Fagiano arrosto da Almanacco della cucina del 1935

Fagiano arrosto, una ricetta tratta dall’Almanacco della cucina del 1935

Half pheasant with trimmings (somewhat hidden in this photo), part of the Christmas menu. Mezzo fagiano con decorazioni (abbastanza nascoste nella foto)

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  1. Frollatura e marinatura della selvaggina prima della cottura
  2. Come preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

Spennate, abbrustolite e vuotate un giovane fagiano.

Lavate l’interno con del buon vino bianco e riempitelo con una fàrcia composta da lardo e tartufi triturati intrisi con un bicchierino di cognac. Cucite l’apertura e cospargete leggermente l’esterno con sale e pepe. Avvolgete il vostro fagiano con delle sottili fette di pancetta di lardo e legate onde non abbiano a sfuggire.

Ponete al fuoco una casseruola con un bel pezzo di burro. Allorchè sarà spumeggiante mettetevi il vostro fagiano e a fuoco vivo, sempre rivoltando, fate prendere colore.

Quando la carne sarà uniformemente dorata mettete la casseruola al forno e lasciate cucinare a fuoco regolare per almeno due ore. Sorvegliate di tanto in tanto e bagnate all’occorrenza con qualche cucchiaiata di brodo e con qualche goccia di cognac.

Quando il fagiano sarà cotto levatelo dalla casseruola, slegatelo e togliete le fette di lardo. Mandatelo in tavola circondato da mazzetti di crescione fresco.

almanacco cucina
 Fagiano arrosto da Almanacco della cucina del 1935
 https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/80/Gunmakers%2C_Clerkenwell%2C_London_%286504846985%29.jpg
Come preparare le Fragole dall'Almanacco del 1935

Come preparare le Fragole dall’Almanacco del 1935

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Fragole al sugo di limone
Prendete mezzo chilo di fragole e dopo averle ben nettate e private dei gambi, lavatele con del vino bianco secco. Dopo averle sgocciolate per bene ponetele entro una coppa di cristallo e cospargete abbondantemente con zucchero in polvere. Spremetevi il sugo di due limoni, mescolate e lasciate macerare le vostre fragole, così confezionate, per un paio d’ore.

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Fragole e lamponi alla panna
Mondate e lavate con acqua fresca 200 gr. di belle fragole di bosco e 200 gr. di lamponi maturi. Cospargete con abbondante zucchero in polvere, indi versate 4 belle cucchiaiate di rhum. Mescolate leggermente e fate intridere bene lamponi e fragole di condimento. Amalgamate tutto con sette od otto cucchiaiate di panna montata e, dopo avere lasciato riposare per un paio d’ore sul ghiaccio, servite ben freddo. Non è molto rinvalsa nell’uso la consuetudine di condire, come sopra descritto, lamponi e fragole. Così confezionato, il piatto è veramente eccellente, sia per il profumo delicatissimo delle frutta, sia per il sapore squisito da esse acquistato nella macerazione fredda.

Fragole in soufflè
Occorrente per 4 persone
gr. 400 di fragole, gr. 150 di zucchero, vino bianco, savoiardi, gr. 400 di panna montata.
Mettete in una insalatiera le fragole ben lavate nel vino, con lo zucchero. Mescolate e mettete in fresco per qualche ora. Tappezzate uno stampo liscio, da sformati, con i savoiardi inzuppati nel vino. Collocate sul fondo dello stampo uno strato di fragole, poi uno strato di panna montata fino ad esaurire questi ingredienti. Coprite con un altro strato di savoiardi sempre inzuppati nel vino. Mettete al fresco e dopo qualche tempo sformate e servite.
Tempo 20′ + qualche ora di macerazione. Calorie 750. Difficoltà 2.

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Come preparare le Fragole dall’Almanacco del 1935
Frittura salata di fiori di zucca o acacia

Frittura salata di fiori di zucca (o di fiori di acacia), ricetta dall’ Almanacco della Cucina del 1935

I fiori li ho serviti nei “cuppetielli”, ossia in pezzi di carta avvolti a forma di tronco di cono, usati a Napoli come contenitori street-food.

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«Prendete dei bei fiori di zucca freschissimi ma chiusi; spuntateli, estraetene con cura i filamenti e togliete loro il gambo. Preparate a parte una pastella stemperando due cucchiate di farina bianca in due mestoli di latte. Unitevi un tuorlo d’uovo, mescolate e terminate con l’aggiungervi il bianco sbattuto a neve.
Lavate abbondantemente i vostri fiori di zucca, sgocciolateli per bene e, dopo averli leggermente cosparsi di sale fine, intrideteli nella pastella suddetta. Friggeteli in una padella dove avrete preparato abbondante olio caldo. Quando la frittura avrà assunto una bella tinta dorata da tutti i lati levatela dal fuoco, sgocciolatela sopra una carta assorbente e servitela molto calda.»
Almanacco della Cucina del 1935

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Vino
Vino rosso novello, servito a temperatura di cantina, ma anche un Trebbiano non è male.
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Con questa ricetta si possono preparare anche i grappoli di fiori di acacia, per i quali non occore nessuna manipolazione.

I fiori saranno croccanti se la cottura sarà veloce: quindi molto olio di semi e caldissimo in una padella profonda tipo wok. Immergerli il tempo che occorre per dorare, non di più altrimenti, assorbendo l’olio, si ammorbidiscono. Passarli più volte nella carta assorbente asciutta, meglio se nella carta gialla (carta paglia). *Una volta aperti per la rimozione del pistillo, si può inserire al loro interno un po’ di mozzarella e mezza acciuga, oppure scamorza e prosciutto, per renderli ancora più saporiti. Raccoglierli (possibilmente col “ragno”) e scuotere perchè rilascino più olio possible.

Esistono due tipi di fiori di zucca: quelli maschili, caratterizzati da peduncolo lungo e sottile e quelli femminili, più piccoli, che crescono direttamente sulla punta dello zucchino. I migliori per l’uso sono i maschili che sono più grandi.

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Frittura salata di fiori di zucca o acacia
 
MESI secondo ALMANACCO DELLA CUCINA anno 1935

I MESI secondo l’ ALMANACCO DELLA CUCINA “L’amico della massaia” anno 1935

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Consigli per la massaia

Come mantenere fresca la pasticceria
Se volete mantenere fresca la pasticceria conservatela in una scatola di latta avente una buona chiusura. In detta scatola ponente delle fette di mela o di patata cruda.

Come conservare a lungo i limoni
Per conservare a lungo i limoni bisogna stenderli sopra un reticolato di filo di ferro posto in un luogo fresco e asciutto. In tal modo l’aria potrà circolare liberamente, permettendo una lunga conservazione.

Come impiegare meno zucchero nella cottura delle frutta
Per impiegare meno zucchero nella cottura delle frutta bisogna aggiungervi una presina di sale.

Come verificare se il caffè è adulterato
Se volete verificare se il caffè è adulterato, dovete lasciarne cadere qualche chicco in un bicchiere d’acqua. Se il caffè è puro resterà lungamente a galla, mentre se adulterato andrà subito a fondo.

Come togliere il gelo alle patate
Sbucciate le patate che hanno sofferto il gelo, immergetele in acqua lasciandovele per un’intera giornata, avendo cura di cambiare l’acqua ogni cinque ore.

Clicca sulle immagini per vederle ingrandite

 gennaiofebbraiomarzoaprile.

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.Zuppa di porri
Mondate e lavate 200 gr. di porri tagliati a strisce e poneteli in una casseruola dove avrete preparato un grosso pezzo di burro spumeggiante. Aggiungetevi due carote e due patate sbucciate e tagliate a pezzi, indi mescolate per fare intridere le verdure di condimento. Quando queste cominceranno a prendere colore, bagnate con due litri di buon brodo bollente, coprite la casseruola e lasciate cucinare a fuoco lento per un’ora circa. Verificate la cottura e la densità della zuppa che verserete nella zuppiera, dove avrete posto dei crostini di pane fritti nel burro. Servite dopo avere cosparso la vostra zuppa con abbondante parmigiano grattugiato.

Per pulire le tele cerate
Non servitevi mai né di spazzola né di sapone. Dopo aver diligentemente strofinate con una pezzuola imbevuta di acqua e latte in parti uguali risciacquateli con acqua fresca, indi asciugatele con forza con una grande flanella asciutta.

Per rimettere a nuovo un pavimento di linoleum
Fate sciogliere a bagnomaria in un capace recipiente mezzo chilo di paraffina e quando questa sarà ben fusa levate dal fuoco e mescolate in mezzo litro di olio essenziale di trementina. Mescolate per bene con una spatola
di legno e lasciate raffreddare un pochino ma non completamente. Stendete la pastella ottenuta sul linoleum precedentemente lavato e diligentemente asciugato. Dopo una giornata sfregate energicamente con una pezzuola di di lana.

Come pulire la cucina a gas
Per pulire convenientemente la cucina a gas strofinate le parti in ferro smaltato con una pezzuola imbevuta di acquaragia che scioglierà immediatamente ogni traccia di grasso. Dopo avere lavato le parti in ghisa con acqua bollente e soda asciugatele per bene, indi strofinatele con della sabbia umida, terminati applicando un miscuglio di olio di lino e più pagine.

Come levare le macchie di olio e di inchiostro sui pavimenti di legno
Se volete togliere le macchie di olio dai pavimenti di legno strofinatele con un pannolino imbevuto di acquaragia, lavate con acqua calda e sapone; risciacquate ed asciugate con cura. Per pulire per le macchie di inchiostro invece, adoperate dell’alcool a 90°.

maggiogiugnoluglioagosto.

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Del pesce lesso
Il modo più semplice e più comune di cucinare il pesce è quello di lessarlo. Così si consiglia per i pesci più fini come il dentice, l’ombrino, la spigola, la cernia, il pagello. Il pesce a taglio va immerso in acqua bollente, mentre il pesce intero va trattato con acqua fredda al lento riscaldamento. In tal modo si eviteranno brusche contrazioni e di conseguenza deformazioni e rotture. L’acqua deve essere salata con l’aggiunta di erbe aromatiche come sedano, prezzemolo, qualche fettina di cipolla, qualche grano di pepe, una foglioline di lauro e una fettina di limone. L’ebollizione non deve mai essere tumultuosa e di durata eccessiva. Per un pesce grosso, una mezz’ora è sufficiente per la cottura dimostrata dagli occhi uscenti dall’orbita. Prima di toglierlo dal recipiente conviene lasciarlo raffreddare un pochino allo scopo di permettere alle sue carni di acquistare una maggiore consistenza. Molti indicato e l’uso della pesciaiuola, recipiente metallico di forma allungata munito di fondo mobile sul quale il pesce riposa. Si può così sollevarlo, dopo cotto, evitando qualsiasi rottura. Il pesce lesso si mangia di preferenza freddo condito con olio, sale, e spruzzato con alcune gocce di succo di limone.
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settembreottobrenovembredicembre.
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Come evitare in cucina gli odori cattivi

Sono davvero molte le piccole precauzioni che l’accorta massaia dovrà prendere per evitare lo spandersi, tanto sovente purtroppo, di cattivi odori in cucina. Con un poco d’accortezza essa potrà riparare immediatamente gli eventuali disastri e, seguendo le regole sotto elencate, non potrà fare a meno di constatare l’efficacia dei nostri consigli.

Infatti basterà spargere un po’ di sale sul latte traboccato nella bollitura per arrestare il cattivo odore emanato. La medesima pratica usata per il sugo o per il brodo traboccato darà pure buon successo.

Per rendere inodore il grasso e l’olio spruzzato sul fornello si dovrà immediatamente pulirlo con carta di giornale, mentre un piccolo recipiente contenente dell’aceto e posto vicino ai fornelli stessi, assorbirà gran parte degli eventuali odori emanati.

Per cucinare i cavolfiori, evitando odori sgradevoli, dovrete mettere nell’acqua della bollitura dei pezzetti di pane e, per non lasciar bruciare le minestre ristrette o le dense salse, il che produce, come ben si sa, un odore molto antipatico, dovrete introdurre nella casseruola una piccola palla di vetro che non dimenticherete di levare prima di servire.
Qualità  deodoranti molto spiccate possiede il limone. Infatti alcune fette di esso, aggiunte nell’acqua dove si lavano i piatti, renderanno l’acqua morbida ed elimineranno gli odori dai recipienti in essa lavati.
L’odore sgradevole di cui s’impregnano le mani nella preparazione del pesce, scompare pulendole col fondo di caffè.

Se i cattivi odori hanno già invaso la casa bisognerà mettere negli ambienti che si vogliono deodorare un recipiente con dell’ acqua contenente alcune gocce di lavanda.

Anche l’odore del fumo può essere eliminato senza spalancare le finestre e senza raffreddare i locali. Basterà porre negli ambienti una bacinella contenente dell’acqua fresca.

MENÚ
Galateo: L’arte di comporre un Menù

Natale

NEL MONDO

Santo Stefano

Capodanno

Epifania
Breve viaggio tra i dolci dell’Epifania nel mondo

MESI secondo ALMANACCO DELLA CUCINA anno 1935
Pranzo Epifania Almanacco della Cucina 1935

Pranzo d’Epifania da Almanacco della Cucina del 1935

Minestra di brodo reale

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Menù
Paté di fegato con Canapè di acciughe e di caviale
Minestra di brodo reale
Branzino a “court bouillon”
Salsa “mayonnaise”
Medaglioni di vitello al forno
con patate fritte
Sformato di cavolfiore
Arance al maraschino
Budino freddo di ananas

Paté di fegato
Ponete al fuoco una padella con 2 etti e mezzo di fegato di vitello affettato, 1 noce di burro, una foglia di lauro e una cipolletta isteccata con due chiodi di garofano. Salate, pepate e fate cucinare a fuoco regolare rivoltando di tanto in tanto. A metà cottura unite un etto di fegato di pollo e un etto di filone di vitello entrambi tagliati a fette. Mescolate e quando tutto sarà quasi cotto, bagnate conmezzo bicchiere di marsala. Fate assorbire, indi levate dal fuoco e tritate tutto con la mezzaluna assieme a mezzo etto di prosciutto cotto e ad un etto di fesa che avrete cucinato allesso per non meno di cinque o sei ore. Passate ancora detto composto attraverso uno staccio ed aiutatevi in tale operazione bagnando di tanto in tanto col brodo della fesa lessata. Lavorate il paté con un cucchiaio di legno e per far sì che risulti ben morbido, unitevi un etto di burro a pezzi. Mettete la purée ottenuta in uno stampo e comprimetela bene affinchè non vi siano dei vuoti. Ponete lo stampo sul ghiaccio e fate gelare per qualche ora. Servite il paté assieme ai seguenti

Canapé di acciughe e di caviale
I canapè sono delle fettine di mollica di pane talgiate allo spessore di mezzo centimetro circa, abbrustolite e spalmate di burri composti. Procuratevi l’apposito pane rettangolare, tagliatelo come sopra indicato, indi fatelo abbrustolire al forno. Quando le fettine saranno raffreddate cospargetele con un composto che a parte avrete preparato così: prendete delle belle acciughe, togliete loro la spina e le lische, lavatele abbondantemente e, dopo averle passate finemente sotto la mezzaluna, unitevi del burro in quantità proporzionata. Amalgamate bene indi stendete sul pane. Avrete cosìconfezionato i canapé di acciughe. Per quelli di caviale dovete regolarvi così: prendete del burro e del caviale in pari proporzioni, mescolate amalgamando bene il composto e stendetelo sulle fettine di pane.

Minestra di brodo reale
Mettete al fuoco una pentola con una fetta di manzo del peso di circa 7 etti, una bella gallina pulita a dovere, un garretto di vitello e acqua quanto basta e coprite le carni. Salate, unite una cipollina, due carote, una gambetta di sedano ed un pizzico di prezzemolo. Fate bollire, indi abbassate il fuoco e lasciate cucinare dolcemente per non meno di cinque o sei ore. Se il brodo si restringesse eccessivamente, unite, di tanto in tanto, dell’acqua calda. Trascorso tale tempo, levate le carni, sgrassate, passate allo staccio e versate caldo nella zuppiera dove avrete a parte confezionato così:
Prendete dei tuorli d’uovo calcolandone uno per persona, diluiteli con poco brodo e conditeli con sale, pepe e con un pizzico di noce moscata. Riempite con ciò dei piccoli vasetti da crema e fate rapprendere a bagnomaria. Quando la crema così ottenuta sarà ben densa, levate dal fuoco, lasciate raffreddare e tagliate a dadolini. Questa vostra minestra di brodo reale sarà certamente degna di portare tale nome. Servitela accompagnandola con parmigiano grattugiato.

Branzino a court bouillon
Mettete sul fuoco la pesciaiuola con due terzi d’acqua, un terzo di vino bianco e qualche cucchiaiata di aceto. Unite una cipolletta, una carota, un gambetto di sedano, due foglioline di lauro, qualche ramoscello di prezzemolo e un pizzico di sale. Fate riscaldare e, prima che s’inizi il bollore, adagiate un bel branzino del peso di mezzo chilo circa convenientemeno pulito. Fate bollire pe qualche istante a fuoco vivo, indi abbassate il fuoco e lasciate terminare la cottura entro dieci minuti circa. Prima di levare il pesce dalla pesciaiuola, fatelo raffreddare nel suo brodo,dopo di che lo potrete adagiare sopra un piatto bislungo per servirlo in tavola con la seguente salsa

Salsa “Mayonnaise”
Mettete in una grande scodella, passata sotto l’acqua fresca senza poi averla asciugata, due tuorli d’uovo da cui avrete tolto con germe.Salate, pepate, indi sbattete girando con un cucchiaino sempre nello stesso senso. Quando le uova cominceranno ad essere legate, aggiungete dell’olio d’oliva finissimo. Da principio goccia a goccia, poscia a filo sino ad ottenere la consistenza desiderata. Quella cioè di una bella densa crema. Se credete potete anche incorporare mezzo cucchiaio di senape inglese. La salsa mayonnaise è ottima per accompagnare le insalate, i polli arrosto, ilegumi cotti ed i pesci.

Medaglioni di vitello al forno
Prendete 3 etti di tenera fesa di vitello tagliata a fettine che, dopo avere spalmato di burro da entrambi i lati, cucinerete per dieci minuti nella gratella voltandole rapidamente da ogni lato. Salate e pepate.
Preparate a parte una pastellacon 3 tuorli d’uovo, tre cucchiaiate di farina bianca e tre cucchiai di burro fuso. Il tutto bene amalgamato e convenientemente salato. Prendete una teglia da forno unta di burro, stendetevi i medaglioni di vitello e coprite con la pastella sopra descritta. Mettete al forno precedentemente riscaldato e fare prendere una bella tinta dorata. Servite con patate fritte.

Patate fritte
Prendete delle belle patate e sceglietele non troppo grosse. Mondatele e tagliatele in quarti che asciugherete con una pezzuola. Mettetele tosto in una padella dove avrete preparato una grande quantità di grasso oppure di olio bollente. Rivoltate continuamente le patate con la schiumarola per evitare che abbiano ad attaccarsi. Quando avranno assunto una bella tinta dorata, levatele dalla padella, lasciatele sgocciolare, cospargetele disale fine e servite.

Sformato di cavolfiore
Scegliete un bel cavolfiore, molto bianco che abbia la fioritura molto compatta. Staccatene le ramificazioni come tanti mazzettini, e, dopo aver mondato della leggera peluria che li riveste i gambi, gettate i mazzettini nell’acqua bollente e salata e fate cucinare per non più di di dieci minuti. Levate dal fuoco e fate scocciolare. Fate lessare pure due patate farinose; cotte che siano, passate tutto attraverso lo schiacciapatate. Mettete la pureé ottenuta in una terrina, indi unite due uova intere, una bella cucchiaiata di parmigiano grattugiato ed un pizzico di noce moscata. Mescolate bene il composto con un cucchiaio di legno e ponetelo in uno stampo da budino unto di burro sul quale avrete cosparso uno strato di pane grattugiato. Fate cucinare la pureé così confezionata a bagnomaria per una ventina di minuti; rovesciate il budino su di un piatto e servite caldo.

Arance al maraschino
Prendete sei belle arance e sceglietele di quella qualità che hanno la scorza molto sottile. Dopo averle diligentemente lavate, asciugatele con cura con una pezzuola pulita; tagliatele quindi a dischi dello spessore di mezzo centimetro circa ( togliendo il primo e l’ultimo disco che risulterà esclusivamente di scorza). Ponete tutto entro una grande coppa di cristallo e spolverizzate con quattro cucchiaiate di maraschino di buona marca. Lasciate riposare qualche ora possibilmente nel ghiaccio. In mancanza di quest’ultimo in un luogo fresco e non dimenticate di tenere coperta la coppa onde non far perdere il delicato profumo alla vivanda.Budino freddo di ananas
Tagliate a pezzi la polpa di un ananas avendo cura di mettere a parte in una terrina il sugo. Mettete l’ananas in una casseruola assieme a 200 gr. di zucchero, un bicchiere d’acqua ed al sugo. Lasciate bollire per dieci minuti, levate dal fuoco e fate raffreddare. Preparate a parte cinque uova intere, più un rosso, ben battute; aggiungetele al composto della casseruola al quale unirete pure il sugo di mezzo limone ed n bicchierino di kummel. Mescolate tutto. Fate fondere in un pentolino un po’ di zucchero con poca acqua e foderatene uno stampo che riempirete con il composto sopra descritto. Fate cucinare a bagnomaria per mezz’ora circa, levate dal fuoco, lasciate raffreddare, rovesciate lo stampo sopra un piatto e servite.

Pranzo Epifania Almanacco della Cucina 1935
Pranzo di Natale Almanacco anno 1935

Pranzo di Natale da Almanacco dell’ anno 1935

Menù

“Paté” di fegato
Cappelletti in brodo
Trota in bianco
Zampone di maiale con spinaci saporiti
Tacchino arrosto con tartufi
Asparagi al burro
Frutta fresca e secca
Panettone alla Milanese
Crema gelata alle mandorle

“Paté” di fegato
Mettete entro un tegamino un bel fegato d’oca e due fegati di pollo. Tutto tagliato a fettine. Unite un bel pezzo di burro, condite con sale e con pepe e fate cucinare. Allorchè saranno cotti passateli allo staccio e bagnate, sempre mescolando, con un bicchierino di marsala. Lavorate bene il paté in maniera che risulti ben morbido e, a tale scopo, amalgamatelo con un etto di burro a pezzetti. Ponete il composto entro uno stampo e comprimetelo bene. Fatelo gelare sul ghiaccio per qualche ora e servite.

Cappelletti in brodo
Ponete in mucchio sul’asse 300 gr. di farina bianca; fatevi un buco nel mezzo e mettetevi due uova intere ed un pizzico di sale. Lavorate bene la pasta e spianatela col mattarello sino ad ottenere una sfoglia sottile. Tagliate con un bicchiere, che intriderete sovente di farina onde evitare che attacchi, tanti dischi che riempirete di pallottoline che avrete prima preparato a parte nel modo seguente: Ponete sul fuoco una casseruola con un bel pezzo di burro e fate crogiolare. Aggiungetevi quindi 60 gr. di petto di cappone arrosto (oppure di maiale arrosto); 30 gr. di cervella di vitello (che avrete fatto scottare con acqua bollente) e due fettine di mortadella, il tutto finemente triturato. Fate insaporire ogni cosa ed aggiungetevi tre cucchiaiate di formaggio grattugiato, una presa di noce moscata, sale e pepe in proporzione. Levate dal fuoco e legate il composto con tre uova intere. Mescolate sino ad ottenere una fàrcia omogenea. Terminate i vostri cappelletti piegando a metà i dischi contenenti il ripieno e comprimendone gli orli per evitare che si aprano. Prendete quindi le due punte ed unitele pure comprimendo. Calcolate da 16 a 18 cappelletti per persona e cucinateli nel brodo bolente che avrete preparato a parte in giusta misura. Cotti che siano serviteli cospargendoli con parmigiano grattugiato.
 
Trota in bianco
La trota è un pesce d’acqua dolce ed ha carne tenera e saporita; la sua pelle è finissima e si solleva con grande facilità. Per cucinare convenientemente la trota in bianco procedete nella maniera seguente: Dopo averlo ben raschiato e pulito, lavate il corpo del pesce ed avvolgetelo con una fitta garza perchè la pelle rompendosi non permetta alla carne di sfasciarsi. Fate cuocere la trota con due terzi d’acqua, un terzo di vino biancoi e qualche cucchiaiata di aceto. Unite il sale,
un’asticciola di sedano ed una piccola carota. Quando la trota è cotta servitela con olio e limone, oppure con una salsa che sceglierete non troppo piccante.

Zampone di maiale con spinaci saporiti
Prendete un bel zampone di maiale del peso di 2 kg. circa. Lavetelo, risciacquatelo con cura ed avvolgetelo con una pezzuola dopo averlo punzecchiato qua e là. Mettetelo, così confezionato, entro una pentola contenente dell’acqua in proporzione e fate cucinare lentamente mantenendo una leggera ebollizione per circa 2 ore, Ritirate lo zampone dall’acqua; affettatelo ed adagiatelo sopra un letto di spinacipreparati a parte alla maniera seguente: Dopo avere ben mondato i vostri spinaci, lavateli in più acque, sgocciolateli e lessateli con acqua leggermente salata. Cotti che siano, sgocciolateli, strizzateli per bene e metteteli in un tegame dove avrete preparato un soffritto con del burro, dell’olio, uno spicchio d’aglio e qualche acciuga diliscata e ben pulita. Tutto, s’intende, in proporzione. Lasciate bene insaporire i vostri spinaci; assaggiateli per regolarne il sale e servite
 
Tacchino arrosto con tartufi
Prendete un bel tacchino, spiumatelo, vuotatelo, bruciacchiatelo e lavatelo abbondantemente. Asciugatelo e cercate di introdurre qua e là fra la pelle e la carne delle fette di tartufi freschi. Preparate a parte un battuto composto da un etto di lardo, il fegato e la minuta del tacchino più quattro fegati di pollo, una cipolletta, uno spicchio d’aglio e qualche pezzetto di tartufo. Mescolate il tutto e aggiungete un bicchiere di cognac e un bicchierino di grappa. Ponete al fuoco una padellina con un bel pezzettino di burro e allorchè sarà ben caldo aggiungete il composto sopra descritto mescolando per qualche minuto. Unite dei pezzi di tartufo triturati e riempite con questa fàrcia l’interno del tacchino. Lasciatelo quindi riposare per un paio d’ore in un luogo tiepido avvolto in una pezzuola di lino. Dopo averlo salato esternamente, potrete cucinarlo a fuoco vivo in una casseruola contenente del burro spumeggiante, rivoltandolo spesso finchè avrà preso colore. Quando sarà ben dorato ponetelo in una teglia e introducetelo nel forno precedentemente riscaldato lasciando terminare la cottura a fuoco dolce. Pungete di tanto in tanto e bagnate quando occorre con poco lardo. Spruzzate pure qualche goccia di cognac. Tre ore e mezza di cottura potranno bastare e il tacchino così cucinato sarà veramente squisito. Servitelo in tavola circondato di insalata rossa.

Asparagi al burro
Il cucinare questa pietanza a Natale costituirà un vero sacrificio per il borsellino perchè, trattandosi di verdura d’eccezione, il suo prezzo è alquanto elevato. Tuttavia è un piatto tradizionale e molti usano comprenderlo nella lista delle vivande natalizie. Prendete un chilo di asparagi; togliete loro la parte inferiore che non si mangia e, dopo avere abbondantemente lavato i vostri asparagi, lessateli al vapore acqueo. Cotti che siano, scolateli e quando saranno ben sgoggiolati, poneteli entro una teglia da forno unta di burro. Spolverizzateli con sale fine e cospargeteli con molto formaggio grattugiato. Versatevi sopra del burro fuso ben battuto per renderlo schiumoso; fate dorare leggermente al forno e servite.

Panettone alla Milanese
Mettete in una grande terrina tre etti di farina bianca per dolci, cinque cucchiaini di lievito inglese, un pizzico di sale e la buccia grattugiata di mezzo limone. Mescolate tutto assieme, indi aggiungete 100 gr. di uva passa, mezzo etto di cedro candito tagliato a pezzettini, due tuorli d’uovo e mezzo etto di burro fuso.Ponete al fuoco una padellina con 70 gr. di zucchero biondo per dolci; fate fondere a fuoco tenue evitando l’ebollizione. Lasciate raffreddare e versate anche questo liquido nella terrina. Mescolate energicamente lavorando con una spatola di legno e con un movimento circolare sempre nello stesso senso. Quando la paste sarà ben amalgamata e comincerà a staccarsi dalle pareti mettetela sull’asse e conntinuate a lavorarla energicamente con le mani. Foggiate il vostro panettone e incidetelo sulla sommità, alla profonddità di mezzo centimetro, disegnando un quadrato e dentro il medesimo una croce. Circondate il panettone con una fortecarta pergamena per evitare che abbia ad espandersi eccesivamente. Ponetelo in una teglia unta di burro e lasciatelo riposare in luogo tiepido per una buona mezz’ora. Fate cucinare al forno, precedentemente riscaldato, per tre quarti d’ora a fuoco moderato. Qualche minuto prima di togliere dal forno spruzzatene le pareti interne con poca acqua. Il panettone così confezionato acquisterà una tinta brillante dorata.

Crema gelata alle mandorle
Gettate nell’acqua bollente 200 gr. di mandorle dolci e 100 gr. di mandorle amare. Quando la pellicina bruna si distaccherà, spelatele e riducete le mandorle in pasta fine pestandole in un mortaio bagnandole, poco alla volta, con un bicchiere di latte. Passate la pastella ottenuta attraverso uno straccio umido, torcendo fortemente ed addolcite il latte di mandorle ricavato con 100 gr. abbondanti di zucchero. Sbattete a parte sei tuorli d’uovo assieme a quattro cucchiaiate di zucchero; aggiungetevi il latte di mandorle e mescolate per amalgamare il composto. Ponetelo sul fuoco entro una piccola casseruola; fatelo cucinare lentamente, sempre mescolando, fintanto che non ne sia risultata una bella densa crema. Levate dal fuoco prima che s’inizi il bollore ed introducete detta crema in uno stampo che lascerete raffreddare sul ghiaccio almeno per un’ora.

Pranzo di Natale Almanacco anno 1935

E’ nato! Alleluia!
di Guido Gozzano

E’ nato il sovrano bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
La notte che già fu sì buia
risplende di un astro divino.

Orsù, cornamuse, più gaie
suonate! Squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno detto
da quattromill’anni i profeti,
un poco di paglia ha per letto.

Da quattromill’anni s’attese
a quest’ora su tutte le ore.
E’ nato, è nato il Signore!
E’ nato nel nostro paese.

Risplende d’un astro divino
la notte che già fu sì buia.
E’ nato il Sovrano Bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!

Guido Gozzano, poeta torinese vissuto a cavallo tra il 1883 ed il 1916 si dedicò dopo gli studi non così brillanti (non riuscì a laurearsi in legge presso l’università di Torino) alla poesia, nattativa e prosa dove trovò la sua strada. Le sue opere furono fortemente influenzate dalla sua malattia (la tisi) che lo portò ad una morte precoce a soli 33 anni. Nei suoi versi vi è un romantico desiderio di felicità e di amore che si scontra presto con la quotidiana presenza della malattia e della delusione amorosa. Tra le sue poesie questa, dedicata al natale ed alla nascita di Gesù Bambino: “E’ nato! Alleluia!”

 

Dolcetti di castagne -Truffles_with_nuts_and_chocolate_dusting_on_plate

Dolcetti di castagne

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Pallottoline dolci di castagne

Prendete una ventina di castagne belle grosse. Dopo averle sbucciate in una casseruola con dell’acqua leggermente salata, indi, cotte che siano, privatele della seconda pellicola. Mettetele, ancora calde, entro un’altra casseruola con un bicchiere scarso di latte e con un pezzetto di burro e fate proseguire la cottura, sempre mescolando col cucchiaio di legno, fino a quando non le avrete ridotto in pureè. Passate tutto al setaccio ed unite al composto una cucchiaiata di zucchero e una presina di vaniglia. Foggiate delle piccole pallottoline che intriderete nella cioccolata grattugiata (o nello zucchero a velo o nel modo che più vi aggrada!) e che accomoderete entro piccoli appositi cestellini di carta.

Almanacco della Cucina 1935

Dolcetti di castagne

Pallottole di castagne alle mandorle

Prendete 100 gr. di mandorle dolci; immergetele nell’acqua calda e dopo una mezz’oretta circa togliete loro la pellicola che le riveste. Asciugate le vostre mandorle, trituratele finemente con la mezzaluna, indi adagiatele in una teglia da forno e fatele leggermente tostare. Levatele dalla teglia quando saranno sufficientemente bionde. Fate lessare nel contempo mezzo chilo di castagne di buona qualità sbucciate. Cotte che siano, privatele della pellicola che le ricopre e passatele al setaccio. Raccogliete la purée di castagne in una capace terrinetta; aggiungetevi 150 gr. di cioccolata grattugiata, due cucchiaiate di zucchero, mezzo etto di burro ed una cucchiaiata di rhum. Lavorate energicamente la purée col cucchiaio di legno sino a quando non l’avrete ridotta ben liscia ed omogenea. Foggiatene delle pallottole grosse quanto una noce che intriderete nel tritato di mandorle tostate ed accomodate entro piccoli appositi cestellini di carta. Ricette da

Almanacco della Cucina 1935

File:Truffles with nuts and chocolate dusting.jpg

Palline di castagne

Pestare un chilo di castagne lessate, impastarle con 200 grammi di cioccolato tritato, 200 grammi di burro, 200 grammi di zucchero, 200 grammi di mandorle dolci o pinoli tritati, fate col tutto tante piccole palline e inzuccherarle. Ricetta di una famiglia nobiliare ravennate di inizio ’900: dolci e pietanze a base di composti di castagne venivano mangiati dai romagnoli nella sera che precedeva il giorno di San Martino (11 novembre) e il tutto era accompagnato da ottimo vino romagnolo.

da “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”

palline cioccolato Truffles_with_nuts_and_chocolate_

Dolcetti di castagne
 Di Ojan (Opera propria) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
 Di David Leggett (originally posted to Flickr as Truffles) [CC BY 2.0
 Di David Leggett (originally posted to Flickr as Truffles) [CC BY 2.0
Almanacco della Cucina 1935, Le Ciliegie

Almanacco della Cucina 1935, Le Ciliegie

Ciliegie sotto spirito,
Composta di ciliegie
Gelatina di ciliegie,
Zuppa di ciliegie

Ciliegie sotto spirito

Prendete un chilo di ciliegie che sceglierete molto dure e carnose. Lavatele abbondantemente con acqua fredda, lasciatele sgocciolare bene e, dopo aver loro tagliato metà del gambo, ponetele in un grande vaso di vetro. Aggiungetevi 200 gr. di zucchero, un po’ di cannella, qualche chiodo di garofano, e versatevi dello spirito di vino in quantità tale che tutto resti completamente immerso nel liquido. Chiudete ermeticamente il vaso ed aspettate almeno un mesetto prima di cominciare a gustare le ciliegie così confezionate.

 Composta di ciliegie

Prendete mezzo chilo di cilieige grosse e ben dure. Tagliate loro i gambi al’altezza di due centimetri e dopo averle lavate con cura fatele sgocciolare. Ponete in una casseruola 250 gr. di zucchero assieme ad un bicchiere d’acqua e fate fondere. Unitevi le ciliegie e fatele cucinare dolcemente a casseruola coperta per cinque minuti. Levate le ciliegie dalla casseruola, lasciandovi però il sugo che farete restringere a fuoco vivo sino a quando non abbia raggiunto una giusta densità. Fatelo raffreddare; versatelo sulle ciliegie e servite.

Gelatina di ciliegie

Prendete tante ciliegie quante ce ne vogliono purchè, mondate, pesino 1 chilogrammo. Levate gambi e noccioli badando a non lacerare il frutto. Rompete in una bacinella (apposito recipiente per cucinare gelatine e marmellate) 750 gr. di zucchero in pezzi. Unitevi un bicchiere d’acqua assieme alle ciliegie mondate. Fate cucinare a fuoco vivo rimestando adagio con la schiumarola per non rompere le frutta. Lasciate addensare lo sciroppo in giusta misura, indi togliete dal fuoco e fate raffreddare. Introducete la gelatina così confezionata in appositi vasi di vetro; stendetevi sopra uno strato di paraffina liquida che avrete fatto fondere appositamente a bagnomaria. La paraffina raffreddandosi costituirà un coperchio ermetico ai vasi e vi permetterà di poter conservare a lungo la vostra gelatina. Potrete, seguendo le regole sopra indicate ed attenendovi alle medesime proporzioni, preparare anche la gelatina di marene.

Zuppa di ciliegie

Prendete 1 kg. di ciliegie, lavatele, privatele dei gambi e, sopra una casseruola per raccogliere il sugo, togliete ad ogni ciliegia il rispettivo nocciolo. Aggiungetevi quattro cucchiaiate di zucchero, un bicchiere di vino rosso, un pezzetto di scorza di limone ed un pizzico di cannella. Fate cuocere a fuoco regolare e quando le ciliegie saranno cotte, quando il sugo satrà ben ristretto, versate in una terrina dove avrete preparato uno strato di pane dolce crostato. Servite.

 Almanacco della Cucina 1935, Le Ciliegie
Agnello Almanacco della cucina 1935

Ricette con l’agnello da Almanacco della cucina 1935

Agnello al Marsala
Abbacchio alla romana
Capretto al forno

Agnello al Marsala

Prendete un chilo di agnello e, dopo averlo tagliato a grossi pezzi, fatelo rosolare in una casseruola assieme ad un grosso pezzo di burro e due cucchiaiate di olio d’oliva. Aggiungetevi una Cipolletta tagliato sottile, qualche fogliolina di salvia e rosmarino, uno spicchio d’aglio (che leverete poi), sale e pepe in giusta misura. Quando tutto avrà preso colore bagnate con un bel bicchiere di Marsala e, allorché questo sarà assorbito, versate una tazza d’acqua. Unite tre etti di carote sbucciate e tagliate a dischi sottili assieme ad una manciatona di funghi secchi rinvenuti nell’acqua tiepida. Fatei cucinare lentamente e quando l’agnello sarà cotto adagiatelo su d’un piatto che avrete cura di tenere in caldo. Fate completare la cottura delle verdure, verificate la densità dell’ intingolo e circondate l’agnello con carote e funghi levati dal fuoco a giusto punto.

 Abbacchio alla romana

L’ abbacchio e l’agnello di latte.
Prendete sette etti di spalla di agnello. Lavatela con acqua e aceto e tagliate a piccoli pezzi che avrete cura di asciugare. Infarinate i pezzi e fateli rosolare in una casseruola che avrete preparato sul fuoco con mezzo bicchiere di olio bollente. Cospargete con sale e con pepe. In un quarto d’ora circa l’abbacchio avrà acquistato una bella tinta dorata. Togliete la parte di olio superfluo e versate nella casseruola un buon bicchiere di aceto bianco. Aggiungete ancora un ramoscello di rosmarino e uno spicchio d’aglio pestato. Spolverizzate con poca noce moscata e, dopo avere coperto ermeticamente la casseruola, lasciate crogiolare lentamente a fuoco basso fintanto che l’aceto sia stato completamente assorbito. Servite l’abbacchio, così confezionato, con una buona purée di patate.

Capretto al forno

Prendete una bella coscia di capretto, mettetela in una casseruola dove avrete posto un bel pezzo di burro e, dopo averla cosparsa con sale fine e con pepe in giusta misura, circondatela con mazzettini di erbe aromatiche, salvia e rosmarino che leverete poi. Regolate il forno con caloria normale ed introducetevi la casseruola sorvegliando di tanto in tanto la carne e rivoltandola onde abbia ad acquistare una bella tinta dorata da tutte le parti. Quando il capretto sarà cotto, dovrà cedere al tatto; levatelo dalla casseruola ed adagiatelo sopra di un piatto. Sgrassate l’intingolo, spruzzatevi il sugo di un limone e, dopo aver lasciato restringere a fuoco vivo per qualche minuto, versate la salsa ottenuta sul vostro capretto e servite.

agnello arrosto (3)