NATALE la casa la tavola la festa

Per NATALE la casa e la tavola sono in festa!

In Danimarca, nel mese di dicembre, non può mancare la Candela  Calendario

La tavola in festa

La tavola di Natale è la più attraente e ricca di decori che vi sia. Attenetevi alla tradizione preferendo un’elegante tovaglia bianca: darà spicco al verde dell’agrifoglio, al rosso delle bacche e dei nastri di raso. Non dimenticate i tocchi lucenti dell’oro e dell’argento.

Perchè un pranzo possa dirsi memorabile deve compiacere l’olfatto, il gusto e la vista: il profumo dei cibi deve essere invitante, i sapori eccellenti e la presentazione splendida. Una delle regole d’oro è quella di tener conto che l’allestimento della tavola diventa parte integrante dell’ambiente. Valutate con attenzione l’atmosfera della stanza e adeguate la tavola allo spirito dell’ambiente: fresco, misurato, disinvolto o elegante. Non abbiate timore di osare qualche contrasto,
“…basta solo abbinare bene i colori partendo ovviamente dal proprio servizio di piatti, dal sottopiatto o dalla fantasia della tovaglia, da un particolare insomma e poi armonizzare bene i colori di tutti gli altri addobbi”. theitaliantaste.com.

Christmas Pudding candele natale

 I segnaposto  su ogni piatto, sono i “Christmas Crackers”: pacchettini a forma di caramella  da tirare contemporaneamente dai due lati con un compagno di tavolo,  a chi rimane la parte più grande si aggiudica il regalino contenuto:

UK Christmas Cracker, segnaposto “sorprendente”

Facili e carini i segnaposto con i tappi di sughero

Pranzo di Festa da Carolina

immediatamente.”Kalenderlys”. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

NATALE la casa la tavola la festa
Dove come mettere il Tovagliolo

Galateo: Dove e come mettere il Tovagliolo

Il tovagliolo inizialmente si chiamava “truccabocca” ed inizia ad essere utilizzato a tavola nel Rinascimento. Questo accessorio nasce come mezzo di purificazione delle dita sporche di cibo e per pulirsi la bocca prima di bere dal bicchiere comune. I galatei dell’epoca raccomandano di non usare il tovagliolo per pulirsi il viso, i denti o per soffiarsi il naso. Quando le posate sono in comune tra i commensali, viene anche utilizzato per pulirle prima di porgerle agli altri commensali. Il tovagliolo viene portato sulla spalla o sul braccio sinistro perchè si usa mettere nei piatti comuni la mano destra.

 Dove lo si mette

Nell’apparecchiare la tavola, il tovagliolo va messo:

  • sopra il piatto se si tratta di un pranzo di etichetta;
  • alla destra del piatto se si tratta di un pranzo normale; quando in un pranzo d’etichetta (cioè col tovagliolo “sopra” il piatto), l’antipasto o il primo piatto viene servito prima che i commensali si siedano e spieghino il tovagliolo, questo va tolto dal piatto e posto
  • alla sinistra, accanto alla forchetta.
Come si piega 

Il modo più classico è piegarlo in modo di formare un quadrato o un rettangolo. Esistono, però, anche fantasiose piegature

Come si tiene

Non si spiega il tovagliolo finchè la padrona di casa non abbia spiegato il proprio. Non lo si spiega completamente, ma in modo da formarne un lungo rettangolo che si appoggia sulle ginocchia. Vietato assolutamente legarlo al collo o infilarlo per un lembo nel gilé, nella scollatura o magari in un occhiello della giacca, come capita di veder fare a certi signori che si credono molto raffinati.

Come si usa
  • E’ assolutamente vietato usare il tovagliolo per pulire piatti e bicchieri, magari controllando l’operazione controluce, come se non si fosse ancora ben persuasi della loro pulizia.
  • Ci si pulisce sempre la bocca col tovagliolo prima di bere.
  • Si usa il tovagliolo con semplicità e decisione, non con affettata e ridicola delicatezza, senza fregarlo sulle labbra come se fosse uno strofinaccio dei pavimenti, ma senza farlo aleggiare come un’ape sui fiori.
  • Le signore che usano il rossetto sono pregate di fare attenzione: secondo alcuni dovrebbero pulirsi preventivamente la bocca con l’apposito fazzolettino rosso, ma anche senza giungere a queste meticolosità è bene che cerchino di non sporcare il tovagliolo e comunque non usino, per un pranzo in casa altrui, un rossetto che lasci macchie indelebili.
 Come va lasciato

Alla fine del pranzo il tovagliolo non deve essere piegato, né arrotolato, né steso come un dubbio lenzuolo, ma va lasciato appoggiato con garbo alla sinistra del piatto: infatti si presuppone che dopo l’uso debba essere lavato. In famiglia, però, ognuno faccia il piacere di piegare il proprio tovagliolo e metterlo nell’apposita busta o portatovagliolo, anzichè buttarlo là in malo modo, secondo un’abitudine troppo diffusa.

 Enciclopedia della Donna 1965
Dove e come mettere il tovagliolo

tovagliolo

Dove come mettere il Tovagliolo

pasticcio lepre artusi 1

372 Pasticcio di lepre dell’Artusi

Monoporzione

pasticcio lepre artusi 5

Pasticcio di lepre n. 372

Chi non ha buone braccia non si provi intorno a questo pasticcio. La natura arida delle carni della bestia di cui si tratta e il molto ossame, richiedono una fatica improba per estrarne tutta la sostanza possibile, senza di che non fareste nulla di veramente buono.
Quello che qui vi descrivo fu fatto alla mia presenza, nelle seguenti dosi e proporzioni sulle quali, regolandovi, ritengo non sia il caso di sciupare i vostri quattrini.

Mezza lepre, senza testa e gli zampucci, un chilogrammo.
Magro di vitella di latte, grammi 230.
Burro, grammi 90.
Lingua salata, grammi 80.
Grasso di prosciutto, grammi 80.
Prosciutto grasso e magro, tagliato grosso mezzo dito, grammi 50.
Detto, tagliato fine, grammi 30.
Tartufi neri, grammi 60.
Farina per la besciamella, grammi 30.
Marsala, decilitri 3.
Uova, n. 2.
Latte, mezzo bicchiere.
Brodo, quanto basta.

Dalla lepre, dopo averla lavata ed asciugata, levate grammi 80 di magro dal filetto o altrove e ponetelo da parte. Poi scarnite tutte le ossa, per separarle dalla carne, rompetele e ponete anche queste da parte. La carne tagliatela a pezzi, e coi suddetti grammi 80 di magro, lasciato intero, mettetela in infusione con due terzi circa della detta marsala e coi seguenti odori tagliati all’ingrosso: un quarto di una grossa cipolla, mezza carota, una costola di sedano lunga un palmo, diversi gambi di prezzemolo e due foglie di alloro. Conditela con sale e pepe, rivoltate bene ogni cosa e lasciatela in riposo diverse ore. Frattanto nettate dalle pelletiche la carne di vitella di latte, sminuzzatela col coltello e pestatela nel mortaio quanto più fine potete.
Scolate dalla marsala la carne messa in infusione e con tutte le ossa, gli odori indicati, il grasso di prosciutto, tagliato a pezzettini e grammi 30 del detto burro, ponetela in una casseruola coperta e, a fuoco vivo, lasciatela rosolar bene, rimuovendola spesso col mestolo e bagnandola, quando sarà asciutta, con marsala, servendovi anche di quella rimasta dell’infusione, e con brodo fino a cottura completa. Allora separate nuovamente la carne dalle ossa e rimettete da parte gli 80 grammi di magro per formare con questo, coi grammi 50 di prosciutto e con la lingua, tanti filetti grossi più di mezzo dito.

Pestate prima tutta la carne della lepre nel mortaio, bagnandola di quando in quando per renderla più pastosa, ma non troppo liquida, col resto della marsala e con brodo e passatela; poi pestate le ossa e procurate che passi di queste tutto quel che più potete, avvertendovi però occorrervi a quest’uopo uno staccio di fil di ferro.
Ora, fate una besciamella con grammi 30 del detto burro, la farina e il latte indicati e, cotta che sia, versate nella stessa casseruola tutta la carne passata, tanto quella della lepre che della vitella di latte cruda, aggiungete le due uova, mescolate bene ed assaggiate il composto se è dosato giusto di condimenti, per aggiungere, se occorre, sale e il resto del burro.

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Adesso incassate il pasticcio colla pasta qui sotto descritta e per riempirlo regolatevi come nel n. 370. I tartufi tagliateli a tocchetti grossi come le nocciole e così crudi e con tutti i filetti descritti disponeteli a tre suoli alternati col composto ben pigiato onde vengano sparsi regolarmente, e facciano bella mostra quando il pasticcio si taglia. Per ultimo distendetegli sopra i grammi 30 di prosciutto a fette piuttosto sottili e copritelo.
Potete coprirlo con pasta sfoglia a metà, come quella della ricetta n. 155, oppure con la seguente:

Farina, grammi 250.
Burro, grammi 80.
Spirito di vino, cucchiaini n. 2.
Zucchero, cucchiaini n. 2.
Rossi d’uovo, n. 2.
L’agro di uno spicchio di limone.
Sale, grammi 5.
Acqua fredda, se occorre.

Con la norma di questo, salvo qualche variazione del caso, potete fare diversi altri pasticci di selvaggina, come sarebbe di cignale, daino e capriolo. Questo ritengo possa bastare per un pranzo anche di venti persone.

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Chicken Pie.JPGm[File:Chicken Pie.JPG|Chicken_Pie]]Moravian Chicken Pie.jpg[[File:Moravian Chicken Pie.jpg|Moravian_Chicken_Pie]]
Lamb and chicken pie.jpg [[File:Lamb and chicken pie.jpg|Lamb_and_chicken_pie]] ChickenpotpieswholeFeb09.jp [[File:ChickenpotpieswholeFeb09.jpg|ChickenpotpieswholeFeb09]]