Panini al latte

Panetti di sant’Antonio Abate, panini al latte

Piccoli pani fatti di pasta salata o zuccherata cotta al forno. Venivano consumati per devozione nel giorno di Sant’Antonio Abate. Anche gli animali domestici, come era credenza, beneficiavano dell’assaggio di questo alimento che, secondo la credenza popolare, li preservava dalle malattie.

I panini di Sant’Antonio e la tradizione pratese
Ogni 17 gennaio durante le celebrazioni della festa cristiana di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e degli agricoltori, vengono preparati panini al latte a volontà in tutti i forni e in tutte le case pratesi.

Il pane dei poveri
il pane è il simbolo di Antonio che cerca l’uomo bisognoso, il povero, l’affamato. Cercando Dio nelle pagine del Vangelo, lo ha scoperto nascosto nel mendicante.

La ricetta per i panini al latte ricorda quella dei Baps che sono focaccine che in Scozia si preparano per la colazione del mattino e si servono in tavola ancora caldi, appena tolti dal forno. Al momento di metterli in forno, i Baps vanno premuti leggermente al centro con un dito.

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Panini al latte
Ingredienti e Dosi: per 8 persone
  •  500 gr. di farina,
  • 50 gr. di zucchero,
  • 25 gr. di lievito di birra fresco,
  • 300 ml. di latte (+ del latte per spennellare i panini),
  • 60 gr. di burro,
  • 1 uovo,
  • 7 gr. di sale.
Tempo: 60 minuti + 2 ore di lievitazione dell’impasto
Preparazione

Fate sciogliere il lievito in 1/3 del latte circa, tiepido (temperatura di circa 37°C) con 2 cucchiaini di zucchero. Mescolate con cura finché il composto sarà liscio e senza grumi. Fate riposare in una ciotola coperta.
Nel frattempo prendete il latte rimasto, scaldatelo leggermente e aggiungetevi il sale, lo zucchero e il burro che avrete già sciolto in precedenza. Mescolate con cura il tutto.

Mettete la farina in una terrina (lasciandone un po’ per infarinare il piano di lavoro) e aggiungetevi il latte (quello senza lievito) e il latte con il lievito (ma solo quando questo avrà formato una specie di schiuma in superficie). Lavorate bene con le mani. Spolverate con la farina rimasta il vostro piano di lavoro e rovesciatevi sopra il composto. Lavorate energicamente con le mani per circa 15 minuti finché la pasta non si attaccherà più alle mani e sarà elastica e liscia.

Formate una palla e trasferitela in una ciotola. Coprite con un canovaccio inumidito e lasciate riposare per almeno 2 ore.
Quando la pasta sarà lievitata e sarà di volume doppio, toglietela dalla terrina e formate un salsicciotto. Dal salsicciotto prendete dei pezzi di pasta del peso di 40 gr. circa e formate con questi delle palline.

Disponete le palline su una teglia coperta con carta da forno e spennellateli con del latte tiepido. Lasciate lievitare i panini per 30 minuti. Spennellateli quindi con l’uovo sbattuto e fateli cuocere in forno già caldo a 220°C per 15-20 minuti circa.

Accorgimenti

Se utilizzate del lievito in polvere usatene una bustina.
Nel caso preferiste dei panini meno dolci, diminuite leggermente la dose di zucchero ma non utilizzatene mai meno di 20 gr.
Quando mescolate gli ingredienti nella terrina, potete inizialmente aiutarvi con un cucchiaio di legno.
Se, mentre impastate, l’impasto vi sembra troppo molle e appiccicoso, aggiungete un po’ di farina; se invece fosse troppo duro aggiungete del latte.
Dovete fare riposare la pasta in un luogo che sia temperato e che sia privo di correnti d’aria.
Il forno non dev’essere ventilato.

Idee e varianti

Potete utilizzare anche la farina manitoba, l’impasto diventerà particolarmente elastico.
Sono ottimi anche con una spolverata di semi di sesamo o di papavero.
Se inserite del formaggio o del salame nei panini al latte, questi saranno davvero gustosissimi.

Panini al latte

Panini al latte

17 gennaio. PRANZO di S. Antonio Abate – “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”

17 gennaio. CENA di S. Antonio Abate – “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”

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Fennel_panna_cotta finocchio

Panna cotta salata

Panna cotta al finocchio

La panna cotta può essere anche salata e servita come cremoso antipasto.

La ricetta

Ingredienti per 4 persone
  • 200 gr. di panna fresca,
  • 100 gr. di latte intero,
  • 50 gr. di parmigiano grattugiato,
  • 5 gr. di colla di pesce in fogli (gelatina alimentare),
  • sale qb.
Preparazione

Mettete i fogli di colla di pesce in un pentolino con acqua fredda, per 15 minuti. Fate scaldare la panna e il latte fino a poco prima che raggiunga il bollore. Aggiungete il parmigiano e la colla di pesce ormai ammorbidita. Mescolate il tutto fino a che sarà tutto amalgamato perfettamente.

Versate il composto ottenuto in coppette o stampini monodose di circa 8 cm di diametro. Meglio servirne poca, dovrà essere un assaggio, in quanto può diventare stucchevole.

Preparation of panna cotta.jpg

Fate raffreddare in frigorifero per almeno quattro ore, fino a che sarà rassodata e avrà l’aspetto di un budino. Una volta pronta servite la panna cotta salata, decorate come preferite, condite con un filo di ottimo olio evo.

Accompagnatela con miele (di castagno è il più adatto), un rametto di rosmarino, composte di frutta, frutta secca, aceto balsamico.

Idee

Alla ricetta classica, potete aggiungere la verdura che preferite cotta e frullata. Per esempio per ottenere

  • la panna cotta al finocchio:
    Pulite, lavate i finocchi e tagliateli a pezzi. lessateli e aromatizzateli. Scolateli e frullateli ancora caldi, con un po’ di sale e la colla di pesce. Proseguite come indica la ricetta classica.
  • Stesso procedimento per la panna cotta al cavolfiore
Panna cotta di cavolfiore con trota affumicata.

Panna cotta di cavolfiore con trota affumicata.

Panna cotta, un tradizionale dolce al cucchiaio

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Cauliflower panna cotta with smoked trout (2).jpg [[File:Cauliflower panna cotta with smoked trout (2).jpg|Cauliflower_panna_cotta_with_smoked_trout_(2)]]

Fennel panna cotta.jpg [[File:Fennel panna cotta.jpg|Fennel_panna_cotta]]
pancotto ricchi poveri

Mangiari di Quaresima dei ricchi e dei poveri di inizio ‘900: Pancotto

Di Giulia Pesacane – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=100186993
Panna cotta, un tradizionale dolce al cucchiaio

Panna cotta, un tradizionale dolce al cucchiaio

Panna cotta at Caminetto D’Oro, Bologna, Italy.

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Sulle tavole degli anni ’80 c’era un tripudio di panna, maionese, checiap (proprio così), e salse grondanti colesterolo a non finire, in pieno edonismo reganiano. Uno dei dolci più gustati in quegli anni era la Panna cotta.

La Panna cotta è un dolce povero della tradizione contadina del Piemonte e l’origine viene fatta risalire agli inizi del ‘900. Attualmente è diffusa in tutta Italia ed è servita con salsa ai frutti di bosco o salsa al caramello, o cioccolato. Ricette simili a quella della panna cotta si possono trovare in Grecia, Inghilterra  e Francia, come il Blanc manger.

Come preparare la panna cotta:

 Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 500 ml di panna,
  • 3 fogli di colla di pesce (In alternativa alla colla di pesce alcune ricette utilizzano come addensante l’albume d’uovo, oppure l’agar-agar),
  • 180 gr. di zucchero a velo,
  • 1 stecca di vaniglia.

Occorrono 4-5 ore di raffreddamento in frigorifero prima di servire.

Preparazione
Mettete i fogli di colla di pesce a bagno in acqua fredda.
In un pentolino mettete la panna, la stecca di vaniglia precedentemente incisa e lo zucchero a velo. Mescolate delicatamente con un mestolo di legno e fate cuocere a fuoco molto basso per circa 10 minuti, prestando attenzione che non raggiunga il bollore. Aggiungete i fogli di colla ben strizzati mescolate fino a che non si siano sciolti completamente.
Versate il composto ottenuto filtrato con un colino negli appositi stampini o in ciotoline che lascerete raffreddare prima a temperatura ambiente, poi in frigorifero per 4 o 5 ore.
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Accorgimenti
Al momento di sformare la panna cotta immergete gli stampini velocemente in acqua bollente, in tal modo vi risulterà più facile.
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Idee e varianti
Potete servire la panna cotta secondo il vostro gusto con caramello, sciroppo ai frutti di bosco, cioccolato fuso o una spruzzata di rum.
 Vino
L’Alta Langa spumante rosato, ha un sentore che ricorda il lievito, la crosta di pane e la vaniglia, di sapore secco, sapido ben strutturato, perciò può esser servito come spumante da dolci e da dessert a tavola, ben freddo, ad una temperatura di 9 °C. Spumante rosato d’Alta Langa che aggiunge un retrogusto di vaniglia di sapore regale. Monferrato Chiaretto o Ciaret Monferrato Chiaretto o Ciaret. Tre Castelli. Vini da dessert. Wikipedia
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Spumone latte mandorle

Spumone di latte e mandorle alla maniera di Petronilla

(per pranzetto)

«Anche quello che si allestisce con latte di mandorle e che è anche chiamato “bianco-mangiare” (blanc manger) è uno dei dolci ghiacciati che, dopo un desinaretto piuttosto grasso, valgono a magnificamente sostituire un vero gelato. Se anche tu volessi allestirlo – purché però possieda una scatola di latta quadrata, alta 4-5 centimetri, e con il coperchio che saldamente la rinchiuda, cioè uno stampo per “spumoni” metti in bagno caldo 350 gr di mandorle dolci e 7-8 mandorle amare; sbucciale (ti riuscirà, dopo il bagno, assai facile); pestale un po’ alla volta nel mortaio umettandole con mezzo cucchiaio di acqua e di mano in mano versa il pestato in una bacinella.
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Unisci mezzo litro di latte; mescola ben bene; versa tutto nel mezzo di un panno fitto e pulito; stringi; torci; strizza; e ancora con forza stringi, torci, strizza, sempre raccogliendo in una bacinella il latte colato. Aggiungi quando di latte più non colerà nemmeno una goccia, 350 g di zucchero, due bicchierini di liquore e 40 g di colla di pesce (marca oro) disciolta in due dita di acqua calda; mescola; cola il candido latte nell’adatta scatola che avrai unta con olio di mandorle; chiudi ermeticamente con il coperchio anch’esso oliato; seppellisci la scatola fra ghiaccio salato (un pugno di sale per ogni kg di ghiaccio); lascia, per  tre ore, il latte agghiacciare; sforma il dolce sul piatto; adornare la superficie come vorrai e potrai, e… non ti ho detto?

Il tuo dolcissimo latte ghiacciato, potrà benissimo far le veci di un spumone uscito allora allora da una rinomata gelateria.

Le perline 1947/50

Petronilla libri

Petronilla, chi era?

PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»

Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Il Pranzetto da « Altre ricette di Petronilla » anno 1937

Due Spumoni alla maniera di Petronilla

Cassata per grande pranzo alla maniera di Petronilla

[[File:Spumoni salentini.jpg|Spumoni_salentini]]Spumone di latte e mandorle alla maniera di Petronilla
Lasagne ar biondo Tevere ricetta di Aldo FABRIZI

Lasagne ar biondo Tevere….chebbontà!! La ricetta-sonetto di Aldo FABRIZI

LASAGNE AR BIONDO TEVERE7 tagliatelle lasagne tevere

‘Sto piatto è proprio ‘na consolazione;
‘gni gracioletto rissomja a ‘na fravola
che appena messo in bocca ve se sfravola
come si fusse panna ar zabbaione.
E nun dico ‘n’esagerazione,
ma ‘gni quarvorta me lo vedo a tavola
divento come l’orco de la favola,
che se divora tutto in un boccone.
Cocete assieme, dentro a un tigamino,
un trito de presciutto e de vitella,
noce moscata, buro, dado e vino.
Lessate in acqua e latte le lasagne,
condite co’ reggiano e mozzarella ¹
e da la gioia ve verà da piagne.

  • ¹A pezzetti, e acciocché si sciolga occorre che la terrina nella quale si condisce la pasta sia caldissima, cosa che si ottiene o tenendo la terrina sulla pentola durante la cottura o riempiendola d’acqua bollente all’ultimo momento. Comunque, il metodo più sicuro è quello di cuocere la salsa in un recipiente grandino, per poterci poi insaporire la pasta, ben scolata, facendo attenzione che le mollichine di mozzarella non si raggrumino, formando… er solito malloppo.
La ricetta
Ho tritato grossolanamente il prosciutto e la carne di vitella; ho spezzettato la mozzarella. In un tegame capiente ho fatto sfrigolare il burro e vi ho fatto rosolare il trito di prosciutto e vitella.
Ho versato e poi fatto sfumare il vino bianco, quindi ho condito con dado e con un bel pizzico di noce moscata. Ho lasciato cuocere a fuoco moderato per 15-20 minuti circa.

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1 tagliatelle lasagne tevere2 tagliatelle lasagne tevere3 tagliatelle lasagne tevere

 

 

 

 

Nel frattempo ho portato ad ebollizione abbondante acqua salata mista a latte, quindi ho buttato la pasta. Una volta cotta l’ho scolata bene e l’ho versata nel sugo di prosciutto e carne. Ho mescolato, poi ho aggiunto la mozzarella spezzettata ed il parmigiano grattugiato. Ho mescolato delicatamente facendo attenzione a non fare raggrumare i formaggi per non formare…”er solito malloppo” come dice il poeta!.

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Risultato: squisito, una vera goduria. “Sto piatto è proprio ‘na consolazione; ‘gni gracioletto rissomja a ‘na favola che appena messo in bocca ve se sfravola come si fusse panna ar zabbaione”.

Ricette-sonetto di Aldo FABRIZI

la pastasciutta A Fabrizi 1974 libri

1 di 1

 Aldo Fabrizi (Roma, 1905 -1990) è stato un attore, sceneggiatore, regista e poeta italiano. Di umile famiglia (la madre gestiva un banco di frutta e verdura a Campo de’ Fiori) a undici anni rimase orfano del padre Giuseppe, morto in un grave incidente. Costretto ad abbandonare gli studi per contribuire al sostentamento della numerosa famiglia, che comprendeva anche cinque sorelle – tra le quali Elena Fabrizi (1915-1993), in seguito soprannominata sora Lella – si adattò a fare i lavori più disparati. Appassionato di gastronomia amava in modo particolare cucinare la pasta e, sulla pasta e le sue tante e diverse ricette, scrisse anche alcune  poesie in dialetto romanesco.

“… che cor guanciale poi se chiama GRICIA”, la ricetta-sonetto di Aldo Fabrizi

La Matriciana mia, la ricetta-sonetto di Aldo Fabrizi

  Aldo Fabrizi – La pastasciutta 1974
liquore latte

Liquore di latte alla maniera di Petronilla

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«Si sa che, in ogni casa, alcune bottiglie di vari liquori devono esser sempre pronte ed alla mano.
Infatti, si dà un pranzo? Un grande, od un amichevole ricevimento? Un’amica viene a visitarci? Uno si lagna di un “peso” sullo stomaco? Un altro ha necessità di una energica scossa? Ecco che un bicchierino di liquore sarà sempre, in tutti questi casi, il bene-accetto e il ben-venuto!
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Se, pertanto, tra le altre, voleste avere in quello scaffale della vostra credenza ch’è riservato alle… forti leccornie, anche una bottiglia di certo liquore molto apprezzato sempre da tutti (e specie dalle donne…) eccovi la facile e poco costosa maniera di fabbricar voi stesse, con il latte, un liquore, anzi un dolcissimo rosolio, veramente delicato e sopraffino.
Vi pare strano che, con il latte, si possa?… Ebbene; provate e constatate.
***
In un fiasco ben lavato, e provvisto del suo tappo, introducete mezzo chilo di zucchero; mezzo litro di latte crudo; mezzo litro di alcool da liquori; mezzo limone con la sua buccia e tagliato in pezzi grossi; e mezza stecca di vaniglia sminuzzata. Chiudete subito il fiasco con il suo tappo; scuotetelo; e lasciatelo poi in riposo per 15 giorni, non scordando però di dargli una scossettina ogni sera ed ogni mattina. Il sedicesimo giorno, filtrate attraverso carta da filtro (o carta asciugante e bianca) che avrete applicata dentro ad un imbuto.
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Raccogliete il liquore, che vedrete gocciolare limpidissimo quanto l’acqua, in una di quelle bottiglie speciali ed autentiche per liquori rinomati, e che un giorno avrete comperata piena o della quale vi sarà stato fatto gradito omaggio. Oltre al bicchierino del rosolio, potrete dar così… a bere alle vostre amiche che, in casa vostra, non si offrono nè liquori fabbricati con le essenze e che puzzano quindi lontano un miglio di gretta economia, nè liquori casalinghi… ma liquori tutti rinomati ed esclusivamente di grande marca!…
***
Allorché, dalla bianca poltiglia rimasta sul filtro non vedrete cadere più nemmeno una stilla, fiutate…, assaggiate…, e, sentendo un soave profumino…; e gustando un dolce e soave saporino… esclamerete certamente: “Chi l’avrebbe mai detto che con il latte si potesse ottenere un liquore di questa fatta?”.»
“Le ricette di Petronilla” Edizioni Olivini 1935

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
liquore- latte
 MOs810 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=40404663
Crema in tazze alla maniera di Petronilla

Crema in tazze alla maniera di Petronilla

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«Inaspettato piomba un amico in casa? E non si può far a meno di ospitarlo? E si è quindi costrette a tramutare un comunissimo desinare giornaliero, in un autentico pranzetto? Ebbene, se in casa vi saranno uova, zucchero e latte, si potrà allora, svelte svelte, allestire il piatto dolce, ossia il piatto indispensabile a rendere perfetto ogni pranzo. Con quei semplici ingredienti si potrà infatti preparare, in pochissimo tempo e con pochissima spesa, una crema dolce, squisita, profumata; e, con poche aggiunte e secondo le possibilità, si potrà anche darle un aspetto più o meno sciccoso.
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Basterà, cioè, mettere a fuoco mezzo litro di latte con un bastoncino di vaniglia o con un po’ di sottilissimo straterello giallo d’una buccia di arancio o di limone; e togliere il latte dal fuoco tosto comincerà a bollire. Sbattere in una casseruola (mentre il latte si andrà aromatizzando, 4 torli con gr. 100 di zucchero, e sbattere con forza, finchè i torli saranno diventati rigonfi, spumosi, e di colore giallo-chiaro. Levare allora dal latte vaniglia o buccia e, a poco a poco, e sempre mescolando, diluire con esso, nella casseruola, i torli sbattuti.
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Mettere la casseruola a fuoco e continuare a rimescolare, e sempre con cucchiaio di legno, e sempre in quello stesso senso, finchè la crema…fumerà. Abbassare allora il fuoco e continuare a rimestare. Cogliere il giusto istante nel quale la crema, prima di bollire, continuerà a rigonfiarsi. Colto l’istante…versare la dolce crema in 6 tazzine dato che 6 siano i commensali. Ricordare che, se la crema bollirà, un solenne fiasco non mancherà.
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Se poi si volesse la crema un pochino complicata, basterà affettare sottile del pan di Spagna; distribuire le fette in un piatto fondo; e versare la dolce crema sopra il dolce pane. Se la si volesse complicata un pochino più…si potrà inzuppare quel pan di Spagna in un liquore piuttosto dolce e di fabbrica casalinga. Se più e più ancora complicata…si potranno tagliare a pezzettini 2-3 frutti canditi e distribuirli sul pan di Spagna inzuppato nel liquore prima di ricoprirlo tutto con la crema. Se non paghe ancora…si potrà sciogliere, in un pentolino e con un cucchiaio d’acqua, un po’ di cioccolata e farla poi cadere, a gocce, sopra la crema; e in questo caso, com’è naturale, il piatto diventerebbe degno d’una cuoca veramente…eminente!»
 Ricette di Petronilla Ed.Olivini 1938
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Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
Crema in tazze alla maniera di Petronilla
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Bodino di riso alla maniera di Petronilla

Arroz con leche – pastelería de Valladolid (Cubero) Castilla y Leon, Spagna

Il risolatte (crema di riso o cremariso) è un dolce che si trova in tutto il mondo, naturalmente in innumerevoli varianti di colore e sapore. Quella che segue è la ricetta della famosissima Petronilla, datata 1937 e tratta da “Altre ricette di Petronilla”.

« Cena spiccia per quando si è in campagna con i soli ragazzi; per quando, cioè, dovendo condurli di qua e di là, manca il tempo di poter a lungo spignattare; cena dolcissima e, quindi, tanto apprezzata dai figlioli che, certo, ne vorranno “presto il bis”; cena completa perché raduna in sé minestra, pietanza e dolce, ossia un completo pranzo; cena nutrientissima essendone assai nutrienti tutti i varî ingredienti; cena, però, che richiede si possiede un forno o che il fornaio locale voglia accogliere il piatto dentro al suo forno ancora caldo… è il bodino che oggi son qui ad insegnarvi.»
* * *
Mondate 2 etti di riso. Lavate, in acqua tiepida, 1 etto di uvetta possibilmente di qualità senza semi.
Mettete a fuoco, in casseruola capace,1 litro di latte, 1 etto di zucchero, 40. gr di burro, ed un pezzetto di “legno di vaniglia” od una bustina di vaniglina. Appena il latte bollirà, versatevi adagio adagio il riso mondato e mescolate con l’indispensabile cucchiaione di legno. Aggiungete, dopo 5 minuti, l’uvetta e sempre mescolate. Levate la casseruola dal fuoco dopo 10 minuti, cioè tosto il risotto sarà addensato; e toglietene (se l’avevate messo) il pezzetto di “legno di vaniglia”. Coprite la casseruola con un telo e lasciate raffreddare.
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Quando mancherà poco più di mezz’ora alla cena, versate nella casseruola 4 uova; e mescolate e rimescolate con grande energia, in modo da distribuirle fra tutto il riso. Aggiungete 4 cucchiai di rum (naturalmente di quello economico, di quello che, per gli usi cucinari, si fa in casa con le essenze) e date l’ultima rimescolata. Imburrate, con burro crudo, uno stampo da bodino e inzuccheratelo tutto quanto. Versatevi l’impasto ed uguagliatene la superficie. Mettete (o mandate) il bodino in forno molto caldo; o – nel caso… disperato che non possiate disporre di forno – cucinatelo fra le brage. Rovesciate lo stampo sul piatto di portata (e a cuor tranquillo giacché la riuscita è sempre sicura) quando il bodino lo sentirete profumato; quando lo vedrete con la crosta dorata; quando, insomma, lo giudicherete cotto.
Recatelo subito in tavola, così allettante e fumante e, distribuendo le porzioni sui piatti che vi tenderanno i figlioli, esaudite da buone mamme la loro preghiera: “Dammene tanto, perché di questo buon bodino ho tanta fame!”.
Bodino di riso alla maniera di Petronilla 

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Di Dtarazona – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3758986Di FitTasteTic – https://www.flickr.com/photos/188303370@N04/49859048373/, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=96891616
nutella fatta in casa

Ricetta della Nutella fatta in casa

Ricetta di Buonissimo
Ingredienti per 6 persone
  • 80 gr. di nocciole,
  • 40 gr. di zucchero,
  • 60 gr. di zucchero di canna,
  • 100 ml. di latte intero,
  • 100 gr. di cioccolato fondente,
  • 80 gr. di burro
Preparazione
  1. Mettete lo zucchero, lo zucchero di canna e le nocciole nel boccale del mixer.
  2. Frullate tutto fino ad ottenere una specie di crema, fermando ogni tanto il mixer e rimescolando con una spatola gli ingredienti.
  3. In un pentolino scaldate il cioccolato spezzettato, il latte ed il burro, quindi aggiungete il composto di nocciole.
  4. Cuocete il tutto a fuoco basso rimescolando per una decina di minuti fino ad ottenere una crema omogenea.
  5. Versate la crema ottenuta in un barattolo ermetico e conservatelo in frigo. La nutella fatta in casa si può conservare in frigo per massimo un mese.

La Nutella è probabilmente la crema spalmabile più diffusa al mondo: Questa delizia di crema è utilizzata soprattutto come accompagnamento per pane, biscotti e frutta, ma esistono ricette per torte e crêpes.

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nutella crema cioccolato

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Nutella ak.jpgGabriella, breakfast, – 20230805 01.jpg[[File:Nutella ak.jpg|Nutella_ak]] [[File:Gabriella, breakfast, – 20230805 01.jpg|Gabriella,_breakfast,_-_20230805_01] Homemade nutella – chocolate and hazelnut cream (KETO, LCHF, Low Carb, Gluten free, FIT).jpg [[File:Homemade nutella – chocolate and hazelnut cream (KETO, LCHF, Low Carb, Gluten free, FIT).jpg|Homemade_nutella_-_chocolate_and_hazelnut_cream_(KETO,_LCHF,_Low_Carb,_Gluten_free,_FIT)]]