Tempia e ceci

Scisger cónt la tempia de purscell, Tempia e ceci alla maniera di Petronilla

Ricetta in dialetto milanese. “Milano in bocca” 1978
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tempia ceci

Questo piatto milanese si preparava tradizionalmente il 2 novembre nel giorno dei morti e per tutto il mese di novembre.

« É vecchia usanza, in ogni casa milanese, allestire proprio nello stesso giorno nel quale si devono commemorare quanti già dormono al Cimitero, un certo piatto nutrientissimo, e grassissimo, e tutt’altro che facile ad essere digerito; ma un piatto oltre ogni dire gustoso, prelibato, e veramente degno della ghiotta Milano. Qualora, dunque, il vostro marito sia lombardo o, non essendolo, apprezzi i piatti speciali, purchè egli abbia eccellente l’appetito e sano lo stomaco, alla prossima ricorrenza preparategli, per il pasto del mezzodì, la milanesissima pietanza.
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Comperate 1/2 chilogrammo di ceci; mondateli; rammolliteli tenendoli per 2 giornate in una insalatiera coperti d’acqua alla quale avrete aggiunto un cucchiaino colmo di soda, di quella stessa soda che, per sgrassare i piatti, comperiamo dal droghiere. Giunto il giorno, comperate una zampetta e un chilogrammo di testa di maiale, cercando di aver la vera tempia con il relativo orecchio e, possibilmente, non la parte con il suo relativo occhio, e non la mascella con il suo carico di denti.

Non scordando il brago¹ del porcile, lavate tutto per bene: e togliete alla zampetta unghie e peli. Tre ore prima del mezzodì, mettete a fuoco, nella più capace delle vostre pignatte, un cucchiaio di burro; fatelo imbrunire; aggiungete poi una gamba di sedano, 3 carote, mezza cipolla finemente affettate e, dopo 5 minuti, anche 3 pomidoro tagliati a grossi pezzi e mondati dai semi (oppure un cucchiaio di salsa stemperata in una scodellina d’acqua). Tosto che le verdure saranno rosolate, aggiungete anche i ceci scolati; copriteli d’acqua; e lasciate lentamente bollire per un’ora abbondante, senza mai rimestare.

Quando sentirete, fra due vostre dita, che per l’infusione e la bollitura i ceci sono già per bene rammolliti, mettete nella pignatta anche tempia e zampa, giusto sale, poco pepe, parecchia acqua bollente fino a tutto ricoprire, e lasciate lentamente e continuamente bollire per più di un’ora ricordando che ogni rimescolamento è vietato e che si deve aggiungere, qualora sia necessario, acqua solo e sempre bollente!
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Eccovi dunque, per il dì dei morti, il milanesissimo piatto tradizionale, che ha in sé minestra e pietanza, e del quale… sia chi lo gusta per la prima volta, sia chi, almeno una volta all’anno, lo esige sulla propria mensa… sempre dice: “Pesantuccia veramente, ma… che squisito!” »

¹Brago: fango, mota, poltiglia.

Altre ricette di Petronilla 1937

Tempia e ceci (2)

Tempia e ceci alla maniera di Petronilla

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Mangiari di Quaresima dei ricchi e dei poveri di inizio ‘900: Favata, Ceciata, Fagiolata, Poveretta

Garbanzos cocidos con oreja de cerdo.jpg[[File:Garbanzos cocidos con oreja de cerdo.jpg|Garbanzos_cocidos_con_oreja_de_cerdo]] Cocido de garbanzos.jpg [[File:Cocido de garbanzos.jpg|Cocido_de_garbanzos]]
Piê di murt

Piê di murt, Piada dei morti, con la ricetta in dialetto romagnolo

Foto di Catia in cucina 
La piada dei morti è una dolce focaccia ricoperta di uvetta, mandorle, noci e pinoli.  È tipica di Riimini, nella regione dell’Emilia-Romagna, nell’ Italia settentrionale,  e tradizionalmente consumata a novembre per il Giorno dei Morti.
Le origini della piada dei morti sono contestate.  Nella tradizione locale, il pane è attribuito a ricette ancestrali dai tempi dei Celti in Romagna,  o dei Senoni.  Nella notte di Samhain, elfi domestici notturni dispettosi noti come i Mazapègul visiterebbero le case mentre gli spiriti dei defunti ritornerebbero alle loro case e paesi.  La piada dei morti è emersa come una prelibatezza stagionale per accogliere gli spiriti dei defunti.
Altri attribuiscono il pane a Ciro Brunori, un pasticcere presso l’Antica Pasticceria Vecchi nel Borgo San Giuliano di Rimini,  dai primi del XX secolo.
La ricetta in dialetto romagnolo “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998

La ricetta in dialetto romagnolo “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998

Ringrazio Catia in cucina ricette senza sale aggiunto, per aver scelto la mia ricetta e avermi regalato una foto con il risultato della preparazione :
(..) «Prima di trovare questa ricetta ho navigato un po’. Se ne trovano diverse, naturalmente, alcune ricette prevedono le uova, altre sono vegane (beh, come questa mia, ora che ci penso!). Comunque dopo averne lette un certo numero ho deciso per questa ricetta, che mi è piaciuta perchè riporta anche la versione dialettale, perciò, diciamo così, l’ho ritenuta “sufficientemente romagnola”. Io ho adattato le proporzioni alla quantità di farina usata da me e l’ho personalizzata con l’aggiunta di pinoli e mandorle, a mio parere necessari come ho già detto, e ho ottenuto una piada dei morti che, sì, non è identica a quella della zia Marcella, ma la sostituisce degnamente sia nell’aspetto che nel sapore!»

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Piada dei morti

Questo dolce tipicamente romagnolo, caratteristico un tempo della stagione fredda e in particolar modo del mese di novembre, è tutt’oggi forse meno diffuso ed è un vero peccato, poichè si tratta di una preparazione veramente semplice e genuina.

Impastate 1 kg. di pasta di pane già lievitata con 200 gr. di gherigli di noce, 150 gr. di uvetta sultanina, 200 gr. di zucchero e ½ bicchiere di olio. Lavorate l’impasto energicamente, in modo da amalgamare bene i vari ingredienti. Imburrate una tortiera piuttosto larga, sistematevi la piada e infornate in forno di medio calore per circa 40 minuti.

Si usa anche dividere l’impasto in tanti panini piuttosto schiacciati, infornati anch’essi, ma per minor tempo.

Piê di murt, Piada dei morti romagnola

Piê di murt, Piada dei morti romagnola
Menù per il GIORNO DEI SANTI

Menù per il GIORNO DEI SANTI delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Giuseppe De Nittis, Il pranzo del vescovo, 1863
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“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini.
Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

Menù

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PRANZO
Minestre
Cappelletti romagnoli in brodo. Passatelli in brodo
Pietanza
Oca arrosto contornata da
Fave alla pancetta
Sformato di fagiolini
Formaggi
di Romagna
Frutta
Uva, mele, pere
Dolce
Pere al Cognac, Castagne lessate al Cognac

Menù per pranzo e cena San Biagio Cappelletti di Romagna Artusi

Minestra Passatelli Artusi

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Oca in porchetta per la festa di San Martino coniglio porchetta

Sformato di fagiuolini dell' Artusi

 

 

 

CENA
Minestre
Capellini in brodo. Spaghettini in brodo
Pietanza
Carni di pollame lessate e condite con olio, aceto, pepe e sale.
Timballo di riso
Formaggi
di Parma e Reggio
Frutta
Uva, mele, pere
Dolce
Bodino di uova sode

Bodino di uova sode alla maniera di Petronillapasticcio di riso

 

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Mangiari per MERENDA DEL LUNEDI’ DI PASQUA delle famiglie nobiliari di inizio ‘900 in Romagna

Menù per il PRANZO della VENDEMMIA delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Menù per il PRANZO della GRAMOLATURA DELLA CANAPA in autunno

Menù per il GIORNO DEI SANTI