friarielli broccoli di natale

Antipasto natalizio, broccoli friarielli di Natale. La ricetta in dialetto napoletano

Trota al forno con aneto, friarielli (broccoli) e patate al forno.

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Ricetta in dialetto napoletano. “Napoli in bocca” 1976

antipasto natalizio friarielli

Traduzione

Per 6 persone
Mentre Pasqua si festeggia con le uova a Natale si festeggia con i broccoli. Prendete 1 kg. di broccoli, puliteli, lavateli e metteteli a bollire. A metà cottura levateli dal fuoco e fateli scolare. Soffriggete in padella 5 o 6 spicchi d’aglio, olio, e alici salate a pezzettini. Quando l’aglio è rosolato aggiungete i broccoli, salateli, non fate mancare un pizzico di pepe e fateli insaporire. A cottura ultimata toglieteli dal fuoco e mangiateli con buona salute.

I friarielli (chiamati anche broccoli di rapa nel Cilento ed in Calabria, una varietà della famiglia di cui fanno parte le cime di rapa in Puglia, rapini (o rapi) in Toscana o pulezze) vengono generalmente preparati soffritti in olio d’oliva con aglio, sale e poco peperoncino rosso piccante.  Non vanno confusi con i friarelli, peperoni nani verdi dolci (conosciuti anche come “friggitelli” nel Lazio), i quali vengono anch’essi consumati fritti.

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Di Roedelius – [1], CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1917420Di Roedelius – [1], CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1917420
pizza cozze

Pizza con le cozze, pizza cu ‘e cozzeche’, la ricetta in dialetto napoletano

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Ricetta in dialetto napoletano. “Napoli in bocca” 1976
pizza cozze
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Traduzione
Per ogni pizza 50 gr. di pomodori pelati e tagliati a pezzi, sale, olio e origano¹. A parte fate aprire, in un tegame con uno spicchio di aglio e un po’ d’olio, 200 gr. di cozze ben lavate, togliete il frutto (la parte edibile) e mettetelo sulla pizza già cotta.
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¹origano: solo a Napoli l’ origano si chiama arecheta

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Come fare l’Impasto per la pizza 

  • 500 gr. di Farina,
  • 15 gr. di Lievito di birra,
  • Olio extravergine d’oliva,
  • ½ cucchiaino di Sale.
 Preparazione:

Scaldate 250 ml d’acqua e scioglieteci il lievito. Versate in una ciotola. Aggiungete 1 pizzico di sale. Versate la farina, aggiungete 2 cucchiai d’olio e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Coprite con un panno e lasciate lievitare per almeno 2 ore. Stendete la pasta col matterello sul piano di lavoro infarinato. Farcite. Cuocete in forno ben caldo per circa ½ ora a 200 gradi.

pizza cozze

La preparazione di base delle pizze è sempre identica, ciò che cambia è solo la farcitura, in cui la fantasia può davvero sbizzarrirsi. Se non avete voglia o tempo per prepararle da voi, potete utilizzare i prodotti già pronti anche surgelati.

Calzone al forno, la ricetta in dialetto napoletano

Piatto della tradizione italiana per eccellenza: la pizza margherita

Piatto della tradizione italiana per eccellenza: la pizza margherita
Seaside pizza (2262061782).jpg [[File:Seaside pizza (2262061782).jpg|Seaside_pizza_(2262061782)]] Pizza Frutti di Mare at Pizza Pronto.jpg [[File:Pizza Frutti di Mare at Pizza Pronto.jpg|Pizza_Frutti_di_Mare_at_Pizza_Pronto]] Di Sconosciuto – Pizze alla napoletana. In: Il Bersagliere. Vol. VI, No. 170, Rome: 1880 (Scan)., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=106811209
Venezia_Chicken_Pizzaiola

‘A carne ‘a pezzaiuola, Carne alla pizzaiola. La ricetta in dialetto napoletano.

Ricetta in dialetto napoletano. “Napoli in bocca” 1976

napoli in bocca pizzaiola

I caratteristici condimenti della pizza li ritroviamo a condimento della carne.

Traduzione

Questa ricetta è veramente semplice, per 6 persone: calcolate 1 kg, circa di fettine di manzo. Mettetele a cuocere in una padella piuttosto larga insieme a 500 gr. di pomidori spellati e tagliati a pezzi; olio, sale, pepe e, immancabilmente, una bella spolverizzatina di origano. Mettetele a cuocere su fuoco basso con su il coperchio per circa mezz’ora .

Come per tutte le ricette della tradizione le origini di questa pietanza sono incerte, anche se la più attendibile è quella napoletana. Rientra perfettamente nelle preparazioni per il riciclo, infatti il saporitissimo sugo si presta per essere usato come condimento per la pasta. le preparazioni popolari, ha infinite varianti. Il grande successo ottenuto dalla pizzaiola è dovuto alla facilità di esecuzione unito ad un gusto deciso.
La preparazione “alla pizzaiola” consiste in fettine di carne (vitello, manzo, petto di pollo), odori vari e sugo di pomodoro.

Scaloppine alla pizzaiola

La ricetta della carne alla pizzaiola

Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 500 g di Pomodori,
  • 3-4 foglie di Basilico,
  • 500 g di fettine di manzo,
  • 1 spicchio d’Aglio,
  • Origano q.b,
  • Olio extravergine d’oliva q.b,
  • Sale q.b.
Preparazione

Lavate i pomodorini, tagliateli a spicchi e fateli cuocere a fuoco lento in padella insieme a un po’ d’olio e allo spicchio d’aglio privato dell’anima.
Quando i pomodorini cominciano a soffriggere aggiungete le fettine di manzo, condendo con origano, basilico e sale; dopo un paio di minuti girate le fettine e fatele cuocere per altri 2 minuti. Spegnete la fiamma e servite: la carne alla pizzaiola è pronta.

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Accorgimenti

Il segreto per far rimanere la carne morbida è farla cuocere poco: se le fettine non sono troppo spesse sono sufficienti 2 minuti per ogni lato..

Idee e varianti

Insieme ai pomodorini potete aggiungere anche capperi e olive in salamoia¹. Per rendere il piatto più piccante potete inoltre aggiungere una spolverata di peperoncino.

Ricicliamo gli avanzi:

Questa ricetta è un ottimo modo per riproporre la carne avanzata. Nel caso avanzasse del sugo potete riutilizzarlo per condire una pasta.

Vino

Aglianico rosato o rosso (Campania), Barbera (Piemonte)

  • ¹Olive in salamoia della Petronilla. Si vorrebbero condire, in casa, olive? E, non solo olive verdi, cioè ancora sode ed acerbette; ma anche olive nere, cioè ormai stramature? Eccomi allora, subito, pronta ad appagare il desiderio di questa e di quella; ma… Ma prima di accingersi alla bisogna, convien ricordare che, per conciare olive alla casalinga, è necessario molto lavorare e molto perseverare; e che, se difettassero il tempo, la pazienza, e soprattutto la ” grande volontà di fare ” sarebbe assai prudente rinunciare. [comtinua]

Olive in salamoia alla maniera di Petronilla sotto calce e cenere

Venezia Chicken Pizzaiola.jpg [[File:Venezia Chicken Pizzaiola.jpg|Venezia_Chicken_Pizzaiola]]
calzone pizza

Calzone al forno, la ricetta in dialetto napoletano

Calzoni e calzoncelli sono altre specialità tipiche della cucina napoletana;  il loro profumo è irresistibile quasi quanto quello della pizza. I calzoncelli o panzerotti si friggono in olio e possono essere farciti di mozzarella, ricotta, provola, salame, prosciutto. I calzoni si fanno dorare in forno a legna. Sono davvero irresistibili quanto la regale Mozzarella in carrozza.
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Il calzone (o cazzotto o panzarotto) è un tipo di pizza, chiusa su se stessa, a forma di ìmezza luna. È un alimento tipico delle regioni del centro-sud Italia.
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Originario della Puglia, viene preparato con la stessa pasta della normale pizza ed è chiamato anche panzerotto in altre zone d’Italia per distinguerlo dai numerosi tipi di calzone al forno. A Napoli, dove è anche molto diffuso, viene chiamato semplicemente pizza fritta, mentre con il termine calzone si indica il calzone al forno ed il nome panzarotto viene invece utilizzato per indicare i crocchè.
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Esistono molte varianti al ripieno originale del calzone pugliese; noto è il ripieno con l’aggiunta delle olive snocciolate, delle acciughe, della cipolla e dei capperi. Il calzone nasceva dalla tradizione della cucina più povera pugliese, quando con la rimanenza della pasta del pane venivano cotte queste piccole mezzelune con pezzi di formaggio e pomodori..
Oggi lo si trova in tutte le vetrine dei bar e nei menù delle pizzerie e, spesso, dei ristoranti. Il tipico calzone pugliese è ripieno con pomodoro e mozzarella, può essere cotto al forno o fritto nell’olio extravergine di oliva. Il prodotto per essere gustato appieno va mangiato caldo.  Wikipedia
Il Calzone al forno, ricetta in dialetto napoletano. Napoli in bocca 1976

calzone napoli in bocca 1976

Traduzione

Per ogni calzone preparate la pasta come quella della pizza. Stendetela e metteteci in mezzo un ripieno di 50 gr. di mozzarella a pezzettini, una fetta di prosciutto crudo oppure mezza salsiccia macinata e cotta a parte, un cucchiaio di parmigiano grattugiato, sale, pepe e olio. Chiudetelo come fosse un portafoglio facendo combaciare bene i bordi. Spennellate sopra un uovo e cucinatelo nel forno molto caldo per circa dieci minuti.

Il Calzone o Pizza chiusa
A Napoli la cosiddetta pizza chiusa, si chiamava anche calzone, ma in seguito altre varietà di calzone, con un tipo di pasta differente, sono state ideate e preparate nella Puglia, Calabria e Sardegna
Le pizze

Piatto della tradizione italiana per eccellenza: la pizza margherita

Pizza con le cozze, pizza cu ‘e cozzeche’, la ricetta in dialetto napoletano

Pizza spianata

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Alici, acciughe, sardine in Scapece

Ricetta in dialetto napoletano. “Napoli in bocca” 1976

alici scapece

Traduzione
Per 4 persone. Lavate ½ kg.  di alici, infarinatele e friggetele in padella in olio bollente, poi scolatele mettendole su carta assorbente. Poi salatele e sistematele ben pressate in una terrina. Intanto fate bollire in un pentolino ½ bicchiere d’aceto con un bicchiere d’acqua, 2 spicchi d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, un po’ di pepe, un po’ di origano, dopo pochi minuti togliete dal fuoco e versate sulle alici con un pizzico di sale e lasciate riposare per un giorno. E poi servite e buon appetito.

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Con scapece o escabeche, si intende sia il procedimento per la conservazione di alimenti sotto aceto, che il prodotto ottenuto. Il metodo per processare un alimento in escabeche rientra nelle operazioni denominate in cucina come marinatura e la tecnica consiste basicamente nel pre-cucinare l’alimento in aceto, olio d’oliva fritto, vino, alloro e pepe in grani. È la trasformazione di un procedimento di origine araba, perfezionato dagli spagnoli.

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 Ingredienti per 4 persone
  •  500 gr. di alici freschissime,
  • alcuni cucchiai di farina,
  • 4 foglie di alloro,
  • 1 cipolla piccola,
  • uno spicchio d’aglio,
  • 1/4 di litro di olio d’oliva,
  • 1 bicchiere di aceto,
  • 1/2 bicchiere di acqua,
  • un’abbondante presa di origano,
  • 3 granelli di pepe
  • e poco sale.
Attrezzatura

Una padella per fritti, fogli di carta assorbente, un recipiente di terracotta o vetro completo di coperchio.

Preparazione

 Aprite con un coltello le alici nel senso della lunghezza (facendo però attenzione a lasciarle attaccate da un lato), liberandole della spina dorsale e della testa, ma lasciando la coda. Risciacquatele più volte con delicatezza, sgocciolatele con cura, asciugatele leggermente e passatele rapidamente nella farina; fatele quindi friggere in una padella di ferro, nell’olio bollente, e dorare da ambo le parti.

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  • Quando saranno pronte, estraetele dall’olio e passatele in fogli di carta assorbente, o su tovaglioli di carta, per eliminare ogni eccesso di unto. Dopo averle cosparse con un po’ di sale, sistematele a strati in un recipiente di terracotta o vetro provvisto di coperchio.
  • Ponete ora in una piccola casseruola mezzo bicchiere d’acqua, un bicchiere abbondante di aceto, uno spicchio d’aglio schiacciato, la cipolla tagliata a fettine sottili, le foglie di alloro, una presa abbondante di origano e tre granelli di pepe e lasciate sobbollire lentamente il tutto per un quarto d’ora.
  • Versate quindi la miscela aromatica sulle alici, avendo cura che ne risultino completamente sommerse. Lasciate infine raffreddare a temperatura ambiente, poi coprite il recipiente e fatelo riposare al fresco, per servire il giorno seguente.
  • Desiderando prolungare la conservazione delle alici è indispensabile non infarinarle prima di friggerle e sostituire l’acqua con mezzo bicchiere di olio d’oliva.

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Vino

La presenza notevole di aceto suggerisce di evitare, se possibile, il vino; tuttavia in Abruzzo si usa accostare il piatto, in spuntini rustici, al Trebbiano d’Abruzzo servito a 12°C oppure al Cerasulo d?Abruzzo servito a 13-14 °C.

Scapece da taberna (taverna). «Bon escabeix» di Ruperto de Nola, Libre del coch, anno 1520

Zucchine a scapece (Cucuzzielle a la scapece)

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