Apicio Ricetta del MULSUM

Apicio: Ricetta del MULSUM con volgarizzamento e note del 1852.

Mulsum, Liquamenn e Dulcia domestica  by  C. Raddato from FRANKFURT, Germany

Un vino servito a chi viaggia sulla strada. Il pepe tritato viene messo in un recipiente con miele e vino, e solo tanto  quanto deve essere bevuto. A seconda dei gusti, più miele o più vino. L’uso del miele per dolcificare il vino era tipico dei romani, i quali, tra l’altro, addolcivano quasi ogni salsa con il miele.

Il Mulsum era una bevanda molto apprezzata dai Greci e dai Romani. Si riteneva che stimolasse l’appetito, aiutasse la digestione e prolungasse la vita.

Secondo Plinio, alla domanda su come fosse arrivato alla vecchiaia Romilio Pollione, che aveva più di cent’anni, rispose: “Con mulsum dentro, con olio fuori”.

Il mulsum veniva solitamente servito prima del pasto. Il servizio degli antipasti veniva quindi chiamato anche “promulsis”.

Marcus Gavius Apiciius De re coquinaria Liber I –  Epimeles I.

II CONDITUM MELIZOMUM VIATORIUM

Conditum melizomum perpetuum, quod subministratur per viam peregrinanti: piper tritum cum melle despumato in cupellam mittis conditi loco, et ad momentum quantum sit bibendum, tantum aut mellis proferas aut vinum misceas sed, si vas erit, nonnihil vini melizomo mittas, adiciendum propter mellis exitum solutiorem.

 

C. APICIO, delle vivande e condimenti ovvero DELL’ARTE DELLA CUCINA di Giambattista Baseggio- 1852- Volgarizzamento

1.2. Condito  di  sciroppo di mele¹ per chi viaggia

Questo sì condito che si conserva, e si porge per istrada ai viaggiatori. In luogo del condito precedente, per questo farai così. Metti in una scodella pepe tritato con mele a cui sia tolta la schiuma, e nel momento in che si voglia berne, quanto ne sia bisogno, altrettanto aggiungi di mele o di vino. Ȳ però bene mescolare un po’ di vino al mele perchè scorra meglio.

Note del 1852:
¹Miele. Cosi volto il Melizomum, che letteralmente si dovrebbe tradurre brodo di miele, perchè mi sembra che meglio convenga.
²Il Lister al vocabolo suaserit fa l’ annotazione seguente: “Piperatum tamen ex melle sic despumato per se melius conservatur, quam cum crudo vino commissum”; ma tutto questo perchè? L ’ autore dice, che il vino si aggiunga allorché si voglia bere del condito. E che ci ha a far qui la conservazione ? Vanità delle vanità.

.

apicio Mulsum_and_Conditum_Paradoxum_(23823106286)

Der römer shop  Foto by Carole Raddato

Se vuoi prepararlo, ecco la ricetta con dosi

Ingredienti

  • 125g di miele
  • 5 grani un cucchiaio di pepe macinato
  • 1 litri di vino bianco (o rosso)

Preparazione
Macinare finemente i grani di pepe. Scaldare leggermente il miele e aggiungetelo al vino e mescolare il pepe. Raffreddare prima di servire.

Dulcia domestica (Dolci fatti in casa con datteri ripieni) by  C. Raddato from FRANKFURT, Germany

apicio Dulcia domestica (Dolci fatti in casa con datteri ripieni)

Dulcia domestica, ricette per dolci fatti in casa – Apicius, De Re Coquinaria

Apicio: Ricetta del CONDITUM PARADOXUM con volgarizzamento del 1852.

La ricetta dell’ Ippocrasso, il vino speziato del Medioevo

Mulsum and Conditum Paradoxum (23823106286).jpg [[File:Mulsum and Conditum Paradoxum (23823106286).jpg|Mulsum_and_Conditum_Paradoxum_(23823106286)]]
apicio vino antica roma Roemerwein_in_Speyer

Apicio: Ricetta del CONDITUM PARADOXUM con volgarizzamento del 1852.

La bottiglia di vino di Spira. La bottiglia di vino più antica al mondo risale all’epoca romana, più precisamente, al IV secolo d.C. (325-350 d.C.) ed è stata trovata nel 1867 in una tomba romana vicino alla città di Speyer, in Germania, da cui ha preso il nome.
Manoscritto di Apicio (ca 900 d.C.), monastero di Fulda in Germania, acquistato nel 1929 dall’Accademia di Medicina di New York.

File:Apicius Handschrift New York Academy of Medicine.jpg

Marcus Gavius Apiciius De re coquinaria Liber I –  Epimeles I.  CONDITUM PARADOXUM

1.1. CONDITI PARADOXI COMPOSITIO

Mellis pondo XV in aeneum vai mitluntur, praemissis vini sex tari is duobus, ut in coctura mellis vinum decoquas: quod igni lento, et aridis lignis calcfactum, commotum ferula dum coquitur, si effervere caeperit, Tini rore compescitur, praeter quod subtracto igni in se rediL Cum perfrixerit,rursus accendilur. Hoc secundo ac tertio fìat. Ac tum demum reraotum a foco postridie despuinatur. Tum addcs piperis uncias IV. jam tri tas, mastiche! scrupulos tres, folii et croci drachroas singulas, ductylorum ossibus lorridorum quinque, iisdemque daclylis vino mollitis, intercedente prius suffusione vini de suo modo ac numero, ut tritura lenis habeatur. Uis omnibus paratia, supermittcs vini settaria X V11I. Carbone» perfecto aderunt duo millia.

C. APICIO, delle vivande e condimenti ovvero DELL’ARTE DELLA CUCINA di Giambattista Baseggio- 1852- Volgarizzamento

(Vino) CONDITO MIRABILE

1.1. COMPOSIZIONE DEL CONDITO MIRABILE.

«Versa in vaso di bronzo quaranta once¹ di vino e quindici parti di miele, perchè cuocendo il mele il vino si scemi. Scalda a fuoco lento di legna ben secche e diguazza con bastoncello finché cuoce; che se leva il bollore, spruzza vino e fermalo; senzachè, a farlo posare, basta sottrargli il fuoco. Raffreddato che sia, riponilo al fuoco, e ciò per due e tre volte. Finalmente toltolo, nel dì vegnente lo schiuma.

•Quindi vi aggiungi quattro once di pepe trito, tre scropoli di mastice² un dramma di malabastro³ ed altrettanto di zafferano, cinque ossicelli torrefatti di datteri, e pure cinque datteri (i) ammollati nel vino tanto, quanto basti perchè riescano teneri a dovere. Compiuta la operazione, versavi trenta libbre di vino delicato. Consumati due mila carboni, la cottura sarà perfetta•»

•Quindi aggiungere 4 once di pepe, poco pistacchio, cannella e zafferano, cinque ossi di datteri arrostiti; trita cinque datteri che dal giorno precedente avrai posti nel vino per farli ammorbidire. Fatto ciò versa due litri circa di vino giovane. La cottura sarà perfetta quando avrai consumato circa un chilo e mezzo di carbone•

¹Un’oncia equivale a 28,35 grammi
Note del 1852:
²mastice: La resina prodotta dalla pianta nominata dal Linneo Pistacia Lentiscus (Pistacchio).
³malabastro: Bene considerato ciò che dice Plinio intorno il solium mi attengo al Bauhin: Pinax 4. Basileae 1671, e quindi ritengo che sieno le foglie della Cannella del Malabar, ossia del Laurus Cassia di Linneo (…)
Sestario: Antica misura di capacità romana corrispondente a un sesto del congio, cioè a 0,545 l. Accanto al s. romano esistevano numerosi s. provinciali derivati da misure locali. (Treccani.it/enciclopedia/sestario)
Mixtura cum Caseo, Formaggio a pasta molle con purea di erbe e Hapalos Artos, pane morbido
undefinedDi Carole Raddato from FRANKFURT, Germany – Mixtura cum Caseo (Soft Cheese with a Herb Purée) & Hapalos Artos (soft bread), CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38328971 Bottiglia di Spira Di Immanuel Giel – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19228090

Ricetta del Conditum Paradoxum (vino speziato) per i giorni nostri che si avvicina all’originale

Apicio: Ricetta del MULSUM con volgarizzamento e note del 1852.

I cibi afrodisiaci di Apicio nell’antica Roma

salse condimenti apicio

Salse e condimenti dell’antica Roma. Volgarizzamento del 1852 con note

Zucca, grani di pepe, cumino, semi di coriandolo, menta, aglio, datteri, mandorle pelate, miele, Liquamen, Defritum (Vino o Succo d’uva ridotto di due terzi). Foto by Carole Raddato from FRANKFURT, Germany
Dalla prefazione del volgarizzatore
« (…) L’opera alimurgica che passa sotto nome di Apicio é una compilazione fatta da più libri di Cucina, cioè da quelle note che d’ordinario scarabocchiano i cuochi, per tenere memoria o di manicaretti da se inventati, od apparali da altri: e debbe averla fatta tale, che nemmeno doveva essere cuoco di professione, imperciocché qua e colà si trovano lacune che un Cuoco non avrebbe lasciate. Mancano quasi che sempre le proporzioni fra gl’ ingredienti delle composizioni, locchè dimostra, che ai cuochi scarabocchiatori delle note bastava la denominazione degl’ingredienti medesimi per operare di pratica, accomodandosi nel resto al gusto de’ loro signori. Per la qual cosa, colui che trascrisse, raffazzonando in questo luogo e in quello il linguaggio delie cucine, né sapendo proporzionare le sostanze, ammucchiò cose sopra cose, ed ignorando affatto le manipolazioni, ha non di rado interpolato col suo, talché ne uscì di tratto in tratto una mirabile confusione. Il nome di Apicio apposto al libro, evidentemente é una gherminella del compilatore. inventata per dar fama all*opera. Infatti quale altro nome più celebre fra i ghiottoni di quell’Apicio che visse regnando Tiberio? Supponendola dunque sua fattura, meritava il rispetto di tutti i golosi, e diveniva il codice irrefragabile di tutti i cuochi. Nè s’ingannò colui, imperciocché la menzogna passò felice per più secoli, finché fra gli studiosi si trovarono critici acuti i quali dalla inegualità dello stile, dalla volgarità dei modi e dalle voci straniere introdotte, conobbero il vero, e ritenendo l’opera siccome monumento prezioso di antichità, non vollero perdere ulteriormente il tempo cercando fra le tenebre il nome del compilatore. (…) »

.

Marcus Gavius Apiciius
De re coquinaria
Liber VI – Tropetes

V.  Ius in diversis avibus 5.1.2..3.4.5.6.7

In diversis avibus, turdis, ficedulis, pavo, fasiano, anser.
Per altri uccelli, cioè tordi, beccafichi, pavoni, fagiani ed oche¹.

Nota del 1852:
  • ¹‹ Dell’oca poi la parte prediletta era il fegato. Plinio, dopo aver parlato dei vari pregi dell’ oca, soggiunge: « Ma i nostri furono assai più savii, i quali seppero conoscere il merito del fegato d’oca. Ingrossa assai nelle stie, e più ancora cresce, dopo tratto dal corpo, mettendolo in latte e vino melato (con miele). Non senza ragione si disputa chi sia stato l’ autore di sì bel trovato, se Scipione Metello che fu già console, o il cavaliere M. Saio contemporaneo di lui. Certo è che Messalino Cotta figlio dell’oratore Messala fu il primo ad arrostirne le pelle de’ piedi, e condirle in manicaretti con le creste de’polli ».

Piper, cuminum frictum, ligusticum, mentam, uvam passam enucleatam aut damascena, mel modice, vino myrteo temperabis, aceto, liquamen et oleo, calefacies et agitabis apio et satureia.
 .
1. Salsa per altri uccelli
Pepe, cornino fritto, ligustico, menta, uva passa purgata da vinacciuoli, o prugne damaschine, e mele in discreta dose; tempera con vin mirtino¹, aceto, savore² ed olio. Metti a scaldare, e rimena con sedano e peverella.
.
¹Savore: il dolcificante all’epoca dell’antica Roma, composto da frutta bollita che veniva messo su gli alimenti.
Nota del 1852:
²Come tacciasi il vino mirteo, cioè condito con mirto, ce lo insegnano Catone, Colurnello XII, 38, Palladio II, 18.

.

2. Aliter ius in avibus:
piper, petroselinum, ligusticum, mentam siccam, cneci flos, vino suffundis, adicies ponticam vel amygdala tosta, mel modicum, vino et aceto, liquamen temperabis. oleum in pultarium super ius mittis, calefacies, ius agitabis apio viridi et nepeta. incaraxas et perfundis.
 .
2. Altra salsa per uccelli:
Trita pepe, ligustico, prezzemolo, menta secca, fiori d’ anici; bagna con vino; aggiungi nocciuole o mandorle abbrostite, mele non troppo; tempera con vino, aceto e savore¹; l’olio, ve’l metterai in pignatto sopra la salsa. Scalda, ed agita la salsa con sedano verde e nepitella². Apparecchia l’ uccello tagliato, e versagli sopra la salsa².
.
¹Savore: il dolcificante all’epoca dell’antica Roma, composto da frutta bollita che veniva messo su gli alimenti.
Note del 1852:
  • ²Nepitella: Melissa Nepeta Lina.
  • ³L ’ Humelbergio spiega incharaxas, o incaraxas (come trovasi spesso erroneamente scritto — vedi Du Cange in Caraxare), nel senso di punzecchiare e scalfire l’ uccello, perchè succi la salsa e mandi fuori il suo succhio. Meglio il Lister lo intende dèi tagliare in parti, secondo l’uso che s’è già notato al capo I di questo libro, dove prescrivesi et sic partes struthionis in lance perfundis. Questo verbo charaxare è il greco … che vale scalpere, incidere, sulcare, scribere: nella bassa latinità è frequente nel senso di scrivere.

3. Ius candidum in avem elixam: piper, ligusticum, cuminum, apii semen, ponticam vel amygdala tosta vel nuces depilatas, mel modicum, liquamen, acetum et oleum.

3. Salsa bianca per uccelli allesso
Pepe, ligustico, comino, semi di sedano, nocciuole o mandorle abbrostite, o noci rimonde, un po’ di mele, savore¹, aceto ed olio.

¹Savore: il dolcificante all’epoca dell’antica Roma, composto da frutta bollita che veniva messo su gli alimenti.

4. Ius viride in avibus: piper, careum, spicam Indicam, cuminum, folium, condimenta viridia omne genus, dactilum, mel, acetum, vinum modice, liquamen et oleum.

4. Salsa verde per uccelli
Pepe, carvi, spigo nardo, comino, malabatro, condimenti verdi di qualunque sorta¹, datteri, mele, aceto, vino discretamente, savore² ed olio.

Nota del 1852:
¹È questa la vera lezione de’ codici. Non so per quale disattenzione l’ Humelbergio, credendo emendare il testo, lo guastò col sostituire condimenta viridia, omne genus dactylorum.
²Savore: il dolcificante all’epoca dell’antica Roma, composto da frutta bollita che veniva messo su gli alimenti.

.

5. Ius candidum in ansere elixo:
piper, careum, cuminum, apii semen, thymum, cepam, laseris radicem, nucleos tostos, mel, acetum, liquamen et oleum.

5. Salsa bianca per oche allesso
Pepe, carvi, comino, semi di sedano, timo, cipolla, radice di laser, pinocchi abbrosliti, mele, aceto, savore ed olio.

In aves hircosas
Per uccelli che sanno di lezzo¹.

6. Ad aves hircosas omni genere:
piper, ligusticum, thymum, mentam aridam, calvam, caryotam, mel, acetum, vinum, liquamen, oleum, defritum, sinape. avem sapidiorem et altiliorem facies et ei pinguedinem servabis, si eam farina oleo subacta contextam in furnum miseris.

6. Per uccelli che san di lezzo, d’ ogni maniera²
Pepe, ligustico, timo, menta secca, salvia, cariote, mele, aceto, vino, savore, olio, sapa e senapa. Farai che l’ uccello riesca più saporito e pingue, e gli conserverai il suo grasso, se il metterai in forno, coperto di farina impastata con olio.

Nota del 1852:
¹Crede il Lister che con l’ aggiunto di hircosae, cioè che puton di becco, si vogliano indicare gli uccelli di riva e dì acqua, come l’Ardea Grus e Botaurus, la Fulica atra, il Rallus aquaticus ec.
²Ne’ codici omnigere; l’ Humelbergio sostituì omnis generis.

.

7. Aliter avem:
In ventrem eius fractas olivas novas mittis et consutam sic elixabis. deinde coctas olivas eximes.

7. In altro modo
Introduci nel ventre dell’ uccello olive fresche infrante: cuci il taglio, e lessa: colto che sia, levane le olive.

antica roma abemus apicio 1

Altri condimenti e salse

GARUM o LIQUAMEN
(Apicio dà per scontata la ricetta e nel suo libro non ce l’ha tramandata)
salsa mille usi, piccante, dal forte profumo, che i Romani aggiungevano a tutto: alle minestre, verdure, secondi piatti, dolci.

MORETUM
Crema di formaggio alle erbe con noci o pinoli

Moretum, crema di formaggio alle erbe (con noci o pinoli) dell’antica Roma

Garum o Liquamen, salsa milleusi dell’antica Roma, anche in versione moderna

vin brulè Glühwein-Zubereitung

Il Vin brulé

 Bevande calde per l’inverno

È la stagione dei ponches e dei grogs, bevande bollenti, fortemente addizionate di liquore che, subito appena sorbite, danno un senso di benessere e di ritrovato equilibrio fisico.

Il vin brulé (anche noto come Glühwein, dal tedesco, Vin Chaud in francese, Mulled Wine in inglese) è una bevanda calda a base di vino (tradizionalmente vino rosso), zucchero e spezie aromatiche, diffusa in numerosi paesi e semplice da preparare.
Il vino deve essere di buona qualità e di tipo corposo. La gradazione alcolica dipende ovviamente dal vino utilizzato. Tuttavia sopra gli 80 °C  l’alccol del vino evapora, pertanto la gradazione alcolica del vin brulè è molto variabile e diminuisce in base al tempo (lungo) ed il modo (fiamma bassa) di cottura dello stesso.
In Europa centrale si consuma vin brulé soprattutto nel periodo dell’Avvento. In Italia, soprattutto settentrionale, si trova nei mercatini di Natale, o, più in generale, preparato artigianalmente in pentole o thermos e distribuito al pubblico durante le feste popolari del periodo invernale, compreso Carnevale.
Il predecessore del vin brulé è il conditum paradoxum dell’antichità.
Nel Medioevo invece si consumavano vini speziati freddi, come l’Ipocras (sinonimo di ippocrasso), e che somigliavano al moderno vin brulé per le spezie usate e per il sapore.
Il costume di bere del vino cotto si diffuse soprattutto tra le popolazioni alpine o comunque dei paesi europei freddi. Successivamente, si diffuse positivamente in tutto il mondo, laddove occorre affrontare gelide giornate con una gradevole e confortante bevanda calda.

Il Vin brulé

.

Preparazione del Vin brulé 

Il vino deve essere di buona qualità e di tipo corposo, come il Barolo, il Barbaresco, il Chianti vecchio; io ho usato l’Aglianico di Solopaco (Bn.).

La bevanda si prepara al momento stesso di servirla, facendola bollire per alcuni minuti insieme con le spezie, che sono generalmente cannella e chiodi di garofano. Può essere zuccherata mentre si scalda, oppure anche dopo come per il tè. Si può aggiungere a piacere anice stellato, o una scorzetta di limone (o di arancia), e/o qualche spicchio di mandarino, oppure  una fettina intera di questi agrumi.

Il vin brulé può essere servito già così, ma se si volesse eliminare altro alcool ecco come fare:

  • Avvicinate alla superficie del vino una fiammella e lasciate prendere fuoco fino a completo spegnimento; una volta che le fiamme saranno spente filtrate il Vin brulé con un colino a maglia stretta e servite bollente.

Varianti

I vini utilizzati variano nelle diverse regioni.

  • In Germania si utilizza di solito vino rosso, nell’Italia settentrionale e alcune province tedesche anche il vino bianco, in Austria tutti e due.
  • In Italia esistono differenti varianti. Ad esempio, il bisò è il vin brulé in versione romagnola, preparato con Sangiovese speziato e servito molto caldo.
  • Nella città di Faenza, la sera del 5 gennaio si celebra la Nott de bisò, manifestazione legata al palio del Niballo. Il nome “bisò” è tradizionalmente fatto derivare dalla frase dialettale bì sò! (“bevete, su!”), ma si tratterebbe di una paretimologia: l’origine del nome andrebbe fatta risalire al tedesco Bischoff (o inglese bishop), parola che, oltre che “vescovo”, significa appunto “vino rosso caldo”, per via del colore che richiama appunto l’abito vescovile.
  • Le varianti invece che contengono il rum, l’acquavite o liquori come l’amaretto in realtà non sono delle varianti di vin brulé ma piuttosto di punch.
Leggi anche

La ricetta dell’ Ippocrasso, il vino speziato del Medioevo

Ricetta del Conditum Paradoxum (vino speziato) per i giorni nostri che si avvicina all’originale

Apicio: Ricetta del MULSUM con volgarizzamento e note del 1852.

Wikimedia Commons Di Loyna – Opera propria, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4984499 Di Angela Huster – Opera propria, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18265438
Polenta con i fagioli

Polenta con i fagioli

Ingredienti e dosi per 6 persone
  • 500 gr. di farina di mais,
  • 300 gr. di fagioli borlotti secchi,
  • 80 gr. di pancetta,
  • 70 gr. di burro
  • 400 gr. di pomodori maturi o pelati,
  • 1 cipolletta,
  • sale.
Preparazione

Ammollate i fagioli per una notte in 1 litro d’acqua salata. Fate rosolare nel burro un battuto di pancetta e cipolla, unite i pomodori a pezzettini e dopo 15 minuti anche i fagioli nella loro acqua. Continuate la cottura per 15 minuti.

Preparate la polenta¹, fatela cuocere per mezz’ora poi unite i fagioli col loro sugo e proseguite la cottura per altri 20 minuti. Il composto dovrà risultare tenero. Servite non troppo caldo.
Vino

Lambrusco, Barbaresco, Barolo, Sangiovese, Merlot, Barbera, Chianti classico, Montepulciano d’Abruzzo, Morellino di Scansano, Nero d’Avola

La sola, la tradizionale, l’antichissima Polenta! Bianca, Taragna, Gialla

Polenta conscia, la ricetta in dialetto milanese

Polenta con sugo di funghi

Polenta con i fagioli
Scaloppine al tartufo

Scaloppine al tartufo

Il tartufo, pregiato fungo sotterraneo detto anche trifola, è il re della tavola e si ritiene sia afrodisiaco.
Le varietà:
  • Tartufo bianco dalla superficie liscia e dal colore ocra, polpa bianco-rossiccia e con marcate venature bianche.
  • Tartufo nero dalla superficie color nerastro con macchie ferrigne, con polpa tendente al violaceo e con venature biancastre.
Ingredienti per 4 persone
  • 600 g. di fettine di vitello di prima categoria (filetto, scamone, lombata),
  • farina,
  • olio,
  • burro,
  • sale,
  • pepe,
  • vino bianco q.b.,
  • panna liquida q.b.,
  • brodo di carne,
  • tartufo bianco o nero.

Tartufo... secondo l'Artusi

 Preparazione

Pulite il tartufo con uno spazzolino a setole morbide e, se volete lavarlo, passatelo in acqua fresca ed asciugatelo perfettamente.

In una padella mettete l’olio e il burro. Infarinate le fettine di carne e mettetele a cuocere. A metà cottura aggiungete il sale, il pepe e un poco di vino bianco che farete evaporare per circa 3 minuti. Aggiungete un poco di panna liquida, mezzo bicchiere di brodo ed il tartufo tagliato a fettine. Finite di cuocere lentamente.

Se invece del tartufo nero avete il tartufo bianco, aggiungetelo tagliato a scaglie alla fine della cottura o sul piatto di portata: iI tartufo bianco si presta ad essere gustato a crudo ed aggiunto, in ultima fase, a pasta, riso, insalate ecc.

Servite le scaloppine ben calde ed accompagnate da purè.

 Vino

rosso, fermo e corposo: Barbaresco, Barolo, Sangiovese, Merlot, Barbera, Chianti classico, Montepulciano d’Abruzzo, Morellino di Scansano, Nero d’Avola

  •  Come conservare il tartufo
    Il trifulau (il cercatore di tartufi) mi ha detto che per apprezzare il sapore del tartufo è meglio gustarlo fresco, ma questo non è sempre possibile e occorre, quindi, conservarlo al meglio. Inoltre: «Le do delle indicazioni di massima per la pulizia e conservazione del tartufo: prima di consumarli è necessario passare i tartufi sotto un leggero filo d’acqua e spazzolarli delicatamente. Se non possiede l’apposita spazzola, può utilizzare un semplice spazzolino da denti a setole morbide.
Scaloppine al tartufoScaloppine al tartufo
Maccheroni con sugo di salame

Maccheroni con sugo di salame

Ingredienti per 4 persone
  • 400 gr. di pasta corta (sedanini, elicoidali, maccheroni, mezze maniche, penne)
  • 300 gr. di salame o salsiccia stagionata (io ho utilizzato la salsiccia stagionata aromatizzata al tartufo),
  • 150 gr. di parmigiano grattugiato,
  • 1 patata grande,
  • trito di sedano carota e cipolla,
  • uno spicchio d’aglio,
  • foglie di salvia,
  • mezzo bicchiere di vino rosso,
  • olio evo,
  • sale e pepe.
Preparazione

Pelate la patata, tagliatela a dadini piccoli. Spellate il salame che occorre e tagliatelo a fette, inumidendo la lama del coltello per evitare lo sbriciolamento. In abbondante acqua salata, lessate la pasta al dente.

pasta_salame pasta_salame1 pasta_salame3.

.

.

.

Nel frattempo in una padella capiente, con un poco di olio, rosolate l’aglio con il trito di sedano, carota e cipolla e unite la salvia. Mettete le fette di salame e lasciate rosolare a fuoco medio. Sfumate con il vino. Aggiungete i dadini di patata, mescolate e, se occorre, versate un po’ d’acqua. Cuocete qualche minuto, finchè la patata sarà morbida ma non sfatta. Scolate la pasta e rovesciatela nella padella con il sugo di salame. Mescolate bene.

pasta_salame5pasta_salame4  pasta_salame6.

.

.

.

Cospargete con il formaggio e lasciate su fuoco vivo ancora un poco. Regolate il sale e aggiungete il pepe. Servite e, se volete, spolverate con il parmigiano grattugiato.

  • Il salame tagliato a fette rende il sugo più rustico, ma può essere anche tritato o tagliato a dadini.
  • La pasta corta tipo maccheroni è l’ideale perchè raccoglie meglio i sugo.
Vino

Rosso: Lambrusco secco di Modena, Chianti Toscano, Sangiovese di Romagna

pasta salame

Maccheroni con sugo di salame
weinsuppe minestra di vino

Weinschaumsuppe, Minestra allo spumante

È una zuppa  conosciuta da secoli. Il nome latino era intritum. Ha molte variazioni per lo più a base di vino bianco, raramente anche a base di vino rosso.

Una ricetta per una zuppa di vino raffinata con tuorlo d’uovo, panna dolce,  e  zafferano fu pubblicata nel Gràzer Koch e Arzneybuch nel 1688 con la descrizione della “zuppa di vino”. Franz Maier-Bruck raccolse ricette di Weinsuppen in Tirolo, Burgenland e Stiria.

  • La zuppa di vino della Stiria è prodotta con un’elevata quantità di tuorli d’uovo per litro di vino, condita con zucchero, cannella e scorza di limone, così come i tagli di rotolo arrostiti nel burro.
  • La zuppa di vino Burgenland con vino bianco e tuorlo, farina di amido e burro, condita con zucchero, cannella e burro.
  • La zuppa di vino Terlano fu presentata nel 1966 in occasione di Südtiroler Spezialitätenwochen a Berlino, quando i ristoratori altoatesini raffinarono le antiche ricette creando la zuppa di vino Terlano. La minestra di carne al vino bianco Terlano viene preparata  con schiuma di vino, tuorli e panna, condita con cannella e noce moscata, e servita con cubetti di pane fritti nel burro.

La zuppa di vino già era presente sulle tavole degli antichi Romani e dei Galati (discendenti dei mercenari Celtici, 278 a.C,). Queste zuppe  venivano preparate come piatto rinforzante per i malati e in particolare per le donne che avevano recentemente partorito, come raccomandato nel manoscritto tedesco “Libro di cucina Tegernsee“ del XV sec. e nel “Ain libro di cucina artificiale e utile“ del 1547.

weinsuppen zuppa di vino 1668

Ein Koch- und Artzney-Buch. Bey denen Widmanstetterischen Erben, Graz 1688, p. 69

weinsuppe zuppa di vino 1778

Simon Pelloutier: Aelteste Geschichte der Celten. 1778 p. 337

weinsuppe zuppa di vino 1874

S,Wilhelmine Scheibler: Allgemeines deutsches kochbuch für alle stände.Amelang, 1874, p. 38 § 64

 

 

 

 

 

 

 

 
Weinschaumsuppe
Zuppa allo spumante
.
Ingredienti per 6-8 persone
  • Mezza bottiglia di spumante della Mosella (Chardonnay di Terlano, Traminer Aromatico o Pinot bianco, Champagne),
  • mezzo litro di acqua,
  • la scorza grattugiata di mezzo limone,
  • il succo di mezzo limone,
  • 3 uova intere,
  • 1 cucchiaino di farina o di fecola,
  • tre cucchiate di zucchero.
 .
 Preparazione
In una terrina montate le uova intere insieme con lo zucchero e aggiungete poi la scorza e il succo di mezzo limone, la farina e l’acqua. Portate sulla fiamma bassa e mescolate fino al punto di ebollizione, ma badando che non bolla.
Versate la minestra nei piatti e decorare con cubetti di pane rosolati nel burro.
Varianti
  1. Zuppa al vino
  2. Zuppa di vino altoatesina
  3. Zuppa di vino rosso

File:2018-01-04-Biersuppe-5775.jpg

 

D – Traditionellen Weihnachtsessen – Menù Tradizionale per la cena di Natale

2018-01-04-Biersuppe-5775.jpg[ [File:2018-01-04-Biersuppe-5775.jpg|2018-01-04-Biersuppe-5775]]
Servire il Vino ad ogni vino il suo bicchiere Abbinamento cibo-vino

Come servire il Vino e ad ogni vino il suo bicchiere

da sn: Bardolino 1977, Contessa Rosa 1985, Amarone 1993, Montalcino 1978

.Come e dove servire i vini

Quando si apparecchia la tavola bisogna disporre i bicchieri obliquamente davanti al commensale, in ordine crescente di grandezza e partendo da destra. I bicchieri si dispongono mettendo il bicchiere dell’acqua in direzione della punta del coltello. Subito dopo a destra e sulla stessa linea, si collocano i bicchieri per il vino. Riassumendo, partendo da sinistra: bicchiere per l’acqua (di grandi dimensioni), bicchiere per il vino rosso (di grandezza media), bicchiere per il vino bianco.

  • Il numero massimo di bicchieri consentiti in tavola per ogni commensale è cinque: uno da acqua, due per i vini bianchi e due per i vini rossi.
  • Il bicchiere da Spumante e i bicchieri da grappa e cognac vanno portati in tavola solo al momento del servizio.
  • Il bicchiere da acqua può essere diverso per forma, colori e spessore dai bicchieri da vino.
  • La personalità di un vino può essere esaltata o sacrificata a seconda del calice che viene utilizzato. Poichè ogni vino ha caratteristiche diverse, per ciascuno bisogna usare il bicchiere adeguato e alla giusta temperatura.
  • Il bicchiere da vino deve essere di cristallo e di spessore minimo.
  • Lo stelo deve essere lungo in modo che il calore e il profumo della mano non interferiscano nella degustazione.
  • Il bicchiere non va mai afferrato per la coppa ma sempre alla base del gambo.
  • I vini bianchi giovani dal profumo delicato vanno serviti in bicchieri dal volume ridotto per non disperderne il bouquet. Il bordo deve essere svasato per favorire la percezione dei profumi fruttati e per consentire la piena introduzione del vino in bocca, in modo da avvertirne dolcezza e acidità.
  • I Vini bianchi corposi e maturi dal profumo intenso vanno serviti in bicchieri a tulipano la cui forma permette l’analisi degli aromi complessi e l’introduzione del vino in bocca verso il fondo della lingua, dove si percepisce l’amaro e ai lati, dove si percepisce l’acidità.
  • I vini rosati seguono la stessa regola dei vini bianchi delicati.
  • I vini rossi giovani vanno serviti in bicchieri di media grandezza.
  • I vini rossi corposi e maturi vanno serviti in bicchieri larghi e panciuti, la cui ampia apertura permetta una maggiore ossigenazione del vino esaltandone la percezione olfattiva.
  • I vini spumante metodo Classico e Champagne vanno serviti nelle lunghe flûtes, affinché si concentrino meglio gli odori e si mantenga più a lungo il perlage.
    • I vini spumanti secchi metodo Charmant o Prosecchi vanno serviti nelle flûtes.
    • I vini dolci vanno serviti in bicchieri piccoli e di forma regolare.
    • I vini spumanti dolci vanno serviti nelle coppe, per far esprimere al massimo i profumi.
  • Come si beve? Il galateo dell’alcool

I BICCHIERI
I bicchieri in cui si serve il vino dovrebbero essere bianchi, di cristallo sottile e a stelo:

  • Bianchi per apprezzare il colore del vino.
  • Cristallo sottile perchè il vino rosso si possa scaldare.
  • A stelo per evitare il contatto con la mano ai vini bianchi che devono restare fresco. la lunghezza dello stelo non è rilevante: ciò che conta è la forma della parte cava dove si versa il vino.

Le forme dei bicchieri sono diverse. Ogni forma è la più indicata per degustare al meglio il vino scelto e per esaltarne le qualità.

  1. Calice per vini rossi giovani a forma abbastanza alta ed ampia per poterne cogliere il bouquet.
  2. Calice per vini rossi invecchiati a forma più panciuta del precedente, detto anche ballon per permetterne una buona ossigenazione.
  3. Calice per vini rossi invecchiati eccellenti a forma molto grande ed ampia per consentirne al massimo la decantazione.
  4. Calice per vini bianchi o rosati a forma con stelo lungo ma più piccolo di quello utilizzato per i rossi giovani.
  5. Calice per vini bianchi o rosati corposi ed affinati nel legno a forma con stelo corto ma calice grande ed ampio per coglierne il bouquet.
  6. Flüte per spumanti o champagne secchi a forma stretta e lunga per osservare meglio l’effervescenza e conservare più a lungo il profumo
  7. Coppa per spumanti dolci a forma molto ampia per valorizzane l’aromaticità.
  8. Calice per i vini liquorosi e passiti a forma piccola e stretta.
Bicchieri da vino e da spumante
Wineglass.svg Calice
Brandysnifsi.svg Snifter
Flutesil.svg Flûte
Champagne coupe.svg Coppa classica
Coppa Asti sagoma.svg Coppa Asti
Quando stappare la bottiglia
  • Vini rossi: in genere da 1 a 2 ore prima del consumo.
  • Vini rosati e bianchi: al momento della consumazione
  • Vini frizzanti e spumanti: al momento della consumazione senza il “botto”.
  • I vini bianchi si servono freddi ma non con il ghiaccio nel bicchiere.
  • Il vino non va mai messo in frigo, ma nel secchiello del ghiaccio.
  • I vini rossi si servono a temperatura ambiente.
  • Le bottiglie non si agitano.
  • Il primo bicchiere non si serve mai.
  • Alcuni grandi vini si servono in caraffa.
  • Non spolverare le bottiglie provenienti dalla cantina, ma appoggiarle su di un piattino.
  • Non si riempiono i bicchieri fino all’orlo.
  • Lo champagne è l’unico vino che può essere servito dall’inizio alla fine del pasto, purchè sia brut o secco.
  • La buona riuscita di un pranzo dipende al 50% dai vini.
  • Se una pietanza va “bagnata” o “legata” con vino, usare lo stesso tipo di vino che verrà servito in tavola
Come si beve? Il galateo dell’alcoolCome si beve Il galateo dell'alcool Outlier

  • I vini comuni si travasano nelle bottiglie e nelle caraffe da tavola, quelli pregiati si lasciano nelle bottiglie originali.
  • La bottiglia si porta in tavola già sturata, con un tovagliolino bianco avvolto intorno al collo.
  • Non si prende la bottiglia per il collo, ma per il corpo, cercando di non far cadere gocce di vino sulla tovaglia.
[segue]
DIZIONARIO
  • Abboccato: Vino dolce ma non zuccherino
  • Amabile: Vino non troppo alcolico e nel quale si distingue il gusto dolce
  • Aroma: E’ l’odore dell’uva di cui il vino è fatto e che si attenua nel tempo
  • Asciutto: Vino che pu fermentato ha ancora tracce di zucchero
  • Bouquet: E’ l’insieme dell’aroma e del profumo
  • Corposo: Il vino che dà la sensazione di maggiore densità (per alta gradazione)
  • Fresco: Vino leggero che dà una sensazione di freschezza
  • Generoso: Vino vecchio ad alto contenuto alcolico
  • Pastoso: Come il generoso ma con gusto di dolce
  • Pieno: Come “corposo” e “pastoso”
  • Profumo: E’ l’odore proprio del vino che a differenza dell’aroma si sviluppa nel tempo
  • Retrogusto: Il vino appena bevuto fa sentire un nuovo sapore
  • Sulla vena: Vino che leggermente ha sapore zuccherino
  • Vellutato: Vino che quando si beve dà al palato una sensazione di corposità e morbidezza
Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 
 

Come assegnare i posti, servire e cambiare piatti e posate

 

Menù per Halloween .1

Menù per Halloween .1

Antipasti
Fantasmini di purèe
Occhi di rospo
Ragnetti
Dita mozzate

Piatti unici
I calderoni delle streghe
Yummy mummy

Dolci
La torta di Krystyna
Zucche, gatti e pipistrelli

Il tutto annaffiato da ottimo
Sangue d’ annata di Strega e di Vampiro
Sangue shakerato
Sangue freddo
Pozione magica della strega

BOOO.... siamooo i FANTASMINI di purèe
 

Occhi di rospo (per un occhio)
Mezzo uovo sodo, mezza oliva nera, striscioline di peperone rosso.
Rassodare le uova e tagliarle a metà. Appoggiarvi sopra le striscioline di peperone.
Infine posizionare al centro la mezza oliva.

Ragnetti (per 1 ragnetto)Ragnetti
2 crackers rotondi (tipo Ritz), 4 pretzel sticks, formaggio spalmabile, 2 capperi.
Spalmare il formaggio su di un cracker. Appoggiarvi gli sticks, tenendo presente che dovranno uscire da ambo i lati perchè sono le zampette del ragno. Spalmare altro formaggio e sovrapporre un altro cracker. Passare i capperi nel formaggio ed applicarli sul cracker superiore, così da diventare gli occhi del ragnetto. Presentarli su foglie di lattuga.

Dita di strega mozzate e bendate (per 1 dito)
1 wurstel medio, 1 striscia di pasta sfoglia, un po’ di salsa ketchup.
Con la striscia di pasta avvolgere il wurstel, coprendolo solo da una parte.
Infornare per circa 15 Dita di strega mozzate e bendate minuti o fino a quando la pasta sarà dorata. Una volta sfornato stendere, sulla estremità scoperta del würsterl un po’ di salsa, così da formare “l’unghia”

Accompagnare gli antipasti con Sangue fresco: Bitter rosso o Martini rosso oppure
Bloody Mary Cocktail
Succo di pomodoro, sale, salsa Worchestershire, peperoncino piccante, succo di limone, Vodka, un rametto di sedano con le foglie a testa e, volendo, del pepe.
Preparare possibilmente in anticipo conservando in fresco. Le dosi dipendono da quanto se ne desidera, comunque: per un bicchiere da bibita calcolare circa un bicchiere da vino di succo di pomodoro a testa da condire con 2 cucchiaini di succo di limone, 2 schizzi di salsa Worchestershire, un pizzico di sale al sedano, un pizzico di peperoncino, volendo un giro di mulino di pepe. Versare il tutto in una brocca e tenere in frigo. Al momento di servire, preparare un po’ di ghiaccio tritato, in ogni bicchiere, aggiungere il succo pronto, un bicchierino di vodka e un rametto di sedano. E per finire mettete un “bulbo oculare” all’interno del bicchiere.

Per i bimbi
Sciroppo di amarena o succo di arancia rossa oppure

Sangue shakerato
70 cc di sciroppo di lamponi ghiacciato, 4 tazze di yogurt alla vaniglia, colorante per alimenti rosso, gelato alla vaniglia o ai frutti di bosco.
Mettere in un miscelatore lo sciroppo di lamponi. aggiungere lo yogurt e frullare finché non si amalgamano per bene. aggiungere il colorante rosso e continuare a miscelare finché il composto non ha un bel colore rosso uniforme. Aggiungere il gelato mescolare lentamente. Servire immediatamente o mantenere in freezer fino al momento di consumare.

Sangue freddo
per 20 bicchieri
cubetti di ghiaccio, uva passa, 4 lt di succo di mirtilli, 2e 1/2 tazze di succo di pesca, 1 tazza di succo di lime, 2 tazze di succo di arancia, zucchero.
Mettere l’uva passa dentro il vassoio per fare i cubetti di ghiaccio. Aggiungere acqua e congelare. Una volta pronto sembrerà che dentro il ghiaccio ci sia un insetto. Refrigerare tutti gli ingredienti. Al momento mischiare tutti gli ingredienti, aggiungere il ghiaccio e servire.

Per un effetto “pozione magica”: aggiungere alle bevande GHIACCIO SECCO 

Calderoni delle stregheCalderoni delle streghe
1 pagnotta di pane scuro, peperone rosso, peperone giallo, pretzel sticks, ripieno a piacere.
Tagliare, alla pagnotta, la calotta e scavare l’interno togliendo la mollica, fino a farla diventare un contenitore. Tagliare i peperoni a striscie oblunghe (come da foto). Riempire la pagnotta-calderone con il ripieno che si preferisce: potrà essere pasta condita o spezzatino di carne o insalata mista oppure quello che la fantasia ispirerà. Ricoprire il piatto da portata con le strisce di peperone, alternando i colori, così a formare il fuoco sotto il calderone ed aggiungere i pretzel sticks come fosse legna. (vedi foto) Ricetta di marble
Yummy Mummy mummymeatloafbig
Yummy Mummy
Ingredienti per preparare un polpettone: Pappardelle, olio evo, salsa di pomodoro, olive snocciolate, formaggio.
Preparare un impasto per il polpettone che si preferisce. (polpettone di zucca, di carne, di tonno). Riempire con l’impasto uno stampo, tipo zuccotto, ed infornare per circa 50 minuti in forno già caldo a 200 gradi circa. Una volta sfornato rovesciare il polpettone su un piatto da portata. Raffreddare. Cuocere, al dente, le pappardelle in acqua bollente con un po’ d’olio che non le farà attaccare. Scolarle, condirle con poco olio e metterle da parte. Spalmare “il volto di polpettone” con la salsa ed il formaggio. Vedi foto: posizionare le pappardelle, una alla volta, come una fasciatura lasciando due fessure per gli occhi. In ogni fessura posizionare una oliva con il foro della snocciolatura, verso l’alto (sarà la pupilla) fissandola con un po’ di formaggio. Servire

La Torta di Krystyna

.
Zucche, gatti e pipistrelli dolci
Preparare una frolla e dividere in due pagnottelle. Ad una aggiungere il colorante nero e all’altra il colorante arancio. Stendere la pasta nera e ritagliare, con le formine, i pipistrelli e i gatti e con quella arancio le zucche. Decorare con glassa colorata. Cuocere in forno già caldo a 180 gradi per 15 minuti circa.
.
Cosa bere? Sangue d’ annata di Strega e di Vampiro.
Il Vino per primi e secondi piatti: rosso corposo
Il Vino per i dolci: rosso liquoroso oppure un cocktail allo champagne
Anche il portaghiaccio è fatto con la zucca:

svuotate una zucca, inseritevi una ciotola di misura e riempite di ghiaccio.

 portaghiaccio è fatto con la zucca: marthahalloween07_3.jpg         Portaghiaccio è fatto con la zucca: lfg-last-minute-halloween-party-ideas-pumpkin-cooler.jpg
 
Menù per Halloween .1