rane fritte marinate rane ripiene-Froschschenkel_Um_Dierfgen_Luxemburg

Ran-e pien-e, Rane ripiene e Ran-e friciolà an carpion, Rane fritte marinate. Ricette in dialetto piemontese

Com’è la carne di rana?
Le rane sono sempre state sfruttate per preparazioni semplici, che ben si sposavano con le caratteristiche delle loro carni, morbide, delicate e dal gusto per certi versi simile a quello del pesce bianco e del pollo, ma leggermente più marcato. Possono essere cucinate come pollo e pesce, accompagnate da patate, funghi e cipolle.
Le specie buone ai fini alimentari sono essenzialmente due: la rana verde (Rana esculenta) e quella più comune – la Rana temporaria.
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Ricetta in dialetto. “Piemonte in bocca” 1978

rane ripiene dialetto piemontese

Ran-e pien-e, Rane ripiene

«Pulendo le rane e togliendo loro le interiora, è importante non rompere troppo la sacca addominale, la quale andrà riempita con la seguente fàrcia, dopo che le le rane saranno rimaste a bagno tutta la notte in acqua fredda con aggiunta dell’aceto. Sbattere dunque le uova in una terrina, incorporandovi il salame o la salsiccia sbriciolati, un po’ di pangrattato, il prezzemolo (un pugnello) e l’aglio tritati, sale e pepe. Impastare bene e farcire, come si è detto, gli addomi delle rane e passarle due volte nella farina, quindi friggerle in burro e olio in parti uguali.»

 
Ricetta in dialetto. “Piemonte in bocca” 1978

rane fritte marinate dialetto piemontese

Ran-e friciolà an carpion, Rane fritte marinate

«È una variante della precedente ricetta. Le rane, pronte, si mettono a bagno in acqua e un bicchiere di aceto bianco, con cipolla e sedano affettati, 2 o 3 chiodi di garofano, prezzemolo. dopo 2-3 ore di macerazione, si tolgono, si asciugano, si passano nella farina e nell’olio bollente, quindi si mettono in padella, badando che risultino dorate, ma non secche.»

rane ripien fritte marinate

 

Sópa ‘d ranòci, Zuppa di ranocchi di Artusi e ricetta in dialetto romagnolo

Froschschenkel Um Dierfgen Luxemburg.jpg [[File:Froschschenkel Um Dierfgen Luxemburg.jpg|Froschschenkel_Um_Dierfgen_Luxemburg]] [[File:Rane fritte.jpg|Rane_fritte]] Rane fritte.jpg
Mangiari di SAN GRUGNONE

Mangiari di SAN GRUGNONE delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900

La Lotta tra Carnevale e Quaresima, olio su tavola di Pieter Bruegel il Vecchio, 1559, Kunsthistorisches Museum di Vienna. È firmato in basso a sinistra “BRUEGEL 1559″.

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Mangiari di SAN GRUGNONE

“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

Il primo giorno di Quaresima, chiamato anche “Mercoledì delle Ceneri”, è detto in Romagna, scherzosamente San Grugnone, perchè essendo finito il Carnevale, la maggior parte delle persone è triste ed imbronciata.

Mangiari

Sarda in graticola
Sarda fritta
Sarda al tegame
Sarde al forno
Carpa al vino
Luccetti alla conserva di pomodoro
Luccio ripieno
Anguilla alla graticola
Ranocchi fritti

Sarda fritta
Infarinate la sarda ben bene, friggerla in grasso di maiale bollente e servirla calda o metterla a bagno in aceto forte con aglio, cipolla e prezzemolo finemente tagliuzzati.

Sarda in graticola
Cuocere la sarda sulla graticola e servirla entro una salsa di olio, limone e prezzemolo tritato fine, oppure solo con olio e limone.

Sarda al tegame
Cuocere le sarde in un tegame con olio e limone e servirle in tavola.

Carpa al vino
Pulire ben bene una grossa carpa, tagliarla a pezzi e riporli a cuocere per circa trenta minuti in una pignatta piena di vino bianco secco, con aglio, cipolla e prezzemolo finemente tagliati, sale e pepe.

Luccetti alla conserva di pomodoro
Infarinare e friggere in padella con olio dei piccoli lucci poi riporli in una teglia con olio, prezzemolo, conserva di pomodoro, sale e pepe per circa venti minuti.

Luccio ripieno
Ripulire ben bene un luccio dal pasto, dalle interiora, dalla testa, dalla coda e dalle spine, tritarlo fine fine insieme a cipolle lesse e mollica di pane ben bagnata e impastare il tutto con un uovo e un po’ di olio. Tagliare un luccio grande per la sua lunghezza sul dorso, svuotarlo e lavarlo, riempirlo coll’impasto fatto col luccio tritato e cucire l’apertura nel luccio grande. Mettere poi il luccio ripieno in acqua bollente e farlo cuocere per 15 minuti circa. Servirlo in tavola con abbondante limone.

Anguilla alla graticola
Tagliare l’anguilla in tanti pezzi lunghi dieci centimetri circa, ungerli bene di olio, spolverarli leggermente con sale e pepe e riporli sulla graticola per venti minuti circa. Spruzzate di limone i pezzi di anguilla cotti e servirli in tavola.

Ranocchi fritti
Pulire i ranocchi, passarli entro una pastella fatta con farina, uovo, sale e pepe e sugo di limone e friggerli in olio bollente.

Sarde fritte e marinate

Inguèla int la gardêla, anguilla in graticola alla romagnola

Fish and chips… all’italiana

Fritto di Acquadelle (o Latterini o Aole)

Sardelle, sardine, sardoncini al forno

ARTUSI: Zuppa di ranocchi per Nota di pranzo I, Marzo