Fagottini di mele

Fagottini di mele, Boulettes d’apple, Apple dumplings

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A. Escoffier, Il grande Libro della cucina francese

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«Preparare delle Mele alla bonne femme:

prendere delle mele renette, privarle del torsolo e dei semi con l’apposito utensile cilindrico ed inciderle tutt’intorno. Disporle quindi su un piatto di cottura e riempirle di un composto di burro e zucchero. Versare un po’ d’acqua sull fondo del piatto e passare in forno a calore moderato,

e racchiuderle ciascuna in una sfoglia di pasta à foncer. Coprire ogni fagottino con una rondella dentellata della stessa pasta; spennellarlo con dell’uovo sbattuto; decorare il fondo con una griglia di pasta e cuocere in forno, a temperatura piuttosto elevata, per 15-20 minuti.

Cospargere di zucchero all’uscita dal forno.»

 
Fagottini di mele
 Ingredienti e dosi per 6 persone

6 mele grosse, 150 gr. di zucchero, 2 cucchiaini di cannella in polvere, 450 gr. di pasta sfoglia, 2 cucchiainii di uva sultanina, 2 cucchiaini di noci tritate, 50 gr. di burro, 2 tuorli d’uovo sbattuti, 2 fogli di alluminio.

Tempo di preparazione: 30 minuti       Tempo di cottura: 25-30 minuti

 Preparazione

Mentre preparate i fagottini portate il forno a 220 gradi. Sbucciate le mele, privatele dei torsoli e praticatee delle piccole incisioni nella polpa esterna. Dei 150 gr. di zucchero tenetene da parte 6 cucchiaini. Mescolatee il rimanente con la cannella.
Tirate la sfoglia fino ad ottenere uno spessore di circa 3 mm. Ritagliatene dei riquadri di dimensioni suffficienti a contenere una mela. Impastate di nuovo la sfoglia rimasta e ricavatene dei ritagli decorativi.

Appoggiate una mela al centro di ciascun quadrato di sfoglia. Al posto del torsolo mettete l’uvetta, le nocii tritate, un cucchiaio di zucchero e un tocchetto di burro. Avvolgete le mele con la pasta e chiudete tutte lee aperture, quindi guarnite con ritagli di pasta rimasti.
Spennellate i fagottini con il rosso d’uovo e disponeteli su una teglia ricoperta con fogli di alluminio. Mettetee a cuocere in forno per 25-30 minuti. Se la pasta dovesse colorirsi troppo rapidamente proteggetela con unn altro fogliio di alluminio.

Al posto di questi fagottini potete preparare dei quadrati di pasta con al centro una mezza mela. Spolverizzate di zucchero e cannella, spennellate la pasta con tuorlo d’uovo e mettete a cuocere in forno caldo per 15-20 minuti.

  “Idee Creative” 1996
 

La mela è sempre stata un alimento tipico della cucina rustica. Sane e succose, facili da conservare , le mele comparivano sulle tavole di campagna come frutto fresco, frittelle, fagottini,, crostate, torte o affettate e cosparse di zucchero o miele.(..)
Ma la mela non è solo la regina della pasticceria casalinga. E’ un ottimo ingrediente per contorni a piatti salati: la purea di mela è ideale per accompagnare piatti di carni grasse come l’oca e il maiale e fettin e di mela arriccchiscono gustosamente le insalate.

 


Apple Dumplings, 1880 George Dunlop Leslie

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/88/George_Dunlop_Leslie_-_Apple_Dumplings.jpgFagottini di mele

 

Mele alla crema alla maniera di Petronilla

Mele alla crema alla maniera di Petronilla

 

La Domenica del Corriere, 14 gennaio 1934 – « Tra i fornelli » di Petronilla
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«Se ad un pranzo voleste presentare un dolce di frutta squisitissimo, eccomi qua ad insegnarvi, tali e quali le preparo io, le mele alla crema.
Per far questo squisito dolce, che non costa un patrimonio; che in meno di un’oretta è sempre preparato; e che, quando compare in tavola, ha tutta l’apparenza di un dolce… di gran chic…
Comperate delle mele; scieglietele tutte, possibilmente, della stessa grandezza; in numero non meno di una per ogni commensale, e non troppo acerbe nè troppo mature. Sbuciatele: fate in ciascuna (con l’apposito strumento o, se non lo possedete, con un coltello a punta) un buco nel mezzo che tutte le attraversi (ne toglierete così torsolo e semi); mettetele sul piatto della bilancia e pesatele.

Pesano esse circa gr. 600, quanto cioè le 8 mele che io ho cucinate ieri! Mettetele allora in una pentola bassa con 1 quinto di vino bianco, mezzo bicchiere d’acqua e gr. 130 di zucchero. Fatele un po’ cucinare rivoltandole spesso (ma con ogni cura affinchè non si rompono); quando saranno a mezza cottura toglietele dal tegame e disponetele in una di quelle… terrine di terracotta o di porcelllana che, pur sopportando il forno, sono degne d’essere portate in tavola e, nella pentola ribollendo, fate un po’ addensar quel sugo che vi avran lasciato il vino, le mele e lo zucchero.

Servendovi di un cucchiaio di legno, sbattete nella casseruola 3 tuorli con gr. 70 di zucchero: aggiungete a poco a poco gr. 20 di farina bianca e mezzo litro di latte; mettete a fuoco basso e continuate a rimescolare fino a che, lievemente bollendo, vedrete che la crema si addensa.
Versatela tutta sopra le mele, riempiendone così i buchi e tutte ricoprendole. Montate a fiocco (ben sbattendoli) i 3 albumi; aggiungete gr. 20 di zucchero a velo; e quando la vostra bianca spuma sarà per bene indurita, ricoprite con essa mele e crema.
Un’ora circa prima del pranzo, mettete la terrina al forno; al momento di servire versatevi sopra quel tal sugo che vi ho detto di addensare e di metter poi da parte, e…
Son qui, in attesa che mi diciate…se le mie spumeggianti mele alla crema siano o non siano un dolce ultra squisitissimo e di gran chic!»

 

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 Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»

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 Mele alla crema alla maniera di Petronilla
Frittelle di mele alla maniera di Petronilla

Frittelle di mele alla maniera di Petronilla

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-Inverno-

Se appartenete anche voi a quella fitta schiera di mamme che, seguendo certi precetti dell’igiene, non voglio caricare con troppa carne gli stomachi dei loro ragazzi, e se volestequindi, qualche volta, preparare per la cena un piatto vegetale, spiccio a fare, di poca spesa, e molto appetitoso… ricordate che questa è la stagione delle grosse mele, e che, con le mele, si fanno (credo da secoli) certe squisitissime frittelle. Sono appunto queste che oggi ho pensato di indicare a quella… mosca bianca che non le abbia mai mangiate; di insegnarle a quella che non le sappia fare; e di ricordarle, infine, a quella che… di queste frittelle si sia da un po’ di tempo scordata.
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Comperate un chilo di grosse mele; di quelle che costano poco e che hanno la buccia qua molto rossa e là piuttosto verde. Togliete ad ognuna, con ogni cura, la sottile buccia. Se possedete l’apposito istrumento, strappate a tutte il torsolo, se non lo possedete, risparmiate la superflua spesa. Tagliate ogni mela sbucciata in tante fette trasversali, rotonde, alte circa mezzo centimetro e con il coltellino appuntito togliete quel po’ di torsolo che, per la mancanza di quel tale istrumento, sarà ancora nel centro d’ogni fetta. Disponete queste, a strati, in una insalatiera e, di mano in mano, spolverate ognuna di zucchero e sopra ognuna sgocciolate qualche goccia di rhum; o di cognac; o, più economicamente, di Marsala o di Rodi; o di semplice vino bianco.

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Coprite l’insaltiera con un piatto; e fate riposare 2 ore, affinchè le mele si imbevano per bene dello zucchero e dell’alcool. Mezz’ora prima di cena, sbattete in una insalatiera, con due cucchiai di zucchero, 2 uova intiere; a poco a poco aggiungete farina bianca fino ad ottenere una pasta molto densa; e, sempre a poco a poco, e sempre mescolando, aggiungete poscia latte, fino ad ottenere una pastella omogenea e densa quanto… una assai molle polenta. Ponete a fuoco, in padella, secondo il vostro uso familiare, o strutto od olio (io uso sempre olio). Quando il grasso bollirà, immergete nella pastella, ad una ad una, le fette di mela servendovi della forchetta; lasciatene sgocciolare l’eccesso di pasta, e buttatele poi nella padella, ma non più di due o tre alla volta. Toglietele quando sull’una e sull’altra faccia le vedrete tutte rigonfie ed imbrunite. Stendetele, di mano in mano, su carta asciugante, per toglierne un po’ del grasso. Inzuccheratele e servitele calde.
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Tanto eccellente è questa ghiottoneria invernale che, se la praparerete, giungerà poi alle vostre orecchie molto spesso la domanda: – Quando ci farai, mamma, quelle tali frittelle con le mele?

Ricette di Petronilla Ed.Olivini 1938
Frittelle di mele alla maniera di Petronilla

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»

 La mela è sempre stata un alimento tipico della cucina rustica. Sane e succose, facili da conservare , le mele comparivano sulle tavole di campagna come frutto fresco, frittelle, fagottini,, crostate, torte o affettate e cosparse di zucchero o miele.(..) ma la mela non è solo la regina della pasticceria casalinga. E’ un ottimo ingrediente per contorni a piatti salati: la purea di mela è ideale per accompagnare piatti di carni grasse come l’oca e il maiale e fettine di mela arriccchiscono gustosamente le insalate.

La presentazione dei dolcetti fritti

  • Fritti leggeri e voluminosi come cenci e frappe Si servono in grandi vassoi dove formano una bella cupola. A parte si presenterà altro zucchero vanigliato nello spargizucchero.
  • Castagnole e frittelline
    Si servono in vassoi piccoli, coperti con un tovagliolino o un disco di carta pizzettata.

Enciclopedia della donna 1978
Sburlòn, liquore di mele cotogne

Sburlòn, liquore di mele cotogne

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Lo Sburlòn (spintone) è un liquore a base di mele cotogne, tipico della pianura e della zona collinare del parmense. Si riteneva che, bevuto a fine pasto, desse una sorta di “spinta”, facilitando la digestione; allungato con acqua era ritenuto un ottimo corroborante e defatigante.
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Lo sburlon è il frutto della macerazione ed infusione alcolica della polpa della mela, precedentemente grattugiata o ridotta in poltiglia.. La polpa così trattata viene dapprima fatta macerare per circa cinque giorni al fine di estrarne tutti i succhi che vengono poi messi in infusione in alcol, assieme a vari aromi e allo zucchero, per un periodo non inferiore ai 30 giorni. Al termine avviene la filtrazione e l’imbottigliamento. Ne risulta un liquore a elevata gradazione alcolica, limpido e di colore fra il giallo e il nocciola. La sua preparazione è antica e la ricetta ha innumerevoli varianti..
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Lo Sburlon è sempre stato, assieme al Nocino uno dei liquori popolari più diffusi. Fino a pochi decenni fa infatti, in molte case di campagna, sia in montagna che in pianura, c’era una pianta di Mela cotogna da cui si ricavava la marmellata (Cotognata) ed il liquore. In inverno viene consumato a temperatura ambiente mentre in estate è ottimo servido freddo.
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Sburlòn, liquore di mele cotogne

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Sburlòn,  liquore di mele cotogne
 Ingredienti

Mele cotogne, alcool, zucchero, scorza di limone.

 Preparazione

Tritate molto finemente le mele cotogne, possibilmente con la macchina da salame elettrica (quella del norcino!!). Le mele possono essere utilizzate nella quantità desiderata. Lasciate le mele tritate in una pentola ben coperta per due giorni a fermentare. Dopo vanno schiacciate con lo schiacciapatate per farne uscire il “sugo”. Al peso del liquido così ottenuto viene aggiunta una quantità di alcool a piacere, zucchero in proporzione di metà dell’alcool utilizzato (e comunque non più di 6 etti, per non rendere il prodotto finito troppo liquoroso). Lasciate in infusione tre mesi ed infine filtrare.

  • Indicativamente: per 1 litro di succo di cotogne, aggiungete 1 litro di alcool e 400 gr. di zucchero.
  • Potete profumare il liquore con 2 chiodi di garofano e 1 stecca di cannella.
 Altre ricette con le cotogne
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Mele e pere cotogne
Il Cotogno (Cydonia oblonga) è una pianta della famiglia delle Rosaceae. È una delle più antiche piante da frutto conosciute: era coltivato già 4.000 anni fa dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro a Venere ed in epoca Romana era ben noto, venendo citato da Catone, Plinio e Virgilio. Originario dell’Asia Minore e della zona del Caucaso, oggi è diffuso principalmente nell’area occidentale del Mediterraneo ed in Cina. Un tempo molto diffuso anche in Italia, dagli anni ’60 ad oggi  si è verificata una notevole contrazione della produzione.
I fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali. I frutti di colore giallo oro intenso, sono di dimensioni variabili, asimmetrici, maliformi o piriformi. I frutti venivano anche posti negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria. Le varietà con i frutti a forma di mela sono dette meli cotogni, mentre quelle con i frutti più allungati sono dette peri cotogni L’epicarpo (la parte esterna del frutto) è fittamente ricoperto di peluria che scompare a maturazione.
La polpa è facilmente ossidabile, poco dolce ed astringente. La condizione di limitata dolcezza della polpa non significa assenza di zuccheri. Con la cottura la polpa assume una dolcezza intensa, e la liberazione di un profumo di miele. I semi sono poligonali, numerosi, spesso agglutinati tra loro da uno strato di mucillagine. Il frutto è usato per la preparazione di: marmellate, gelatine, mostarde, distillati e liquori.
Sburlòn, liquore di mele cotogneSburlòn,  liquore di mele cotogne
Torte alla frutta per la merenda

Torte alla frutta per la merenda o come dopo cena!

Prima ricetta
Da Altre ricette di Petronilla 1937
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«Quando ieri la cara amica Damia mi ha chiesto cosa mai io avessi preparato per il pranzo… e quando ha sentito che, essendo sola con i figlioli, avevo preparato soltanto un risotto ed una torta di frutta… prima ha espresse tutte le più alte meraviglie, e poscia mi ha pregata di insegnarle la mia torta. Con la solita cortesia, così ho parlato alla mia cara Damia, e così oggi parlo a voi, nel caso probabile che vi sia qualche… Damia anche fra tutte voi; qualche donna, cioè, poco svelta ad ideare piatti, e poco pratica nel cucinarli. Dovete dunque, o mie Damie, per fare con le frutta un’ottima torta…
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Battere per bene, dentro ad una insalatiera (e sempre con il cucchiaio di legno) 1 uovo intiero, 1 torlo e 100 gr. di zucchero. Unire la buccia grattuggiata di mezzo limone e mescolare. Aggiungere (un po’ alla volta) 150 gr. di farina bianca, e mescolare. Versare (sempre un po’ alla volta) 1/2 bicchiere di latte freddo e ancora mescolare. Mettere, nella miscela, un cucchiaino colmo di quel lievito che si compera dal droghiere; e compiere l’ultima e definitiva rimescolata. Ungere con burro una tortiera.
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Scolarvi dentro tutta la pasta. Coprire questa, senza economia, con fettine di pere o di mele sbucciate e monde dei semi (circa 1 chilo). Distribuire, sopra la frutta ed in modo uniforme, 100 gr. di zucchero al quale si sarà unita una presina di cannella. Sgocciolare, qua e là, sopra la frutta zuccherata, un cucchiaio di burro liquefatto. Infornare in forno non troppo caldo per un’oretta, o cucinare fra le brage. Portare in tavola; servire; mangiare; gustare; e concludere – come concludo io quando la faccio – che questa torta, oltre che economica e spiccia – è anche superlativamente squisita.»
Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»

Seconda ricetta
Dal sito «Gustissimo»

Ingredienti
400 gr. di frutta mista 400 gr. di farina 1 bustina di lievito per dolci 125 gr. di burro 220 gr. di zucchero 1 uovo intero + 4 tuorli 250 ml. di latte La scorza grattugiata di 1 limone 1 pizzico di sale Una manciata di fagioli secchi.
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Torta rovesciata di farina di castagne

Torta rovesciata di farina di castagne

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 Ingredienti per 4 persone
3 mele, 300 gr. di farina di castagne, 250 gr. di zucchero, 100 gr. di burro, 2 uova, 1 bustina di lievito per dolci, 1 pizzico di sale, 100 gr. di canditi a tocchetti, cannella in polvere q.b
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Preparazione

Scaldare il forno a 200 gradi. Foderare il fondo di una tortiera con carta da forno. Ungere la carta con un po’ di burro e cospargere con lo zucchero.

Sbucciare le mele e tagliarle a fettine. Disporre le fettine di mele sul fondo dello stampo e spolverarvi sopra cannella a piacere.
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In una terrina unire burro e zucchero e mescolare con una frusta. Aggiungere al composto le uova, la farina di castagne, il lievito, il sale ed i canditi infarinati (così non affonderanno durante la cottura).
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Versare il composto ottenuto sulle fettine di mela e livellare la superficie.
Infornare e cuocere per trenta minuti circa.Quando la torta sarà cotta, toglierla dal forno, farla raffreddare e rovesciarla.
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Vino
Asti spumante demi-sec (Piemonte), Albana di Romagna dolce o amabile, Moscato d’Asti (Piemonte), Recioto(Veneto)
 Torta rovesciata di farina di castagne
 La farina di castagne, detta anche farina dolce è il prodotto dell’essiccatura e della successiva macinatura delle castagne.Si presenta con un colore nocciola e con sapore dolce  Si produce principalmente nelle zone di montagna dai 450 metri ai 900, dove ha modo di crescere la pianta del castagno domestico e dove nel tempo si sono stabilite le strutture abilitate alla sua produzione (in particolare sull’Appennino settentrionale e alcune zone di quello centrale e dell’Appennino calabro).
In passato era un’importante fonte di sussistenza, per molte di queste zone montuose, visto l’alto contenuto calorico. Tutto l’Appennino ligure, tosco-emiliano e tosco-romagnolo, che della farina di castagne fece in passato la principale fonte di sostentamento, è stato caratterizzato dalla cosiddetta civiltà del Castagno.
La castagna introdotta già ai tempi di San Benedetto fu intensamente coltivata a causa delle carestie e della peste. In Toscana nel 1300 queste calamità portarono la popolazione a spostarsi, in cerca di mezzi di sostentamento, verso le colline. In Corsica, il castagno venne introdotto su larga scala nel sedicesimo secolo dai genovesi e la sua diffusione cambio’ radicalmente il paesaggio di vaste zone dell’isola e la dieta di gran parte della popolazione.
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Lo strudel alla maniera di Petronilla

Lo strudel alla maniera di Petronilla

.Capo d’anno
In certe case, come in quella che, prima mi sposassi, era la mia, non può assolutamentemancare quel certo piatto, per ogni ricorrenza. Così, nella casa di modesta borghesia che mi ha vista crescere in grande allegria, sul finire del gran pranzo di «Capo d’anno» non poteva mai mancare lo strudel fra le sue fiamme. Lo strudel è un dolce a base di frutta; molto adatto per un pranzetto un pochino lauto; non lungo a fare; di grande apparenza; e di spesa veramente relativa qualora si abbia in casa rum che non costi molto; rum, cioè, preparato unendo il contenuto di una boccetta della relativa essenza a quel quantitativo di acqua, di zucchero e di alcole indicato sopra l’etichetta. Se anche voi (al par di me che son tanto ligia alle tradizioni della famiglia)… se anche voi voleste, quale vivo e allegro augurio per il nuovo anno… in quel tal giorno, recare in tavola, il dolce infiammato:
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Mettete, sull’apposita asse, gr. 250 di farina bianca, un pizzico di sale, 1 cucchiaio di zucchero; riunite il tutto a montagna; fatevi nel mezzo un buco; versate nel buco un uovo intiero, ed un cucchiaio colmo di burro sciolto in 1/2 bicchiere di latte tiepido. Impastate; aggiungete ancora latte se fosse necessario; manipolate; rimanipolate; pensate che più lavorerete la pasta, più il dolce vi riuscirà squisito e… delicato. Allorché sentirete la pasta morbida e le vostre braccia un poco stanche, ammassate a palla la pasta; mettete sul fuoco una casseruola vuota, perché si riscaldi; ricoprite con essa la pasta; e lasciatela poi lì, al caldo, per una mezz’ora circa.
Secondo il gusto, preparate intanto la frutta; preparatene circa 1 kg. e o sole mele; o sole pere; o mele e pere e prugne secche. Le mele e le pere sbucciatele; liberatele dal torsolo; affettatele fine. Le prugne rammollitele in acqua e snocciolatele. Tagliate poi il picciolo a ciascuno degli acini di un etto di uvetta sultanina e lavateli con un goccio di quel rum. Tirate, con la pasta riposata, una sfoglia il più possibile sottile; ungetene la superficie con burro liquefatto; stendetevi sopra la frutta affettata, lasciando vuoto, per 2 dita, l’orlo tutto in giro; e spargete, sopra la frutta, l’uva sultanina, 2 prese di cannella in polvere, 3-4 cucchiai di zucchero, e 1/2 etto abbondante di burro liquefatto. Adagio adagio (che non si rompa!) arrotolate su se stessa la sfoglia con il suo ripieno, fino ad averne un bel rotolo lungo; schiacciatelo ai 2 capi fortemente (che frutta non scappi!) e leggermente al di sopra (che sia appiattisca un poco); passatelo, curvandolo, in una tortiera di rame bene imburrata; pennellatene con burro fuso la superficie (che si faccia, così, ben lucida) e cucinate in forno o fra le brage.
Al momento di servire (ma solo allora!) fate scivolare lo strudel sul piatto; innaffiatelo senza economia con quel rum; date fuoco; e…
* * *
E quando il fiammante dolce farà la sua comparsa, come non potrebbe venir accolto da uno scrosciante evviva generale?
Altre ricette di Petronilla anno 1935
Lo strudel alla maniera di Petronilla
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  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Lo strudel (dal tedesco Strudel = vortice) è un dolce a pasta arrotolata o ripiena che può essere dolce o salata, ma nella sua versione più conosciuta è dolce a base di mele, pinoli, uvetta e cannella. Originario delle aree dell’Impero Bizantino, dove ancor oggi si prepara la baklava, si è quindi largamente diffuso con il nome di Strudel dall’Impero austro-ungarico in tutto il mondo a partire dalla metà del XIX secolo. In Italia tradizionalmente viene preparato nelle terre che un tempo erano sotto la dominazione austro-ungarica, principalmente Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ogni luogo ha poi la sua ricetta: con la pasta frolla, con pasta da strudel (tradizionale, sottile: vi si arrotolano le mele dentro prima di metterla in forno) o con pasta sfoglia. Ne esistono anche versioni con altri tipi di frutta: pere, albicocche, frutti di bosco e c’è anche chi applica la formula dello strudel anche per preparare torte salate, ad esempio con verdure, crauti e salumi. Gli ingredienti tipici sono: uvetta, mele, zucchero, cannella, noci ed un rosso d’uovo. In Trentino in particolare una zona dove vi è una particolare tradizione, data anche la presenza di coltivazioni di mele DOP, è la Val di Non. Qui si prepara con mele di tipo Golden Delicious sia perché si trova in ogni stagione ma anche perché zuccherine e in grado di tenere la cottura, mantenendo allo stesso tempo la morbidezza grazie all’apporto di pectina. Wikipedia
“Wiener Apfelstrudel” di Pimpinellus – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 4.0 tramite Wikimedia Commons
Strudel alla crema con mele e savoiardi

Strudel alla crema con mele e savoiardi

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Lo strudel, dal tedesco Strudel = vortice) è un dolce a pasta arrotolata o ripiena che può essere dolce o salata, ma nella sua versione più conosciuta è dolce a base di mele, pinoli, uvetta e cannella. Originario delle aree dell’Impero Bizantino, dove ancor oggi si prepara la baklava, si è quindi largamente diffuso con il nome di Strudel dall’Impero austro-ungarico in tutto il mondo a partire dalla met?* del XIX secolo. In Italia tradizionalmente viene preparato nelle terre che un tempo erano sotto la dominazione austro-ungarica, principalmente Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Ogni luogo ha poi la sua ricetta: con la pasta frolla, con pasta da strudel (tradizionale, sottile: vi si arrotolano le mele dentro prima di metterla in forno) o con pasta sfoglia. Ne esistono anche versioni con altri tipi di frutta: pere, albicocche, frutti di bosco e c’è anche chi applica la formula dello strudel anche per preparare torte salate, ad esempio con verdure, crauti e salumi. Gli ingredienti tipici sono: uvetta, mele, zucchero, cannella, noci ed un rosso d’uovo. In Trentino in particolare una zona dove vi è una particolare tradizione, data anche la presenza di coltivazioni di mele DOP, è la Val di Non. Qui si prepara con mele di tipo Golden Delicious sia perché si trova in ogni stagione ma anche perché zuccherine e in grado di tenere la cottura, mantenendo allo stesso tempo la morbidezza grazie all’apporto di pectina. Wikipedia
Ingredienti per 6 persone

300 gr. di farina, 60 gr. di burro, 2 dl. di acqua (1 bicchiere), 2 uova piccole, sale, 20 gr. di zucchero.   Per il ripieno 400 gr. di mele, 50 gr. di uvetta ammollata, 70 gr. di burro, 4 uova, 100 gr. di zucchero, buccia di limone grattugiata, cannella, savoiardi, 2 cucchiai di pangrattato rosolato nel burro nocciola (roux bruno).

Preparazione

Mettete il burro con l’acqua in un casseruolino e fatelo sciogliere. Disponete la farina a fontana, mettete al centro le uova, il sale, lo zucchero ed il burro fuso. Impastate bene fino ad ottenere una pasta liscia che non si attacchi alle dita. Lavoratela a lungo, battendola spesso sul tavolo per renderla più elastica. Fate una palla e copritela con una casseruola vuota e calda.

Lasciatela riposare così per una ventina di minuti. Stendete sul tavolo una grande salvietta, infarinatela, mettetevi sopra la pasta e tirate una sfoglia il più sottile possibile (senza romperla naturalmente). Spennellatela di burro fuso.

Preparate il ripieno. Lavorate a crema 70 gr. di burro, unite 50 gr. di zucchero poi i tuorli, uno per volta, un cucchiaino di buccia di limone. Montate bene il composto quindi incorporate gli albumi montati a neve fermissima separatamente. Schiacciate finemente alcuni savoiardi ed uniteli poco per volta al composto per dare una maggiore consistenza.

Spalmate sulla sfoglia il pangrattato, qualche cucchiaio di zucchero, un pizzico di cannella, le mele sbucciate ed affettate finemente e l’uvetta ben strizzata. Su tutto stendete la crema, lasciando libero il bordo della sfoglia. Arrotolate lo strudel delicatamente, aiutandovi con la salvietta. Chiudetelo bene alle estremità e posatelo sulla placca bene imburrata. Spennellate la superficie di burro fuso e mandate in forno caldo per circa un’ora.

Per dare quel tocco in più servite le fette di strudel con panna fresca.

Vino

Moscato del Trentino fresco.

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Confettura di fiori di acacia

Confettura di fiori di acacia

 Ricetta di Paolera – Cookaround

In questo periodo dell’anno le acacie o robinie sono ormai fiorite e se vi piace il loro profumo, lo potrete “catturare”, oltre che friggendo i loro fiori, preparando questa insolita marmellata che sarà ottima, come il miele, anche con i formaggi.

500 g di fiori di acacia, 250 g di zucchero, un limone, 4 mele grandi, 300 g di acqua.

Ecco i fiori appena raccolti! Il profumo è meraviglioso…..

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Sbucciamo le mele, togliamo il torsolo e facciamole a fettine molto fini, mettiamole in una pentola ed aggiungiamo il succo del limone facciamole cuocere per una decina di minuti fino a che saranno morbide.

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Laviamo molto bene i fiori tenendoli un po’ in acqua e sgoccioliamoli bene e aggiungiamoli alle melefacciamoli appassire ed uniamo l’acqua e lo zucchero che avremo fatto sciogliere a parte facciamo ancora cuocere per 10 minuti e con il minipimer frulliamo tutto, fino a formare una specie di purea, a questo punto la marmellata è pronta!

Basterà invasarla bollente, e rovesciare i barattoli per formare il sottovuoto.

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  • Come STACCARE la marmellata dal tegame: occorre grasso non salato. Fatelo riscaldare. La parte bruciata si staccherà in una sola pellicola, lasciando intatta la superficie della casseruola.

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 Confettura di fiori di acacia
Torta di mele alla maniera di Petronilla

Torta di mele per desinaretto vegetariano alla maniera di Petronilla

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I gustosi, svelti, economici desinaretti di Petronilla, 1944

Avete oggi il desiderio di preparare un desinaretto vegetariano sì… ma con una parentesi di saporiti salumi ecco allora…

  • Riso e rape
  • Tondini di spinaci e salumi
  • Torta di mele

Torta di mele

Versate in una terrinetta 5-6 mele sbucciate, storsolate e affettate sottilmente; 7-8 fichi secchi finemente tritati con la mezzaluna; un cucciaio di uvetta lavata e rammollita in acqua calda; un poco di cedro candito spezzettato; tutto il giallo grattugiato della buccia di un limone o di una arancia; un pugno di farina gialla e uno di farina bianca; un cucchiaio colmo di zucchero; mezzo bicchiere scarso di latte; un pizzichino di sale e un bicchierino da liquore colmo di vino Marsala o di vino bianco.

Mescolate ben bene e se l’impasto fosse un po’… molliccio, aggiungete un altro pizzico fra le due farine. Oliate o imburrate la tortiera; versatevi l’impasto; uguagliatelo; ponete in forno caldo e quando il dolce profumo vi dirà che la torta è cotta… togliete la tortiera dal fuoco e con il suo caldo e squisito contenuto presentatela in tavola.

Desinaretti 1944

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Torta di mele alla maniera di Petronilla