue la Cresima e al quale saranno invitati anche il padrino, la madrina e i parenti più stretti, il menù sarà per tradizione, tutto bianco. Per esempio:

UN MENU’ TUTTO BIANCO

Antipasto di “bianchetti” al limone
Raviolini alla panna
Petti di pollo alla besciamella oppure Filetti di sogliola in bianco
Insalata belga
Formaggi bianchi assortiti (stracchino, mozzarella, petit Suisse)
Mascarpone
Meringhe alla panna oppure Gelato al limone oppure “Bianco mangiare”

Il “Bianco mangiare”

Panna cotta, un tradizionale dolce al cucchiaio

Spumone latte mandorle Due Spumoni alla maniera di Petronilla

 

 

 

 

 COME SI ORNA LA TAVOLA

Per la colazione-pranzo

Basta un centro tavola fiorito, per esempio:
  • Due tralci di lillà bianco o due rose bianche a gambo lungo, disposti per il lungo e legati in centro da un fiocco bianco (decorazione adatta a un tavolo rettangolare).
  • Una coroncina di foglie di camelia immersa in un bagno di tempera bianca e lasciate asciugare appese con le punte in giù (decorazione adatta a un tavolo ovale).
  • Una coppa di garofani bianchi tagliati col gambo cortissimo e molto fitti, tipo “bouquets” romantico: intorno, una coroncina di tulle (decorazione adatta a un tavolo rotondo).

Per la merenda o il rinfresco

  • su una tovaglia bianca, liscia o di pizzo, appunteremo (a distanze uguali) grossi fiori legati con un nastro bianco, o mazzolini di piccoli fiori.
  • su una tovaglia ricamata a fiori, si potranno annodare un nastro vero, candido, su ogni fiore o mazzolino di fiori, fissandolo con un punto invisibile. Oppure, sempre su una tovaglia fiori, potremo mettere qua e là, sovrapposto al fiore ricamato, un fiore vero senza stelo.

Pranzo casa Comunione Cresimacomunione cresima (4)

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I FIORI PIU’ ADATTI

Quali fiori scegliere per questo giorno?

  • Per la tavola: fiori bianchi a gambo corto o tagliato corto. Se sono a gambo lungo a tralci, non si mettono in vaso, ma si appoggiano semplicemente sulla tovaglia. Attenzione al profumo: non tutti i profumi dei fiori si adattano a quelli delle pietanze. Quindi: sì ai garofani, alle rose, alle cameglie, e a tutti i fiori non profumati come tulipani, crochi, margherite; no ai giacinti, ai narcisi, alle tuberose, alle gardenie. Ammessi anche se colorati i miosotis: sono fiori “innocenti”, adatti a una festa di bambini.
  • Per la casa: una pianta di prunus candido è la più adatta per la circostanza, o anche solo qualche ramo in un vaso. Molto adatti anche i fiori di pesco, i lillà, le roselline muschiate. I gigli sono più adatti a decorare una chiesa che la casa; ma li possiamo sostituire con le calle.
FOTOGRAFIE

Nelle consuete fotografie evitiamo di far assumere al cresimando delle pose artificiose (mani giunte, occhi al cielo, espressione estatica); le semplici istantanee all’uscita della chiesa o sul terrazzo di casa sono assai più belle simpatiche. (..)

 Enciclopedia della fanciulla 1963
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bomboniera punto croce-comunione-2bomboniera punto croce- (2)Festoni delicati per la tavola della festa

 

 

 

Galateo: Comunione CresimaMenù Comunione Danielecuori bomboniere (1)

 

Pranzo casa Comunione Cresima

 

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Galateo: Comunione e Cresima

Galateo: Comunione Cresima

Galateo: Comunione e Cresima

Bellissima Torta per Comunione a piani con calle di piùblu
 

Le cerimonie

CRESIME E COMUNIONI
Questo è il secondo avvenimento importante nella vita del bambino. Ma dobbiamo ricordare che anche se l’occasione invita allo sfoggio di abiti eleganti e la stagione stessa (di solito queste cerimonie avvengono in primavera) suggerisce una certa spensieratezza, la cerimonia è solamente religiosa, e che pertanto esige semplicità e raccoglimento (..)

PARTECIPAZIONI
Si inviano ai parenti, agli intimi, ma soprattutto alle compagne di scuola, ai compagni, alla maestra, ecc. Vanno scelte semplici e di piccolo formato, per poter essere poste tra le pagine di un libro da messa. La formula è solitamente: “Ilaria Vanni ricorda la sua prima comunione e Santa Cristina – Roma – Parrocchia di San Silvestro – 15 aprile 19..). Sulle partecipazioni di comunione e cresima non si mette l’indirizzo.

CONFETTI
Confetti bianchi, o rosa o celesti, a piacere: piccoli sacchetti di tulle, non bomboniere, da regalare alle amichette e agli amici, ai parenti, a tutti: li potrete preparare anche in casa, con un poco di pazienza: tulle a quadretti, confetti di buona qualità ed infine fiorellini con rametto di ferro foderato, perché i sacchetti chiudano bene. Oppure li potrete acquistare già fatti: all’epoca delle comunioni tutte le confetteria sono in grado di fornire una ampia scelta.

galateo,comunione,cresima,torta,confetti,cioccolata,biancoFIORI
Non si regalano in genere fiori e comunicandi e a cresimandi: tuttavia sono ammessi, e vi ricorre chi ha poco tempo a disposizione o non desidera sobbarcarsi ad un regalo troppo impegnativo. Naturalmente si tratterà sempre di fiori bianchi.

REGALI
Il regalo tradizionale è costituito da un libro da messa, una coroncina del rosario, un messale, ultima novità la medaglia ricordo della prima comunione in oro o argento facilmente procurabile in qualsiasi buon negozio di articoli da regalo. Anche un bel porta ritratto in argento o pelle bianca potrà essere gradito. Se non volete fare regali, né volete inviare fiori, ricordate che si tratta sempre di una festa da bambini: una grossa scatola di cioccolatini sarà apprezzatissimo.

IL RINFRESCO

  • In casa: La festa per la prima comunione o la cresima è una Festa di bambini: preparerete quindi una buona Cioccolata in tazza, l’immancabile coca-cola, l’aranciata, una torta, di pasticcini dolci, dei salatini, bibite fresche e poi confetti, marrons glacésl e boeri. Per i più raffinati suggeriamo un rinfresco “bianco”: torta glacée, meringa alla panna, gelati di limone e panna. Quanto ai grandi (intimi, parenti, padrini, ecc.) potrete offrire un Tè o un Cocktail a seconda dell’ora: con salatini e Tartine gelatinate. Il festeggiato offrirà i confetti ai parenti e agli amici dei genitori, con un vassoio colmo.
  • Fuori casa: Il rinfresco può avvenire in una pasticceria elegante, previ accordi precisi, la quale metterà a disposizione una sala adeguata. Comunque, si tenga presente che se la festa sarà forse apprezzata dai più grandi, lo sarà assai meno dai bambini, che senza dubbio preferirebbero un trattenimento in casa, più libero e divertente. Non costringete pertanto i vostri figli a passare tutta la giornata “composti”, non pretendete da loro una compunzione non naturale, lasciateli perciò divertire. E’ la loro giornata. Cercate se in caso di organizzare per loro dei divertimenti non eccessivamente scalmanati.

Le cose da ricordare
Inviate a tutti, indistintamente, l’immaginetta della comunione e della cresima: anche se avete litigato con la vecchia zia, o se siete in freddo con certi cugini, approfittate dell’occasione per fare un gesto gentile, che deporrà in ogni caso per voi. (..)
da “Il grande libro della casa” 1967

bomboniera punto croce-comunione-2bomboniera punto croce- (2)Festoni delicati per la tavola della festa

 

 

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Galateo: Comunione CresimaMenù Comunione Danielecuori bomboniere (1)

 

Pranzo casa Comunione Cresima

 

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Pranzo in casa per Comunione e Cresima

ludovic-danila-panarea 2014.

Il Matrimonio – Galateo di Donna Letizia

Ludovic e Danila, Panarea (Me) 2014
Le cerimonie
PARTECIPAZIONI

Il matrimonio si partecipa in tre modi:

  1. Telefonando ad amici, parenti e intimi se è una cerimonia riservatissima;
  2. Spedizione delle partecipazioni da tre settimane 15 giorni prima delle nozze:
  3. Spedizione delle partecipazioni a nozze avvenute.
BOMBONIERE

Vanno spedite una decina di giorni dopo le nozze indistintamente a tutti coloro che hanno fatto regalo. Si scelgono due tipi di bomboniere: un tipo per gli amici e parenti, e un tipo più di lusso per i testimoni. Ci si rivolge a negozi specializzati che si incaricano oltre che della spedizione, anche del biglietto con i nomi degli sposi da inserire nel sacchetto del confetti, della confezione, e delle varie qualità di confetti. Quanto alle bomboniere, ve ne sono di classiche, e di fantasiose: piattini portacenere, scatoline da pillole, cucchiai da zuccheriera o da sale, bicchieri, ecc. Non fate una graduatoria di bomboniere di prezzo più o meno elevato proporzionale regalo ricevuto. Potrebbe accadervi che un’amica in casa di una conoscente comune, scoprisse di essere stata trattata con meno riguardo di lei, e ne deducesse che il suo regalo non è stato apprezzato. Vi sono persone a cui la bomboniera va data ugualmente anche se non hanno fatto regali: tra queste si devono includere la domestica, la portinaia (importante caposaldo delle pubbliche relazioni presenti e future!), i fornitori più consueti, la sartina di casa, ecc.

 ABBIGLIAMENTO

Se lo sposo è tight o in uniforme, la sposa sarà in abito lungo bianco, con strascico: anche testimoni e i padri saranno obbligatoriamente in tight, mentre gli nvitati saranno in completo blu o grigio. Si Se lo sposo è in abito grigio scuro o blu, la sposa in abito corto bianco o in tinta. Potrà, volendo, indossare l’abito lungo (purché non troppo sontuoso), vista la maggiore elasticità che oggi il galateo consente in tutte le sue applicazioni. Quanto alle signore presenti avranno un abito molto elegante, adatto ovviamente alla stagione. Come regola tassativa ai matrimoni non ci si veste mai di nero, nemmeno se si è in lutto. Sconsigliabile le toilettes stravaganti scollate, i cappelli possono essere originali: piume, penne, fiori, qualsiasi foggia… purché non ridicola (il passo, tra originalità e ridicolo, ahimè è assai breve).

 LA SCELTA DELLA MUSICA

Oltre alla solita marcia nuziale del Lohengrin o di Mendelssohn che si suona sempre in occasione di matrimoni, si può scegliere qualche altro pezzo celebre come l’Ave Maria di Schubert o di Gounod o il “largo” di Haendel; oppure consigliatevi con l’organista stesso, qualche giorno prima del matrimonio. Questi potrà proporvi altri pezzi altrettanto belli e suggestivi di autori famosi: Bach, Vivaldi, Frescobaldi, Beethoven, Mozart, Schumann, ecc .

 DOPO LA CERIMONIA

Se ricevimento si svolge in casa, la sposa si toglierà il velo, e si cambierà solo prima di partire.
Se il rinfresco si svolge in un albergo sarà bene che gli sposi vi fissino una camera dove cambiarsi prima di partire (e dove saranno già state collocate le valigie per il viaggio di nozze). Se il velo è corto, e non ingombrante, la sposa potrà tenerlo in testa, altrimenti lo toglierà prima di entrare nel salone. Prima del rinfresco la sposa, aiutata dalla madre o dalla madrina, distribuirà alle amiche nubili i fiori del bouquets.
All’uscita degli sposi dalla Chiesa si potrà, volendo, lanciare del riso secondo l’uso americano. O addirittura attaccare alla macchina nastri e pentoline e il cartello tradizionale con la scritta “oggi sposi”. Si intende che queste manifestazioni irruenti sono tipiche dei matrimoni un po’ allegri, fatti in campagna e non delle cerimonie cittadine più solenni e compassate.

LE FOTOGRAFIE

In genere appena affisse le pubblicazioni riceverete telefonate di fotografi specializzati che si offrono per la cerimonia: o riceverete opuscoli che vi invitano a prendere contatti e accordi per le fotografie. Conviene sempre chiedere un preventivo, prima di accordarsi con uno o due fotografi, che scatteranno fotografie durante la cerimonia, all’uscita della chiesa, e durante il rinfresco.

LE SPESE DEL MATRIMONIO

In genere alla sposa si addebitano le spese della Chiesa, degli addobbi e dei fiori, del fotografo, del rinfresco, delle bomboniere delle partecipazioni. Però ognuno si regola secondo il buon senso: se lo sposo è facoltoso e la sposa in condizioni modeste, le spese saranno tutte a carico di lui; oppure se gli sposi lavorano tutti e due, le spese potranno essere divise in parti uguali o da stabilirsi.
Non dimenticate di fare una lista degli invitati, nessuno escluso, e di stabilire quanti invitati saranno eventualmente a carico dello sposo e quanti a carico della sposa. Gli invitati “importanti” non vanno trascurati, non devono esserci degli esclusi: se invitate il capufficio non dimenticate il vicedirettore “tutt’al più non accetterà e manderà dei fiori!). Tuttavia non insistete mai perché un superiore assista alla cerimonia e partecipi al rinfresco.

Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 

1963

1963

Menù di un matrimonio degli anni 70

1978

2012

2012

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  • Il Matrimonio – Galateo di Donna Letizia