"Il Gattopardo" film di L. Visconti

«Timballo di maccheroni del Gattopardo» di Tomasi di Lampedusa

Tutti quelli che hanno visto Il Gattopardo”, il film di Visconti, non possono dimenticare la scena del ricevimento nella quale la bellissima Angelica (Claudia Cardinale) danza con il principe di Salina, ovverosia il Gattopardo (Burt Lancaster). Indimenticabile anche la cena dove, tra la luce delle candele che illuminano la tavola sfarzosa, viene servito il principesco “Timballo di maccheroni”.

Il Gattopardo è un romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958.

Timballo di maccheroni1 timballo siciliano gattopardo2 timballo siciliano gattopardo

"Il Gattopardo" film di L. Visconti

«Ogni anno i Salina si trasferivano con la bella stagione nel palazzo di Donnafugata. La sera stessa veniva preparata una cena alla quale erano invitati gli amici del principe: Il principe aveva troppa esperienza per offrire a degli invitati siciliani in un paese dell’interno, un pranzo che si iniziasse con un “potage”, e infrangeva tanto più facilmente le regole dell’alta cucina in quanto ciò corrispondeva ai propri gusti. Ma le informazioni sulla barbarica usanza forestiera di servire una brodaglia come primo piatto erano giunte con troppa insistenza ai maggiorenti di Donnafugata perché un residuo timore non palpitasse in loro all’inizio di ognuno di questi pranzi solenni.
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Perciò quando tre servitori in verde, oro e cipria entrarono recando ciascuno uno smisurato piatto d’argento che conteneva un torreggiante timballo di maccheroni, soltanto quattro su venti persone si astennero dal manifestare una lieta sorpresa: il principe e la principessa perché se l’aspettavano, Angelica per affettazione e Concetta per mancanza di appetito. Tutti gli altri (Tancredi compreso, rincresce dirlo) manifestarono il loro sollievo in modi diversi, che andavano dai flautati grugniti estatici del notaio allo strilletto acuto di Francesco Paolo. Lo sguardo circolare minaccioso del padrone di casa troncò del resto subito queste manifestazioni indecorose. Buone creanze a parte, però, l’aspetto di quei babelici pasticci era degno di evocare fremiti di ammirazione.
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«L’oro brunito dell’involucro, la fragrarnza di zucchero e di cannella che ne emanava non erano che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un vapore carico di aromi, si scorgevano poi i fegatini di pollo, gli ovetti duri, le sfilettatture di prosciutto, di pollo e di tartufi impigliate nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.»
Giuseppe Tomasi di Lampedusa – Il gattopardo , 1958

timballo gattopardo maccheroni

IL PASTICCIO DEL MONSÙ

Il pasticcio del monsù, conosciuto anche come il Timballo del Principe o il Timballo del Gattopardo, è una delizia culinaria che incarna l’armonia dei sapori siciliani. Questo piatto prelibato è un’autentica festa per i sensi, con l’aroma di zucchero e cannella che si sprigiona non appena si apre il suo involucro.

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COME PREPARARE IL PASTICCIO DEL MONSÙ

Ingredienti per 12 persone

PER LA PASTA FROLLA

  • 550 grammi farina 00
  • 200 grammi strutto
  • 40 grammi zucchero semolato
  • 120 grammi vino bianco secco
  • 1 uovo
  • 1 tuorlo
  • 1 cucchiaino di cannella
  • Un pizzico abbondante di sale

PROCEDURA PER LA PASTA FROLLA (DA PREPARARE IL GIORNO PRECEDENTE ALLA PREPARAZIONE DEL PASTICCIO DEL MONSÙ

Per la pasta frolla, mescolate con cura la farina, lo strutto, lo zucchero, la cannella, il sale, l’uovo intero e il tuorlo, e il vino fino a ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Coprite con pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo.

Impastare la farina, lo strutto, lo zucchero, la cannella, il sale, l’uovo intero e il tuorlo e il vino. Impastare velocemente fino ad ottenere una pasta liscia e omogenea. Ricoprire con la pellicola e metterla in frigo.

PER LA FARCIA E IL COMPLETAMENTO DEL PASTICCIO DEL MONSÙ

  • 600 grammi di maccheroni
  • 200 grammi di brodo di carne
  • 100 grammi di parmigiano grattugiato
  • 1 uovo (per spennellare l’involucro di pasta frolla)
  • 450 grammi di petto di pollo tagliato a strisce
  • 400 grammi di funghi champignon
  • 200 grammi di carne tritata
  • 150 grammi di pisellini surgelati
  • 120 grammi di prosciutto crudo tagliato a striscioline
  • 100 grammi di burro
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio d’aglio
  • 2 foglie di alloro
  • Zucchero semolato
  • ¼ di stecca di cannella
  • 2 foglie di salvia
  • 1 rametto di rosmarino (senza il gambo)
  • 1 cucchiaino di Maizena
  • 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • ½ bicchiere abbondante di marsala secco

PROCEDURA PER LA REALIZZAZIONE DEL PASTICCIO DEL MONSÙ

Nota: Il Pasticcio del Monsù può essere assemblato in due modi diversi. In questa ricetta, descriveremo la versione a strati. In tal caso, i maccheroni devono cuocere per soli tre minuti, poiché continueranno a cuocere in forno con l’umidità della farcia.

Pulite i funghi e affettateli sottilmente. Tritate la cipolla e l’aglio insieme alla salvia e al rosmarino. In una padella, fate appassire questo trito con olio e burro. Nel frattempo, scongelate i piselli in acqua bollente salata con una foglia di alloro e un cucchiaino di zucchero. Aggiungete al soffritto il petto di pollo, la carne tritata e i funghi. Cuocete a fuoco moderato per circa dieci minuti, sfumando con ½ bicchiere di marsala, tenendone da parte una cucchiaiata. Cospargete con un cucchiaino di farina e bagnate con un mestolo di brodo, unendo una foglia di alloro e la cannella. Cuocete a fuoco moderato con il coperchio per circa mezz’ora. Quando la farcia sarà pronta, conditela con sale e pepe, eliminate la foglia di alloro e la cannella, e aggiungete il prosciutto, i pisellini e mescolate il tutto.

Nel frattempo, riducete il brodo facendolo restringere e aggiungete la cucchiaiata di marsala tenuta da parte, un cucchiaino di Maizena sciolto in poca acqua fredda e riportate sul fuoco fino a ottenere una salsa densa. Unite quindi 50 grammi di burro tagliato a pezzetti. Cuocete i maccheroni in abbondante acqua salata finché sono ancora molto al dente. Scolateli e conditeli con la salsa ottenuta e il parmigiano grattugiato.

Stendete la pasta frolla in uno strato sottile su un foglio di carta forno in modo da ottenere un cerchio che copra sia il fondo che i bordi dello stampo a cerniera (circa 20 cm di diametro e 10 cm di altezza). Rivestite lo stampo con la pasta frolla e tagliate via l’eccesso.

Adagiate uno strato sottile di maccheroni sul fondo dello stampo, quindi al centro, mettete una cucchiaiata di farcia. Continuate alternando strati di maccheroni e farcia fino a riempire lo stampo. Coprite il tutto con un altro disco di pasta frolla. Create un camino praticando un foro al centro del pasticcio e inserendo un cilindretto di carta stagnola in modo che il vapore possa fuoriuscire durante la cottura. Spennellate il pasticcio con l’uovo battuto intorno al foro e posizionate un cordoncino di pasta frolla.

Decorate la parte superiore del pasticcio con dischetti di pasta frolla di circa 3 cm (ricavati dagli avanzi di pasta frolla) e spennellate tutto con l’uovo. Cuocete in forno preriscaldato a 190°C per circa 45 minuti. Dopo circa 25 minuti di cottura, sfornate il pasticcio, togliete il bordo dello stampo a cerniera, spennellate con l’uovo battuto i bordi appena scoperti e posizionate i rimanenti dischetti di pasta frolla. Rimettete in forno per i restanti 20 minuti. Il pasticcio dovrà risultare ben dorato alla fine della cottura.

Con molta attenzione, togliete delicatamente il camino di carta stagnola e trasferite il pasticcio sul piatto di servizio. Lasciatelo riposare per qualche minuto prima di tagliarlo in porzioni e servirlo.

  “Ricette di Sicilia” (…)

Pasticcio di maccheroni alla maniera di Petronilla (“Al pastiz”)

Timpano di Vermicelli di magro e vermicelli con pomidoro. Ricette di Ippolito Cavalcanti, cuoco, 1837