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Bavette primaverili con gli agretti e pancetta affumicata

Le foglie e i fusti di Soda inermis sono commestibili e, principalmente le piantine giovani e i germogli, largamente usate in cucina. La pianta è utilizzata soprattutto nella dieta mediterranea, e in particolare in Italia (dove è una verdura nota con il nome di barba del frate o agretti) e in Spagna (dove è nota con il nome di barrilla). È diffusa anche nella cucina anglosassone, dove viene chiamata con il nome italiano di agretti. In Romagna viene popolarmente chiamata “lischi” o “liscari”. Nelle Marche è nota come “rospici”, “roscani” o “arescani”. In Umbria invece prende il nome di “riscoli”.

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 Ingredienti per 4 persone
  • 350 gr. di bavette,
  • 300 gr. di agretti,
  • 150 gr. di pancetta affumicata (anche già pronta a cubetti),
  • un  cipollotto fresco,
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva,
  • 1 mozzarella,
  • sale,
  • 1 bicchierino di cognàc.

Per la presentazione

  • 2 uova sode,
  • 1 fetta sottile di prosciutto cotto,
  • pepe nero macinato al momento.
 Preparazione

Pulite gli agretti eliminando la radichetta e il pezzettino legnoso che la accompagna. Lavate le parti verdi accuratamente e sfilacciateli  in modo che non raggrumino e possano condire meglio la pasta.

agretti (5)

Tritate grossolanamente il cipollotto. Tagliate la mozzarella a cubetti. Fate degli straccetti con una parte del prosciutto cotto e tagliate quello rimanente a listerelle sottili.
Rassodate l’ uovo e fatelo raffreddare, quindi spezzettate l’albume e sbriciolate il tuorlo.
In una padella capiente, rosolate, in un cucchiaio d’olio, i cubetti di pancetta affumicata e aggiungete poi il cipollotto tritato e fate insaporire per qualche minuto sfumando con un bicchierino di cognac.
Versate, nella padella, gli agretti, amalgamate il tutto, aggiungete gli straccetti di prosciutto e fate insaporire per 5 minuti circa e regolate il sale. Lasciate raffreddare e, quindi, aggiungete i cubetti di mozzarella e i pezzetti di albume rassodato.

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Nel frattempo lessate le bavette in abbondante acqua salata. Riaccendete il fuoco sotto la padella (fuoco dolce). Scolate la pasta al dente lasciandola alquanto umida, versatela nella padella e mescolate delicatamente ma bene; impiattate.
Guarnite con le sottili listerelle di prosciutto cotto, le briciole di tuorlo rassodato ed in fine spolverizzate con il pepe macinato al momento.

Vino

Frascati, Trebbiano, Orvieto, Verdicchio.

bavette con agretti
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Nidi di agretti con pollo e peperoni

Soda inermis è una pianta comunemente nota come barba di frate, lischi, liscari, rospici, roscani, arescani, riscoli. Le foglie e i fusti di S. soda sono commestibili e, principalmente le piantine giovani e i germogli, largamente usate in cucina. La pianta è utilizzata soprattutto nella dieta mediterranea, e in particolare in Italia (dove è una verdura nota con il nome di barba del frate o agretti) e in Spagna (dove è nota con il nome di barrilla). È diffusa anche nella cucina anglosassone, dove viene chiamata con il nome italiano di agretti. In Romagna viene popolarmente chiamata “lischi” o “liscari”. Nelle Marche è nota come “rospici”, “roscani” o “arescani”. In Umbria invece prende il nome di “riscoli”.

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Ricette con erbe primaverili

mezze-penne-con-asparagi-selvatici-di-bosco-L-Ing4b1ortiche come pulire.

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Antipasto o piatto unico

 Ingredienti per 4 persone  
Ricetta di Mangia con Me
  • 700 gr. di agretti (barba di frate, lischi, liscari, rospici, roscani, arescani, riscoli)
  • 4 petti di pollo
  • 1 peperone rosso
  • 320 gr. di riso venere
  • succo di limone
  • peperoncino
  • timo in polvere
  • pepe nero
  • sale
  • olio extravergine d’oliva (evo)
 Preparazione

Pulite gli agretti eliminando la radichetta e il pezzettino legnoso che la accompagna. Lavate le parti verdi accuratamente Lessate gli agretti in poca acqua salata per 6-7 minuti. Sgocciolateli, strizzateli e metteteli in una ciotola.

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Condite gli agretti con un’emulsione di olio evo, sale, pepe, succo di limone e peperoncino.
In una pentola, portate a bollore acqua salata e cuocete il riso venere. Scolatelo, tenendo da parte l’acqua di cottura.
Tagliate i petti di pollo in striscioline. Pulite i peperoni e tagliateli a striscioline.
In una casseruola scaldate l’olio e, una volta caldo, aggiungete i peperoni. Una volta ammorbiditi i peperoni, aggiungete il pollo, il riso venere e un po’ d’acqua di cottura del riso.
Continuate a cuocere per qualche minuto fino a completa cottura del pollo. A cottura ultimata, condite con sale e un po’ d’olio a crudo.
Impiattate, disponendo sul piatto un po’ di pollo, riso e peperoni e disponete attorno gli agretti conditi in modo da formare un nido.
Servite.

Mangia con Me

agretti riso venere ppollo

    

Nidi di agretti con uova di quaglia e salsiccia marchigiana alle spezie

Spaghetti integrali con gamberi e agretti (barba di frate, lischi, liscari, rospici, roscani, arescani, riscoli)

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zuppa di ortiche Abuluntu_nettle_soup

Passato di ortica (Urtica dioica) del monte Cimone

Passato di giovani germogli e foglie di ortica (Urtica dioica).
L’ortica (Urtica dioica) è una pianta erbacea perenne, nativa dell’Europa, dell’Asia, del Nord Africa e del Nord America, ed è la più conosciuta e diffusa del genere Urtica. Possiede peli che, quando toccati, espellono un fluido che causa bruciore e prurito a uomini e animali. La pianta è nota per le sue proprietà medicinali, per la preparazione di pietanze e, una volta, per il suo esteso uso nel campo tessile.
Le piante del genere Urtica sono utilizzate e coltivate dall’uomo sin dall’età del bronzo (3000-2000 a.C.), dal gambo legnoso dell’ Urtica dioica adulta si produceva carta e tessuti e le foglie verdi erano usate per la colorazione delle fibre. Già dai tempi gli antichi Greci e gli antichi Romani l’ortica veniva usata in cucina.

Con l’ortica si preparano ottimi gnocchifrittate e gustose farciture per piade e paste ripiene (tortellicappellacci verdi, ravioliurciònallo “straccio”, passati, creme, vellutate.

 La zuppa di ortiche

è una pietanza tradizionale che veniva consumata in Gran Bretagna e in Irlanda nell’età del bronzo (3000 anni fa). Il consumo di ortica nell’Europa medievale era usato in medicina, principalmente come diuretico e per trattare dolori articolari e artrite, diabete, acne, anemia, raffreddore da fieno e come purificatore del sangue. Varie tribù di nativi americani hanno utilizzato l’ortica per secoli, tra cui i Lakota che ne utilizzavano la radice per il mal di stomaco, gli Ojibwa che ne utilizzavano le foglie stufate per problemi della pelle e la usavano per combattere la dissenteria , i Potawatomi che ne utilizzavano le radici dell’ ortica.per ridurre la febbre e i Winnebago usavano l’ortica per i sintomi allergici. .

La zuppa di ortiche viene consumata soprattutto in primavera e all’inizio dell’estate, quando si raccolgono i giovani germogli dell’ortica. Oggi, la zuppa di ortica viene consumata principalmente in Scandinavia (Nässelsoppa), Iran, Irlanda ed Europa orientale, con differenze regionali nella ricetta; tuttavia storicamente il consumo di ortiche era più diffuso.

 Uno dei modi più semplici per consumare le ortiche è attraverso una zuppa o un tè perché l’acqua bollente disattiva l’ortica dal pungere.

ortiche come pulire

 Ingredienti per 4 persone
  • 300 gr. di germogli di ortica
  • 1 cipolla bianca
  • 2 patate
  • parmigiano grattugiato
  • olio extravergine d’oliva (evo)
  • sale e pepe
 Preparazione

Come raccogliere, lavare e pulire le ortiche

  1. Se volete raccogliere voi le ortiche che andrete a cucinare: raccoglietele lontano dalle strade e da posti inquinati.
  2. Le ortiche vanno colte a mezza mattinata, il meglio sarebbe col sole dopo una notte di pioggerellina. Per non farvi male indossate pantaloni, vestiti lunghi e guanti spessi.
  3. Con una forbice e con le mani protette dai guanti, prelevate solamente le foglie apicali (le cimette) di piantine giovani, in quanto più tenere e profumate.
  4. Sfogliate le ortiche raccolte e poi lavate sotto l’acqua corrente le foglie che utilizzerete.
  5. Mettete le foglie a bagno in acqua fredda.
  6. Scolatele e, quindi, scottatele in acqua bollente salata per qualche minuto. In questo modo le foglie di ortica perderanno l’effetto urticante. Ora potete procedere a preparare risotti, pasta, zuppe e passati, riutilizzando l’acqua di cottura così da non perdere le qualità nutritive.
  7. Per frittate o ripieni, usate le foglie indossando i guanti, pulitele delicatamente senza lavarle. Riunitele a mazzetto e, tenendole in mano, tritatele  finemente con il coltello o con un tritatutto.

Lavate pelate e tagliate le patate a tocchetti. Lessate le patate e le ortiche per 30 minuti in acqua salata con la cipolla tagliata finemente, facendo attenzione a mettere prima le patate perchè necessitano di più tempo di cottura; dopo 15 minuti unite le ortiche. Scolate e tenete da parte l’acqua di cottura.

Mettete in una pentola le patate e le ortiche con due mestoli di acqua di cottura, più un paio di cucchiai di parmigiano grattugiato, un cucchiaio d’olio e frullate con il mixer ad immersione. Aggiungete due mestoli di acqua di cottura calda. Regolate di sale e di pepe e fate cuocere fino a far asciugare un poco l’acqua, mescolando.

Servite caldo con un giro d’olio, qualche crostino e parmigiano.

ricette.donnaecasa.it
File:Nässelsoppa.jpg

Nässelsoppa, Zuppa di ortica con aragosta e tuorlo d’uovo in camicia al Vimmerby City Hotel Svezia

Ricette della zuppa, o passato, di ortiche nel mondo

è una pietanza tradizionale che viene consumata soprattutto in primavera e all’inizio dell’estate, quando si raccolgono i giovani germogli dell’ortica.
La zuppa o passato di ortica veniva consumato in Gran Bretagna e Irlanda già nell’età del bronzo (3000 anni fa).  Il consumo di ortica nell’Europa medievale era usato in medicina, principalmente come diuretico e per trattare dolori articolari e artrite, diabete, acne, anemia, raffreddore da fieno e come purificatore del sangue.  Varie tribù di nativi americani utilizzarono l’ortica per secoli, tra cui i Lakota (le radici per il mal di stomaco, gli Ojibwa ( e foglie stufate per problemi della pelle e per combattere la dissenteria, i Potawatomi (le radici per ridurre la febbre) e i Winnebago (per i sintomi delle allergie).
Storicamente, uno dei modi più semplici per consumare le ortiche è come zuppa o tè perché l’acqua bollente disattiva l’ortica dal pungere.

Oggi, viene consumata principalmente in Scandinavia, Iran, Irlanda ed Europa orientale. Esistono differenze del territorio e culturali per quanto riguarda le ricette della zuppa di ortiche.

Scandinavia 

  • FinlandiaUno dei piatti tradizionali locali è una zuppa di ortiche e pesce nella città medievale finlandese di Porvoo .
  • SveziaUna tipica ricetta svedese per la zuppa di ortiche (nässelsoppa) prevede prima di sbollentare le ortiche e poi filtrarle dal liquido.  Il liquido viene quindi nuovamente filtrato per rimuovere lo sporco (pezzi di sabbia o ghiaia). Poi si prepara un roux, con burro e farina, sul quale si versa l’ “acqua di ortica” (l’acqua in cui vengono sbollentate le foglie). Le ortiche vengono tritate molto finemente, o ridotte in purea, insieme agli altri ingredienti:  l’erba cipollina o l’aglio e il cerfoglio o il finocchio . Le ortiche e le erbe aromatiche tritate o ridotte in purea vengono poi messe nell’acqua di ortica, portate a ebollizione e poi lasciate cuocere a fuoco lento per qualche minuto. La zuppa viene comunemente servita con uova sode a fette o crème fraîche e con uova in camicia

Nativi americani
Una ricetta per la zuppa di ortica e zucca dei nativi americani, fornita dal Northwest Indian College, è composta da ortiche, zucca, brodo, aglio, cipolla e olio.  La zucca viene tagliata, privata dei semi e arrostita. In una pentola a parte si fanno rosolare la cipolla e l’aglio, quindi si aggiungono la zucca e l’ortica (che può essere cotta o fresca). Si cuoce tutto in pentola per 20 minuti, poi si passa al frullatore.

Iran
Esiste una ricetta per la zuppa di ortiche della provincia iraniana di Mazandaran Esistono varianti, ma tutte le ricette includono ortiche, aglio, cipolla, ceci, curcuma, riso, lenticchie, verdure, olio e pasta di melograno o melassa di melograno. Gli ingredienti opzionali: fagioli borlotti, fave, barbabietole, zucca, erbe locali dell’Iran settentrionale zolang e anarijeh, spinaci, porro persiano, coriandolo), L’acqua in cui vengono cotte le ortiche (per la preparazione della zuppa) viene conservata e utilizzata come tè da bere per scopi medicinali.

Irlanda 
La ricetta della zuppa di ortiche irlandese comprende ortiche, patate, panna, porri, cipolle, burro e brodo. Nella cultura tradizionale irlandese viene consumata nella tarda primavera (aprile e maggio) ed è associata alla purificazione del sangue, alla riduzione delle eruzioni cutanee, “tiene lontani i reumatismi ” e aggiunge vitamine alla dieta. 

Grecia del Ponto
greci del Ponto, originari della Turchia, preparano la zuppa di ortiche con porri, cipolle, bulgur, aglio e peperoncino. Nella lingua del Ponto , questa zuppa si chiama kinteata . 

Europa dell’Est

  • UcrainaLe ricette della zuppa ucraina di ortica (borsht verde)  includono cipolla, carote, patate, aneto e ortica; il cavolo viene spesso aggiunto per aumentare il nutrimento. Può essere vegetariano o cucinato con brodo di carne e la zuppa ucraina di ortica viene servita con un uovo sodo a fette e un cucchiaio di salsa smetana (latticino).  La zuppa ucraina di ortiche è una variante della zuppa di acetosa.
  • RussiaIl tradizionale Shchi russo in primavera viene preparato con le prime erbe primaverili, tra cui acetosa, orache e ortica; è il Shchi “verde”. 
Zuppa di ortiche con uovo sodo impanato e fritto

Zuppa di ortiche con uovo sodo impanato e fritto

Come raccogliere, lavare e pulire le ortiche per preparare la Frittata

Gnocchi con ricotta fresca e l’ortica del monte Cimone

Uova sode impanate e fritte, un antipasto originale per Pasqua

Scotch eggs, Uova alla scozzese

Abuluntu nettle soup.jpg Cooking the nettles (5590837779).jpg – https://en.wikipedia.org/wiki/Nettle_soup
zuppa minestra ceci stridoli

Zuppa di ceci e stridoli (Silene vulgaris)

La Silene vulgaris è conosciuta in gastronomia con il nome di silène rigonfiagrisol, strigoli, stridoli, carletti, strisci, scrissioi, s-ciopit o sclopit, s-ciopetin, cuietconcigli, ed è fra le migliori erbe commestibili, ma solo prima della fioritura poi le foglie basali diventano troppo coriacee. È possibile trovarla nei prati, arbusteti, boschi radi e margini dei sentieri.

Si mangia sia cruda, sia cotta (come gli spinaci), in risotti, minestre, ripieni, ravioli e frittate: ha un sapore dolce e delicato.

 Ingredienti e dosi per 6 persone
  • 1 kg. di stridoli,
  • 200 gr. di ceci
  • 100 gr. di pancetta,
  • 3 patate,
  • 1 litro e mezzo di brodo di carne,
  • 70 gr. di Parmigiano Reggiano,
  • 6 fette di pane,
  • 3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva,
  • Sale e pepe.

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Preparazione

Mettete i ceci in acqua fredda per 24 ore. Scolateli e fateli cuocere, senza sale, in 2 litri d’acqua a pentola coperta su fuoco molto basso e costante, senza mescolarli, per circa 3 ore.

Pulite gli stridoli eliminando i gambi più duri, lavateli e sgocciolateli bene. Pelate le patate, lavatele e tagliatele a dadini, tagliate a dadini anche la pancetta e fatela soffriggere con l’olio in una capace padella.

Unite gli strigoli e lasciateli stufare, coperti, fino a che saranno appassiti. Scolateli, tritateli grossolanamente, rimetteteli nella padella e aggiungete le patate. Salate e pepate. Fate cuocere 15 minuti.

Portate a bollore il brodo, unitevi i ceci, le verdure e la pancetta e fate insaporire per altri 10 minuti. Distribuite il pane nelle scodelle, ricopritelo con il parmigiano, versate la zuppa e fate riposare 5 minuti prima di servire.

Vino 

Trebbiano di Romagna, Verdicchio delle Marche, Chardonnay (Valle d’Aosta), Pinot Grigio (Friuli), Soave (Veneto).

 

Ricette con Silene vulgaris silène rigonfiagrisol, strigoli, stridoli, carletti, strisci, scrissioi, s-ciopit o sclopit, s-ciopetin, cuietconcigli,
stridoli strigoli

 

 

 

Ricette con erbe di campo spontanee

mezze-penne-con-asparagi-selvatici-di-bosco-L-Ing4b1ortiche come pulire.

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Garganelli con stridoli e pancetta (Silene vulgaris)

Come raccogliere, lavare e pulire le ortiche per preparare la Frittata

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Garganelli con stridoli e pancetta (Silene vulgaris)

Primavera tempo di Stridoli in Romagna. Tra le migliori erbe di campo commestibili, cresce spontanea ed ha un sapore dolce e delicato. Un ottimo condimento per i garganelli fatti in casa, con pancetta saltata in padella e parmigiano. Federica.tamburini.75

  • La Silene vulgaris è conosciuta in gastronomia con il nome di silène rigonfiagrisol, strigoli, stridoli, carletti, strisci, scrissioi, s-ciopit o sclopit, s-ciopetin, cuietconcigli) ed è fra le migliori erbe commestibili, ma solo prima della fioritura poi le foglie basali diventano troppo coriacee. È possibile trovarla nei prati, arbusteti, boschi radi e margini dei sentieri. Si mangia sia cruda, sia cotta (come gli spinaci), in risotti, minestre, ripieni, ravioli e frittate: ha un sapore dolce e delicato.
  • garganelli (in dialetto romagnolo: garganéi o macaró ruzlé o zuflót) sono un formato di pasta all’uovo tipica della Romagna, realizzata a mano. Vengono cucinati asciutti, tradizionalmente con sugo di piselli, con scalogno e pancetta, ragù alla romagnola o alla salsiccia, e con abbondante parmigiano reggiano.

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Le tagliatelle con stridoli e pancetta sono un primo piatto della tradizione romagnola. Ecco la ricetta

Ingredienti per 4 persone 
  • 300 gr. di garganelli,
  • 300 gr. di stridoli lavati,
  • 100 gr. di pancetta,
  • ½ cipolla,
  • ½ bicchiere di vino bianco,
  • 1 spicchio di aglio,
  • olio qb.
  • Se volete farli col sugo di pomodoro, aggiungete 600 gr. di salsa.
Preparazione

In una padella capiente, fate soffriggere nell’olio un  trito di cipolla e aglio. Aggiungete la pancetta a dadini, versate il vino e fatelo evaporare. Unite gli stridoli spezzettati a mano. Lasciate insaporire qualche minuto, aggiustate di sale e cuocete per 10 minuti.

Cuocete i garganelli in abbondante acqua salata, scolateli al dente e saltate nella padella con il sugo di stridoli.

Servite con una spolverata di parmigiano grattugiato.

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Ricette con erbe di campo spontanee

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Frittata con gli stridoli (Silene vulgaris)

1. Tagliatelle con gli stridoli (Silene vulgaris), ricotta e pomodorini

2. Tagliatelle con stridoli e formaggi

3. Tagliatelle con stridoli, pancetta affumicata e pecorino

Triangoli ripieni con stridoli (Silene vulgaris) e ricotta

Garganelli Stridoli e Pancetta.jpg [[File:Garganelli Stridoli e Pancetta.jpg|Garganelli_Stridoli_e_Pancetta]]
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Frittata con gli stridoli (Silene vulgaris)

La Silene vulgaris è conosciuta in gastronomia con il nome di silène rigonfiagrisol, strigoli, stridoli, carletti, strisci, scrissioi, s-ciopit o sclopit, s-ciopetin, cuietconcigli) ed è fra le migliori erbe commestibili, ma solo prima della fioritura poi le foglie basali diventano troppo coriacee. È possibile trovarla nei prati, arbusteti, boschi radi e margini dei sentieri. Si mangia sia cruda, sia cotta (come gli spinaci), in risotti, minestre, ripieni, ravioli e frittate: ha un sapore dolce e delicato.

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La ricetta tratta dal volume Mangiare in Romagna, cultura, ricette e tradizione.G. Pozzetto ne La cucina romagnola.

«Servono naturalmente uova fresche, una manciata di parmigiano grattugiato, sale fino, pepe appena macinato e gli stridoli. Questi sono destinati alla frittata solo se giovani, altrimenti si è costretti ad utilizzare solo le foglie; in ogni caso si lessano in acqua salata e, ben scolati, si insaporiscono brevemente in padella con un po’ di strutto e di burro e qualche spicchio d’aglio schiacciato.

A parte, in una padella, si amalgamano uova sbattute con pepe, sale fino, parmigiano grattugiato, pochissimo pangrattato e prezzemolo tritato. Si uniscono infine gli stridoli padellati al composto e si procede per la frittata nel modo consueto. Alcune gocce di aceto (lungamente affinato) sulla frittata calda, conferiscono sorprendenti suggestioni all’olfatto e al gusto.»

G. Pozzetto¹, La cucina romagnola, Padova, Muzzio Editore 1995

¹Graziano Pozzetto è giornalista, scrittore, gastronomo, bibliofilo, ricercatore, autore rigoroso e prolifico, divulgatore appassionato e molto attivo (oltre 2300 incontri in quarant’anni). Ha ottenuto importanti riconoscimenti locali e nazionali. È stato tra i fondatori storici dell’Arcigola Slow Food. È protagonista di un enciclopedica codificazione culturale ed antropologica sui mangiari, cibi, vini, prodotti tipici, eccellenze, memorie identitarie, storie e testimonianze di cibo delle Romagne. Ha tracciato il mosaico delle unicità gastronomiche e culturali che, insidiate da omologazioni devastanti, esprimono la civiltà, la storia, il territorio e la sua gente.
La Giuria del Premio Bancarella Cucina gli ha conferito il Premio Baldassarre Molossi 2011 alla carriera.
Per i tipi del Ponte Vecchio ha pubblicato Caro vecchio porco ti voglio bene. La tradizione del maiale in Romagna (2014) e Frutti dimenticati frutti indimenticabili. Tradizione, biodiversità, cucina (2015)
Graziano è orgoglioso di far parte dell’“Unione degli inciciuiti” di Ravenna, la cui appartenenza si guadagnava meritoriamente tutti i giorni: invecchiando gli riesce sempre meglio!

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stridoli frittata 1

Ricette con erbe di campo spontanee

mezze-penne-con-asparagi-selvatici-di-bosco-L-Ing4b1ortiche come pulire.

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1. Tagliatelle con gli stridoli (Silene vulgaris), ricotta e pomodorini

2. Tagliatelle con stridoli (Silene vulgaris) e formaggi

3. Tagliatelle con stridoli (Silene vulgaris), pancetta affumicata e pecorino

 

Herb ‘frittata’ and boiled easter eggs.jpg [[File:Herb ‘frittata’ and boiled easter eggs.jpg|Herb_’frittata’_and_boiled_easter_eggs]]
Ravioli-con-i-rosolacci

Ravioli con i rosolacci e formaggio di fossa

Rosolaccio (Rosola, Rosolina, Papavero selvatico)
“Fiore che conserva da millenni la magia dell’oblio, pur senza gli eccessi del suo fratello orientale, il papavero veniva utilizzato sin dagli albori della civiltà. Pianta dedicata alla Grande Dea: patrona della Vita così come della Morte, la dea garantiva attraverso il suo fiore, la rinascita, il risveglio dal sonno”.
Il papavero cresce generalmente come infestante di campi fra le messi e le macerie, negli incolti e nei margini delle strade. Le foglie vanno raccolte prima della fioritura, quando sono piccole e tenere e si presentano a rosetta.
I rosolacci vengono consumati cotti come gli spinaci per minestre, ripieno per tortellifrittate , polpette.  Venetoedintorni.it
Il formaggio di fossa può essere di latte di pura pecora, vaccino, misto (latte vaccino e ovino) e caprino. La forma è irregolare a causa dell’ammassamento nel periodo di fermentazione. La pasta interna è di consistenza semi dura, facilmente friabile, di un colore che va dal bianco ambrato al giallo paglierino.
In cucina, il formaggio di fossa, oltre a essere consumato come alimento a sé, può essere usato nell’impasto dei passatelli e inserito nella pasta ripiena come ravioli, tortelli, tortellini e cappelletti.
Formaggio di fossa

Formaggio di fossa

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Ingredienti e dosi

Per la sfoglia:

  • 1 uovo per ogni 100 gr. di farina

Per il ripieno:

  •  200 gr di ricotta,
  • 200 gr di formaggio di fossa,
  • 30 gr. di parmigiano grattugiato,
  • 1 uovo,
  • noce moscata,
  • sale e pepe.

Per condire:

  • Burro fuso
  • rosolacci raccolti prima della fioritura, quando sono piccoli e teneri e si presentano a rosetta,
  • guanciale o pancetta a dadini.

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Preparazione
  • Preparare il ripieno unendo la ricotta, il formaggio di fossa sbriciolato, il parmigiano grattugiato, l’uovo e la noce moscata grattugiata. Salate e pepate, quindi amalgamate il tutto.
  • Preparare la sfoglia:
    Fate una fontana con la farina e rompete all’interno le uova. Amalgamate lentamente con una forchetta avendo cura di prendere la farina dai bordi e facendo attenzione a non rompere la fontana per non fare fuoriuscire le uova. Impastate il composto con le mani per almeno 20 minuti, fino ad ottenere una palla liscia e lasciatela riposare per mezz’ora. Tirate la pasta col matterello per ottenere una sfoglia di spessore piuttosto spesso e non sottile come per le tagliatelle. Tagliate la sfoglia a quadrati di circa 5 cm. e riempiteli col ripieno. Richiudete facendo combaciare i due lembi opposti dei quadrati, formando un triangolo, chiudete bene i lati.
  • Preparate il condimento facendo saltare in padella, nel burro, il guanciale (o la pancetta), unite i rosolacci e regolate il sale.

Lessate i ravioli  in abbondante acqua salata e, quando verranno a galla, aspettate qualche minuto che siano ben gonfi poi scolateli. Metteteli nella padella con i rosolacci e mescolate delicatamente. Spolverizzate con parmigiano grattugiato o formaggio di fossa a scagliette.

Varianti
  • Ripieno: pulite e lavate bene le erbe per eliminare la terra; togliete le foglie rovinate e la radichetta. Fate appassire uno scalogno tritato con 2-3 cucchiai di olio, unite i rosolacci e mescolate. Salate, pepate, mettete il coperchio e lasciate stufare a fuoco dolce per circa 10 minuti. Togliete dal fuoco, unite la ricotta sminuzzata con una forchetta, 40 gr. di parmigiano grattugiato e il tuorlo dell’uovo. Aggiustate il sale e il pepe ed amalgamate bene.

Condite i ravioli con burro fuso, salvia e aggiungete una spolverata di parmigiano grattugiato.

Pasta verde ripiena al formaggio di fossa con gherigli di noci per la Festa dei Becchi di Sant’Arcangelo di Romagna

Piadina romagnola “imbottita” con frittata di rosolacci

Crostata salata di rosolacci

ravioli con i rosolacci  iAlvesgaspar – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6937673

Ortica gnocchi

Gnocchi con ricotta fresca e l’ortica del monte Cimone

Gli gnocchi non sono solo bianchi di patate e farina, ce ne sono tante varianti tra cui:

  • arancio alla zucca,
  • rossi al radicchio,
  • gialli di polenta,
  • dorati di pane,
  • marroni ai funghi,
  • verdi alla ricotta e erbe (spinaci, bietola, rucola, broccoli, ecc.),
  • … e non basta!

Qui di seguito eccovi la ricetta degli Gnocchi alle ortiche,  un modo interessante per utilizzare al meglio l’infestante ed urticante Ortica.

Con le ortiche si preparano ottimi gnocchi, frittate e gustose farciture per piade e paste ripiene (tortelli, cappellacci verdi, ravioli, urciòn, allo “straccio”)

Gnocchi di farina di molino con ortica del Monte Cimone, ricotta fresca e parmigiano invecchiato 36 mesi del Caseificio di Pievepelago (Mo) 

 Ingredienti per 4 persone

Un paio di guanti da chirurgo monouso.

  • Un bel mazzo di ortiche turgide selezionate fra le foglie fresche di germoglio (250 gr. circa),
  • 500 gr. di ricotta freschissima,
  • 200 gr. di farina bianca,
  • 3 uova,
  • 180 gr. di parmigiano grattugiato,
  • 100 gr. di pancetta (facoltativo),
  • 150 gr. di burro,
  • sale e pepe.
 Preparazione

Le ortiche vanno colte, Indossando i guanti, a mezza mattinata, il meglio sarebbe col sole dopo una notte di pioggerellina.

Indossando i guanti pulite le ortiche delicatamente:

Lavatele bene e fatele sbollentare per qualche minuto in acqua salata, quindi fatele raffreddare buttandole in acqua fredda. Scolatele bene e poi tritatele senza guanti, perchè l’effetto ustionante è ormai esaurito.

Lavorate la ricotta con il cucchiaio di legno per ammorbidirla e renderla ben liscia e pastosa. Fate attenzione ad usare della ricotta non acquosa perchè, altrimenti, il composto per gli gnocchi non può risultare della giusta consistenza.

Amalgamate alla ricotta l’ortica tritata; incorporatevi 100 gr. di parmigiano grattugiato, le uova intere, il sale ed il pepe e (se volete) la pancetta tagliata a dadini,.

Lavorate l’impasto così ottenuto con circa 200 gr. di farina, poco meno o poco più. Formate ora delle pallottole grosse come nocciole; infarinatele e lessatele (poche alla volta) in acqua salata bollente. Man mano che verranno a galla toglietele, scolatele bene e adagiatele nel piatto di portata.

Servite questi gnocchi conditi con burro fuso e parmigiano grattugiato.

 Variante
  • Sono ottimi anche conditi con burro fuso profumato con salvia, oppure con sugo di carne, o sugo di pomodoro.
  • Anzichè lessarli, potete friggerli in poco burro e condirli col sugo che preferite.
Vino

Pignoletto dei Colli Bolognesi, Müller-Thurgau (Bolzano–Alto Adige), Traminer aromatico (Friuli), Orvieto (Terni, Viterbo), Albana Romagna.

 Urtica dioica

Urtica dioica

Passato di ortica (Urtica dioica) del monte Cimone

Uova sode impanate e fritte, un antipasto originale per Pasqua

Ravioli con le erbe primaverili: ortica

frittata ortiche panino

Come raccogliere, lavare e pulire le ortiche per preparare la Frittata

L’ortica (Urtica dioica) è una pianta erbacea perenne, nativa dell’Europa, dell’Asia, del Nord Africa e del Nord America, ed è la più conosciuta e diffusa del genere Urtica. Possiede peli che, quando toccati, espellono un fluido che causa bruciore e prurito a uomini e animali. La pianta è nota per le sue proprietà medicinali, per la preparazione di pietanze e, una volta, per il suo esteso uso nel campo tessile.

Le piante del genere Urtica sono utilizzate e coltivate dall’uomo sin dall’età del bronzo (3000-2000 a.C.), dal gambo legnoso dell’ Urtica dioica adulta si produceva carta e tessuti e le foglie verdi erano usate per la colorazione delle fibre. Già dai tempi gli antichi Greci e gli antichi Romani l’ortica veniva usata in cucina

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Con l’ortica si preparano ottimi gnocchi, frittate e gustose farciture per piade e paste ripiene (tortelli, cappellacci verdi, ravioli, urciòn, allo “straccio”)

La frittata con le ortiche, dal profumo di primavera, è perfetta per un picnic: tagliatela a grossi spicchi e disponetela fra due fette di pane rustico di gusto paesano, in forme grosse, confezionato con farina piuttosto scura.. Avvolgete il panino nella carta paglia o in un canovaccio pulito e fate riposare due-tre minuti. Prima di consumarlo si può riaprire e spruzzare con qualche goccia di aceto balsamico.

Un consiglio di webalex.it per gustare al meglio questo panino:
“Sedersi su un muretto e addentare grossi morsi, accompagnando con un bicchierone di fresca birra aromatica. Si gusta preferibilmente meditando che al mondo esistono tante cose semplici, ma meglio del vitel tonné e del salame di cioccolata…”

 .ortiche come pulire.
 Come raccogliere, lavare e pulire le ortiche
  1. Se volete raccogliere voi le ortiche che andrete a cucinare: raccoglietele lontano dalle strade e da posti inquinati.
  2. Le ortiche vanno colte a mezza mattinata, il meglio sarebbe col sole dopo una notte di pioggerellina. Per non farvi male indossate vestiti lunghi e guanti spessi.
  3. Con una forbice e con le mani protette dai guanti, prelevate solamente le foglie apicali (le cimette) di piantine giovani, in quanto più tenere e profumate.
  4. Sfogliate le ortiche raccolte e poi lavate sotto l’acqua corrente le foglie che utilizzerete.
  5. Mettete le foglie a bagno in acqua fredda.
  6. Scolatele e, quindi, scottatele in acqua bollente salata per qualche minuto. In questo modo le foglie di ortica perderanno l’effetto urticante. Ora potete procedere a preparare risotti, gnocchi, pasta, zuppe e passati, riutilizzando l’acqua di cottura così da non perdere le qualità nutritive.
  7. Per frittate o ripieni, usate le foglie indossando i guanti, pulitele delicatamente senza lavarle. Riunitele a mazzetto e, tenendole in mano, tritatele  finemente con il coltello o con un tritatutto.
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 Ingredienti per 2 persone

Un paio di guanti da chirurgo monouso.

  • Un bel mazzo di ortiche turgide selezionate fra le foglie fresche di germoglio (200 gr. circa),
  • olio extravergine d’oliva (evo),
  • ½ bicchiere di latte,
  • una cucchiaiata di formaggio cremoso,
  • 4 uova,
  • mezza cipolla,
  • una salsiccia,
  • sale, pepe
  • noce moscata.
 Preparazione

Indossando i guanti, pulite le ortiche delicatamente senza lavarle. Riunitele a mazzetto e, tenendole in mano, tritatele con un coltello direttamente nella padella e fatele saltare aggiungendo un paio di cucchiai d’olio.
In un’altra padella rosolate in olio la salsiccia tagliata a fettine, quindi unite la cipolla tagliata grossolanamente e fate  dorare bene. Quando le ortiche saranno cotte, ma ancora croccanti, riunite le ortiche, la cipolla e la salsiccia.

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Rompete le uova in una ciotola e conditele con un po’ di sale e di pepe. Sbattetele quanto basta per amalgamare albumi e tuorli. Versate questo composto nella padella con le ortiche e date una mescolata per distribuire bene gli ingredienti.
Cuocete a fuoco moderato per 10 minuti circa o finchè, osservando i bordi della frittata e sollevandola da un lato, vedrete che comincia a rapprendersi. Fate scivolare la frittata su un piatto e rovesciatela rimettendola nella padella e cuocete ancora per qualche minuto, sempre su fuoco moderato.

Le frittate si possono servire come antipasto o come secondo piatto, ma non in un’occasione importante. Quasi tutte sono buone sia calde che tiepide o fredde. Servitele intere o affettate o fredde e tagliate a grossi dadi come antipasto.

Passato di ortica (Urtica dioica) del monte Cimone

Gnocchi con ricotta fresca e l’ortica del monte Cimone

I classici. Pasta ripena: i ravioli con gli spinaci dell’Angela della Petronilla

Come lavare e pulire le ortiche per preparare la  Frittata2.jpg [[File:Frittata2.jpg|Frittata2] Frittata slice.jpg [[File:Frittata slice.jpg|Frittata_slice]]2019 10 04 Entrepà per a esmorzar, cacaus i olives 01.jpg[[File:2019 10 04 Entrepà per a esmorzar, cacaus i olives 01.jpg|2019_10_04_Entrepà_per_a_esmorzar,_cacaus_i_olives_01]]
Pasta con germogli di pungitopo

Pasta con germogli di pungitopo

I teneri germogli (turioni) del pungitopo (bruschi, brusco, brusasorzi, spinapulici, asparago pazzo, piccasorci, punziratti, erba cocca, bruscolo, frascina), la caratteristica piantina sempreverde con la tipica bacca rossa (da non confondere con l’agrifoglio), si trovano alla base delle piante nel periodo primaverile nelle stesse zone degli asparagi e sono molto gustosi utilizzati per diverse preparazioni: pasta, risotto, frittata, crostata salata, in insalata, sott’olio.

 Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 280 gr. di pasta (mafalde (io ho usato quelle corte), tagliatelle, strozzapreti).

per il sugo:

  • 400 gr. di germogli di pungitopo,
  • 200 gr. di mortadella a cubetti (o prosciutto cotto),
  • parmigiano grattugiato,
  • 4 piccoli porri,
  • 1 noce di burro,
  • sale e pepe.

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Preparazione

 Lavate bene i germogli di pungitopo, eliminate la parte dura dei gambi, tagliate le punte, tritate grossolanamente il pezzo restante e passatene una parte al mixer.
In una padella capiente rosolate i cubetti di mortadella (o prosciutto cotto) nel burro, aggiungete i porri tritati e fateli dorare, quindi unite i gambi del pungitopo tritati, le punte e la crema ottenuta dai gambi passati al mixer; salate e pepate, quindi portate a cottura (9-10 m.).

Nel frattempo lessate la pasta in abbondante acqua salata, poi scolatela e versatela nella padella con il sugo; amalgamate il tutto e condite con una manciata di parmigiano grattugiato.

Vino 

Trebbiano di Romagna, Verdicchio delle Marche, Chardonnay (Valle d’Aosta), Pinot Grigio (Friuli), Soave (Veneto).

pasta pungitopo

Ricette con erbe di campo spontanee

mezze-penne-con-asparagi-selvatici-di-bosco-L-Ing4b1ortiche come pulire.

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Risotto con germogli di pungitopo

Crostata di germogli di pungitopo e strigoli (Silene vulgaris) con mozzarella di bufala campana

 Pasta con germogli di pungitopo
Riso con asparagi e formaggio Quartirolo

Riso con asparagi e formaggio Quartirolo

Ricette con erbe di campo spontanee

mezze-penne-con-asparagi-selvatici-di-bosco-L-Ing4b1ortiche come pulire.

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Riso con asparagi e formaggio Quartirolo

Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 500 gr. di asparagi,
  • 380 gr. di riso Arborio,
  • 100 gr. di formaggio Quartirolo¹ Lombardo,
  • 100 gr. di prosciutto cotto a dadini,
  • 1 cipolla,
  • 1,5 l. di brodo (anche di dado),
  • parmigiano grattugiato,
  • sale e pepe bianco.
Preparazione 

Lavate bene gli asparagi e spezzateli al limite della parte verde con quella bianca, in modo da essere sicuri di avere solamente la parte commestibile: è meglio spezzare i gambi, perchè tagliandoli non si può avere la certezza di scartare tutta la parte più dura. Tritare, quindi, i gambi degli asparagi lasciando intatte le punte.

Taglia a dadini il Quartirolo, il prosciutto cotto e tritate la cipolla. In una padella capiente mettete un giro d’olio evo e unite la cipolla e fatela dorare.
Aggiungete i gambi tritati degli asparagi, salateli leggermente e lasciateli rosolare per un po’. Unite le punte di asparagi ed il riso, mescolando.
Bagnate con due mestoli di brodo  e continuate la cottura aggiungendo ancora brodo via via se occorrerà. Quando il riso sarà cotto ed il brodo tutto assorbito, condite con il prosciutto cotto ed il Quartirolo¹ Lombardo a dadini, quindi aggiungete abbondante parmigiano grattugiato.

Vino
Pignoletto dei colli Bolognesi (Emilia), Trebbiano di Romagna, Verduzzo (Veneto), Terlano bianco (Alto Adige), Cortese di Gavi (Piemonte).
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¹L’inizio della produzione del formaggio Quartirolo lombardo risale al X secolo. La produzione era stagionale, il formaggio veniva prodotto alla fine dell’estate con il latte delle vacche che si erano nutrite di “erba quartirola” ovvero dell’erba ricresciuta dopo il terzo taglio. La zona di provenienza del latte, di produzione e di stagionatura  comprende il territorio delle province di Brescia, Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Pavia e Varese.
Riso con asparagi e formaggio Quartirolo
Riso con asparagi e formaggio Quartirolo
Mezze penne con asparagi selvatici di bosco

Mezze penne con asparagi selvatici di bosco

L’asparago possiede particolari proprietà diuretiche. Viene apprezzato dai buongustai e ha alle spalle una storia millenaria. Fu coltivato e utilizzato nel Mediterraneo dagli Egizi e in Asia Minore 2000 anni fa, così come in Spagna. I Romani già dal 200 a.C. avevano dei manuali in cui minuziosamente se ne espone la coltivazione. L’asparago fu appunto citato da Teofrasto, Catone, Plinio e Apicio; in particolare questi ultimi due ne descrissero accuratamente non solo il metodo di coltivazione, ma anche quello di preparazione. Agli imperatori romani gli asparagi piacevano così tanto, che, ad esempio, sembra che abbiano fatto costruire delle navi apposite per andarli a raccogliere, navi che avevano come denominazione proprio quella dell’asparago (“asparagus”). Dal XV secolo è iniziata la coltivazione in Francia, per poi, nel XVI secolo, giungere all’apice della popolarità anche in Inghilterra; solo successivamente fu introdotto in Nord America. I nativi americani essiccavano gli asparagi per successivi usi officinali.
Ingredienti e dosi per 4 persone

360 gr. di pasta corta (penne, mezze penne, maccheroni ecc.), gr. 400 di asparagi selvatici, gr. 400 di pomodori maturi, 2 spicchi d’aglio, sedano, carota, 2 uova, 100 gr. di parmigiano grattugiato, peperoncino a piacere, sale e pepe, olio evo.

Preparazione

Lavate bene gli asparagi, eliminate la parte dura dei gambi, tagliate le punte e tritate grossolanamente il pezzo restante. In una ciotola battete le uova con un pizzico di sale e incorporatevi po’ di parmigiano (ed eventualmente il peperoncino spezzettato).
In una padella capiente rosolate l’aglio, che toglierete quando avrà preso colore, il sedano e la carota tritati. Aggiungete i pomodori spezzettati e un poco di brodo. Salate, pepate e cuocete a fuoco basso per 15 minuti.

Unite, quindi, i gambi degli asparagi tritati e le punte. Proseguite la cottura per altri 10 – 15 minuti. Cuocete al dente la pasta, scolatela e versatela nella padella con il sugo, su fiamma bassissima. Cospargete il parmigiano e mescolate. Mescolando rapidamente versate le uova. Servite.

Vino

Müller Thurgau, Silvaner Alto adige, Trebbiano di Romagna.

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Mezze penne con asparagi selvatici di bosco
Insalatona con erbe primaverili e carciofi crudi

Insalatona con erbe primaverili e carciofi crudi

  • Ortaggi a frutto: sono ortaggi a frutto tutte le drupe, le bacche, gli esperidi e i pomi, quindi i pomodori, le zucchine, le melanzane, i cetrioli, le zucche e i peperoni.
  • Ortaggi a fiore: carciofo, cavolfiore, broccolo, asparago, fiore di zucca.

Il carciofo è un fiore e non un frutto.

L’insalata è un piatto usato come contorno o antipasto. Si tratta di una pietanza composta da più cibi – ma principalmente di lattuga caratterizzati dal fatto di essere conditi tradizionalmente, almeno in Italia, con olio, sale e altri ingredienti opzionali come aceto o succo di limone e pepe.
Il termine deriva dal latino salata, da sal, “sale”.[…]
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Ingredienti
  • Carciofi,
  • porri o cipollotti,
  • Misticanza (“mescolanza”: misto di varie verdure domestiche e selvatiche crude),
  • valeriana,
  • germogli di insalata,
  • spinaci baby,
  • pinoli, olio evo,
  • sale e pepe,
  • aceto balsamico (facoltativo).
Preparazione

Pulite i carciofi: tagliate i gambi alla base del carciofo. Eliminate le foglie esterne più dure, tagliateli a julienne e metteteli a bagno in acqua acidulata con succo di limone. Sgocciolateli perfettamente.

Tostate leggermente i pinoli. Pulite e lavate tutte le verdure, quindi mettetele nell’insalatiera. Affettate sottilmente i porri, o i cipollotti, ed uniteli alle verdure; aggiungete i carciofi e i pinoli, quindi condite il tutto con dell’ottimo olio extravergine d’oliva, sale e pepe. Se volete potete aggiungere qualche goccia di aceto balsamico.

Frittata con le erbe primaverili

Ricette con erbe di campo spontanee

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Frittata con le erbe primaverili

Frittata con le erbe primaverili

Una frittata che è un tripudio di profumi novelli del campo e dell’ orto. La zia Marinella, mamma di Carolina, l’ha preparata per il pranzo della Festa della Donna, ma è perfetta per tutto il periodo primaverile (per il pranzo di Pasqua) e per la stagione estiva.

Ricette con erbe di campo spontanee

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Ingredienti
  • Cipollotti,
  • aglio fresco,
  • agretti,
  • melissa,
  • spinaci,
  • asparagi,
  • tarassaco,
  • luppolo,
  • borraggine,
  • cimette sfogliate di carciofi,
  • puntarelle delle fave ecc.,
  • olio evo,
  • sale e pepe.
Preparazione

Tritate grossolanamente e mescolate le erbe e le verdure novelle che potete trovare nei campi e nell’orto (oppure sulle bancarelle del mercato).  Fatele appassire in olio extravergine d’oliva con l’aglio e i cipollootti tritati. Quando tutta l’acqua di vegetazione, che avranno rilasciato. sarà evaporata, unitele alle uova sbattute e condite con sale e pepe. Procedete come per una normale frittata, facendo dorare ambo le  parti.

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Preparazione e tipi di frittata
La base è costituita da uova sbattute. Alle uova crude vengono aggiunti ingredienti come formaggio, prosciutto, pasta, verdure, latte o pangrattato. L’impasto viene lentamente cotto in padella o al forno. Dopo la cottura, la frittata può essere ulteriormente farcita, ad esempio con formaggio, salumi, verdure, cioccolato, marmellata, frutta, erba aromatiche o altri ingredienti. Un’altra procedura, secondo la quale le uova sbattute vengono versate sugli altri ingredienti direttamente nella padella sul fuoco, è descritta dall’Artusi
Una delle preparazioni più diffuse è la frittata di cipolle. Piatto della tradizione popolare italiana, è composto da cipolle (preferibilmente bianche) appassite in abbondante olio d’oliva, uova, sale, formaggio grattugiato e pepe. La frittata di cipolle, piatto povero per eccellenza, nei decenni passati era consumata come alimento principale dai braccianti, operai e lavoratori a giornata.

Frittate

Frittata zucchine

 

 

 

 

 

Per la gita fuori porta ecco il panino imbottito con Frittata di asparagi

Frittata con gli stridoli (Silene vulgaris)

Uova di quaglia nel nido con salsiccia

Nidi di agretti con uova di quaglia e salsiccia marchigiana alle spezie

Soda inermis è una pianta comunemente nota come barba di frate, lischi, liscari, rospici, roscani, arescani, riscoli. Le foglie e i fusti di S. soda sono commestibili e, principalmente le piantine giovani e i germogli, largamente usate in cucina. La pianta è utilizzata soprattutto nella dieta mediterranea, e in particolare in Italia (dove è una verdura nota con il nome di barba del frate o agretti) e in Spagna (dove è nota con il nome di barrilla). È diffusa anche nella cucina anglosassone, dove viene chiamata con il nome italiano di agretti. In Romagna viene popolarmente chiamata “lischi” o “liscari”. Nelle Marche è nota come “rospici”, “roscani” o “arescani”. In Umbria invece prende il nome di “riscoli”

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Ricette con erbe primaverili

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Uova di quaglia nel nido con salsiccia marchigiana alle spezie

Ingredienti per 4 persone
  • 600 gr. di agretti (o spinaci),
  • 4 uova di quaglia,
  • 2 salsicce marchigiane (all’impasto viene aggiunto vino rosso e spezie: pepe, peperoncino, coriandolo, finocchio, noce moscata e zucchero (destrosio, saccarosio),
  • una cipolla rossa piccola di Tropea,
  • parmigiano grattugiato,
  • olio extravergine d’oliva (e.v.o),
  • sale se occorre,
  • vino bianco secco.
Preparazione

Pulire e lavare gli agretti come descritto qui (o gli spinaci).

  1. Tritare grossolanamente la cipolla.
  2. Spellare la salsiccia e spezzettarla.

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In una padella antiaderente rosolare i pezzetti di salsiccia in un cucchiaio di olio, aggiungere la cipolla tritata e fatela appassire, sfumando con poco vino bianco secco. Versare gli agretti con pochissima acqua e fateli insaporire per 3 minuti circa. Mescolate e controllate la sapidità.

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Ricoprite una teglia con carta da forno e spolveratela con parmigiano grattugiato. Adagiate sopra gli agretti conditi e arrotolateli, quindi praticate un buco al centro, così da formare un nido. Nel buco rompete 1 uovo di quaglia, facendo attenzione che il tuorlo non si disfi. Cospargete del parmigiano grattugiato e mettete in forno caldo a 180 gradi per 10 minuti.
Aiutandovi con una palettina trasferite i nidi nel piatto di portata caldo

Variante

In questo modo si possono usare altre verdure (spinaci, biete, ecc.) e uova di gallina. Il nido sarà di dimensione più grande e potrà essere cotto in pirofile o tegamini, mono porzione, leggermente unti. Saranno quindi serviti direttamente ai commensali, anche in sostituzione del “primo”.

Vino

Frascati (Lazio), Trebbiano (Romagna), Orvieto (Umbria), Verdicchio (Marche).

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Uova di quaglia nel nido con salsiccia

Come pulire gli Agretti e prepararli con la salsiccia o lo speck

Spaghetti integrali con gamberi e agretti (barba di frate, lischi, liscari, rospici, roscani, arescani, riscoli)

Carbonara con asparagi selvatici di pineta

Carbonara con asparagi selvatici di pineta

Quest’anno in pineta gli asparagi selvatici abbondano e hanno un sapore particolarmente intenso. Dopo averli utilizzati per preparare diversi piatti gustosi, questa volta li ho aggiunti alla pasta alla carbonara e l’esito è stato veramente piacevole.

Ingredienti per 4 persone
  • 350 gr. di linguine (o bavette, bucatini, spaghetti) di Gragnano¹,
  • 200 gr. di guanciale di maiale,
  • 4 uova,
  • 50 asparagi selvatici,
  • 200 gr. di Pecorino di Pienza²,
  • 1 cipolla,
  • 2 cucchiai di polpa di pomodoro (per un tocco di colore),
  • pepe nero,
  • olio evo q. b.

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 Preparazione

Lavate bene gli asparagi e spezzateli al limite della parte verde con quella bianca, in modo da essere sicuri di avere solamente la parte commestibile: è meglio spezzare i gambi, perchè tagliandoli non si può avere la certezza di scartare tutta la parte più dura. Lasciateli interi e pareggiateli, così che siano tutti della stessa lunghezza, poi cuoceteli per una decina di minuti.

Lessate la pasta in abbondante acqua salata.
Nel frattempo tagliate il guanciale a dadini e, poi, fatelo rosolate in padella con poco olio, finchè il grasso sarà diventato trasparente. Unite la cipolla tritata grossolanamente e fatela appassire, mettete i 2 cucchiai di polpa di pomodoro e gli asparagi e fate insaporire, quindi spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.

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In una ciotola sbattete le uova, unite il pepe macinato al momento ed infine aggiungete una parte del guanciale  rosolato con la cipolla ed intiepidito. Regolate il sale, tenendo presente che il condimento (guanciale e pecorino) è piuttosto saporito.

Scolate la pasta al dente e versatela nella ciotola con la salsa di uova e parte del guanciale. Mescolate bene per amalgamare il tutto, facendo attenzione che la salsa rimanga cremosa (per questo le uova non dovranno mai venire a contatto con contenitori caldi che le cuocerebbero).

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Insaporite con il pecorino e condite con il pepe nero macinato al momento.

¹A Gragnano produrre pasta è un’antica arte, patrimonio di storia, cultura, tradizioni e segreti. Nascere e vivere a Gragnano vuol dire essere pervasi, inebriati dai ()
.²Il pecorino di Pienza è un formaggio a pasta dura ottenuto da latte di pecora pastorizzato, caglio, sale e fermenti lattici. È un prodotto agroalimentare della zona di Pienza, nel senese, l’unico riconosciuto come tradizionale è il pecorino di Pienza stagionato in barrique di legno di rovere per almeno 90 giorni come indicato nell’elenco della Regione Toscana (Arsia).
Vino

Vini bianchi dei Castelli Romani, Trebbiano di Romagna.

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Spezzatino di vitello con asparagi selvatici

Spezzatino di vitello con asparagi selvatici

Asparago di pineta Molto aromatico, ha un sapore intenso e una consistenza tenera. L’asparago selvatico si consuma come quello coltivato, nelle frittate o semplicemente lessato e condito con olio e limone, e si utilizza nella preparazione di primi piatti o di torte salate [continua] www.ravennaintorno.

asparagi

 Ingredienti per 4 persone
  • 700 gr. di carne di vitello per spezzatino,
  • 1 mazzetto di asparagi selvatici (ma si possono usare anche quelli coltivati),
  • qualche pomodorino,
  • vino bianco secco,
  • farina,
  • brodo,
  • olio extravergine d’oliva (evo),
  • sale.
Preparazione

Tagliate la carne a dadi di 3-4 cm. di lato. Nella casseruola scaldate circa 1 cucchiaio di olio, su fiamma moderatamente vivace, per 1 minuto scarso .Infarinate leggermente i  pezzi di carne, quindi metteteli in casseruola e cuoceteli, girandoli spesso, finchè sono dorati da tutte le parti (occorreranno 7-8 minuti). Bagnate con il vino, fatelo sfumare, aggiungete il sale e fate alzare il bollore.

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Aggiungete i pomodorini tagliati a spicchi, coprite, riducete la fiamma e cuocete a fuoco dolce per circa 45 minuti, mescolando un paio di volte.

Nel frattempo, lavate bene gli asparagi e spezzateli al limite della parte verde con quella bianca, in modo da essere sicuri di avere solamente la parte commestibile; tagliate i gambi a pezzetti e lasciate intere le punte.

Unite alla carne i pezzetti di gambi degli asparagi, regolate il sale e aggiungete qualche mestolo di brodo caldo. Coprite nuovamente e proseguite la cottura per circa 20 minuti. Passati 10-15 minuti unite le punte degli asparagi e continuate a cuocere finchè carne e asparagi sono teneri.

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  • Se verso la fine della cottura il sugo fosse troppo liquido, riducetelo togliendo il coperchio e aumentando leggermente la fiamma; se, invece, fosse troppo asciutto, allungatelo con poco brodo.
  • Una volta cotti, passate carne e asparagi nel piatto di portata, aiutandovi con un cucchiaio forato. Fuori dal fuoco, unite al sugo un poco di burro (20 gr. circa) e 1 cucchiaio di prezzemolo tritato. Mescolate finchè il burro è sciolto, quindi distribuite questa salsa su carne e asparagi. Servite.

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Spezzatino di vitello con asparagi selvatici
panino imbottito con Frittata di asparagi

Per la gita fuori porta ecco il panino imbottito con Frittata di asparagi

Un panino è una forma di pane di piccola pezzatura, che per contrazione può indicare anche il panino imbottito. Molti tipi di forme di pane possono essere considerate panini, come ad esempio il filoncino, la rosetta o michetta, la biova e la biovetta, il bocconcino, la spaccatella. Si tratta spesso di denominazioni regionali che variano da una località all’altra La variabilità regionale dei nomi dati alle forme di pane non è peraltro un fenomeno solo italiano ma si ripropone in varie altre aree geografiche

La varietà nel campo dei panini imbottiti non riguarda solamente gli ingredienti dell’imbottitura ma anche il tipo di panino da utilizzare. Nei libri di ricette in base al risultato voluto vengono consigliate diverse tipologie di pane.

  • Per panini dove sono presenti sottaceti vengono sconsigliati pani troppo ricchi di mollica, in quanto questa potrebbe imbibirsi in modo eccessivo del liquido di governo rendendo il panino troppo unto o acido.
  • Per panini freddi dove predominano salumi stagionati viene consigliato pane sciocco o comunque pane non troppo salato, in modo da dare il giusto rilievo al sapore del salume.
  • Per panini nella cui imbottitura siano presenti salse (es. maionese o salsa tonnata) è preferibile un pane ricco di mollica, possibilmente piuttosto morbida, in modo che la salsa non fuoriesca ma venga trattenuta da quest’ultima.
  • Per panini che prevedono di essere riscaldati, il pane ideale dovrebbe essere basso e poco lievitato, come schiacciate o ciabatte.
 
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Panino imbottito con Frittata di asparagi
Ingredienti per 4 persone
  • Pane casereccio

Per la frittata

  • 500 gr. Asparagi (possibilmente sottilissimi: io ho usato quelli selvatici),
  • 8  uova,
  • 4 fette di prosciutto cotto,
  • 3 cucchiai di parmigiano grattugiato,
  • 5 cucchiai di olio extravergine dìoliva (evo),
  • 3 cucchiai di latte,
  • sale e pepe.
Preparazione

Lavate bene gli asparagi e spezzateli al limite della parte verde con quella bianca, in modo da essere sicuri di avere solamente la parte commestibile: è meglio spezzare i gambi, perchè tagliandoli non si può avere la certezza di scartare tutta la parte più dura.

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Cuocete gli asparagi a vapore o bolliti:

Al vapore

  1. Versare 2-3 cm. di acqua in una pentola
  2. Mettere gli asparagi puliti in un cestello (meglio se di bambù) e posizionare il cestello sulla pentola.
  3. Coprite con il coperchio e mettete su fuoco medio alto.
  4. Cuocete gli asparagi al vapore per 3-5 minuti circa; controllate la cottura pungendo con una forchetta (o uno spiedino) 2-3 punte e quando le sentire tenere ma ancora al dente, saranno pronte. Togliete dal fuoco e servite.

Come bollirli

  1. In una pentola, dai bordi alti, mettete al fuoco tanta acqua salata quanto occorre perchè immergendovi i mazzetti di asparagi stiano in piedi e rimangano fuori le punte.
  2. Mentre l’acqua si scalda, preparate gli asparagi per la cottura come ho spiegato sopra e, dopo averli lavati e sgocciolati, legateli con uno spago da cucina in mazzetti non tanto grossi: le punte devono essere tutte dalla stessa parte.
  3. Quando l’acqua bolle, immergetevi i mazzetti ritti con le punte in su.
  4. Coprite e cuocete a ebollizione media da 10 a 20 minuti circa, secondo la grossezza degli asparagi o finchè pungendo con una forchetta (o uno spiedino) 2-3 punte le sentire tenere ma ancora al dente.
Preparate la frittata

Sbattete le uova e conditele con sale e pepe. Aggiungete il parmigiano, il prosciutto cotto spezzettato, il latte e sbattete quanto basta per amalgamare il tutto. Versate il composto nella padella, date una mescolata per distribuire gli ingredienti e cuocete a fuoco moderato per 5-7 minuti o finchè, osservando i bordi della frittata e sollevandola da  un lato, vedete che comincia a rapprendersi.

Mettete il coperchio, riducete la fiamma e cuocete a fuoco dolce per altri 15-20 minuti o finchè la frittata è abbastanza rappresa. Staccatela dal fondo scuotendo  la padella e, se occorre, aiutandovi con la forchetta o una paletta; fatela scivolare o rovesciatela in un piatto. Servite a piacere caldo, tiepido o freddo.

Per la gita fuori porta, mettete la frittata di asparagi tra due belle fette di pane casereccio e avvolgete il panino imbottito in carta gialla (carta paglia).

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Risotto con asparagi selvatici di pineta

Risotto con asparagi selvatici di pineta

Asparago di pineta Molto aromatico, ha un sapore intenso e una consistenza tenera. L’asparago selvatico si consuma come quello coltivato, nelle frittate o semplicemente lessato e condito con olio e limone, e si utilizza nella preparazione di primi piatti o di torte salate]
 www.ravennaintorno.it

Risotto con asparagi selvatici di pineta
Ingredienti per 4 persone
  • 500 gr. di asparagi (io li ho raccolti in pineta ma, naturalmente, vanno bene anche quelli verdi coltivati),
  • 380 gr. di riso Carnaroli,
  • 50 gr. di guanciale di maiale,
  • 100 gr. di formaggio fresco e cremoso (Squacquerone, Casatella),
  • 1 cipolla
  • 1,5 l. di brodo (anche di dado),
  • parmigiano grattugiato,
  • sale e pepe bianco.

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 Preparazione

Lavate bene gli asparagi e spezzateli al limite della parte verde con quella bianca, in modo da essere sicuri di avere solamente la parte commestibile: è meglio spezzare i gambi, perchè tagliandoli non si può avere la certezza di scartare tutta la parte più dura. Tritare, quindi, i gambi degli asparagi lasciando intatte le punte.

Tagliate a dadini il guanciale e tritate la cipolla. Mettete a fuoco il guanciale, in una padella capiente, e fatelo rosolare fino a che avrà rilasciato il grasso; unite la cipolla e fatela dorare.

Aggiungete i gambi tritati degli asparagi, salateli leggermente e lasciateli rosolare per un po’. Unite le punte di asparagi ed il riso, mescolando.

Bagnate con due mestoli di brodo  e continuate la cottura aggiungendo ancora brodo via via se occorrerà. Quando il riso sarà cotto ed il brodo tutto assorbito, condite con il formaggio cremoso e abbondante parmigiano grattugiato.

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Io il risotto l’ho decorato con tre punte di asparagi ed una cialdina di parmigiano.

Vino
Pignoletto dei colli Bolognesi (Emilia), Trebbiano di Romagna, Verduzzo (Veneto), Terlano bianco (Alto Adige), Cortese di Gavi (Piemonte).
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Risotto con asparagi selvatici di pineta
Pici senesi con asparagi selvatici di pineta e cannolicchi

Pici senesi con asparagi selvatici di pineta e cannolicchi

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Lo sapete che si può acquistare il pesce on line? Ebbene sì, io ho scoperto ilpescatoreonline.it, un nuovo e-commerce dove è possibile acquistare il pesce fresco direttamente dal mercato ittico di Milano con spedizione in tutta Italia.

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cannolicchi

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Per il mio primo acquisto ho scelto i cannolicchi che ho usato per la ricetta. Questa mattina mi è arrivato un bel pacco bianco elegante e molto curato, non solo esteticamente, ma anche a tutela del mantenimento della freschezza del contenuto. Ho subito pensato che sarebbe un bel regalo da fare per Pasqua.

Vi chiederete se il prodotto fosse abbastanza fresco, beh direi proprio di sì dato che i cannolicchi erano VIVI, pensate che quando li ho messi a spurgare hanno iniziato a soffiare e a schizzare acqua.

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Ho pensato di preparare questa  pasta perchè avevo gli asparagi selvatici appena raccolti in pineta e ho voluto azzardare un unione insolita, che direi riuscita molto bene.

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  Pici senesi con asparagi selvatici di pineta e cannolicchi

Ingredienti per 4 persone

  • 380 gr. di Pici di Siena¹ (oppure: Strozzapreti, Garganelli, Bigoli, Laganari, Bigoli, Caserecce),
  • 1 kg. di cannolicchi²,
  • 20 asparagi selvatici (naturalmente vanno bene anche quelli coltivati, in questo caso ne bastano 10),
  • 1 cipollina bianca,
  • 10 pomodorini datterini (aggiungete un po’ di zucchero per attenuare l’aspro),
  • un bicchiere di vino bianco secco,
  • olio extravergine d’oliva (evo),
  • prezzemolo,
  • 3 fette di Lardo di Colonnata a dadini, f
  • umetto di pesce,
  • sale e pepe..

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Preparazione

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Preparate i cannolicchi

  • Fateli spurgare per non meno di 3 ore. Aggiustateli dentro una pentola stretta ed alta e, per facilitare l’uscita della sabbia, metteteli in posizione eretta e con la estremità da cui esce il mollusco appoggiata sul fondo della pentola.
  • «Scolateli e metteteli in una casseruola; incoperchiate e ponete a fuoco; fate bollire qualche minuto finchè saranno tutti aperti. Togliete, allora, con la forchetta, i molluschi dai loro gusci e passateli, di mano in mano, in una catinella d’acqua (meglio se tiepida) per toglier così loro quel po’ di sabbia che, eventualmente, tenessero ancora aderente al corpo».
  • Tenete da parte 2 cannolicchi interi (mollusco e conchiglia) a persona per guarnire i piatti.

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Preparate gli asparagi
Lavate bene gli asparagi e spezzateli al limite della parte verde con quella bianca, in modo da essere sicuri di avere solamente la parte commestibile: è meglio spezzare i gambi, perchè tagliandoli non si può avere la certezza di scartare tutta la parte più dura. Tritare, quindi, i gambi degli asparagi lasciando intatte le punte.

Quando cannolicchi e asparagi saranno pronti, in una padella capiente, fate rosolare in olio il lardo, finchè avrà rilasciato il grasso. Aggiungete la cipolla tritata fine, i gambi di asparagi a pezzettini, i pomodorini a spicchi e mescolate.  Versate il vino e fatelo sfumare.  Condite con sale e pepe. Fate cuocere  per una decina di minuti, quindi aggiungete le punte di asparagi e i molluschi senza la conchiglia e tagliati a pezzetti. Proseguite la cottura del sugo aggiungendo qualche mestolo di fumetto.

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In abbondante acqua salata, lessate i Pici, quindi scolateli al dente e versateli nella padella con il sugo di asparagi e cannolicchi. Fate saltare, o mescolate delicatamente, e lasciate insaporire per 2 minuti circa.

Servite i Pici guarniti con i 2 cannolicchi interi che avete tenuto da parte.

  • ¹I pici sono un tipo di pasta fatta a mano, simili agli spaghetti, tipici del sud della Toscana, della val d’Orcia e della val di Chiana, della provincia di Siena, della provincia di Grosseto e della confinante provincia di Viterbo dove però sono chiamati umbrichelli. Una pasta simile è presente anche in Umbria, dove prende vari nomi a seconda delle zone (umbricelli, stringozzi ecc.). La loro ricetta è estremamente semplice: acqua, farina e pochissimo, se non nessuno, uovo. La preparazione consiste nell’ “appiciare”, cioè lavorare a mano la pasta fino a creare uno spaghetto lungo e corposo.
  • Il cannolicchio o cappalunga, è un mollusco bivalve. Vive da pochi metri a oltre 20 metri di profondità, in posizione verticale infossato nella sabbia ed è praticamente invisibile. La sua presenza viene rivelata soltanto dall’estremità dei sifoni che formano due fori visibili sulla sabbia dalla forma simile ad un 8. Wikipedia
Vino

Verdicchio dei Colli di Jesi (Marche), Trebbiano di Romagna, Est Est Est (Lazio), Ischia bianco (Campania), Soave classico superiore (Veneto), Pouilly fumé (Francia)

I consigli di vapjazz-Cookaround:
In gastronomia credo si possa definire pesce tutto ciò che vive nel mare: è quindi evidente che ci troviamo davanti ad una varietà di cibi molto grande, che si differenzia a seconda del contenuto in grasso, dei tempi e modi di cottura.
  • Per i pesci bianchi, cucinati al vapore o alla griglia senza aggiungere grassi, si devono scegliere vini bianchi delicati, non troppo aspri né alcolici, come uno Chardonnay o una Malvasia.
  • Con i crostacei alla griglia o lessati, essendo più aromatici, si può abbinare anche un Sauvignon o un Verdicchio, oltre che la Malvasia.
  • I fritti di mare sono invece uno di quei casi in cui si può pasteggiare con spumante metodo classico o con champagne, poiché la ricchezza di grassi rende opportuno sfruttare la capacità sgrassante dell’anidride carbonica.
  • I pesci al forno hanno una complessità di sapori molto variabile: da evitare i vini rossi perché i tannini, dal sapore amarognolo, non vanno d’accordo con queste preparazioni un po’ salate. Quindi ci si deve orientare su bianchi e rosati di ottimo corpo.
  • Per le zuppe e i brodetti vale quanto detto per i pesci al forno, senonché in questo caso ci si può spingere fino a vini rossi giovani, da un vino novello a un Freisa vivace.
  • Per i pesci conservati in salamoia si devono evitare i vini rossi perché non si accordano con la sapidità della pietanza, mentre per quelli affumicati come il salmone, che è piuttosto grasso, consiglio spumanti metodo classico e Sauvignon.
  • Pici senesi con asparagi selvatici di pineta e cannolicchi

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