La ricetta in dialetto romagnolo su carta paglia – “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998
Traduzione
Per 6 persone calcolate 1 kg. di seppioline (ciapulé) piuttosto piccole, pulitele e lavatele bene. Se le seppie (al cèpi) saranno abbastanza piccole (znìni) lasciatele pure intere, altrimenti tagliate loro buona parte dei tentacoli (i bréncul (al trez). Preparate il ripieno con 100 gr. di pangrattato condito con abbondante olio, sale, pepe, 2 spicchi d’aglio tritati e 1 grossa manciata di prezzemolo anch’esso tritato. Se li avete tagliati, aggiungete al ripieno anche i tentacoli tagliuzzati in piccolissimi (pzultìnìn) pezzi. Riempite col ripieno le seppie e cucite l’apertura con un filo bianco. Sistemate le seppie sulla graticola, conditele con un filo d’olio e sale, e fatele cuocere rigirandole spesso per non farle bruciare. Nella stessa maniera potete preparare dei calamari ripieni.
Preparate il contorno di patate al forno
Accorgimenti |
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Se le seppie sono femmine, quando le pulite dovrete asportare anche la sacca gialla.
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Nel caso le seppie non siano molto grandi, non è necessario spellarle.
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Potete far pulire le seppie dal vostro pescivendolo di fiducia.
Idee e varianti |
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Al posto del pancarrè potete utilizzare del pane raffermo.
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Potete aggiungere al composto anche del parmigiano.
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Aggiungete nella teglia dei pomodorini ciliegino tagliati in 4 spicchi..
Caràmai col pien, Calamari ripieni, la ricetta in dialetto veneto