lavanda frollini pasta frolla

Biscottini di pasta frolla al profumo di lavanda per il tè delle cinque

Lavender Shortbread Cookies Turku Gingerbread from Finland

Sono biscottini raffinati ideali da servire con il tè delle cinque.

 Ingredienti per circa 25-30 biscotti
  • 250 gr. di farina 00,
  • 100 gr. di burro,
  • 130 gr. di zucchero semolato
  • un cucchiaio di zucchero a velo,
  • 1 uovo intero e 1 tuorlo,
  • 2 cucchiai di fiori eduli di lavanda freschi oppure essiccati.
 Preparazione

Se optate per i fiori freschi, per prima cosa staccateli dal ramo.

Se preferite quelli essiccati, lasciateli in infusione (un cucchiaino di fiori in un bicchiere d’acqua) per almeno una notte. L’infuso rimasto, dopo averlo aggiunto all’impasto, potrà essere versato nel tè che servirete con i frollini.

In una ciotola formate la fontana di farina e al centro mettete il burro freddo tagliato a cubetti, lo zucchero semolato e lo zucchero a velo. Aggiungete l’ uovo intero e il tuorlo, i fiori di lavanda freschi (e 2 cucchiai di infuso di fiori essiccati) e un pizzico di sale. Con le mani impastate il tutto fino ad ottenere un composto di consistenza sabbiosa. Continuate ad impastare fino ad ottenere un panetto omogeneo e liscio.

Avvolgete il panetto di frolla alla lavanda nella pellicola trasparente. Lasciate riposare in frigorifero per circa un’ora. Dopo aver tolto il panetto dal frigorifero, lasciatelo qualche minuto a temperatura ambiente. Stendete, quindi, la sfoglia con il mattarello (fino ad uno spessore di circa mezzo cm.) e ritagliatela, con gli stampini¹ che preferite, in tanti frollini che metterete in una teglia foderata con carta forno.

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Infornate nel forno statico preriscaldato a 180 gradi e cuocete per circa 10-15 minuti: non devono essere eccessivamente dorati. Fate raffreddare su una griglia.

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¹In mancanza degli stampini potete usare un bicchierino da liquore

confettura lavandaCrème brûlée lavandaProfumo di fiori di lavanda, profumo di Cupcakes.

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Sciroppo lavanda pisco sourTorta alla lavanda

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Cesti di lavanda ad Aix en Provence

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migliaccio

E’ Miàz, il Migliaccio, dolce invernale della tradizione romagnola a base di sangue di maiale

Il migliaccio è un antico dolce invernale dell’Emilia-Romagna, oggi poco diffuso, che si realizza utilizzando come ingrediente principale il sangue del maiale. Si presenta come una crostata dolce dal gusto gradevole, seppure forte, in cui la farcitura è una specie di budino scuro e denso. Non è da  confondere con il migliaccio campano che è una specie di polenta dolce o salata, cotta al forno o fritta.
Veniva preparato dalle famiglie contadine, tra novembre e febbraio, nel periodo della macellazione del maiale: l’azdora (la massaia) raccoglieva immediatamente il sangue dell’animale appena ucciso e lo utilizzava subito per preparare il dolce.
Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene:
«Se il maiale volasse non ci saria danar che lo pagasse», diceva un tale; e un altro: «Il maiale, colle sue carni e colle manipolazioni a cui queste si prestano, vi fa sentire tanti sapori diversi quanti giorni sono nell’anno». Al lettore il decidere quale dei due sproloqui sia il più esatto: a me basta darvi un cenno delle così dette nozze del maiale, perché anche questo immondo animale fa ridere, ma solo, come l’avaro, il giorno della sua morte.
In Romagna le famiglie benestanti e i contadini lo macellano in casa, circostanza in cui si sciala più dell’usato e i ragazzi fanno baldoria. Questa è anche l’occasione opportuna per ricordarsi agli amici, a’ parenti, alle persone colle quali si abbia qualche dovere da compiere, imperocché ad uno, per esempio, si mandano tre o quattro braciuole della lombata, ad un altro un’ala di fegato, ad un terzo un piatto di buon migliaccio; e la famiglia che queste cose riceve, si rammenta di fare, alla sua volta, altrettanto. “È pane da rendere e farina da imprestare”, direte voi; ma frattanto son usi che servono a tener deste le conoscenze e le amicizie fra le famiglie.

 

La Ricetta in dialetto romagnolo
migliaccio

Un tempo si usava preparare questo dolce in occasione delle feste di Carnevale e soprattutto nei giorni di uccisione del maiale (dicembre, gennaio). E’ necessario infatti 1 litro di sangue di maiale, fresco e senza grumi.
Mettete sul fuoco 1 litro di latte, 300 gr. di zucchero, la scorza grattugiata di mezza arancia o di 1 limone, 70 gr. di mandorle spellate e triturate grossolanamente, 50 gr. di cioccolato a pezzettini, noce moscata grattugiata secondo il vostro gusto e 1 uovo intero. Fate bollire per qualche minuto, mescolando continuamente, quindi togliete dal fuoco. Appena il composto si sarà raffreddato unitevi il sangue di maiale e 100 gr. di canditi a dadini. Mescolate bene e fate cuocere a bagnomaria, senza far bollire, finchè il sangue comincerà ad addensarsi. Preparate intanto una normale pasta frolla¹ con 300 gr. di farina, 3 uova, 150 gr. di zucchero e la scorza grattugiata di mezzo limone. Foderate con la pasta frolla uno stampo precedentemente imburrato e versatevi dentro il liquido. spolverizzate di zucchero ed infornate in forno di moderato calore per circa 2 ore.
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  • ¹Si può sostituire la pasta frolla con la pasta matta composta da Farina di frumento, acqua, olio evo e sale. Amalgamate gli ingredienti, aggiungete l’acqua, poca alla volta, ed impastare per 15 minuti circa. Formate una palla ed avvolgetela nella pellicola da cucina, quindi lasciatela riposare per almeno 20 minuti. Stendetela poi, con il matterello, in una sfoglia molto sottile e preparate la crostata.
  • ₁₅₃. PASTA MATTA dell’ArtusiArtusi: Giugno - Nota pranzo I
    Si chiama matta non perché sia capace di qualche pazzia, ma per la semplicità colla quale si presta a far la parte di stival che manca in diversi piatti, come vedrete. Spegnete farina con acqua e sale in proporzione e formate un pane da potersi tirare a sfoglia col matterello.

migliaccio saguinaccio

 Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola dei primi del ‘900.
 E’ Miàz, il Migliaccio, dolce di sangue di maiale
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Crostata con i cachi semplice e veloce

Crostata con i kaki, cachi, semplice e veloce

Il cachi o kaki è un albero da frutto originario dell’Asia orientale. È anche noto come loto del Giappone, sebbene con questo nome si debba intendere più correttamente il Diospyros lotus.

Ingredienti e dosi 
  • 3 cachi,
  • pasta frolla surgelata,
  • 2 cucchiai di zucchero di canna,
  • cannella in polvere.
Preparazione

Pulite i cachi dalla buccia e dai semi. Metteteli, poi, in una ciotola e schiacciateli bene con le mani (o frullateli), quindi passateli in un tegame con lo zucchero di canna e la cannella e 1 cucchiaio di acqua. Fate cuocere fino ad ottenere una purea abbastanza asciutta.

Stendete la pasta frolla e con essa foderate una tortiera; stendetevi sopra la purea di cachi e con i ritagli di pasta formate la griglia tipica delle crostate. Infornate in forno caldo a 10 gradi per 30 minuti.

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Suggerimenti
  • Ottima per la colazione e la merenda, questa crostata è veramente facile da preparare e ancora più veloce sarà se userete, come farcitura, la confettura di cachi.
  • Anzichè con la cannella, potete aromatizzare la crostata con bacche di vaniglia oppure con la scorza grattugiata di un limone.
  • Potete arricchire la crosta con l’aggiunta di noci, nocciole o altra frutta secca.

Crostata con i cachi semplice e veloce

Tempo di kaki, cachi! Tempo di confettura

Torta di cachi, kaki, con frutta secca ed amaretti

Torta e pastine con mandorle di pesche Petronilla

I classici. Pasta frolla: Torta farcita con crema di amaretti.

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Ingredienti
Ingredienti per la pasta frolla
400 gr. di farina 00, 200 gr. di burro, 150 gr, di zucchero a velo, 4 tuorli d’uovo, 1 bacca di vaniglia, un pizzico di sale.
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Ingredienti per la crema (le dosi sono indicative)
100 gr. di amaretti,  2 cucchiai abbondanti di ricotta di mucca, 1 uovo, latte qb.
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Ingredienti per la copertura
Scaglie di cioccolato bianco qb.
Preparazione
Preparate la  pasta frolla come spiegato qui e, una volta pronta, formate un panetto e avvolgetelo nella pellicola da cucina, quindi mettete in frigorifero per almeno un’ora.
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Preparate la cremina
Mentre la frolla riposa, spezzettate grossolanamente gli amaretti e poi frullateli nel mixer insieme alla ricotta, all’uovo ed al latte. Lasciatela riposare coperta da pellicola da cucina.
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Componete il dolce
Prendete dal panetto di pasta frolla  2/3 di impasto e stendetelo a disco, poi con esso rivestite una tortiera tutta imburrata ed infarinata, coprendo anche i lati: per questa operazione avvolgete il disco di pasta su un matterello e srotolatelo sulla tortiera. Eliminate l’eccesso di pasta con un coltellino.
Con una forchetta bucherellate la superficie del disco di pasta frolla; versate quindi la crema di amaretti facendo attenzione di mettere più crema al centro, così in cottura non si formerà un avvallamento.
Prendete l’impasto restante e stendetelo a forma di disco, avvolgetelo sul mattarello e srotolatelo sulla crema. Con una forchetta bucherellate la superficie e premete sul perimetro per sigillare i due dischi di frolla.
Infornate la torta della nonna in forno già caldo a 180 gradi per 35- 40 minuti. Passato il tempo togliete dal forno e lasciatela raffreddare, quindi spennellate la superficie della torta con un po’ di latte e distribuite sopra le scaglie di cioccolato bianco facendole aderire bene all’impasto.
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Torta di Carolina è una pasta frolla farcita con crema di amaretti
Clicca sull’Immagine per vederla Ingrandita
//ierioggiincucina.myblog.it/media/02/02/1472501457.2.JPG

all. al n.2 di Annabella del 12-1-1978

quince jelly crostata cotognata

Quince Jelly Tart, crostata con la cotognata

Ingredienti e dosi

per la pasta tipo frolla

  • 250 gr di farina 00,
  • 1 bustina di lievito,
  • vaniglinato per dolci,
  • 100 gr di zucchero,
  • 1 uovo,
  • 100 di margarina,
  • sale

per il ripieno

  • 250 gr. di Cotognata (quince jelly),
  • 50 gr di nocciole tritate molto grossolanamente,
  • 50 gr. di cioccolato fondente a pezzettoni.

Sburlòn, liquore di mele cotogne

Preparazione

Lavorare, velocemente, gli ingredienti fino ad ottenere un impasto tipo frolla, un po’ più morbido per via della presenza di margarina. Mettere a riposare in frigo per 30 minuti.

Lavorare, velocemente, gli ingredienti fino ad ottenere un impasto tipo frolla, un po’ più morbido per via della presenza di margarina. Mettere a riposare in frigo per 30 minuti.

Stendere l’impasto, con le mani, in una teglia foderata con carta da forno. Spalmare uno strato di marmellata. Aggiungere le nocciole tritate e i pezzetti cioccolato. Ricoprire con la restante pasta “frolla” sbriciolandola sopra, molto grossolanamente. Preriscaldare il forno a 180 gradi e cuocere per 30 – 40 minuti. Fare la prova stecchino. Spolverare con zucchero a velo, oppure cospargere di zucchero semolato al momento di infornare, così a formare, con la cottura, una appetitosa crosticina.

Vino

Bianco o rosso, semisecco o dolce, aromatico o fruttato; spumante Franciacorta (Lombardia), Prosecco (Veneto)

crostata cotognata

Cotognata alla maniera di Petronilla

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Torta di zucca alla maniera di Petronilla

Torta di zucca alla maniera di Petronilla

«Se anche voi (al par di me) avete fatto per il pranzo della Vigilia i lombardissimi tortelli con la zucca, e se anche a voi fosse rimasto in casa (come è rimasto a me) un bel pezzo di zucca gialla e soprattutto molto dolce, utilizzatelo per fare (come ho fatto io) la torta di zucca per il comune pranzo familiare. Non vi sembrerebbe forse adatta la zucca, per confezionare torte? Ebbene, fate la prova; e sono certa che – portate dalla posta – verranno poi a rallegrarmi parecchie epistole con i vostri soliti “tante grazie e tanti complimenti, o cara Petronilla!”
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Per fare questa torta, bisogna pesare la zucca cruda dopo di averla sbucciata; non scordarne il peso esatto; tagliarla in fette sottili; metterla in una pentola; coprirla di latte; farla bollire spesso rimestando; lasciarla al fuoco fino a che non avrà bevuto tutto il latte; e passarla, infine, per il setaccio, raccogliendo in una insalatiera il passato. Bisogna poscia unire una presa di sale ed una di cannella, un cucchiaio di pane grattugiato, un pugno di mandorle sbucciate e tagliate assai fine con la mezzaluna, tanto zucchero quant’è la metà del peso della zucca, un uovo intero; mescolare e rimescolare il tutto per bene; e lasciare infine l’impasto lì, ad amalgamarsi in quiete.
Bisogna poi preparare una buona pasta frolla impastando insieme circa 200 gr. di farina bianca, due cucchiai di zucchero, mezz’etto di burro ed un po’ di latte; tirarla dello spessore dei nostri vecchi due soldi; e stenderne più di metà sul fondo e tutt’in giro alla tortiera,, che sarà già unta di burro. Bisogna infine riempire con l’impasto la tortiera; ritagliare, nella pasta frolla rimasta, delle listerelle; distenderle, incrociandole, sulla torta, infarinate e…
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E mi saprete poi dire se la zucca, quando è dolce, possa o no servire a confezionare torte; ma torte (ben s’intende) non per i pranzi di riguardo, ma per i cari, per gli intimi, per i riposanti pranzetti familiari e che una torta riesce sempre a maggiormente rallegrare!»
“Altre ricette di Petronilla anno 1935”

torta crostata alla zucca

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente.»

Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

La ZUCCA!

 Torta di zucca alla maniera di Petronilla
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Torta con l ‘uva

Ingredienti per 4-6 persone
  • 400 gr. di acini d’uva,
  • 300 gr. di farina 00,
  • 150 gr. di burro,
  • 150 gr. di zucchero,
  • 1 bustina di lievito per dolci,
  • 3 uova.
  • 1 bicchiere di rum,
  • 1 pizzico di sale,
  • 5 gr. di gelatina,
  • Marmellata del gusto preferito.
Preparazione

Tagliare a metà gli acini di uva e togliere pazientemente i semini. In una ciotola lavorare il burro con lo zucchero. Aggiungere la farina, il lievito, le uova, il rum ed il pizzico di sale. Mescolare un poco. Mettere gli acini di uva e mescolare bene.

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Foderare uno stampo da plumcake e versarvi il composto. Livellare bene. Cuocere in forno preriscaldato a 210 gradi circa per 40 – 45 minuti. Fare la prova stecchino. Lasciare raffreddare dentro il forno. Nel frattempo, ammollare i fogli di gelatina in acqua fredda per 10 minuti. Strizzarli leggermente. Scaldare un bicchiere abbondante di acqua dolcificata senza portare a bollore. Aggiungere la gelatina e mescolare fino a scioglierla completamente. Lasciare intiepidire. Porre la torta su un piano in posizione rovesciata.

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Spalmare la superficie con la marmellata (io ho usato quella di pesca). Guarnire con chicchi d’ uva. Versarvi sopra la gelatina ancora liquida o di consistenza oleosa. Riporre la torta in frigo per almeno 2 ore. Mettere nel piatto da portata e cospargere di zucchero a velo.

Per guarnire, anzichè uva e zucchero a velo, si può usare l’uva alla neve.

La torta può essere presentata anche togliendo la parte esterna dei lati.
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Vino
Moscato o vino passito: Passito di Pantelleria, Vin Santo (Toscana), Vino cotto (Marche), Tokaj (Friuli).
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.Torta con l ‘uva
Ringrazio le cookine che l’hanno testata, facendo delle OTTIME variazioni da copiare!!!!!
mamma oca
Cara Patrizia, come promesso ti metto le foto ho sostituito il rum con il limoncello ed eliminato la gelitina BUONISSIMISSIMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Pittbull21
Troppo buonaaaaaaaa!!! Tra ieri sera e stamattina, io e mio figlio, ce ne siamo spazzolati metà!!! Ho fatto solo un paio di modifiche: 1. ho usato la marmellata di mirtilli,  2. l’ho cotta in una teglia rettangolare
Poi mi son picchiata con la gelatina, che non ne voleva sapere di rapprendersi…così ho sclerato e ho aggiunto un paio di fogli…ma si è rappresa poi troppo presto ed ha fatto i grumi!!! UN DELIRIOOOOOO!!! Ma intanto io mica mi arrendo…ce l’ho messa ugualmente! Ora scarico le foto e te le metto… Ecco qua…. questa la torta guarnita
Qui l’oscenità con la gelatina.. Qui la fetta… E qui…quello che ne restava stamattina…
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nutella crema cioccolato

Crostata alla Nutella, una prima colazione sostanziosa

La crostata alla nutella, una prima colazione sostanziosa
Ingredienti
  • 150 g di burro,
  • 300 g di farina 00,
  • Zucchero a velo q.b,
  • 3 uova,
  • 350 g di Nutella,
  • 1 pizzico di sale.
Preparazione

Disponete sul piano di lavoro la farina a fontana. Versate nel centro i tuorli delle uova e lo zucchero. Sciogliete il burro in un pentolino e unite pure quello alla farina. Amalgamate con cura e lasciate riposare la pasta frolla per circa un’ora. (segue)

Crostata alla Nutella

La Nutella è probabilmente la crema spalmabile più diffusa al mondo: Questa delizia di crema è utilizzata soprattutto come accompagnamento per pane, biscotti e frutta, ma esistono ricette per torte e crêpes.

Castagnole farcite di Carnevalecrepes-alla-nutellaciambellone nutella.

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Ricetta della Nutella fatta in casa

 Di kochtopf [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], attraverso Wikimedia Commons”  Di kochtopf [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], attraverso Wikimedia Commons
torta frutta cotta petronilla Vegan_Tart_Hot_Out_of_the_Oven_(3697174752)

Due ricette per Torte di frutta alla maniera della Petronilla

Ricetta 1.

Torta di frutta cotta in pasta frolla

(Necessita di forno)
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«Ogni cuoca, si può dire, ha il suo modo personale di preparare una torta di pasta frolla ricolma di frutta cotta, sì che, naturalmente, anch’io debbo avere il modo Dio. Solo sulla mia strada potrò, dunque, instradare le giovani cuoche che, essendo ancora inesperte, me ne hanno chiesta e richiesta la ricetta. A loro (e solo a loro) oggi dunque dirò che, per preparare quella tale torta che con il suo profumino di alta pasticceria e con il suo gusto sopraffino manda in vero visibilio marito e ragazzi, io… io la faccio così:
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Compero 5 o 6 mele e un paio di pere; le sbuccio; le taglio a pezzetti; ne levo i semi; ed assieme ad una manciata di prugne secche (ben lavate e snocciolate), a 2 pezzi di buccia di limone, e a 3 cucchiai di zucchero, le metto con acqua, in una casseruola, a fuoco basso. Cucino poi, sode, 3 uova; ne scarto gli albumi (che non servono): e passo i 3 torli per il setaccio. Mentre la frutta si va lentamente cucinato, mescolo insieme per gr 200 di farina bianca, gr 100 di fecola, gr 100 di zucchero, i 3 torli setacciati, una presa di sale, e poscia impasto il tutto con gr 200 di burro liquefatto. Manipolo per bene; e infine lascio lì, la pasta, a riposare per mezz’ora.
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File:Peachy Bartlett Pear Vegan Tart (3786870561).jpg
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Quando l’orologio (che non deve mai mancare in una cucina) mi avverte che la mezz’ora è ormai scoccata, do la definitiva manipolata alla pasta la stendo, con il rullo, uniformemente alta circa mezzo centimetro; e, con la maggior parte di essa, tappezzo fondo ed orlo della tortiera dopo averla imburrata e leggermente infarinata. Sulla pasta verso tutta la frutta (che nel frattempo si sarà cotta ed avrà anche assorbita tutta l’acqua) e ne uguaglio per bene col cucchiaio la superficie.
Nella pasta che mi è avanzata (dopo averla di nuovo manipolata e stesa) taglio (secondo la quantità d’essa) o tanti dischi (con un bicchierino) o tante listerelle (con il coltello) larghe poco più di un dito; distribuisco o gli uni o le altre, sulla frutta; rivolto, verso l’interno, l’orlo della pasta con la quale ho tappezzata la tortiera; e metto questa in forno caldo. Allorché, dopo poco più di mezz’ora, trapela dal forno quel certo profumino… do un’occhiata per constatare il colore della pasta, e se la vedo d’oro, e quindi cotta…
***
La squisita mia torta di pasta frolla e di frutta sciroppate è pronta per la “solenne imbandigione)! È questo il modo, personale, mio, di Petronilla, di far la torta di pasta frolla e frutta!»
 . Ricette di Petronilla Ed.Olivini 1938
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File:Crostata di mele di Santin.jpg
Ricetta 2.

Torta alla frutta

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«Quando ieri la cara amica Damia mi ha chiesto cosa mai io avessi preparato per il pranzo… e quando ha sentito che, essendo sola con i figlioli, avevo preparato soltanto un risotto ed una torta di frutta… prima ha espresse tutte le più alte meraviglie, e poscia mi ha pregata di insegnarle la mia torta. Con la solita cortesia, così ho parlato alla mia cara Damia, e così oggi parlo a voi, nel caso probabile che vi sia qualche… Damia anche fra tutte voi; qualche donna, cioè, poco svelta ad ideare piatti, e poco pratica nel cucinarli. Dovete dunque, o mie Dame, per fare con le frutta un’ottima torta…
* * *
Battere per bene, dentro ad una insalatiera (e sempre con il cucchiaio di legno) 1 uovo intiero, 1 torlo e 100 gr. di zucchero. Unire la buccia grattugiata di mezzo limone e mescolare. Aggiungere (un po’ alla volta) 150 gr. di farina bianca, e mescolare. Versare (sempre un po’ alla volta) 1/2 bicchiere di latte freddo e ancora mescolare. Mettere, nella miscela, un cucchiaino colmo di quel lievito che si compera dal droghiere; e compiere l’ultima e definitiva rimescolata. Ungere con burro una tortiera.
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Scolarvi dentro tutta la pasta. Coprire questa, senza economia, con fettine di pere o di mele sbucciate e monde dei semi (circa 1 chilo). Distribuire, sopra la frutta ed in modo uniforme, 100 gr. di zucchero al quale si sarà unita una presina di cannella. Sgocciolare, qua e là, sopra la frutta zuccherata, un cucchiaio di burro liquefatto. Infornare in forno non troppo caldo per un’oretta, o cucinare fra le brage. Portare in tavola; servire; mangiare; gustare; e concludere – come concludo io quando la faccio – che questa torta, oltre che economica e spiccia – è anche superlativamente squisita.»
 Altre ricette di Petronilla 1937
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Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
Torta di frutta cotta in pasta frolla alla maniera di Petronilla Vegan Tart Hot Out of the Oven (3697174752).jpg Peachy Bartlett Pear Vegan Tart (3786870561).jpg Crostata di mele di Santin.jpg
"Il Gattopardo" film di L. Visconti

«Timballo di maccheroni del Gattopardo» di Tomasi di Lampedusa

Tutti quelli che hanno visto Il Gattopardo”, il film di Visconti, non possono dimenticare la scena del ricevimento nella quale la bellissima Angelica (Claudia Cardinale) danza con il principe di Salina, ovverosia il Gattopardo (Burt Lancaster). Indimenticabile anche la cena dove, tra la luce delle candele che illuminano la tavola sfarzosa, viene servito il principesco “Timballo di maccheroni”.

Il Gattopardo è un romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958.

Timballo di maccheroni1 timballo siciliano gattopardo2 timballo siciliano gattopardo

"Il Gattopardo" film di L. Visconti

«Ogni anno i Salina si trasferivano con la bella stagione nel palazzo di Donnafugata. La sera stessa veniva preparata una cena alla quale erano invitati gli amici del principe: Il principe aveva troppa esperienza per offrire a degli invitati siciliani in un paese dell’interno, un pranzo che si iniziasse con un “potage”, e infrangeva tanto più facilmente le regole dell’alta cucina in quanto ciò corrispondeva ai propri gusti. Ma le informazioni sulla barbarica usanza forestiera di servire una brodaglia come primo piatto erano giunte con troppa insistenza ai maggiorenti di Donnafugata perché un residuo timore non palpitasse in loro all’inizio di ognuno di questi pranzi solenni.
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Perciò quando tre servitori in verde, oro e cipria entrarono recando ciascuno uno smisurato piatto d’argento che conteneva un torreggiante timballo di maccheroni, soltanto quattro su venti persone si astennero dal manifestare una lieta sorpresa: il principe e la principessa perché se l’aspettavano, Angelica per affettazione e Concetta per mancanza di appetito. Tutti gli altri (Tancredi compreso, rincresce dirlo) manifestarono il loro sollievo in modi diversi, che andavano dai flautati grugniti estatici del notaio allo strilletto acuto di Francesco Paolo. Lo sguardo circolare minaccioso del padrone di casa troncò del resto subito queste manifestazioni indecorose. Buone creanze a parte, però, l’aspetto di quei babelici pasticci era degno di evocare fremiti di ammirazione.
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«L’oro brunito dell’involucro, la fragrarnza di zucchero e di cannella che ne emanava non erano che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un vapore carico di aromi, si scorgevano poi i fegatini di pollo, gli ovetti duri, le sfilettatture di prosciutto, di pollo e di tartufi impigliate nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.»
Giuseppe Tomasi di Lampedusa – Il gattopardo , 1958

timballo gattopardo maccheroni

IL PASTICCIO DEL MONSÙ

Il pasticcio del monsù, conosciuto anche come il Timballo del Principe o il Timballo del Gattopardo, è una delizia culinaria che incarna l’armonia dei sapori siciliani. Questo piatto prelibato è un’autentica festa per i sensi, con l’aroma di zucchero e cannella che si sprigiona non appena si apre il suo involucro.

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COME PREPARARE IL PASTICCIO DEL MONSÙ

Ingredienti per 12 persone

PER LA PASTA FROLLA

  • 550 grammi farina 00
  • 200 grammi strutto
  • 40 grammi zucchero semolato
  • 120 grammi vino bianco secco
  • 1 uovo
  • 1 tuorlo
  • 1 cucchiaino di cannella
  • Un pizzico abbondante di sale

PROCEDURA PER LA PASTA FROLLA (DA PREPARARE IL GIORNO PRECEDENTE ALLA PREPARAZIONE DEL PASTICCIO DEL MONSÙ

Per la pasta frolla, mescolate con cura la farina, lo strutto, lo zucchero, la cannella, il sale, l’uovo intero e il tuorlo, e il vino fino a ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Coprite con pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo.

Impastare la farina, lo strutto, lo zucchero, la cannella, il sale, l’uovo intero e il tuorlo e il vino. Impastare velocemente fino ad ottenere una pasta liscia e omogenea. Ricoprire con la pellicola e metterla in frigo.

PER LA FARCIA E IL COMPLETAMENTO DEL PASTICCIO DEL MONSÙ

  • 600 grammi di maccheroni
  • 200 grammi di brodo di carne
  • 100 grammi di parmigiano grattugiato
  • 1 uovo (per spennellare l’involucro di pasta frolla)
  • 450 grammi di petto di pollo tagliato a strisce
  • 400 grammi di funghi champignon
  • 200 grammi di carne tritata
  • 150 grammi di pisellini surgelati
  • 120 grammi di prosciutto crudo tagliato a striscioline
  • 100 grammi di burro
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio d’aglio
  • 2 foglie di alloro
  • Zucchero semolato
  • ¼ di stecca di cannella
  • 2 foglie di salvia
  • 1 rametto di rosmarino (senza il gambo)
  • 1 cucchiaino di Maizena
  • 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • ½ bicchiere abbondante di marsala secco

PROCEDURA PER LA REALIZZAZIONE DEL PASTICCIO DEL MONSÙ

Nota: Il Pasticcio del Monsù può essere assemblato in due modi diversi. In questa ricetta, descriveremo la versione a strati. In tal caso, i maccheroni devono cuocere per soli tre minuti, poiché continueranno a cuocere in forno con l’umidità della farcia.

Pulite i funghi e affettateli sottilmente. Tritate la cipolla e l’aglio insieme alla salvia e al rosmarino. In una padella, fate appassire questo trito con olio e burro. Nel frattempo, scongelate i piselli in acqua bollente salata con una foglia di alloro e un cucchiaino di zucchero. Aggiungete al soffritto il petto di pollo, la carne tritata e i funghi. Cuocete a fuoco moderato per circa dieci minuti, sfumando con ½ bicchiere di marsala, tenendone da parte una cucchiaiata. Cospargete con un cucchiaino di farina e bagnate con un mestolo di brodo, unendo una foglia di alloro e la cannella. Cuocete a fuoco moderato con il coperchio per circa mezz’ora. Quando la farcia sarà pronta, conditela con sale e pepe, eliminate la foglia di alloro e la cannella, e aggiungete il prosciutto, i pisellini e mescolate il tutto.

Nel frattempo, riducete il brodo facendolo restringere e aggiungete la cucchiaiata di marsala tenuta da parte, un cucchiaino di Maizena sciolto in poca acqua fredda e riportate sul fuoco fino a ottenere una salsa densa. Unite quindi 50 grammi di burro tagliato a pezzetti. Cuocete i maccheroni in abbondante acqua salata finché sono ancora molto al dente. Scolateli e conditeli con la salsa ottenuta e il parmigiano grattugiato.

Stendete la pasta frolla in uno strato sottile su un foglio di carta forno in modo da ottenere un cerchio che copra sia il fondo che i bordi dello stampo a cerniera (circa 20 cm di diametro e 10 cm di altezza). Rivestite lo stampo con la pasta frolla e tagliate via l’eccesso.

Adagiate uno strato sottile di maccheroni sul fondo dello stampo, quindi al centro, mettete una cucchiaiata di farcia. Continuate alternando strati di maccheroni e farcia fino a riempire lo stampo. Coprite il tutto con un altro disco di pasta frolla. Create un camino praticando un foro al centro del pasticcio e inserendo un cilindretto di carta stagnola in modo che il vapore possa fuoriuscire durante la cottura. Spennellate il pasticcio con l’uovo battuto intorno al foro e posizionate un cordoncino di pasta frolla.

Decorate la parte superiore del pasticcio con dischetti di pasta frolla di circa 3 cm (ricavati dagli avanzi di pasta frolla) e spennellate tutto con l’uovo. Cuocete in forno preriscaldato a 190°C per circa 45 minuti. Dopo circa 25 minuti di cottura, sfornate il pasticcio, togliete il bordo dello stampo a cerniera, spennellate con l’uovo battuto i bordi appena scoperti e posizionate i rimanenti dischetti di pasta frolla. Rimettete in forno per i restanti 20 minuti. Il pasticcio dovrà risultare ben dorato alla fine della cottura.

Con molta attenzione, togliete delicatamente il camino di carta stagnola e trasferite il pasticcio sul piatto di servizio. Lasciatelo riposare per qualche minuto prima di tagliarlo in porzioni e servirlo.

  “Ricette di Sicilia” (…)

Pasticcio di maccheroni alla maniera di Petronilla (“Al pastiz”)

Timpano di Vermicelli di magro e vermicelli con pomidoro. Ricette di Ippolito Cavalcanti, cuoco, 1837

Pastiera napoletana

La ricetta per la Pastiera napoletana, di Ippolito Cavalcanti

“Pastiera napoletana e limoncello

Ippolito Cavalcanti, Cucina teorico pratica, II Ed. – Napoli 1839
Cucina Casarinola all’ uso nuosto napolitano .
Regola unnece
PIATTE RUSTECH ’ E DOCE p. 399

ippolito cavalcantipastiera cavalcanti

Pastiera.

«Piglia miezo ruotolo de grano buono, e sciveto aceno aceno, se nfonne, e po lo pise dinto a lo mortaro, mperò senza farlo rompere ma co lo pesaturo arravogliannolo sempe pe dint’o lo stesso mortaro pe farne luvà chella vrenna, ncioè, che Ila scorzetella che tene; doppo lo miette a bollere pe 24 ore, e quanno sè cuotto lo farraje buono arrefreddà, e po piglia no ruotolo de recotta bona senza siero, la mmische co lo grano, dannoce nauta pesatella dint’a lo mortaro, doppo nce miette doje rotola de zuccaro fino, e pistato, no pocorillo de sale, nce sbatte na dozzana d’ova, e n’onza de cannella fina, e no tantillo d’acqua, e quanno s’è buono rammollato, nce miette tutte sciorte de sciuruppate; farraje la pasta ordinaria dinto a na tiella sodonta de nzogna, e cce miette la paparotta de la pastiera facennoce ncoppa na gratiglia de pasta purzì, e la farraje cocere a lo furno. Vi ca chesta è la pastiera la chiù accellenle che nce pozza essere»

pastiera

«Narra la leggenda che la sirena Partenope, simbolo della città di Napoli, dimorasse nel Golfo disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, e che da qui ogni primavera emergesse per salutare le genti felici che lo popolavano, allietandole con canti di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti, accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato e, per ringraziarla, sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnarle i doni della natura: la farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l’acqua di fiori d’arancio, le spezie e lo zucchero. La sirena depose le offerte preziose ai piedi degli dei, questi riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera, che superava in dolcezza il canto della stessa sirena».
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La riceta da Enciclopedia della donna 1965.

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Ingredienti e dosi per 4 persone

Per la pasta frolla

  • 15 gr. di farina,
  • 75 gr. di strutto,
  • 75 gr. di zucchero,
  • 1 tuorlo,
  • un pizzico di sale,
  • altro strutto per ungere la tortiera,
  • latte o albume per dorare.

Per il ripieno

  • 120 gr. di grano tenuto a bagno per 2 o 3 giorni (può essere sostituito con orzo, che va ammollato per 12 ore),
  • 250 gr. di zucchero,
  • 3 tuorli,
  • 2 uova,
  • 100 gr. di cedro candito,
  • 1 cucchiaiata di scorza di limone grattugiata,
  • 2 pizzichi di cannella,
  • sale,
  • 1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio,
  • mezzo litro di latte,
  • 1 scorzetta di limone intera.
Preparazione

Mettete il grano o l’orzo ammollato in una casseruola copritelo con acqua e fatelo cuocere per un’ora circa. scolatelo e mettetelo di nuovo in una casseruola con il latte e la scorzetta di limone intero, lo zucchero, un pizzico di sale e un pizzico di cannella. Lasciate cuocere piano fino a che il latte sia tutto assorbito.
Mettete in una terrina il grano, la ricotta passata al setaccio, la scorza di limone grattugiata, il cedro a dadetti, ancora un pizzico di cannella, l’acqua d’arancio e i tuorli d’uovo e gli albumi montati a neve soda, mescolando con garbo.
Fate la Pasta frolla, tenetene a parte un terzo e stendete infine il resto in un disco. Sistemate il disco di pasta in una tortiera unta con strutto, risalendo anche sulle pareti. Versate nella forma il ripieno e disponetevi sopra, come per una crostata, tante striscioline ricavate dalla pasta frolla messa a parte. spennellate con latte o con albume e passate in forno a calore moderato la pastiera finchè avrà preso un colore leggermente dorato.

Vino

Bianco liquoroso: Lacryma Christi del Vesuvio, Forio d’Ischia, Marsala oro dolce, Passito di Pantelleria, Passito Gewürztraminer, Erbaluce di Caluso passito, Moscatello di Montalcino passito, Passito di Pantelleria, Tokaj

pastiera32
Pastiera napoletana
torta mazzini mandorle frolla

Torta Mazzini alle mandorle

Locali storici d’Italia
Torta Mazzini per Marescotti Cavo21 marzo 2011
In onore ai 150 anni dell’Unità d’Italia, la Liquoreria Pasticceria Marescotti Cavo di Genova ha ricreato la torta alle mandorle che il fondatore della Giovine Italia amava moltissimo e della quale scrisse alla madre dalla Svizzera nel 1835, quando era in esilio. Alessandro Cavo, instancabile guida dell’antico locale di via Fossatello, cuore storico della Superba, l’ha voluta chiamare proprio “Torta Mazzini”, avvolgendola nel nastro tricolore.

Ricette del Risorgimentomazzini,torta,zucca,fritto,ricette,risorgimento

Così scrive Mazzini, nel dicembre 1835, alla madre Maria Drago dall’esilio svizzero a Berna:«…Eccovi la ricetta di quel dolce che vorrei faceste e provaste, perchè a me piace assai. Traduco alla meglio, perchè di cose di cucina non m’intendo, ciò che mi dice una delle ragazze in cattivo francese. Pelate e pestate fine fine tre once di mandorle con tre once di zucchero fregato prima a un limone, pestato finissimo. Prendete il succo del limone, poi due gialli d’uovo, mescolate il tutto per alcuni minuti. Poi sbattete i due bianchi d’uovo quanto potete – en neige, dice essa, come la neve – cacciate anche questi nel gran miscuglio, tornate a muovere. Ungete una tourtière, cioè un testo da torte, con butirro fresco, coprite il fondo della tourtière con pasta sfoglia, ponete il miscuglio sul testo. Su questo strato di pasta sfoglia spargete sopra dello zucchero fino a cuocere il tutto in forno. Avete inteso? Dio lo sa. Mi direte poi i risultati: intanto ridete.».

“A tavola nel Risorgimento” di E.Schena e A. Ravera

Torta di mandorle

Ingredienti e dosi
  • 200 gr di mandorle sbucciate;
  • 150 gr di zucchero;
  • 2 uova;
  • la scorza grattugiata
  • il succo di 1/2 limone;
  • pasta sfoglia o pasta frolla.
Preparazione:

Frullare le mandorle con lo zucchero e la scorza del limone fino a che risultino come farina. Lavorare in una terrina i rossi d’uovo, aggiungere la farina di mandorle, il succo del limone e gli albumi montati a neve. Mescolare delicatamente, poi versare in una tortiera che avrete foderato con la pasta sfoglia o frolla. Cuocere in forno già caldo a 180 gradi per circa un’ora. Lasciar raffreddare, spolverizzare con zucchero a velo  e servire.

Si può accompagnare con gelato di crema o cioccolato.

File:Almond Cheesecake.jpg

Torta Mazzini con le mandorle Almond Cheesecake.jpg[[File:Almond Cheesecake.jpg|Almond_Cheesecake]]
deruta torta fragole rabarbaro

Crostata crumble vegana con fragole e rabarbaro

La torta al rabarbaro (rhubarb pie) è un dolce britannico. Oltre al rabarbaro a cubetti, la torta contiene quasi sempre una grande quantità di zucchero per bilanciare l’intensa acidità della pianta. Spesso la torta al rabarbaro contiene le fragole e, a volte, viene aromatizzata con la tapioca. Lo strato inferiore della torta è sempre a base di crosta dolce mentre le crostate al rabarbaro presentano una parte superiore a base di crosta dolce. Negli Stati Uniti, dove è anche popolare (soprattutto nella Nuova Inghilterra e nella regione delle Grandi Pianure), viene normalmente utilizzata una crosta superiore a forma di reticolo per la sua preparazione. Le torte e i dolci al rabarbaro sono molto richiesti anche in Canada, poiché tale pianta può sopravvivere nei climi freddi. In Germania viene cucinata la Rhabarber-Streuselkuchen, una variante della torta al rabarbaro con un impasto tenero e un rivestimento croccante conosciuto come streuse

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/41/Strawberry_Rhubarb_Pie2.jpg

Ingredienti per 6 persone
  • 250 gr. di fragole fresche
  • 5 coste di rabarbaro
  • 250 gr. di farina
  • 2 cucchiaini di lievito per dolci
  • 4 uova
  • 200 gr. di zucchero
  • 80 ml.di latte
  • buccia grattugiata di mezzo limone
  • 1 bustina di vanillina
  • 150 ml. olio vegetale
  • un pizzico di sale.

Per il crumble

  • 200 gr. di farina
  • 100 gr. di zucchero
  • 100 gr. di burro freddo
 Preparazione

Lavate ed eliminate le foglie di rabarbaro, poi tagliate le estremità superiori e inferiori. Togliete i filamenti come si fa con le coste di sedano, e tagliete le coste a pezzi lunghi circa 1 centimetro. Lavate e tagliate a metà le fragole e mettetele in una ciotola con il rabarbaro.

Preparate l’impasto:
con le fruste elettriche, montate le uova con lo zucchero e la vanillina fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Aggiungete l’olio ed il latte, continuando a frullare. Aggiungete la farina con il lievito e un pizzico di sale. Mescolate bene e stendete l’impasto in modo uniforme su una teglia imburrata ed infarinata (o con carta da forno).

Preparate il crumble:
in una boule mettete il burro freddo, la farina, lo zucchero e un pizzico di sale;  impastate con le mani fino ad ottenere un composto sbriciolato.

Distribuite il composto di frutta in modo uniforme su l’impasto, quindi distribuite sopra il crumble. Infornate a 175 gradi per 35 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare; cospargete di zucchero a velo e servite.

Cookpad.com

torta rabarbaro fragole

Strawberry Pavlova, Torta Pavlova alle fragole, mirtilli e lamponi

Crema con fragole per la cena di San Giovanni, ricetta di una famiglia nobiliare ravennate di inizio ‘900 (Romagna)

Dolce in teglia con le fragole

interno della torta https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=94945137  https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=94945345 Fetta di torta https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35716889
torta-alla-marengo (2)

Torta alla marengo dell’Artusi per il Menù della Festa dello Statuto

     foto dal web
₅₈₁
Fate una pasta frolla metà dose del n. 589, ricetta A¹.
Fate una crema nelle seguenti proporzioni:
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Latte, decilitri 4.
Zucchero, grammi 60.
Farina, grammi 30.
Rossi d’uovo, n. 3.
Odore di vainiglia.
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Prendete grammi 100 di pan di Spagna e tagliatelo a fette della grossezza di mezzo centimetro. Servitevi di una teglia di rame di mezzana grandezza, ungetela col burro e copritene il fondo con una sfoglia della detta pasta; poi sovrapponete giro giro a questa un orlo della stessa pasta largo un dito ed alto due e, per attaccarlo bene, bagnate il giro con un dito intinto nell’acqua. Dopo aver fatto alla teglia questa armatura, coprite la pasta del fondo colla metà delle fette di pan di Spagna intinte leggermente in rosolio di cedro. Sopra le medesime distendete la crema e coprite questa con le rimanenti fette di pan di Spagna egualmente asperse di rosolio. Ora montate colla frusta due delle tre chiare rimaste dalla crema e quando saranno ben sode unitevi a poco per volta grammi 130 di zucchero a velo e mescolate adagio per aver così la marenga colla quale coprirete la superficie del dolce, lasciando scoperto l’orlo della pasta frolla per dorarlo col rosso d’uovo. Cuocetela al forno o al forno da campagna e quando la marenga si sarà assodata copritela con un foglio onde non prenda colore.
La torta sformatela fredda e spolverizzatela leggermente di zucchero a velo. Coloro a cui non istucca il dolciume, giudicheranno questo piatto squisito.
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¹ ₅₈₉. PASTA FROLLA
Vi descrivo tre differenti ricette di pasta frolla per lasciare a voi la scelta a seconda dell’uso che ne farete; ma, come più fine, vi raccomando specialmente la terza per le crostate.

RICETTA A
Farina, grammi 500.
Zucchero bianco, grammi 220.
Burro, grammi 180.
Lardo, grammi 70.
Uova intere, n. 2 e un torlo.

RICETTA B
Farina, grammi 250.
Burro, grammi 125.
Zucchero bianco, grammi 110.
Uova intere, n. 1 e un torlo.

RICETTA C
Farina, grammi 270.
Zucchero, grammi 115.
Burro, grammi 90.
Lardo, grammi 45.
Rossi d’uovo, n. 4.
Odore di scorza di arancio.

Se volete tirar la pasta frolla senza impazzamento, lo zucchero pestatelo finissimo (io mi servo dello zucchero a velo) e mescolatelo alla farina; e il burro, se è sodo, rendetelo pastoso lavorandolo prima, con una mano bagnata, sulla spianatoia. Il lardo, ossia strutto, badate che non sappia di rancido. Fate di tutto un pastone maneggiandolo il meno possibile, ché altrimenti vi si brucia, come dicono i cuochi; perciò, per intriderla, meglio è il servirsi da principio della lama di un coltello. Se vi tornasse comodo fate pure un giorno avanti questa pasta, la quale cruda non soffre, e cotta migliora col tempo perché frolla sempre di più.
Nel servirvene per pasticci, crostate, torte, ecc., assottigliatela da prima col matterello liscio e dopo, per più bellezza, lavorate con quello rigato la parte che deve stare di sopra, dorandola col rosso d’uovo. Se vi servite dello zucchero a velo la tirerete meglio. Per lavorarla meno, se in ultimo restano dei pastelli, uniteli insieme con un gocciolo di vino bianco o di marsala, il quale serve anche a rendere la pasta più frolla.