rosolio

DELLI ROSOLI’, ricette per fare il rosolio ieri e oggi

 I liquori casalinghi

L’uso di offrire un liquorino preparato dalle mani della padrona di casa era un tempo una consuetudine normale. Allora le signore qualche volta si passavano l’un l’altra, generosamente, le preziose ricette, mentre, più spesso, ne tenevano nascosta qualcuna che, nella loro famiglia, veniva tramandata di madre in figlia. Un tempo questi liquori si chiamavano rosoli amabili, e si servivano il giorno delle visite, quando gli ospiti venivano ricevuti con tutti gli onori nel “salotto buono”, quello così colmo di “buone cose di pessimo gusto” (cose semplici e povere d’altri tempi) come direbbe Gozzano L’amica di nonna Speranza” . Naturalmente i rosoli casalinghi sono molto diversi dai liquori preparati industrialmente, ma sono ugualmente gradevoli, anche per i gusti un po’ sofisticati e difficili noi uomini e donne del 1964. Stiamo attente però a prepararli seguendo alcune semplici ma importanti regole tanto nella lavorazione quanto nella scelta degli ingredienti.

Enciclopedia della donna 1964.

Il rosolio è una soluzione liquorosa (non un liquore per la gradazione alcolica non elevata) particolarmente diffusa nell’Italia rinascimentale, soprattutto alla corte di Caterina de’ Medici, che ne esportò l’utilizzo persino in Francia.

Il Vocabolario della Lingua Italiana di Zingarelli definisce il rosolio come “liquore preparato con alcol, zucchero e acqua nella stessa proporzione, con in più un’essenza che gli dà nome”: quindi, rosolio alla rosa, rosolio alla menta, ecc.
È diffuso soprattutto in Piemonte, Campania, Sicilia e particolarmente in Umbria . Nel cuore verde d’Italia viene utilizzato sin dall’antichità da offrire agli ospiti e nei preparati dolciari. Quello più antico è il rosolio francescano preparato nella zona di Assisi con petali di rosa. Nell’isola siciliana, dove sin dal Cinquecento veniva prodotto in casa e offerto agli ospiti in segno di buon augurio, sono state sperimentate varie ricette di rosolio, tra cui quelle con agrumi, caffè, anice, menta, cannella e pistacchio

Come si beve
Per le abitudini odierne e il suo grado alcolico che va dai 20 ai 30 gradi, è consigliato come ammazzacaffè a fine pasto, possibilmente freddo, in piccole dosi (10 ml) e assolutamente senza ghiaccio

 IERI 

Corrado Vincenzo –  Il credenziere di buon gusto, Napoli, 1778
CAPITOLO II .
Delli Rosolì,  pag 46

Rosolì bevanda di molto spirito e gusto, si fa per distillazione, e per infusone. Con la prima viene dilicata e limpida; e con la seconda, colorata e più gustosa. Io qui discorrerò dell’una, e dell’altra maniera, lasciando in libertà di servirsi di quella che più piace, e renderla amabile secondo il proprio gusto.

il giulebbe: Bevanda fatta con succo di frutti bolliti con zucchero, diluito e chiarificato; anche, più genericamente, sciroppo fatto con acqua zuccherata e aromatizzata.

Rosoli di vainiglia
Due baccelli di Vainiglia con una quarta di cannella grossamente pesti, si mettano infusione in una boccia ben chiusa, con due libre di spirito tra le ceneri calde, e dopo sei ore si: toglierà la cannella, e vainiglia, e si condirà con circa tre libre di giulebbe; e quando avrà deposto, si filtrerà.

Rosolì detto Populò
Si uniscano due libre di vino bianco con due di spirito, ed altre due di giulebbe, e ci si metta mezza libra di mandorle amare grossamente rotte con un manipolo di fiori di aranci toltone il giallo, e dopo un giorno si filtrerà.

Rosolì alla turca
Si mescolano due libre di vino rosso con una di spirito, altra di zucchero, .mezz’oncia d’ ambra, ed una foglia di noce moscata, e dopo sei giorni si filtrerà.

Acqua di Perfetto Amore
Si metta infusione in quattro libre di spirito la corteccia d’ un Portogallo (arancio), quella di un Cedrato, di un limone, un’ oncia di cannella, e. sei garofani (chiodi). Tutto in una boccia si lascerà per ore, e poi si passerà per panno, e si condirà con libre tre di zucchero disciolto con due di acqua, e mezz’ oncia di cuciniglia pesta. E dopo sei giorni si filtrerà.

  

Anonimo, Cups & Their Customs, 1863
Ricetta di liquoreria
Ricetta per Rosolio, un liquore dal pronunciato aroma di rosa:
2 dramme d’essenza di vaniglia; 13 gocce d’olio di rose; 57 gocce d’essenza di ambra. Sciolti in tre galloni d’alcol a 95%, aggiungi 20 libbre di zucchero sciolto in 5 galloni e tre quarti d’acqua; colorante rosa.

  

Pellegrino Artusi – La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Firenze 1891

746. ROSOLIO DI PORTOGALLO
Zucchero bianco finissimo, grammi 650. Acqua, grammi 360. Spirito di vino a gradi 36, grammi 250. Zafferano, una presa. Aranci 1.
Levate col temperino la buccia superficiale all’arancio e ponetela nello spirito collo zafferano, entro a un vaso coperto di carta perforata, lasciandovela per tre giorni. Versate in un altro vaso lo zucchero nell’acqua, agitandolo di quando in quando onde si sciolga bene e nel quarto giorno mescolate i due liquidi insieme e lasciateli in riposo per altri otto giorni; al termine di questi passate il rosolio per pannolino, filtratelo per carta o per cotone e imbottigliatelo.

748. ROSOLIO D’ANACI

Si fa nella stessa guisa del precedente. L’infuso invece di scorza di limone fatelo con grammi 50 d’ anaci di Romagna, e dico di Romagna perché questi, per grato sapore e forte fragranza sono, senza esagerazione, i migliori del mondo; ma prima di servirvene gettateli nell’acqua per nettarli dalla terra che probabilmente contengono, essendovi a bella posta frammista per adulterar quella merce. Fu uno scellerato che io ho conosciuto, perché era dagli onesti segnato a dito, colui il quale trovò pel primo quella infame industria, saranno ormai sessant’anni. Coloro che seguono le sue tracce, e sono molti, si servono di una terra cretacea del colore stesso degli anaci, la mettono in forno a seccare, poi la vagliano per ridurla in granelli della grossezza medesima e la mescolano a quella merce nella proporzione del 10 e fino del 20 per cento. Qui verrebbe opportuna una tiratina di orecchi a coloro che adulterano per un vile e malinteso guadagno, i prodotti del proprio paese, senza riflettere al male che fanno, il quale ridonda il più delle volte a danno di loro stessi. Non pensano allo scredito che recano alla merce, alla diffidenza che nasce e al pericolo di alienarsi i committenti. Ho sempre inteso dire che l’onestà è l’anima del commercio, e Beniamino Franklin diceva che se i bricconi conoscessero tutti i vantaggi derivanti dall’esser onesti sarebbero galantuomini per speculazione. La mia lunga esperienza della vita mi ha dimostrato che l’onestà, nel commercio e nelle industrie, è la più gran virtù per far fortuna nel mondo. Un soldato del primo impero mi diceva di aver letto sul barattolo di uno speziale a Mosca: Anaci di Forlì. Non so se fuori d’Italia sieno conosciuti con questo nome; ma i territori ove si coltiva questa pianta della famiglia delle ombrellifere, sono esclusivamente quelli di Meldola, di Bertinoro e di Faenza, verso Brisighella.

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749. ROSOLIO TEDESCO

Non vi sgomenti la composizione strana di questo rosolio, che vi riuscirà facile alla prova, chiaro come l’acqua e di gusto gradevole.
Spirito di vino del migliore, grammi 500. Zucchero bianco a velo, grammi 500. Latte, mezzo litro. Un limone di giardino. Mezzo baccello di vainiglia. Sminuzzate tutto intero il limone togliendone i semi e unendovi la buccia che avrete grattata in precedenza, dividete in piccoli pezzetti la vainiglia, mescolate poi tutto il resto insieme entro a un vaso di vetro e vedrete che subito il latte impazzisce. Agitate il vaso una volta al giorno e dopo otto giorni passatelo per pannolino e filtratelo per carta.

  

Petronilla, Ricette per tempi eccezionali 1937

Rosolio Maraschino

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Rosolio Maraschino rosso

 

 

 

 

 

OGGI 
rosolio

Rosolio di rose

rosolio di pesca

Rosolio di pesche

 

 

 

 

 RistoReggio

Del modo di formar Giulebbe, ricette del 1778 di Vincenzo Corrado “Il credenziere di buon gusto”

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Nocino di « seconda mano » alla maniera della Petronilla

Nocino di « seconda mano » alla maniera della Petronilla

« Hai appena riposto le bottiglie di squisito Nocino, e già t’appresti a far grande pulizia in cucina? E stai anche per buttare fra le spazzature quelle 39 noci che pur saranno ancora tutte imbevute di alcool?

Fermati e seguendo quest’altro consiglio mio, riponi subito quelle noci nel bottiglione.

Versa loro sopra successivamente un bicchiere di vino bianco e uno di marsala fino a che le vedrai coperte completamente, aggiungi le stesse droghe che hai usato per il nocino di “gran classe”, tappa, esponi per 40 giorni al sole. Cola, unisci lo sciroppo preparato bollendo 800 grammi di zucchero con 400 di acqua; mescola, imbottiglia, tappa, scrivi sulle relative etichette “Nocino II” e avrai così la tua abbondante provvista di liquore corroborante, digestivo e stomachico ma che, per essere assai meno alcolico del… primogenito, sarà più adatto ai vecchi ai ragazzi ed ai dispeptici.

Se, dunque, seguirai questi miei consigli, ogni anno il 24 Giugno, il 3 Agosto e il 12 di Settembre, gran fabbricare di liquori nella tua cucina! »

Ricette di Petronilla – Ed.Olivini 1938
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Composta di noci verdi alla maniera di Petronilla

Liquore con noccioli di marene alla maniera di Petronilla

Nocino di « seconda mano » alla maniera della Petronilla “Flickr – cyclonebill – Valnøddesnaps” by cyclonebill – Valnøddesnaps. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons
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CUPRALBA, antico Liquore di cime fiorite di cipresso argentato

I liquori casalinghi

L’uso di offrire un liquorino preparato dalle mani della padrona di casa era un tempo una consuetudine normale. Allora le signore qualche volta si passavano l’un l’altra, generosamente, le preziose ricette, mentre, più spesso, ne tenevano nascosta qualcuna che, nella loro famiglia, veniva tramandata di madre in figlia. Un tempo questi liquori si chiamavano rosoli amabili, e si servivano il giorno delle visite, quando gli ospiti venivano ricevuti con tutti gli onori nel “salotto buono”, quello così colmo di “buone cose di pessimo gusto” (cose semplici e povere d’altri tempi) come direbbe Gozzano L’amica di nonna Speranza” . Naturalmente i rosoli casalinghi sono molto diversi dai liquori preparati industrialmente, ma sono ugualmente gradevoli, anche per i gusti un po’ sofisticati e difficili noi uomini e donne del 1964. Stiamo attente però a prepararli seguendo alcune semplici ma importanti regole tanto nella lavorazione quanto nella scelta degli ingredienti.

Enciclopedia della donna 1964
Cupressus arizonica ‘Conica’ o cipresso argentato secondo cipresso in ordine di importanza è il cipresso argentato (Cupressus arizonica ‘Conica’) dal fogliame blu argenteo. La sua offerta nei vivai è diminuita perché ultimamente c’è stato un crollo del suo impiego dovuto al fatto che nei decenni passati se ne era fatto un uso sconsiderato e improprio utilizzando questa varietà per siepi a pronto effetto con distanze di impianto che addirittura arrivavano a 2/3 piante a metro lineare. Questo permetteva di []
La specie, originaria dell’Arizona e del Nuovo Messico (USA), fu introdotta in Europa agli inizi del 1900.
Aspetti culturali
Associato al culto dei morti fin dall’antichità, il cipresso è simbolo di vita eterna in alcune civiltà orientali, specialmente in Persia, nell’area della religione di Zoroastro (600 a.C.).
Per i Greci – muovendo dal mito di Ciparisso, un giovane che per errore uccise il suo cervo molto amato e che, non trovando pace dal dolore, Apollo, movendosi a pietà, trasformò in un cipresso – l’albero era legato al lutto (cioè al dolore che si prova a causa della morte di qualcuno particolarmente amato).
I Romani e gli Etruschi riprenderanno l’eredità greca del cipresso come albero sacro, legato al lutto e al funerale, oltre che a motivi ornamentali.
In ambito cristiano, il cipresso – insieme alla palma, al cedro e all’ulivo – è ritenuto uno dei quattro legni con cui fu costruita la croce di Gesù.
wikiversity.org

Liquore di Alloro

 In relazione a questa pianta, ho trovato la ricetta di un antico liquore fatto con le cime fiorite. È in un libro di antiche ricette romagnole raccolte dalla voce di anziane azdori (massaie), e ho pensato che potevo trascriverla qui, così da aiutare a farla conoscere anche alle nuove generazioni, perchè non vada perduta.

La ricetta
« Una grossa manciata di cime fiorite di cipresso argentato pulite e asciugate con un canovaccio, in infusione, con l’aggiunta di 2 o 3 cucchiai ben pieni di miele in un litro di grappa. Passati 40 giorni si filtra il tutto e si beve. E’ un liquore che fa bene alle vie respiratorie.

Preparazione
Pulire e asciugare bene le cime di cipresso con un canovaccio, Metterle in infusione nella grappa insieme al miele. Dopo 40 giorni filtrare il tutto. »

di Ezia Rossi Finamore “I magnè d’una volta” Antichi mangiari romagnoli del territorio dell’Urgòn-Rubicone Soc. Editrice “Il Ponte Vecchio” Cesena

 Un altro liquore che ci arriva da tempi lontani è il  Liquore di uova col guscioHo ritrovato, qualche tempo fa, un vecchissimo quaderno sul quale mia nonna scrisse: «Lavare molto molto bene 12 uova e metterle con il guscio, senza romperle, in un vaso a chiusura ermetica. Spremere tanti limoni fino a ricoprirle: liquefatte (guscio compreso) che siano, filtrare e unire del vino marsala e 1 kg di zucchero. Imbottigliare.» []

Liquore di uova col guscio

Di JOE BLOWE from Bountiful, Utah, Iran – DSC_0342, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75629627
Liquore con noccioli di marene alla maniera di Petronilla

Liquore con noccioli di marene alla maniera di Petronilla

«Vuoi far la conoscenza di un altro liquore da allestire con noccioli di frutta?

Allora, purchè tu possa spiccare foglie dalla pianta relativa, il primo giorno che ti appresti a snocciolar marene per allestire la famosa Zuppa, metti da parte i semi, pesane 50 grammi e versali in un fiasco; unisci 100 foglie appena spiccate da una pianta di marene e un litro di buon vino nero. Tappa il fiasco, sbattilo e riponilo in dispensa. Trascorsi otto giorni (durante i quali avrai spesso sbattuto il fiasco) cola l’infuso attraverso un panno e raccogli il colato in una piccola casseruola. Versa nella casseruola 250 grammi di zucchero, poni a fuoco e fa’ bollire per quindici minuti; lascia raffreddare, imbottiglia, tappa, inceralacca, indispensa e…

Ed ecco così fatta la conoscenza di un altro liquore che ha per base noccioli; liquore – a differenza di ogni suo fratello – assai economico giacchè, anzichè alcool richiede vino, e il vino, a paragone dell’alcool, quanto costa di meno!”»

“Liquori, bibite, sciroppi, coppe, tazzine” – Le perline di Petronilla – Ed. Sonzogno – 1946

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
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Sciroppo con foglie di marena alla maniera di Petronilla

Liquore di limone alla maniera di Petronilla

Owoce wisni” by Nova – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia CommonsLiquore con noccioli di marene alla maniera di Petronilla
Liquore di fragole alla maniera di Petronilla

Liquore di fragole alla maniera di Petronilla

«Se foste, a villeggiare, fra monti e colline…; se, nei boschi vicini, fossero maturate in gran copia fragolette selvagge (quelle che sono tanto soavemente profumate)…; se, con quelle fragolette, voleste preparare un certo liquore ultra prelibato.. (purchè il vostro borsellino non si abbia però a lamentare di venire troppo alleggerito; chè, a far liquori, è indispensabile alcole abbondante, e l’alcole costa sì tanto!)…
***
Raccogliete fragole e pesatene 650 gr. Cercate di toglier loro (lavandole) il terriccio che spesso le imbratta; e fatele poi asciugare stendendole all’aria. Mettetele in un vaso di vetro a tappo smerigliato. Unite gr. 650 di zucchero, gr. 650 di alcole (ecco la spesa grossa), gr. 350 di acqua e 2 stecche di vaniglia. Chiudete il vaso e poi scuotetelo. Lasciate le fragole, lì dentro, in infusione, per 20 giornate, non scordando però di scuotere il vaso 3 – 4 volte al dì, affinchè lo zucchero possa, così, più facilmente sciogliersi nell’alcole e nell’acqua. Trascorsi 20 giorni, filtrate per carta da filtro (la vendono i droghieri); imbottigliate; e avrete così, per la vostra dispensa, un liquore in più; un liquore di fragole, che…non ti dico! Le fragole, quelle, passatele in un vasetto; copritele con nuovo alcole; e quando offrirete il liquore mettete, nel bicchierino, anche 1-2 di quelle fragolette; e allora… Oh, allora, oltre il sapore prelibato, oltre il profumo soave, il liquore presenterà anche una vera e rara nota di grande novità!
***
Pensate forse, che anche la ricetta di questo nuovissimo liquore io l’abbia trafugata in qualche sacrestia conventuale, perchè esso è un po’…fratello del mio liquore d’erbe? Niente affatto; la rara ricetta me l’ha invece data la mia amica romana che una mattina…
“Petronilla, assaggia questo mio liquore!”; “Petronilla, solo un sorsino di quest’altro!…”; “oh, Petronilla, se su di questo non mi dai la tua alta approvazione, io certo m’offendo!…”. Insomma me l’ha data, la ricetta, quella cara amica che, assaggia questo, assaggia quello, quasi quasi!… Ma…sì famosa è lei nel fabbricare liquori, e noi donne, di liquori, siam tutte sì golose!…»
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.Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
“Wépion – liqueur de fraise” di Marianne Casamance – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons – Liquore di fragole alla maniera di Petronilla
Sburlòn, liquore di mele cotogne

Sburlòn, liquore di mele cotogne

I liquori casalinghi
L’uso di offrire un liquorino preparato dalle mani della padrona di casa era un tempo una consuetudine normale. Allora le signore qualche volta si passavano l’un l’altra, generosamente, le preziose ricette, mentre, più spesso, ne tenevano nascosta qualcuna che, nella loro famiglia, veniva tramandata di madre in figlia. Un tempo questi liquori si chiamavano rosoli amabili, e si servivano il giorno delle visite, quando gli ospiti venivano ricevuti con tutti gli onori nel “salotto buono”, quello così colmo di “buone cose di pessimo gusto” (cose semplici e povere d’altri tempi) come direbbe Gozzano L’amica di nonna Speranza” . Naturalmente i rosoli casalinghi sono molto diversi dai liquori preparati industrialmente, ma sono ugualmente gradevoli, anche per i gusti un po’ sofisticati e difficili noi uomini e donne del 1964. Stiamo attente però a prepararli seguendo alcune semplici ma importanti regole tanto nella lavorazione quanto nella scelta degli ingredienti.
Enciclopedia della donna 1964
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Lo Sburlòn (spintone) è un liquore a base di mele cotogne, tipico della pianura e della zona collinare del parmense. Si riteneva che, bevuto a fine pasto, desse una sorta di “spinta”, facilitando la digestione; allungato con acqua era ritenuto un ottimo corroborante e defatigante.
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Lo sburlon è il frutto della macerazione ed infusione alcolica della polpa della mela, precedentemente grattugiata o ridotta in poltiglia.. La polpa così trattata viene dapprima fatta macerare per circa cinque giorni al fine di estrarne tutti i succhi che vengono poi messi in infusione in alcol, assieme a vari aromi e allo zucchero, per un periodo non inferiore ai 30 giorni. Al termine avviene la filtrazione e l’imbottigliamento. Ne risulta un liquore a elevata gradazione alcolica, limpido e di colore fra il giallo e il nocciola. La sua preparazione è antica e la ricetta ha innumerevoli varianti..
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Lo Sburlon è sempre stato, assieme al Nocino uno dei liquori popolari più diffusi. Fino a pochi decenni fa infatti, in molte case di campagna, sia in montagna che in pianura, c’era una pianta di Mela cotogna da cui si ricavava la marmellata (Cotognata) ed il liquore. In inverno viene consumato a temperatura ambiente mentre in estate è ottimo servido freddo.
.Sburlòn, liquore di mele cotogne
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Sburlòn,  liquore di mele cotogne
 Ingredienti

Mele cotogne, alcool, zucchero, scorza di limone.

Preparazione

Tritate molto finemente le mele cotogne, possibilmente con la macchina da salame elettrica (quella del norcino!!). Le mele possono essere utilizzate nella quantità desiderata. Lasciate le mele tritate in una pentola ben coperta per due giorni a fermentare. Dopo vanno schiacciate con lo schiacciapatate per farne uscire il “sugo”. Al peso del liquido così ottenuto viene aggiunta una quantità di alcool a piacere, zucchero in proporzione di metà dell’alcool utilizzato (e comunque non più di 6 etti, per non rendere il prodotto finito troppo liquoroso). Lasciate in infusione tre mesi ed infine filtrare.

  • Indicativamente: per 1 litro di succo di cotogne, aggiungete 1 litro di alcool e 400 gr. di zucchero.
  • Potete profumare il liquore con 2 chiodi di garofano e 1 stecca di cannella.
 Altre ricette con le cotogne

Cotognatacrostata cotognata

 

 

 

 

 

 

 

 

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Mele e pere cotogne
Il Cotogno (Cydonia oblonga) è una pianta della famiglia delle Rosaceae. È una delle più antiche piante da frutto conosciute: era coltivato già 4.000 anni fa dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro a Venere ed in epoca Romana era ben noto, venendo citato da Catone, Plinio e Virgilio. Originario dell’Asia Minore e della zona del Caucaso, oggi è diffuso principalmente nell’area occidentale del Mediterraneo ed in Cina. Un tempo molto diffuso anche in Italia, dagli anni ’60 ad oggi  si è verificata una notevole contrazione della produzione.
I fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali. I frutti di colore giallo oro intenso, sono di dimensioni variabili, asimmetrici, maliformi o piriformi. I frutti venivano anche posti negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria. Le varietà con i frutti a forma di mela sono dette meli cotogni, mentre quelle con i frutti più allungati sono dette peri cotogni L’epicarpo (la parte esterna del frutto) è fittamente ricoperto di peluria che scompare a maturazione.
La polpa è facilmente ossidabile, poco dolce ed astringente. La condizione di limitata dolcezza della polpa non significa assenza di zuccheri. Con la cottura la polpa assume una dolcezza intensa, e la liberazione di un profumo di miele. I semi sono poligonali, numerosi, spesso agglutinati tra loro da uno strato di mucillagine. Il frutto è usato per la preparazione di: marmellate, gelatine, mostarde, distillati e liquori.
Sburlòn, liquore di mele cotogneSburlòn,  liquore di mele cotogne
Castagne al rum

Castagne al rum

 

Preparazione

Sbucciate le castagne e gettatele in acqua bollente. Cuocetele per 15 minuti, scolatele e togliete loro la pellicina cercando di non romperle.

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Immergetele in uno sciroppo che avrete preparato con 500 gr. di zucchero e 180 gr. d’acqua e, quando saranno tenere e ben inzuppate, scolatele e sistematele nei vasi coprendole col rum.

Si assaggiano dopo 30 giorni.

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 Castagne al rum
Castagna e Marrone
I termini castagna e Marrone vengono spesso confusi, ma rimandano a due specie ben differenti di acheni. La differenza base è che nella castagna la percentuale di frutti settati è maggiore del 12%, mentre nei Marroni è minore del 12%. Spesso questa definizione non accontenta i castanicoltori e i commercianti che differenziano le due specie tramite differenze varietali. In Italia con Marroni si intendono particolari cultivar di ottima qualità, con frutti adatti alla canditura, che presentano una superficie ilare di forma quasi rettangolare, una buccia chiara, brillante, con striature avvicinate spesso al rilievo e con una polpa senza cavità e facilmente separabile dall’episperma, che non si introduce all’interno del cotiledone (frutti non settati); inoltre, le piante di questi frutti sono più esigenti e meno produttive rispetto ai castagni ordinari, ed i ricci presentano solitamente 1 o 2 semi, mai settati e dal sapore dolce.
Brodo di giuggiole

Brodo di giuggiole

«Andar in brodo di giuggiole», succede nella zona dei Colli Euganei in Veneto, in alcune località della riviera del lago di Garda e nel mantovano; in particolare ad Arquà Petrarca, in provincia di Padova, si può dire che non ci sia casa senza almeno un albero di giuggiole!
Il brodo di giuggiole è un succo liquoroso preparato con le giuggiole appassite; è ricco di vitamina C e zuccheri, ha sapore dolciastro ed è talmente gustoso che l’espressione andare in brodo di giuggiole, riferita a chi manifesta grande felicità, deriva proprio dalla bontà di questo prodotto e quindi dal piacere che si prova consumandolo.
Va servito a temperatura ambiente per accompagnare biscotti e torte secche, ma anche cioccolato fondente, gelato e formaggi stagionati.
Ottimo come aperitivo, abbinato al Prosecco, oppure come digestivo.

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La giuggiola, frutto del giuggiolo pianta proveniente dalla Siria e già conosciuta in Italia nel 1660, come risulta dal vocabolario della Crusca dell’epoca, oggi è coltivata anche in Italia ed è tipica della zona dei Colli Euganei in Veneto. Essendo uno degli ultimi frutti a maturare viene usato per fare il liquore omonimo.
– Narra Omero che Ulisse e i suoi uomini approdarono all’isola dei Lotofagi nel Nord dell’Africa. Alcuni dei suoi uomini, una volta sbarcati per esplorare l’isola, si lasciarono tentare dal frutto del loto, un frutto magico fece loro dimenticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa.-
È probabile che il loto di cui parla Omero sia proprio lo Zizyphus lotus, un giuggiolo selvatico, e che l’incantesimo dei Lotofagi non fosse provocato da narcotici, ma soltanto dalla bevanda alcolica che si può preparare coi frutti del giuggiolo. In Romagna in molte case coloniche era coltivato adiacente alla casa nella zona più riparata ed esposta al sole. Si riteneva che fosse una pianta portafortuna.

Ricette

Ricetta 1 con vino bianco

Ingredienti
1 chilo di giuggiole, 1 chilo di zucchero, 2 grappoli di uva zibibbo, 2 bicchieri di vino bianco, 2 mele cotogne, la buccia grattugiata di un limone, acqua q.b.

Preparazione
In un tegame aggiungere le giuggiole precedentemente lavate e coprirle con acqua. Aggiungere l’uva e lo zucchero. Cuocere per 1 ora a fuoco dolce mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno. Aggiungere le mele, prive di buccia, tagliate sottili ed il vino. Alzare la fiamma e fare evaporare il vino. A fine cottura (quando si sta gelificando) aggiungere la buccia del limone grattugiato. Passare il composto con un colino e invasare a caldo. Capovolgere i vasetti e lasciare raffreddare.

Vita in campagna 2011
Ricetta 2 con vino rosso

Ingredienti
1 chilo di giuggiole, 1 chilo di zucchero, 2 grappoli di uva zibibbo, 2 bicchieri di vino rosso, 2 mele cotogne, la buccia grattugiata di un limone, acqua q.b.

Preparazione
Lasciare appassire le giuggiole (ci vogliono un paio di giorni); non sbucciarle. Pesare e mettere in una pentola, ricoprire d’acqua. Pulire ed aggiungere l’uva e lo zucchero. Cuocere per un’ora a fuoco lento. Aggiungere le mele e il cabernet. Alzare la fiamma e far evaporare il vino. Verso fine cottura (quando si sta gelificando) aggiungere la buccia del limone grattugiato. Portate a ebollizione fino a ottenere uno sciroppo cremoso: passatelo, fate raffreddare e sigillatelo in bottiglie sterili lasciandolo al fresco e al buio.

Wikipedia

giuggiole brodo 1

 Brodo di giuggiole
Sciroppo di caffè alla maniera di Petronilla

Sciroppo di caffè alla maniera di Petronilla

«Se, durante l’inverno, la nostra…biblioteca domestica dovrebbe esser sempre ben provvista di liquori, durante l’estate essa dovrebbe, invece, esser sempre provvista di sciroppi, da bere con l’acqua fresca. Ben facili e lesti a fare sono gli sciroppi con le essenze chimiche, che vende ogni droghiere; chè, per la bisogna, basta bollire, con quella data dose di acqua, quel dato zucchero, e aggiunger poscia l’essenza ed una presina d’acido citrico; ma, al paragone, può forse reggere uno sciroppo a base chimica, con uno fabbricato con soli prodotti genuini, tanto più che la merce maggiormente costosa per fabbricare sia l’uno che l’altro, è sempre lo zucchero?
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Dunque, se si volesse aver in casa, sempre alla mano, uno sciroppo che ignori le essenze; uno sciroppo che fa squisita l’acqua ghiacciata; uno sciroppo che, nel gran caldo, darà anche una bibita corroborante, eccitante e veramente dissetante…
.Tostate (o comperate tostato) del buon caffè; macinatelo; pesatene gr. 100; mettetelo in una caffettiera. Fate bollire 2/5 d’acqua; versatela sul caffè; e lasciate l’infuso in gran quiete per mezz’ora, affinchè la polvere possa cedere tutti i suoi aromi nell’acqua bollente.
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Pesate…(ricordate che una bilancia non deve mancare in ogni cucina di ogni cuoca rispettabile?) una casseruola vuota, e scrivetene il peso. Dentro alla casseruola, filtrate l’infuso del caffè. Ripesate la casseruola. Pesate 2 volte tanto zucchero, quanta sarà la differenza fra i 2 pesi (se a fabbricar liquori è necessario tanto costoso alcool, a fabbricar sciroppi sarà pur necessario tanto costoso zucchero). Mettete la casseruola al fuoco, e fate bollire per 3 – 4 minuti. Lasciate raffreddare; imbottigliate; e riponete la bottiglia, fra le altre, in quel tale scaffale di quella tale domestica biblioteca.
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No; all’assaggio, non dovrete dire: “Quale sciroppo prelibato, e lesto da fare e di spesa relativa, ci ha oggi insegnato quella “cara” Petronilla! Come ogni altra donna, io sono parecchio “pappagalla”, pronta cioè a tutto imitare e rifare, pur di fare una buona figura; ma non sono però, per nulla una “tacchina” che pretenda farsi bella con le penne del pavone! E così vi dico chiaro che, se la mia vecchia amica, Giulia è famosa a fabbricar liquori, la mia giovane amica Giovanna, è invece famosa a fabbricar sciroppi! All’assaggio, dovrete dunque dire: Che buon sciroppo ha insegnato alla Petronilla e a noi, la “cara” Giovanna!»

” La Petronilla” Milano, Agosto 1937-XV

Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente».
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Liquore di caffè alla maniera di Petronilla

“Curaçao” casalingo alla maniera di Petronilla

“A small cup of coffee” di Julius Schorzman – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 2.0 tramite Wikimedia Commons – 
Liquore di caffè alla maniera di Petronilla

Liquore di caffè alla maniera di Petronilla

«Quando ti deciderai a salire le scale di casa mia, ti farò assaggiare un certo liquorino di fabbrica personale, mia; e se lo troverai degno, te ne insegnerò la facile preparazione, affinchè tu possa poi insegnarla alle tue…nuove amiche (così la mia cara Giulia, allorchè mi ha vista, stamane, in piazza). – Un tuo liquore che ancora non conosco?
Ma, cara Giulia, io non voglio certo perder tempo e, se permetti, subito subito t’accompagno a casa. Il liquore dell’amica, l’ho trovato talmente prelibato, ed è anche così lesto a fare, e di sì certa riuscita, e di spesa tanto limitata (per essere un liquore) che, subito, una nuova bottiglia è andata ad arricchire la mia…biblioteca bottigliesca; e che ora, senza perder tempo, insegnerò a tutte voi la facile preparazione del buon liquore.
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Pesate (possedete la bilancia?) 3 etti di zucchero e gr. 125 d’acqua; versate l’uno e l’altra in una casseruola della capacità di circa 1 litro; mettete a fuoco; e fate dare un bollo affinchè lo zucchero, sciogliendosi, faccia dell’acqua un dolcissimo sciroppo. Pesate gr. 70 di buon caffè (ma…di vero caffè, e di buona marca, e che, anche, sia stato da voi stesse macinato per evitare il pericolo che il droghiere…) e mettetelo nell’apposito recipiente della vostra macchinetta da caffè espresso o filtrato.
Pesate gr. 225 d’acqua; fatela bollire per 2 minuti; versatela sulla polvere; filtrate; e il buon caffè ben carico e ben profumato che avrete ottenuto, unitelo allo sciroppo affinchè si faccia, così anche per bene dolcificato. Coprite la casseruola con il suo coperchio (il profumo non deve spandersi per l’aria) e mettete al fresco.
Tosto che il caffè sarà raffreddato, unite una bustina di vaniglina pura (il droghiere la vende) e gr. 125 di alcole da liquori; mescolate; ricoperchiate di nuovo la casseruola; lasciate riposare fino al giorno appresso; imbottigliate; ed eccovi pronto un nuovo liquore da offrire dopo un pranzo o durante una serata; ed un liquore che vi procurerà, certamente, un vero diluvio di elogi.
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Di elogi che voi però dovrete, non già alla Petronilla, ma bensì alla sua vecchia, alla sua cara amica Giulia che, nel preparare, e persino nell’ inventar liquori ha, come v’ho detto, una sua tutta speciale…specialità.
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Tanto speciale, ch’ella m’ha infatti promesse altre ed altre delle ricette per liquori prelibati del suo vasto repertorio; ma quelle…quelle le leggerete dapprima sulle “Domeniche del Corriere” che…verranno; e poscia – con tutte l’altre varie e che pure verranno – nel terzo volumetto delle sue ricette che fra qualche anno, spera, si augura e si ripromette presentarvi.»
LA PETRONILLA Milano, Agosto 1937-XV

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Sciroppo di caffè alla maniera di Petronilla

Ghiacciato di cacao alla maniera di Petronilla

“Cafe rica bottle and bag.” di Alphamouse – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons – Liquore di caffè alla maniera di Petronilla
Liquore di limone alla maniera di Petronilla

Liquore di limone alla maniera di Petronilla

«Tu, tanto orgogliosa della tua ricca dispensa, vorresti aggiungere un’altra bottiglia di liquore a quelle che ti compiaci di vedere lì allineate?
Allora, versa, in un fiasco, 100 grammi di alcool fino, quattro chiodi di garofano, una stecchina di vaniglia lunga un dito, un pezzetto di corteccia di cannella lungo mezzo dito e tutto il giallo (ma solo il giallo) che, con un coltellino  affilatissimo, riuscirai a ritagliare dalla buccia di quattro limoni sani e grossi. Tappa il fiasco, sbattilo, riponilo in dispensa e non scordare di dargli ogni giorno un’altra sbattutina.

Dopo otto giorni poni a fuoco, in una casseruola, 500 grammi di zucchero e altrettanti di acqua; fa bollire per due, tre minuti e lascia raffreddare.
Scola nella casseruola l’infuso; schiaccia bene bene con il dito le listarelle gialle trattenute dal colino per spremerne così l’alcool totalmente; unisci altri 300 grammi di alcool, mescola, imbottiglia, tappa, incolla l’etichetta “liquore di limone” e riponi la… nuova inquilina presso le vecchie della tua popolata dispensa».
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“Liquori, bibite, sciroppi, coppe, tazzine” – Le perline di Petronilla – Ed. Sonzogno – 1946

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
Pastiera napoletana e limoncello.
Pastiera napoletanaLiquore di limone alla maniera di Petronilla “Mattia Luigi Nappi – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons
 
liquore di cioccolato

Liquore di cioccolato alla maniera di Petronilla

Kildalton Cross cocktail – Cocktail con liquore al cioccolato, panna e whisky by Toru Matumoto

TANTO vi sono piaciuti il… mio Liquore di Zabaglione ed il …mio Liquore di Latte, che – non ancora paghe – vorreste altre ricette di altri liquori, per poter fare, così, gran sfoggio di bottiglie, quando le amiche verranno a far con voi … quelle tali “quattro chiacchiere” che di solito si prolungano almeno per due ore? Ebbene; la ricetta di un altro liquore, che in dieci minuti è fatto, ch’è molto dolce e, quindi, adatto soprattutto per noi… signore; e che, pur essendo un liquore (e pur richiedendo, così, per la sua composizione, costosissimo alcool) costa relativamente poco, eccola qua:

Scegliete, fra tutti i vostri, un bicchiere comune da cucina, della capacità di circa 200 grammi, e che vi dovrà servire varie volte, quale… unità di misura. Ponete in una casseruola, e a fuoco molto basso, un etto di cioccolata sopraffina e mezzo bicchiere (quello) di acqua. Mescolando e calcando con un cucchiaio di legno, fate sciogliere per bene la cioccolata nell’acqua. Appena la cioccolata sarà sciolta, aggiungete 400 gr. di zucchero. Continuate a mescolare (ma sempre a fuoco assai basso) fino a che tutto lo zucchero si sarà liquefatto.

Aggiungete, allora, un bicchier d’acqua (quello) e mescolate. Aggiungete, dopo un minuto, un altro bicchiere d’acqua (quello) e continuate a mescolare, ma sempre a fuoco assai basso, giacché se la miscela “levasse il bollore…” il vostro fiasco, quali liquoriste, sarebbe, in quel caso, assicurato. Quando vedrete, e sentirete, la miscela tutta omogenea e bene amalgamata, lasciate raffreddare.

Quando sarà raffreddata, aggiungete mezzo grammo di vaniglia e… (e qui converrà aprire il borsellino) un bicchiere (quello) di alcool buono, da liquori; mescolate. Imbottigliate, in bottiglia molto elegante, possibilmente di terra cotta, e… se, colle amiche, starete ben zitte intorno alla fabbrica… clandestina dalla quale è uscito il soave liquore che state loro offrendo, ognuna lo penserà e crederà di marca ricercata. Se, invece, con gran sincerità, loro spiattellerete … sentirete, allora, una preghiera generale ” Dammene, ti prego la ricetta giacché voglio fabbricarmi anch’io una bottiglia di questo liquore ch’è tanto squisito!”

Le ricette di Petronilla Edizioni Olivini 1935

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Bodino di cioccolata alla maniera di Petronilla

Crema di cioccolato alla maniera di Petronilla

 foto [[File:Kildalton Cross cocktail.jpg|Kildalton_Cross_cocktail]]
liquore zabaglione

Liquore di Zabaglione alla maniera di Petronilla

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«In credenza io tengo sempre una bottiglia di certo liquore che si chiama zabaglione e che fabbrico io stessa.
È, questo, lo zabaglione che a piccoli bicchieri, e magari riscaldato a bagno-maria, offre al marito, ai ragazzi, a me stessa, allorché si accusi un certo … languorino; che offro, qualche volta, all’una e all’altra amica; che, soprattutto, non mi faccio mai mancare quando sono in campagna, giacché mi può rappresentare, allora, una autentica risorsa, nel caso che cari amici vengano a farmi la bella sorpresa di una loro visita.
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E poiché è molto probabile che, anche in famiglia vostra, alcuno accusi, all’improvviso, quel certo… languorino; che anche voi desideriate, un giorno, offrire un bicchierino alla cara amica; e che anche a voi, quando siete in campagna, capitino all’improvviso i cari amici… così voglio darvi (se non la conosceste); o ricordarvi (se l’aveste scordata) la mia ricetta del liquore-zabaglione; e consigliarvene, anche, la semplice e sicura preparazione.
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Fate bollire, con una bacchetta di vaniglia, mezzo litro di latte e lasciate raffreddare. Sbattete ben bene, in un’insalatiera, 4 torli con 4 etti di zucchero, non scordando che ho detto “ben bene”, cioè per circa mezz’ora. Unite, a poco a poco, e rimestando, un etto di spirito da liquore e poscia, sempre rimestando, un etto di Marsala.
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Coprite l’ insalatiera e lasciate riposare per circa 10 minuti. A poco a poco, sempre rimestando, aggiungete il latte bollito e ormai raffreddato. Lasciate riposare per 10 minuti. Passate per fitto cola-tè e versate in bottiglia. Assaggiate; rallegratevi d’aver fabbricato un cotale zabaglione sopraffino; e se volete che la bottiglia non venga in pochi giorni vuotata… usate la saggia precauzione di serbare con tutta la famiglia il mistero ed il silenzio intorno allo squisito zabaglione che avete già preparato.
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E se anche volete, offrendolo agli amici, che la domestica preparazione non venga per nulla intuita… non scordate, togliendo la bottiglia dallo scaffale, di darle una provvida scossettina per rimuovere il deposito che mai non manca in questo zabaglione fabbricato all’economica, e senza alambicchi!»
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Le ricette di Petronilla Edizioni Olivini 1935

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Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

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Liquore di Zabaglione alla maniera di Petronilla Di Tobias R. – Metoc [[File:Eierlikör-1.jpg|Eierlikör-1]]
liquore latte

Liquore di latte alla maniera di Petronilla

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«Si sa che, in ogni casa, alcune bottiglie di vari liquori devono esser sempre pronte ed alla mano.
Infatti, si dà un pranzo? Un grande, od un amichevole ricevimento? Un’amica viene a visitarci? Uno si lagna di un “peso” sullo stomaco? Un altro ha necessità di una energica scossa? Ecco che un bicchierino di liquore sarà sempre, in tutti questi casi, il bene-accetto e il ben-venuto!
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Se, pertanto, tra le altre, voleste avere in quello scaffale della vostra credenza ch’è riservato alle… forti leccornie, anche una bottiglia di certo liquore molto apprezzato sempre da tutti (e specie dalle donne…) eccovi la facile e poco costosa maniera di fabbricar voi stesse, con il latte, un liquore, anzi un dolcissimo rosolio, veramente delicato e sopraffino.
Vi pare strano che, con il latte, si possa?… Ebbene; provate e constatate.
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In un fiasco ben lavato, e provvisto del suo tappo, introducete mezzo chilo di zucchero; mezzo litro di latte crudo; mezzo litro di alcool da liquori; mezzo limone con la sua buccia e tagliato in pezzi grossi; e mezza stecca di vaniglia sminuzzata. Chiudete subito il fiasco con il suo tappo; scuotetelo; e lasciatelo poi in riposo per 15 giorni, non scordando però di dargli una scossettina ogni sera ed ogni mattina. Il sedicesimo giorno, filtrate attraverso carta da filtro (o carta asciugante e bianca) che avrete applicata dentro ad un imbuto.
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Raccogliete il liquore, che vedrete gocciolare limpidissimo quanto l’acqua, in una di quelle bottiglie speciali ed autentiche per liquori rinomati, e che un giorno avrete comperata piena o della quale vi sarà stato fatto gradito omaggio. Oltre al bicchierino del rosolio, potrete dar così… a bere alle vostre amiche che, in casa vostra, non si offrono nè liquori fabbricati con le essenze e che puzzano quindi lontano un miglio di gretta economia, nè liquori casalinghi… ma liquori tutti rinomati ed esclusivamente di grande marca!…
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Allorché, dalla bianca poltiglia rimasta sul filtro non vedrete cadere più nemmeno una stilla, fiutate…, assaggiate…, e, sentendo un soave profumino…; e gustando un dolce e soave saporino… esclamerete certamente: “Chi l’avrebbe mai detto che con il latte si potesse ottenere un liquore di questa fatta?”.»
“Le ricette di Petronilla” Edizioni Olivini 1935

Petronilla, chi era?Petronilla libri

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liquore- latte
 MOs810 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=40404663
Liquore d'erbe alla maniera di Petronilla

Liquore d’erbe alla maniera di Petronilla

  • Il Centerba è un liquore aromatico tipico abruzzese ottenuto per distillazione di erbe aromatiche e officinali montane.
    Descrizione, storia ed etimologia
    La Centerba è un liquore dalle alte gradazioni ricavato dalla distillazione di erbe mediche (cento erbe). Inventato dal farmacista Beniamino Toro, abruzzese di Tocco da Casauria, prima utilizzato come medicamento contro la peste diviene negli anni a seguire un liquore dal gusto raffinato e secco.
    Il nome centerbe si riferirebbe, originariamente, ad una bevanda alcolica prodotta – a partire dal XIII secolo fino al XVII secolo d.C. – all’ abbazia di San Clemente a Casauria.
    Attualmente il nome (Amaro Centerbe, Centerbe, Centerba, Antico Centerbe, Rosolio Centerbe) viene utilizzato per indicare vari liquori (con ricetta equivalente o simile) sia di produzione commerciale che artigianale.
    Il liquore raggiunge, ma può anche superare, la gradazione alcolica di 70% vol ed è uno dei più forti liquori italiani oltre che uno dei più rinomati. Viene sovente utilizzato anche come “correttivo” al caffè e in pasticceria.

«Siete le padrone (sia pure soltanto per qualche mese) di un giardino, di un orto, di un terrazzo, di un balcone, nei quali non scarseggiano erbe e piante profumate? O, se di nulla siete le padrone, potete almeno procurarvi il necessario (numeroso in qualità, ma limitatissimo in quantità) per fabbricare un certo liquore che, pur essendo casalingo, potrà sembrare di fabbrica rinomata, e che, pur essendo genuino, costerà veramente assai, assai pochino?

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Cogliete, ora, dalle vostre piante, o procuratevi da quelle che a voi mancheranno, 3 foglie di menta; 3 di tè; 3 di limone; 3 di alloro; e 5 di rosmarino; inoltre 3 fiori di camomilla; 3 frutti (palline nere) di ginepro; 2 chiodi di garofano; 1 presina di zafferano; ed un pezzettino di corteccia di cannella lunga e larga quanto una vostra unghia.
Comperate, in una bottiglia che contenga 1 litro, 4 etti di alcole da liquore (e questa, naturalmente, sarà la spesa maggiore). Introducete, nella bottiglia, le 10 merci; tappate; scuotete; riponete; lasciate lì, in infusione, per 5 giorni. Trascorso il tempo, ponete a  fuoco, in una casseruola, 350 gr. di zucchero; fate bollire per 6 minuti; e lasciate poscia raffreddare. Versate lo sciroppo, così allestito, nella bottiglia; richiudetela; scuotetela; e ponetela a riposare per due giornate. Filtrate, allora, il liquore per carta da filtro (la vendono i droghieri);assaggiatelo; imbottigliate; tappate; mettete il liquore sotto chiave, assieme agli altri di fabbrica…nostrana.»
Altre ricette di Petronilla 1937
Liquore d’erbe alla maniera di Petronilla

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali