«La torta più casalinga, più facile, più svelta, più sicura, più economica… la torta meno appariscente e meno lussuosa, di tutte quante… è questa. Questa, che spesso la cara zia Caterina preparava per noi, ragazzi, quando, la domenica, la mamma ci conduceva a visitarla. Torta vecchia, quindi; torta ormai passata di moda; ma… sì squisita, e sì adatta ai saldi denti dei ragazzi, che voglio ricordarla alle care zie Caterine d’oggi, purché possan far anch’esse la dolcissima sorpresa ai loro nipotini quando, in fretta e furia, saliranno a salutarla.
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In una insalatiera, setaccino 2 etti di zucchero e 4 etti di farina bianca. Con il cucchiaio, mescolino e rimescolino per bene. Mettano a fuoco, nella tortiera di rame, 3 etti e ½ di burro; e lo facciano scorrere su tutta la tortiera perché tutta così si imburri. Versino, nell’insalatiera, l’abbondante burro sciolto che sarà rimasto dall’… imburrimento. Con il cucchiaio di legno (attente che non puzzi di intingoli carnosi e soprattutto di soffritti con cipolla) mescolino, mai però premendo; rimescolino, mai però schiacciando; e dopo 15 minuti circa di rimescolamenti, quando cioè farina e zucchero avran bevuto tutto il burro, quando l’impasto apparirà quale un ammasso di grosse briciole unte, lo versino nella tortiera; ne uguaglino, con le dita, la superficie; e pongano la tortiera o in forno caldo o fra le brage.
Per quanto tempo? I minuti precisi, nemmeno io (che son la Petronilla) ve li posso dire; che il tempo necessario a cuocer torte e piatti sempre varia, a seconda del calor del forno, che fisso non è mai! I minuti precisi vi saranno invece dati dal profumo delizioso di pasta quasi frolla ch’emanerà dal forno, e dal colore della farina stracotta che dorerà la superficie della torta. Da quell’odore, insomma, e da quel colore che mai non ingannano quando avvertono: «Qui dentro, c’è una buona torta, ormai al giusto cotta e quindi pronta a venire… festeggiata! ».
- PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»