rosolio di pesca

Rosolio di pesche

 I liquori casalinghi

L’uso di offrire un liquorino preparato dalle mani della padrona di casa era un tempo una consuetudine normale. Allora le signore qualche volta si passavano l’un l’altra, generosamente, le preziose ricette, mentre, più spesso, ne tenevano nascosta qualcuna che, nella loro famiglia, veniva tramandata di madre in figlia. Un tempo questi liquori si chiamavano rosoli amabili, e si servivano il giorno delle visite, quando gli ospiti venivano ricevuti con tutti gli onori nel “salotto buono”, quello così colmo di “buone cose di pessimo gusto” (cose semplici e povere d’altri tempi) come direbbe Gozzano L’amica di nonna Speranza” . Naturalmente i rosoli casalinghi sono molto diversi dai liquori preparati industrialmente, ma sono ugualmente gradevoli, anche per i gusti un po’ sofisticati e difficili noi uomini e donne del 1964. Stiamo attente però a prepararli seguendo alcune semplici ma importanti regole tanto nella lavorazione quanto nella scelta degli ingredienti.

Enciclopedia della donna 1964.
Il rosolio è una soluzione liquorosa (non un liquore per la gradazione alcolica non elevata) particolarmente diffusa nell’Italia rinascimentale, soprattutto alla corte di Caterina de’ Medici, che ne esportò l’utilizzo persino in Francia.

Il Vocabolario della Lingua Italiana di Zingarelli definisce il rosolio come “liquore preparato con alcol, zucchero e acqua nella stessa proporzione, con in più un’essenza che gli dà nome”: quindi, rosolio alla rosa, rosolio alla menta, ecc.
È diffuso soprattutto in Piemonte, Campania, Sicilia e particolarmente in Umbria . Nel cuore verde d’Italia viene utilizzato sin dall’antichità da offrire agli ospiti e nei preparati dolciari. Quello più antico è il rosolio francescano preparato nella zona di Assisi con petali di rosa. Nell’isola siciliana, dove sin dal Cinquecento veniva prodotto in casa e offerto agli ospiti in segno di buon augurio, sono state sperimentate varie ricette di rosolio, tra cui quelle con agrumi, caffè, anice, menta, cannella e pistacchio

Come si beve
Per le abitudini odierne e il suo grado alcolico che va dai 20 ai 30 gradi, è consigliato come ammazzacaffè a fine pasto, possibilmente freddo, in piccole dosi (10 ml) e assolutamente senza ghiaccio

 Ingredienti

500 g di alcool, alcuni noccioli di pesche, 500 g di zucchero, acqua.

 Preparazione

In un vaso a chiusura ermetica mettete mezzo chilo di alcool da liquori e riempite di noccioli di pesche (che restino immersi). Lasciate in infusione per 3 o 4 mesi. Ricordate di agitare il recipiente una volta al giorno, in modo da diffondere uniformemente la fragranza.

Trascorso il tempo occorrente, preparate uno sciroppo con mezzo chilo di zucchero con un po’ d’acqua, riscaldandolo a fiamma bassa. Mescolate fino al completo scioglimento dello zucchero. Spegnete e fate freddare.

Filtrate i noccioli macerati e aggiungeteli allo sciroppo raffreddato. Mescolate velocemente, versate in bottiglia e lasciate riposare per due settimane prima di servire il rosolio.

Pesche al vino rosso con cannella, ricetta spagnola della Rioja

Pesche caramellate nel miele e profumate con cannella

Pesche al limone alla maniera di Petronilla

Pesche fresche pasta gialla allo sciroppo

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