È il film preferito di Papa Francesco
Quando uscì nel 1987, il film “Il pranzo di Babette (Babette’s Feast)”, ottenne un successo così clamoroso da assicurarsi l’Oscar. Non tanto clamoroso, però, quanto fu quello ottenuto nel 1958 dal racconto di Karen Blixen, l’autrice de “La mia Africa” e una delle massime scrittrici del Novecento, verso cui personaggi come Ernest Hemingway e Orson Welles nutrivano un’autentica devozione. Babette, la misteriosa donna che le due sorelle accettano in casa come domestica, è in realtà una chef e lo dimostrerà con un pranzo delle meraviglie che allestisce a proprie spese, e grazie al quale una comunità lacerata, luterana e chiusa, riscoprirà la gioia di vivere. Una sorta di rovesciamento miracoloso dell’Ultima Cena, il pranzo cabalistico di Babette ha un posto riservato per tutti i gourmet della grande letteratura.
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Il villaggio di Kongsfjord in Berlevåg, Finnmark, Norvegia. Nel centro della foto è il negozio locale (a sn), e Kongsfjord Cappella (a ds).
Nel piccolo paese norvegese di Berlevåg, alla fine del XIX secolo, un Reverendo fonda una propria comunità di seguaci e alleva con purezza e riserbo due figlie ricche di qualità e doti. Le due giovani donne non rimangono inosservate, due visitatori del villaggio infatti si innamorano di loro, per dover però rinunciare al loro sogno di fronte alla impossibilità di entrare e di essere accettati fino in fondo nel loro mondo. Il riserbo e l’educazione rigorosa che le due hanno ricevuto dal reverendo hanno ridotto e frenato la realizzazione dei loro desideri e delle loro aspirazioni. Passano così 35 anni di vita quando una lettera di uno dei due uomini introduce in scena il personaggio di Babette, che costretta ad andarsene da Parigi (ricercata dalla polizia dopo i giorni della Comune di Parigi) vorrebbe trovare rifugio nel piccolo villaggio.
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L’arrivo di Babette sarà la forza scatenante che andrà a muovere la stagnante energia del villaggio. Assunta come governante dalle due donne, Babette scopre di aver vinto alla lotteria. Decide allora di organizzare un grande pranzo in onore della ricorrenza del compleanno del defunto Reverendo, ormai diventato una guida spirituale per tutto il paese. La sola idea del pranzo scatena stupore ed inquietudine ma nessuna osa chiedere nulla a proposito.
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Babette introduce la gioia di una vincita, ma non solo. Lascia che emozioni e meraviglia irrompano nelle restrizioni e nella quotidianità anestetizzata dalle grandi emozioni. Non solo. Il pranzo che Babette organizzerà sarà al di fuori di ogni abitudine sensoriale ed emozionale per gli abitanti del villaggio. Babette per l’occasione ha infatti ordinato il cibo più raffinato, le salse, le spezie, le tovaglie di lino, i piatti di ceramica direttamente da Parigi. Un’invasione di colori, di bellezza, di armonia, di piacere e di gusti raffinati squarciano il velo dell’ umile e modesto stile di vita del paese che aveva impedito alle due donne di cogliere il gusto della vita, di coltivare la loro arte o i loro amori.
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In un mondo di moralismi e di regole controllate, dove i desideri e gli istinti venivano controllati e compressi nel minimo necessario, Babette introduce la passione, le emozioni e il gusto per il bello attraverso un pranzo che cambierà il destino del villaggio e dei suoi abitanti. I personaggi sembrano infatti liberarsi da una sorta di qualche catena che li lega da 35 anni: cominciano a rivelarsi cose mai dette prima e una nuova linfa vitale sembra pervadere nuovamente i rapporti tra le persone.
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ll delizioso racconto è stato successivamente trasformato in un film delicato ed emozionante (diretto da Gabriel Axel), vincitore del premio Oscar come miglior film straniero nel 1988.
.«Avevano diffidato dell’asserzione di Monsieur Papin secondo la quale Babette era capace di cucinare. In Francia, lo sapevano, la gente mangiava solo i ranocchi. Mostrarono a Babette come si prepara lo stoccafisso e una zuppa di birra e pane; durante quelle dimostrazioni il viso della francese perse ogni espressione. Ma dopo una settimana Babette cucinava lo stoccafisso e la zuppa di birra e pane come una cuoca nata e cresciuta a Berlevåg»
«La biancheria da tavola e l’argenteria erano state magistralmente stirate e lucìdate, e caraffe e bicchieri erano arrivati solo Babette sapeva da dove…»
Blinis Dermidoff (grano saraceno con caviale e panna acida)
Quaglie in crosta con salsa Périgourdine (foie gras e salsa al tartufo)
Insalata mista
Formaggi francesi
Savarin al rum
Frutta mista
Caffè
Friandises (piccola pasticceria): pinolate, frollini, amaretti
Amontillado
Clos de Vougeot 1845
Champagne Veuve Clicquot 1860
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.Soupe à la tortue, Brodo di tartaruga
Ingredienti per 14 persone
Una tartaruga marina, 1 cipolla, 1 spicchio d’aglio, 2 rametti di rosmarino, qualche foglia di salvia, qualche foglia di alloro, 3 chiodi di garofano, 1 noce moscata, un po’ di zenzero, un bicchiere di vino Vernaccia, olio extravergine d’oliva, aceto, burro, sale, pepe, crostini di pane.
Tagliare la testa alla tartaruga (ndr Trascrivo questa ricetta SOLO per informazione!) quindi appenderla per gli arti posteriori affinchè fuoriesca tutto il sangue. Conclusa l’operazione, adagiare la tartaruga in una capiente pentola colma d’acqua bollente e separarne la carne dal guscio. sciacquare poi la carne, inciderla e ripulirla dalle interiora.
Disporla ora in un recipiente con olio, sale, aceto, pepe ed erbe aromatiche, lasciandola a marinare per almeno 3 ore. Fare sgocciolare la carne e sistemarla in una casseruola con l’aggiunta di olio, qualche noce di burro, sale, spezie, un po’ di zenzero, un trito di cipolla e aglio e far rosolare il tutto; unire un cucchiaino di zafferano, un bicchiere di vernaccia e coprire con acqua cuocere a fuoco moderato per un’ora e servire con crostini di pane.
«Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all’altezza del naso e poi degli occhi, e lo posò poi, sbalordito. “Che strano!” Pensò. “Amontillado! e del miglior Amontillado che mai abbia assaggiato. “Dopo un attimo, per mettere alla prova le reazioni del suo gusto, prese una mezza cucchiaiata di minestra, poi una cucchiaiata piena, e posò il cucchiaio. “E’ veramente strano!” disse a se stesso, “perchè sto certamente bevendo brodo di tartaruga… e che brodo di tartaruga!” Fu preso da uno strano panico e si vuotò il bicchiere.»
«Il generale Loewenhielm, che doveva dominare la conversazione alla mensa, riferì che la raccolta dei sermoni del decano era il libro prediletto della regina. Ma quando fu servita una nuova pietanza rimase in silenzio. “Inaudito!” disse a se stesso, “questo è Blinis Demidoff!”. Si guardò attorno, osservò i suoi compagni di tavola. Mangiavano tutti calmi calmi il loro Blinis Demidoff, senza dar mai segno di stupore o di approvazione, come se lo avessero mangiato ogni giorno per trent’anni di fila.»
«Il generale Loewenhielm smise di mangiare e si fece immobile, Era nuovamente riportato indietro nel tempo, al pranzo di Parigi che gli era ritornato alla memoria sulla slitta. un piatto incredibilmente ricercato e gustoso era stato servito quella sera, egi ne aveva chiesto il nome al suo vicino, il colonnello Galliffet, e il colonnello gli aveva detto, sorridendo, che si chiamava Cailles en sarcophage. Gli aveva, poi, spiegato che quel piatto era stato inventato dal cuoco dello stesso café in cui stavano pranzando, persona nota in tutta Parigi come il più grande genio culinario dell’epoca, e – tanto più sorprendente – quel cuoco era una donna! “Infatti,” diceva il colonnello Galliffet, ” questa donna sta ora trasformando un pranzo al Café Anglais in una specie di avventura amorosa – una di quelle avventure amorose nobili e romantiche in cui si distingue più tra la fame, o la sazietà, del corpo e quella dello spirito!»
Salade, Insalata mista
Radicchio belga e noci in vinaigrette.
Savarin au rhum avec des fruits glacé, Savarin al rum con frutta glassata
Nel XIX secolo il maestro Brillat-Savarin inventò un liquore che ben si accompagnava alle macedonie di frutta. La pasticceria francese dei “Fratelli Julien” ebbe l’idea di chiudere la macedonia in un babà opportunamente spennellato di confettura di albicocche, nacque così il babà “Savarin”. Le prime fonti partenopee sul dolce risalgono al 1836 quando il cuoco Angeletti scrisse un manuale culinario in cui è descritta la ricetta con uvetta e zafferano, questi ultimi ingredienti persi negli anni a causa della “volgarizzazione” delle pasticcerie commerciali che ne hanno sfornati nuovi tipi con crema e amarene o magari servito mignon con gelato semifreddo.
Frutta mista: Uva, pesche, papaia, ananas e melograne
«Il generale Loewenhielm non si stupì più di nulla. Quando pochi minuti dopo, si vide davanti uva, pesche e fichi freschi, rise guardando il commensale che gli stava di fronte e osservò: “Che splendida uva !” Il vicino rispose: “E scesero fino al ruscello di Escol e spaccarono un ramo con un grappolo d’uva. E lo portarono in due infilato su un palo”. Allora il generale sentì che era giunto il momento di pronunciare un discorso.»
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Vini |
Amontillado bianco ambra: Semi-dry Sherry: Vino liquoroso spagnolo. Abbinato a Soupe à la tortue, Brodo di tartaruga
«Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all’altezza del naso e poi degli occhi, e lo posò poi, sbalordito. “Che strano!” Pensò. “Amontillado e del miglior Amontillado che mai abbia assaggiato.»
Champagne Veuve Clicquot del 1860 abbinato a Blinis Dermidoff con Salsa Smetana
«Il ragazzo colmò di nuovo i bicchieri. Questa volta i Fratelli e le Sorelle capirono che quanto era loro dato da bere non era vino, perchè spumeggiava. Doveva essere una specie di limonata. La limonata conveniva al loro stato d’animo esaltato e sembrava sollevarli da terra fino a una sfera più alta e più pura. Il generale Loewenhielm posò di nuovo il bicchiere, si rivolse al suo vicino di destra e gli disse: ”Ma questo è certamente Veuve Clicquot 1860!”. Il vicino lo guardò cortesemente, gli sorrise e fece un’osservazione sul tempo».
Gran Cru Clos de Vougeot del 1846, prestigioso Pinot Nero di Borgogna abbinato a Cailles en sarcophage, Quaglie in crosta.
Vieux Marc de Champagne (acquavite) servito a fine pranzo, in salotto, dopo i Friandises ed il caffè.
Video dal film
Capricci del destino è una raccolta di 5 racconti di Karen Blixen, pubblicata nel 1958, l’ultima raccolta prima della scomparsa dell’autrice (altri scritti sono stati pubblicati postumi). Contiene The Diver (1954), Babette’s Feast (1950), Tempests (1957), The Immortal Story (1953) e The Ring (1950). Di questi, Tempests appariva qui per la prima volta, The Diver era apparso in danese sulla rivista Vindrosen e gli altri tre erano usciti su Ladies’ Home Journal.
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