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La ricetta in dialetto romagnolo della Sapa o Saba, sciroppo d’uva

La saba o sapa è un condimento tipico di Emilia, Romagna, Marche e Sardegna, dove è considerata tra i sapori tipici dell’alimentazione contadina.
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In Emilia Romagna
  • Aggiunta ad un bicchiere di neve fresca forniva tradizionalmente una gradevole granita per i bambini.
    In Romagna si usa per inzuppare i sabadoni, gustose raviole di mele e pere cotogne. Viene inoltre impiegata per mantenere morbido il tipico pane di Natale modenese.
Nelle Marche
  • A Staffolo, Apiro e Cingoli, nel maceratese, viene usata per creare uno dei dolci caratteristici del periodo invernale: i cavallucci, cornetti ripieni di sapa e frutta secca che si conservano per molto tempo. A Rosora, in provincia di Ancona, nella seconda metà di ottobre viene svolta una festa tutta dedicata alla sapa.
In Umbria
  • La sapa, qui chiamata anche mosto cotto, viene utilizzata per la creazione di prodotti tipici. Ad esempio, a Terni è un ingrediente importante del panpepato (dolce natalizio), mentre ad Assisi viene usata come condimento per molte pietanze, come gli arrosti.
In Sardegna
  • La saba, ricavata dal mosto, oppure dai frutti del fico d’India (Saba de figu morisca), o più raramente di corbezzolo, viene frequentemente utilizzata nella preparazione dei dolci tipici. In Barbagia, Logudoro e Anglona la saba (o sapa) è ricavata dal mosto, a Oristano invece maggiormente utilizzata la saba di fico d’India.
In Puglia
  • La saba, chiamata “vincotto”, può essere ricavata anche dai fichi che, raccolti appassiti direttamente dall’albero e mescolati a quelli maturi, sono fatti sbollentare fino a quando il liquido risulta ambrato. Il tutto viene messo in ampi canovacci a trama media e pressati per ricavare il liquido che viene ulteriormente addensato a fuoco lento. La saba trova ampio utilizzo anche nella pasticceria tradizionale pugliese, sia per intingervi cartellate e calzoncelli, sia come ingrediente per amalgamare sasanelli e mostacciuoli.
In Sicilia
  • Si usa nella preparazione di dolci natalizi come i mustazzali, le mugghiati tipiche del catanese, le cassatelle pasquali o come semplice condimento per assaporare la ricotta fresca. È possibile pure utilizzarlo per sostituire lo zucchero nella preparazione dell’agrodolce.
La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, di Pellegrino Artusi
SIROPPI

I siroppi di frutta acidule, sciolti nell’acqua fresca o gelata, sono bibite piacevoli e refrigeranti, molto opportune negli estivi ardori; ma è bene farne uso dopo compiuta la digestione perché, essendo alquanto pesanti allo stomaco pel molto zucchero che contengono, facilmente la disturbano.

n. 731 « La sapa, ch’altro non è se non un siroppo d’uva, può servire in cucina a diversi usi poiché ha un gusto speciale che si addice in alcuni piatti. È poi sempre gradita ai bambini che nell’inverno, con essa e colla neve di fresco caduta, possono improvvisar dei sorbetti. Ammostate dell’uva bianca, possibilmente di vigna, di buona qualità e ben matura, e quando sarà in fermentazione da circa ventiquattr’ore, estraetene il mosto e passatelo da un canovaccio. Mettete questo mosto al fuoco e fatelo bollire per molte ore fino a consistenza di siroppo, che conserverete in bottiglie. »

La ricetta in dialetto romagnolo su carta paglia – “Romagna in cucina” ed. Gulliver 1998

saba

La sapa o saba si usa in Romagna per la preparazione di tortelli dolci, come ingrediente per crostate  e svariati dolci o semplicemente come sciroppo. Mettete a bollire 3 litri di mosto fresco e ben filtrato. Mescolate spesso per evitare che il mosto si attacchi sul fondo della pentola. La sapa o saba deve bollire lentamente, fino a ridursi di circa un terzo rispetto alla quantità di mosto iniziale, cosa per cui occorreranno circa 2 ore. Lasciate raffreddare, quindi imbottigliate e chiudete ermeticamente. La sapa o saba così confezionata può essere conservata per molto tempo.

Sapa o saba, sciroppo d'uva, alla maniera dell'Artusi

Ricette

"Savòr" di Romagna ricetta inizio ’900Tortelli di Faenza, detti anche di San Lazzaro

Crostata con farina integrale e « Savòr » di Romagna

 

File: Salsa alla crema di pollame, 2006.jpg

DiSabasangiacomo.JPGhttp://it.wikipedia.org/wiki/File:Saba_san_giacomo.JPG, CC BY-SA 3.0Sapa o saba, sciroppo d’uva, alla maniera dell’Artusi
Crostata con farina integrale e « Savòr » di Romagna

Crostata con farina integrale e « Savòr » di Romagna

Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 200 gr. di farina bianca 00,
  • 200 gr. di farina integrale,
  • 200 gr. di zucchero,
  • 150 gr. di strutto (o margarina o burro),
  • 1 bustina di lievito per dolci,
  • la scorza grattugiata di un limone,
  • 2 uova,
  • latte q.b,
  • Savòr di Romagna¹ (o marmellata ) q.b.
Preparazione

Lavorare bene lo strutto, che deve diventare cremoso. Aggiungere l’uovo, lo zucchero, la scorza di limone, il lievito ed un pizzico di sale. Amalgamare bene il tutto. Lasciare riposare per 30 minuti.
Stendere l’impasto con il mattarello della misura qualche centimetro più grande della base della tortiera.

«Savòr» di Romagna

«Savòr» di Romagna

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Foderare una tortiera di 24 cm. ∅, e porvi la pasta tirata. Stendere la marmellata che si vuole utilizzare (io ho usato il « Savòr ») e risvoltare il bordo esterno della pasta sfoglia lasciando scoperto il centro del “cartoccio” Spolverare la superficie della crostata con zucchero. Cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi circa per 30 – 45 minuti. Verificare la cottura introducendo nella pasta uno stecchino: se uscirà pulito, la crostata è pronta.

Vino

Verdicchio (Marche), Moscato d’Asti, Lacrima Christi dolce (Campania)

 

¹«Savòr» di Romagna"Savòr" di Romagna ricetta inizio ’900

Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare di inizio ’900
è un dolce tipico della tradizione contadina romagnola. È un dolce mieloso scuro e di sapore molto intenso ricco di calorie, adatto ai periodi invernali, quando appunto erano necessarie per lavorare nei campi. Ogni massaia (azdòra) aveva una ricetta tramandata da madre in figlia o figlio. E’ ottimo per accompagnare formaggi freschi e cremosi come lo Squacquerone (in romagnolo squäquaròn). […]

Crostata con farina integrale e marmellata (Savòr)

 Crostata con farina integrale e « Savòr » di Romagna
"Savòr" di Romagna ricetta inizio ’900

« Savòr » di Romagna

La sapa e il savor, sapori della Romagna contadina

Il Savòr è un dolce tipico della tradizione contadina romagnola. È  mieloso scuro e di sapore molto intenso ricco di calorie, adatto ai periodi invernali, quando appunto erano necessarie per lavorare nei campi. Ogni massaia (azdòra) aveva una ricetta tramandata da madre in figlia o figlio. E’ ottimo per accompagnare formaggi freschi e cremosi come lo Squacquerone (in romagnolo squäquaròn).

« Passare al setaccio del mosto d’uva dolce, metterlo in un paiolo a bollire a fuoco lento per 5 ore poi aggiungere entro questo pezzetti di mela, di pera, di mela cotogna, di melone seccato, di zucca, midollo di canne, gherigli di noce, mandorle dolci, bucce d’arancio e di limone e far bollire il tutto per circa 30 minuti. Togliere il composto dal fuoco, metterlo in pignatte di terracotta e ne uscirà fuori una marmellata da leccare anche il piatto in cui verrà mangiata.» 

“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze, con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985
«Savòr» di Romagna

«Savòr» di Romagna

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Ingredienti e dosi
  • 5 litri di Sapa¹ ottenuta dalla bollitura del mosto,
  • alcune fette di melone messe ad essiccare durante l’estate,
  • 1,5 kg. di mele non troppo mature,
  • 1,5 kg. di pere non troppo mature,
  • 1 kg. di pere volpine,
  • 3 kg. di mele cotogne,
  • gherigli di noci q. b.,
  • mandorle e avolane (nocciole) q. b.,
  • fichi non maturi.
Preparazione
Mettere in una grossa pentola, di capacità di 8 – 10 litri, i cinque litri di Sapa*. Sbucciare e tagliare a grossi pezzi tutta la frutta e metterla nella pentola con i fichi e la frutta secca. Far bollire (senza coperchio a fuoco lento, perchè si concentra velocemente assumendo un sapore sgradevole di bruciato) per qualche ora fino a quando, facendo la prova piatto, si vedrà che il composto ha un bel colore marrone scuro e denso. tipo miele.
Continuare, quindi, a bollire il composto per circa 8-10 ore senza mescolare per non rompere i pezzi di frutta che devono rimanere interi. Assaggiare i pezzi di frutta più grossolani: se la frutta è cotta ma non si scioglie e i frutti secchi sono più teneri, il “savòr” è pronto. Lasciare intiepidire solo un po’ e mettere in vasi a chiusura ermetica per conserve. Si conserva anche per alcuni anni.
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Sapa o saba, sciroppo d'uva, alla maniera dell'Artusi
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Saba o sapa
¹La saba o sapa è un condimento tipico di Emilia, Romagna, Marche e Sardegna, dove è considerata tra i sapori tipici dell’alimentazione contadina. È uno sciroppo d’uva che si ottiene dal mosto appena pronto, di uva bianca o rossa.[…
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