stufato renna

Fin – Poronkäristys – Stufato di renna

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Lo stufato di renna è un tipico piatto della cucina finlandese, molto semplice da fare e molto gustoso. La carne di renna ha un sapore tra il manzo e la selvaggina abbastanza magra.

Ingredienti per 4 persone

1 kg di polpa di renna, 150 g di lardo o strutto o burro salato (la ricetta originale richiederebbe grasso di renna, che però è impossibile trovare in Italia), 1 tazza di acqua calda, Sale, Pepe.

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Preparazione
Come marinare la selvaggina da pelo

Marinare la selvaggina da pelo prima della cottura

 

 

 

 

 

 

 

Tagliare a cubetti il lardo (o lo strutto o il burro salato) e farlo fondere a fiamma dolce in un tegame. Aggiungere la polpa di renna tagliata a piccoli pezzi, incoperchiare e far cuocere per 20-30 minuti a fiamma vivace. Unire 1 tazza di acqua calda, sale, pepe e incoperchiare. Far sobbollire a fiamma dolce finché la carne sarà molto tenera.

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Si serve con purea di patate e cipolle affettate soffritte nel burro.

Oppure, come in Finlandia, con marmellata o salsa di mirtilli rossi oppure di “molte berries“, una specie di more dal colore arancione pallido, dal delicato gusto tra le more e le fragole.
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Stufato di renna con purè di patate, mirtilli rossi e cetriolini.

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 Salsa di ribes rosso  
Sgranate il ribes aiutandovi con una forchetta e lavatelo. Tritate la cipolla e lo spicchio d’aglio. Passate al mixer ¾ degli acini di ribes e mettete da parte quelli rimasti che verranno aggiunti, poi, alla salsa.
In una casseruola fate sciogliere una noce di burro, unitevi la cipolla e l’aglio tritati, il sale, il pepe e fate insaporire per circa 10 minuti a fuoco basso; aggiungete poca acqua calda se occorre.
Aggiungete il succo di ribes, gli acini di ribes interi, il cucchiaino di zucchero, l’aceto balsamico e mescolate delicatamente. Tenete in caldo.
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Poronkäristys

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panettone natale

Panettone di Natale

Il Panettone,

in lombardo panatone o panatton, è un tipico dolce milanese, associato alle tradizioni gastronomiche del Natale ed ampiamente diffuso in tutta Italia. Il panettone tradizionale lombardo è notoriamente quello alto, ma esiste anche la variante bassa e larga, piemontese, detta Galup.

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Generalità
Tipicamente ha una base cilindrica di 30 cm di altezza che termina in una forma a cupola. Basi ottagonali o a sezione a forma di stella sono più comuni per il pandoro. È ottenuto da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova o anche tuorli, al quale si aggiungono frutta candita, scorzette di arancio e cedro in parti uguali, e uvetta. Il risultato è comunemente denominato panetton candìo.
Il panettone nasce a Milano ai tempi di Ludovico il Moro (1452 –1508), e ancora oggi è prodotto secondo la ricetta di 500 anni fa. A Milano fino al 900 erano in moltissimi tra fornai e pasticceri a produrre il panettone, oggi però le grandi ditte industriali di panettoni sono dislocate in tutta Italia, mentre a Milano rimangono ancora tanti artigiani che producono un panettone secondo la ricetta tradizionale.

 

 Il Panettone attraverso i secoli
Pietro Verri narra di un’antica consuetudine che nel IX secolo animava le feste cristiane legate al territorio milanese: a Natale la famiglia intera si riuniva intorno al focolare attendendo che il pater familias spezzasse “un pane grande” e ne porgesse un pezzo a tutti i presenti in segno di comunione. Nel XV secolo, come ordinato dagli antichi statuti delle corporazioni, ai fornai che nelle botteghe di Milano impastavano il pane dei poveri (pane di miglio, detto pan de mej) era vietato produrre il pane dei ricchi e dei nobili (pane bianco, detto micca). Con un’unica eccezione: il giorno di Natale, quando aristocratici e plebei potevano consumare lo stesso pane, regalato dai fornai ai loro clienti. Era il pan di scior o pan de ton, ovvero il pane di lusso, di puro frumento, farcito con burro, miele e zibibbo. Alla fine del Settecento si verificò una novità inattesa: la Repubblica Cisalpina s’impegnò a sostenere l’attività degli artigiani e dei commercianti milanesi favorendo l’apertura dei forni, mondo di delizie in cui guizzavano indaffarati i prestinee, e delle pasticcerie, regno incantato degli offelle. Nel corso dell’Ottocento, durante l’occupazione austriaca, il panettone diventò l’insostituibile protagonista di un’annuale abitudine: il governatore di Milano, Ficquelmont, era solito offrirlo al principe Metternich come dono personale. La ricetta del panettone viene ripresa da Angelo Vergani nel 1944, fondatore della Vergani, azienda che ancora oggi produce il panettone a Milano.
Il poeta Graziano Pastori, uno dei più apprezzati poeti milanesi del ’900, cita il panettone Vergani in una delle sue poesie: La parabola del Natal (..)

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Giovanni Vialardi – Trattato di cucina, pasticceria moderna, credenza.
Torino 1854.
Aiutante capo Cuoco e pasticciere alla Corte dei Savoia.
pag.509 § 46 – Panettone alla Milanese

libri giovanni vailardilibri giovanni vailardi panettone

 

 

 

 

 

 

 

 

Varianti
L’industria ed i laboratori artigianali hanno proposto, negli ultimi vent’anni, numerose variazioni sul tema “panettone”: glassato, senza canditi o uvetta, ripieno di crema, gelato o cioccolato per citare solo le più apprezzate. Viene anche esportato come dolce simbolo del Natale in moltissimi paesi.
Wikipedia

panettone farcitopanettone ripieno (2)panettone ripieno farcito

Panettone di Natale
 2″Ingredienti panettone” di Pasticceria Cucchi dal 1936 – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 4.0 tramite Wikimedia Commons 3″Homemade panettone with bread machine, December 2010 (5232148128)” di N i c o l a from Fiumicino (Rome), Italy – Homemade Panettone with bread machine – IMG_8388Uploaded by Mindmatrix. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons Panettone – Nicolettone 2017 – IMG 7092 (31752504105).jpg [[File:Nicol-Ettone 2011 edition – IMG 2261 (6527569819).jpg|Nicol-Ettone_2011_edition_-_IMG_2261_(6527569819)]]
tronchetto arrotolato Buche_de_Noel_(Yule_Log)

Bûche de Noël – Tronchetto o ceppo di Natale (arrotolato e senza forno)

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 Ingredienti e dosi per 8 persone

1 kg. di purea di marroni (anche in scatola), 300 gr. di cioccolato, 200 gr. di zucchero a velo, 200 gr. di burro, glassa al cioccolato¹.

Preparazione

Rompete il cioccolato a pezzi e fatelo sciogliere in una casseruola dal fondo pesante. Incorporate 150 gr. di zucchero, il burro rammollito e la purea di marroni.

Lavorate il composto fino a renderlo omogeneo con un cucchiaio di legno e su fuoco moderato. Versatelo su di un foglio di alluminio, arrotolatelo a forma di tronco mettetelo ad indurire nel freezer. Disponetelo poi sul piatto di portata.

Coprite con la glassa lisciando la superficie usando la lama di un coltello, che immergerete prima in acqua calda. Cercate di imitare la scorza del tronco grattandolo con la punta della forchetta. Spolverizzate con lo zucchero a velo per imitare la neve.
 

La Buona Tavola 1982

¹La glassa al cioccolato
 Usate il cioccolato che più gradite (fondente, bianco ecc.). Sciogliete il cioccolato a bagnomaria: dopo aver messo il pentolino con l’ acqua sul fornello, ponete al suo interno il pentolino vuoto, nel quale verserete un bicchiere di acqua e il cioccolato a pezzetti, mescolando il tutto con un cucchiaio di legno.
È importante che il composto venga cotto a fiamma lenta. Mano a mano che la cioccolata inizia a sciogliersi e ad amalgamarsi con l’acqua, aggiungere poco alla volta altri pezzetti di cioccolato, sempre continuando a mescolare. Dopo aver terminato di aggiungere tutti i pezzi di cioccolato, versare il burro, sempre tagliato a pezzetti. Continuate a mescolare fino a quando il composto sarà divenuto liscio e lucido. Se la glassa, nel cuocersi, inizia a seccarsi, è possibile aggiungere ancora un po’ di acqua, senza esagerare però: se si mette troppa acqua nel composto si rischia che venga troppo liquido e che nel metterlo su una torta, coli da ogni lato. Appena inizia a bollire, togliere il cioccolato dal fuoco, per evitare che indurisca. Prima di metterla a raffreddare, aggiungete sulla superficie della glassa delle sottili sfoglie di burro, al fine di evitare la formazione della classica patina da raffreddamento. Evitare di porre la glassa in frigo, perché si potrebbe correre il rischio che rassodi troppo e che sia poi impossibile utilizzarla. Una volta che si è raffreddata bene, è possibile procedere con le decorazioni. Per avere un ottimo risultato, è consigliabile iniziare a versare il cioccolato al centro del dolce, poco alla volta, e stenderlo sino ai bordi con un coltello abbastanza grande, liscio e inumidito.
Tronchetto o ceppo di Natale
Vino

Moscato, Malvasia

Bûche de Noël – Tronco di castagne (non arrotolato e senza forno)

Pasta biscotto: Impasto base per Rotolo dolce da farcire

Come fare la Frutta zuccherata à la neige (brinata) alla maniera di Petronilla

Buche de Noel (Yule Log).jpg [[File:Buche de Noel (Yule Log).jpg|Buche_de_Noel_(Yule_Log)]]
Galateo: Diploma, 18 anni, Laurea

Anche i regali hanno il loro galateo – Donna Letizia

.Omaggio a Donna Letiziadonna_letizia libri

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Anche i regali hanno il loro galateo

Come comportarsi quando si riceve personalmente un dono
Se vi si consegna un dono, è cortese aprire subito il pacchetto e ringraziare il donatore con entusiasmo, anche se l’oggetto vi è indifferente o non è di vostro gusto. Quando un invitato si presenta con dei fiori e ve li rimette personalmente, in mancanza di personale, pregatelo di scusarvi un momento e andate svelta a metterli nell’acqua. Sarebbe peccato, e anche scortese, abbandonarli su una seggiola. Se si tratta di una scatola di dolci, offritene ai presenti. Se vi viene consegnato un regalo in presenza di altre persone, ringraziate subito, ma in separata sede.

Ciò che si usa e ciò che è bene fare
Una donna non offre fiori ad un uomo (n.d.r. siamo nel 1967!). Né un uomo a un amico. Alle persone bisognose non si fanno regali utili, ma neppure troppo prosaicamente necessari. Al personale non si danno indumenti usati nelle ricorrenze importanti. Nell’anniversario di matrimonio è consuetudine gentile che i coniugi si scambino regali. Ai degenti in clinica si usa regalare dei fiori, possibilmente senza profumo. Regali graditi, libri e riviste, scelti a seconda del gusto della persona cui sono destinati. Quando si desidera sdebitarsi con un sacerdote, gli si può rimettere un’offerta in una busta chiusa, dicendogli: “Voglia accettare questa modesta offerta per le sue opere”. Gli si può donare un oggetto d’arte, un libro ben rilegato. Se gli si vuole fare un dono per la chiesa, lo si può pregare di provvedere lui stesso all’acquisto facendoci recapitare la fattura.

Ringraziamenti
Si tratti di adulti o di bambini, i ringraziamenti si fanno generalmente per iscritto. Si fanno per telefono se si tratta di amici molto intimi. Quando il dono è consegnato personalmente, bisogna ringraziare prima di slegare il nastro. Per un dono collettivo si ringrazia individualmente ogni donatore. Incontrando per caso una persona che ci ha fatto un regalo e che abbiamo già ringraziato per iscritto, le si rinnovano a viva voce i ringraziamenti.

Tra amici
Raramente una donna fa un regalo a un uomo, a meno che si tratti di un parente prossimo, di un medico, di un sacerdote, di un avvocato. Un giovanotto,, uno scapolo, ricevuto sovente in casa di amici, porterà fiori e dolci. Le persone che accettano inviti senza poterli restituire, si sdebitano con dei fiori, dolci, un soprammobile, dei giocattoli per i bambini. Alla persona di servizio di una casa in cui si è frequentemente invitati, si darà ogni tanto un’adeguata mancia.

Le dediche
Si dedicano libri e fotografie. Dove si mette la dedica:

  • Foto: solo gli autori e gli artisti appongono direttamente la firma sulle foto. Le nostre dediche, destinate agli intimi, si mettono sul retro della fotografia.
  • Libri: la dedica va scritta su una delle pagine bianche, all’interno del libro. Va scritta pulitamente, senza cancellature, una formula d’amicizia o d’augurio, la firma, la data e basta. Non si fanno dediche sui libri antichi, sulle edizioni numerate, sui messali o libri di chiesa, in genere, soprattutto se si offrono ad un religioso.

Restituzione
A prescindere da ogni amichevole considerazione, la più elementare cortesia vuole che entro un periodo di tempo ragionevole, si restituisca quanto ci è stato prestato, senza aspettare che il proprietario ce lo chieda. Se un oggetto prestato è andato perso, o si è rotto, bisogna preoccuparsi di sostituirlo con uno identico; se invece è insostituibile, si cerca di rimediare con un altro oggetto di valore maggiore. Se l’oggetto è stato danneggiato, bisogna farlo riparare a nostre spese. Chi chiede, deve stare attento alla reazione della persona cui si rivolge: riluttanza ed esitazione devono essere subito interpretate come rifiuti, che occorre incassare sportivamente, senza ritenersene offesi.

Chi concede un prestito in denaro, non deve poi abusare della condizione d’inferiorità del debitore, esigendo ogni sorta di piccoli servigi che originerebbero astio e rancore. E chi riceve, non deve alterare il suo comportamento col creditore: se non può restituire la somma ricevuta alla scadenza stabilita, anzichè eludere l’argomento, o sfuggire addirittura l’amico generoso, gli spieghi lealmente le sue ragioni, si scusi, continui a dimostrarsi grato. Salverà la faccia e l’amicizia. I libri vanno restituiti dopo essere stati letti. Tardarne la restituzione, pone nell’imbarazzo il proprietario che si vede costretto a sollecitarla. Chi desidera ritornare in possesso di un oggetto prestato, dopo un periodo di inutile attesa, può sollecitare la restituzione con un cortese biglietto o a voce.

Anche i regali hanno il loro galateo

Quando fare i regali
I regali si fanno nelle ricorrenze tradizionali, Natale e Pasqua, compleanni, onomastici. I doni vanno generalmente ricambiati, quindi può essere indelicato offrire oggetti di valore tale da mettere in imbarazzo chi non può ricambiare alla pari. I regali fatti in occasione di nozze, battesimi, fidanzamenti, comunioni, per ospitalità ricevuta, per qualche servizio o favore reso, non comportano reciprocità.

Cosa offrire
Se è vero che i regali debbono corrispondere alla personalità del destinatario, tuttavia può essere imprudente regalare un’anticaglia ad un amatore d’arte, o una pipa tirolese a un collezionista di pipe. L’uno e l’altro gradiranno di più un dono che esuli dai loro “hobbies” i quali richiedono esperienza e gusto sicuro. Si possono offrire in dono cesti di frutta, dolci, libri, cose utili, cose inutili, denaro.

  • Denaro Un dono in denaro (meglio se per assegno) si fa solo a un parente più giovane o a un dipendente. Va accompagnato da qualche parola gentile.
  • Dolci Devono provenire da una delle migliori pasticcerie, esigono una confezione accurata e lussuosa. Si offrono di preferenza ai parenti e agli amici intimi, o per sdebitarsi di qualche cortesia, per es. alla segretaria di un amico professionista, alla telefonista o alla commessa di una ditta con cui si hanno rapporti di affari. Non si offrono ai superiori, ai diabetici, alle signore in continua lotta con la linea.
  • Doni collettivi Talvolta, specialmente in occasione di matrimoni, i doni si fanno in comune: qualche amico o i membri di una stessa famiglia si “quotizzano”, il che consente loro di offrire un dono di maggior valore. Può anche trattarsi di una sottoscrizione tra impiegati di una ditta, operai di una fabbrica, alunni di un istituto o colleghi degli sposi.
  • Doni inutili Sempre graditi i doni inutili, purchè rientrino nella categoria degli oggetti superflui e di lusso che non abbiamo il coraggio di acquistare personalmente. Inoltre non impegnano, non costringono chi li riceve a servirsene, e possono eventualmente esser rifilati a qualcun altro.
  • Doni utili Sono da riservare ai parenti più stretti e prima di decidersi nella scelta bisognerà esser sicuri di non sbagliare. Un dono “utile” non azzeccato è mortificante per ambo le parti.
  • Fiori Soccorrono chi non ha molta fantasia nella scelta dei regali, e sono sempre graditi. In occasione di nozze, battesimi, cresime, prime comunioni si inviano bianchi. Alla festa di fidanzamento; fiori vivaci e allegri

Come confezionare regali con foulard

 

 

 

Regali e golosità fai da te
Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 

Un foulard per confezionare i regali: Furoshiki

Un cesto di golosità fatte in casa è un dono molto apprezzato!

.Anche i regali hanno il loro galateo
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Polenta Concia, polenta Carbonera di Storo (Tn)

Polenta carbonera e verze, piatto tipico di Storo
La farina di mais di Storo (l’oro di Storo)è un prodotto tipico del Trentino, ottenuto dalla macinazione del granoturco “Marano” coltivato rispettando i cicli della natura, senza forzature agronomiche, e poi macinato nel mulino di Storo Tn. Le polente storiche di queste e zone sono 5
  • Polenta con farina gialla classica.
  • Polenta carbonera, polenta concia: si prepara una polenta di farina gialla di Storo con aggiunta di pasta di salame (fatto rosolare nel burro fuso con un bicchiere di vino rosso), burro, e 2 o 3 tipi di formaggio stagionato o fresco e Grana del Trentino. Verso fine cottura della polenta si aggiunge il salame rosolato e il formaggio tagliato a cubetti. Attendere che il formaggio sia parzialmente sciolto prima di servire.
  • Polenta macafana: si prepara cuocendo la polenta insieme alle cicorie. Dieci minuti prima della fine, si aggiunge formaggio di malga a cubetti. Al momento di servire aggiungere cipolla rosolata in abbondante burro.
  • Polenta delle streghe, polenta delle strie: si prepara aggiungendo, alla farina gialla, farina di grano saraceno, castagne cotte al forno, erbette lessate, formaggio di malga e….una pozione segreta che scoprirete al Festival della polenta di Storo.
  • Polenta di patate: si prepara aggiungendo alla farina gialla, patate lessate e schiacciate e servire con un soffritto di burro e cipolla.  
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Ingredienti per 8-10 persone

2 kg. di farina gialla di Storo, 400 gr. di burro, 200 gr. di Grana trentino, 5oo gr, di formaggio Spressa stagionato, 1 kg. di salamella, 2 bicchieri di vino rosso, cipolla, sale grosso, pepe nero, 8 litri d’acqua.

Preparazione

Mettere a riscaldare, in un paiolo, l’acqua sufficiente per i due chili di farina. Aggiungere due cucchiai di sale grosso. Quando l’acqua bolle, versare la farina a pioggia, avendo cura di mescolare velocemente, onde evitare i grumi dell’impasto. Portare a bollore e cucinare per un tempo di circa 30-40 minuti.

A parte preparare un soffritto

Verso fine cottura della polenta si aggiunge salame rosolato (nel burro con vino rosso) e il formaggio tagliato a cubetti. Attendere che il formaggio sia parzialmente sciolto prima di servire.

A cottura ultimata, un unico energico colpo di mestolo e quindi servire la polenta fumante su di un tagliere di legno.

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