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Sgombri in guazzetto

Nella terminologia culinaria italiana, la cottura degli alimenti in un brodo denso, può essere chiamata «in umido» o «in guazzetto» come, ad esempio, seppie in umido e agnello in guazzetto.

  Ingredienti per 4 persone

4-6 sgombri o sugarelli freschi, 100 gr. di cipolla rossa di tropea, 2 spicchi d’aglio, 2 bicchieri di vino bianco secco, burro, salvia, prezzemolo, 200 ml. di acqua, sale e pepe.

   Preparazione

In un tegame, mettete a soffriggere il burro, l’aglio e la cipolla tritata per poi adagiarci delicatamente gli sgombri puliti ed eviscerati. Bagnateli con i bicchieri di vino e fate sfumare.

Aggiungete il basilico e la salvia spezzettati, l’acqua, un pizzico di sale e di pepe. Coprite e lasciate cuocere a fuoco lento per 20-30 minuti.

Quando saranno cotti toglieteli dal fuoco aiutandovi con una paletta perché non si spezzino e dispometeli su di un piatto di portata e teneteli al caldo.

Filtrate il brodo e, se occcorre, aggiungete acqua calda, regolate il sale e portate ad ebollizione. Con il sughetto ottenuto guarnite gli sgombri e servite.

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Cinghiale umido (2)

I classici. Umidi al vino: Cinghiale in umido e patate

Per preparare il cinghiale in umido e patate seguite la ricetta qui di seguito e aggiungete a metà cottura (circa 1 ora)  le patate tagliate a pezzi e continuate a cuocere.

Ingredienti

1 kg di spezzatino di cinghiale 4 carote 2 gambi di sedano 3 cipolle 2 spicchi d’aglio 100 g di pomodorini 80 g di olive nere Bacche di ginepro q.b. Olio extra vergine d’oliva q.b. Vino rosso q.b. Rosmarino q.b. Alloro q.b. Sale q.b. Pepe q.b

Preparazione
  1. Frollatura e marinatura della selvaggina prima della cottura
  2. Marinare la selvaggina da pelo prima della cottura

1 cinghiale-arrosto-al-forno-R-qT757tFrollatura e marinatura della selvaggina

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Fate marinare lo spezzatino di cinghiale per almeno 12 ore totalmente ricoperto dal vino, con le bacche di ginepro, l’aglio, il rosmarino e una carota, un gambo di sedano e una cipolla a pezzi.
Trascorso il tempo della marinatura, scolate bene la carne e gettate via la marinata, che avrà assorbito il sapore forte di selvatico.
Preparate un trito di sedano, carota, cipolla e aglio che farete soffriggere brevemente con l’olio. Aggiungete la carne, fatela rosolare per bene e sfumate con il vino. Aggiungete l’alloro, il rosmarino, i pomodorini e le olive. Continuate a cuocere girando spesso, per almeno 60-90 minuti o fino a quando la carne non risulterà tenera. Aggiustate di sale e pepe. Servite il cinghiale in umido ben caldo.

 Accorgimenti

Non fate asciugare troppo la carne poiché il cinghiale deve rimanere in umido.

Idee e varianti

Con il cinghiale in umido eventualmente avanzato potrete, riscaldandolo sino a farlo disfare, preparare un ottimo sugo per pappardelle o pasta fresca in genere.

Vino

Vino rosso tannico, relativamente ad alta gradazione

Ricette

Cinghiale arrosto al fornoCignale (cinghiale) dolce-forte ArtusiCinghiale in umido o in salmìPastasciutta al sugo di cinghiale

 

 

 

 

Artusi: umidi al vino

pollo in umido cacciatora

Pollo alla cacciatora alla romagnola

“Per questa ricetta semplice e di famiglia, tagliate a pezzi piuttosto piccoli 1 pollo ben pulito e lavato. Fatelo soffriggere in mezzo bicchiere di olio e in 1 noce di burro, 100 gr. di prosciutto grasso e magro a pezzettini.Quando il soffritto comincerà ad imbiondire, urite il pollo e fatelo rosolare a fiamma viva per qualche minuto. Aggiungete poi 1 bicchiere di vino bianco secco, il sale, una macinata di pepe e 300 gr. di pomodori maturi a pezzi. Lasciate cuocere a fuoco basso per circa 1 ora e mezza”.

Mangiate il pollo appena pronto senza lasciarlo raffreddare.

La ricetta in dialetto romagnolo, tratta da “Romagna in cucina”, 1998,
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pollo cacciatora (4)
Rice and Beans, Stew Chicken and Potato Salad – Belize.jpg [[File:Rice and Beans, Stew Chicken and Potato Salad – Belize.jpg|Rice_and_Beans,_Stew_Chicken_and_Potato_Salad_-_Belize]]
Lampredotto (o trippa) in umido

Lampredotto (o trippa) in umido, ricetta di Artusi

331 TRIPPA COL SUGO

«La trippa, comunque cucinata e condita, è sempre un piatto ordinario. La giudico poco confacente agli stomachi deboli e delicati, meno forse quella cucinata dai Milanesi, i quali hanno trovato modo di renderla tenera e leggiera, non che quella alla côrsa che vi descriverò più sotto.

In alcune città si vende lessata e questo fa comodo; non trovandola tale, lessatela in casa e preferite quella grossa cordonata.Lessata che sia, tagliatela a strisce larghe mezzo dito ed asciugatela fra le pieghe di un canovaccio.Mettetela poi in una casseruola a soffriggere nel burro e quando lo avrà tirato, aggiungete sugo di carne o, non avendo questo, sugo di pomodoro; conditela con sale e pepe, tiratela a cottura più che potete e quando siete per levarla, gettateci un pizzico di parmigiano.»

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Lampredotto (o trippa) in umido
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Piatto a base di un particolare tipo di trippa venduto specialmente presso le bancarelle dei trippai; viene servito, anche come imbottitura di panino, lessato e condito con sale e pepe (e l’eventuale aggiunta di salse). GB Quella parte delle budella degli animali da macello che si dà specialmente a mangiare ai gatti I’ lampredotto l’era… coso, bono i’ lampredotto! L’è bono ancora! L’è la parte dell’intestino, la pancia, ’nsomma. I’ lampredotto l’è un coso, l’è un…una parte della trippa. Capito? Dell’intestino. (R: Si dà ai gatti?) No, no, si mangia noi. E bono, anche. Lampredotto, centopelle, trippa… Uh! I’ lampredotto, la un l’ha ma’ mangiato’? Da Nerbone [noto rivenditore di panini con lampredotto situato all’interno del Mercato Centrale di Firenze] È una bellezza! Ora è un po’ caldo magari… (R: qui c’è scritto che si dà ai gatti): quello, quello ognuno può dì icché vole! Ora, i’ lampredotto ora non lo consiglierei, uno non l’apprezza perché ora è caldo – no? – perché questi son mangiari, questi lampre, da mangialli d’inverno, quand’è freddo – no? – così: Mi dà un panino coi’ lampredotto? (Il venditore) Tira su dalla pentola che bolle, bruum, arriva questo qui, co una mano gli leva la midolla ai’ panino: Sale e pepe? / Sì. Da leccass’ i baffi. È l’ultima parte dell’intestino tenue.
www.accademiadellacrusca.it
Le cronache parlano delle “trippe” già nel Quattrocento, raccontando di botteghe fumose, a pochi passi dall’Arno, dove si bollivano e si vendevano le interiora per pochi centesimi. A quei tempi la parola “fame” aveva un significato; trippa e lampredotto rappresentavano una concreta risposta ai brontolii dello stomaco. Proteine a buon mercato che il popolino nel corso dei secoli rese più appetibili e gustose elaborando ricette fantasiose.
Ma anche in Lombardia, a Roma al Testaccio la trippa è regina delle tavole popolari. Poi i nostri vanno in giro per il mondo e influenzano anche le cucine locali. El mondongo diventa la sintesi della trippa in SudAmerica. A Firenze, un discorso a parte meritano trippa e lampredotto.
«Quelle trippe che a nominarle io vengo meno», scriveva Francesco Becucci, detto il Coppetta, nel suo libro In lode dell’Hosteria. Vecchie osterie fiorentine dai nomi pittoreschi come «Beppe Sudicio», «Gigi Porco» che esponevano menu ante litteram, cartelli alla semplice, scritti a zampa di gallina su carta gialla: «Venerdì-baccalà e Sabato-trippa». Un piatto di trippa e zampa te lo serviranno sempre, così gustoso che a suo tempo scriveva Pietro Aretino: «Io credo che l’autore di tal cose sia un fiorentino […] loro han capito tutti i punti con che la cocina invoglia lo svogliato».
by enotriawine.simplicissimus.it

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Avete mai mangiato un panino con il “LAMPREDOTTO” ?.
Solo se siete stati a Firenze l’avete potuto mangiare. A Firenze è una cosa tipica con radici antiche, quando Trippa, Testina, Poppa e Zampa di vitello mettevano a disposizione della povera gente un po’ di proteine a buon mercato. I fiorentini hanno sempre fatto di necessità virtù ed hanno saputo utilizzare questi prodotti per preparare delle gustosissime pietanze. In tutte le piazze di Firenze c’è il banchino del Trippaio, dove i fiorentini, ma ora anche i turisti, possono gustare un bel panino con il Lampredotto, condito con salsa verdi e o salsa piccante. Il lampredotto è una delle parti dello stomaco dei bovino (ruminanti), la parte più compatta e più magra, cotta in un brodo al quale si aggiungono tutti gli odori e del pomodoro. Il Trippaio ne tira fuori un pezzo dal pentolone sempre in caldo lo tagliuzza sopra il tagliere e lo mette nel panino metà del quale viene inzuppato nel brodo, sale, pepe, salsa verde o piccante, un bicchiere di Chianti e buon appetito.

www.ribollita.com

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 Di Lucarelli (Opera propria) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0) o GFDLDi Lucarelli (Opera propria) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0) o GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html)], attraverso Wikimedia Commons Di This illustration was made by louis-garden Please credit this : louis-garden An email to  Louis-garden or a message here would be appreciated too.
Coniglio alla cacciatora alla toscana con olive

Coniglio in umido alla toscana con olive

 
E’ una ricetta davvero squisita. E se vi restasse un po’ di salsa, usatela per condire pasta o riso.

Riso integrale al sugo di coniglio alla cacciatora

Farfalle con sugo alla cacciatora
Ingredienti per 4 persone

1 coniglio pulito da 1 kg., 500 gr. di pomodori pelati o maturi, 200 gr. di olive nere e verdi, ½  bicchiere di vino bianco secco, 2 spicchi d’aglio, scalogno (o 1 cipolla rossa), un rametto di rosmarino, ½ bicchiere d’aceto, farina, sale e pepe, olio evo toscano, brodo.

Preparazione

Tagliate in 12 pezzi il coniglio togliendo la testa e le zampe. Se avete tempo, tenetelo per una notte in una terrina contenete acqua e ½ bicchiere di aceto. Sgocciolate i pezzi, asciugateli, salateli ed infarinateli leggermente.

Tagliate a fette sottili lo scalogno (o la cipolla) e tritate l’aglio e il rosmarino (ramerino). Mettete in un tegame capace un giro d’ olio toscano, il trito d’aglio e rosmarino e fateli rosolare mescolando. Aggiungete quindi lo scalogno e fatelo appassire.

2 toscana-coniglio cacciatora olive-umido5 toscana-coniglio cacciatora olive-umido1 toscana-coniglio cacciatora olive-umidoUnite i pezzi di coniglio¹ infarinati e fate rosolare a fuoco vivace. fate insaporire un po’, poi versate il vino bianco e fatelo evaporare completamente. Unite i pomodori e, a metà cottura, le olive. Salate e pepate, coprite con il coperchio e cuocete per 50-60 minuti circa su fiamma dolce aggiungendo, se dovesse asciugare troppo, un po’ di brodo caldo.  .

  • ¹Ai pezzi di coniglio possono essere aggiunti, se piacciono, il fegatino e la coratella tritati.
  • Potete accompagnare il piatto con polenta: la sola, la tradizionale, l’antichissima Polenta!.
  • Il coniglio risulterà bianco e tenero se lo metterete a mollo tutta la notte nel latte. L’indomani, prima di cuocerlo, sgocciolatelo bene, sciacquatelo con acqua fresca e procedete al solito: acquisterà anche in sapore.
Vino

Rosso: Chianti Classico giovane.

Bianco: perchè non osare una Vernaccia di San Giminiamo Riserva? Asciutto, fresco, di buon corpo, di buona persistenza, armonico, con caratteristico retrogusto amarognolo di mandorla amara, servito a 12°C, si abbina a primi piatti di salse bianche, fritture varie, piatti di pesce, uova e carne bianche.

«Questi, e mostrò col dito, è Bonagiunta. Bonagiunta da Lucca: e quella faccia di Ià da lui più che l’altra trapunta ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e la Vernaccia »
(Dante Alighieri, Divina commedia, Purg. XXIV,19-24)

 

Pollo alla Garibaldi di Ne

Pollo alla Garibaldina di Ne

Ricette del Risorgimento
L’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, a tavola aveva gusti semplici, amava il pesce appena pescato e cotto alla brace, i fichi col salame, i legumi, le bistecche in ricordo del Sud America. Era astemio, ma si vantava di essere grande intenditore di acque minerali, che sapeva riconoscere al primo assaggio.
Tre delle ricette più amate dal generale, patriota, condottiero e scrittore italiano: Trenette al pesto, stoccafisso e pollo alla Garibaldi.

Pollo alla Garibaldi di Ne¹

Ricetta di Placida Signora
¹Comune di Ne (Provincia di Genova, Regione Liguria)

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 Ingredienti  

 1 pollo pulito e tagliato a pezzi piccoli, 150 gr di olivette nere, 2 litri di brodo di carne (anche di dado, basta non sia vegetale), 2 foglie di alloro, 1 rametto di salvia, 1 rametto di rosmarino, 1 pomodoro maturo, 1 bicchiere di vino bianco secco, olio, burro, sale.

Preparazione

In una casseruola mettere burro e olio; farvi soffriggere le olive e l’alloro, sino a quando saranno dorati. Aggiungere i pezzi di pollo, salare e rosolare. Unire il vino bianco, i sapori tritati insieme al pomodoro. Rosolare e mescolare velocemente. Appena il vino sarà evaporato, unire il brodo sino a coprire completamente il pollo: mettere un coperchio e cuocere lentissimamente per due ore circa.

TaccuiniGastrosofici.it

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Hunter’s chicken (2).jpg [[File:Hunter’s chicken (2).jpg|Hunter’s_chicken_(2)]]