
Le fave e la festa del 2 novembre: Il 2 novembre, in tutto il mondo cristiano, è il giorno della commemorazzione dei defunti. Oggi, da noi, è consuetudine visitare i cimiteri, ripulire le tombe, illuminarle con ceri, deporre crisantemi e pregare. Tipica di un tempo era invece l’usanza delle fave. Infatti, sia i Greci che i Romani vedevano nel bianco e nero dei suoi fiori una sigla mortuaria, e perciò le consideravano emblema della morte. Esse, pertanto, venivano sparse sulle tombe per implorare pace e placare gli spiriti maligni.
.
Vi ho detto, in uno degli scorsi anni: “Il giorno 2 di Novembre preparate il tradizionale piatto lombardo: Tempia e ceci e quest’anno vi dico: “Il giorno 2 di Novembre preparate i tradizionali dolci mondiali: Fave dei morti”.
Vogliono, infatti, certe usanze, che in quel dì si commemorino quanti già dormono in Camposanto, non solo con infiorare croci, accender lumicini, e recitare preghiere, ma anche col mangiare certi piatti che tradizioni vecchie di secoli… che tradizioni del tempo di Matusalemme vorrebbero che nel dì dei morti fossero porti su di ogni desco.
***
Comperate 2 etti di mandorle dolci (naturalmente senza guscio); mondatele; mettetele in acqua molto calda per cinque minuti; toglietene la bruna buccia. Pesate 1 etto di zucchero. Mettete, nel mortaio, un pizzicone di quelle mandorle e un pizzico di quello zucchero; pestate per bene; e versate infine il pestato su di un angolo del tavolo (meglio se esso avrà il piano di marmo). Ripetete, con nuove dosi, l’operazione, ricordando che solo così, pestando entrambi insieme, lo zucchero potrà assorbirsi tutto l’olio sapido e profumato del quale le mandorle sono impregnate.
.
Alla grossa farina che avrete ottenuta, unite: 1 etto di farina, 1 uovo intero, mezzo cucchiaio colmo di burro, 1 cucchiaio di acquavite, la corteccia raschiata fine di mezzo limone, e – se, a differenza di me, né gradite il gusto, e se volete osservare ogni regola di classe cucinaria – anche 1 cucchiaino colmo di cannella in polvere. Mescolate; impastate; lungamente manipolate; aggiungete (se sarà necessario) un altro goccio di grappa. Quando – manipola e manipola – sentirete ben morbida la pasta, infarinate leggermente le vostre mani ed il piano del tavolo; su di questo riducete la pasta in lungo cilindro grosso circa un pollice; tagliatelo in tanti pezzettini del volume di una grossa nocciola; con il dito, schiacciateli tutti un po’ nel mezzo, sì da dar loro l’aspetto… approssimativo di tante fave; e se ci tenete alla perfezione, dipingete anche a ciascuna la superficie, con un po’ d’uovo battuto.
.
Ungete con burro la latta del forno; spolveratela leggermente di farina bianca; distribuitevi sopra le fave un po’ distanti l’una dall’altra; infornate in forno non troppo caldo; e dopo 20 minuti….
***
Ecco pronte, per la domestica cerimonia mangereccia, le squisite fave che, raffreddandosi, si faran croccanti; e che, in scatola di latta, si manterranno… fresche anche quando il 2 Novembre sarà passato da un pezzo!
- NdR: Per colorare i biscottini di rosa aggiungere Alkermes all’impasto, di marrone aggiungere cacao
- PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»