Paccheri con speck e radicchio rosso

I classici. Pasta secca, Paccheri con speck e radicchio rosso di Chioggia

Nella foto il piatto è decorato da un nodo di spaghetti
Il Radicchio Rosso è una varietà di cicoria, caratterizzato da un colore rosso scuro intenso e striature bianche. Ha una consistenza croccante ed un inconfondibile gusto delicatamente amarognolo.. Viene coltivato in campo aperto e dopo l’estate, i cespi vengono legati per proseguire la maturazione e l’imbianchimento forzato.
Paccheri con speck e radicchio rosso di Chioggia

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Questo ottimo condimento dal leggero gusto di affumicato, dovuto allo speck che si “sposa” benissimo con il radicchio, è qui presentato con paccheri  (formato che io prediligo, fra i maccheroni) ma è ugualmente perfetto con quasi tutti i maccheroni (meglio se rigati: raccolgono meglio il sugo) ed è eccellente con tagliatelle larghe tipo “pappardelle”, di sfoglia un po’ grossa e ruvida. Quindi scegliete voi il formato di pasta che più vi aggrada. Anche questa ricetta fa parte delle ricette “facili”, cioè quelle che richiedono non più di mezz’ora di preparazione. Nonostante la sua semplicità otterrà molti consensi. Fonte: eventi-bologna.it

Ingredienti e dosi per 4 persone

450 gr. di paccheri (o maccheroni rigati o tagliatelle larghe),1 radicchio rosso di Chioggia da circa 300 gr. (se non trovate il “Chioggia” scegliete un altro radicchio rosso dolce, per esempio il “Veronese”, ma non il pregiato “Trevigiano” che qui non è molto indicato per il sapore marcatamente amarognolo), 120 gr. di speck in un’unica fetta, 4 cipollotti freschi (quelli che si vendono in mazzetti), olio extravergine, parmigiano grattugiato q.b.

Preparazione

Pulite e lavate il radicchio, affettatelo a strisce larghe circa 2 cm. (non di più) e mettetelo a scolare nel colapasta. Pulite i cipollotti, affettateli finemente e fateli appassire con olio extravergine in una padella antiaderente, a fuoco basso. Prendete la fetta di speck e affettatela a strisce sottili. Unite lo speck ai cipollotti e, dopo 2 o 3 minuti, versate nella padella anche il radicchio affettato.

Fate cuocere a fiamma media per circa 1/4 d’ora, e comunque fino a quando il radicchio sarà completamente appassito; se il sugo si asciuga troppo aggiungete qualche cucchiaio di acqua calda. Intanto avrete provveduto a portare a bollore l’acqua e a cuocere la pasta al dente. Scolate la pasta e versatela nella padella, alzate un po’ la fiamma, aggiungete un filo d’olio e fatela saltare rimescolando bene per incorporare il sugo.

Spolverate con parmigiano grattugiato e portate in tavola.

Paccheri con speck e radicchio rosso

I classici: Pasta secca, Paccheri con speck e radicchio rosso

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Paccheri al salmone con formaggio Squacquerone

I paccheri sono un tipo di pasta tradizionale napoletana aventi la forma di maccheroni giganti, generalmente realizzati con semola di grano duro. Il termine deriva del greco antico (da “πας” (tutto) e “χειρ” (mano)) dei primi fondatori di Parthenope e ancora usato nella lingua italiana come “pacca”, ovvero uno schiaffo dato a mano aperta, senza intenzioni ostili. Da qui il nome del tipo di pasta, dalla taglia molto superiore alla norma, in genere accompagnato da sughi succulenti. I paccheri possono essere anche farciti, di ricotta o altri ingredienti, e serviti con il ragù.
Lo squacquerone (detto anche squacquarone) è un formaggio di vacca, fresco e cremoso, tipico della Romagna, ma oggi è diffuso in tutta l’Emilia-Romagna, che ha origini molto antiche. Il nome  deriva dal dialetto squäquaròn, a indicare l’elevata “acquosità” di questo formaggio che, essendo molto molle, tende a assumere la forma dell’oggetto in cui è contenuto; è molto simile allo stracchino o alla crescenza, ma dalla consistenza più liquida e non ha crosta.
Esistono notizie certe della sua preparazione in Romagna nel XIX secolo, in quanto viene citato in una lettera del cardinale Carlo Bellisomi vescovo di Cesena; tuttavia la tradizione popolare fa risalire la sua origine al I secolo d.C.
Trattandosi di un formaggio estremamente morbido, è facilmente spalmabile. Non viene stagionato, e quindi va consumato entro pochissimi giorni dalla produzione (3 o 4).
È uno dei prodotti “per eccellenza” con cui viene farcita la piadina, altro prodotto tipico delle terre romagnole.

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La ricetta
Questa pietanza può essere presentata come una normale pasta condita con il suo sugo, oppure in modo più “elegante”, cioè riempiendo i paccheri (cotti molto al dente e poi passati in forno) con il sugo stesso che dovrà essere piuttosto denso, come potete vedere nella foto di Franz.

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Ingredienti e dosi per 4 persone 

350 gr di paccheri di Gragnano, 300 gr di salmone fresco, 100 gr. di salmone affumicato, 300 gr di formaggio Squacquerone, 1 cipolla media, un ciuffo di prezzemolo, vino bianco secco, olio evo, sale e pepe rosa.

Preparazione

In una padella capiente fate dorare la cipolla nell’olio; aggiungete il salmone fresco a tocchetti e lasciatelo rosolare, quindi sfumate con un bicchiere di vino bianco ed aggiungete il prezzemolo.

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Lessate i paccheri al dente, scolateli e versateli nella padella con il sugo di salmone.
Cuocete per qualche minuto, mescolando delicatamente. Aggiungete il formaggio Scquaquerone e mescolate delicatamente.

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Unite il salmone affumicato tagliato a straccetti e mescolate delicatamente. Fate riposare qualche minuto e servite.

Vino

Trebbiano di Romagna, Verdicchio delle Marche, Chardonnay (Valle d’Aosta), Pinot Grigio (Friuli), Soave (Veneto), Borgogna- Montagny di Leflaive, Chardonnay del Limoux, Gruner Veltliner (Austria).

I consigli di vapjazz-Cookaround:
In gastronomia credo si possa definire pesce tutto ciò che vive nel mare: è quindi evidente che ci troviamo davanti ad una varietà di cibi molto grande, che si differenzia a seconda del contenuto in grasso, dei tempi e modi di cottura.
  • Per i pesci bianchi, cucinati al vapore o alla griglia senza aggiungere grassi, si devono scegliere vini bianchi delicati, non troppo aspri né alcolici, come uno Chardonnay o una Malvasia.
  • Con i crostacei alla griglia o lessati, essendo più aromatici, si può abbinare anche un Sauvignon o un Verdicchio, oltre che la Malvasia.
  • I fritti di mare sono invece uno di quei casi in cui si può pasteggiare con spumante metodo classico o con champagne, poiché la ricchezza di grassi rende opportuno sfruttare la capacità sgrassante dell’anidride carbonica.
  • I pesci al forno hanno una complessità di sapori molto variabile: da evitare i vini rossi perché i tannini, dal sapore amarognolo, non vanno d’accordo con queste preparazioni un po’ salate. Quindi ci si deve orientare su bianchi e rosati di ottimo corpo.
  • Per le zuppe e i brodetti vale quanto detto per i pesci al forno, senonché in questo caso ci si può spingere fino a vini rossi giovani, da un vino novello a un Freisa vivace.
  • Per i pesci conservati in salamoia si devono evitare i vini rossi perché non si accordano con la sapidità della pietanza, mentre per quelli affumicati come il salmone, che è piuttosto grasso, consiglio spumanti metodo classico e Sauvignon.
Paccheri al salmone con formaggio Squacquerone
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Pasta e fagioli con le cozze

Esistono numerosi varianti, con o senza peperoncino, con o senza pomodorini, la preparazione di base è la stessa

«Di questa ricetta esistono due varianti, una è quella di Pozzuoli l’altra è quella Torrese.
Differenze fra le due ricette differenziano di poco e fondamentalmente sono quasi del tutto identiche. Confesso mi piacciono entrambe. nella prima versione si usa il peperoncino, nella seconda no. Poi è tale tradizionale questa ricetta che ognuno ha una propria versione. Punti fermi sono la pasta (mischiata o i tubetti) le cozze¹ e i fagioli (chi usa i borlotti, chi i cannellini, chi gli occhioni)..»

Ingredienti per 6 persone

500 grammi di fagioli (uso quelli secchi che faccio rinvenire, dalla sera prima nell’acqua alla quale aggiungo un pizzico di bicarbonato); 4 spicchi d’aglio; un chilo di cozze; olio d’oliva extra vergine; pomodorini freschi; 300 grammi di pasta (paccheri, formati diversi, avanzi); prezzemolo.

Preparazione

Mettete a lessare i fagioli in una pentola dove prima avrete fatto indorare un paio di spicchi d’aglio nell’olio d’oliva. Quando l’aglio è imbiondito toglietelo e aggiungete i fagioli e fare lessare bene (aggiungo un po’ di cotica di prosciutto).
Mentre si lessano i fagioli fate aprire le cozze a vapore (oppure facendole aprire in una pentola larga dove con un filo d’olio avete fatto soffriggere l’aglio.

Passate l’acqua uscita dalle cozze che sguscerete. A questo punto in una pentola mettete dell’olio extravergine e fate imbiondire un paio di spicchi d’aglio che avrete schiacciato con la lama di un coltello (a questo punto io aggiungo anche il peperoncino) e quando gli spicchi saranno imbionditi toglieteli (se c’è anche il peperoncino toglietelo) e aggiungete le cozze sgusciate e il liquido che avete passato. A questo punto si aggiungono i pomodorini, ma c’è anche chi preferisce farla in bianco e quindi elimina in questo passaggio i pomodori.

Fate soffriggere per cinque minuti e aggiungete i fagioli con l’acqua nella quale sono stati lessati.

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Aggiungete la pasta e aggiustate di sale (questa operazione deve avvenire  solo alla fine quando tutti gli ingredienti saranno amalgamati). Servire il piatto ben caldo con prezzemolo tritato.

  • La ricetta si prepara in quasi tutto il meridione e quindi esiste anche una versione «siciliana» e una «calabrese». Ad onor del vero ogni località rivierasca ha tra le sue ricette questa specialità che davvero è molto buona. Cambiano il tipo di pasta, la guarnizione (c’è chi conserva alcune cozze senza sgusciarle con le quali guarnisce il piatto) l’uso di questo o quell’ingrediente. A questo punto l’unico consiglio che posso dare è quello di dare spazio alla fantasia come avviene per altri piatti caratteristici della cucina mediterranea”.
corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Vino

I consigli di ropa55  Cookaround Administrator: ropablog. “Chardonnay giovane passato in legno piccolo”-

Un ringraziamento a
Mulino bianco: “Confesso che anche per me, che sono di Afragola e dunque dell’entroterra, è una bestemmia mescolare legumi e cozze (non prodotti ittici in genere, dato che adoro le seppie con i ceci o i fagioli), e questo piatto, assaggiato sì e no un paio di volte, non mi ha mai entusiasmato .A dire il vero ero convinto che fosse un piatto dell’entroterra perché l’ho conosciuto in un ristorante situato dalle parti del Taburno, basso Sannio (credo Bonea, comune noto per avere un sindaco che quando fu eletto per la prima volta aveva 18 anni appena compiuti e frequentava il quarto anno di liceo scientifico), e la seconda volta che l’ho incontrato, che credo fosse pure l’ultima, mi pare fosse a un matrimonio sempre da quelle parti. Tanto premesso, a vedere ‘ste immagini mi viene voglia di addentare il monitor, nonostante il caldo. Avrei solo un dubbio: sicura che i fagioli usati nel procedimento siano quelli freschi e non quelli secchi? Io non ho mai messo a bagno i fagioli freschi, perché contenendo già acqua non vanno reidratati e già risultano molto teneri.”
Barone Zazà:
Cara Pati, lo sai che a casa mia, a Napoli, prepariamo un’ulteriore variante, coi fagioli cannellini e i pomodorini del piennolo e peperoncino??

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