Pollo alla diavola

Come preparare il pollo alla diavola

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Il pollo alla diavola è un secondo tradizionale facile da preparare e con pochi ingredienti. Perchè si chiama così? Non si sa, forse perchè cuoce tra le fiamme oppure perchè il “fiammeggiante” peperoncino è uno degli ingredienti. Ne esistono più varianti a seconda delle varie regioni italiane.

Ingredienti e dosi per 4 persone

1 Pollo di 1000, gr. Aromi per arrosto qb, Peperoncino qb, 6 Cucchiai d’olio extravergine d’oliva qb,. Sale qb.

Preparazione

Aprite il pollo, staccategli zampe e collo, pulitelo per bene sotto l’acqua togliendo qualche eventuale piuma residua e asciugatelo. Tagliate il pollo a metà lungo la schiena, oppure lungo il petto, potete scegliere liberamente. Una volta aperto e spalancato, capovolgete il pollo e premete con forza sul piano d’appoggio in modo da appiattirlo per bene. Adesso sfregatelo col sale e massaggiatelo interamente con 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva al quale avrete aggiunto in precedenza del peperoncino in polvere e se volete anche degli aromi per arrosto. Versate i restanti 4 cucchiai d’olio d’oliva in un tegame antiaderente e sistemate il pollo con la parte spaccata verso il basso.

Coprite il pollo con un coperchio e con un peso tale da tenerlo schiacciato durante la cottura. Mantenete il pollo in quella posizione e fatelo cuocere per 5 minuti a fuoco vivace ma non altissimo facendolo dorare. Girate il pollo dall’altra parte e ripetete l’operazione per altre 4-5 volte finché il pollo non sarà cotto, ci vorranno intorno ai 50-60 minuti. Servite il pollo ben rosolato.

Accorgimenti

Fate attenzione al dosaggio del composto di olio, peperoncino e aromi. Esagerare con peperoncino e spezie rischia di sopraffare il gusto della carne e di rovinare la riuscita del piatto.

Idee e varianti

Per ottenere un risultato meno scontato, dopo averlo cosparso di aromi, potete cuocere il pollo direttamente in forno per un’ora a 200 gradi. Altrimenti potete insaporire il pollo con una spruzzata a fine cottura di una salsina all’agrodolce preparata con succo di limone.

Pollo alla diavola
Biryani con riso Basmati e pollo

Biryani, ricetta con riso Basmati e pollo

India – Bandiera

Il Biryani è un piatto indiano a base di riso Basmati e carne (pecora, pollo, manzo) o verdure.

L’ingrediente principale è il riso, principalmente di tipo basmati, a cui vengono aggiunti la carne, yogurt, cipolle, misto di spezie (Masala). A seconda del tipo di carne il piatto assume ad occidente nomi differenti: quella più comune è la carne di montone da cui deriva il nome Mutton Biryani, mentre altre volte si utilizza la carne di pollo da cui deriva il nome Chicken Biryani. Il piatto viene poi accompagnato con salsa dahi chutney, una chutney di menta, cipolle e labaneh; e mirchi ka salan, salsa curry di peperoncini verdi e noccioline. È possibile a volte trovare anche del baghara baingan, salsa curry a base di melanzane fritte e un’insalata di cipolle, carote, cetrioli e spicchi di limone.

चिकन चावल, Chicken Biryani

Ingredienti e dosi per 4 persone

 400 gr. di carne (pollo, manzo, montone), 500 gr. di riso Basmati, 2 cipolle affettate fini, 250 gr. di yogurt bianco, 1 cucchiaio di olio evo, 1 bustina di zafferano, 1 bicchiere di latte con 1 cucchiaino di zenzero grattugiato, Masala misto di spezie in polvere (cumino, coriandolo, cardamomo, cannella, kurkuma, alloro, parika dolce, mace, pepe nero, chiodi di garofano), 1 spicchio d’aglio tritato, 1 peperoncino verde tritato, sale.

Per il riso
500 gr. di riso Basmati, 1 cucchiaino d i Byriani Masala, un pizzico di zafferano, acqua.

Preparazione

Mettete in una ciotola lo yogurt con il misto di spezie Masala, l’aglio trito, lo zenzero, il peperoncino e l’aglio. Mescolate il tutto e condite con sale e pepe. Aggiungete il petto di pollo a pezzetti ed amalgamatelo alla salsa di yogurt lasciate riposare in frigorifero per qualche ora.

Lessate il riso Basmati in acqua dove avrete aggiunto lo zafferano, quindi scolatelo e conditelo con il cucchiaino di spezie. In una padella capiente fate imbiondire, nell’olio, le cipolle affettate fini, quindi unite il pollo con la sua marinata di yogurt e cuocete per 5 minuti.

Versate sul pollo il bicchiere di latte dove avrete precedentemente stemperato lo zafferano e un pizzico di curry; coprite e fate cuocere per 15-20 minuti. A questo punto togliete il coperchio e regolate il sale; fate rassodare il fondo di cottura che dovrà diventare una crema.

Servite il Byriani caldo con il pollo mescolato al riso. Oppure mettete il riso in uno stampo ad anello ed una volta rovesciato, mettete al centro, nel vuoto, il pollo con il fondo di cottura. Decorate con pomodori e peperoni freschi, cetrioli affettati e fette di limone.

ll pollo così preparato potrà servire come accompagnamento anche al riso Venere e al Cous cous.
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Biryani con riso Basmati e pollo
Pollo alla cacciatora alla romagnola

Pollo alla cacciatora alla romagnola

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Per questa ricetta semplice e di famiglia, tagliate a pezzi piuttosto piccoli 1 pollo ben pulito e lavato. Fatelo soffriggere in mezzo bicchiere di olio e in 1 noce di burro, 100 gr. di prosciutto grasso e magro a pezzettini.Quando il soffritto comincerà ad imbiondire, urite il pollo e fatelo rosolare a fiamma viva per qualche minuto. Aggiungete poi 1 bicchiere di vino bianco secco, il sale, una macinata di pepe e 300 gr. di pomodori maturi a pezzi. Lasciate cuocere a fuoco basso per circa 1 ora e mezza.

Mangiate il pollo appena pronto senza lasciarlo raffreddare.

La ricetta in dialetto romagnolo, tratta da “Romagna in cucina”, 1998,
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pollo cacciatora (4)

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 Pollo alla cacciatora alla romagnola
Trenette, stoccafisso e pollo alla Garibaldi

Cosa mangiava Garibaldi? Trenette, stoccafisso e pollo

Preparazione del pesto schiacciato col pestello di legno nel tradizionale mortaio di marmo

 

Ricette del Risorgimento
L’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, a tavola aveva gusti semplici, amava il pesce appena pescato e cotto alla brace, i fichi col salame, i legumi, le bistecche in ricordo del Sud America. Era astemio, ma si vantava di essere grande intenditore di acque minerali, che sapeva riconoscere al primo assaggio.
Trenette, stoccafisso e pollo alla Garibaldi
Tre delle ricette più amate dal generale, patriota, condottiero e scrittore italiano.

Stoccafisso alla garibaldina
Ingredienti: due chili di stoccafisso ammollato, una grossa cipolla, mezzo chilo di pomodori maturi, 50 gr. di acciughe salate, disliscate e ben lavate, abbondante prezzemolo e aglio tritati, olive in salamoia, olio, sale e pepe.
Preparazione: Per questo piatto, molto importante è la preparazione dello stoccafisso. Non andrebbe mai comprato già ammollato come si usa fare ora per risparmiare tempo e lavoro. Lo stoccafisso secco va innanzi tutto battuto a lungo con un grosso bastone di legno. Evitare assolutamente il martello che sbriciolerebbe le fibre del pesce. Dopo averlo battuto si mette a bagno cambiando l’acqua spesso per circa due giorni. Dopo va pulito, liberato della pelle e la polpa dalle lische. Sbriciolato e ben pulito si procede alla cottura. Si prepara un battuto di cipolla e si mette sul fuoco con abbondante olio. Quando la cipolla ha preso colore si mette lo stoccafisso e il pomodoro, possibilmente fresco, tritato grossolanamente e si lascia cuocere a fuoco lento. A metà cottura aggiungere le pancette tagliate a pezzetti, un tritato di prezzemolo, aglio e acciughe. Continuare la cottura, deve cuocere in tutto circa tre ore. Mezz’ora prima di portarlo a tavola aggiungere le olive in salamoia.

Testo tratto dal volume “Garibaldi a tavola” di C. Gonella

Il Pollo alla Garibaldi di Ne¹
Ingredienti: 1 pollo pulito e tagliato a pezzi piccoli, 150 gr di olivette nere, 2 litri di brodo di carne (anche di dado, basta non sia vegetale), 2 foglie di alloro, 1 rametto di salvia, 1 rametto di rosmarino, 1 pomodoro maturo, 1 bicchiere di vino bianco secco, olio, burro, sale.
Preparazione: In una casseruola mettere burro e olio; farvi soffriggere le olive e l’alloro, sino a quando saranno dorati. Aggiungere i pezzi di pollo, salare e rosolare. Unire il vino bianco, le olive e i sapori tritati insieme al pomodoro. Rosolare e mescolare velocemente. Appena il vino sarà evaporato, unire il brodo sino a coprire completamente il pollo: mettere un coperchio e cuocere lentissimamente per due ore circa.

Ricetta di Placida Signora
  • ¹Comune di Ne (Provincia di Genova, Regione Liguria)
da taccuinistorici.it

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Garibaldi fotografato a Palermo, nel luglio 1860 

“Le Gray, Gustave (1820-1884) – Palerme. Portrait de Giuseppe Garibaldi, juillet 1860” di Gustave Le Gray (1820-1884).
 Trenette, stoccafisso e pollo alla Garibaldi

 

 

Un menù per bambini del 1900 di Escoffier

Menù per bambini del 1900 di Escoffier

Mr. Balashov’s Children Konstantin Makovsky Дети господина Балашова 1880

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MENU pour ENFANTS vers 1900

POTAGES
Consommé aux Cheveux d’Ange. Velouté Reine des Fées
POISSON
Ondines aux Crevettes roses
RELEVÉS
Mignonettes d’Agneau de lait Mousseline d’asperges vertes
ENTRÉE
Crème aux Amourettes
RÔTI
Blanc de poulet
LÉGUMES
Coeurs de laitues au jus
ENTREMETS
Petits Berceaux surprise
Pêches pochées à la vanille
Charlotte Chantilly.
Gelée aux Violettes  
DESSERTS
Friandises Nids de fauvettes
VINS
Grand Cru St Léger Bébé Champagne

Consommé aux Cheveux d’Ange.
Consommé con capelli dell’Angelo.

Si chiama consommé il brodo che è stato chiarificato. Per ottenere 3 litri di consommé: tritare finemente 800 gr. di manzo molto fresca e ben sgrassata; prendere qualche rigaglia di pollo e, se possibile, una o due carcasse di pollo arrosto. Unire queste carni in una casseruola di giuste dimensioni, mescolarvi 2 o 3 albumi e mezzo bicchiere di acqua fredda, diluire poco a poco con 4 litri di brodo freddo, aggiungere un mazzetto guarnito di cerfoglio e una piccola costola di sedano. Mettere la casseruola su una fiamma moderata, mescolare il liquido con una spatola o un cucchiaio con continuità. Al primo bollore, mettere la casseruola sulll’angolo del fornello, in modo che l’ebollizione sia quasi impercettibile. Dopo 35-40 minuti, filtrare il consommé alla stamigna. Tenere in caldo a bagno-maria. Al momento di servire, aggiungere la “guarnizione” scelta: pasta o altro.

Mignonettes d’Agneau de lait
Noccioline di agnello da latte

Le noccioline di agnello da latte si tagliano di preferenza sulle costate del carré; contare 2 pezzi a persona. Al momento di cuocerle, condirle, passarle nella farina e saltarle nel burro. Esse vengono quindi riposte su crostini di mollica di pane, della medesima grandezza, fritti nel burro all’ultimo momento. Sciogliere il fondo della padella con qualche cucchiaio di vino bianco e di fondo di vitello scuro o, in mancanza di questi, con del normale brodo e glassa di carne corretta con qualche scaglia di burro raffinato. Rivestire di salsa le noccioline. Servire con un contorno di punte di asparagi o di piselli freschi all’inglese.

Mousseline d’asperges vertes
Chenelle di asparagi verdi

Questa preparazione si basa sulla farcia mousselline alla crema. Le mousseline si differanziano dalla mouse, in quanto quest’ultima si prepara in uno stampo. per 4-8 persone, mentre le mousseline si modellano come grosse chenelle e si servono nella misura di 1 0 2 a persona.

Blanc de poulet
Petto di pollo

Scegliere un pollo dalla carne bianca e grassa, pulirlo accuratamente, salarlo internamente, legarlo, bardarlo con del lardo e cuocerlo in un fondo bianco per 50-60 minuti, secondo le dimensioni. Non appena i filetti sono cotti, si tolgono e ciascuno si divide in 2 o 3 scaloppine, secondo la grandezza del pezzo.

Charlotte Chantilly.

Rivestire di savoiardi uno stampo da charlotte delle dimensioni desiderate. Riempirlo con della panna montata zuccherata profumata alla vaniglia. Sformare sul piatto da portata. Servire con l’accompagnamento di una salsa alla frutta a piacere (albicocche, lamponi, fragole, ribes) o di salsa al cioccolato.

Otto von Thoren, enfants jouant sur la plage de Trouville.JPG

Enfants jouant sur la plage de Trouville (France, Normandy) Otto von Thoren, 1884
Di Konstantin Egorovič Makovskij – http://www.art-catalog.ru/gallery.php?id_artist=32&id_museum_list=469, Pubblico dominio,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5145233
Di Philippe Alès – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17808694
Tartufo... secondo l'Artusi

Sua Maestà il Tartufo… secondo l’Artusi

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Petti di pollo alla sauté
Crostini con tartufi
Tartufi alla bolognese, crudi, ecc.

 269. Petti di pollo alla sauté  

Il miglior modo di cucinare i petti di pollo mi pare che sia il seguente, perché riescono delicati al gusto e fanno tale comparita che un petto di cappone può bastare in un pranzo per quattro o cinque persone. Tagliate i petti a fette sottili quasi come la carta, date loro la miglior forma che sarà possibile e dei minuzzoli che ricavate nel ripulir bene lo sterno, formatene un intero pezzo, unendoli insieme e schiacciandoli. Poi conditeli con sale e pepe e metteteli in infusione nelle uova frullate. Dopo qualche ora passateli nel pangrattato fine e cuoceteli col burro nella sauté o in teglia. Se li aggradite naturali basta l’agro di limone; se poi li volete coi tartufi potete trattarli come le cotolette del n. 312, oppure nella maniera che segue:

Prendete un tegamino di metallo, versate nel medesimo tant’olio che appena ne ricuopra il fondo, distendete un suolo di fettine di tartufi, spargendovi sopra pochissimo parmigiano grattato e una presa di pangrattato. Ripetete la stessa operazione per tre o quattro volte, secondo la quantità, e per ultimo condite con olio, sale, pepe e qualche pezzettino di burro, il tutto a piccole dosi perché non nausei. Mettete il tegame al fuoco e quando avrà alzato il bollore annaffiate con un ramaiolino di sugo di carne o di brodo e un po’ d’agro di limone. Ritirate presto dal fuoco questo intingolo e versatelo sopra i petti già rosolati nel modo anzidetto.

Non avendo i tartufi, servitevi di funghi secchi rammolliti tritati all’ingrosso, e se manca l’agro di limone ricorrete al sugo di pomodoro o alla conserva.

109. Crostini con tartufi

Prendete a preferenza i bastoncini di pane e tagliateli a fette diagonali: in mancanza di essi preparate fettine di pane a forma elegante, arrostitele appena e così a bollore ungetele col burro. Sopra di esse distendete i tartufi preparati nel modo descritto al n. 269 (ricetta precedente: Petti di pollo alla sauté) e bagnateli coll’intinto che resta.

 408. Tartufi alla bolognese, crudi, ecc.

La gran questione dei Bianchi e dei Neri che fece seguito a quella dei Guelfi e dei Ghibellini e che desolò per tanto tempo l’Italia, minaccia di riaccendersi a proposito dei tartufi, ma consolatevi, lettori miei, che questa volta non ci sarà spargimento di sangue; i partigiani dei bianchi e dei neri, di cui ora si tratta, sono di natura molto più benevola di quei feroci d’allora. Io mi schiero dalla parte dei bianchi e dico e sostengo che il tartufo nero è il peggiore di tutti; gli altri non sono del mio avviso e sentenziano che il nero è più odoroso e il bianco è di sapore più delicato: ma non riflettono che i neri perdono presto l’odore.

I bianchi di Piemonte sono da tutti riconosciuti pregevoli, e i bianchi di Romagna, che nascono in terreno sabbioso, benché sappiano d’aglio, hanno molto profumo. Comunque sia, lasciamo in sospeso la gran questione per dirvi come si preferisce di cucinarli a Bologna, Bologna la grassa per chi vi sta, ma non per chi vi passa. Dopo averli bagnati e nettati, come si usa generalmente, con uno spazzolino tuffato nell’acqua fresca, li tagliano a fette sottilissime e, alternandoli con altrettante fette sottilissime di parmigiano, li dispongono a suoli in un vassoio di rame stagnato, cominciando dai tartufi. Li condiscono con sale, pepe e molto olio del migliore, e appena hanno alzato il bollore, spremono sui medesimi un limone togliendoli subito dal fuoco. Alcuni aggiungono qualche pezzetto di burro; se mai mettetene ben poco per non renderli troppo gravi.

Si usa pure mangiare i tartufi crudi tagliati a fette sottilissime e conditi con sale, pepe e agro di limone. Legano bene anche con le uova. Queste frullatele e conditele con sale e pepe. Mettete al fuoco burro in proporzione e quando sarà strutto versateci le uova e dopo poco i tartufi a fette sottili, mescolando. A tutti è nota la natura calida di questo cibo, quindi mi astengo dal parlarne perché potrei dirne delle graziose. Pare che i tartufi venissero per la prima volta conosciuti in Francia nel Périgord sotto Carlo V. Io li ho conservati a lungo nel seguente modo, ma non sempre mi è riuscito: tagliati a fette sottili, asciugati al fuoco, conditi con sale e pepe, coperti d’olio e messi al fuoco per far loro alzare il bollore. Da crudi si usa tenerli fra il riso per comunicare a questo il loro profumo.

  • Che esistano ben 3 ricette relative al tartufo conferma quanto segue: Che l’Artusi non riporti una ricetta per i tortelli di zucca può mettere qualcuno in allarme ed indurci a pensare che questo piatto non sia considerato italiano o meritevole. La spiegazione del perchè la ricetta non sia inclusa nella ‘bibbia’ della cucina italiana può essere fatta risalire al fatto che l’Artusi considerasse la zucca cibo per tavole ben più povere di quelle per le quali le ricette raccolte nel suo libro erano destinate, ovvero le mense della nuova emergente classe borghese.