Ricetta in dialetto. “Piemonte in bocca” 1978
Ran-e pien-e, Rane ripiene
«Pulendo le rane e togliendo loro le interiora, è importante non rompere troppo la sacca addominale, la quale andrà riempita con la seguente fàrcia, dopo che le le rane saranno rimaste a bagno tutta la notte in acqua fredda con aggiunta dell’aceto. Sbattere dunque le uova in una terrina, incorporandovi il salame o la salsiccia sbriciolati, un po’ di pangrattato, il prezzemolo (un pugnello) e l’aglio tritati, sale e pepe. Impastare bene e farcire, come si è detto, gli addomi delle rane e passarle due volte nella farina, quindi friggerle in burro e olio in parti uguali.»
Ricetta in dialetto. “Piemonte in bocca” 1978
Ran-e friciolà an carpion, Rane fritte marinate
«È una variante della precedente ricetta. Le rane, pronte, si mettono a bagno in acqua e un bicchiere di aceto bianco, con cipolla e sedano affettati, 2 o 3 chiodi di garofano, prezzemolo. dopo 2-3 ore di macerazione, si tolgono, si asciugano, si passano nella farina e nell’olio bollente, quindi si mettono in padella, badando che risultino dorate, ma non secche.»
Sópa ‘d ranòci, Zuppa di ranocchi di Artusi e ricetta in dialetto romagnolo