anguilla padella

Inguèla in padëla, anguilla in padella alla romagnola con la ricetta in dialetto

Per la Vigilia di Natale, il precetto impone “pranzo di magro”, ma la festosa attesa che è nell’aria, la serenità  che regna nelle case mal si conciliano con l’astinenza. Pranzo di magro, quindi, secondo tradizione, ma un “magro” del tutto particolare, tanto particolare da presentare come piatto forte il CAPITONE, il pesce più grasso che esista. Capitone, abbiamo detto, e non semplicemente anguilla, perchè si tratta dell’anguilla femmina giunta all’età adulta: può raggiungere la lunghezza di 1 metro e 80 cm. e il peso di 5 kg. (i maschio arriva al massimo alla lunghezza di 55 cm. e al peso di 400 gr.).
La ricetta in dialetto romagnolo “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998

anguilla padella

Anguilla in padella

Per 6 persone calcolate circa 1 kg. e ½ di anguille. Strofinatene la pelle con cenere di legna, pulitele e lavatele. Fate soffriggere in ½ bicchiere d’olio 2 spicchi d’aglio (che poi eliminerete) e 1 cipolla grossa affettata. Quando il soffritto comincerà a dorarsi, unite l’anguilla tagliata a pezzi piuttosto piccoli, qualche foglia di alloro, sale e pepe. Dopo circa 15 minuti spruzzate l’anguilla con 2 cucchiai d’aceto e lasciatela cuocere a fuoco lento per circa 1 ora. servitela appena pronta.

anguilla in padella. 2

anguilla arrostoAnguilla con verdure alla maniera di Petronilla

 

 

 

 

Risi Bisi e Bisato (riso, piselli e anguilla) di magro PetronillaRisotto con l'anguilla

anguilla capitone marinata

 

 

 

 

anguilla capitone spiedo spiediniCapitone e Anguilla

matelote zuppa pesce anguilla (3)

 

 

 

Anguilla arrosto per Nota di Pranzo di Quaresima di Pellegrino Artusi

L’Estimat – All i Pebre.jpg[[File:L’Estimat – All i Pebre.jpg|L’Estimat_-_All_i_Pebre]]
stracciatella zuppa minestra

La Stracciatella in brodo in alcune ricette della tradizione regionale

Foto di taccuinigastrosofici.it
 

La stracciatella è un tipico piatto della cucina romana, marchigiana e abruzzese, consistente in una zuppa a base di uova con aggiunta di Parmigiano-Reggiano grattato, sale, pepe, noce moscata, a volte semolino o pangrattato e cucinata nel brodo. Il nome deriva dal fatto che il composto di uova all’interno del brodo prenda la forma di piccoli straccetti.

È un piatto molto conosciuto anche in Romagna (tardura o minestra del paradiso, descritta da Pellegrino Artusi).

Una versione simile, seppur con nome diverso, è presente anche nella cucina istriana, dove prende il nome di “pasta butada” cioè buttata, dal fatto che la sua preparazione consiste nel “buttare” nel brodo bollente, aiutandosi con una forchetta, la pastella di farina, uova, burro e grana.

18. Minestra del paradiso (stracciatella) dell’Artusi

«È una minestra sostanziosa e delicata; ma il Paradiso, fosse pur quello di Maometto, non ci ha nulla che fare.
Montate sode quattro chiare d’uovo, incorporateci dentro i rossi, poi versateci quattro cucchiaiate non tanto colme di pangrattato fine di pane duro, altrettanto di parmigiano grattato e l’odore della noce moscata.
Mescolate adagino onde il composto resti soffice e gettatelo nel brodo bollente a cucchiaini. Fatelo bollire per sette od otto minuti e servitelo. Questa dose potrà bastare per sei persone.»

La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene
Pasta butada triestina 

«Ingredienti per 2 persone: brodo di carne, 2 uova bio, 3 cucchiai di farina, 3 cucchiai di parmigiano, sale.

Preparazione: Fate sobbollire il brodo di carne. A parte sbattete le uova con sale, farina di semola, e parmigiano grattugiato. Versate il composto nel brodo  “spaccando” il liquido con una forchetta. Cuocere per qualche minuto e servire caldo.»

 Il blog di semi di lino
Stracciatella abruzzese 

«È una minestra che si serve a Natale o Pasqua e si distingue per la presenza di verdure e del formaggio pecorino.

Ingredienti per 4 persone: 4 uova bio, 6-8 cucchiai di pecorino grattugiato, 200 gr. di cicoria lessata e strizzata, noce moscata, un paio di litri di brodo e, volendo, con croste di  parmigiano.

Preparazione: tritate finemente al coltello la verdura. Sbattete in una ciotola le uova e il pecorino. Profumate con la noce moscata grattugiata. Non è necessario salare. aggiungete la cicoria e mescolate. Portate a leggero bollore il brodo, versatevi il composto e mescolate per 3-4 minuti. Ci vorrà pochissimo per fare rapprendere l’uovo. Ve ne accorgerete perché assorbe il brodo e aumenterà di volume. Servite subito, accompagnando con altro formaggio se gradito.
In Abruzzo vengono usate anche altre verdure come la scarola e le biete o addirittura i cardi. Nelle versioni più ricche è presente anche la carne del brodo sfilacciata o delle piccolissime polpettine lessate nel brodo stesso.»

Questo mondo è una zuppa
Straciatèla marchigiana 
La ricetta in dialetto marchigiano. Marche in cucina 1998

La ricetta in dialetto marchigiano. Marche in cucina 1998

«È una minestrina, comune alla cucina romana ed a quella piemontese. Preparate un brodo leggero di carne, circa un litro. Diluitevi 5 cucchiai di semolino, che lascerete cuocere per mezz’ora. Battete a lungo 5 uova intere, incorporandovi, poco alla volta, 100 gr. di parmigiano, sale e pepe. Nel semolino bollente versate il composto di uova e formaggio. Lasciate cuocere per 2 minuti e servite subito.»

 Stracciatella alla romana

«Ingredienti: Ottimo brodo di carne ben schiumato, uova intere, parmigiano grattugiato, prezzemolo tritato, sale e pepe qb. Per “dovere” di cronaca gastronomica, va detto che in alcune famiglie si aggiunge alla stracciatella anche della buccia di limone tritata o una spolverata di noce moscata. Va da sé che sono delle “libere” variazioni seppur interessanti.

Preparazione Si porta l brodo già pronto in ebollizione. Nel frattempo sgusciare le uova, quindi preparare abbondante prezzemolo tritato e del parmigiano grattugiato. Con l’aiuto di un frustino, in una coppa d vetro o altro recipiente idoneo, sbattere ben bene le uova; quindi incorporare il prezzemolo e il parmigiano. Il passo successivo è accomodare di sale e di pepe. Poi si abbassa leggermente la fiamma del brodo e si “tuffa” tutto all’interno. Con il frustino utilizzato per “montare” le uova, mescolare con vigore per un paio di minuti (circa). Servire la stracciatella caldissima con fette di pane grigliato a parte.

Piatto sobrio della cucina laziale (in verità consumato anche in altre zone del centro Italia, un tempo preparato quando avanzava del brodo e c’era così l’esigenza di recuperarlo realizzando una portata buona e nutriente! Ecco, questa ricetta che brilla per semplicità di esecuzione, potrebbe essere un modo veloce di utilizzare il brodo fruito per la cottura del bollito di Natale. Va altresì annoverato che l’usanza di unire l’uovo (intero o sbattuto) al brodo caldo è un vezzo remoto, per certi versi antico. Si pensi alla prelibata zuppa pavese o alla minestra di uova e verdure. È appellata “stracciatella” perché l’uovo sbattuto, una volta rappreso, assume la forma di piccoli straccetti, e da qui la nomea. In effetti vale sempre la pena di chiedersi “il perché” una vivanda abbia in sé una denominazione in apparenza  stravagante, o quantomeno atipica.»

taccuinigastrosofici.it
Tardura, stracciatella romagnola. 
stracciatella

La ricetta in dialetto romagnolo. Romagna in cucina 1998

«Quest’antica minestra romagnola, caratterizza ancor oggi il pranzo di Pasqua. Per 6 persone mescolate a 6 uova sbattute 100 gr. di pangrattato, 150 gr. di parmigiano grattugiato, un pizzico di sale e, se ve ne piace l’aroma, un pizzico di noce moscata. Amalgamate con cura i vari ingredienti. Mettete sul fuoco 2 litri circa di buon brodo di carne, e quando bollirà versatevi tutto l’impasto mescolando continuamente per qualche minuto. La minestra sarà pronta appena comincerà a raggrumarsi. Servitela ben calda con abbondante parmigiano grattugiato. Volendo un piatto più delicato si può eliminare il pangrattato in parte o completamente e sostituirlo con parmigiano grattugiato.»

La cucina Rinascimentale: Mariconda alla Ragonese, ricetta del 1549

Egg drop soup “zuppa di gocce d’uovo”, tipica della cucina cinese

 

Capitone e Anguilla

Inguèla int la gardêla, anguilla in graticola alla romagnola

Per la Vigilia di Natale, il precetto impone “pranzo di magro”, ma la festosa attesa che è nell’aria, la serenità  che regna nelle case mal si conciliano con l’astinenza. Pranzo di magro, quindi, secondo tradizione, ma un “magro” del tutto particolare, tanto particolare da presentare come piatto forte il CAPITONE, il pesce più grasso che esista. Capitone, abbiamo detto, e non semplicemente anguilla, perchè si tratta dell’anguilla femmina giunta all’età adulta: può raggiungere la lunghezza di 1 metro e 80 cm. e il peso di 5 kg. (i maschio arriva al massimo alla lunghezza di 55 cm. e al peso di 400 gr.).
La ricetta in dialetto romagnolo “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998

anguilla graticola

E’ questo un modo semplice per gustare al meglio le famose anguille di Comacchio. Per questo tipo di cottura è necessaria una anguilla piuttosto grossa. Per togliere la vischiosità estrema strofinatela, come si faceva una volta, con della cenere di legna. Quindi pulitela, lavatela e tagliatela in pezzi di circa 10 cm. Sistemate l’anguilla su una graticola posta sulla brace e lasciatela cuocere senza altra aggiunta che una presa di sale e qualche foglia di alloro. Girate spesso la graticola, finchè la pelle dell’anguilla avrà fatto una bella crosticina croccante. Volendo cuocere l’anguilla allo spiedo condirla con appena un filo d’olio e sale, alternando ciascun pezzo di anguilla con una foglia di alloro.

Risi Bisi e Bisato (riso, piselli e anguilla) di magro Petronilla

Anguille e pesci Gò, pescati in capanno da pesca a Porto Corsini (Ra)

Anguilla con verdure alla maniera di Petronillaanguilla verdure-Risotto con l'anguilla

 

 

 

 

anguilla capitone marinataanguilla capitone spiedo spiedinianguilla padella

 

 

 

 

Sulle tavole napoletane del periodo natalizio è tradizione presentare il Capitone.

Nota di Pranzo di Quaresima di Pellegrino Artusi

rotolo di pasta funghi prosciutto

La ricetta in dialetto romagnolo del Rotolo di pasta o “Nidi di rondine”

La ricetta in dialetto romagnolo su carta paglia – “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998
rotolo di pasta funghi prosciutto 3
Traduzione

Rotolo di pasta

Per 6 persone lavate con cura e lessate 2 kg. di spinaci. Scottateli bene, tritateli e ripassateli in tegame con 50 gr. di burro, abbondante parmigiano grattugiato e il sale necessario. Lavate e tagliate a fettine 400 gr. di funghi e cuoceteli in 2 o 3 cucchiai d’olio. A parte lessate intanto le rigaglie di un pollo e tagliatele a dadini. Tritate anche 70 gr. di prosciutto. Mescolate insieme tutti questi ingredienti e uniteli agli spinaci. Impastate quindi 200 gr. di farina e 2 uova e ricavatene una sfoglia piuttosto sottile di forma rettangolare.

straccio1pasta ripiena stracciostraccio3

Stendetevi uniformemente l’impasto e arrotolate la pasta su se stessa, formando come un grosso salsicciotto. Avvolgete il rotolo in una salvietta, legatene le due estremità, e fatelo cuocere in acqua bollente per circa 20 minuti. Estraete il rotolo dall’acqua con delicatezza per evitare di romperlo, e tagliatelo a fette dello stesso spessore di un dito. Sistemate le fette in un piatto da forno, conditele con abbondante burro fuso e parmigiano grattugiato e infornate fino al momento di servire. Se preferite potete condire il rotolo con del ragù o anche con salsa di pomodoro.

rotolo di pasta funghi prosciutto 2

Pasta ripiena e arrotolata nello “straccio” alla romagnola

Nidi di rondine 1.jpg [[File:Nidi di rondine 1.jpg|Nidi_di_rondine_1]] Nidi 2.jpg [[File:Nidi 2.jpg|Nidi_2]]
Sapa o saba, sciroppo d'uva, alla maniera dell'Artusi

La ricetta in dialetto romagnolo della Sapa o Saba, sciroppo d’uva

 Bottiglia di Saba fatta in casa

La saba o sapa è un condimento tipico di Emilia, Romagna, Marche e Sardegna, dove è considerata tra i sapori tipici dell’alimentazione contadina (…)
La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, di Pellegrino Artusi
SIROPPI

I siroppi di frutta acidule, sciolti nell’acqua fresca o gelata, sono bibite piacevoli e refrigeranti, molto opportune negli estivi ardori; ma è bene farne uso dopo compiuta la digestione perché, essendo alquanto pesanti allo stomaco pel molto zucchero che contengono, facilmente la disturbano.

n. 731 « La sapa, ch’altro non è se non un siroppo d’uva, può servire in cucina a diversi usi poiché ha un gusto speciale che si addice in alcuni piatti. È poi sempre gradita ai bambini che nell’inverno, con essa e colla neve di fresco caduta, possono improvvisar dei sorbetti. Ammostate dell’uva bianca, possibilmente di vigna, di buona qualità e ben matura, e quando sarà in fermentazione da circa ventiquattr’ore, estraetene il mosto e passatelo da un canovaccio. Mettete questo mosto al fuoco e fatelo bollire per molte ore fino a consistenza di siroppo, che conserverete in bottiglie. »

La ricetta in dialetto romagnolo su carta paglia – “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998

saba

La sapa o saba si usa in Romagna per la preparazione di tortelli dolci, come ingrediente per crostate  e svariati dolci o semplicemente come sciroppo. Mettete a bollire 3 litri di mosto fresco e ben filtrato. Mescolate spesso per evitare che il mosto si attacchi sul fondo della pentola. La sapa o saba deve bollire lentamente, fino a ridursi di circa un terzo rispetto alla quantità di mosto iniziale, cosa per cui occorreranno circa 2 ore. Lasciate raffreddare, quindi imbottigliate e chiudete ermeticamente. La sapa o saba così confezionata può essere conservata per molto tempo.

Ricette

"Savòr" di Romagna ricetta inizio ’900Tortelli di Faenza, detti anche di San Lazzaro

Crostata con farina integrale e « Savòr » di Romagna

 

File: Salsa alla crema di pollame, 2006.jpg

Sapa o saba, sciroppo d’uva, alla maniera dell’Artusi
DiSabasangiacomo.JPGhttp://it.wikipedia.org/wiki/File:Saba_san_giacomo.JPG, CC BY-SA 3.0
migliaccio

E’ Miàz, il Migliaccio, dolce invernale della tradizione romagnola a base di sangue di maiale

Il migliaccio è un antico dolce invernale dell’Emilia-Romagna, oggi poco diffuso, che si realizza utilizzando come ingrediente principale il sangue del maiale. Si presenta come una crostata dolce dal gusto gradevole, seppure forte, in cui la farcitura è una specie di budino scuro e denso. Non è da  confondere con il migliaccio campano che è una specie di polenta dolce o salata, cotta al forno o fritta.
Veniva preparato dalle famiglie contadine, tra novembre e febbraio, nel periodo della macellazione del maiale: l’azdora (la massaia) raccoglieva immediatamente il sangue dell’animale appena ucciso e lo utilizzava subito per preparare il dolce.
Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene:
«Se il maiale volasse non ci saria danar che lo pagasse», diceva un tale; e un altro: «Il maiale, colle sue carni e colle manipolazioni a cui queste si prestano, vi fa sentire tanti sapori diversi quanti giorni sono nell’anno». Al lettore il decidere quale dei due sproloqui sia il più esatto: a me basta darvi un cenno delle così dette nozze del maiale, perché anche questo immondo animale fa ridere, ma solo, come l’avaro, il giorno della sua morte.
In Romagna le famiglie benestanti e i contadini lo macellano in casa, circostanza in cui si sciala più dell’usato e i ragazzi fanno baldoria. Questa è anche l’occasione opportuna per ricordarsi agli amici, a’ parenti, alle persone colle quali si abbia qualche dovere da compiere, imperocché ad uno, per esempio, si mandano tre o quattro braciuole della lombata, ad un altro un’ala di fegato, ad un terzo un piatto di buon migliaccio; e la famiglia che queste cose riceve, si rammenta di fare, alla sua volta, altrettanto. “È pane da rendere e farina da imprestare”, direte voi; ma frattanto son usi che servono a tener deste le conoscenze e le amicizie fra le famiglie.

 

La Ricetta in dialetto romagnolo
migliaccio

Un tempo si usava preparare questo dolce in occasione delle feste di Carnevale e soprattutto nei giorni di uccisione del maiale (dicembre, gennaio). E’ necessario infatti 1 litro di sangue di maiale, fresco e senza grumi.
Mettete sul fuoco 1 litro di latte, 300 gr. di zucchero, la scorza grattugiata di mezza arancia o di 1 limone, 70 gr. di mandorle spellate e triturate grossolanamente, 50 gr. di cioccolato a pezzettini, noce moscata grattugiata secondo il vostro gusto e 1 uovo intero. Fate bollire per qualche minuto, mescolando continuamente, quindi togliete dal fuoco. Appena il composto si sarà raffreddato unitevi il sangue di maiale e 100 gr. di canditi a dadini. Mescolate bene e fate cuocere a bagnomaria, senza far bollire, finchè il sangue comincerà ad addensarsi. Preparate intanto una normale pasta frolla¹ con 300 gr. di farina, 3 uova, 150 gr. di zucchero e la scorza grattugiata di mezzo limone. Foderate con la pasta frolla uno stampo precedentemente imburrato e versatevi dentro il liquido. spolverizzate di zucchero ed infornate in forno di moderato calore per circa 2 ore.
.
  • ¹Si può sostituire la pasta frolla con la pasta matta composta da Farina di frumento, acqua, olio evo e sale. Amalgamate gli ingredienti, aggiungete l’acqua, poca alla volta, ed impastare per 15 minuti circa. Formate una palla ed avvolgetela nella pellicola da cucina, quindi lasciatela riposare per almeno 20 minuti. Stendetela poi, con il matterello, in una sfoglia molto sottile e preparate la crostata.
  • ₁₅₃. PASTA MATTA dell’ArtusiArtusi: Giugno - Nota pranzo I
    Si chiama matta non perché sia capace di qualche pazzia, ma per la semplicità colla quale si presta a far la parte di stival che manca in diversi piatti, come vedrete. Spegnete farina con acqua e sale in proporzione e formate un pane da potersi tirare a sfoglia col matterello.

migliaccio saguinaccio

 Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola dei primi del ‘900.
 E’ Miàz, il Migliaccio, dolce di sangue di maiale
[[File:Sanguinaccio.jpg|Sanguinaccio]]Sanguinaccio.jpg
Piadina romagnola verza pancetta

La ricetta in dialetto dei Chëvul ala rumagnôla, Cavoli alla romagnola, per farcire la Piadina

La piadina è la più romagnola della specialità romagnole. E’ un pane senza lievito della più antica usanza, cotto nella lastra di sasso o nella teglia di terracotta messa sopra la fiamma viva (di fascine della potatura delle viti) [..]

Procuratevi un grosso cavolo verza, toglietegli le foglie esterne più dure, lavatelo e lessatelo in abbondante acqua salata. Scolatelo e fatelo raffreddare.

In una padella, intanto, fate soffriggere un cucchiaio di strutto o di burro con 2 spicchi d’aglio e 50 gr. di pancetta a pezzetti.

Aprite le foglie del cavolo, tagliatele in pezzi piuttosto grandi e fatele rosolare con il soffritto, con il sale ed il pepe. Fate cuocere per circa 20 minuti mescolando spesso.

I cavoli accompagnati con la piadina sono una delle più antiche combinazioni della cucina romagnola.

La ricetta in dialetto romagnolo, Romagna in cucina 1998

cavoli-alla-romagnola-piadina-romagnola-farci-L-wYIErX

romagnolo piadina crescione

Piadina romagnola formaggio Squäquaròn

Piadina romagnola con salsiccia cipolle

 

 

 

 

Piadina romagnola verza pancetta

Cavolo, che buoni! I CAVOLI

3 piada focaccia-ciccioli

Piê, Piadôn cun i grasul e focaccia con farina integrale e ciccioli

Focaccia con farina integrale e ciccioli

I ciccioli sono ottenuti dalla lavorazione del grasso del maiale nella preparazione dello strutto.

Il grasso viene tagliato in piccole parti e viene messo a cuocere su fuoco lento così da far fondere la parte grassa e consentire l’evaporazione dell’acqua contenuta. Quando i pezzi di grasso hanno acquistato un colore giallastro vengono versati in un canovaccio, spremuti e infine insaporiti con l’aggiunta di aromi, che possono essere, chiodo di garofano, cannella, pepe, noce moscata o altro, in dosi e proporzioni variabili a seconda del norcino. A volte vengono salati. La parte colata è lo strutto, la parte solida residua sono i ciccioli. Dopo la torchiatura i ciccioli possono essere lasciati in formella oppure sbriciolati a caldo. Si conservano fino a due mesi.
I ciccioli in tutta Italia: grasëtte in piemontese; grasul in Romagna; graséi nel Piacentino; grasò o grasòl nel Reggiano; grasò o ciccioli nel Ferrarese; gréppole nel Mantovano e nel Bresciano; grasooli nel Modenese; sfrizzoli nel centro Italia; lardinzi, siccioli, cicoli, frittole, sprittoli, scittole in Campania; scarafuagli, curcuci, risimoglie o sprinzuli in Calabria; frittula, ziringuri in Sicilia; gherda, gerde, jelda o gigiole in Sardegna. Vengono chiamate cìguele in Molise. In Friuli vengono chiamati cicines o fricis. Nel Novarese, Vercellese e nel Pavese gratòn e nelle Marche si chiamano grasselli o sgrisci.
I ciccioli  si utilizzano soprattutto per accompagnare aperitivi ed antipasti. Sbriciolati rendono più gustose focacce, pane e polenta. In particolare in Irpinia viene fatta una pagnotta che nell’impasto contiene appunto i ciccioli, detta anche pizza pe re frittole o pane con le cicole. A Napoli è molto diffusa una versione dei ciccioli nella quale la carne di maiale, pressata, resta morbida con abbondanti parti di magro. Questi ciccioli sono venduti affettati in spessori non troppo sottili, e sono usati tipicamente come companatico. Tipica è l’abbinata ciccioli e ricotta con pepe

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Ciccioli.jpg

Anche in Romagna vengono preparate specialità con i ciccioli di maiale:

  • Piê cun i grassùl, piadina con i ciccioli:
    al normale impasto della classica piadina romagnola, vengono aggiunti 60 gr. di ciccioli sbriciolati (per 300 gr. di farina).
  • Piadôn cun i grasul, focaccia con ciccioli e uova:
    la ricetta che segue è proprio questa e potete leggerla nella versione in dialetto romagnolo (Romagna in cucina 1998).

2 piada focaccia-ciccioli

  • Piadone con i ciccioli
    Procuratevi 200 gr. di ciccioli di maiale, ben croccanti e impastateli insieme a 500 gr. di pasta di pane lievitata, 4 uova, 50 gr. di strutto e il sale necessario. Impastate bene il tutto e lasciate lievitare per mezza giornata o meglio, per una notte. Stendete poi l’impasto dello spessore di circa 5 cm. Ungete abbondantemente con il burro una teglia, sistematevi il piadone ed infornate in forno caldo per circa mezz’ora.
  • Focaccia con i ciccioli di maiale
    Io ho preparato la ricetta ma, anzichè la farina bianca, ho usato la farina integrale. I ciccioli in cottura si sciolgono, conferendo un sapore particolarmente gustoso alla focaccia.

Piê, focaccia con farina integrale ciccioli

 “Ciccioli” di Mauro Renna – Mauro Renna. Con licenza CC0 tramite Wikimedia Commons
seppie ripiene

La ricetta in dialetto romagnolo delle seppie ripiene (Cèpi rimpìdi)

La ricetta in dialetto romagnolo su carta paglia – “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998
Traduzione

Per 6 persone calcolate 1 kg. di seppioline (ciapulé) piuttosto piccole, pulitele e lavatele bene. Se le seppie (al cèpi) saranno abbastanza piccole (znìni) lasciatele pure intere, altrimenti tagliate loro buona parte dei tentacoli (i bréncul (al trez). Preparate il ripieno con 100 gr. di pangrattato condito con abbondante olio, sale, pepe, 2 spicchi d’aglio tritati e 1 grossa manciata di prezzemolo anch’esso tritato. Se li avete tagliati, aggiungete al ripieno anche i tentacoli tagliuzzati in piccolissimi (pzultìnìn) pezzi. Riempite col ripieno le seppie e cucite l’apertura con un filo bianco. Sistemate le seppie sulla graticola, conditele con un filo d’olio e sale, e fatele cuocere rigirandole spesso per non farle bruciare. Nella stessa maniera potete preparare dei calamari ripieni.

seppie ripiene

Patate novelle al rosmarino

 

 

Preparate il contorno di patate al forno

 

Accorgimenti
  • Se le seppie sono femmine, quando le pulite dovrete asportare anche la sacca gialla.
  • Nel caso le seppie non siano molto grandi, non è necessario spellarle.
  • Potete far pulire le seppie dal vostro pescivendolo di fiducia.
Idee e varianti
  • Al posto del pancarrè potete utilizzare del pane raffermo.
  • Potete aggiungere al composto anche del parmigiano.
  • Aggiungete nella teglia dei pomodorini ciliegino tagliati in 4 spicchi..

seppie ripiene con patate | ieri & oggi in cucina

Caràmai col pien, Calamari ripieni, la ricetta in dialetto veneto

Seppie ripiene.jpg [[File:Seppie ripiene.jpg|Seppie_ripiene]]
polenta incassata pasticciata (2)

Pulénta incasêda, Polenta pasticciata alla romagnola

GastRomagna
La ricetta in dialetto romagnolo da “Romagna in cucina” 1998 

1 polenta-pasticciata-

Traduzione

«Anche questa ricetta tradisce la predilezione romagnola per i piatti sostanziosi e arricchiti da svariati ingredienti. Per 6 persone. Preparate una normale polenta, versando a pioggia nell’acqua bollente salata la farina di granturco. Per le dosi ciascuno deve regolarsi secondo il proprio gusto e secondo la qualità della farina, che può assorbire più o meno acqua. Quella romagnola è comunque una polenta piuttosto dura. Quando comincerà a staccarsi dai bordi della pentola la polenta sarà cotta. Spianatela sul tavolo di cucina e tagliatela a fette non troppo grosse con l’antico e tradizionale sistema del “filo”. Preparate un abbondante ragù di carne (c’è la ricetta) e della besciamella con 1/2 litro di latte (c’è la ricetta).In una pirofila alternate strati di polenta a strati di ragù e di besciamella. Su ciascuno strato polverizzate abbondante parmigiano grattugiato. Ricordate che il ragù dev’essere particolarmente abbondate perchè la polenta ne assorbe parecchio.

polenta incassata pasticciata
Ultimate con una generosa spolverizzata di parmigiano grattugiato e infornate in forno caldo per circa mezz’ora.»

 

La sola, la tradizionale, l’antichissima Polenta! Bianca, Taragna, Gialla

Polenta pasticciata alla romagnola Polenta incassata1.jpg [[File:Polenta incassata1.jpg|Polenta_incassata1]] Polenta incassata2.jpg [[File:Polenta incassata2.jpg|Polenta_incassata2]]
pollo in umido cacciatora

Pollo alla cacciatora alla romagnola

“Per questa ricetta semplice e di famiglia, tagliate a pezzi piuttosto piccoli 1 pollo ben pulito e lavato. Fatelo soffriggere in mezzo bicchiere di olio e in 1 noce di burro, 100 gr. di prosciutto grasso e magro a pezzettini. Quando il soffritto comincerà ad imbiondire, unite il pollo e fatelo rosolare a fiamma viva per qualche minuto. Aggiungete poi 1 bicchiere di vino bianco secco, il sale, una macinata di pepe e 300 gr. di pomodori maturi a pezzi. Lasciate cuocere a fuoco basso per circa 1 ora e mezza”.

Mangiate il pollo appena pronto senza lasciarlo raffreddare.

La ricetta in dialetto romagnolo, tratta da “Romagna in cucina”, 1998,
clicca sull’immagine per vederla ingrandita
pollo cacciatora (4)
  • Il pollo così preparato è tipico della regione Toscana, ma è conosciuto in tutta Italia con le dovute varianti.
  • Il sugo eventualmente avanzato potete utilizzarlo per condire pasta o riso.
  • Alla cacciatora si può preparare anche il coniglio e aggiungere olive nere o verdi.
  • Stufê ad patêt, Stufato di patate, in Romagna è il contorno classico del pollo alla cacciatora o dell’agnello.
    pollo cacciatora (2)

Coniglio in umido alla toscana con olive

Stufê ad patêt, Stufato di patate alla romagnola

Rice and Beans, Stew Chicken and Potato Salad – Belize.jpg [[File:Rice and Beans, Stew Chicken and Potato Salad – Belize.jpg|Rice_and_Beans,_Stew_Chicken_and_Potato_Salad_-_Belize]]
maltagliati fagioli

La ricetta in dialetto romagnolo della Pasta e fagioli per il “pranzo dei garzoni” del 29 settembre

La ricetta in dialetto romagnolo su carta paglia – “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998
“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini.
Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

Pasta e fagioli per il pranzo di San Michele, detto anche dei garzoni, del 29 settembre

Mettere a bagno grammi 500 di fagioli (borlotti o cannellini) dodici ore circa prima di cuocerli in due litri di acqua piovana perchè si rammolliscano. Fare a parte un soffritto con grammi 300 di pancetta, un mazzetto di prezzemolo, tre spicchi di aglio, tutti ben tritati, un cucchiaio di brodo, due di olio, sale e pepe.

Aggiungere nel brodo di cottura e ai fagioli il soffritto fatto a parte e cuocere dentro i maltagliati¹, detti anche sbruffetti, o ditalini o gramigna. A cottura avvenuta spolverare abbondantemente la pasta suddetta con formaggio parmigiano grattugiato....

¹I Maltagliati si preparano arrotolando la sfoglia come per le tagliatelle, poi si dà un taglio diritto e uno diagonale in modo da formare dei triangoli allungati. Sono un tipo di pasta caratterizzata dalla forma irregolare, che nel produrre la pasta in casa spesso consentiva di utilizzare i pezzi di sfoglia (generalmente i bordi) avanzati dalla preparazione di tagliatelle, cappelletti o altro. Il loro nome deriva dal taglio irregolare della sfoglia col coltello o talvolta con la speronella, da cui si ricavano pezzetti di pasta all’uovo che si differenziano per forma (rettangolo, losanga, triangolo), dimensione e spessore. Prendono il nome di puntarine (puntaréni) quando hanno forma di triangolo molto acuto, e maltagliati (meltajé, maltajéd) quando hanno forma di losanga. L’uso più tradizionale è in minestra di fagioli, o in brodo matto, ma esistono numerose altre ricette. Non vanno confusi con i manfrigoli, spesso chiamati malfattini.

Maltagliati con i fagioli

Per questo piatto, piuttosto rustico e saporitissimo, preparate per 6 persone una normale sfoglia con 300 gr. di farina e  3 uova. Stendetela sottilmente e ricavatene delle tagliatelle alte circa 2 cm. Tagliate quindi le tagliatelle in senso trasversale, ottenendo dei pezzettini di pasta di forma irregolare. Coprite i maltagliati con un panno e lasciateli asciugare. Preparate un soffritto con mezza cipolla affettata, 2 spicchi d’aglio, 1 carota e 1 costa di sedano, entrambi tritati, e mezzo bicchiere d’olio. Quando il soffritto sarà pronto unitevi 300 gr. di fagioli secchi (messi a bagno fin dalla sera prima) o 1 kg. di quelli freschi e 2 litri circa di acqua salata. Lasciate bollire i fagioli piuttosto lentamente, aggiungendo mano a mano altra acqua calda se fosse necessario. Quando i fagioli saranno cotti, verificate se nella pentola c’è liquido a sufficienza, quindi unite i maltagliati che cuoceranno in pochi minuti. Regolate il sale e servite ben caldo, ultimando con un filo d’olio crudo e una manciatina di pepe. La minestra non dovrà risultare troppo brodosa.

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polpette romagnole

Le classiche Polpette di carne alla romagnola

Ricicliamo gli avanzi

Sulla tavola delle Feste presentiamo il lesso e il bollito in modo diverso! Dopo aver riciclato il lesso o il bollito come Polpettone, Pasticcio, Rifatto e Frittata, questa volta ho fatto le Polpette.

  • Bollire: mettere in acqua fredda e cuocere finchè arriva a bollore.
  • Lessare: mettere in acqua a ebollizione e cuocere a fuoco lentissimo.

lesso bollito

La ricetta in dialetto romagnolo, tratta da “Romagna in cucina”, 1998
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Polpette di carne (traduzione)

«Se avete qualche avanzo di carne potrete utilizzarlo per la preparazione di queste polpette, adatte per la loro semplicità ed economicità, ad un normale pranzo di famiglia. Passate al tritacarne 300 gr. di manzo bollito, e incorporatevi 1 uovo, 50 gr. di parmigiano grattugiato, 1 mollica di pane grossa quanto un pugno bagnata nel latte, 50 gr. di prosciutto cotto o mortadella tritati, il sale necessario e un ciuffo di prezzemolo tritato. Mescolate bene i vari ingredienti e formare delle polpettine piuttosto piccole e schiacciate. Passatele nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Quindi friggetele in abbondante olio bollente e servitele appena pronte.

1 Polpette carne romagnola2 Polpette carne romagnolaLe classiche Polpette di carne alla romagnola

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E’ diffusa anche l’usanza, dopo aver fritto le polpette, di ripassarle in padella insieme a ½ cipolla piccola affettata e abbondante salsa di pomodoro. Lasciate restringere la salsa, verificate il sale e servite le polpette molto calde»

polpette romagnole. 1

 Le classiche Polpette di carne alla romagnole Meat balls in tomatoes sauce (9368881060).jpg [[File:Meat balls in tomatoes sauce (9368881060).jpg|Meat_balls_in_tomatoes_sauce_(9368881060)]]
ciambella romagnola forlì

Ricette per CIAMBELLE e CIAMBELLONI delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900

Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985

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E’ Zamblôn
La Ciambella

La ciambella è, con la zuppa inglese, il dolce più comune gradito in Romagna.

Per 6 persone, prendete 500 g di farina, 300 g di zucchero, 100 g di burro, 100 g di margarina, una noce di strutto, 3 uova, una bustina, per mezzo chilo di farina, di lievito per dolci, un po’ di scorza di limone grattugiato.
(Queste dosi sono abbondanti, ma così la ciambella viene dolce e soffice).

Impastate la farina con il burro la margarina lo strutto liquefatti, le uova, lo zucchero e il latte necessario per ottenere una pasta consistente. Prima di finire e di impastare, mettete il lievito e l’odore di limone, imburrate uno stampo da forno, sistematevi la ciambella, dorate la superficie con tuorlo d’uovo e mettete in forno per circa mezz’ora. Ricordate: non c’è pranzo, non c’è merenda con salumi che siano completi se non si chiudono con una bella fetta di ciambella, meglio se inzuppata in un l bicchiere di Albana.

La ricetta in dialetto romagnolo da “Romagna in cucina”

ricetta ciambella romagna

Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare dei primi del ‘900¹C

Ciambella di Imola
Farina 300 grammi, zucchero 100 grammi, burro 100 grammi, 3 uova, un pizzico di lievito usato per il pane.
Lavorare ben bene la pasta, bagnarla con chiara di uova e cuocerla nel forno caldo.

Ciambella di Faenza
Farina 350 grammi, zucchero 150 grammi, mezzo chucchiaio di cannella, un bicchiere di vino bianco, un pizzico di lievito di pane.
Lavorare la pasta, ungerla con chiara d’uovo sulla superficie e cuocerla nel forno a caldo come per il pane. Cotta la ciambella riporla entro un grande piatto tondo e tagliarla a fette senza farle perdere la sua forma primitiva. Riempire il buco della ciambella con marmellata di cui uno è ghiotto.

Ciambella di Forlì
Farina grammi 500, zucchero grammi 180, burro grammi 100, 2 uova, odore di limone, mandorle sopra. Impastare col latte, forgiarla, ungerla alla superficie con tuorlo d’uovo sbattuto, guarnirla con mandorle e cuocerla al forno.

ciambella forlivese

Ciambella forlivese 

Ciambella di Ravenna
Farina grammi 400, zucchero grammi 150, burro grammi 100, 2 uova, un pizzico di lievito, una tazza di latte.

Ciambella della bassa Romagna
Farina gialla grammi 300, burro grammi 200, zucchero grammi 100, 5 tuorli d’uovo.
Si impasta, si foggia il tondo spolverizzandolo di zucchero e guarnendolo con mandorle dolci e nocciole e si cuoce in forno.

Ciambellone della Romagna alta
Farina grammi 400, mandorle pestate grammi 60, zucchero grammi 150, burro grammi 130, strutto un cucchiaio, latte 200 grammi, 3 uova e un pizzico di lievito e si cuoce in forno.

Ciambellone della Romagna bassa
Farina grammi 400, zucchero grammi 100, burro grammi 60, lardo grammi 30, latte grammi 100, Marsala grammi 100, Rum un bicchiere, 2 uova, un pizzico di sale, lievito di pane, scorza di limone tritata fine fine.
Cuocere in forno moderato per circa trenta minuti.

Ciambellone del povero
Farina 400 grammi, un po’ di strutto, 2 cucchiai di olio, un po’ di fichi tritati, un po’ di chicchi d’uva, un po’ di sale.
Impastare con acqua calda e metterlo in forno.

Ciambellone del ricco
Farina 400 grammi, zucchero 120 grammi, marmellata grammi 100, burro grammi 100, strutto grammi 50, latte grammi 200, 3 tuorli d’uovo, 3 chiare montate, mandorle tostate dolci, uva secca, pezzetti di fichi e di canditi, un pizzico di lievito per fare il pane e cuocere al forno.

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 CIAMBELLE e CIAMBELLONI ricette inizio ‘900
spoia lorda cappelletti

La spója lorda (pasta lorda) o mnëstra imbutida (minestra ripiena)

foto: www.brisighella.org/gastronomia/sfoglia
La spója lorda (pasta lorda) o mnëstra imbutida (minestra ripiena) è un tipico piatto della cucina povera tradizionale romagnola, ottimo per recuperare gli avanzi. Infatti per la “spója lorda“,  in origine,  veniva utilizzato quel che restava del ripieno dei cappelletti, pertanto la quantità era sufficiente solo per “sporcare la sfoglia“.
La ricetta in dialetto romagnolo da “Romagna in cucina” 1998
Spója lorda o minestra imbottita romagnola

Traduzione
Per questa specialità, tipicamente romagnola, preparare una normale sfoglia con 300 gr. di farina e 3 uova per 6 persone. Stendete l’impasto in 2 sfoglie uguali piuttosto sottili. Preparate un ripieno simile a quello dei cappelletti, mescolando insieme 200 gr. di ricotta freschissima, 100 gr. di parmigiano grattugiato, 1 uovo e 1 pizzico di sale. Fate amalgamare bene i vari ingredienti, quindi stendete l’impasto su una delle due sfoglie. Ricoprite con l’altra sfoglia e pressate leggermente in modo da far aderire bene le due superfici. Ritagliate la pasta in quadratini di circa 2 cm. di lato e fateli cuocere in un buon broido di carne, Servite la minestra appena pronta con abbondante parmigiano grattugiato.

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Preparazione

Fate due sfoglie di pasta per minestra grosse un centesimo ognuno. Stendetene una sul tagliere e spalmatevi sopra (fino a ricoprirla) il “composto” dei cappelletti, oppure un impastato di formaggio fresco e parmigiano grattugiato con un pizzico di noce moscata.

Coprite il tutto con l’altra sfoglia e tagliate, con la sprunella (la rotella tagliapasta), a quadretti (o a rombi) di circa tre centimetri di lato. Cuocete i quadretti (o i rombi) in brodo bollente e servite in tavola.

pasta-spoja-lorda

foto: www.brisighella.org/gastronomia/sfoglia
Varianti
  • Nata per essere servita in brodo, questa pasta è gustosa anche asciutta e condita con ragù romagnolo, sugo alla salsiccia, salsa con Formaggio di Fossa.
  • Usando gli spinaci la pasta, dei due sfogli, si può fare anche verde.
Il ripieno anche per i cappelletticappelletti ripieno

  • Ricotta, oppure metà ricotta e metà cacio raviggiolo, grammi 180.
  • Mezzo petto di cappone cotto nel burro, condito con sale e pepe, e tritato fine fine colla lunetta..
  • Parmigiano grattato, grammi 30.
  • Uova, uno intero e un rosso.
  • Odore di noce moscata,
  • poche spezie,
  • scorza di limone a chi piace.
  • Un pizzico di sale….
 Spója lorda (pasta lorda) o mnëstra imbutida (minestra ripiena)
Sòpa inglesa, la "zuppa inglese" romagnola

La Sòpa inglesa, la “zuppa inglese” romagnola

Ottima ricetta per riciclare panettone, pandoro, colomba pasquale.
La zuppa inglese è un dolce al cucchiaio, simile al tiramisù. È un dolce antico di secoli, che appare nella cucina della zona di Parma, Modena, Bologna, Forlì, Ferrara, Ravenna e Reggio Emilia nell’Ottocento, a base di pan di Spagna, imbevuto in liquori quali l’alchermes e il rosolio, crema pasticcera. […]
La ricetta in dialetto romagnolo. Clicca sull’immagine per vederla ingrandita

zuppa inglese romagna

Strana denominazione questa per un dolce che, seppure diffuso anche in altre cucine regionali, è comunque in Romagna di vecchia tradizione e preparato assai frequentemente: Procuratevi 400 gr. di pan di Spagna o se preferite, dei biscotti savoiardi. Dovete ora preparare una normale crema pasticcera gialla e una crema al cioccolato.

cremacarolina savoiardizuppa

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Procedete così: mescolate 4 rossi d’uovo con 4 cucchiai di zucchero e 2 di farina. Unite poco alla volta 1/2 litro di latte caldo aromatizzato con la scorza di 1/2 limone. Mettete sul fuoco e fate bollire mescolando continuamente per 3 o 4 minuti. per la crema al cioccolato procedete allo stesso modo e con gli altri ingredienti, aggiungendo inizialmente allo zucchero 4 cucchiai di cacao amaro. Sistemate ora in un piatto da dolci un primo strato di pan di Spagna tagliato a fette (o di savoiardi) bagnato con dell’ alkermes.
Su questo mettete uno strato di crema gialla, poi di nuovo pan di Spagna, bagnato stavolta con del rhum, poi la crema al cioccolato, e così via fino all’esaurimento degli ingredienti. Decorare la superficie secondo il vostro gusto e lasciate raffreddare in frigorifero per mezza giornata prima di servire.

zuppa inglese

Liquore Alchèrmes, liquore per dolci, ricetta del 1853

“Zuppa Inglese” alla maniera di Petronilla

Dolce diplomatico alla maniera di Petronilla

costolette agnello romagnola

La ricetta in dialetto dell’ Agnello alla romagnola

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Cutulèt d’agnel freti – Costolette di agnello fritte

 Ingredienti: 3-4 costolette per persona

agnello, farina, uova, pangrattato, olio, sale, spicchi di limone.

 Preparazione
(traduzione)

Per questa appetitosa specialità romagnola occorrono 3/4 costolette di agnello a testa, ben schiacciate e salate. Infarinatele, passatele nell’uovo sbattuto e infine rigiratele bene nel pangrattato. Friggetele, poco alla volta, in abbondante olio bollente. Servitele ancora bollenti con spicchi di limone.

libri

La ricetta in dialetto romagnolo da “Romagna in cucina”
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Agnël ala rumagnôla
Per 6 persone, tagliate a pezzi un chilo di agnello. Fate soffriggere in mezzo bicchiere d’olio e in una noce di burro due o tre spicchi d’aglio. Eliminate l’aglio quando sarà dorato e aggiungete una cipolla affettata e 100 g di grasso e di magro tritato. Fate soffriggere e unite l’agnello. Lasciate rosolare per circa 10 minuti, quindi bagnate con un bicchiere di vino rosso che farete evaporare lentamente. Aggiungete a metà cottura circa, 300 g di pomodori spezzettate, spellati e privati dei semi, sale, una macinatina di pepe e un bel mazzo di prezzemolo tritato. Fate cuocere l’agnello ancora per un’ora circa, mescolando saltuariamente. Servite questo piatto molto caldo.
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agnello in umido
Crumbed Cutlets (cropped).jpg[[File:Crumbed Cutlets (cropped).jpg|Crumbed_Cutlets_(cropped)]]
[[File:Armenian Lamb Stew (4568014155).jpg|Armenian_Lamb_Stew_(4568014155)]] Armenian Lamb Stew (4568014155).jpg