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Pasta al burro e prosciutto

Ricetta 1
  •  da “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare dei primi del 900“: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

Strozzapreti o Tagliatellone dei giganti
Fare un impasto con farina, acqua e un pizzico di sale e tirarlo col matterello a sfoglia grossa come uno scudo (moneta). Tagliare la sfoglia a strisce larghe fino a tre centimetri, cuocerle al dente in acqua bollente e dopo averle scolate condirle con burro, lardelli di prosciutto rosolati nel grasso, formaggio parmigiano o pecorino grattugiato e un pizzico di pepe.

Ricetta 2
  • da Casadoro – propaganda prodotti Liebig – Maggio 1956

Maccheroni al prosciutto
Per 6 persone, calcolate mezzo chilogrammo di pasta
Lessate la pasta in acqua poco salata, scolatela e conditela con un ettogrammo di burro, cucchiaiate di parmigiano e un cucchiaino di Estratto di carne Liebig sciolto in qualche cucchiaiata di acqua calda. Ritagliate in sottili asticciole due ettogrammi di prosciutto cotto ed unitelo alla pasta mescolando il tutto. Accomodate la pasta condita in un piatto di terraglia che possa andare al forno, ricopritela con poco salsa calda Liebig, spolverizzatela ancora di parmigiano, mettete qua e là dei pezzettini di burro e passate il piatto in forno per una decina di mi uti, affinchè il pamigiano e la salsa possano gratinardi.

Ricetta 3
  • da La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene – Non si vive di solo pane, è vero; ci vuole anche il companatico, e l’arte di renderlo più economico, più sapido, più sano, lo dico e lo sostengo, è vera arte. Riabilitiamo il senso del gusto e non vergogniamoci di soddisfarlo onestamente, ma il meglio che si può, come ella (Artusi) ce ne dà i precetti. (Olindo Guerrini, 1896)

₆₉. Tagliatelle col prosciutto

Le chiamo tagliatelle, perché dovendo esser cotte nell’acqua e condite asciutte, va tirata la sfoglia alquanto più grossa e tagliata a striscie più larghe dei taglierini. Si tratta sempre di un impasto d’uova e farina, senza punta acqua se le desiderate ben sode e buone. Tagliate a piccoli dadi una fetta grossa di prosciutto grasso e magro: tritate bene sedano e carota in tal quantità che ambedue facciano il volume del prosciutto all’incirca. Ponete al fuoco queste tre cose insieme, con un pezzo di burro proporzionato al condimento delle tagliatelle. Quando il battuto avrà preso colore, aggiungete sugo di pomodoro oppure conserva, ma con questa occorre un ramaiolino di brodo o, mancando questo, di acqua. Le tagliatelle cuocetele poco e salatele pochissimo a motivo del prosciutto: levatele asciutte, conditele col detto intingolo e con parmigiano. Al tempo delle salsicce potete sostituirle, bene sminuzzate al prosciutto, trattandole nella stessa guisa. Chi ama il gusto del burro crudo ne serbi la metà per metterlo nell’intingolo quando lo ritira dal fuoco. Anche gli spaghetti sono buoni conditi con le salsicce nella stessa maniera.

 cucinario dei nobilicasadoro liebigArtusi: Giugno - Nota pranzo I
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