Borlengo, burlengo, zampanella, una crespella tipica dell’Appennino modenese

 Tradizioni e Sapori di Modena

Il borlengo è una sottilissima cialda che viene servita calda, ripiegata e condita con un battuto di lardo e una spolverata di parmigiano reggiano.
L’origine storica del borlengo risale al tardo Medioevo, quando per far fronte alla carenza di farina si usava aggiungere una maggiore quantità di acqua all’impasto del pane. Nasceva così una sorta di cialda sottilissima e trasparente, quasi un cibo per burla, da cui il nome attuale “borlengo” (in dialetto burlang o burleng).
La ricetta attuale, oltre agli ingredienti per la “colla” composta di farina, acqua e sale, prevede l’uso facoltativo di uova e un condimento (cunza o concia) preparato con lardo e/o pancetta, aglio e rosmarino, a cui va aggiunta una spolverata di parmigiano reggiano.
Una ricetta semplice che richiede però una grande abilità nella cottura, da effettuarsi su una larga padella in rame stagnato chiamata “sole”.
Il borlengo è stato sempre considerato un cibo povero ed è una tradizione tramandata di padre in figlio, di famiglia in famiglia. Fino a qualche decennio fa poco conosciuto fuori dal limitato territorio tradizionale di produzione, oggi ha raggiunto una popolarità che sta uscendo dai suoi ristretti confini.
Il Borlengo di Guiglia è una delle denominazioni del Marchio “Tradizioni e Sapori di Modena”.

A Zocca ha sede il museo del Borlengo, e ha sede la compagnia della cunza, associazione per la cultura e la conservazione della tradizione del Borlengo tipico.

Parchi Emilia centrale

Borlengo_di_Guiglia_02

Borlengo tradizionale – a Monterosello di Guiglia (MO)

La ricetta

Ingredienti per 8 persone
  • 250 gr. di farina 00
  • 1 litro d’acqua
  • 1 pizzico di sale
Preparazione 

La ricetta è assomiglia a quella delle crêpe e a quella dei pan cakes.
Per preparare i borlenghi cominciate dalla pastella “colla”: in una ciotola mettete la farina, versate l’acqua a filo, mescolate con una frusta in modo che non si formino grumi; coprite e lasciate riposare per 1 ora in frigorifero.
Raggiunta la consistenza giusta (abbastanza liquida), con un mestolo versate il composto su la padella (chiamata “sole”) precedentemente scaldata e unta con cotica di maiale. Fate ruotare il “sole” in modo che la “colla” si espanda uniformemente.
Dopo qualche minuto capovolgete e lasciate ancora qualche secondo sulla padella per condire con una spolverata di parmigiano grattugiato o con la “cunza“.
Ripiegate il borlengo su se stesso e servite subito.

undefinedBorlengo si serve molto caldo, ripiegato in quattro parti e condito in mano perché non si raffreddi.

Crescentine (tigelle) con la Cunza il pesto cotto montanaro a base di lardo

Ciacci o necci, con farina di castagne

Piadotto, antica piadina di farina di granoturco (furmintôn)

Di Giuliof – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2106627Di Elena Tartaglione – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=128241381 Di Giuliof – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2106641
Borlengo, burlengo, zampanella, una crespella tipica dell’Appennino modeneseultima modifica: 2024-04-22T14:26:47+02:00da patiba0
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