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Risotto per la Quaresima con caperozzoli (vongole, arselle o telline) alla maniera di Petronilla

Nelle foto il risotto l’ho presentato con una cialda di parmigiano
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Caparozzolante è un termine di origine dialettale veneta usato per indicare un pescatore di vongole veraci delle lagune costiere del Veneto. Tali molluschi sono chiamati per l’appunto caparòssoli o caparòzzoli, vezzeggiativo di capa, cioè “conchiglia”, e vanno distinti dalle bevarasse, che sono invece le vongole comuni, di dimensioni minori e con colori e striature meno appariscenti.
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Che differenza c’è tra vongole veraci e vongole normali?
Le vongole classiche, note anche come lupini, si distinguono da quelle veraci in particolar modo per le dimensioni (la loro taglia minima commerciale è di 2,2 cm), mentre le veraci essendo allevate non hanno una taglia minima.
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Vongole veraci

Vongola comune

Risotto per la Quaresima con caperozzoli (o vongole o arselle, telline) alla maniera di Petronilla 
«Siamo in Quaresima, e bisogna quindi abbondare nei pasti magri, cioè in quei pasti che in prelibatezza superano quasi sempre i pasti grassi. Come? Non credete che il magro possa valere più del grasso?
Andate allora dal vostro pescivendolo. Comperate (se in famiglia siete 6) 2 chili di quelle conchiglie bivalve, piuttosto larghe e basse, con gusci rigati, di color bianchiccio ma sfumato in bruno, e che sono chiamate, a seconda delle varie regioni: vongole, caperozzoli, arselle. Lavatele 4-5 volte in acqua fredda per toglierne così molta della sabbia che avranno asportata dal mare. Mettete in una casseruola; incoperchiate; ponete a fuoco; fate bollire finché tutte le vongole… giaceranno, con le loro valve abbandonate e spalancate. Togliete, allora, con la forchetta, i molluschi dai loro gusci e passateli, di mano in mano, in una catinella d’acqua (meglio se tiepida) per toglier così loro quel po’ di sabbia che, eventualmente, tenessero ancora aderente al corpo. Colate, per un telo, quell’acqua di mare che i molluschi avranno abbandonata dentro la casseruola (sarete così ben sicure che non contenga più sabbia, ché ogni piatto, anche prelibato, perde molto del suo pregio qualora, mangiandolo, si senta scricchiolare sotto i denti un po’ di sabbia).
Fate soffriggere, poco prima del pranzo, e nella consueta pignatta del risotto, 4-5 cucchiai d’olio, uno spicchio d’aglio, pochissima cipolla, ed una manciata di prezzemolo trito. Ponete a fuoco, in una casseruola, quell’acqua di mare che avete colata. Unite le vongole al soffritto appena la cipolla sarà indorata; rimescolate; non salate; leggermente pepate; aggiungete 1/2 cucchiaio di salsa di pomidoro; rimescolate; versate anche il riso ben mondato (7-8 etti); ancora mescolate. Aggiungete, a poco a poco, e sempre mescolando – come si deve mescolare per ammannire il famoso “risotto di Milano” – la bollente acqua di mare delle vongole. Assaggiate, quando il riso sarà quasi cotto; e, a seconda del gusto, più o meno salato, aggiungete o ancora salatissima acqua di mare, o acqua potabile calda. Unite, quando il riso sarà cotto, un pizzico di formaggio e date un’ultima rimescolata. Versate sul piatto di portata. Servite in tavola.

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Mi saprete poi dire se questo risotto magro valga o non valga ancor più di un risotto grasso.»

  Ricette di Petronilla 1935.

Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Cialde e cestini di parmigiano

Spaghetti alle telline (arselle), Ricette e considerazioni in versi di Aldo Fabrizi

Pasta asciutta con le vongole alla maniera di Petronilla

Risotto per la Quaresima con caperozzoli (o vongole o arselle) Petronilla
telline spaghetti

Spaghetti alle telline (arselle), Ricette e considerazioni in versi di Aldo Fabrizi

Spaghettini a l’odor de mare  

Spaghetti telline, la ricetta-sonetto Aldo Fabrizi

«Scallate a secco un chilo de telline (o arselle),
appena che so’ aperte e so’ scolate¹,
staccatele dar guscio (che buttate)
e dateje tre o quattro sciacquatine.²
Friggete l’ajo a fette fine fine
cor foco basso, quanno so’ indorate,
metete le telline e ce schiacciate
un paro d’alicette senza spine.³
C’è chi le fa cor sugo; a me me pare
che questa sia ‘na giunta negativa,
perchè je leva quell’odore de mare.
Però p’avè ‘st’odore c’è ‘no scoio,
si nun se pesca a un mijo da la riva
l’odor de mare … puzza de petroio.»

¹Il liquido che cacciano va filtrato attraverso un panno e va versato nella padella dopo che l’aglio si sarà imbiondito. Di solito le telline contengono poco liquido, specie se sono piccine, e in questo caso vi consiglio di non comprarle e ripiegate sulle vongole.

²In modo che non resti più nessuna traccia di sabbia.

³Io per far prima, uso la pasta d’acciughe, anche perchè le “fu” spine la rendono più saporosa, e non dimenticate il prezzemolo e il peperoncino. E per la filtratura, mi servo di quei fazzolettini di tulle ancora profumati di confetti che mi vengono inviati (molto spesso) con tanti abbracci, mille bacetti e una speranzella.

Aldo Fabrizi – La pastasciutta 1974

Ricette-sonetto di Aldo FABRIZI

la pastasciutta A Fabrizi 1974 libri

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 Aldo Fabrizi (Roma, 1905 -1990) è stato un attore, sceneggiatore, regista e poeta italiano. Di umile famiglia (la madre gestiva un banco di frutta e verdura a Campo de’ Fiori) a undici anni rimase orfano del padre Giuseppe, morto in un grave incidente. Costretto ad abbandonare gli studi per contribuire al sostentamento della numerosa famiglia, che comprendeva anche cinque sorelle – tra le quali Elena Fabrizi (1915-1993), in seguito soprannominata sora Lella – si adattò a fare i lavori più disparati. Appassionato di gastronomia amava in modo particolare cucinare la pasta e, sulla pasta e le sue tante e diverse ricette, scrisse anche alcune  poesie in dialetto romanesco.
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Telline o Arselle

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Vongole

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Che differenza c’è tra le vongole e le telline?
Le vongole sono più grandi e panciute, con una conchiglia irregolare, con striature concentriche di colore grigio. Le telline o arselle, presentano una conchiglia cuneiforme,  liscia e più colorata

Come mantenere le telline per il giorno dopo?
Come le vongole, le telline devono essere acquistate vive e si possono conservare in frigo per un giorno avvolte in un panno umido. Prima di utilizzarle, è necessario eliminare gli eventuali residui di sabbia..

Come congelare le telline con il guscio? Per conservarle in congelatore, però, bisogna prima cuocere le telline in padella per farle aprire, aspettare che si raffreddino e poi metterle nel contenitore che andrà riposto in freezer.

Spaghetti alle telline

Spaghetti con telline e alici

Le telline si pescano al tramonto con le mani: si immerge la mano nell’acqua fino a toccare la sabbia e se ne ricava un pugno ed infine si apre la mano; se si è fortunati si trova la tellina. I pescatori usano un setaccio che raccoglie le telline e le separa dalla sabbia. Le telline hanno un delicato sapore di mare che si abbina perfettamente con pasta e risotti, ma sono ottime anche per il sauté o per insaporire secondi piatti e zuppa di pesce. Prima di utilizzarle, è necessario eliminare gli eventuali residui di sabbia. Il procedimento è lo stesso delle vongole: vanno immerse per qualche ora in una bacinella con acqua di mare o acqua salata e poi sciacquate. L’operazione può essere ripetuta se la sabbia è molta.

Per la ricetta degli spaghetti con telline, spurgare per 3 ore o più le telline in una ciotola di acqua con g 20 di sale, cambiando l’acqua ogni 30′, finché non rilasceranno più sabbia.

Ingredienti

  • 360 gr. di spaghetti
  • 1 kg. di telline (arselle)
  • 2 filetti di alici
  • un mazzetto di prezzemolo
  • uno spicchio d’aglio
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • Olio extravergine d’oliva (evo)
  • Sale e pepe

Preparazione

È fondamentale la freschezza delle telline; la loro cottura non deve durare troppo altrimenti diventano dure e gommose. Poichè gli spaghetti saranno ripassati in padella, toglieteli dall’acqua qualche minuto prima.

  1. Sciacquate le telline in abbondante acqua fredda e sale. Scolate dall’acqua.
  2. In una padella larga, a fuoco medio, aggiungetele alici schiacciate, olio, aglio e i gambi del prezzemolo. Versate le telline e sfumate con il vino bianco. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere pochissimi minuti. Togliete il coperchio e spegnete il fuoco.
  3. In abbondante acqua salata, lessate gli spaghetti, scolateli e amalgamateli, con le telline e il loro liquido di cottura. Riaccendete la fiamma  e cuocete per un paio di minuti, mescolando spesso. Spegnete il fuoco. Spolverate con prezzemolo tritato e servite.
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Risotto per la Quaresima con caperozzoli (o vongole o arselle) alla maniera di Petronilla

Pasta all’ acquamarina, Ricette e considerazioni in versi di Aldo Fabrizi

La “Romanella”, Ricette e considerazioni in versi di Aldo Fabrizi – Ricicliamo la pasta avanzata


Spaghetti telline, la ricetta-sonetto Aldo Fabrizi [[File:Amiata2009Mauro042.jpg|Amiata2009Mauro042]]