Patate alla contadina

Patate alla contadina per il pranzo di San Giovanni, ricetta di una famiglia nobiliare ravennate di inizio ‘900 (Romagna)

Ricetta per il  Menù per SAN GIOVANNI B. del 24 giugno
Menù
PRANZO
Minestre
Risotto ai fegatini di pollo
Spaghetti ai piselli
Pietanze
Piccioni al limone
Filetti al Vin Santo
contornati da finocchi al Trebbiano,
cipolle al Trebbiano e patate alla contadina*.
Formaggi campagnuoli
Frutta
Pere e mele di San Giovanni, ciliegie, fragole al Vin Santo
Dolci
Biscotti di San Giovanni
Ingredienti
  • Patate,
  • parmigiano grattugiato,
  • uova,
  • conserva di pomodoro (facoltativo),
  • burro,
  • brodo,
  • sale e pepe.
 Preparazione

Lessate le patate, pelatele e tagliatele in tanti piccoli pezzi. Mettetele in una ruola¹ (padella) cosparsa di burro, bagnatele con brodo, salate e pepate e fatele rosolare.

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Foderate una teglia con carta da forno, versate le patate e aggiungete le uova sbattute, il formaggio parmigiano grattugiato e la conserva di pomidoro (se volete).

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Lasciate la teglia in forno per una decina di minuti o fino a quando il tutto sarà rassodato e ben dorato.

Vino

Trebbiano di Romagna

¹”Ruola” o “Sole” è una padella di rame stagnato di circa 40-45 cm. di diametro con un lungo manico. Le ruole devono essere “preparate” per poter essere utilizzate e questo della preparazione è un segreto che ogni cuoco difende gelosamente La cottura è effettuata su fornelli speciali (detti “fuochi” o “foconi”) che poggiano su un treppiede e che scaldano uniformemente la padella.

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Patate alla contadina

mandorle  pinoli fave cognac

Fave dolci, Fave dei morti, Favette: ricette di una famiglia nobiliare ravennate di inizio ‘900

Fave dolci di Ravenna o a Cervia
100 grammi di zucchero, 200 grammi di pinoli tritati molto fini, 25 grammi di farina, 25 grammi di crusca, un uovo e una spruzzata di acquavite.
 
Fave dolci di Forlì
100 grammi di zucchero, 200 grammi di mandorle dolci tritate. 100 grammi di farina, un uovo. 30 grammi di burro, una spruzzata di Alkermes.

Fave dolci di montagna
100 grammi di zucchero, 100 grammi di mandorle tritate. 100 grammi di farina, 100 grammi di farina di castagne, un uovo, una spruzzata di Acquavite.
 
Fave dolci di Lugo
100 grammi di zucchero, 100 grammi di mandorle dolci tritate, 200 grammi di farina gialla, un uovo, una spruzzata di vecchio Cognac.

Fave dolci di Massalombarda
100 grammi di zucchero, 200 grammi di mandorle dolci tritate, 100 grammi di farina, un uovo, una spruzzata di caffè molto nero.

  • da “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini.

Per colorare i biscottini di rosa aggiungere Alkermes all’impasto, di marrone aggiungere cacao.

Fave dolci, Fave dei morti, Favette

I dolci dei morti

sono dei preparati, quasi sempre biscotti, realizzati in occasione della Commemorazione dei Defunti.
È tradizione in Europa e soprattutto in Italia allestire dolci particolari nei giorni a ridosso del 2 novembre, che spesso ricordano nel nome questa ricorrenza o nella forma e consistenza quella di un osso. Altro riferimento ricorrente è alle dita delle mani, mentre il dolce a forma di cavallo è probabilmente legato alla leggenda di Proserpina. Ancora oggi in alcuni paesi d’Italia, la notte tra l’1 ed il 2 novembre, si pongono questi dolci su tavole i imbandite, sicuri che verranno frequentate dai propri defunti.
I dolci dei morti contengono ingredienti semplici come farina, uova, zucchero ed aromatizzanti; spesso sono presenti mandorle finemente triturate o talvolta anche cioccolato, marmellata e frutta candita. Tali dolci sono presenti, con poche varianti, come preparazioni casalinghe, artigianali o di pasticceria quasi ovunque nella penisola italiana ed i nomi attribuiti sono similari da Nord a Sud, tralasciando le forme dialettali.

Biscotti

  • “Fave da morto”, “fave dei morti” o “fave dolci”: pasticcini alla mandorla, di forma ovoidale e schiacciata, cosparsi di zucchero a velo; hanno l’aspetto di un amaretto, ma presentano una consistenza maggiore (Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche ed Umbria). Differenti, seppur sempre a base di mandorla, sono le “Favette dei Morti”, presenti un po’ in tutto il Nord-est, ma soprattutto in Veneto, a Trieste e in Friuli, sono di tre colori (panna, marroni e rosa) e variano dal croccante al morbido (Favette Triestine).
  • Ossa di morto, talvolta “ossa da mordere” italianizzando il piemontese “Òssa ëd mòrt”: biscotti di consistenza dura, con mandorle ed albume d’uovo (Piemonte e Lombardia).
  • “Ossa di morto”: biscotti dalla forma oblunga (Veneto), talvolta ricoperti da cioccolato (Sicilia).
  • In Sicilia, secondo la versione originaria, le “Ossa di morto” sono di consistenza molto secca e di colore bianco e marrone. Con zucchero, farina, albume e acqua di chiodi di garofano, vengono chiamate anche “Paste di Garofano”. Molto spesso confuse con le ” Mostacciole”, le quali, invece, sono fatte con un impasto di miele e spezie, come il chiodo di garofano.
  • Le “Ossa di morto” sono presenti anche nel Senese, con origine a Montepulciano. Di consistenza friabile e di forma rotonda, sono impastati con le mandorle tritate.

Derivati del pane

  • “I cavalli”: pane di grandi dimensioni, a forma di cavallo (Trentino-Alto Adige).
  • “La mani”: pane a forma circolare con due mani che si uniscono (Sicilia).
  • “Pane dei morti”: piccoli panini dolci, a base di biscotti sbriciolati, ripieni di frutta candita e confezionati su ostie (Lombardia).
  • Piada dei morti, Piê di murt (Romagna), torta lievitata arricchita con uvetta, pinoli, mandorle, noci
Piê di murt

Piê di murt

Derivati del marzapane

  • “Dita di apostolo”: dolce a forma di mano, a base di pasta all’uovo e riempito di mousse di ricotta e panna, tipico della pasticceria siciliana.
  • Frutta di Martorana, riproduzioni di frutta con farina di mandorle e zucchero.

Varianti del torrone
“Torrone dei morti”: presenti nella tradizione culinaria napoletana, sono torroni morbidi dalle dimensioni di 50-70 cm, venduti a pezzi. A differenza del torrone classico, non sono a base di miele, ma di cacao, e sono preparati in vari gusti, con nocciole o frutta secca e candita, ma anche al caffè, o altri gusti ancora.

Altro
  • Pupi di zucchero (o, in siciliano: pupaccena, pupi ri zuccaro): presenti nella tradizione siciliana, si tratta di statuette di zucchero colorato, riproducenti paladini o generiche figure maschili e femminili (i morti, gli antenati della famiglia).
  • “La colva”, dolce pugliese che si prepara il 2 novembre a Foggia, Barletta e Bitonto, fatto con grano cotto, uva sultanina, noci e mandorle tritate, fichi secchi a pezzetti, scaglie di cioccolato fondente, chicchi di melagrana, zucchero e vincotto.
  • “Le fanfullicche”, dolce leccese proprio del 2 novembre. Si tratta di bastoncini di zucchero aromatizzati normalmente dalla forma attorcigliata.

fave dei morti

 Fave dolci, Fave dei morti, Favette