glassa arancia

Glassa all’arancia e sciroppo all’arancia per torte, biscotti e pasticcini

La glassa (o ghiaccia) è una preparazione di cucina, soprattutto di pasticceria, con cui si rivestono, in tutto o in parte, alcuni dolci con lo scopo di abbellirli o di esaltarne il gusto. Caratteristica della glassa è di asciugare, formando un guscio lucido sul dolce.

Glassa all’arancia

Ingredienti

  • 200 gr. di zucchero a velo,
  • 1 arancia

Preparazione
Mettete in una ciotola lo zucchero a velo e spremeteci sopra il succo di metà arancia. Sbattete fino ad ottenere la giusta densità e decorate il vostro dolce.
Cercate di non abbondare con il succo d’arancia, per evitare che il composto sia troppo liquido

Gustosissimo.it

torta arancia (4)

Lo sciroppo ad uso alimentare è una soluzione formata da zucchero ed acqua ed è caratterizzato da gusto dolce e viscosità elevata

Sciroppo all’arancia per torte

Ingredienti

  • Il succo di 2 arance,
  • 115 gr. di zucchero semolato.

Preparazione
In un pentolino unite il succo delle arance e lo zucchero semolato e fate bollire. Versate lo sciroppo, ancora bollente, in modo omogeneo sulla torta raffreddata.

torta arancia fondant (2)

Torta umida alle arance

Torta rovesciata di arance

Fondant à l’orange imbibé, torta succosa all’arancia

Di Silar – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16839805
Sciroppo con foglie di marena alla maniera di Petronilla

Sciroppo con foglie di marena alla maniera di Petronilla

«Avevo preparato per portarmeli in campagna, due bei vassoi di sciroppo di marene. A giugno, avevo infatti comperate tre chili di frutti succosi e maturi; li avevo lasciati stesi al sole per un giorno intero; li avevo poi messi a fuoco senza aggiungere acqua; quando avevano incominciato a buttar fuori il loro rosso succo, avevo aggiunti 4 chili di zucchero; avevo lasciato infine bollire per venti minuti; e una volta raffreddato, avevo invasato marene e sciroppo. Tale squisiteria era riuscita la mia marenata che…indovinate? …i ragazzi, gli amici, e (lo confesso) io stessa, in poco più di un mese quasi tutta la gustammo bevendola con l’acqua. Ma io che ho tenace la memoria e pieno di risorse il cuore…io non mi sono certo allarmata pensando che in campagna sarei stata a corto di sciroppo di marene!
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Ricordandomi, infatti, che la marenata si può fare anche senza frutti, e di una certa ricetta che mi aveva consigliata la mia cara amica Giovanna, appena giunta in campagna sono andata in un orto, ho chiesto all’ortolano il dono di una manciata di foglie della sua pianta di marene; io stessa ne ho colte 100 (e naturalmente le ho scelte tutte belle, grandi e verdi); le ho contate e ricontate (anche nell’arte cucinaria bisogna sempre essere molto esatti); le ho messe in una pignatta di terra; vi ho versato sopra un litro di vino nero (tipo barbera); le ho lasciate lì, in infusione, per 10 giorni; ho poi tolte le foglie; ho aggiunto al vino 8 etti di zucchero; ho fatto bollire per 10 minuti; e quando fu raffreddato, ho imbottigliato il mio squisitissimo sciroppo di foglie.
***

Ridete? Pensate che sia molto stramba questa ricetta? Non pensate invece ch’essa sia molto saggia? Ebbene; masticate una foglia della pianta di marena, e mi saprete poi dire se anche la foglia abbia o no il gusto del frutto. Fate subito anche voi la falsa marenata della mia cara Giovanna, e mi saprete poi anche dire se lo sciroppo fatto con le foglie uguagli o non uguagli, per addolcire l’acqua, quello fatto con i frutti.»

Sciroppo con foglie di marena alla maniera di Petronilla

Foglie di Prunus cerasus s. Cerasus vulgaris.

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

… Marenata (sciroppo di amarene) .e..

… Zuppa di marene alla maniera di Petronilla

Petronilla: Marene sotto spirito e….

Budino di marene alla maniera di Petronilla

Di AfroBrazilian – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=51033889
zuppa di marene

… Zuppa di marene alla maniera di Petronilla

«(..) La stessa che faceva ogni anno la mia mamma; che faceva la mia nonna; ed anche la mia bisnonna; e su… su… Dio sa quante donne, di quante generazioni, per anni et annorum l’ avran sempre fatta! Per allestire la zuppa sopraffina, sopra una pentola, per raccoglierne ogni goccia di sugo, apro ad una ad una le marene, e ne tolgo il nocciolo. Nella stessa pentola, le faccio poi bollire con 2 bicchieri d’acqua; mezzo di vino nero; zucchero; ed un pezzettino di scorza di limone.

Per regolarmi con lo zucchero, assaggio mentre bolle, il sugo; per regolarmi sulla cottura, osservo che l’acqua sia poco evaporata, giacché lo sciroppo deve rimanere poco denso. Mentre le marene stanno cuocendo, faccio tostare nel burro ed in padella, alcune fettine di pane francese o di quello detto “da crostoni”, le dispongo poi in una insalatiera fonda; sopra di esse, verso la mia marenata ancora calda; e infine lascio raffreddare. Quando, finito il pranzo la servetta, con la amarene,ciliege,marenata,zuppa,dolci,sciroppomassima sua aria trionfale, porta in tavola questo piatto… il marito sorride compiaciuto, e i ragazzi… quelli, prima sgranano gli occhi e poscia… corrono perfino a buttarmi le braccia al collo!»

 “Ricette di Petronilla” ed. Olivini 1938

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Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente» Zuppa di marene alla maniera di Petronilla
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Petronilla: Marene sotto spirito e….

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Sciroppo con foglie di marena alla maniera di Petronilla

Budino di marene alla maniera di Petronilla

Bergisches Kaffeegedeck (cropped).jpg [[File:Bergisches Kaffeegedeck (cropped).jpg|Bergisches_Kaffeegedeck_(cropped)]]
Sciroppo lavanda pisco sour

Sciroppo alla lavanda per profumare dolci e bevande

Pisco Sour – Pisco (acquavite prodotta in Perù e Cile), lime, sciroppo alla lavanda e albumi. Foto by Phatsy Kline’s Parlor Lounge, Eureka, California.
La lavanda è conosciuta fin dai tempi più antichi per le sue proprietà benefiche ed era utilizzata anche per preparare talismani e portafortuna.
Oggi l’olio essenziale di lavanda viene utilizzato:
  • in aromaterapia come antidepressivo, tranquillizzante, equilibrante del sistema nervoso, come decongestionante contro i raffreddori e l’influenza;
  • è ritenuto efficace per abbassare la pressione arteriosa, per ridurre i problemi digestivi ed è miscelata con altre sostanze omeopatiche per curare il mal di schiena e il mal d’orecchie;
  • qualche goccia di olio essenziale, aggiunto nell’acqua del bagno, aiuta a rilassare.
  • se utilizzato nell’ultimo risciacquo, quando si lavano i capelli, oltre a lasciare la chioma profumata, aiuta a rendere i capelli meno grassi.
I fiori di lavanda conservano a lungo il loro profumo anche se secchi ed è consuetudine metterli in sacchetti di tela e, quindi, riporli nei cassetti per profumare la biancheria.
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La ricetta dello sciroppo per aromatizzare dolci, creme e bevande      

lavanda -LavenderInMarket

Ingredienti
  • 15 g di fiori secchi di lavanda,
  • 500 g di zucchero,
  • 600 g di acqua.
Preparazione

Ponete acqua e zucchero in una pentola e fate cuocere a fiamma medio-alta per 30 minuti. Aggiungete i fiorellini all’acqua zuccherata e fate cuocere ancora per 15 minuti Ritirate la pentola dal fuoco e lasciate la lavanda in infusione per altri 10 minuti, quindi filtratela. Conservate lo sciroppo in frigorifero. Si conserva fino a 6 mesi.

lavanda frollini pasta frolla

confettura lavandalavanda Crème brûlée

 

 

 

 

 Profumo di fiori di lavanda, profumo di CupcakesTorta alla lavanda

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Phatsy Kline’s Parlor Lounge – December 2021 – Sarah Stierch 01.jpg “LavenderInMarket” by Aviad2001 – Own work. Licensed under GFDL via Wikimedia Commons
.Sciroppo di tamarindo alla maniera di Petronilla

Sciroppo di tamarindo alla maniera di Petronilla

«Quando, ieri sera, ho porto a mio marito (che rincasa sempre assetato) il solito bicchierone d’acqua fresca addolcita con uno dei miei soliti sciroppi, egli mi ha detto: – Cara Petronilla, se di mangiar ogni giorno pernici s’è stancato persino quel tal frate, ospite del re di Francia, avrò ben ragione anch’io d’averne abbastanza dei tuoi sciroppi di vino o di caffè, che però son sempre gli stessi. Sii dunque gentile, e compera una bottiglia di sciroppo di tamarindo, chè a me piace molto il sapore acidetto ed esotico del frutto! – Comperare una bottiglia di sciroppo? – mi son chiesta. – Ma sarebbe questo degno di una donnina economa, nonchè di una cuoca esimia, quali…son io?
Ho così tosto concluso che avrei fatto ricorso ai miei lumi cucinari, e il mattino appresso, subito, mi son dunque messa all’opera.
File:Tamarindus indica - Osaka Museum of Natural History - DSC07854.JPG
Mentre io stessa (ché di certe operazioni mi fido delle sole mie mani) andavo sgrassando, con acqua e soda, un certo mio tegame di terraglia, e mentre lo risciacquavo poi con acqua fredda, ho mandato la servetta a comperare, in farmacia, un etto di frutto di tamarindo. Ho messo il frutto sbriciolato nel tegame ormai sgrassato; ho aggiunti 4 etti di acqua fredda; ed ho stemperato lungamente quello in questa, fino ad averne una poltiglia omogenea e piuttosto acquosa. Ho posto, allora, il tegame a fuoco; e mentre il mio sciroppo in formazione si riscaldava e andava in bollore, ho pesato un’insalatiera vuota.
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Quando, ormai da 20 minuti; il tamarindo bolliva, l’ho colato nell’insalatiera, passandolo per un fitto telo per toglierne fibre e semi; ho ripesata l’insalatiera per aver così, dalla differenza fra i due pesi, quello esatto del tamarindo cotto e filtrato; ho pesato il doppio di zucchero; ho versato zucchero e tamarindo nel tegame di terraglia; ho rimesso questo sul fuoco; ed ho continuato a mescolare con cucchiaio di legno fino a che lo sciroppo ha bollito per 20 minuti. L’ho lasciato allora raffreddare; l’ho poi imbottigliato; ed ecco così il signor marito, per mesi e mesi, servito di tamarindo.
***
Allorchè, la sera, dopo aver sorbita la bibita ghiacciata e nerastra, egli ha esclamato e chiesto: – Squisito! Dove l’hai comperato? E allorchè, con il mio sorriso di modestia falsa, ho risposto che io stessa, sui fornelli della cucina, lo avevo fabbricato; il marito… Se anche voi tutte voleste sentirvi dire dal marito… ormai sapete cosa dovete comperare, e come dovete stemperare, cucinare, filtrare, pesare, ricucinare e imbottigliare.»

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Sciroppo di caffè alla maniera di Petronilla

“Tamarindus indica pods” di B.navez – Opera propria. Con licenza CC BY 2.5 tramite Wikimedia Commons -.Sciroppo di tamarindo alla maniera di Petronilla
[[File:Tamarindus indica – Osaka Museum of Natural History – DSC07854.JPG|Tamarindus_indica_-_Osaka_Museum_of_Natural_History_-_DSC07854]]
Castagne al rum

Castagne al rum

 

Preparazione

Sbucciate le castagne e gettatele in acqua bollente. Cuocetele per 15 minuti, scolatele e togliete loro la pellicina cercando di non romperle.

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Immergetele in uno sciroppo che avrete preparato con 500 gr. di zucchero e 180 gr. d’acqua e, quando saranno tenere e ben inzuppate, scolatele e sistematele nei vasi coprendole col rum.

Si assaggiano dopo 30 giorni.

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 Castagne al rum
Castagna e Marrone
I termini castagna e Marrone vengono spesso confusi, ma rimandano a due specie ben differenti di acheni. La differenza base è che nella castagna la percentuale di frutti settati è maggiore del 12%, mentre nei Marroni è minore del 12%. Spesso questa definizione non accontenta i castanicoltori e i commercianti che differenziano le due specie tramite differenze varietali. In Italia con Marroni si intendono particolari cultivar di ottima qualità, con frutti adatti alla canditura, che presentano una superficie ilare di forma quasi rettangolare, una buccia chiara, brillante, con striature avvicinate spesso al rilievo e con una polpa senza cavità e facilmente separabile dall’episperma, che non si introduce all’interno del cotiledone (frutti non settati); inoltre, le piante di questi frutti sono più esigenti e meno produttive rispetto ai castagni ordinari, ed i ricci presentano solitamente 1 o 2 semi, mai settati e dal sapore dolce.
uva passa sotto spirito

Come conservare l’ Uva: sciroppo, sotto spirito, al naturale

Uva passa
Uva allo sciroppo
Uva sotto spirito
Uva al naturale

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Uva passa
Necessaria alla preparazione di vari dolci, l’uva passa ha anche un forte valore nutriente, poichè 100 gr. di essa forniscono dalle 250 alle 300 calorie.
L’uva italiana che meglio si presta ad essere essiccata è lo zibibbo, che produce un’uva passa dai chicchi piuttosto grossi. Anche le uve di Smirne e di Malaga danno un prodotto secco a chicchi grossi, con il vantaggio sullo zibibbo di un minor numero di semi. Questi tipi di uva vengono essiccati in grappoli, e si presentano sulle fruttiere insieme con altra frutta secca.
Le uve di Corinto, a chicchi piccoli e senza semi, vengono invece essiccate sgranate e sono più adatte alla preparazione dei dolci anche se sono meno saporite.
Nelle campagne si usa seccare l’uva, come altre frutta e certe verdure, stendendo i grappoli su cannicci di vimini e lasciandoli in pieno sole, voltandoli ogni tanto e ritirandoli al tramonto. In questo modo il frutto conserva dolcezza e aroma.
L’uva si può anche fare appassire nel forno a una temperatura iniziale di 40° che verrà poi portata fino ai 60° e oltre (tempo occorrente: mezz’ora circa).

  • uva di Corinto, a chicchi piccoli e molto scuri (si dice tendano al blu scuro), senza semi, importata di solito dalla Grecia ma ora anche da altre parti del medio oriente
  • uva sultanina: è una varietà di uva molto adatta all’essicazione, con chicchi piccoli e dolci, colore biondo-dorato, senza semi; è quella che si trova più comunemente in vendita. Sembra che il suo nome derivi dalla parola Sultano, che era il capo dell’impero turco. In Turchia cresce infatti l’uva più rinomata per questo uso.
    Una leggenda, narrata in medio oriente, afferma che l’uva secca fu inventata casualmente quando il sultano dovette abbandonare l’uva che stava mangiando al sole per sfuggire da una tigre e quando tornò a riprenderla notò che era imbrunita e migliorata nel sapore, da allora l’uva essiccata venne detta “sultana”.
  • uva di Malaga, chicchi grossi e allungati, chiari, con pochi semi. Le varietà “sultanina” e “Malaga” sono coltivate ed essiccate anche in Italia.
  • uva di Smirne, chicchi grossi e scuri, senza semi
  • uva Cilena, particolarmente grande, senza semi e dal colore ambrato.
Uva allo sciroppo
Anche in questo caso, scegliete uva bianca a grani grossi.
Preparazione
Preparate uno sciroppo facendo bollire per qualche minuto 400 grammi di zucchero per ogni litro d’acqua. Mettete l’uva sgranata nei vasi, versatevi lo sciroppo in modo da coprirla.
Chiudete i vasi e sterilizzateli, calcolando 30 minuti dall’inizio dell’ebollizione.
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Uva sotto spirito
Preparazione
Mettete i chicchi ben puliti (avendo cura di lasciare attaccato ad essi un pezzetto di picciolo) e bene asciugati, in barattoli di vetro da mezzo litro.
Mettete nel barattolo anche qualche chiodo di garofano, se vi piace questo aroma, o un pezzettino di cannella.
Unite anche un cucchiaio di zucchero riempiendo poi con alcool a 90° o anche con ottima grappa.
Alla fine chiudete ermeticamente i vasi e non consumate l’uva così preparata prima che siano trascorsi due mesi.
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Uva al naturale
Per conservare l’uva al naturale, scegliete prima di tutto dell’uva bianca, a grani grossi.
Preparazione
Lavatela accuratamente, sgranatela e disponetela in vasi di vetro a chiusura ermetica; alla fine cospargete i grani d’uva con una cucchiaiata di zucchero semolato.
Chiudete i vasi e fateli bollire in una pentola, immergendoli quando l’acqua è ancora fredda e calcolando 30 minuti dal momento in cui ha iniziato l’ebollizione. Levate i barattoli dall’acqua quando questa sarà raffreddata; preparata in tal modo, l’uva durerà tutto l’inverno.
libri enciclopedia_donna.
 “Enciclopedia della Donna – 1963”

Panetti d’ uva passa, ricetta di una famiglia nobiliare ravennate di inizio ‘900 (Romagna)

Uva da conservare per la tavola di Natale

Come fare la Frutta zuccherata à la neige (brinata) alla maniera di Petronilla

Torta con l ‘uva

 

Raisins 01.jpg [[File:Raisins 01.jpg|Raisins_01]] Conservare l’ Uva
Sciroppo al cedro alla maniera di Petronilla

Sciroppo al cedro alla maniera di Petronilla

« Uno sciroppo che, negli estivi ricevimenti, ti faccia fare una figurona grande? Eccoti il modo di prepararlo.
Con il tuo ben affilato coltellino togli, a spirale, il solo giallo alla buccia di un bel cedro grosso; versalo in una capace casseruola, aggiungi 200 grammi di acqua, metti a fuoco, non incoperchiare. Appena l’acqua leva il bollore, unisci 600 grammi di zucchero e, dopo tre, quattro bollori, anche tutto il succo e tutta la polpa che sopra un piattino avranno abbandonati 2 limoni grossi, belli e succosi ai quali avrai tolto scorza, semi e quanto più ti sarà stato possibile delle bianche e stoppose pellicine.
Lascia ancora bollire per circa venti minuti, cioè fino a quando lo sciroppo d’un bel giallino si sarà alquanto addensato.
Infila allora l’imbuto nel collo d’una bottiglia, sull’imbuto stendi un tovagliolino, sul tovagliolino versa a poco a poco lo sciroppo e, quando lo sciroppo sarà tutto bene filtrato, nè una sola goccia più non gocciolerà… inturaccia la bottiglia, incollaci sopra la relativa etichetta, riponi ed eccoti pronto un altro sciroppo che mai non mancherà di farti ben figurare.»
  Le perline di Petronilla – Ed. Sonzogno – 1946

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

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Sciroppo al cedro alla maniera di Petronilla 
Di Simon.zfn – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3544145
Sciroppo di caffè alla maniera di Petronilla

Sciroppo di caffè alla maniera di Petronilla

«Se, durante l’inverno, la nostra…biblioteca domestica dovrebbe esser sempre ben provvista di liquori, durante l’estate essa dovrebbe, invece, esser sempre provvista di sciroppi, da bere con l’acqua fresca. Ben facili e lesti a fare sono gli sciroppi con le essenze chimiche, che vende ogni droghiere; chè, per la bisogna, basta bollire, con quella data dose di acqua, quel dato zucchero, e aggiunger poscia l’essenza ed una presina d’acido citrico; ma, al paragone, può forse reggere uno sciroppo a base chimica, con uno fabbricato con soli prodotti genuini, tanto più che la merce maggiormente costosa per fabbricare sia l’uno che l’altro, è sempre lo zucchero?
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Dunque, se si volesse aver in casa, sempre alla mano, uno sciroppo che ignori le essenze; uno sciroppo che fa squisita l’acqua ghiacciata; uno sciroppo che, nel gran caldo, darà anche una bibita corroborante, eccitante e veramente dissetante…
.Tostate (o comperate tostato) del buon caffè; macinatelo; pesatene gr. 100; mettetelo in una caffettiera. Fate bollire 2/5 d’acqua; versatela sul caffè; e lasciate l’infuso in gran quiete per mezz’ora, affinchè la polvere possa cedere tutti i suoi aromi nell’acqua bollente.
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Pesate…(ricordate che una bilancia non deve mancare in ogni cucina di ogni cuoca rispettabile?) una casseruola vuota, e scrivetene il peso. Dentro alla casseruola, filtrate l’infuso del caffè. Ripesate la casseruola. Pesate 2 volte tanto zucchero, quanta sarà la differenza fra i 2 pesi (se a fabbricar liquori è necessario tanto costoso alcool, a fabbricar sciroppi sarà pur necessario tanto costoso zucchero). Mettete la casseruola al fuoco, e fate bollire per 3 – 4 minuti. Lasciate raffreddare; imbottigliate; e riponete la bottiglia, fra le altre, in quel tale scaffale di quella tale domestica biblioteca.
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No; all’assaggio, non dovrete dire: “Quale sciroppo prelibato, e lesto da fare e di spesa relativa, ci ha oggi insegnato quella “cara” Petronilla! Come ogni altra donna, io sono parecchio “pappagalla”, pronta cioè a tutto imitare e rifare, pur di fare una buona figura; ma non sono però, per nulla una “tacchina” che pretenda farsi bella con le penne del pavone! E così vi dico chiaro che, se la mia vecchia amica, Giulia è famosa a fabbricar liquori, la mia giovane amica Giovanna, è invece famosa a fabbricar sciroppi! All’assaggio, dovrete dunque dire: Che buon sciroppo ha insegnato alla Petronilla e a noi, la “cara” Giovanna!»

” La Petronilla” Milano, Agosto 1937-XV

Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente».
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Liquore di caffè alla maniera di Petronilla

“Curaçao” casalingo alla maniera di Petronilla

“A small cup of coffee” di Julius Schorzman – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 2.0 tramite Wikimedia Commons –