fiori canditi

Galateo: Ditelo con i fiori

Le occasioni per regalare fiori sono innumerevoli, e sono decisamente rare le donne a cui non faccia piacere ricevere un mazzo di fiori, siano essi  modesti fiori di campo o esotiche orchidee.
Per rallegrarsi di una nascita, di un matrimonio, di una Cresima o di una Prima Comunione, per ringraziare di un favore, di un invito a cena, per esprimere gratitudine, affetto, amore, simpatia, devozione, ecco dunque sempre pronti i fiori col loro delicato profumo, con i loro deliziosi profumi.(..)

Oggi non bisogna prendere alla lettera la frase “ditelo con i fiori”; il linguaggio dei fiori (florigrafia), tanto in voga ai tempi delle nonne, è ormai sconosciuto alla maggioranza delle persone.
Così a nessuna donna verrebbe in mente di offendersi ricevendo in dono del biancospino (un tempo simbolo di “falsa amicizia”), né farà nascere troppe illusioni l’offerta di rose rosse (simbolo di “passione”) da parte di un uomo. Perciò la frase ” Ditelo con i fiori” oggi va intesa solo nel senso che i fiori possono, da soli, esprimere sentimenti e pensieri gentili.
Comunque quando veramente si vuol “dire” qualcosa con i fiori, è meglio specificare su un biglietto il sentimento (affetto, amore, gratitudine) che accompagna il nostro omaggio floreale. Il biglietto di accompagnamento si può scrivere dal fioraio. Naturalmente se i fiori si portano di persona, le parole di accompagnamento saranno dette a voce.
Come si offrono
  • Alla mamma, alle amiche intime, alla gioviale vicina di casa che ci ha invitato a cena, i fiori si possono portare personalmente, dopo averli comperati in una bancarella.
  • Ma alla signora che non si conosce bene, alla moglie del collega del marito che ci ha invitati a un cocktail, è meglio mandare i fiori accompagnati da un biglietto tramite il fioraio.
  • Se si è invitati ad un ricevimento elegante e numeroso, ci si ricordi che alla padrona di casa farà certamente piacere ricevere i fiori qualche ora prima, perché la sua casa ne sia adorna quando arrivano gli ospiti.
  • In genere, però, se non si è in rapporti confidenziali e ancor più se è la prima volta che ci si reca in una casa, è più corretto inviare i fiori il giorno dopo, con un biglietto di ringraziamento “per la deliziosa serata”.
 Come si ricevono i fiori

Chi riceve dei fiori dalle mani della persona che li offre, ringrazia calorosamente e si affretta a svolgerli dalla carta, dicendo intanto con plausibile entusiasmo qualche frase del genere: “Come sono belli!”, “come hai fatto a indovinare che sono i miei fiori preferiti?”. Poi li disporrà subito, con cura e davanti agli occhi del donatore, in un vaso adatto. Una donna che lascia languire su una sedia dell’ingresso i fiori portati da un’amica o da un ammiratore commette una mancanza imperdonabile, dimostrando di avere ben scarsa sensibilità sia nei riguardi dei fiori sia nei riguardi del prossimo. Se i fiori, invece, li porta il fioraio, ci faremo premura di ringraziare subito il  donatore, per telefono o con un biglietto da visita. Poiché un omaggio floreale non è mai offensivo, è scortese respingerlo, anche se non è gradito.(..) E’ più elegante e ugualmente efficace scrivere un biglietto in cui, dopo aver ringraziato, si prega il donatore di astenersi per l’avvenire da qualsiasi tipo di omaggio.

 Fiori e persone lontane

Sapete che si possono inviare fiori anche nelle più lontane del mondo? E’ sufficiente fare l’ordinazione ad un fioraio della propria città, precisando che fiori si desiderano e quanto si vuole spendere. (..) Il fioraio provvederà a comunicare l’ordinazione a un negozio della località desiderata.

Ricordate che
  • Si regalano fiori sia alle signore sia alle signorine, mai agli uomini (ndr: l’art. è del 1965, oggi non è più così!).
  • Non si regalano fiori artificiali; si possono invece regalare i fiori secchi, ma non alle signore anziane che potrebbero vedervi un’allusione alla loro appassita freschezza.
  • Alle “vecchie signorine” non di regalano neppure fiori bianchi: potrebbero vedervi una presa in giro.
  • Mai regalare viole alle attrici: una superstizione vuole che portino sfortuna alla gente di teatro.
  • Si regalano rose in numero dispari (a meno che non se ne regali una dozzina).
  • A una malata non si regalano mai fiori molto profumati.
  • Si possono portare personalmente soltanto i piccoli mazzi: i grandi mazzi è preferibile che siano inviati tramite il fioraio.
Che fiori scegliere?

Nascita e Battesimo
Fiori bianchi, rosa o azzurri per il neonato; fiori di qualsiasi tipo per la madre (non troppo profumati, se la madre è ancora in clinica).

Comunione e Cresima
Fiori bianchi, in composizioni fresche e ariose. Ai fiori bianchi si possono armonizzare fiori di colore tenue: l’importante è che non abbiano l’aria dei fiori nuziali

Matrimonio
I più classici sono i fiori bianchi (rose, gigli, gladioli, garofani, lillà, tuberose), ma vanno benissimo anche le composizioni in colore, purché affidate a un abile fioraio. Non sono indicate le piante.

Funerale
Fiori sobri, non troppo fantasiosi. Il fioraio stesso è la persona che meglio saprà indicarvi il tipo, i colori e le composizioni più adatte per corone e mazzi funebri.

Per una guarigione
Fiori allegri, primaverili, lievemente profumati

Per qualsiasi altra occasione lieta
Scegliamo i fiori che sappiamo più graditi alla festeggiata, o che ci sembrano i più adatti a lei.

Quanti e quali fiori regalare?

Il guinness dei primati racconta di mazzi di rose spedite a dozzine, fasci di gigli e cesti di margherite. Le persone tuttavia dispongono di vasi con capienza normale, evita quindi tutte le esagerazioni.
Quando scegli fiori recisi in composizione valorizza una specie. Per esempio chiedi che sia confezionato un cuscinetto di fiori bassi, dal quale fare uscire 3 fiori a stelo lungo, magari rose [segue]

Come confezionare i regali: Fiori e Piante

Anche un mazzo di fiori o una semplice pianta possono trasformarsi in regali graditi se avvolti in una nuvola di carta e decorati con nastri colorati. [segue]

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Galateo: Quanti e quali fiori regalare?

Come confezionare Fiori e Piante

Merenda di compleanno

Galateo: Merenda di compleanno

COME SI INVITANO GLI AMICI
Non è il caso, per una festicciola tra amici, di fare le cose con molta “etichetta”; ma con correttezza questo sì. Dunque, il festeggiato o la festeggiata, almeno un paio di giorni prima della festa, invita gli amici. L’invito deve essere in ogni modo confermato dalla madre: perciò la signora telefonerà alle mamme delle amiche e degli amici invitati, dando la conferma.

CHE COSA SI PREPARA E COME SI DISPONE
Tazze e bibite
E ora prepariamo la tavola, naturalmente con un’allegra tovaglia colorata. Se la tovaglia bianca, si può guarnirla, in primavera, con piccoli rametti di fiori di pesco o mazzolini di violette o di primule. Sulla tovaglia si dispongono le tazze per le bevande calde, ognuna col suo cucchiaino (sul piattino, a destra) col tovagliolino ben piegato. Meglio che tovagliolini siano di carta, e che ci sia una buona scorta. D’estate, invece delle tazze si mettono in tavola le coppette da macedonia o i grandi bicchieri colorati da bibite. Si infilano nei bicchieri cannucce di colori diversi, affinché gli invitati possano riconoscere il proprio bicchiere.

La torta
Al centro della tavola troneggia la grande torta di compleanno, con le candeline colorate che simboleggiano gli anni del festeggiato. Invece del compleanno fosse un’altra festa, alla torta con le candeline si potrà sostituire un piattone di dolci e paste varie.

Tartine e panini
Ai lati della torta, vengono posti, in vassoi, i cibi salati. (In mancanza di vassoi, bastano i normali piatti di portata). Su un vassoio sono disposti in fila ordinata (per facilitare la scelta) le tartine che devono essere il più possibile variante: all’acciuga, al tonno, al paté, con pomodoro, con uova sode, con cetriolini e con ogni sorta di divertenti guarnizioni alla maionese; su un altro vassoio i panini imbottiti di prosciutto, salame, affettati vari. Se poi la mamma ha un po’ di tempo e un buon forno a disposizione, può preparare al momento piatti caldi di pizzette e di tosti.

Le bevande
Come bevande, se si è in inverno, si prepara un tè, o meglio ancora una cioccolata, da versarsi caldissima.
Se invece è primavera o estate, l’ideale saranno le macedonie di frutta e le spremute di arancia e di limone.
La macedonia si presenta già nelle coppette, le spremute si portano in tavola nelle apposite caraffe.
Solo se non c’è stato abbastanza tempo per i preparativi, si offrono bibite (succhi di frutta, aranciate, chinotti, eccetera) già confezionati in bottigliette: stappandole e versandole in presenza degli ospiti.
Se la tavola della merenda non è abbastanza grande da poter contenere tutte queste leccornìe, quel che non ci sta (per esempio i piatti di portata, le caraffe delle varie bibite, i tovagliolini di ricambio) può trovar posto sulla credenza, o meglio ancora su un carrello o su un tavolino qualsiasi, dal quale viene preso man mano ciò che occorre. Solo la torta di compleanno deve stare da padrona, sempre in mezzo alla tavola.

Prima della merenda
All’arrivo degli amici, il festeggiato/a li aiuta a togliere il soprabito o il golfino e li accompagna salutare la mamma. Se la mamma non conosce ancora alcuni degli amici invitati, il festeggiato/a si ricorda di presentarglieli.
Poi li guida nella stanza destinata alla festicciola e, se non tutti gli amici si conoscono tra di loro, provvede a fare le presentazioni, dicendo i loro nomi con semplicità e con un cordiale sorriso.

Durante la merenda
Dopo che la mamma ha acceso le candeline, il festeggiato/a le spegne soffiandovi sopra, senza gonfiare troppo le guance e senza sbruffare goccioline di saliva.
Se è bravo/a in materia, taglia personalmente la torta (dalla quale saranno state tolte le candeline). Se invece è ancora inesperto/a, prega la mamma di tagliarla, ma la serve personalmente ai suoi amici: non già facendo il giro del tavolo col piattone in mano, ma rimanendo sul posto e facendosi porgere il loro piatto a turno, in ordine di posto e non di simpatia. Con l’aiuto della mamma, si preoccupa che tutti gli amici e le amiche abbiano bibite, tartine e dolci a sufficienza; bada con garbo che il più goloso non si ingozzi a scapito degli altri e che il più timido non resti a bocca asciutta. Non pretende di fare tutto lui/lei: offrire, versare, servire; primo, perché farebbe aspettare troppo gli amici e le amiche; poi, perché non è piacevole per gli amici avere un ospite che invece di far loro compagnia, continua a girare intorno alla tavola come una trottola, per servirli. Ma, fatti girare una volta i piatti, il festeggiato/a può dire: “Adesso servitevi da soli, per piacere, ogni volta che lo desiderate”.
Infine, per tenere viva la festa, non si mette a fare lo/la spiritoso/a, ridendo e parlando a voce troppo alta.

Dopo la merenda

  • Finita la merenda, il festeggiato cerca di organizzare qualche gioco divertente (non troppo violento o chiassoso parenti.
  • Cerca di fare in modo che gli amici si affiatano tra loro, incoraggiando i più timidi, calmando i più prepotenti.
  • Evita di imporre la propria volontà, non pretende di dirigere tutto, ma si adatta ai desideri e ai gusti dei suoi ospiti.
  • Non si mette in un angolo a bisbigliare con l’amico/a più caro/a; ne si isola mettendosi a leggere, magari in un’altra stanza, disinteressandosi degli amici.
  • Non litiga con gli ospiti: appunto perché ospiti, gli amici vanno trattati con riguardo (anche se hanno torto).
  • Non grida giocando e non si agita.

Un’idea:
Se la mamma glielo concede, per rendere più festoso il compleanno, il festeggiato/a potrà mettere vicino al piatto di ognuno dei suoi amici un piccolo oggetto ricordo, uguale per tutti: un fiore, un pupazzetto, un segnaposto (come questi). Così anche gli amici si sentiranno festeggiati insieme a lui/lei e più contenti.

 Merenda di compleanno Liberamente tratto da L’ enciclopedia della fanciulla 1963

CONFETTI per compleanno: Multicolor o tinte pastello

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Galateo: Onomastici e compleanni

Galateo: Onomastici e compleanni

Nella foto la torta di compleanno di tiz

Probabilmente è accaduto a tutti di lasciar passare il giorno di San Luigi o di San Giuseppe senza far gli auguri all’amica Luisa, alla zia Giuseppina o a qualcuno che porta uno di questi nomi e con il quale siamo legati da un sentimento di amicizia, di rispetto o di gratitudine. Qualche volta si tratta di trascuratezza: prese dall’ingranaggio della vita di tutti giorni finiamo per dimenticare certe piccole cose che dovrebbero essere suggerite non soltanto dal saper vivere, ma anche dalla nostra sensibilità e dal nostro affetto verso le persone che ci circondano.

Qualche volta, invece, si tratta di non saper come fare: incerte se fare gli auguri di persona o per telefono, se mandare un semplice biglietto o un regalo, rimandiamo la decisione di giorno in giorno e così la ricorrenza passa e noi restiamo con il rimorso di non aver fatto giungere in tempo il nostro ricordo.

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GLI AUGURI
Tutti, più o meno, gradiscono essere ricordati da parenti e amici in occasione del proprio onomastico o compleanno, ma non è necessario, e tantomeno obbligatorio, che amici e parenti facciano sempre un regalo. Il più delle volte è sufficiente un augurio affettuoso purché sia fatto in tempo: non troppo in anticipo e, naturalmente, non in ritardo. Il giorno stesso o la vigilia, ecco il momento per fare o ricevere gli auguri di compleanno o di onomastico.
Come si fanno gli auguri?
Per telefono, per iscritto, di presenza? Dipende dai casi. Poiché le visite d’ augurio oggi sono del tutto passati di moda, si fanno gli auguri di presenza solamente quando si è invitati alla festa di compleanno o di onomastico. Si fanno gli auguri per telefono quando si sa di non incontrare la persona festeggiata ma si è abbastanza in confidenza con lei per essere certi di non disturbarla e di non imbarazzarla con una telefonata. In tutti gli altri casi, e cioè ai superiori, alle persone anziane e, in genere, a quelle con cui non si è in grande confidenza, è preferibile mandare un biglietto (mai una cartolina): una telefonata potrebbe recare disturbo.
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I DONI
Stabilito che gli auguri, se fatti come si deve, riescono sempre graditi, ricordiamo che, se vogliamo sottolineare la ricorrenza in modo particolare, è bene fare un dono. Ricordiamo che il dono deve essere sempre adatto alla persona che lo riceve che, anche se modesto, deve essere presentato con garbo ed eleganza, perché possa testimoniare liberamente il nostro affetto per la persona al quale è destinato.
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I BAMBINI
Se per particolari ragioni si può trascurare di festeggiare l’ onomastico o il compleanno di un adulto, non bisognerebbe mai mancare di festeggiare quello di un bambino: i bambini, si sa, sono particolarmente sensibile a questo genere di festeggiamenti, non tanto per i doni che possono ricevere, quanto per il fatto di sentirsi al centro dell’affetto e dell’attenzione generale. Se appena è possibile, i familiari inviteranno alla festicciola gli amichetti del bambino per un’allegra merenda; soffrirà cioccolata calda (d’inverno), spremuta di frutta (d’estate), dolciumi vari e, per finire, la tradizionale torta con le candeline. Se non ci si può permettere la festicciola con merenda, basterà festeggiare il bambino in famiglia, con una torta, molta allegria e molto affetto. L’importante è che la data del compleanno e quella dell’onomastico siano ogni anno due giorni lieti, da ricordare con gioia.
Fonte: Enciclopedia della donna 1963
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Ricette della Petronilla libri

Il Pranzo da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

…Se infine si dovesse offrire un PRANZO uno di quei grandi pranzi nei quali si vuol mostrare agli illustri invitati quanto – anche nella propria, pur modestissima casa – si sappia e possa fare…; per i quali la lista delle vivande deve essere discussa e infine scelta in pieno consesso familiare…; per i quali (pur di trovare) si deve prima girare e girare; quindi comperare e comperare; poscia lavorare e lavorare; e, infine, un po’ anche tremare per la tema che tutto non riesca, quanto lo si vorrebbe, perfetto… converrà dapprima pensare ad una squisita, appariscente ma leggerissima minestrina. E poiché quel giorno non potrà mancare in casa una pignatta di brodo vero… così vi addito (e quindi consiglio) la vecchia minestra mariconda; quella appariscente di pasta reale; i buoni gnocchettini di spinaci o di ricotta; i leggerissimi dadini di ricotta o di besciamella e, infine, la semplicissima minestrina di stracciatelle.

La seconda portata, trattandosi di grande pranzo – deve essere rappresentata da un bel piatto di pesce freddo. E… si vuole pesce? Allora si dovrà comperarne uno, ma talmente grosso da bastare a tutti i convitati; e talmente ricercato (trota, branzino o anche dentice o volpina) da soddisfare persino i palati più fini; e dovrà venir presentato lessato e accompagnato dalla sua inseparabile salsa maionese. Se poi si volesse spendere un po’ meno in pesce …se, anche, non si trovasse, quel giorno, un pescione degno del pranzone, leggete i vari modi nei quali io soglio presentare individuali e variamente composte conchiglie di pesce; scegliete quel modo che più vi conviene; e vi garantisco (parola di Petronilla!) che l’effetto sarà ugualmente, e sempre, quello che i vostri cuori di cuoche possono desiderare.

Si vuole invece il piatto freddo? Uno di quei piatti che si possono preparare anche il giorno innanzi? Che, pur essendo di carne riescono sempre assai appariscenti e squisiti? Che basta ornare, poco prima di servire, con le prelibate leccornie (in olio od in aceta) serbate nei loro vasi in credenza per farli apparire quali ammanniti da un cuoco… di grido? Allora, amichette, vi addito i piatti che, in questi casi, preparo io, cioè: pollo sia in gelatina che tonnato; vitello sia tonnato che lardellato e in gelatina; e… quando voglio toccare l’apice del prelibato… un bel pasticcio (nella veste di trasparente gelatina tremolante) e pasticcio sia di fegato che di tonno, cioè quel ch’è il meno costoso e il più sbrigativo.

Ecco ora, per il grande pranzo, giunta la volta di un lussuoso piatto di verdure; ed eccomi, così a voi additare – secondo la stagione – un piatto o di asparagi al prosciutto; o di melanzane ripiene oppur farcite; o di spinaci con uova affogate che tanto bene si presenta; o di zucchette alla crema e che sono tanto squisite, o di funghi freschi e ripieni e quindi prelibatissimi; o di pomidoro vestiti e al massimo grado sciccosi, o di fondi di carciofi che – se la stagione è propizia – tanto e tanto vi raccomando!

Vorreste il piatto più appariscente? Allora un’insalata russa in forma; oppure fagiolini e pomidoro in maionese, oppure la torta (fatela, fatel insalata belga mista a rossi radicchi trevisania!) di verdure. Potreste farlo più costoso? Purché in cucina ci siano due occhi e due mani che… sappiano, allora un piatto di tartufi con la piemontese «fondüa».
Vorreste un passato di verdure contornato da minuta? In questo caso vi addito il passato di zucca; o quello verde-giallo dell’Amelia; o quello stranissimo di bucce. Ed eccoci ora giunte al piatto di carne per il grande pranzo; cioè a quel piatto che – non essendo stati gravi i precedenti – potrà e anche dovrà essere alquanto sostanzioso. Quale piatto?

L’uno che possa venire degnamente accompagnato da una bella insalatiera di insalatina fresca e condita con olio, con aceto sopraffino (meglio se aromatico) e con qualche acciuga trita; e i piatti che più si compagnano con la sempre gradita (specie a fin di pranzo) e digestiva insalata, sono gli arrosti. Vi addito così per l’appetitoso connubio, quale insalata, I’italianissima e candida insalata belga mista a rossi radicchi trevisani, e, quale piatto… il manzo, sia arrostito che lardellato; la lonza al latte; il filetto (fatelo, fatelo!) alla panna; la faraona alle olive; i promettenti polpettoni sia della Nene che dell’Angela; e vi ricordo che il piatto di carne, al gran pranzo di Natale, dovrà esser rappresentato dal tacchino ripieno e al gran pranzo di Pasqua dal capretto alla menta. Al piatto di carne, io faccio seguire quello del dolce; e di un dolce che cerco abbia questi tre requisiti: prelibato, leggero, spiritoso.

Tutti e tre, li hanno infatti le mie creme di mascarpone, note ormai in… tutto il mondo; il dolce diplomatico e quella sua sorellina che viene battezzata «Zuppa inglese»; il bodino che ha il nome poco attraente, per un fine pranzo, di «bodino d’ova sode» ma che veramente manda tutti in… visibilio; ed il vivacissimo «bodino in fiamme»; che, quale apportatore di auguri allegri e vivi, raccomando ricordare al pranzo di Natale e di Capo d’anno, mentre per il pranzo della Santa Pasqua non dovete scordare (ascoltatemi) il mio caratteristico «dolce pasquale».

Al dolce io faccio seguire il mio bel cesto ricolmo di frutta; e se ci tengo che la nostra appaia casa di… quasi ricconi; se, per quel pranzo, non ci bado a spendacchiare, compero pere polpose; mele rubiconde; mandarini rivestiti di aurea carta velina; arance senza semi, banane dalla buccia intatta (cioè di bella apparenza ma però… di scarsa dolcezza); uva che sembri (specie nel più crudo dell’inverno) allora allora spiccata dal tralcio; qualche nespola succosa; qualche alchechingi (ai quali apro, ma lascio, le bucce per farne così quasi stelle intorno alle palline dei frutti che sono sì gialli e lustri) e varie di quegli strani frutti esotici che non di rado spingono gli invitati a chiedere: «Che sono?» e ad esclamare: «Mai visto! Assaggiato mai!», e allora… qual figurona allora, per la… signora che ha saputo scovare… tali «rarità»!

Alle frutta io faccio naturalmente seguire un buon caffè; al caffè i miei liquori; e così anche il mio succulento pranzone è finito; e finito senza lasciare… imbamboliti gli invitati costretti a troppo rimpinzarsi di piatti grevi, come non di rado avviene in certe case, ma come non avviene invece… in quella ospitale della Petronilla.
Amichette, purché il borsellino ne dia completo il permesso, osate, dunque, e fate… fate… sulle mie tracce, qualora vi si presentasse l’occasione o la necessità!

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Pranzo «Altre ricette di Petronilla» 1937

 

Ricette della Petronilla libri

Il Pranzetto da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

 

Anzichè una colazione debbo offrire un PRANZETTO ad amici con i quali sono in… stretta confidenza? Uno di quei simpatici allegri pranzetti che non danno… preoccupanti grattacapi, che non richiedono, né lunghi preparativi né… pazze spese, ma nei quali si vorrebbe un tantino figurare? Allora, la breve serie io la inizio con una buona minestra e poiché qui, in alta Italia, il riso è assai apprezzato, poiché il riso è la base di quasi tutti i nostri desinari…, eccomi a preparare (a seconda della stagione) riso con zucchette, o con melanzane, o con patate, o con zucca, o con prezzemolo, o con ova, o con purea di fagioli, o con i famosi risi e bisi veneti; cioè l’una delle minestre che non richiedono – in linea assoluta – una pignatta di brodo… vero.

Se invece sull’uno dei miei fornelli, fosse a bollire un bel pezzo di carne… oh, allora eccomi a pensare – per quel brodo che riuscirà profumato, squisito, corroborante – ad una pastina glutinata, che in pochi minuti sarà subito già cotta, e che da tutti sarà sempre gradita ed apprezzata; o… se voglio stare un pochino più in alto, agli gnocchetti o di semolino, o di ricotta, o di spinaci e ricotta, e persino, se ho quel tanto tempo e quella tanta voglia che sono necessari per fabbricarli, persino ai famosissimi raviolini! Se il pranzetto dovesse invece essere di pretto magro farei certamente ricorso, in questo caso, ai magri veneti risi, bisi e bisato, oppure alla magrissima zuppa di cozze o di pesce.

Alla minestra faccio seguire un piatto di fritto, cioè un piatto… leggero, giacché bisognerà pure lasciare un po’ di… posto per ciò che verrà poscia; ed eccomi perciò a preparare il necessario per una frittura piccata; per un fritto o di formaggio, o misto, o di carciofi sia imbottiti, che con le acciughe, che alla besciamella; oppure per un promettente piatto di crocchelle o di patate, o di formaggio, o di besciamella, o… addirittura di magro qualora il pranzetto dovesse appunto essere di pretto magro. Non ho la possibilità (per mancanza di abile servitù là in cucina) di presentare, dopo la minestra, un fritto caldo, anzi caldissimo, scottante, quanto deve sempre esserlo ogni magro o grasso fritto?

Eccomi allora allestire (ed a voi additare) un… leggero freddo, cioè il vitello sia alla maionese, sia tonnato; o il pollo tonnato; o… se volete far le cose un po’ alla grande il pollo in gelatina. Se, poi, il pranzetto dev’essere di magro… eccomi allora ad allestire le tinche in carpione; o il pesce marinato; o un fritto di pesci vari; o le costolette di merluzzo. Nel mio pranzetto, al piatto leggero, faccio seguire quel piatto di carne che possa essere accompagnato da verdure e che mi sembri maggiormente risponda al gusto dei miei cari invitati, alle necessità della stagione, alla possibilità (in quel giorno) del mio borsellino, alla mia volontà di spignattare, e al tempo disponibile di starmene (quel giorno) in cucina.

Preparo così od uno zampone contornato dai crauti della mia cara cognata grassa; o manzo sia in salsa di lepre, che arrostito, che lardellato e accompagnato da una insalatiera di insalatina verde e fresca o di verdura lessa (fagiolini, barbabietole, pomidoro acerbetti) e condita con olio e aceto. Voglio, per quel pranzetto, sfoggiare un  piatto di carne di… grado più elevato? Preparo, allora, o il capretto alla menta della mia amica siciliana, o la faraona della Rosalia; o la lonza al latte della mia cara Leda; o il filetto alla panna della… mia carissima Petronilla! Non posso ammannire carni perché il pranzetto dev’essere tutto magro? Allora le triglie in umido; o un’anguilla con piselli; o – per poter accompagnare, così, il piatto con insalata – le trotelle alla trentina; una fetta di tonno ai ferri; od un bel pescione al forno.

E, quale dolce per il mio pranzetto? Naturalmente, un bel bodino od una bella torta! Ma… voglio far presto ché ho il tempo ristretto, né posso curarmi di sorvegliare il forno? Allora il bodino è di cioccolato, o di lattemiele o di crema, o di limone, o di castagne. Posso… tener d’occhio il forno? In questo caso il bodino di riso o quello in fiamme. Anziché il bodino voglio torta? Allora… e purché possa molto, molto sorvegliare quel… benedetto forno che a volte mi gioca dei tiri birboni… o la torta del paradiso, o quella di frutta in pastafrolla, o quella di mandorle, o quella sbriciolata della mia zia Caterina (quanto sopraffina!). Per il dolce del pranzetto, posso disporre di parecchio tempo?

In questo caso, il bodino di ova sode; o la torta di pasta sfoglia. Voglio… né bodino né torta? Eccomi allora ad allestire o il monte bianco; o un bel croccante; o uno strudel fiammeggiante; o lo squisito panettone di chiare d’ova e che sempre sempre riesce, mentre invece… quello «di Milano» nei nostri forni casalinghi, riesce… quasi mai! Al dolce faccio naturalmente seguire le frutta; alle frutta il caffè; al caffè i liquori, ché, di sera, è lecito abbondare anche nell’alcole; ma liquori (ho detto) non rosoli in quanto che, ad aiutare la digestione di un pranzetto, vale molto e molto più di un bicchierino di molto zucchero, molto aroma e poco alcole, un bicchierino che sia scarso di zucchero ma assai abbondante di aromi e soprattutto di alcole. Io tolgo così dalla credenza – pur di ben figurare e di poter soddisfare i varî gusti – parecchie delle mie riposte bottiglie: quella del liquore di noci acerbe ch’è eminentemente digestivo e che, ad ogni S. Giovanni, mai non scordo di cominciare a preparare; quella del curaçao.

Tolgo, anche, le bottiglie di liquori di mandarino e di maraschino che saranno assai graditi dalle care invitate quella del liquore al caffè da offrire, però, solo a chi non teme l’insonnia; e quella del mio… misterioso liquore d’erbe che, fra tutti i casalinghi, sarà certamente proclamato il… superlativo! Sulle tracce di questo… buon pranzetto, amichette mie, ora… oserete? Ora… farete?

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
 Pranzetto «Altre ricette di Petronilla» 1937
Ricette della Petronilla libri

La Colazione sciccona da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

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Una di quelle colazioni che si potrebbero chiamare anche pranzi meridiani, e nelle quali si deve – si vuole – far grande sfoggio di tutta la nostra abilità cuochesca? In tale evenienza io (e anche a voi lo consiglio) non faccio mai mancare sulla tavola un vario assortimento di antipasti.
Quali preparo? O questo, o quello che (e quanto son sapidi tutti quanti!) vende il salumiere e che non richiedono, quindi, che la spesa per comperarli, e la briga di distribuirli sul piatto; cioè salame; prosciutto; lingua; tonno (che circondo con cipolline fresche e affettate assai fine); sardine all’olio e acciughe nella loro piccantissima salsetta (e che accompagno con riccioli di burro fresco); e, se voglio far le… cose in grande, salmone affumicato e sottolio.

Essendo, poi, la mia credenza sempre ben fornita di vasi e di barattoli, non lascio scappar l’occasione senza sfoggiare un po’ dei miei riposti carciofini, funghetti, melanzane e sgargianti peperoni sotto olio; nonché qualche cetriolino e cipollina sottaceto tagliati a fettine; e persino alcune delle mie olive da me ammannite alla casalinga!

Infine, se voglio tanto e tanto sfoggiare…, se quel giorno posso disporre di molto tempo…, a far più sciccosi i miei antipasti (mangereccia delizia di tutte noi donne), preparo alcune delle mie prelibate ova tonnate e, se la stagione me ne dà il permesso, qualche pomodoro fresco, tagliato a mezzo, vuotato delle… interiora, e cosparso di gialla salsa maionese. Che figurona con quel rosso e quel giallo vivaci sul bianco della tovaglia!
Ma che figurona, anche senza i pomidoro, colla mia varietà negli antipasti! Fate, amichette… all’occasione! Fate anche voi, ora che… sapete!

Per la grande colazione sarà necessario pensare anche ad una grande minestra asciutta, ad una di quelle minestre che sono… piatti ricercati (e che piatti!…) e di gran spesa, e di gran lavoro, ma anche di gran effetto. E così io cerco (fra le mie più prelibate minestre asciutte); e scelgo (e a voi, amichette, addito); e faccio: o le arancette di riso; o i cannoli ripieni; o i ravioli della mia amica Angela; o le mie prelibatissime lasagne verdi e se l’effetto dev’essere non grande, ma grandissimo, faccio un pasticcio lussuoso di riso o di maccheroni (quale bontà!).

Anche per il piatto di carne – perché sia degno della grande colazione – cerca fra quelli più squisiti e appariscenti del mio repertorio cucinario, e così appresto (e a voi, amichette, addito) un bel piatto di bistecche sia miste, sia di carne trita, sia all’acciuga; oppure di cotolette alla milanese, o al formaggio, o con fegatini , o piccanti, o agrodolci, o – se voglio molto, ma molto bene figurare – le cotolette imbottite. Se poi voglio dare alle carni un pochino d’eccezione eccomi allora allestire l’anitra con i peperoni; o il capretto della mia amica siciliana; o la faraona con le olive della Rosalia; o… (quanto spignattare quel giorno!…) una lepre in salmì ma accompagnata da crostoni, anziché dalla polenta, la fida amica della lepre (la colazione non è sciccosa?) e purché da ospite che conosce il dover suo, sappia che il piatto riuscirà gradito ch’è… la selvaggina non è per tutti quanti i gusti.

Dato che la colazione dev’essere… grande; un piatto di verdure non può certo mancare; e così il piatto di carne cerco di accompagnarlo o con insalatina verde (che preparo già condita con olio, aceto, e un tantino di senape ); o – se in fatto di verdure voglio tenermi un po’ più in alto di una semplice insalata, e a seconda dei… permessi che mi saranno dati dalla stagione calda o dalla stagione fredda – con peperonata; o con zucchette alla crema; o con asparagi al prosciutto; o con melanzane ripiene, oppure farcite; o con cavolfiore alla besciamella; o con fondi di carciofi tanto squisiti; e persino con fagiolini e pomidoro in salsa maionese.

Per l’immancabile dolce – dato che in una grande colazione non può mancare, ma che non si devono sopraccaricare gli stomachi degli invitati – io sempre mi attengo ad un dolce di frutta. Eccomi così ad allestire, secondo la stagione, o la zuppa di marene; o le pesche sia al limone sia ripiene; o la macedonia di frutta o le mele alla crema; o il bodino di limone; o la torta di frutta, o un fiammeggiante strudel.

Al dolce faccio naturalmente seguire l’immancabile piatto di quei formaggi che (dice il vecchio detto) se alla sera son di piombo, al mezzodì sono invece d’argento; formaggi che, naturalmente scelgo di 3 qualità e soprattutto abbondanti di quantità, ché certe sagge economie è necessario le scordi, quando la mia colazione dev’essere… grande.

Ai formaggi, faccio naturalmente seguire un bel cesto ricolmo di frutta stagionale e fresca, fra la quale non deve però mancare anche frutta secca che, se ha il difetto di essere un po’ greve, ha però i pregi di far più desiderare ed apprezzare quella polverosa bottiglia di vino stravecchio e prelibato che per la grande occasione si avrà sturata, e quello di richiedere una lunga masticazione, cioè un’abbondante salivazione (e la saliva – alla scuola ce l’hanno insegnato – è il primo, e l’uno dei più validi, dei nostri succhi digerenti).

Alla frutta seguirà naturalmente l’immancabile tazzettina di buono, di buonissimo caffè; e perché il caffè riesca buonissimo… «Ricordate, figliole (diceva la cara zia Caterina) che sono necessari 3 ingredienti: caffè, caffè, caffè e… anche macinato assai, assai, assai fine».

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Colazione sciccona Petronilla
Ricette della Petronilla libri

Colazione « alla buona » da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

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«…Se, dunque, nulla manca del necessario armamentario, se si possiede, così, il necessario per potere tutto fare… che si deve oggi preparare? Una COLAZIONE «ALLA BUONA», in tutta confidenza, per vecchi amici o cari parenti? Una colazione che – pur innalzandosi un po’ al di sopra di quelle che ogni giorno – non venga però a costare… un pochino troppo?

In questo caso, io penso – in primo luogo – ad una buona, ad una buonissima minestra asciutta, cioè a quella ch’è la solida base riservata ai pasti del mezzogiorno; giacchè, se si vogliono dormire sonni tranquilli e profondi, prudenza insegna ad astenersi, la sera, da cibi grevi (e risotti e paste asciutte sono, appunto, sempre pesantucci), ma poichè molta acqua corre dal mezzodì all’ora d’andare …«a nanna», così, a cuor tranquillo, io cerco (e a voi che non osate o non sapete addìto) fra le pesantucce minestre asciutte del mio ristretto repertorio… quella che in quel giorno più mi conviene; cioè l’una di queste: Risotto alla milanese; Gnocchi di spinaci e ricotta; Gnocchi di patate; Risotto con le vongole; Pasta asciutta con le vongole.

Per la seconda «portata»- che dovrà essere di carne; ma… di carne confezionata con tutte le regole dell’arte (cioè ben cucinata, ben presentata, ben contornata) io cerco… scelgo… faccio – e a voi quindi addìto – l’uno di questi miei ben conosciuti piatti: Stracotto alla Bolognese con spinaci; lingua in salsa brusca; arrostini annegati con contorno di spinaci; polpa di manzo lardellato con insalatina verde; ossibuchi alla milanese con contorno di piselli; lonza di maiale al latte con insalata fresca; rotolo con cotechino contornato da lenti; «gulasch»…all’italiana; manzo in salsa lepre. Se poi la colazione dovessi darla di petto magro, alla magra pasta (o risotto magro) farei seguire una fetta di grosso pesce (tonno, salmone) ai ferri; un bel pesce al forno; un piatto di triglie in umido o di trotelle alla trentina; e anche…anche una grassa anguilla con piselli, con verdure, al pomodoro.

Per la terza portata (della quale trattandosi di colazione…alla buona, potrei anche fare a meno, risparmiando, così, danaro e tempo) preparo – e a voi addìto – l’uno o l’altro di questi miei sostanziosi dolci: crema caramella; crema di cioccolata; dolce diplomatico; bodino di castagne; bodino di riso; bodino di cioccolata; e, se posso disporre del mio forno molto caldo…torta di mandorle; o torta sbriciolata. Per accompagnare poi la crema ricorro… ai miei biscotti economici e spicci; a quelli di mandorle; a quelli «sempre freschi»; ma…poichè per quanto…spicci, i biscotti son sempre lunghi a fare, così, il più delle volte, in quattro e quattr’otto faccio il mio insuperabile panettone di chiare d’ova e lo presento tagliato in fette sottili.

La quarta portata (ossia la portata della quale, trattandosi di colazione, non si può mai fare a meno) non mi richiede che d’aprire il borsellino davanti al banco del salumiere, per comperarvi il necessario a preparare un bel piatto di formaggi: e di formaggi di tre qualità (per soddisfare, così, i vari desideri personali); e, cioè, l’uno fermentato piccante (gorgozola, parmigiano); l’altro bianco fresco, butirroso; l’altro…nel giusto mezzo (gruviera).

Ai formaggi faccio seguire le frutta: e frutta, naturalmente, stagionali alle quali però unisco qualche mandorla e qualche noce (perchè sempre gradite, specie da chi apprezza il vino); e, alle frutta, l’immancabile tazzettina di caffè. Niente di superdifficile, dunque, nel preparare, alla svelta, una buona colazioncina di grande confidenza.»

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Il Pranzo da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

Il Pranzetto da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

La Colazione sciccona da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

Colazione «alla buona» Altre ricette di Petronilla 1937
Torta Arlecchino

Ecco a voi la fantasmagorica Torta Arlecchino!

Ingredienti e dosi
  • 3 uova,
  • 200 g. zucchero,
  • 200 g. farina,
  • 100 ml olio di semi,
  • 80 g. acqua,
  • 1 bustina di lievito,
  • 1 bustina vanillina.
  • coloranti alimentari gel

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Preparazione

Montate gli albumi con 60 g di zucchero e i tuorli con lo zucchero restante.

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Ai tuorli aggiungete gli altri ingredienti e sbattete il composto con le fruste.

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Unite gli albumi montati mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Dividete il composto ottenuto in 6 ciotoline e coloratelo con i colori che preferite.

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Ungete uno stampo a cerniera, e versate al centro, un cucchiaio alla volta, il primo colore. Proseguite con il secondo colore, facedolo colare dal cucchiaio sempre al centro. Poi mettete il terzo colore e così via, fino ad esaurimento dei colori a disposizione

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Riscaldate il forno. Infornate a 175 gradi in forno ventilato per 40 minuti circa, quindi verificate la cottura infilando uno stecchino nell’impasto: se uscirà pulito la torta è pronta.

1 torta arlecchino

Ringrazio per le loro torte fantasmagoriche:
clicca sulle immagini per ingrandire

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katiagioia

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Giò69

torta arlecchino-gio69 torta arlecchino-gio69 (3) torta arlecchino-gio69 (2)L’originale. è ricoperta di panna montata. Io invece l’ho spennellata con bagna al rum e ricoperta con mousse bianca alle nocciole fatta con panna montata, mascarpone e Nutkao bianca; l’ho decorata con coriandoli di zucchero e roselline di ostia

Monki

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Anche io l’ho fatta! oltre che bella è buonissima!!

 

 

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Diogene

torta-arlecchino-diogeneEcco la mia versione Chiffon cake arcobaleno…….. Primo chiffon cake e primo arcobaleno …. che si ripeteranno visto il successo ottico e papillifero….

 

Torta cardigan per il papà

Torta camicia e cravatta del papà

Galateo: Diploma, 18 anni, Laurea

Anche i regali hanno il loro galateo – Donna Letizia

.Omaggio a Donna Letiziadonna_letizia libri

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Anche i regali hanno il loro galateo

Come comportarsi quando si riceve personalmente un dono
Se vi si consegna un dono, è cortese aprire subito il pacchetto e ringraziare il donatore con entusiasmo, anche se l’oggetto vi è indifferente o non è di vostro gusto. Quando un invitato si presenta con dei fiori e ve li rimette personalmente, in mancanza di personale, pregatelo di scusarvi un momento e andate svelta a metterli nell’acqua. Sarebbe peccato, e anche scortese, abbandonarli su una seggiola. Se si tratta di una scatola di dolci, offritene ai presenti. Se vi viene consegnato un regalo in presenza di altre persone, ringraziate subito, ma in separata sede.

Ciò che si usa e ciò che è bene fare
Una donna non offre fiori ad un uomo (n.d.r. siamo nel 1967!). Né un uomo a un amico. Alle persone bisognose non si fanno regali utili, ma neppure troppo prosaicamente necessari. Al personale non si danno indumenti usati nelle ricorrenze importanti. Nell’anniversario di matrimonio è consuetudine gentile che i coniugi si scambino regali. Ai degenti in clinica si usa regalare dei fiori, possibilmente senza profumo. Regali graditi, libri e riviste, scelti a seconda del gusto della persona cui sono destinati. Quando si desidera sdebitarsi con un sacerdote, gli si può rimettere un’offerta in una busta chiusa, dicendogli: “Voglia accettare questa modesta offerta per le sue opere”. Gli si può donare un oggetto d’arte, un libro ben rilegato. Se gli si vuole fare un dono per la chiesa, lo si può pregare di provvedere lui stesso all’acquisto facendoci recapitare la fattura.

Ringraziamenti
Si tratti di adulti o di bambini, i ringraziamenti si fanno generalmente per iscritto. Si fanno per telefono se si tratta di amici molto intimi. Quando il dono è consegnato personalmente, bisogna ringraziare prima di slegare il nastro. Per un dono collettivo si ringrazia individualmente ogni donatore. Incontrando per caso una persona che ci ha fatto un regalo e che abbiamo già ringraziato per iscritto, le si rinnovano a viva voce i ringraziamenti.

Tra amici
Raramente una donna fa un regalo a un uomo, a meno che si tratti di un parente prossimo, di un medico, di un sacerdote, di un avvocato. Un giovanotto,, uno scapolo, ricevuto sovente in casa di amici, porterà fiori e dolci. Le persone che accettano inviti senza poterli restituire, si sdebitano con dei fiori, dolci, un soprammobile, dei giocattoli per i bambini. Alla persona di servizio di una casa in cui si è frequentemente invitati, si darà ogni tanto un’adeguata mancia.

Le dediche
Si dedicano libri e fotografie. Dove si mette la dedica:

  • Foto: solo gli autori e gli artisti appongono direttamente la firma sulle foto. Le nostre dediche, destinate agli intimi, si mettono sul retro della fotografia.
  • Libri: la dedica va scritta su una delle pagine bianche, all’interno del libro. Va scritta pulitamente, senza cancellature, una formula d’amicizia o d’augurio, la firma, la data e basta. Non si fanno dediche sui libri antichi, sulle edizioni numerate, sui messali o libri di chiesa, in genere, soprattutto se si offrono ad un religioso.

Restituzione
A prescindere da ogni amichevole considerazione, la più elementare cortesia vuole che entro un periodo di tempo ragionevole, si restituisca quanto ci è stato prestato, senza aspettare che il proprietario ce lo chieda. Se un oggetto prestato è andato perso, o si è rotto, bisogna preoccuparsi di sostituirlo con uno identico; se invece è insostituibile, si cerca di rimediare con un altro oggetto di valore maggiore. Se l’oggetto è stato danneggiato, bisogna farlo riparare a nostre spese. Chi chiede, deve stare attento alla reazione della persona cui si rivolge: riluttanza ed esitazione devono essere subito interpretate come rifiuti, che occorre incassare sportivamente, senza ritenersene offesi.

Chi concede un prestito in denaro, non deve poi abusare della condizione d’inferiorità del debitore, esigendo ogni sorta di piccoli servigi che originerebbero astio e rancore. E chi riceve, non deve alterare il suo comportamento col creditore: se non può restituire la somma ricevuta alla scadenza stabilita, anzichè eludere l’argomento, o sfuggire addirittura l’amico generoso, gli spieghi lealmente le sue ragioni, si scusi, continui a dimostrarsi grato. Salverà la faccia e l’amicizia. I libri vanno restituiti dopo essere stati letti. Tardarne la restituzione, pone nell’imbarazzo il proprietario che si vede costretto a sollecitarla. Chi desidera ritornare in possesso di un oggetto prestato, dopo un periodo di inutile attesa, può sollecitare la restituzione con un cortese biglietto o a voce.

Anche i regali hanno il loro galateo

Quando fare i regali
I regali si fanno nelle ricorrenze tradizionali, Natale e Pasqua, compleanni, onomastici. I doni vanno generalmente ricambiati, quindi può essere indelicato offrire oggetti di valore tale da mettere in imbarazzo chi non può ricambiare alla pari. I regali fatti in occasione di nozze, battesimi, fidanzamenti, comunioni, per ospitalità ricevuta, per qualche servizio o favore reso, non comportano reciprocità.

Cosa offrire
Se è vero che i regali debbono corrispondere alla personalità del destinatario, tuttavia può essere imprudente regalare un’anticaglia ad un amatore d’arte, o una pipa tirolese a un collezionista di pipe. L’uno e l’altro gradiranno di più un dono che esuli dai loro “hobbies” i quali richiedono esperienza e gusto sicuro. Si possono offrire in dono cesti di frutta, dolci, libri, cose utili, cose inutili, denaro.

  • Denaro Un dono in denaro (meglio se per assegno) si fa solo a un parente più giovane o a un dipendente. Va accompagnato da qualche parola gentile.
  • Dolci Devono provenire da una delle migliori pasticcerie, esigono una confezione accurata e lussuosa. Si offrono di preferenza ai parenti e agli amici intimi, o per sdebitarsi di qualche cortesia, per es. alla segretaria di un amico professionista, alla telefonista o alla commessa di una ditta con cui si hanno rapporti di affari. Non si offrono ai superiori, ai diabetici, alle signore in continua lotta con la linea.
  • Doni collettivi Talvolta, specialmente in occasione di matrimoni, i doni si fanno in comune: qualche amico o i membri di una stessa famiglia si “quotizzano”, il che consente loro di offrire un dono di maggior valore. Può anche trattarsi di una sottoscrizione tra impiegati di una ditta, operai di una fabbrica, alunni di un istituto o colleghi degli sposi.
  • Doni inutili Sempre graditi i doni inutili, purchè rientrino nella categoria degli oggetti superflui e di lusso che non abbiamo il coraggio di acquistare personalmente. Inoltre non impegnano, non costringono chi li riceve a servirsene, e possono eventualmente esser rifilati a qualcun altro.
  • Doni utili Sono da riservare ai parenti più stretti e prima di decidersi nella scelta bisognerà esser sicuri di non sbagliare. Un dono “utile” non azzeccato è mortificante per ambo le parti.
  • Fiori Soccorrono chi non ha molta fantasia nella scelta dei regali, e sono sempre graditi. In occasione di nozze, battesimi, cresime, prime comunioni si inviano bianchi. Alla festa di fidanzamento; fiori vivaci e allegri

Come confezionare regali con foulard

 

 

 

Regali e golosità fai da te
Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 

Un foulard per confezionare i regali: Furoshiki

Un cesto di golosità fatte in casa è un dono molto apprezzato!

.Anche i regali hanno il loro galateo
Segnaposto con tappi di sughero

Facili e carini i segnaposto con i tappi di sughero

Questi segnaposto sono semplici da realizzare e vanno bene per ogni occasione: le immagini e il colore dei nastri daranno il senso della festa (p.e. oro, rosso, verde, argento per le feste natalizie. Rosa, bianco, lilla e tutti i colori pastello per le feste pasquali. I colori più allegri per le feste dei bambini, E così via.

Alla fine del pranzo potranno restare all’ospite come ricordo della vostra festa.

 Occorrente per 1 segnaposto

1 tappo di sughero, immagini a tema (perfetti sono i biglietti augurali per la consistenza della carta), nastrini colorati, coltellino affilato, matita, forbici.

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 Preparazione

Ritagliate l’immagine che più vi piace e scriveteci su il nome del commensale.

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Se necessario, lavate e asciugate i tappi.
Con la matita tracciate una linea che tagli a metà il tappo nel senso che preferite.

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Con il coltellino incidete una sottile scanalatura (circa mezzo cm.) seguendo la linea tracciata con la matita, facendo attenzione a non tagliarvi. Inserite l’ immagine nella fessura incisa nel sughero.

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Legate il nastrino attorno al sughero, fate un bel fiocchetto e posizionate a tavola il segnaposto  così ottenuto.

  • Se decidete di incidere il tappo nel senso della lunghezza è necessario livellare la parte opposta al taglio perchè il sughero non rotoli.

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Segnaposto con tappi di sughero
Un menù per bambini del 1900 di Escoffier

Menù per bambini del 1900 di Escoffier

Mr. Balashov’s Children Konstantin Makovsky Дети господина Балашова 1880

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MENU pour ENFANTS vers 1900

POTAGES
Consommé aux Cheveux d’Ange. Velouté Reine des Fées
POISSON
Ondines aux Crevettes roses
RELEVÉS
Mignonettes d’Agneau de lait Mousseline d’asperges vertes
ENTRÉE
Crème aux Amourettes
RÔTI
Blanc de poulet
LÉGUMES
Coeurs de laitues au jus
ENTREMETS
Petits Berceaux surprise
Pêches pochées à la vanille
Charlotte Chantilly.
Gelée aux Violettes  
DESSERTS
Friandises Nids de fauvettes
VINS
Grand Cru St Léger Bébé Champagne

Consommé aux Cheveux d’Ange.
Consommé con capelli dell’Angelo.

Si chiama consommé il brodo che è stato chiarificato. Per ottenere 3 litri di consommé: tritare finemente 800 gr. di manzo molto fresca e ben sgrassata; prendere qualche rigaglia di pollo e, se possibile, una o due carcasse di pollo arrosto. Unire queste carni in una casseruola di giuste dimensioni, mescolarvi 2 o 3 albumi e mezzo bicchiere di acqua fredda, diluire poco a poco con 4 litri di brodo freddo, aggiungere un mazzetto guarnito di cerfoglio e una piccola costola di sedano. Mettere la casseruola su una fiamma moderata, mescolare il liquido con una spatola o un cucchiaio con continuità. Al primo bollore, mettere la casseruola sull’angolo del fornello, in modo che l’ebollizione sia quasi impercettibile. Dopo 35-40 minuti, filtrare il consommé alla stamigna. Tenere in caldo a bagno-maria. Al momento di servire, aggiungere la “guarnizione” scelta: pasta o altro.

Mignonettes d’Agneau de lait
Noccioline di agnello da latte

Le noccioline di agnello da latte si tagliano di preferenza sulle costate del carré; contare 2 pezzi a persona. Al momento di cuocerle, condirle, passarle nella farina e saltarle nel burro. Esse vengono quindi riposte su crostini di mollica di pane, della medesima grandezza, fritti nel burro all’ultimo momento. Sciogliere il fondo della padella con qualche cucchiaio di vino bianco e di fondo di vitello scuro o, in mancanza di questi, con del normale brodo e glassa di carne corretta con qualche scaglia di burro raffinato. Rivestire di salsa le noccioline. Servire con un contorno di punte di asparagi o di piselli freschi all’inglese.

Mousseline d’asperges vertes
Chenelle di asparagi verdi

Questa preparazione si basa sulla farcia mousselline alla crema. Le mousseline si differenziano dalla mouse, in quanto quest’ultima si prepara in uno stampo. per 4-8 persone, mentre le mousseline si modellano come grosse chenelle e si servono nella misura di 1 0 2 a persona.

Blanc de poulet
Petto di pollo

Scegliere un pollo dalla carne bianca e grassa, pulirlo accuratamente, salarlo internamente, legarlo, bardarlo con del lardo e cuocerlo in un fondo bianco per 50-60 minuti, secondo le dimensioni. Non appena i filetti sono cotti, si tolgono e ciascuno si divide in 2 o 3 scaloppine, secondo la grandezza del pezzo.

Charlotte Chantilly.

Rivestire di savoiardi uno stampo da charlotte delle dimensioni desiderate. Riempirlo con della panna montata zuccherata profumata alla vaniglia. Sformare sul piatto da portata. Servire con l’accompagnamento di una salsa alla frutta a piacere (albicocche, lamponi, fragole, ribes) o di salsa al cioccolato.

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Enfants jouant sur la plage de Trouville (France, Normandy) Otto von Thoren, 1884

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

Di Konstantin Egorovič Makovskij – http://www.art-catalog.ru/gallery.php?id_artist=32&id_museum_list=469, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5145233 Di Philippe Alès – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17808694
Torta camicia cravatta x papà

Torta camicia e cravatta del papà

Ricetta di sabina84- Cookaround
«Volevo fare qualcosa di diverso dal solito pds e crema pasticcera ed ho optato per la torta al cioccolato light di filika dose doppia un po’ modificata»

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Ingredienti

100 g. di cacao amaro, 400 g. di zucchero, 400 g. di farina, 500 g. di latte, 1 e 1/2 bustina di lievito.
(L’ho adattata ad una teglia rettangolare).
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Per la mousse al cioccolato bianco
300 g di ciocco bianco; 80 g zucchero; 1 dl di acqua; 3 tuorli; 3 dl di panna.

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Preparazione

.Fondere il ciocco bianco a bagnomaria; sciogliere lo zucchero nell’acqua e far cuocere per 8 min. Sbattere i tuorli un po’ ed incorporare a filo lo sciroppo caldo, lavorare il composto finchè non diventerà freddo; aggiungere il ciocco fuso e amalgamare bene per ultimo incorporare la panna montata. lasciare riposare in frigo per 3 ore (io l’ho preparata la sera prima). Non ho fatto la foto!!! L’ho spalmata di panna montata e ricoperta con MMF (Marshmallow Fondant )¹.

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 ¹Ricetta per il MMF – Marshmallow Fondant di Angelica e Valentina* di Marcy7
150 g di Marshmallow, 330 g di zucchero a velo, 3 cucchiai di acqua
La ricetta l’ho trovata sul sito internet kunst am kuchen.de
Prendete le caramelle Marshmallow le ponete in un recipiente aggiungendo ca 3 cucchiai di acqua. Fate scogliere le caramelle a bagnomaria
Sciolte le caramelle aggiungete fuori dal fuoco ca. 125 g di zucchero a velo e mescolata il composto
Sul piano di lavoro intanto mettete altro zucchero a velo, sullo zucchero versate poi il composto di caramelle sciolte e ricoprite le caramelle sciolte con dell’altro zucchero a velo. Infarinativi per bene le mani con dello zucchero a velo oppure con poco olio. Iniziate a lavorare piano piano le caramelle sciolte…avendo messo anche lo zucchero sopra le caramelle sciolte non entrerete quasi mai in contatto con queste. Quando le caramelle avranno assorbito buona parte dello zucchero iniziate a lavorare bene la pasta di Marshmallow (come fosse la pasta per il pane). Come potete vedere alla fine del lavoro le mani restano belle pulite. Formate una palla, avvolgete l’impasto nella pellicola trasparente e riponete in credenza per il riposo di 24 ore. In tutto (compreso il tempo per sciogliere le caramelle a bagnomaria) ci ho messo ca. 20 minuti. Angelica per fare il MMF usa invece le spatole, nel suo blog trovate la sua spiegazione passo passo.

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.IMPORTANTE
(queste informazioni si basano sull’esperienza personale mia e di Angelica e dalle info ricavate dal sito tedesco citato prima)
  • La pasta MMF non va fatta riposare in frigo ma in credenza
  • E’ importante fare riposare la pasta MMF, se non 24 ore, almeno qualche oretta, in base all’esperienza personale di Angelica possono bastare anche 12 ore
  • La pasta MMF avvolta bene nella pellicola puó durare anche piú di due mesi
  • Sono preferibili le caramelle lisce a quelle con zucchero in superficie in quanto rende la pasta piú dura
  • Usate lo zucchero a velo acquistato, meglio non usare quello fatto in casa, perché quello acquistato contiene degli amidi che permettono di lavorare bene la pasta zucchero
  • Si puó usare zucchero a velo di qualsiasi marca, per questa pasta zucchero ho usato quello della PaneAngeli, ma é un caso, solitamente uso quello della Lidl
  • La quantitá di zucchero a velo necessaria dipendete dal tipo di caramelle Marshmallow acquistate, 330 g è la media, alcune caramelle richiedono piú zucchero a velo altre addirittura meno, aggiungete zucchero fino che la pasta vi risulta bella morbida e non piú tanto appiccicosa
  • Dopo un pó di tempo la pasta MMF puó diventare dura, per renderla morbida e lavorabile potete metterla per qualche secondo nel microonde oppure per qualche minuto nel forno caldo. Altrimenti basta lavorarla tra le mani e questa ritorna morbida. Anche colorandola con i colori dopo il riposo si aiuta la pasta a ritornare morbida
  • Le decorazioni fatte con il MMF potete conservarle anche per parecchio tempo ben chiuse in una scatola di latta (in credenza)
  • Per assemblare le varie parti delle decorazioni potete usare dell’acqua anche se personalmente non mi è mai servita, dal momento che la pasta MMF si assembla molto facilmente
  • Sulle torte i soggetti si fissano con ghiaccia densa, cioccolato fuso o bagnando leggermente la base del soggetto con dell’acqua
  • La pasta MMF potete colorarla preferibilmente con coloranti in pasta (che si vendono solo nei negozi per pasticceria e decorazione torte), vanno bene anche i coloranti liquidi, ma solitamente con questi ultimi i colori rimangono piú “sbiaditi” e per avere dei colori decisi (p.es. il rosso) bisogna aggiungere parecchio colorante
  • Se fate il MMF per ricoprire una torta potete aggiungere un pó di colorante quando sciogliete le caramelle, altrimenti aggiungete il colore quando fate le decorazioni
  • La torta ricoperta di MMF potete tranquillamente metterla in frigo, la copertura non diventa dura ma rimane bella morbida e si taglia bene
  • La copertura di MMF non é dolcissima ne stucchevole (ovviamente poi dipende dai gusti personali). lo strato che ricopre la torta é molto fino pertanto non appensantisce la torta
  • Tutte le decorazioni fatte con Marshmallow sono commestibili
  • Per stendere il fondente aiutatevi con zucchero a velo (o in alternativa amido di mais), quello che rimane sul MMF si puó togliere facilmente con un pennello
  • Per ricoprire una torta con la pasta MMF guardate la spiegazione passo passo di Angelica.
  • La torta che deve essere ricoperta con il MMF deve essere spalmata da gelatina di albicocche, panna montata soda, ghiaccia, crema al burro o da un leggero velo di crema (che Angelica non consiglia in quanto quest’ultima fa trasudare la pasta in umiditá e poi si vedono i bozzi sotto la coperta).
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Foto di sabina84- Cookaround, Monika -Cookaround, Cookantean, PriorCylone Creator:Beate Holozaen, cyclonebill

Torta cardigan per il papà

Torta camicia cravatta x papà
Torta cardigan per il papà ricetta di Angelica - Cookaround

Torta cardigan per il papà

 Ricetta di Angelica – Cookaround
Ingredienti
  • ricetta di Angelica - Cookaround (2)Per il cardigan: Forno ventilato a 160° x 25 minuti griglia centrale.
  • Pan di Spagna: 6 uova,150 gr di farina, 150 gr di zucchero, 1 pizzico di sale e aroma.
  • Per la crema al mascarpone: 3 uova, 250 gr di mascarpone, 6-7 cucchiai di zucchero
  • Per la bagna: Latte e Nesquik zuccherato.
  • Copertura: 750 gr di panna Hoplà
  • Colletto e cravatta In Marshmallow Fondent.
Preparazione della torta
  • Montare gli albumi e mettere da parte.
  • Montare i rossi con lo zucchero.
  • Aggiungere il mascarpone.
  • Amalgamare e aggiungere gli albumi.
La lavorazione a maglia:
  • sono cerchi concatenati (senza mai staccare) fatti con la panna.

ricetta di Angelica - Cookaround

La festa del papà (o festa del babbo) è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo. In molti Paesi la ricorrenza è fissata per la terza domenica di giugno come negli Stati Uniti, ma volendo si può festeggiare anche l’ultima domenica di luglio. In molti Paesi di tradizione religiosa cattolica la festa è invece celebrata il 19 marzo, giorno associato dalla Chiesa a san Giuseppe padre putativo di Gesù Cristo.
La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale. La festa è celebrata in varie date in tutto il mondo, spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre.
La prima volta documentata in cui fu festeggiata sembrerebbe essere il 5 luglio 1908 a Fairmont (Virginia Occidentale) |Fairmont] in Virginia Occidentale, presso la chiesa metodista locale. Fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l’ufficializzazione della festa; senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, Lei organizzò la festa per la prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane (Washington). La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana. […]

Torta camicia e cravatta del papà