Côtelettes Pojarski che ispirarono Puškin

I classici: Bistecca, ma diversa. Le Côtelettes Pojarski che ispirarono Puškin

 Pozharsky cutlet servita con purè di patate, sugo di funghi  e fettine di cetriolo
Kotlety (cotolette) Pozharskie (anche Pojarski) è una preparazione culinaria che prende il nome dalla  famiglia Pozharsky, proprietari di un ostello di posta per il cambio dei cavalli “Taverne Pojarski”  sita nella piccola città di Torzhok in Russia tra Mosca e San Pietroburgo.
.La caratteristica di questa cotoletta è l’aggiunta del burro alla carne macinata  preparata a forma di cotoletta. In russo il termine kotleta (cotoletta ) indica comunemente un tortino o una polpetta, a forma di cotoletta, fatto di carne macinata, oltre che una fetta sottile di carne. Auguste Escoffier rileva che cotolette di pollo tritati differiscono dalle crocchette di pollo solo per la  forma.
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Nel 1826 Aleksandr Puškin, in una lettera ad un amico, raccomandava  di “cenare presso Pozharsky in Torzhok e provare le cotolette fritte che aiutano a recuperare uno stato d’animo leggero” [..]  Le cotolette furono anche menzionate da Leitch Ritchie (1836),  Victor d’Arlincourt (1843), e Théophile Gautier (1875).
Lo Zar Nicola I fu talmente ben impressionato dal gusto di questa prelibatezza, che Darya Pozharskaya venne invitata più volte alla corte imperiale per cucinarle.
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Esistono diverse leggende su l’origine di questo piatto, una di queste narra che la ricetta venne data ai Pozharskys da un povero viaggiatore francese in cambio dell’alloggio.
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Inizialmente le polpette a forma di cotoletta erano di carne di vitello, poi vennero preparate anche con carne di pollo, probabilmente negli anni 1830-1840 quando Darya Pozharskaya  ereditò la locanda dal padre.
.Le prime ricette complete vennero pubblicate in un libro di cucina russa nel 1853; il ricettario comprendeva una ricetta per cotolette di pollo e una per cotolette di pesce.  A metà del XIX secolo, il piatto venne adottato dagli chef francesi e la ricetta della carne macinata (di vitello, pollo, fagiano, lepre, pesce (salmone) mescolata al burro entrò nei classici libri di cucina francese.

Ricette

Suprêmes o Côtolette de volaille a la Pojarki
Suprêmes di pollo Pojarki

Tritare le suprêmes (petti di pollo) nel burro. Disporle su dei crostini di pane fritti nel burro all’ultimo momento. Rivestirle di salsa suprême arricchita da una fine julienne di tartufi e di funghi. Sciogliere il fondo della casseruola delle suprême con 2 -3 cucchiai di fondo bianco, aggiungere 2 o 3 cucchiai di glassa di carne. Bagnare le suprême con un filo di questo sugo noisette.
Facoltativamente, si possono sempre accompagnare queste suprême con delle punte di asparagi o con dei piselli all’inglese.

Salmon Pojarski
Pojarski di salmone

300 gr. di carne di salmone crudo senza lisca; sminuzzarla grossolanamente con un coltello, poi aggiungere 60 gr. di burro fresco e 60 gr. di mollica di pane imbibita di panna. Sminuzzare ulteriormente fino ad ottenere un amalgama omogeneo. Condire con sale e pepe. Dividere il tutto in 5-6 parti uguali e dare la forma di una cotoletta su una placca infarinata. Cuocere all’ultimo momento nel burro chiarificato, facendo dorare entrambi i lati. Disporre le cotolette a corona in un piatto di portata.  Guarnire con code di gamberi, gamberetti, ostriche, tartufi, funghi porcini, cetriolini, riso al curry o alla paprika. Le guarnizioni sopra indicate sono velate di salsa besciamella alla panna o di salsa normanna.

Auguste Escoffier Il grande libro della cucina francese (titolo originale Ma cuisine) 1934 Côtelettes Pojarski che ispirarono Puškin
Altre “bistecche diverse”

Fegato alla contadina con cipolle rossefegato asparagi Steak_and_asparagus_-_Massachusetts778px-Chaud-froid_van_kip_de_schotel_is_klaar,_Bestanddeelnr_252-1844

 

 

 

Fegato di maiale (nella sua rete) alla maniera di PetronillaScaloppine di tofu con funghi e semi di sesamo e lino

 

 

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

Cotoletta alla milanese della Petronilla

Ma questa sarà una cotoletta alla Valdostana o un Cordon bleu?

Cotolette in umido per il “pranzo della Battitura” delle famiglie di inizio ‘900

Cotolette di funghi Pleurotus

Cotolette di… Fiori di Magnolia

By A.Savin (Wikimedia Commons · WikiPhotoSpace) – Own work, CC BY-SA 3.0,
Cotoletta alla Valdostana o un Cordon bleu

Ma questa sarà una cotoletta alla Valdostana o un Cordon bleu?

È un bel dilemma! Ambedue le ricette, in pratica, trattano di una cotoletta farcita con prosciutto e formaggio fondente,  fritta o cotta in forno.

Italia vs Francia –

  • La cotoletta alla valdostana proviene dalla tradizione culinaria della regione più piccola d’Italia, il Cordon bleu ha una storia più recente.
  • Su l’origine del Cordon bleu ci sono varie ipotesi e leggende, una delle quali racconta che nel 1929 un cuoco svizzero, a bordo del transatlantico Bremen, in occasione di una traversata da record, pensò ad una ricetta speciale alla quale diede il nome dell’ onorificenza di cui fu insignita la nave per l’occasione: il Nastro Blu (Cordon Bleu), decorazione consistente in una fascia azzurra conferita dall’Ordine dello Spirito Santo e creata da Enrico III di Valois.

Tutto ciò ricorda il dubbio su la Pasta alla puttanesca o Pasta alla bonne femme?

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Cotlette a la valdostana
Ampaneje ant j’euv e pan gratà e feje andé ant ël butir; e peui poseje antunatortera bin ambutirà. Dzora a ògni cotlëtta rangejeunafëtta di fontin-a conunasofià di pèiver. Bute ant ël forn fin-a a tant che la fontin-a a fonda.

COTOLETTA ALLA VALDOSTANA

Ingredienti per 6 persone

  • 6 fette di vitello o pollo o tacchino,
  • 6 fette di fontina o altro formaggio fondente (caciotta, scamorza, provola, emmentaler),
  • 6 fette di tartufo bianco (facoltativo),
  • 6 fette di prosciutto crudo o cotto,
  • 1 uovo,
  • farina
  • pangrattato per l’impanatura,
  • burro,
  • sale.

Preparazione
Tagliate le fette di carne, a portafoglio, lungo lo spessore senza separare le due parti. Aprite le cotolette come le pagine di un libro e battetele un po’ col batticarne, indi adagiate sulla parte inferiore della carne una fetta di fontina, una di prosciutto (ed una di tartufo): richiudete facendo congiungere bene i bordi. Passate le cotolette così preparate, prima nella farina, poi nell’uovo sbattuto al quale avrete aggiunto un po’ di sale, indi nel pangrattato. Friggete al burro fino ad ottenere una doratura uniforme; salate ancora e servite caldissime. la frittura va fatta a fuoco basso per dar modo alla fontina di fondere perfettamente. Anzichè friggerle potete cuocerle in forno caldo a 200 gradi per 12-15 minuti circa.

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CORDON BLEU

Ingredienti per 6 persone

  • 6 fette di pollo o tacchino,
  • 6 fette di formaggio fondente (emmentaler),
  • 6 fette di prosciutto cotto,
  • 1 uovo,
  • pangrattato per l’impanatura,
  • burro o olio,
  • sale.

Preparazione
Simile alla precedente. Cotoletta alla Valdostana o un Cordon bleu.

File:Cordon-bleu-2.jpg

I classici: Bistecca, ma diversa. Le Côtelettes Pojarski che ispirarono Puškin

Cotolette in umido per il “pranzo della Battitura” delle famiglie di inizio ‘900

Cotolette di… Fiori di Magnolia

Cordon-bleu-2.jpg[[File:Cordon-bleu-2.jpg|Cordon-bleu-2]]
Cotolette di funghi Pleurotos

Cotolette di funghi Pleurotus

Pleurotus ostreatus è una delle specie fungine più coltivate e conosciute nel mondo; in Italia è molto comune e viene denominata orecchione o fungo ostrica. Commestibilità ottima, specialmente se il fungo viene cotto alla graticola, gastronomicamente è molto versatile.

    Ingredienti

Cotolette di funghi Pleurotos (5)

  • Funghi pleurotus,
  • uova,
  • pangrattato (io ho “grattato” le gallette di sesamo),
  • olio per friggere,
  • sale e pepe.
 Preparazione

Pulite i funghi con un panno umido, eliminando i gambi più fibrosi e duri. Battete le uova e insaporitele con sale e pepe; immergetevi i funghi. Passateli, quindi, nel pangrattato.

    Cotolette di funghi Pleurotos (3)    Cotolette di funghi Pleurotos (4)    Cotolette di funghi Pleurotos (2)

Friggete le cotolettine (ma potete anche cuocerle in forno a 200 gradi per 40 minuti circa: il tempo può variare a seconda della grandezza dei funghi), rigirandole a metà cottura. Sgocciolatele su carta assorbente, tamponando da ambo i lati.

Vino

I vini da scegliere sono certamente gli spumanti: l’anidride carbonica, che origina la spuma, è ripulente del gusto così da tenere un’efficace antagonista delle preparazioni grasse e dei fritti, rendendo la portata più fresca e leggera. potremmo optare per un Franciacorta, con bollicine finissime, persistenti, e spuma ricca. Ha sentori di frutto di bosco, mentre il sapore è secco, con sensazioni di frutta e possibili note amarognole.
Come regola generale quindi se i funghi sono gli unici protagonisti del piatto, o sono accompagnati da amidi come pasta, riso, polenta e patate, il vino sarà necessariamente delicato. Se invece guarniscono cibi più saporiti, il vino da scegliere dovrà saper bilanciare la componente più saporita del piatto, ossia la carne. everywine.biz

Mazze di tamburo fritte in salsa di noci

“Gilled mushroom cluster 2011-12-27 05” di Norbert Nagel – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons –
Melanzane ripiene alla maniera di Petronilla

Melanzane ripiene alla maniera di Petronilla

(Cotolette di melanzane ripiene)

 Come usate voi cucinar le Melanzane? Alla solita maniera? Cioè – dopo averle affettate – con poco burro, con molto olio, con i relativi sale e pepe, e con (alla moda lombarda) la finale informaggiata di buon parmigiano grattugiato? Solo così, usate cucinar le melanzane? Ebbene; se voleste introdurre un po’ di varietà anche nel campo di questa violacea verdura, eccovi una maniera di cucinar melanzane che m’ha insegnata la Rosina, l’amica siciliana della… vostra amica lombarda, la Petronilla. Ieri stesso io ho ammannito il piatto; e poiché esso è lesto a fare; e di poca spesa; e sì squisito da aver ottenuto un vero applauso dall’intiera famiglia, così eccomi a dirvi come il piatto vada preparato, ed a consigliarvi: «Ammannitelo anche voi, subito, oggi o domani».
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Togliete il gambo a 12 melanzane; tagliatele a mezzo e per il lungo; lavatele lungamente in acqua fresca. Ad ogni mezza melanzana togliete, con un cucchiaino, quasi tutto il mollume della polpa. Mettete a fuoco, in una casseruola e con acqua abbondante, le melanzane vuotate e la loro polpa. Dopo 10 minuti da che l’acqua bollirà, togliete le sole melanzane e buttatele nell’acqua fredda. Dopo altri 10 minuti, togliete la polpa, e buttate nell’acqua fredda anche questa. Ponete le melanzane sopra un’asse in pendio a sgocciolare, e spremete fortemente la polpa fra le mani per toglierne così quasi tutta l’acqua.

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Mettete in un mortaio (od in una insalatiera) la polpa spremuta; unite 2 uova, una manciata di mollica di pane sbriciolata, un’altra (e abbondante) di parmigiano grattugiato¹, un pizzico di spezie, uno di origano (se lo avete in casa), due di sale, uno spicchio di aglio tagliuzzato (e che dalle melanzane ripiene non può star lontano); e mescolate per bene il tutto insieme. Spolverizzate con poco sale ogni mezza melanzana, che ormai sarà scolata. Riempite, a ciascuna, il vuoto con la poltiglia che avete preparata..

Quando tutte le mezze melanzane saranno con abbondanza riempite, passatele in uovo sbattuto e disponetele di mano in mano in un tegame. Versate sopra olio d’oliva; mettete il tegame in forno o su di un fornello (con brage sotto e brage sul coperchio); e quando le melanzane saranno cotte, servitele ben calde. Se il piatto anche nella vostra famiglia dovesse ottenere un caldo applauso… Ricette della Petronilla librimanderete allora un pensiero alla Rosina, l’amica siciliana della vostra Petronilla.

Altre ricette di Petronilla 1935

¹ Io ho aggiunto anche una manciata di ricotta stagionata tagliata a dadini.

  petronilla,melanzane,ripieno,estate,forno

Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Melanzane farcite alla maniera di Petronilla

Melanzane sott’olio alla maniera di Petronilla

Melanzane ripiene alla maniera di Petronilla
Menù per cena per S, Antonio Abate

CENA di S. Antonio Abate .17 gennaio. – “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”

S. Antonio Abate, motivo per coperta da buoi sec. XIX. Stampa a ruggine con matrice cm. 20×25. Stamperia Visini, Meldola Fo.
È questa una delle numerose varianti dell’immagine del Santo protettore degli animali domestici e contadini, veneratissimo nelle campagne romagnole. La sua effìge, presente in ogni stalla, appare tra i primi motivi ad essere riprodotti sulle tradizionali coperte da buoi.
Questa tavola riproduce una versione già “evoluta” dell’immagine votiva: la figura del Santo, dapprima rappresentata con umili vesti, appare qui già solennizzata mediante la vestizione di paramenti liturgici. In particolare spicca la mitra vescovile e il bastone pastorale, che sostituisce l’originaria pertica.
cucinario dei nobili“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

17 gennaio, Sant’Antonio Abate

Menù
Minestre
Minestra Paradiso
Pietanze
Cotolette imbottite
Cardo fritto
Patate fritte
Dolci
Marmellata di cotogne
Torta di mele

Minestra Paradiso (Stracciatella)

stracciatella zuppa minestra

 

 

 

 
Cotolette imbottite
Con vitello o pezzi di petti di pollo o di tacchino oppure di mortadella fare delle cotolette fini e soffriggerle nel burro. Fare una balsamella con grammi 100 di farina, grammi 50 di burro e 2 decilitri di latte e appena tolta dal fuoco salarla e aggiungere una cucchiaiata di parmigiano, un rosso d’uovo e mescolare. Quando la balsamella sarà fredda spalmare con questa le cotolette e paneggiarle con uovo e pangrattato e friggerle con strutto in padella.

Cardo fritto
Tagliare a pezzettini o a coste il cardo, già salato, cotto nell’acqua e ben scolato, e immergerli in una pastella densa fatta di acqua, farina e parmigiano grattugiato, e friggerli in padella abbondante di strutto.
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Patatine fritte Pont-Neuf Sburlòn, liquore di mele cotognetorta di mele

 

 

 

cotoletta magnolia

Cotolette di… Fiori di Magnolia

Edule significa edibile, commestibile. Cioè possiamo prendere alcuni fiori del nostro giardino e usarli tranquillamente per decorare una torta o fare un risotto! In alcuni casi, non tutta la parte del fiore è commestibile ma solo i petali. In altri si può consumare anche lo stelo.

La maggior parte delle persone ignora che i fiori di magnolia si possano utilizzare anche in cucina, e risultano molto buoni cucinati fritti con la pastella, come le cotolette di carne, oppure le cotolette di funghi Pleurotos o le Mazze di tamburo in salsa di nociOltre alla bellezza questi fiori forniscono effetti benefici per la nostra salute come l’ olio da essi estratto, dal caratteristico aroma. E’ questo un rimedio utile alle persone che soffrono di pressione alta; infatti, questo olio ha la caratteristica di riuscire ad abbassare la pressione, oltre a controllare il battito del cuore e donare un senso di calma. Per quanto riguarda l’industria cosmetica, invece, l’olio essenziale di magnolia si caratterizza per donare un altissimo livello di elasticità e morbidezza ad una pelle che è secca e disidratata.

Screenshot (699)

La ricetta di katia spina – Cookaround
Ingredienti per 4 persone
  • 32 petali di magnolia,
  • 4 uova,
  • pane grattugiato,
  • sale q.b.,
  • olio per friggere
Preparazione

Lavate bene i fiori ed asciugateli altrimenti anneriscono. Passateli nell’ uovo precedentemente sbattuto e salato. Passateli nel pane grattugiato. Friggeteli in abbondante olio caldo fino a doratura. Scolateli e asciugateli su carta da cucina. Regolate il sale in superficie.

Cotolette di… Fiori di Magnolia (2)    fiori magnolia cotolette    Cotolette di… Fiori di Magnolia    Cotolette di… Fiori di Magnolia (3)

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Vino
I vini da scegliere sono certamente gli spumanti: l’anidride carbonica, che origina la spuma, è ripulente del gusto così da tenere un’efficace antagonista delle preparazioni grasse e dei fritti, rendendo la portata più fresca e leggera. potremmo optare per un Franciacorta, con bollicine finissime, persistenti, e spuma ricca. Ha sentori di frutto di bosco, mentre il sapore è secco, con sensazioni di frutta e possibili note amarognole.
Come regola generale quindi se i funghi sono gli unici protagonisti del piatto, o sono accompagnati da amidi come pasta, riso, polenta e patate, il vino sarà necessariamente delicato. Se invece guarniscono cibi più saporiti, il vino da scegliere dovrà saper bilanciare la componente più saporita del piatto, ossia la carne.      everywine.biz

Fiori in cucina. Ricette con i fiori eduli

Cotolette di funghi Pleurotus

Mazze di tamburo fritte in salsa di noci

Cotolette in umido per il “pranzo della Battitura” delle famiglie di inizio ‘900

Di JLPC – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22569896 Cotolette di Fiori di Magnolia
cotolette in umido (3)

Cotolette in umido per il “pranzo della Battitura” delle famiglie di inizio ‘900

libri cucinario dei nobili

“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

Per 6 persone

Fate colla carne sei grosse bistecche¹. Tritare 200 grammi di prosciutto e unitelo a due uova e ad una cucchiaiata di formaggio pecorino.

Impanare le bistecche passandole più volte in ovo, pangrattato e nel composto suddetto.

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Friggere le cotolette in padella con grasso (strutto) bollente e riporle in un tegame con abbondanti pomidori freschi e ben maturi, tagliati a pezzi e con due bicchieri di vino nero secco. Salare e pepare e profumare di alloro e basilico che verranno tolti alla fine della cottura e lasciare insaporire il tutto per venti minuti.

Le cotolette si possono fare con carne¹ di bovino, di suino, di coniglio, di tacchino, di pollo e di anatra.

  • ¹Le Fette per cotoletta sono ricavate dalle parti meno grasse del vitello, come la fesa, la sotto fesa, il lacerto o la noce. Questi tagli di carne sono caratterizzati dalla ridottissima presenza di grasso, sempre esterno e mai interno alla fetta, e da una consistenza molto tenera.

 

Menù per PRANZO della BATTITURA DEL GRANO delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Cutlet Pork Fillet with Franch Fries on Sizzling Plate.jpg [[File:Cutlet Pork Fillet with Franch Fries on Sizzling Plate.jpg|Cutlet_Pork_Fillet_with_Franch_Fries_on_Sizzling_Plate]]
cotolette funghi mazze di tamburo

Mazze di tamburo fritte in salsa di noci

La mazza di tamburo (Macrolepiota procera) è volgarmente conosciuta anche come puppola, bubbola maggiore, ombrellone o parasole. È uno dei più vistosi, conosciuti ed apprezzati funghi commestibili. La sua tossicità da cruda, caratteristica poco nota e comune ad altre specie congeneri, è causa di non infrequenti intossicazioni (v. le note sulla commestibilità).

Una volta fritte, possiamo servire i funghi accompagnati da una deliziosa Salsa alle noci

mazze di tamburo salsa noci

Mazze di tamburo fritte, la ricetta di Paolera

Ingredienti
  • 8 funghi (quelli che ho trovato io)
  • 5 uova, un goccio di latte,
  • pane grattugiato,
  • olio extra vergine,
  • sale e pepe.

Cotolette di funghi mazze di tamburo

Preparazione

il procedimento è semplicissimo: immergerli nell’uovo sbattuto al quale ho aggiunto un goccio di latte e un pizzico di sale per renderlo più fluido..

Cotolette di funghi (2)Cotolette di funghi (3).Cotolette di funghi (4)

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.e passarli nel pane grattugiato che ho fatto frullando grossolanamente del pane secco integrale con del pane secco normale.

Cotolette di funghi (5)Cotolette di funghi (6)funghi .

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Ecco la pila pronta per la frittura in una capiente teglia aspettiamo che l’olio diventi molto caldo.. e incominciamo.. rigiriamoli…eccoli pronti..vi consiglio di mangiarli caldi.

Vino
I vini da scegliere sono certamente gli spumanti: l’anidride carbonica, che origina la spuma, è ripulente del gusto così da tenere un’efficace antagonista delle preparazioni grasse e dei fritti, rendendo la portata più fresca e leggera. potremmo optare per un Franciacorta, con bollicine finissime, persistenti, e spuma ricca. Ha sentori di frutto di bosco, mentre il sapore è secco, con sensazioni di frutta e possibili note amarognole.
Come regola generale quindi se i funghi sono gli unici protagonisti del piatto, o sono accompagnati da amidi come pasta, riso, polenta e patate, il vino sarà necessariamente delicato. Se invece guarniscono cibi più saporiti, il vino da scegliere dovrà saper bilanciare la componente più saporita del piatto, ossia la carne. everywine.biz

Salsa ligure di noci

Cotolette di funghi Pleurotus

[[File:Parasol mit Pilzsauce.jpg|thumb|Parasol mit Pilzsauce]]Mazze di tamburo in salsa di noci
fegato asparagi Steak_and_asparagus_-_Massachusetts

Fegato con asparagi all’aceto di mele

Ricicliamo gli avanzi

Ecco cosa potete fare dei gambi di asparagi  rimasti da una preparazione dove avete utilizzato solo le punte:

Ingredienti per 4 persone
  • 600 gr. di fegato di vitello a fettine sottili,
  • 500 gr. di asparagi,
  • 1 cipolla piccola,
  • una manciata di prezzemolo,
  • 2 cucchiai di aceto di mele,
  • burro,
  • pangrattato,
  • sale e pepe.
Preparazione

L’intingolo di asparagi:
Lavate bene gli asparagi e spezzateli al limite della parte verde con quella bianca, in modo da essere sicuri di avere solamente la parte commestibile: è meglio spezzare i gambi, perchè tagliandoli non si può avere la certezza di scartare tutta la parte più dura.
Tagliate a pezzetti i gambi di asparagi già cotti; tagliate a fettine la cipolla e tritate il prezzemolo.
In un coccio fate fondere un po’ di burro su fiamma dolce, quindi mettete a rosolare la cipolla con il prezzemolo. Versate l’aceto, mescolate e fatelo sfumare. Unite i pezzetti di asparagi, mescolate delicatamente e fate insaporire. Spegnete il fuoco, ma tenente in caldo.

Impanate le fettine di fegato premendo con il palmo della mano, perchè il pangrattato aderisca bene. Nella padella fate sciogliere e schiumare il burro su fiamma vivace. Quando la schiuma comincia a sciogliersi,, adagiate in padella le fettine di fegato (se non avete una padella così grande da accoglierle tutte dovrete cuocerle in 2 riprese). Cuocete a fuoco vivace per 5 minuti circa, girando una sola volta. Servite le fettine in un piatto di portata dove avrete accomodato anche gli asparagi all’aceto di mele.

Potete servire il fegato a striscioline croccanti:

  • adagiate in padella le fettine di fegato impanate. Cuocetele a fuoco vivace per 5 minuti circa, girando una sola volta. Tagliate le fette in striscioline prima di passarle nel piatto di portata.
 Vino

Abbinare un vino in una ricetta dove è presente l’aceto è sempre un problema, si può accostare ad un vino bianco leggero. Soave, Vermentino, Verdicchio, Pinot

Fegato alla contadina con cipolle rosse

Fegato di maiale (nella sua rete) alla maniera di Petronilla

[[File:Steak and asparagus – Massachusetts.jpg|Steak_and_asparagus_-_Massachusetts]]
battitura pranzo Ralph_Hedley_-_The_Threshing_Floor_-_1898

Menù per PRANZO della BATTITURA DEL GRANO delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Ralph Hedley – The Threshing Floor, Battitura manuale del grano – 1898

Folklore Romagnolo: I momenti principali dell’anno erano scanditi da usanze molto sentite dal popolo

La trebbiatura è l’attività conclusiva del raccolto consistente nella separazione della granella del frumento e degli altri cereali dalla paglia e dalla pula.  Si chiamava battitura l’operazione che, prima dell’avvento delle trebbiatrici, consisteva nel concentrare sull’aia tutti i covoni di grano posseduti, spesso venivano ammucchiati tipo una casa che in gergo si chiamava “barca di grano” che poteva essere tanto grande da richiedere un’intera giornata per essere trebbiata. I contadini percuotevano i covoni e i battitori con il correggiato, terminavano il lavoro; Il correggiato consisteva in due aste di legno, una più lunga (manfanile) e una più corta (calocchia), collegate da corregge. L’attrezzo veniva impugnato per l’asta lunga, mentre la corta oscillava dal lato opposto all’impugnatura: battuta sulle spighe stese sull’aia distaccava il grano dalla pula.
La battitura terminava per S. Lorenzo (10 agosto). Spesso il lavoro era accompagnato da canti popolari, appresi e tramandati oralmente. Finito il lavoro, la sera si faceva grande festa.

Le fasi della trebbiatura possono essere riassunte in:
  1. Battitura della fascina di grano;
  2. Separazione della paglia dalla granella tramite la ventilazione e scuotitura della paglia;
  3. Concia del grano:
  4. Raccolta del grano nel contenitore in legno posizionato nella parte anteriore bassa. Wikipedia 
 “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”

Menù

Minestre
Spaghetti asciutti o Tagliatelle asciutte o maccheroni asciutti o riso asciutto
Pietanza nel Ravennate
Pollo alla cacciatora con piselli freschi o patate in umido
Pietanza nel Forlivese
Cotolette in umido con piselli freschi o con patate in umido
Formaggi di Romagna Ricotta e di vacca
Frutta di stagione
Dolce
Ciambella

Tagliatelle verdi asciutte
Si lavorano come le altre tagliatelle ed hanno solamente in più l’impasto di spinaci, o erbette, lessati, ben strizzati e finemente tritati che danno alla pasta un colore verde da cui prendono il nome.

Pollo alla cacciatora alla romagnola
Per questa ricetta semplice e di famiglia, tagliate a pezzi piuttosto piccoli 1 pollo ben pulito e lavato. Fatelo soffriggere in mezzo bicchiere di olio e in 1 noce di burro, 100 gr. di prosciutto grasso e magro a pezzettini. Quando il soffritto […]

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Pollo alla cacciatora alla romagnola

 

 

 

 

Cotolette in umido
Le cotolette si possono fare con carne di bovino, di suino, di coniglio, di tacchino, di pollo e di anatra.

Patate stufate
il contorno classico del pollo alla cacciatora o dell’agnello.

Ciambella
E’ Zamblôn, la ciambella è, con la Sòpa inglesa (zuppa inglese), il dolce più comune gradito in Romagna.

cotolette in umido (3)

stufato patate-umido cacciatoraciambella romagnola forlì

 

 

 

libri cucinario dei nobili

“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

Menù per il PRANZO della VENDEMMIA delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Menù per il PRANZO della GRAMOLATURA DELLA CANAPA in autunno

Pranzo e Cena per il GIORNO DEI SANTI delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Menù per PRANZO della BATTITURA DEL GRANO Di Ralph Hedley – https://twitter.com/VictorianWeb/status/906261779138973697, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=62403198

Cotoletta_alla_milanese

Cotoletta alla milanese della Petronilla

«Voi, donne milanesi, sorridete certo di compatimento vedendo che oggi io mi accingo a parlare delle nostre comunissime cotolette; ma sorriderete anche con un po’ di compiacimento quando vi avrò detto che parecchie donne d’italia, e d’Europa, e fin anco di… più in là, m’hanno pregata di parlare di questo piatto ch’è una delle specialità della grassa Milano.

Bisogna dunque accontentarli quei mariti, nostri concittadini, che son sparsi per il vasto mondo; e far pure contente le loro brave mogli, e mogli veramente buone, se si mostrano tanto vogliose di soddisfare il milanese appetito maritale?

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Ma… ben ricordino le donne non lombarde, che solo potendo disporre di burro fresco e fatto con la panna (come il burro che si fabbrica nelle nostre cascine della “bassa”) che solo potendo, insomma, disporre di burro sopraffino, si possono preparare le croccanti cotolette alla milanese.

Se è dunque facile avere un tale burro, e se si vuol fare al caro marito la più gradita delle sorprese, bisogna comperare o tante cotolette, quanti si è in famiglia (e cotolette una con il relativo osso ed una senza l’osso) o un bel pezzo di polpa di vitello; tagliarla in larghe fette alte circa 1 cm. e batterle a una a una con la costa del coltello.

In una scodella bisogna poscia sbattere, con la forchetta, una o due uova intere; aggiungere un pizzico di sale; preparare su di un piatto pane secco, grattugiato e passato per un setaccio a maglia tanto stretta che quella polvere appaia quasi una soffice farina; immergere ogni fetta nell’uovo sbattuto; passarla nel pane trito, e ripetere, per una seconda volta, questa breve operazione.

In un grande tegame, bisogna mettere, infine, un bel pezzo di burro, senza badare alla domestica economia; porre al fuoco poco prima che la zuppiera della minestra venga porta al desco ed allorché il burro, finita la sua bella schiuma, avrà preso un bel colore lievemente scuro, bisognerà friggervi le cotolette (non più di una o due alla volta per non raffreddare il burro) rivoltandole e muovendole spesso perchè non si attacchino al fondo del tegame.

Di mano in mano che appariranno ben ricotte bisognerà salarle; metterle, l’una sull’altra sovrapposte, al margine del tegame perchè si mantengano calde; cucinare le altre; e infine, tutte ricoperte del loro burro, servirle con spicchi di limone e ciuffetti di verde prezzemolo, disposti ai due estremi del piatto di portata.

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Vi assicuro, o care mogli non di Milano, che se i vostri milanesissimi mariti si vedranno porgere questo piatto insieme ad uno d’insalata fresca, e tanto più se preceduto da un piatto di quel sopraffino risotto milanese che vi ho già insegnato a pag, 32, penseranno che quando si hanno mogli, quali voi siete, accorte, si può non dare ascolto al vecchio detto: «moglie e buoi,,, dei paesi tuoi» !.

Ricette di Petronilla 1938
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/34/Cotoletta_alla_milanese_in_milano.jpg

Cotoletta alla milanese con l’osso

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Petronilla: Risotto alla milanese e…

Cotolette in umido per il “pranzo della Battitura” delle famiglie di inizio ‘900

I classici: Bistecca, ma diversa. Le Côtelettes Pojarski che ispirarono Puškin

Cotolette di… Fiori di Magnolia

Ma questa sarà una cotoletta alla Valdostana o un Cordon bleu?

Cotoletta alla milanese.jpgDi Vaselineeeeeeee – Cotoletta alla milanese taken at Peck in Milano., CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89040121
Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain

Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain. Ma cosa sono gli epigrammi?

La parola “Epigrammi” usata al plurale indica una classica preparazione della cucina francese diffusasi in tutto il mondo. Termine già noto nel ‘600 (di epigrammi parla la Varenne), del quale non si hanno notizie certe di come sia arrivato alla gastronomia dalla letteratura (l’epigramma è un brevissimo componimento poetico di solito satirico). Oggi, queste preparazioni consistono nel matrimonio di cotolette d’agnello e fettine di petto d’agnello lessato o brasato, passate nell’uovo per essere impanate e fritte. [continua]

Epigrammi di agnello Saint-Germain alla moda di Escoffier

«Ingredienti per 6 persone. Scegliere sempre dell’agnello grasso e bianco, tagliare il petto del carré e farlo brasare o cuocere nel brodo.

Quando i petti sono cotti, scolarli, deporli in un vassoio e disossarli; salare leggermente e mettere sotto un peso; lasciar raffreddare, tagliare a forma di bocconcini; mascherare appena di Salsa bechamel; passare nell’uovo sbattuto, poi nella mollica di pane appena preparata e far dorare sui due lati nel burro chiarificato. A parte, tagliare in costolette i carré di 2 petti, condirli e farli saltare nel burro.

Sciogliere il fondo della casseruola con qualche cucchiaio di buon fondo di vitello arricchito da 2 cucchiai di glassa di carne e da qualche ricciolo di burro fresco, con l’aggiunta di poche gocce di succo di limone. Servire questa salsa a parte in una salsiera. disporre i bocconcini in un piatto tondo intercalando i pezzi di petto e le costolette.

Contorni idonei: punte di asparagi, piselli, fave d’orto, cetrioli cremolati, macedonia di legumi e purè vari»

A. Escoffier- Il grande libro della cucina francese

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   Epigrammi di agnello Saint-Germain

agnello epigrammi escoffier

 Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 1,500 kg. di agnello con osso (spalla, petto),
  • 1 costola di sedano,
  • 1 carota,
  • 1 cipolla,
  • 50 gr. di farina,
  • 2 tuorli d’uovo sbattuti,
  • pane grattugiato per impanare,
  • 100 gr. di burro,
  • 2 foglie di salvia,
  • sale e pepe nero appena macinato.
Attrezzatura

Un tovagliolo; un po’ di spago sottile; una padella per fritti; carta da cucina assorbente.

Tempo di preparazione: 45 minuti – Tempo di riposo: 2 ore – Tempo di cottura: 3 ore.
Preparazione

Ponete in una pentola la carne con poca acqua bollente, unite le verdure, il sale e fate cuocere, a fuoco moderato per circa due ore e mezzo, fino a che la carne sarà quasi spappolata. Scolate e disossate la carne quando è ancora calda e sistematela su un tovagliolo pulito che arrotolerete a forma di salsicciotto legandone strettamente le due estremità con lo spago.

Ponete il salsicciotto appena preparato sotto un peso in modo da comprimere bene la carne e lasciatelo così per circa due ore. Slegate quindi il tovagliolo e tagliate la carne a fette piuttosto spesse. Infarinatele e passatele prima nei tuorli d’uovo sbattuti e poi nel pane grattugiato.

Fate sciogliere nella padella il burro con la salvia e, quando sarà ben caldo, fatevi dorare uniformemente le fette di carne da ambo le parti; passatele quindi nella carta assorbente, salatele, pepatele e servitele subito ben calde.
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  • Questi epigrammi sono ottimi serviti con purea di piselli al burro.
  • La ricetta può essere semplificata tagliando semplicemente la carne d’agnello, cruda, a medaglioni piccoli e facendoli saltare nel burro.
Vino

Sangiovese di Romagna servito a 18°C, Barbacarlo (Oltrepò Pavese (Lombardia) servito a 18°C, Chianti dei Colli Senesi (Toscana) servito a 18°C.

La mia cucina pratica 1988

 

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

Salsa alla menta della Petronilla

La salsa al rafano

Salsa Villeroy per le costolette di agnello alla Escoffier

By Paul Lowry – Flickr: Platter of Lamb Fries, CC BY 2.0, Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain
costolette agnello romagnola

La ricetta in dialetto dell’ Agnello alla romagnola

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Cutulèt d’agnel freti – Costolette di agnello fritte

 Ingredienti: 3-4 costolette per persona

agnello, farina, uova, pangrattato, olio, sale, spicchi di limone.

 Preparazione
(traduzione)

Per questa appetitosa specialità romagnola occorrono 3/4 costolette di agnello a testa, ben schiacciate e salate. Infarinatele, passatele nell’uovo sbattuto e infine rigiratele bene nel pangrattato. Friggetele, poco alla volta, in abbondante olio bollente. Servitele ancora bollenti con spicchi di limone.

libri

La ricetta in dialetto romagnolo da “Romagna in cucina”
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Agnël ala rumagnôla
Per 6 persone, tagliate a pezzi un chilo di agnello. Fate soffriggere in mezzo bicchiere d’olio e in una noce di burro due o tre spicchi d’aglio. Eliminate l’aglio quando sarà dorato e aggiungete una cipolla affettata e 100 g di grasso e di magro tritato. Fate soffriggere e unite l’agnello. Lasciate rosolare per circa 10 minuti, quindi bagnate con un bicchiere di vino rosso che farete evaporare lentamente. Aggiungete a metà cottura circa, 300 g di pomodori spezzettate, spellati e privati dei semi, sale, una macinatina di pepe e un bel mazzo di prezzemolo tritato. Fate cuocere l’agnello ancora per un’ora circa, mescolando saltuariamente. Servite questo piatto molto caldo.
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agnello in umido
Crumbed Cutlets (cropped).jpg[[File:Crumbed Cutlets (cropped).jpg|Crumbed_Cutlets_(cropped)]]
[[File:Armenian Lamb Stew (4568014155).jpg|Armenian_Lamb_Stew_(4568014155)]] Armenian Lamb Stew (4568014155).jpg