Kaiserschmarrn, frittelle austriache salsa di mele

Salsa mousse di mele renette

Kaiserschmarrn, frittelle dolci austriache servite con salsa di mele (Apfelmus)
  • La salsa di mele è un contorno dolce diffuso in diversi paesi europei e nel Nord America.  Ha gusto dolce e speziato. Viene spesso usata per insaporire alimenti salati come l’arrosto di maiale e le verdure. Viene preparato per l’inverno in quanto è un alimento che si conserva a lungo. In Austria si accompagna a Kaiserschmarrn, in Germania si consuma con le frittelle di patate, nei Paesi Bassi con le patate fritte mentre negli USA funge da ingrediente per le torte di mele e si consuma con il pane da toast.  In Francia, dove viene chiamata compote, viene servita a temperatura ambiente e si consuma con il boudin aux pommes (un sanguinaccio con la salsa di mele). Inoltre, la salsa di mele è una valida sostituta di altri grassi alimentari, come l’olio o il burro, per la cottura degli alimenti.
  • La renetta (reinette) è una mela acidula zuccherina e profumata originaria della Francia di colorazione diversa a seconda della varietà: dal verde uniforme al giallo rugginoso uniforme al grigio rugginoso uniforme, bicolore verde-rosso oppure giallo-rosso più o meno rugginoso.

Ingredienti per un barattolo medio 
  • 600 gr. di mele renette,
  • succo di 1 limone,
  • 4 cucchiai di cognac o brandy,
  • 240 gr. di zucchero.
 Preparazione

Pelate le mele renette e tagliatele a cubetti.

Mettetele in un tegame con lo zucchero ed il succo di limone e fatele ammorbidire.

Dopo 15 minuti circa versate il liquore e fatelo sfumare, quindi schiacciate il composto con una forchetta (o al mixer) per ridurle a purea.

Potete conservare la salsa in barattoli di vetro:  sterilizzate i vasetti. Versatevi la salsa e pulite i bordi superiori. Mettete i coperchi (devono essere nuovi) con le guarnizioni in gomma, stringere bene.  Fare bollire i barattoli di vetro come spiegato qui

conserve 2 mele renette

File: Salsa alla crema di pollame, 2006.jpg

Come sterilizzare i recipienti per una perfetta conservazione di frutta e verdura

Personalizziamo i barattoli delle marmellate, delle salse e delle conserve fatte in casa

Di Ich – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=112662384 CC BY-SA 2.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=328858
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Mele alla bonne femme. Fagottini di mele, Boulettes d’apple, Apple dumplings

A. Escoffier, Il grande Libro della cucina francese

«Preparare delle Mele alla bonne femme:

prendere delle mele renette, privarle del torsolo e dei semi con l’apposito utensile cilindrico ed inciderle tutt’intorno. Disporle quindi su un piatto di cottura e riempirle di un composto di burro e zucchero. Versare un po’ d’acqua sul fondo del piatto e passare in forno a calore moderato, e racchiuderle ciascuna in una sfoglia di pasta à foncer. Coprire ogni fagottino con una rondella dentellata della stessa pasta; spennellarlo con dell’uovo sbattuto; decorare il fondo con una griglia di pasta e cuocere in forno, a temperatura piuttosto elevata, per 15-20 minuti. Cospargere di zucchero all’uscita dal forno.»

 
4 Fagottini di mele
Fagottini di mele

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 Ingredienti e dosi per 6 persone
  • 6 mele grosse,
  • 150 gr. di zucchero,
  • 2 cucchiaini di cannella in polvere,
  • 450 gr. di pasta sfoglia,
  • 2 cucchiaini di uva sultanina,
  • 2 cucchiaini di noci tritate,
  • 50 gr. di burro,
  • 2 tuorli d’uovo sbattuti,
  • 2 fogli di alluminio.

Tempo di preparazione: 30 minuti       Tempo di cottura: 25-30 minuti

 Preparazione

Mentre preparate i fagottini portate il forno a 220 gradi. Sbucciate le mele, privatele dei torsoli e praticate delle piccole incisioni nella polpa esterna. Dei 150 gr. di zucchero tenetene da parte 6 cucchiaini. Mescolate il rimanente con la cannella.
Tirate la sfoglia fino ad ottenere uno spessore di circa 3 mm. Ritagliatene dei riquadri di dimensioni sufficienti a contenere una mela. Impastate di nuovo la sfoglia rimasta e ricavatene dei ritagli decorativi.

1 Fagottini di mele2 Fagottini di mele

3 Fagottini di mele

 

 

 

 

Appoggiate una mela al centro di ciascun quadrato di sfoglia. Al posto del torsolo mettete l’uvetta, le noci tritate, un cucchiaio di zucchero e un tocchetto di burro. Avvolgete le mele con la pasta e chiudete tutte le aperture, quindi guarnite con ritagli di pasta rimasti.
Spennellate i fagottini con il rosso d’uovo e disponeteli su una teglia ricoperta con fogli di alluminio. Mettete a cuocere in forno per 25-30 minuti. Se la pasta dovesse colorirsi troppo rapidamente proteggetela con un altro foglio di alluminio.

Al posto di questi fagottini potete preparare dei quadrati di pasta con al centro una mezza mela. Spolverizzate di zucchero e cannella, spennellate la pasta con tuorlo d’uovo e mettete a cuocere in forno caldo per 15-20 minuti.

  “Idee Creative” 1996

5 Fagottini di mele

 

La mela è sempre stata un alimento tipico della cucina rustica. Sane e succose, facili da conservare , le mele comparivano sulle tavole di campagna come frutto fresco, frittelle, fagottini,, crostate, torte o affettate e cosparse di zucchero o miele.(..)
Ma la mela non è solo la regina della pasticceria casalinga. E’ un ottimo ingrediente per contorni a piatti salati: la purea di mela è ideale per accompagnare piatti di carni grasse come l’oca e il maiale e fettine di mela arricchiscono gustosamente le insalate.

 
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Un altro tipo di fagottino

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

Frittelle di mele alla maniera di Petronilla

Torta di mele per desinaretto vegetariano alla maniera di Petronilla

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Come si mangia la frutta

Galateo: Come si mangia la frutta

La frutta generalmente viene portata in tavola intera e già lavata, fanno eccezione l’ananas, i meloni e le angurie chelibri enciclopedia_donna vengono presentati già tagliati a fette.

Nel caso in cui la frutta venga presentata non lavata insieme a una bacinella d’acqua, ci si regola così: si sceglie il frutto, lo si prende col cucchiaio, lo si mette nella bacinella, lo si sciacqua discretamente senza toccarlo con le dita e si porta, sempre col cucchiaio, nel proprio piatto. In nessun caso bisogna asciugare il frutto con il tovagliolo.

 Arance

Le arance si tengono con la mano sinistra e si sbucciano con il coltello. Gli spicchi si staccano e si portano alla bocca con le dita. Se però l’arancia è molto sugosa e matura, è preferibile, dopo averla sbucciata, affettarla sul piatto e portare alla bocca le fette con la forchetta.

Banane

Le banane si tengono nella mano sinistra e si sbucciano col coltello; si appoggia poi il frutto già sbucciato sul piatto e lo si taglia a fettine col coltello; ogni fettina, infine, viene portata alla bocca con la forchetta.

 Cachi

I cachi si tagliano a metà, poi si mangiano col cucchiaino, lasciando la buccia sul piatto.

Ciliegie

Le ciliegie si mangiano staccandole dal gambo a una a una.

Fichi

i fichi si dividono in quattro e si sbucciano col coltello: la polpa viene portata alla bocca con la forchetta.

Fragole

 Le fragole se sono molto grosse si mangiano con due dita, se piccole col cucchiaio da dolce.

 Frutta secca

Alla frutta secca (noci, nocciole, ecc.) si rompe il guscio con l’apposito strumento, si libera il seme dai frammenti e lo si porta alla bocca con le dita.

Mandarini

I mandarini si sbucciano col coltello, poi si mangiano, spicchio per spicchio, con le mani.

 Mele e le pere

Le mele e le pere si tagliano e si sbucciano in questo modo: con la forchetta si tengono ferme nel piatto e col coltello si tagliano a metà, poi in quarti, in pezzetti che vengono sbucciati e poi portati alla bocca con la forchetta.

Pesche

Le pesche si tengono ferme nel piatto con la forchetta e si sbucciano interamente con il coltello, poi si tagliano a pezzetti che vengono portati alla bocca con la forchetta.

Pompelmo

Il pompelmo viene generalmente servito già tagliato a metà, adagiato in coppe emisferiche, e con gli spicchi precedentemente divisi da un apposito coltellino. Si mangia col cucchiaino.

Prugne e le albicocche

Le prugne e le albicocche non si sbucciano. Si dividono a metà facendo una leggera pressione con le dita ai lati del frutto e, dopo aver tolto il nocciolo, si portano alla bocca con la mano destra. Si possono anche tagliare a piccoli pezzi con forchetta e coltello.

Uva

L’uva si mangia tenendo il grappolo nella mano sinistra e staccando gli acini a uno a uno con la destra. Le bucce e i semi si raccolgono nella mano e poi si depongono sul piatto.

Enciclopedia della Donna 1964
La macedonia 

Se è servita in coppette individuali, si lascia la coppa sul piatto tenendola con la mano sinistra, mentre con la destra si tiene il cucchiaino (al contrario per i mancini). Il cucchiaino non si lascia mai nella coppa, ma si deposita sempre sul piattino sottostante. Se vi sono noccioli, questi non si espellono con la mano, ma nel cucchiaino si depositano nel piattino, di lato.

Pelare gli agrumi al vivo,

un’operazione apparentemente semplice. Sbucciare un agrume non sembra un’operazione molto difficile ma utilizzando il coltello a volte mette in difficoltà. Iniziate col tagliare le due calotte, quella superiore e quella inferiore, incidete la buccia dell’agrume in senso verticale tutt’intorno facendo 5-6 tagli, poi col coltello staccate la buccia e avrete l’agrume sbucciato.
Per pelarlo a vivo invece dovete sempre tagliare le due calotte poi con un coltellino bene affilato e con movimenti semicircolari dall’alto verso il basso, seguendo la forma dell’agrume, tagliate la buccia senza incidere la polpa.
Dopo averlo pelato, se quello che vi serve sono gli spicchi, infilate uno spilucchino (coltellino a lama corta che termina a forma di becco a punta) tra la polpa e la membrana che separa gli spicchi e con un dolce movimento rotatorio staccate la fettina dal pezzo intero. Se invece vi occorre una rondella lo tagliate in senso orizzontale.

ricettedintorni.net
Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 
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Mele alla crema alla maniera di Petronilla

La Domenica del Corriere, 14 gennaio 1934 – « Tra i fornelli » di Petronilla

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«Se ad un pranzo voleste presentare un dolce di frutta squisitissimo, eccomi qua ad insegnarvi, tali e quali le preparo io, le mele alla crema.
Per far questo squisito dolce, che non costa un patrimonio; che in meno di un’oretta è sempre preparato; e che, quando compare in tavola, ha tutta l’apparenza di un dolce… di gran chic…
Comperate delle mele; sceglietele tutte, possibilmente, della stessa grandezza; in numero non meno di una per ogni commensale, e non troppo acerbe nè troppo mature. Sbuciattele: fate in ciascuna (con l’apposito strumento o, se non lo possedete, con un coltello a punta) un buco nel mezzo che tutte le attraversi (ne toglierete così torsolo e semi); mettetele sul piatto della bilancia e pesatele.

Pesano esse circa gr. 600, quanto cioè le 8 mele che io ho cucinate ieri! Mettetele allora in una pentola bassa con 1 quinto di vino bianco, mezzo bicchiere d’acqua e gr. 130 di zucchero. Fatele un po’ cucinare rivoltandole spesso (ma con ogni cura affinchè non si rompono); quando saranno a mezza cottura toglietele dal tegame e disponetele in una di quelle… terrine di terracotta o di porcellana che, pur sopportando il forno, sono degne d’essere portate in tavola e, nella pentola ribollendo, fate un po’ addensar quel sugo che vi avran lasciato il vino, le mele e lo zucchero.

Servendovi di un cucchiaio di legno, sbattete nella casseruola 3 tuorli con gr. 70 di zucchero: aggiungete a poco a poco gr. 20 di farina bianca e mezzo litro di latte; mettete a fuoco basso e continuate a rimescolare fino a che, lievemente bollendo, vedrete che la crema si addensa.
Versatela tutta sopra le mele, riempiendone così i buchi e tutte ricoprendole. Montate a fiocco (ben sbattendoli) i 3 albumi; aggiungete gr. 20 di zucchero a velo; e quando la vostra bianca spuma sarà per bene indurita, ricoprite con essa mele e crema.
Un’ora circa prima del pranzo, mettete la terrina al forno; al momento di servire versatevi sopra quel tal sugo che vi ho detto di addensare e di metter poi da parte, e…
Son qui, in attesa che mi diciate…se le mie spumeggianti mele alla crema siano o non siano un dolce ultra squisitissimo e di gran chic!»

Mele alla crema alla maniera di Petronilla

 Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
 Mele alla crema alla maniera di Petronilla
frittelle di mele

Frittelle di mele alla maniera di Petronilla

Frittura di frittelle di mele nel grasso bollente by Laurel L. Russwurm

-Inverno-

«Se appartenete anche voi a quella fitta schiera di mamme che, seguendo certi precetti dell’igiene, non voglio caricare con troppa carne gli stomachi dei loro ragazzi, e se voleste quindi, qualche volta, preparare per la cena un piatto vegetale, spiccio a fare, di poca spesa, e molto appetitoso… ricordate che questa è la stagione delle grosse mele, e che, con le mele, si fanno (credo da secoli) certe squisitissime frittelle. Sono appunto queste che oggi ho pensato di indicare a quella… mosca bianca che non le abbia mai mangiate; di insegnarle a quella che non le sappia fare; e di ricordarle, infine, a quella che… di queste frittelle si sia da un po’ di tempo scordata.
***
Comperate un chilo di grosse mele; di quelle che costano poco e che hanno la buccia qua molto rossa e là piuttosto verde. Togliete ad ognuna, con ogni cura, la sottile buccia. Se possedete l’apposito istrumento, strappate a tutte il torsolo, se non lo possedete, risparmiate la superflua spesa. Tagliate ogni mela sbucciata in tante fette trasversali, rotonde, alte circa mezzo centimetro e con il coltellino appuntito togliete quel po’ di torsolo che, per la mancanza di quel tale istrumento, sarà ancora nel centro d’ogni fetta. Disponete queste, a strati, in una insalatiera e, di mano in mano, spolverate ognuna di zucchero e sopra ognuna sgocciolate qualche goccia di rhum; o di cognac; o, più economicamente, di Marsala o di Rodi; o di semplice vino bianco.

Coprite l’insalatiera con un piatto; e fate riposare 2 ore, affinchè le mele si imbevano per bene dello zucchero e dell’alcool. Mezz’ora prima di cena, sbattete in una insalatiera, con due cucchiai di zucchero, 2 uova intiere; a poco a poco aggiungete farina bianca fino ad ottenere una pasta molto densa; e, sempre a poco a poco, e sempre mescolando, aggiungete poscia latte, fino ad ottenere una pastella omogenea e densa quanto… una assai molle polenta. Ponete a fuoco, in padella, secondo il vostro uso familiare, o strutto od olio (io uso sempre olio). Quando il grasso bollirà, immergete nella pastella, ad una ad una, le fette di mela servendovi della forchetta; lasciatene sgocciolare l’eccesso di pasta, e buttatele poi nella padella, ma non più di due o tre alla volta. Toglietele quando sull’una e sull’altra faccia le vedrete tutte rigonfie ed imbrunite. Stendetele, di mano in mano, su carta asciugante, per toglierne un po’ del grasso. Inzuccheratele e servitele calde.
***
Tanto eccellente è questa ghiottoneria invernale che, se la preparerete, giungerà poi alle vostre orecchie molto spesso la domanda: – Quando ci farai, mamma, quelle tali frittelle con le mele?»

Ricette di Petronilla Ed.Olivini 1938

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Petronilla, chi era?Petronilla libri
  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
 La mela è un ottimo ingrediente per contorni a piatti salati: la purea di mela è ideale per accompagnare piatti di carni grasse come l’oca e il maiale e fettine di mela arricchiscono gustosamente le insalate.
La presentazione dei dolcetti fritti
  • Fritti leggeri e voluminosi come cenci e frappe Si servono in grandi vassoi dove formano una bella cupola. A parte si presenterà altro zucchero vanigliato nello spargizucchero.
  • Castagnole e frittelline
    Si servono in vassoi piccoli, coperti con un tovagliolino o un disco di carta pizzettata.
Enciclopedia della donna 1978

Frittelle d’arancia alla maniera di Petronilla

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Sburlòn, liquore di mele cotogne

Sburlòn, liquore di mele cotogne

I liquori casalinghi
L’uso di offrire un liquorino preparato dalle mani della padrona di casa era un tempo una consuetudine normale. Allora le signore qualche volta si passavano l’un l’altra, generosamente, le preziose ricette, mentre, più spesso, ne tenevano nascosta qualcuna che, nella loro famiglia, veniva tramandata di madre in figlia. Un tempo questi liquori si chiamavano rosoli amabili, e si servivano il giorno delle visite, quando gli ospiti venivano ricevuti con tutti gli onori nel “salotto buono”, quello così colmo di “buone cose di pessimo gusto” (cose semplici e povere d’altri tempi) come direbbe Gozzano L’amica di nonna Speranza” . Naturalmente i rosoli casalinghi sono molto diversi dai liquori preparati industrialmente, ma sono ugualmente gradevoli, anche per i gusti un po’ sofisticati e difficili noi uomini e donne del 1964. Stiamo attente però a prepararli seguendo alcune semplici ma importanti regole tanto nella lavorazione quanto nella scelta degli ingredienti.
Enciclopedia della donna 1964
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Lo Sburlòn (spintone) è un liquore a base di mele cotogne, tipico della pianura e della zona collinare del parmense. Si riteneva che, bevuto a fine pasto, desse una sorta di “spinta”, facilitando la digestione; allungato con acqua era ritenuto un ottimo corroborante e defatigante.
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Lo sburlon è il frutto della macerazione ed infusione alcolica della polpa della mela, precedentemente grattugiata o ridotta in poltiglia.. La polpa così trattata viene dapprima fatta macerare per circa cinque giorni al fine di estrarne tutti i succhi che vengono poi messi in infusione in alcol, assieme a vari aromi e allo zucchero, per un periodo non inferiore ai 30 giorni. Al termine avviene la filtrazione e l’imbottigliamento. Ne risulta un liquore a elevata gradazione alcolica, limpido e di colore fra il giallo e il nocciola. La sua preparazione è antica e la ricetta ha innumerevoli varianti..
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Lo Sburlon è sempre stato, assieme al Nocino uno dei liquori popolari più diffusi. Fino a pochi decenni fa infatti, in molte case di campagna, sia in montagna che in pianura, c’era una pianta di Mela cotogna da cui si ricavava la marmellata (Cotognata) ed il liquore. In inverno viene consumato a temperatura ambiente mentre in estate è ottimo servido freddo.
.Sburlòn, liquore di mele cotogne
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Sburlòn,  liquore di mele cotogne
 Ingredienti
  • Mele cotogne,
  • alcool,
  • zucchero,
  • scorza di limone.
Preparazione

Tritate molto finemente le mele cotogne, possibilmente con la macchina da salame elettrica (quella del norcino!!). Le mele possono essere utilizzate nella quantità desiderata. Lasciate le mele tritate in una pentola ben coperta per due giorni a fermentare. Dopo vanno schiacciate con lo schiacciapatate per farne uscire il “sugo”. Al peso del liquido così ottenuto viene aggiunta una quantità di alcool a piacere, zucchero in proporzione di metà dell’alcool utilizzato (e comunque non più di 6 etti, per non rendere il prodotto finito troppo liquoroso). Lasciate in infusione tre mesi ed infine filtrare.

  • Indicativamente: per 1 litro di succo di cotogne, aggiungete 1 litro di alcool e 400 gr. di zucchero.
  • Potete profumare il liquore con 2 chiodi di garofano e 1 stecca di cannella.
 Altre ricette con le cotogne

Cotognatacrostata cotognata

 

 

 

 

 

 

 

 

mele-cotogne.
Mele e pere cotogne
Il Cotogno (Cydonia oblonga) è una pianta della famiglia delle Rosaceae. È una delle più antiche piante da frutto conosciute: era coltivato già 4.000 anni fa dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro a Venere ed in epoca Romana era ben noto, venendo citato da Catone, Plinio e Virgilio. Originario dell’Asia Minore e della zona del Caucaso, oggi è diffuso principalmente nell’area occidentale del Mediterraneo ed in Cina. Un tempo molto diffuso anche in Italia, dagli anni ’60 ad oggi  si è verificata una notevole contrazione della produzione.
I fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali. I frutti di colore giallo oro intenso, sono di dimensioni variabili, asimmetrici, maliformi o piriformi. I frutti venivano anche posti negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria. Le varietà con i frutti a forma di mela sono dette meli cotogni, mentre quelle con i frutti più allungati sono dette peri cotogni L’epicarpo (la parte esterna del frutto) è fittamente ricoperto di peluria che scompare a maturazione.
La polpa è facilmente ossidabile, poco dolce ed astringente. La condizione di limitata dolcezza della polpa non significa assenza di zuccheri. Con la cottura la polpa assume una dolcezza intensa, e la liberazione di un profumo di miele. I semi sono poligonali, numerosi, spesso agglutinati tra loro da uno strato di mucillagine. Il frutto è usato per la preparazione di: marmellate, gelatine, mostarde, distillati e liquori.

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Sburlòn, liquore di mele cotogneSburlòn,  liquore di mele cotogne
1 Torta mele yogurt cioccolato

Torta di mele allo yogurt con cioccolato

La mela è sempre stata un alimento tipico della cucina rustica. Sane e succose, facili da conservare, le mele comparivano sulle tavole di campagna come frutto fresco, frittelle, fagottini,, crostate, torte o affettate e cosparse di zucchero o miele.(..)
Ma la mela non è solo la regina della pasticceria casalinga. E’ un ottimo ingrediente per contorni a piatti salati: la purea di mela è ideale per accompagnare piatti di carni grasse come l’oca e il maiale e fettine di mela arricchiscono gustosamente le insalate.

Ingredienti per 4 persone
  • 3 mele golden,
  • 150 g di zucchero,
  • 180 g di farina,
  • 2 yogurt,
  • 2 uova,
  • una bustina di lievito per dolci,
  • mezzo dl di rum,
  • 1 dl di latte,
  • 100 g di cacao amaro,
  • una manciata di uvetta ammollata nel rum,
  • sale.
Preparazione

In una ciotola unire zucchero e uova e mescolare. Aggiungere farina, lievito, cacao, gli yogurt, il latte, l’uvetta strizzata e il rum fino ad otterrete un composto omogeneo. Unire le mele, sbucciate e tagliate a tocchetti. Mescolare il tutto delicatamente.

5 Torta mele yogurt cioccolato4 Torta mele yogurt cioccolato.3 Torta mele yogurt cioccolato

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Foderare uno stampo rotondo del diametro di 24 cm. con carta da forno e versarvi il composto. Spolverizzare la superficie del dolce con zucchero di canna, infornare e cuocere a 200° per 45 minuti circa. Sfornare tiepido, togliere dalla teglia e far raffreddare su una griglia.

2 Torta mele yogurt cioccolato

Torta di mele per desinaretto vegetariano alla maniera di Petronilla

Strudel alla crema con mele e savoiardi

Mele alla bonne femme. Fagottini di mele, Boulettes d’apple, Apple dumplings

 Torta di mele allo yogurt con cioccolato
torta frutta merenda

Torte alla frutta per la merenda o come dopo cena!

Torta alle pere –Seph Swain
Prima ricetta
Da Altre ricette di Petronilla 1937
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«Quando ieri la cara amica Damia mi ha chiesto cosa mai io avessi preparato per il pranzo… e quando ha sentito che, essendo sola con i figlioli, avevo preparato soltanto un risotto ed una torta di frutta… prima ha espresse tutte le più alte meraviglie, e poscia mi ha pregata di insegnarle la mia torta. Con la solita cortesia, così ho parlato alla mia cara Damia, e così oggi parlo a voi, nel caso probabile che vi sia qualche… Damia anche fra tutte voi; qualche donna, cioè, poco svelta ad ideare piatti, e poco pratica nel cucinarli. Dovete dunque, o mie Dame, per fare con le frutta un’ottima torta…
* * *
Battere per bene, dentro ad una insalatiera (e sempre con il cucchiaio di legno) 1 uovo intiero, 1 torlo e 100 gr. di zucchero. Unire la buccia grattugiata di mezzo limone e mescolare. Aggiungere (un po’ alla volta) 150 gr. di farina bianca, e mescolare. Versare (sempre un po’ alla volta) 1/2 bicchiere di latte freddo e ancora mescolare. Mettere, nella miscela, un cucchiaino colmo di quel lievito che si compera dal droghiere; e compiere l’ultima e definitiva rimescolata. Ungere con burro una tortiera.
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Scolarvi dentro tutta la pasta. Coprire questa, senza economia, con fettine di pere o di mele sbucciate e monde dei semi (circa 1 chilo). Distribuire, sopra la frutta ed in modo uniforme, 100 gr. di zucchero al quale si sarà unita una presina di cannella. Sgocciolare, qua e là, sopra la frutta zuccherata, un cucchiaio di burro liquefatto. Infornare in forno non troppo caldo per un’oretta, o cucinare fra le brage. Portare in tavola; servire; mangiare; gustare; e concludere – come concludo io quando la faccio – che questa torta, oltre che economica e spiccia – è anche superlativamente squisita.»

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»

Seconda ricetta
Dal sito «Gustissimo»

Ingredienti
400 gr. di frutta mista 400 gr. di farina 1 bustina di lievito per dolci 125 gr. di burro 220 gr. di zucchero 1 uovo intero + 4 tuorli 250 ml. di latte La scorza grattugiata di 1 limone 1 pizzico di sale Una manciata di fagioli secchi.
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Torte alla frutta per la merenda
Kãsekuchen.jpg [[File:Kãsekuchen.jpg|Kãsekuchen]]
Torta rovesciata di farina di castagne

Torta rovesciata di farina di castagne

La torta rovesciata (Upside-down cake) è una torta statunitense alla frutta:  arance, ananas, ciliegie, mele e altri frutti a piacere. Risale agli anni venti e trenta del Novecento, quando si diffuse la frutta in scatola, che era considerata pratica e “alla moda”. La torta rovesciata si prepara in uno stampo ove prima viene messa la frutta e, in un secondo momento, l’impasto. Dopo la cottura, il dolce viene ribaltato. Un altro dolce che si prepara seguendo lo stesso principio è la tarte Tatin francese.

 Ingredienti per 4 persone
  • 3 mele,
  • 300 gr. di farina di castagne,
  • 250 gr. di zucchero,
  • 100 gr. di burro,
  • 2 uova,
  • 1 bustina di lievito per dolci,
  • 1 pizzico di sale,
  • 100 gr. di canditi a tocchetti,
  • cannella in polvere q.b
Preparazione

Scaldare il forno a 200 gradi. Foderare il fondo di una tortiera con carta da forno. Ungere la carta con un po’ di burro e cospargere con lo zucchero.

Sbucciare le mele e tagliarle a fettine. Disporre le fettine di mele sul fondo dello stampo e spolverarvi sopra cannella a piacere.

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In una terrina unire burro e zucchero e mescolare con una frusta. Aggiungere al composto le uova, la farina di castagne, il lievito, il sale ed i canditi infarinati (così non affonderanno durante la cottura).
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Versare il composto ottenuto sulle fettine di mela e livellare la superficie.
Infornare e cuocere per trenta minuti circa. Quando la torta sarà cotta, toglierla dal forno, farla raffreddare e rovesciarla.
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Vino
Asti spumante demi-sec (Piemonte), Albana di Romagna dolce o amabile, Moscato d’Asti (Piemonte), Recioto(Veneto)
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 Torta rovesciata di farina di castagne

La Marocca di Casola è un antico pane di farina di castagne

 

Tagliatelle di farina di castagne al sugo di carne e salsiccia al rosmarino

 

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Lo strudel alla maniera di Petronilla

 .Capo d’anno
«In certe case, come in quella che, prima mi sposassi, era la mia, non può assolutamente mancare quel certo piatto, per ogni ricorrenza. Così, nella casa di modesta borghesia che mi ha vista crescere in grande allegria, sul finire del gran pranzo di «Capo d’anno» non poteva mai mancare lo strudel fra le sue fiamme. Lo strudel è un dolce a base di frutta; molto adatto per un pranzetto un pochino lauto; non lungo a fare; di grande apparenza; e di spesa veramente relativa qualora si abbia in casa rum che non costi molto; rum, cioè, preparato unendo il contenuto di una boccetta della relativa essenza a quel quantitativo di acqua, di zucchero e di alcole indicato sopra l’etichetta. Se anche voi (al par di me che son tanto ligia alle tradizioni della famiglia)… se anche voi voleste, quale vivo e allegro augurio per il nuovo anno… in quel tal giorno, recare in tavola, il dolce infiammato:
* * *
Mettete, sull’apposita asse, gr. 250 di farina bianca, un pizzico di sale, 1 cucchiaio di zucchero; riunite il tutto a montagna; fatevi nel mezzo un buco; versate nel buco un uovo intiero, ed un cucchiaio colmo di burro sciolto in 1/2 bicchiere di latte tiepido. Impastate; aggiungete ancora latte se fosse necessario; manipolate; rimanipolate; pensate che più lavorerete la pasta, più il dolce vi riuscirà squisito e… delicato. Allorché sentirete la pasta morbida e le vostre braccia un poco stanche, ammassate a palla la pasta; mettete sul fuoco una casseruola vuota, perché si riscaldi; ricoprite con essa la pasta; e lasciatela poi lì, al caldo, per una mezz’ora circa.
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File:Jablkový závin z listového těsta (Apple strudel) 03.jpg.
Secondo il gusto, preparate intanto la frutta; preparatene circa 1 kg. e o sole mele; o sole pere; o mele e pere e prugne secche. Le mele e le pere sbucciatele; liberatele dal torsolo; affettatele fine. Le prugne rammollitele in acqua e snocciolatele. Tagliate poi il picciolo a ciascuno degli acini di un etto di uvetta sultanina e lavateli con un goccio di quel rum. Tirate, con la pasta riposata, una sfoglia il più possibile sottile; ungetene la superficie con burro liquefatto; stendetevi sopra la frutta affettata, lasciando vuoto, per 2 dita, l’orlo tutto in giro; e spargete, sopra la frutta, l’uva sultanina, 2 prese di cannella in polvere, 3-4 cucchiai di zucchero, e 1/2 etto abbondante di burro liquefatto. Adagio adagio (che non si rompa!) arrotolate su se stessa la sfoglia con il suo ripieno, fino ad averne un bel rotolo lungo; schiacciatelo ai 2 capi fortemente (che frutta non scappi!) e leggermente al di sopra (che sia appiattisca un poco); passatelo, curvandolo, in una tortiera di rame bene imburrata; pennellatene con burro fuso la superficie (che si faccia, così, ben lucida) e cucinate in forno o fra le brage.
Al momento di servire (ma solo allora!) fate scivolare lo strudel sul piatto; innaffiatelo senza economia con quel rum; date fuoco; e…
* * *
E quando il fiammante dolce farà la sua comparsa, come non potrebbe venir accolto da uno scrosciante evviva generale?»
Altre ricette di Petronilla anno 1935

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Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
Lo strudel (dal tedesco Strudel = vortice) è un dolce a pasta arrotolata o ripiena che può essere dolce o salata, ma nella sua versione più conosciuta è dolce a base di mele, pinoli, uvetta e cannella. Originario delle aree dell’Impero Bizantino, dove ancor oggi si prepara la baklava, si è quindi largamente diffuso con il nome di Strudel dall’Impero austro-ungarico in tutto il mondo a partire dalla metà del XIX secolo. In Italia tradizionalmente viene preparato nelle terre che un tempo erano sotto la dominazione austro-ungarica, principalmente Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ogni luogo ha poi la sua ricetta: con la pasta frolla, con pasta da strudel (tradizionale, sottile: vi si arrotolano le mele dentro prima di metterla in forno) o con pasta sfoglia. Ne esistono anche versioni con altri tipi di frutta: pere, albicocche, frutti di bosco e c’è anche chi applica la formula dello strudel anche per preparare torte salate, ad esempio con verdure, crauti e salumi. Gli ingredienti tipici sono: uvetta, mele, zucchero, cannella, noci ed un rosso d’uovo. In Trentino in particolare una zona dove vi è una particolare tradizione, data anche la presenza di coltivazioni di mele DOP, è la Val di Non. Qui si prepara con mele di tipo Golden Delicious sia perché si trova in ogni stagione ma anche perché zuccherine e in grado di tenere la cottura, mantenendo allo stesso tempo la morbidezza grazie all’apporto di pectina. Wikipedia

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Un tè da Carolina

Strudel alla crema con mele e savoiardi

“Wiener Apfelstrudel” di Pimpinellus – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 4.0 tramite Wikimedia CommonsJablkový závin z listového těsta (Apple strudel) 03.jpg[[File:Jablkový závin z listového těsta (Apple strudel) 03.jpg|Jablkový_závin_z_listového_těsta_(Apple_strudel)_03]]Jablečný štrůdl 01.jpg[[File:Jablečný štrůdl 01.jpg|Jablečný_štrůdl_01]]
Strudel alla crema con mele e savoiardi

Strudel alla crema con mele e savoiardi

Lo strudel, dal tedesco Strudel = vortice) è un dolce a pasta arrotolata o ripiena che può essere dolce o salata, ma nella sua versione più conosciuta è dolce a base di mele, pinoli, uvetta e cannella.
Lo strudel ha una ricetta che parte addirittura dall’ VIII secolo a.C., ovvero al tempo degli Assiri; simili dolci si ritrovano anche nell’Antica Grecia del III secolo a.C.. Probabilmente, anche grazie alla via della seta la ricetta si è così tanto diffusa andando però a modificare quella originale in diverse varianti: baklavagüllaçbörek e strudel.
Dal 1526 il sultano Solimano il Magnifico avrebbe diffuso la sua ricetta nei territori conquistati. I continui contatti tra l’impero ottomano e quello austriaco fecero sì che anche la ricetta dello strudel passasse nell’impero austriaco dino ad arrivare  in Trentino, Sudtirolo e nel Litorale.
In Italia tradizionalmente viene preparato in Alto Adige, Trentino, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

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Cristoforo da Messisbugo, Banchetti composizioni di vivande e apparecchio generale

Cristoforo da Messisbugo, “Banchetti composizioni di vivande e apparecchio generale” 1549, descrive una torta alla tedesca molto simile allo strudel

La ricetta dello Strudel con crema

Ingredienti per 6 persone
  • 300 gr. di farina,
  • 60 gr. di burro,
  • 2 dl. di acqua (1 bicchiere),
  • 2 uova piccole,
  • sale,
  • 20 gr. di zucchero.  

Per il ripieno

  • 400 gr. di mele,
  • 50 gr. di uvetta ammollata,
  • 70 gr. di burro,
  • 4 uova,
  • 100 gr. di zucchero,
  • buccia di limone grattugiata,
  • cannella,
  • savoiardi,
  • 2 cucchiai di pangrattato rosolato nel burro nocciola (roux bruno).
Preparazione

Mettete il burro con l’acqua in un casseruolino e fatelo sciogliere. Disponete la farina a fontana, mettete al centro le uova, il sale, lo zucchero ed il burro fuso. Impastate bene fino ad ottenere una pasta liscia che non si attacchi alle dita. Lavoratela a lungo, battendola spesso sul tavolo per renderla più elastica. Fate una palla e copritela con una casseruola vuota e calda.

Lasciatela riposare così per una ventina di minuti. Stendete sul tavolo una grande salvietta, infarinatela, mettetevi sopra la pasta e tirate una sfoglia il più sottile possibile (senza romperla naturalmente). Spennellatela di burro fuso.

Preparate il ripieno. Lavorate a crema 70 gr. di burro, unite 50 gr. di zucchero poi i tuorli, uno per volta, un cucchiaino di buccia di limone. Montate bene il composto quindi incorporate gli albumi montati a neve fermissima separatamente. Schiacciate finemente alcuni savoiardi ed uniteli poco per volta al composto per dare una maggiore consistenza.

Spalmate sulla sfoglia il pangrattato, qualche cucchiaio di zucchero, un pizzico di cannella, le mele sbucciate ed affettate finemente e l’uvetta ben strizzata. Su tutto stendete la crema, lasciando libero il bordo della sfoglia. Arrotolate lo strudel delicatamente, aiutandovi con la salvietta. Chiudetelo bene alle estremità e posatelo sulla placca bene imburrata. Spennellate la superficie di burro fuso e mandate in forno caldo per circa un’ora.

Per dare quel tocco in più servite le fette di strudel con panna fresca.

Vino

Moscato del Trentino fresco.

Crema pasticcera per farcire le Crêpes

Lo strudel alla maniera di Petronilla

 Strudel alla crema con mele e savoiardi
Confettura di fiori di acacia

Confettura di fiori di acacia

 Ricetta di Paolera – Cookaround

In questo periodo dell’anno le acacie o robinie sono ormai fiorite e se vi piace il loro profumo, lo potrete “catturare”, oltre che friggendo i loro fiori, preparando questa insolita marmellata che sarà ottima, come il miele, anche con i formaggi.

Ingredienti
  • 500 g di fiori di acacia,
  • 250 g di zucchero,
  • un limone,
  • 4 mele grandi,
  • 300 g di acqua.

Ecco i fiori appena raccolti! Il profumo è meraviglioso…..

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Preparazione

Sbucciamo le mele, togliamo il torsolo e facciamole a fettine molto fini, mettiamole in una pentola ed aggiungiamo il succo del limone facciamole cuocere per una decina di minuti fino a che saranno morbide.

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Laviamo molto bene i fiori tenendoli un po’ in acqua e sgoccioliamoli bene e aggiungiamoli alle mele, facciamoli appassire ed uniamo l’acqua e lo zucchero che avremo fatto sciogliere a parte facciamo ancora cuocere per 10 minuti e con il minipimer frulliamo tutto, fino a formare una specie di purea, a questo punto la marmellata è pronta!

Basterà invasarla bollente, e rovesciare i barattoli per formare il sottovuoto.

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  • Come STACCARE la marmellata dal tegame: occorre grasso non salato. Fatelo riscaldare. La parte bruciata si staccherà in una sola pellicola, lasciando intatta la superficie della casseruola.

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Liquore di fiori di acacia o robinia

Sciroppo di fiori di acacia o robinia

 Confettura di fiori di acacia
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Torta di mele per desinaretto vegetariano alla maniera di Petronilla

I gustosi, svelti, economici desinaretti di Petronilla, 1944

Avete oggi il desiderio di preparare un desinaretto vegetariano sì… ma con una parentesi di saporiti salumi ecco allora…

  • Riso e rape
  • Tondini di spinaci e salumi
  • Torta di mele

torta di mele

Torta di mele

Versate in una terrinetta 5-6 mele sbucciate, storsolate e affettate sottilmente; 7-8 fichi secchi finemente tritati con la mezzaluna; un cucchiaio di uvetta lavata e rammollita in acqua calda; un poco di cedro candito spezzettato; tutto il giallo grattugiato della buccia di un limone o di una arancia; un pugno di farina gialla e uno di farina bianca; un cucchiaio colmo di zucchero; mezzo bicchiere scarso di latte; un pizzichino di sale e un bicchierino da liquore colmo di vino Marsala o di vino bianco.

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Mescolate ben bene e se l’impasto fosse un po’… molliccio, aggiungete un altro pizzico fra le due farine. Oliate o imburrate la tortiera; versatevi l’impasto; uguagliatelo; ponete in forno caldo e quando il dolce profumo vi dirà che la torta è cotta… togliete la tortiera dal fuoco e con il suo caldo e squisito contenuto presentatela in tavola.

Desinaretti 1944

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Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Minestra di Riso e Rape per desinaretto vegetariano alla maniera di Petronilla

Il Pranzetto da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

Torta di mele alla maniera di Petronilla
2018-08-25 Norfolk apple Traybake cake, Trimingham (1).JPG [[File:2018-08-25 Norfolk apple Traybake cake, Trimingham (1).JPG|2018-08-25_Norfolk_apple_Traybake_cake,_Trimingham_(1)]]
2018-08-26 Norfolk apple Shortbread (2).JPG [[File:2018-08-26 Norfolk apple Shortbread (2).JPG|2018-08-26_Norfolk_apple_Shortbread_(2)]]
Sella di capriolo alla crema

Sella di capriolo alla crema guarnita con mele e marroni saltati nel burro

Nella foto la sella alla crema è servita con salsa Smetana e salsa di mirtilli.

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Il grande libro della cucina francese di Auguste Escoffier     LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 1934
Come si taglia il capriolo

«Il capriolo si taglia in questo modo: in primo luogo il carré, la sella, i cosciotti che costituiscono i pezzi di prima scelta dell’animale. I tagli di seconda scelta come il collo, le spalle, il petto e la parte alta del carré, tagliati a pezzi di 60 grammi, si preparano come il manzo alla borgognona o si fanno in stufato alla provenzale. I carrè sono tagliati a costolette, le noccioline sono prese dalla sella, i cosciotti sono generalmente serviti arrosto o in casseruola.
La sella di capriolo accuratamente parata, poi lardata, o steccata, si potrà marinare per qualche ora, semplicemente bagnata con qualche cucchiaio di olio di oliva e altrettanto cognac e vino bianco, una cipolla battuta e qualche rametto di prezzemolo. La sella si fa arrosto o in casseruola. Tutti i contorni menzionati per le noccioline sono applicabili alla sella. Le pere di piccolo taglio, cotte nel vino rosso con un po’ di zucchero, cannella e buccia di limone, accompagnano benissimo una sella di capriolo in casseruola.»

Menu de Noël 1899 Savoy-Hôtel à Londres (Selle de chevreuil)

Cartolina di Natale del 1890

Cartolina di Natale del 1890

Selle de chevreuil à la crème, garni de pommes et marrons sautés au beurre

Ingredienti

  • 1 sella di capriolo (potrà essere per 8 o 10 persone secondo il peso),
  • 150 gr. di lardo,
  • olio d’oliva,
  • 500 gr. di cipolle,
  • 1 dl di aceto di vino,
  • 1/4 di lt di panna fresca,
  • sale,
  • pepe appena macinato.

Per guarnire

  • 4 grosse mele acide,
  • 500 gr. di marroni lessati¹,
  • 150 gr. di burro.

Preparazione

  1. Frollatura e marinatura della selvaggina prima della cottura
  2. Marinare la selvaggina da pelo prima della cottura
Frollatura e marinatura della selvaggina

Frollatura e marinatura della selvaggina

Come marinare la selvaggina da pelo

Come marinare la selvaggina da pelo

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Tagliate il lardo a lamelle sottili, praticate nella carne dei tagli (nel senso delle fibre) nei quali introdurrete le lamelle di lardo.
Accendete il forno a 240° e pesate la carne per calcolare il tempo di cottura. Oliate bene la sella, posatela nella casseruola da forno e fatela cuocere 15 minuti per ogni mezzo chilo di peso.
Sbucciate e affettate sottilmente le cipolle e quando la sella è circa a metà cottura, aggiungete nella casseruola (tutt’intorno) le cipolle e salate leggermente. A fine cottura, togliete la carne dalla casseruola e disponetela sul piatto di portata, che terrete in caldo.

Portate la casseruola di cottura sul fornello, aggiungete l’aceto e grattate con cura il fondo con un cucchiaio di legno in modo da sciogliere il succo della carne. Lasciate ridurre della metà, quindi passate al colino in una casseruola dal fondo spesso. Pressate bene anche le cipolle in modo da estrarne il succo. In questo fondo di cottura filtrato versate la panna fresca, salate, pepate e lasciate bollire fino ad ottenere una salsa abbastanza densa.

Tagliate la carne a tranci e servite passando la salsa a parte.

Sbucciate le mele, tagliatele in quarti, eliminate il torsolo e fatele saltare in 40 gr. di burro. A parte fate saltare nel burro restante i marroni lessati e ben sgocciolati. Disponete le mele ed i marroni alternati intorno alla sella di capriolo.

Accompagnate con purè di castagne e varie salse: salsa al rafano, salsa al rafano e ribes, gelatina di ribes, salsa Smentana e salsa di mirtilli. .

Servite.

  • ¹Per fare delle buone castagne lesse scegliete sempre le castagne della stesse misura cosi’si cuociono bene tutte insieme. Prendete una pentola grande e mettete le castagne dentro. Coprite bene con acqua fredda. Fate bollire le castagne per 40 minuti oppure 60′ se sono grandi. Lasciate le castagne nell’acqua di cotture. Prendete uno alla volta e sbucciate, togliendo la buccia e la pelle. In questo modo, le castagne possono essere utilizzate per fare diverse ricette oppure mangiate così al naturale. pausacaffeblog.it
Salsa al rafano

Salsa al rafano

1 trota salsa ribes

Salsa di ribes

 

 

 

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  • La salsa al rafano
    è la più apprezzata per accompagnare la sella, quando il contorno prevede una marmellata di mele o banane cotte nel burro. La salsa al rafano si compone di ribes fusa arricchita con rafano grattugiato nella misura di 3 cucchiai di ribes e 1 cucchiaio di rafano.
  • Salsa al rafano e ribes
    Si compone di ribes fusa arricchita con rafano grattugiato nella misura di 3 cucchiai di ribes e 1 cucchiaio di rafano.
  • La gelatina di ribes al naturale è sempre di rigore come accompagnamento di qualunque ricetta a base di capriolo.[…]
  • Salsa di Ribes rosso
  • Salsa chasseur
    Adatto per tournedos, nocciole d’agnello, filetti mignon, filetti di pollo, ecc.
  • Salsa Smetana
Salsa Chasseur, la salsa del cacciatore

Salsa Chasseur, la salsa del cacciatore

Blinis con Salsa Smetana Menu de Noël 1899 Savoy-Hôtel à Londres - Escoffier

Blinis con Salsa Smentana

 

 

 

 

Vino

Chateauneuf-du-Pape, Rhone-France (secondo la classifica 2007 stilata da Wine Spectator il miglior vino al mondo), Moulin-à-vent (Beaujolais F),  Rosso di Montalcino (Toscana).

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

Cignale (o lepre, cervo, lingua di manzo o baccalà) in dolce-forte dell’ Artusi

Come preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

Per fare ogni bello arrosto, Maestro Martino da Como 1450-60

 

Sella di capriolo alla crema guarnita con mele e marroni saltati nel burro