castagnaccio- migliaccio

Mangiari dei ricchi e dei poveri di inizio ‘900: Il castagnaccio alla romagnola

Il castagnaccio, localmente conosciuto anche come gnaccia, castignà, pattona, migliaccio, ghirighio, patòna, bòle, o torta di neccio) è una torta di farina di castagne originaria della Toscana, ormai tipica anche delle zone appenniniche di Umbria, Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia e Romagna e alpine o di pianura (Veneto, Lombardia, Campania). Inoltre, viene preparato nell’isola di Corsica.
Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare dei primi del 900”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

undefined

Castagnaccio dei poveri

Farina di castagne g. 1000
Fare una pasta molle con acqua, farina di castagne, un cucchiaio di grasso, un pizzico di sale e cuocere il tutto in una “ruola” molto unta.

Castagnaccio dei ricchi

Fare una pasta molle con latte, farina di castagne gr. 1000, frutta tagliata a pezzettini, fichi secchi ben tritati, uva passa, cioccolato tritato, pinoli, due cucchiai di olio, venti di zucchero, un pizzico di sale.
Fatto l’impasto riporlo in una “ruola” molto unta con olio e Alkermes e spolverizzata da gherigli di noci e nocciole finissimamente pestati.

Il Baldino toscano, un dolce medievale ricco di storia

Castagnaccio alla maniera di Petronilla

Liquore Alkermes, liquore per dolci, ricetta del 1853

Mangiari di QUARESIMA dei RICCHI e dei POVERI nelle terre del ravennate di inizio Novecento

Di burde – Flickr, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42876575
migliaccio

E’ Miàz, il Migliaccio, dolce invernale della tradizione romagnola a base di sangue di maiale

Il migliaccio è un antico dolce invernale dell’Emilia-Romagna, oggi poco diffuso, che si realizza utilizzando come ingrediente principale il sangue del maiale. Si presenta come una crostata dolce dal gusto gradevole, seppure forte, in cui la farcitura è una specie di budino scuro e denso. Non è da  confondere con il migliaccio campano che è una specie di polenta dolce o salata, cotta al forno o fritta.
Veniva preparato dalle famiglie contadine, tra novembre e febbraio, nel periodo della macellazione del maiale: l’azdora (la massaia) raccoglieva immediatamente il sangue dell’animale appena ucciso e lo utilizzava subito per preparare il dolce.
Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene:
«Se il maiale volasse non ci saria danar che lo pagasse», diceva un tale; e un altro: «Il maiale, colle sue carni e colle manipolazioni a cui queste si prestano, vi fa sentire tanti sapori diversi quanti giorni sono nell’anno». Al lettore il decidere quale dei due sproloqui sia il più esatto: a me basta darvi un cenno delle così dette nozze del maiale, perché anche questo immondo animale fa ridere, ma solo, come l’avaro, il giorno della sua morte.
In Romagna le famiglie benestanti e i contadini lo macellano in casa, circostanza in cui si sciala più dell’usato e i ragazzi fanno baldoria. Questa è anche l’occasione opportuna per ricordarsi agli amici, a’ parenti, alle persone colle quali si abbia qualche dovere da compiere, imperocché ad uno, per esempio, si mandano tre o quattro braciuole della lombata, ad un altro un’ala di fegato, ad un terzo un piatto di buon migliaccio; e la famiglia che queste cose riceve, si rammenta di fare, alla sua volta, altrettanto. “È pane da rendere e farina da imprestare”, direte voi; ma frattanto son usi che servono a tener deste le conoscenze e le amicizie fra le famiglie.

 

La Ricetta in dialetto romagnolo
migliaccio

Un tempo si usava preparare questo dolce in occasione delle feste di Carnevale e soprattutto nei giorni di uccisione del maiale (dicembre, gennaio). E’ necessario infatti 1 litro di sangue di maiale, fresco e senza grumi.
Mettete sul fuoco 1 litro di latte, 300 gr. di zucchero, la scorza grattugiata di mezza arancia o di 1 limone, 70 gr. di mandorle spellate e triturate grossolanamente, 50 gr. di cioccolato a pezzettini, noce moscata grattugiata secondo il vostro gusto e 1 uovo intero. Fate bollire per qualche minuto, mescolando continuamente, quindi togliete dal fuoco. Appena il composto si sarà raffreddato unitevi il sangue di maiale e 100 gr. di canditi a dadini. Mescolate bene e fate cuocere a bagnomaria, senza far bollire, finchè il sangue comincerà ad addensarsi. Preparate intanto una normale pasta frolla¹ con 300 gr. di farina, 3 uova, 150 gr. di zucchero e la scorza grattugiata di mezzo limone. Foderate con la pasta frolla uno stampo precedentemente imburrato e versatevi dentro il liquido. spolverizzate di zucchero ed infornate in forno di moderato calore per circa 2 ore.
.
  • ¹Si può sostituire la pasta frolla con la pasta matta composta da Farina di frumento, acqua, olio evo e sale. Amalgamate gli ingredienti, aggiungete l’acqua, poca alla volta, ed impastare per 15 minuti circa. Formate una palla ed avvolgetela nella pellicola da cucina, quindi lasciatela riposare per almeno 20 minuti. Stendetela poi, con il matterello, in una sfoglia molto sottile e preparate la crostata.

migliaccio saguinaccio

 Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola dei primi del ‘900.
 E’ Miàz, il Migliaccio, dolce di sangue di maiale
[[File:Sanguinaccio.jpg|Sanguinaccio]]Sanguinaccio.jpg