castagne Cucurucho_de_castanhas_Galicia

Le castagne in cucina, nell’arte e nella cultura

Chestnuts for the Catalan festival of Castanyada

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La forma dei frutti dipende, oltre che dalla varietà delle castagne, anche dal numero e dalla posizione che essi occupano all’interno del riccio: emisferica per i frutti laterali e schiacciata per quello centrale; i frutti vuoti, abortiti, di forma appiattita sono detti guscioni.La castagna è il frutto del castagno a differenza della castagna dell’ippocastano che invece è un seme. Le castagne derivano infatti dai fiori femminili (solitamente 2 o 3) racchiusi da una cupola che poi si trasforma in riccio. La castagna è un achenio, ha pericarpo liscio e coriaceo bruno scuro, all’apice è presente la cosiddetta torcia cioè i resti degli stili mentre alla base è presente una cicatrice più chiara denominata ilo.
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Castagna e Marrone
I termini castagna e Marrone vengono spesso confusi, ma rimandano a due specie ben differenti di achenii. La differenza base è che nella castagna la percentuale di frutti settati è maggiore del 12%, mentre nei Marroni è minore del 12%. Spesso questa definizione non accontenta i castanicoltori e i commercianti che differenziano le due specie tramite differenze varietali. In Italia con Marroni si intendono particolari cultivar di ottima qualità, con frutti adatti alla canditura, che presentano una superficie ilare di forma quasi rettangolare, una buccia chiara, brillante, con striature avvicinate spesso al rilievo e con una polpa senza cavità e facilmente separabile dall’episperma, che non si introduce all’interno del cotiledone (frutti non settati); inoltre, le piante di questi frutti sono più esigenti e meno produttive rispetto ai castagni ordinari, ed i ricci presentano solitamente 1 o 2 semi, mai settati e dal sapore dolce.

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Ricette

Busecchina lombarda con castagne secche

Crespelle con castagne e radicchio rosso trevigiano su fonduta di MontasioCuciarul romagnoli con castagne secchePasta corta al sugo di porcini e castagne

 

 

 

 

Secondi

Stufato al vino bianco in salsa di prugne ed albicoccheSella di capriolo alla cremaTacchino ripieno di castagne e prugneTacchino ripieno arrosto Petronilla

 
 
 
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Bodino di castagne alla maniera di PetronillaCastagne al rumCastagne ricoperte di cioccolatoDolcetti di castagne -Truffles_with_nuts_and_chocolate_dusting_on_plate

 

 

 

 

 Il castagno nell’arte e nella cultura
Letteratura italiana
Come dettaglio ricorrente nel paesaggio rurale e strettamente correlato alla civiltà contadina, il castagno è frequentemente citato nella letteratura, in genere come elemento di sfondo del contesto specifico o, talvolta, come oggetto specifico dell’opera. Quelli che seguono sono solo alcuni esempi tratti dalla letteratura italiana.
Il Boccaccio (1313-1375) cita il castagno nel Decameron come elemento del paesaggio rurale affiancandolo all’olivo e al nocciolo.
« Ivi forse una balestra rimosso dall’altre abitazioni della terra, tra ulivi e nocciuoli e castagni, de’ quali la contrada è abondevole, comperò una possessione »
(Giovanni Boccaccio, Decameron.)
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In Proserpina, quinto idillio dell’opera La sampogna, Giovan Battista Marino (1569-1625) descrive Vertunno, dio dei giardini e della frutta nella mitologia romana, con due ricci di castagno al posto delle tempie:
« Ne l’una e l’altra tempia
tien duo non anco aperti
di pungente castagno ispidi ricci »
(Giovan Battista Marino, La sampogna. Proserpina Idillio 5)
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Nel 1771, Giuseppe Parini (1729-1799), su incarico della Casa d’Asburgo, descrisse i festeggiamenti in onore delle nozze fra Ferdinando d’Asburgo-Este e Maria Beatrice d’Este in Descrizione delle feste celebrate in Milano per le nozze delle LL. AA. RR l’Arciduca Ferdinando d’Austria e l’Arciduchessa Maria Beatrice d’Este fatta per ordine della Real Corte l’anno delle medesime nozze. In un passo di quest’opera descrive uno dei carri allegorici del corteo, che rappresentava un castagno, sotto la cui chioma pascolava un gregge di pecore.
«Il primo di questi, che nella sua perfetta semplicità venne giudicato bellissimo, era un carro rappresentante un piccolo spazio di terreno, sopra di cui elevavasi un alto castagno. All’ombra di questo forse dodici pecore stavano pascendo l’erbe; e un biondo e rubicondo pastore, appoggiandosi al tronco … »
(Giuseppe Parini, Descrizione delle feste …)
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Ippolito Nievo (1831-1861), nel secondo capitolo del romanzo Le confessioni d’un italiano, ricorre alla metafora del pollone emesso dalla vecchia ceppaia di castagno, per descrivere il rapporto che legava la giovane Clara, fin dalla sua infanzia, alla nonna inferma.
« Sembrava fin d’allora il rampollo giovinetto di castagno che sorge dal vecchio ceppo rigoglioso di vita. »
(Ippolito Nievo, Le confessioni d’un italiano)
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Nell’ode Piemonte, Giosuè Carducci (1835-1907) cita il castagno nel riferimento storico all’esilio portoghese di Carlo Alberto di Savoia, a seguito della sconfitta di Novara e l’abdicazione in favore di Vittorio Emanuele II. Carlo Alberto si ritirò ad Oporto, in una villa presso la foce del Douro, in vicinanza della quale sorgeva un bosco di castagni.
« E lo aspettava la brumal Novara
e a’ tristi errori mèta ultima Oporto.
Oh sola e cheta in mezzo de’ castagni
villa del Douro,
che in faccia il grande Atlantico sonante
a i lati ha il fiume fresco di camelie,
e albergò ne la indifferente calma
tanto dolore! »
(Giosuè Carducci, Rime e Ritmi: Piemonte)
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Il castagno diventa addirittura un protagonista nelle opere di Giovanni Pascoli (1855-1912), che dedicò all’albero interi componimenti. Il castagno, nella sezione Alberi e fiori della raccolta Myricae enfatizza il ruolo della pianta nella civiltà contadina di un tempo: esso accompagna, con la sua costante presenza, la scansione delle stagioni, e nelle freddi sere dell’autunno e dell’inverno diventa un protagonista nella vita della famiglia contadina, con lo scoppiettìo della sua corteccia che brucia nel focolare e le castagne che cuociono nella pentola.
« Per te i tuguri sentono il tumulto
or del paiolo che inquïeto oscilla;
per te la fiamma sotto quel singulto
crepita e brilla:
tu, pio castagno, solo tu, l’assai
doni al villano che non ha che il sole;
tu solo il chicco, il buon di più, tu dai
alla sua prole; »
(Giovanni Pascoli, Il castagno)
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Non meno suggestiva è Il vecchio castagno, nei Primi poemetti, dove il Pascoli raffigura un vecchio albero come essere animato che parla alla pastorella Viola esortandola a prendere l’accetta.
« …Viola!… Violetta!…
Non la vedi costì? C’è da stamani.
Ce l’ha lasciata il caro zio. L’accétta!
La piglia su, domani, oggi, a due mani,
e picchia giù. Dove ella picchia, guai
a quei frassini! tristi quelli ontani!
e quei castagni! Non credevi mai,
Violetta? Lo credo! Ero il più grande!
Sono il più vecchio. Ella è per me: vedrai. »
(Giovanni Pascoli, Primi poemetti: Il vecchio castagno)
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Oltre alle due citate liriche, non mancano comunque altri riferimenti più o meno espliciti nella poesia del Pascoli (per esempio nel componimento in latino Castanea) e in alcuni suoi saggi, al castagno come pianta e alla cultura contadina del castagno.
Il castagno e i suoi frutti appaiono anche nel ritratto che Grazia Deledda (1871-1936) fa della famiglia di zia Grathia, nel romanzo Cenere. La Deledda presenta la castagna sia come bene economico sia come componente integrante della quotidianità nella famiglia rurale della montagna barbaricina.
« Le castagne del piccolo Zuanne scoppiavano fra la cenere che si spargeva sul focolare.

Eravamo sposi da pochi mesi; eravamo benestanti, sorella cara: avevamo frumento, patate, castagne, uva secca, terre, case, cavallo e cane.

Si alzò, accese una primitiva candela di ferro nero, e preparò la cena: patate e sempre patate: da due giorni Olì non mangiava altro che patate e qualche castagna. »
(Grazia Deledda, Cenere)
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Il poeta ottocentesco sardo Peppino Mereu (1872-1901) cita il pane di castagne, come alimento rifugio dei poveri in tempi di carestia, nella sua più celebre poesia, Nanneddu meu. La poesia, che ha subito diversi arrangiamenti musicali nei canti popolari della Sardegna e in una più nota versione interpretata dal gruppo dei Tazenda, è un canto di protesta che, in forma di lettera ad un amico, descrive lo stato di miseria e oppressione in cui versavano gli strati sociali più bassi nella metà dell’Ottocento.
« Famidos nois semos pappande
pane e castanza, terra cun lande
terra ch’a fangu, torrat su poveru
senz’alimentu, senza ricoveru. » 
« Affamati noi stiamo mangiando
pane di castagne e terra con ghiande
terra come il fango, ridiventa il povero
senza cibo, senza ricovero. »
(Peppino Mereu, Nanneddu meu)
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Il Castagno dei Cento Cavalli. è citato in alcune poesie in siciliano o in italiano. Il poeta ottocentesco siciliano Giuseppe Borrello (1820-1894) citò in una sua poesia la leggenda da cui deriverebbe il nome dell’albero. La leggenda narra di una “regina Giovanna”, la cui identità non è storicamente accertata, che in occasione di un suo viaggio in Sicilia si riparò con il suo seguito sotto il castagno durante un temporale.
« Un pedi di castagna tantu grossu
ca ccu li rami so’ forma un paracqua
sutta di cui si riparò di l’acqua, di fùrmini, e saitti
la riggina Giuvanna ccu centu cavaleri,
quannu ppi visitari Mungibeddu vinni surprisa di lu timpurali.
D’allura si chiamò st’àrvulu situatu ‘ntra ‘na valli
lu gran castagnu d’i centu cavalli. » 
« Un piede di castagna tanto grosso
che con i rami forma un ombrello
sotto il quale si riparò dalla pioggia, dai fulmini e dalle saette
la regina Giovanna con cento cavalieri
quando per visitare Mongibello venne sorpresa dal temporale.
Da allora si chiamò quest’albero situato entro una valle
il gran Castagno dei Cento Cavalli.. »
(Giuseppe Borrello)
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Un’altra citazione dello stesso albero si ritrova in un sonetto del poeta siciliano Giuseppe Villaroel (1889-1965), in italiano, nel quale è descritta la maestosità dell’albero con suggestive metafore.
« Dal tronco, enorme torre millenaria,
i verdi rami in folli ondeggiamenti,
sotto l’amplesso querulo dei venti,
svettano ne l’ampiezza alta de l’aria. »
(Giuseppe Villaroel)
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Ancora come elemento figurativo rappresentativo del paesaggio boschivo, il castagno è riproposto da Italo Calvino (1923-1985) in un racconto di Ultimo viene il corvo. Un castagno dal tronco cavo si presenta agli occhi del partigiano Binda, mentre attraversa i boschi per portare gli ordini alle postazioni.
« Un castagno dal tronco cavo, un lichene celeste su una pietra, lo spiazzo nudo d’una carbonaia, quinte di uno scenario spaesato e uniforme, s’animavano in lui radicate ai ricordi più remoti … »
(Italo Calvino, Ultimo viene il corvo: Paura sul sentiero)
Letteratura straniera
Herman Hesse (1877-1962) dedicò al castagno l’apertura del suo Narciso e Boccadoro descrivendo il maestoso albero ubicato presso l’ingresso del seminario di Maulbronn, nella Germania meridionale, dove studiò da giovane. Nella descrizione, Hesse cita alcuni aspetti che evidenziano la natura esotica del castagno (solitario figlio del Sud) e la sua posizione al limite settentrionale dell’areale: l’entrata tardiva in vegetazione e la difficoltà di maturazione a causa della brevità della stagione vegetativa sono infatti condizioni sfavorevoli alla diffusione di questa specie nell’Europa centrale, determinandone la sporadicità. Ancora una volta viene l’arte mette sottolinea l’immagine suggestiva dei frutti rilasciati in autunno e arrostiti nel fuoco del camino.
« Davanti all’arco d’ingresso, retto da colonnette gemelle, del convento di Mariabronn, sul margine della strada c’era un castagno, un solitario figlio del Sud, che un pellegrino aveva riportato da Roma in tempi lontani, un nobile castagno dal tronco vigoroso; la cerchia de’ suoi rami si chinava dolcemente sopra la strada, respirava libera ed ampia nel vento; in primavera, quando intorno tutto era già verde ed anche i noci del monastero mettevano già le loro foglioline rossicce, esso faceva attendere ancora a lungo le sue fronde, poi quando le notti eran più brevi, irradiava di tra il fogliame la sua fioritura esotica, d’un verde bianchiccio e languido, dal profumo aspro e intenso, pieno di richiami, quasi opprimente; e in ottobre, quando l’altra frutta era già raccolta ed il vino nei tini, lasciava cadere al vento d’autunno i frutti spinosi dalla corona ingiallita: non tutti gli anni maturavano; per essi s’azzuffavano i ragazzi del convento, e il sottopriore Gregorio, oriundo del mezzodí, li arrostiva in camera sua sul fuoco del camino. »
(Herman Hesse, Narciso e Boccadoro)
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Il castagno figura, sia pure come elemento secondario di sfondo, anche nello scenario che accompagna le riflessioni esistenziali di Antoine Roquentin ne La nausea di Jean-Paul Sartre (1905-1980):
« Invano cercavo di contare i castagni, di situarli in rapporto alla Velleda, di confrontare la loro altezza con quella dei platani: ciascuno di essi sfuggiva dalle relazioni nelle quali io cercavo di rinchiuderli, s’isolava, traboccava. »
(Jean-Paul Sartre, La nausea)
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In “1984” di George Orwell sono presenti alcuni riferimenti al castagno: il bar frequentato dal protagonista Winston Smith si chiama “Bar del Castagno”, e lungo l’intero romanzo viene citata la “Canzone del Castagno”
« Sotto il castagno, chissà perché.
Io ti ho venduto, e tu hai venduto me:
sotto i suoi rami alti e fortiessi sono defunti e noi siam morti. »
(George Orwell, 1984)
Pittura
Il carattere di rappresentatività del castagno come elemento paesaggistico o della civiltà rurale lo ha portato anche ad essere raffigurato come soggetto nella pittura.
   
Fonte Wikipedia
Di zentolos – Flickr, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5409449
Castagne in cucina, nell’arte e nella cultura
Riso con funghi shiitake freschi

Riso con funghi shiitake freschi

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Lentinula edodes è un fungo di origine asiatica ed è attualmente il secondo fungo commestibile più consumato al mondo. È più comunemente conosciuto con il nome di shiitake (che significa fungo della quercia:shii (un albero simile alla quercia) e take (fungo). Cresce in autunno e in primavera sui tronchi e il primo riferimento al consumo dello shiitake in Giappone risale al 199 d.C..

 Ingredienti per 4 persone

280 gr.di riso, 150 gr. di funghi Shiitake freschi (60 gr. secchi), brodo vegetale, 1 porro, olio, ½ vino bianco secco, sale

Preparazione

Pulite i funghi Shiitake come spiegato qui, poi tagliateli grossolanamente.

Tritate il porro e mettetelo ad appassire nel wok (o in una padella dai bordi alti) con poco olio, aggiungete i funghi e fateli saltare velocemente.

In una padella capiente fate tostare il riso in poco olio, quindi versate il vino e fatelo sfumare. Aggiungete un mestolo di brodo vegetale e mescolate; continuate la cottura aggiungendo altro brodo al bisogno.

A metà cottura unite i funghi e finite di cuocere il riso, aggiustate di sale e spegnete il fuoco. Mantecate con una noce di burro.

Variante 

Anzichè i funghi shiitake freschi potete usare quelli secchi che metterete a marinare in olio, aceto balsamico e aglio.

 Riso con funghi shiitake freschi
Gli Antipasti di verdure

Gli Antipasti di verdure

Spiedini di formaggio a cubetti con uva e pomodorini
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COME PRESENTARE GLI ANTIPASTI DI VEGETALI
Gli antipasti di vegetali possono essere presentati sulle speciali antipastiere, costituite da numerose vaschette sistemate su un unico vassoio. È una presentazione comoda e sbrigativa, ma non lascia alcuno spiraglio alla fantasia della padrona di casa. Molto più elegante, invece, è presentare gli antipasti su vassoi e ceramiche, o in scodelle d’argento e di cristallo.

QUALI VEGETALI PRESENTARE

  • Barbabietole cotte al forno: molto rosse, tagliate in fette rotonde o a dadi, condite con olio e aceto. Possono essere accompagnate da uova sode.
  • Carciofi: crudi e conditi con olio e aceto, o alla greca, o alla tartara, o marinati. Fondi di carciofini con maionese e puré di pesce.
  • Cavolfiore: in minuscoli mazzetti, marinati o lessati e conditi con olio e aceto.
  • Cetrioli: tagliati a fette o in piccoli dadi, depurati dall’acqua, conditi con olio e aceto.
  • Cipolle: farcite; cipolline all’aceto.
  • Fagiolini verdi: lessati, tagliati in piccoli pezzi e conditi con maionese o olio e aceto.
  • Finocchi: conditi con olio e aceto.
  • Funghi: ovoli crudi conditi con olio e limone; altri funghi cotti in bianco, tagliati a piccoli dadi e conditi con maionese o olio e aceto; funghetti sott’olio.
  • Melone: tagliato a spicchi, presentato con ghiaccio su un letto di foglie verdi.
  • Noci: condite con il succo di uva non troppo matura, sale grosso e cerfoglio tritato.
  • Olive: servite tali e quali o snocciolate e farcite con burro mescolato a pasta di acciughe.
  • Patate: lessate, tagliate in dadi o a fette, condite con maionese o olio e aceto.
  • Pomodori: in dadi o a fette, depurati dell’acqua, conditi con maionese o con olio e aceto, o farciti.
  • Sedani: il cuore diviso in quarti, condito con olio e aceto e un po’ di senape.

Per un pranzo non impegnativo basteranno tr o quattro varietà di questi vegetali; se si tratta invece di un pranzo importante ne potrete presentare anche di più.

Enciclopedia della donna 1965

Cestini di spaghettiDecorazione spaghetti fritti: per "legare" polpette, crocchette, palline

cestini parmigiano (2)Decorazione di spaghetti fritti

 

 

 

 

1. Cestini per presentare le verdure lessate o passate in padella

2. Decorazioni

chicco d'uva con glassa al gorgonzola e pistacchi di bronte 0    finocchi-fritti    girelle_Brötchen_mit_...,_Sanok_2013.    carolina insalata russa

 melanzane involtini    Polpettine di spinaci in crosta    zucchine crema

Gli Antipasti di verdure
Spiedini di insalata caprese con pomodorini, foglie di basilico e bocconcini di mozzarella, conditi con olio evo e aceto balsamico.

Caprese salad skewer appetizers.jpg

“Caprese salad skewer appetizers” by Larry Hoffman – Caprese Salad Skewer Appetizers. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons –
“Käsespieße mit Weintrauben und Cocktailtomaten” by 4028mdk09 – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons –

 

 

Come si mangiano verdure e uova, funghi e tartufo

Galateo: Come si mangiano verdure e uova, funghi e tartufo

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Continuando la serie dei capitoli dedicati al galateo della tavola ci occupiamo ora del modo in cui si servono e si mangiano le uova e alcune verdure che pensiamo possano creare dei problemi ai padroni di casa e ai commensali..

Le verdure difficili

Gli asparagi
Andrebbero mangiati con le apposite pinzette, ma pochi le posseggono e le sanno usare con disinvoltura. Ci si regolerà quindi in questo modo:

  • in famiglia è permesso prenderli con le due dita dalla parte del gambo, portarli alla bocca e addentare la parte verde mangiabile.
  • In un pranzo elegante bisognerà, invece, tagliare il gambo col lato della forchetta e raccogliere in questa la parte verde, aiutandosi magari con un pezzetto di pane. Nel piatto di portata, gli asparagi vengono presentati con la parte bianca all’esterno, e serviti con le apposite molle.

Carciofi

  • I carciofi crudi si mangiano staccando le foglie ad una ad una con le dita ed intingendo man mano la parte tenera nel condimento preparato nel piatto (olio, sale e pepe).
  • Per i carciofi cotti si cerchi di usare la sola forchetta, ma quando le foglie sono un po’ dure, si possono mangiare come quelli crudi.
  • Il cuore del carciofo va ripulito col coltello dall’eventuale peluria, poi diviso con la forchetta. Non deve mai essere tagliato con il coltello.

L’isalata
deve essere portata in tavola nelle insalatiere e servita in piattini: le foglie, se sono troppo grandi vanno tagliate in cucina. A tavola è assolutamente proibito tagliare l’insalata col coltello.
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I piselli
si spingono sulla parte concava della forchetta con l’aiuto di un grissino o di un pezzetto di pane. Anche se sono duri come pallini da schioppo, non si cerchi di domarli schiacciandoli sul piatto con la forchetta. I piselli si presentano a tavola in piatti piuttosto fondi per evitare che rotolino fuori dai bordi, quando i commensali li prendono con l’apposito cucchiaio dal piatto di portata.

Finocchi, sedani, ravanelli crudi, si servono tagliati a pezzettini. Si intingono con la forchetta nel condimento e si portano alla bocca sempre con la forchetta.

FUNGHI E TARTUFO

Funghi

Tartufo

Le UOVA

L’uovo alla coque
si porta in tavola nel porta-uovo appoggiato su un piattino. Solo in famiglia può essere presentato in tazza. Dopo aver tolto la parte superiore del guscio con l’apposito arnese o con l’aiuto di un cucchiaino, si mangia l’uovo asportandolo dal guscio col cucchiaino. Non si deve schiacciare il guscio vuoto né lasciarvi dentro il cucchiaino.
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L’uovo all’ostrica
si serve su uno speciale cucchiaio con il fondo piatto e il manico corto. Dopo averlo condito con sale, pepe e limone si porta alla bocca  inghiottendolo in un sol colpo.
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L’uovo sodo
si presenta già sgusciato e tagliato a metà o a spicchi o a fettine sottili. A tavola, non va mai tagliato col coltello, ma va spezzato col dorso della forchetta.
Solo nella ricorrenza pasquale vengono presentate col guscio le uova sode benedette o quelle colorate e adorne per rallegrare la tavola.
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Le frittate
per nessuna ragione si tagliano con il coltello: ogni boccone va tolto e portato alla bocca con la forchetta.

  • Le frittatine singole, ripiene o non, vengono prese dal piatto comune e trasferite sul proprio col cucchiaio di portata.
  • Le frittate grandi, invece, vengono tagliate a fette preparate in cucina:  ogni fetta sarà poi trasferita sul piatto di ciascun commensale con l’apposito coltello-spatola.

L’uovo al piatto
si mangia con la forchetta, immergendovi dei pezzetti di pane, anche questi “manovrati” con la forchetta.

“Enciclopedia della Donna” 1965
Leggi anche
posatel_Place_SettingCome si mangiano verdure e uova, funghi e tartufo
Risotto bianco Risotto ai funghi

I classici. Risotto bianco: Risotto ai funghi

Ingredienti e dosi per 4 persone:

350 gr. di riso Carnaroli, 400 gr. di funghi a piacere (funghi porcini, champignon, spinaroli, mazze di tamburo, chiodini), mezzo bicchiere di vino bianco secco, 40 gr. di burro, 1 cipolla piccola, olio extravergine di oliva q.b, 1 spicchio di aglio piccolo, 1 lt. di brodo vegetale, 50 gr. di parmigiano grattugiato, prezzemolo, sale e pepe.

Difficoltà: 2/5 – Tempo: 15 min per la preparazione + 20 min di cottura
Preparazione:

 Per prima cosa pulite bene i funghi: separate la testa dal gambo staccandola con un movimento rotatorio, eliminate la sporcizia aiutandovi con un canovaccio inumidito e raschiate con un coltello la parte bianca che si trova sotto il cappello, dove potrebbero essersi depositati residui di terra.

Mondate e tagliate ad anelli la cipolla, fatela dorare con l’aglio in una capiente padella dai bordi bassi, insieme a una 20 grammi di burro e a un cucchiaio d’olio, dopodiché aggiungete i funghi tagliati in pezzetti e versateli nella padella per lasciarli insaporire per qualche minuto, aggiungendo se necessario un cucchiaio d’acqua.

A questo punto aggiungete anche il riso, fatelo tostare per un paio di minuti, bagnatelo con il vino e lasciatelo evaporare per bene, dopodiché portatelo a cottura in circa 20 minuti versando gradualmente il brodo caldo e mantecando spesso.

Quando la cottura sta per terminare aggiungete il restante burro, il parmigiano grattugiato, se gradite aggiustate di sale e mantecate per bene. Il risotto ai funghi può essere servito!

 Accorgimenti::

Mantecate continuamente e sempre nel medesimo verso il riso durante la cottura per permettere a tutti i chicchi di cuocere bene.

Idee e varianti:

 Idee e varianti:
La varietà di funghi potete sceglierla voi secondo le vostre preferenze. Se gradite, potete spolverizzare il vostro risotto ai funghi con un po’ di prezzemolo tritato.

ricettaidea.it

Risotto ai funghi
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ALTRI RISOTTI

funghi SHIITAKE (4)Riso e champagnePetronilla: Risotto alla milanese e...Risotto con asparagi selvatici di pineta

 

 

 

 

Ricette

Risotto con germogli di pungitopoRisotto con Cavolfiore alla maniera di PetronillaRisotto con granchio GranciporroRisotto con prosciutto e melone

 

 

 

 

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Risotto bianco: Risotto ai funghi  .
1 Risotto med karl johan-svampe Di cyclonebill from Copenhagen, Denmark – Risotto med karl johan-svampeUploaded by palnatoke, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26755641
Cotolette di funghi Pleurotos

Cotolette di funghi Pleurotus

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Pleurotus ostreatus è una delle specie fungine più coltivate e conosciute nel mondo; in Italia è molto comune e viene denominata orecchione o fungo ostrica. Commestibilità ottima, specialmente se il fungo viene cotto alla graticola, gastronomicamente è molto versatile.

    Ingredienti

Funghi pleurotus, uova, pangrattato (io ho “grattato” le gallette di sesamo), olio per friggere, sale e pepe.

 Preparazione

Pulite i funghi con un panno umido, eliminando i gambi più fibrosi e duri. Battete le uova e insaporitele con sale e pepe; immergetevi i funghi.Passateli, quindi, nel pangrattato.

Cotolette di funghi Pleurotos (5)    Cotolette di funghi Pleurotos (3)    Cotolette di funghi Pleurotos (4)    Cotolette di funghi Pleurotos (2)

Friggete le cotolettine (ma potete anche cuocerle in forno a 200 gradi per 40 minuti circa: il tempo può variare a seconda della grandezza dei funghi), rigirandole a metà cottura. Sgocciolatele su carta assorbente, tamponando da ambo i lati.

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Vino

I vini da scegliere sono certamente gli spumanti: l’anidride carbonica, che origina la spuma, è ripulente del gusto così da tenere un’efficace antagonista delle preparazioni grasse e dei fritti, rendendo la portata più fresca e leggera. potremmo optare per un Franciacorta, con bollicine finissime, persistenti, e spuma ricca. Ha sentori di frutto di bosco, mentre il sapore è secco, con sensazzioni di frutta e possibili note amarognole.
Come regola generale quindi se i funghi sono gli unici protagonisti del piatto, o sono accompagnati da amidi come pasta, riso, polenta e patate, il vino sarà necessariamente delicato. Se invece guarniscono cibi più saporiti, il vino da scegliere dovrà saper bilanciare la componente più saporita del piatto, ossia la carne. everywine.biz

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d9/Gilled_mushroom_cluster_2011-12-27_05.jpg

“Gilled mushroom cluster 2011-12-27 05” di Norbert Nagel – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons –

 

 

Polenta con sugo di funghi

Polenta con sugo di funghi

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 Ingredienti e dosi per 4 persone

Per la polenta
500 gr. di farina di mais, 1 litro e mezzo di acqua, 15 gr. di sale.
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Per il sugo di funghi
350 gr. di funghi (galletti, pleurotus, champignon, porcini), 1 cipolla di media grandezza, 1 spicchio d’aglio, 4-5 cucchiai di olio evo, 250 gr. di polpa di pomodoro, prezzemolo tritato, sale.

Preparazione

Preparate il sugo di funghi
Mondate i funghi tagliando via l’estremità terrosa dei gambi, lavateli in fretta sotto acqua fredda corrente e subito asciugateli. Tagliateli a pezzi piuttosto piccoli. Pelate e lavate la cipolla, tagliatela a piccoli dadi. Pelate lo spicchio d’aglio. Riunite nella casseruola o nel tegame l’olio, i funghi, la cipolla, l’aglio e rosolate tutto insieme su fuoco medio, mescolando spesso, per 2-3 minuti. Unite la polpa di pomodoro, il prezzemolo tritato e, infine, il sale. Portate a bollore su fuoco medio; coprite, diminuite la fiamma e, mescolando qualche volta e controllando che la preparazione non si asciughi troppo e non attacchi (nel caso, bagnate con pochissima acqua), cuocete a fuoco dolce per circa 25 minuti o finchè i funghi sono teneri.

Quando il sugo sarà pronto, condite la polenta e spolverizzate con parmigiano grattugiato.

 Variante

Ho messo la polenta in una teglia, quindi ho inserito qua e là alcuni tocchetti di parmigiano. Ho poi passato il tutto al grill per 5 minuti.

polenta pasticciata

Polenta con sugo di funghi passata al grill prima di essere servita
 
Tagliatelle alla boscaiola con panna

Tagliatelle alla boscaiola con panna

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Sulle tavole degli anni ’80 c’era un tripudio di panna, maionese, checiap (proprio così), e salse grondanti colesterolo a non finire, in pieno edonismo reganaiano.

Uno dei primi piatti di quegli anni sono le

Tagliatelle ai funghi e salsiccia con panna

Ingredienti e dosi per 4 persone

400 gr. di tagliatelle o fettuccine, 100 gr. di salsiccia, 500 gr. di funghi che preferite, 200 ml. di panna da cucina, 1 cipolla piccola, 3 cucchiai di olio d’oliva, 30 gr. di burro, 50 gr. di formaggio parmigiano grattugiato, sale e pepe

Preparazione

Raschiate bene i funghi e strofinateli con un panno umido senza lavarli, poi tagliateli a fettine. Togliete la pelle e tagliate (o sbriciolate) la salsiccia. Mettete in una padella capiente l’olio, il burro e la cipolla tritata grossolanamente; fatela appena tostare, poi unitevi la salsiccia.

patate_funghi_al_forno (7)carciofi besciamella1Tagliatelle alla boscaiola (2).

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Lasciate rosolare il tutto per qualche minuto, quindi versatevi un bicchiere di vino bianco secco e fatelo evaporare. Aggiungete i funghi, salate, pepate e fate cuocere a fiamma bassa per 30 minuti circa; poco prima della fine della cottura aggiungete la panna ed amalgamate bene il tutto.

Nel frattempo lessate le tagliatelle e fatele cuocere piuttosto al dente. Scolatele e rovesciatele nella padella con il sugo di funghi e la panna; mescolate bene, ma delicatamente. Condite con il parmigiano, mescolando per qualche momento in modo che il formaggio si amalgami bene a gli altri ingredienti. Togliete dal fuoco e portate in tavola ben caldo nello stesso recipiente di cottura.

 Varianti

Agli ingredienti potete aggiungere

  • 300 gr. di pomodorini oppure pomodori pelati.
  • 40 gr. di olive nere denocciolate
  • 100 gr. di piselli anche surgelati

Pappardelle vegetariane al sugo di melanzane

Tagliatelle alla boscaiola con panna
 
 Di walimai73 (originally posted to Flickr as fettuccine con…) [CC BY-SA 2.0
Ravioli ai funghi con sugo di cipolle rosse

Ravioli ai funghi con sugo di cipolle rosse

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Ingredienti e dosi per 4 persone

 500 gr. di ravioli ai funghi già pronti oppure per prepararli: 400 gr. di farina,  4 uova, un pizzico di sale

Per il ripieno
400 gr. di funghi freschi, 150 gr. di ricotta, 4 cucchiai di parmigiano grattugiato, 150 gr. di burro, 2 spicchi d’aglio, 1 mazzetto di prezzemolo, sale, pepe, noce moscata.

Per il sugo
2-3 cipolle rosse grandi, 35 gr. di burro, 1 carota e 1 costola di sedano tritati, 2 cucchiai di farina, latte qb, brodo vegetale.

Preparazione

Preparate il ripieno
Fate trifolare i funghi puliti e tagliati a dadini, con poco burro e con un trito di aglio e prezzemolo. Mescolatevi la ricotta setacciata, sale, pepe e noce moscata.

Preparate la pasta
I ravioli possono essere di forma rotonda o quadrata, la pasta si prepara al solito modo, una volta tirata la sfoglia disponete su metà di questa dei mucchietti di ripieno grossi come nocciole. Ripiegate l’altra metà della sfoglia sopra i mucchietti, pigiate bene la pasta intorno a questi per non lasciare aria all’interno. Con la rotellina dentata dividete i quadrati ottenendo così i ravioli. Sono in vendita anche delle speciali “raviolere” che consentono una più veloce preparazione; per ottenere i ravioli tondi bisogna usare l’apposito stampino (coppapasta).

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Preparate il sugo di cipolle
Pulite e tritate la carota e il sedano. Pulite le cipolle, tagliatele a metà, quindi tagliate ogni metà a fettine. In una padella sciogliete il burro e fatevi rosolare la carota, il sedano e le cipolle. Una volta che le cipolle saranno dorate, bagnate con ½ bicchiere di brodo vegetale caldo, incoperchiate e fate cuocere a fuoco dolce. Passati 10-15 minuti aggiungete ½ bicchiere di latte tiepido, la farina, il sale, il pepe, incoperchiate e lasciate finire la cottura (10-15 minuti) fino ad ottenere una crema.

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Cuocete i ravioli in abbondante acqua salata, dopo 3-5 minuti circa scolateli e versateli nella padella con il sugo, mescolate molto delicatamente (meglio sarebbe farli saltare) per evitare di romperli. Lasciate riposare un po’ e, quindi, servite.

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Ravioli ai funghi con sugo di cipolle rosse
Riso Carnaroli integrale alla zucca con porcini

Riso Carnaroli integrale alla zucca con porcini

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Ingredienti e dosi per 4 persone

280-300 gr, di riso Carnaroli integrale, 400 gr, di funghi porcini, 100 gr. di lardo, 250 gr. di polpa di zucca, mezza cipolla, olio e.v.o., sale e pepe.

Preparazione

Il riso integrale richiede almeno 40 minuti per cuocere quindi, prima di tutto, lessate il riso per 30 minuti in acqua salata e aggiungetei un po’ d’acqua per fermare la cottura.

Nel frattempo pulite e tagliate a dadini la zucca. Raschiate bene i funghi e strofinateli con un panno umido senza lavarli, poi tagliateli a pezzetti. Tagliate il lardo a cubettini e fatelo rosolare  nell’ olio, quindi aggiungete i funghi con sale e pepe e fate insaporire.

riso-alla-zucca-con-porcinifagiano con funghi  porcini    riso funghi zucca    Riso alla zucca con porcini

In un’altra padella capiente fate rosolare la cipolla tritata nell’olio; unite la zucca tagliata a dadini e acqua calda (o brodo) qb. e fate cuocere per 20 minuti circa, finchè l’acqua sarà tutta assorbita (se necessario aggiungete altro liquido caldo).

Passati 10 minuti versate il riso, che avrete prima scolato; aggiungete i funghi, mescolate delicatamente e continuate la cottura per altri 10 minuti. Regolate il sale e il pepe e portate a cottura. Lasciate riposare qualche istante e servite.

Vino

 

I consigli di ropa55 Cookaround Administrator:

Bianco indiscutibilmente riso e zucca tendenza dolce funghi tannico terrosi col rosso fanno a pugni i funghi danno una bella dose di aromaticità io proverei un riesling o un traminer altoatesini, o un friulano DOC collio buono quello di Venica e Venica cosi’ d’acchitto.

FUNGHI PORCINI DI SAN MINIATO

 Riso Carnaroli integrale alla zucca con porcini
Tortelli di zucca con sugo di funghi

Tortelli di zucca con sugo di funghi

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Ingredienti per 4 persone

280-300 gr. di Tortelli di zucca
 
Per il sugo
350 gr. di funghi misti, 1 cipolla media, 1 spicchio di aglio, qualche pomodorino, olio evo, sale.

Preparazione

 

Preparate i  Tortelli di zucca

Preparate il sugo di funghi: mondate i funghi tagliando via l’estremità terrosa dei gambi. Lavateli in fretta sotto l’acqua fredda corrente e subito asciugateli. Tagliateli a pezzi piuttosto piccoli.

Pelate e lavate la cipolla; tagliatela a piccoli dadi. Pelate l’aglio. Riunite nella casseruola o nel tegame l’olio, i funghi, la cipolla, l’aglio e rosolate tutto insieme su fuoco medio, mescolando spesso, per 2-3 minuti.

Unite i pomodorini tagliati a spicchi e senza i semi, quindi aggiungete il sale. Portate a bollore su fuoco medio. Coprite, diminuite la fiamma e, mescolando qualche volta e controlando che la preparazione non si asciughi troppo e non attacchi (nel caso, bagnate con pochissima acqua), cuocete a fuoco dolce per circa 25 minuti o finchè i funghi saranno teneri.

Il sugo ai funghi misti può essere perfetto per condire la polenta, ma anche un contorno per un piatto di carne.

zucca   Tortelli di zucca con sugo di funghi misti (3)   tortelli alla  zucca

Lessate i tortelli in abbondante acqua poco salata, perchè è già salato il ripieno. Occorre fare attenzione che l’acqua non bolla troppo forte per evitare che la pasta si rompa facendo fuoriuscire il ripieno. Scolateli un po’ al dente: raccoglieteli con un mestolo forato mano a mano che saliranno a galla.

Versateli nella padella con il sugo di funghi misti e fate saltare, o mescolate delicatamente. Servite.

Vino

Lambrusco Mantovano Rosso Doc, Oltrepò Pavese Riesling Italico (Lombardia), Traminer (Alto Adige).

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Fagiano arrosto con funghi porcini e tartufo

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Un piatto davvero prelibato, degno di un giorno di festa. Alla ricetta che segue, potete aggiungere scaglie di tartufo che daranno un ulteriore tocco di raffinatezza. Buon appetito!

La ricetta del fagiano con funghi

Tempo: 55 minuti.

Ingredienti e Dosi: per 4 persone

1 fagiano intero, 300 gr. di funghi, 3 rametti di prezzemolo, 1 spicchio d’aglio, 30 gr. di burro, 1 cipolla, 1 carota, 100 ml. di brodo, Olio extravergine di oliva q.b, Pepe q.b, Sale q.b.
Alcuni ingredienti potrebbero contenere allergeni (glutine, lattosio..) o tracce di derivati animali. Per maggiori informazioni leggi le guide: “Alimentazione e allergeni” e “Alimentazione vegana”.
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 Preparazione
  1. Frollatura e marinatura della selvaggina prima della cottura
  2. Come preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

Acquistate un fagiano già pulito per facilitarvi il lavoro e ungetelo d’olio, sia all’interno che all’esterno. Pepatelo, salatelo e legatelo con lo spago da cucina. Fate scaldare il burro con un filo d’olio in una casseruola e unite il fagiano. Nel frattempo che il fagiano rosola voi tagliate finemente la cipolla e la carota. Versate il brodo nella casseruola, aggiungete le verdure, salate e fate cuocere il fagiano a fiamma bassa per 30 minuti.
Nel mentre fate scaldare due cucchiai d’olio in un’altra padella e mettete a rosolare lo spicchio d’aglio. Unite i funghi e il prezzemolo, salate e fate cuocere per 10 minuti a fiamma bassa.
Trasferite i funghi nella casseruola con il fagiano, versate ancora un mestolo di brodo, salate, pepate e proseguite la cottura per ulteriori 10 minuti. Quando il fagiano è pronto adagiatelo su un elegante piatto da portata e servitelo in tavola

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Accorgimenti

Se vi accorgeste che il fagiano tende ad attaccarsi al fondo della casseruola durante la cottura, unite ancora un mestolo di brodo.
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Idee e varianti

Se desiderate, potete aggiungete anche delle cipolline o delle olive taggiasche, per un piatto ancora più saporito e gustoso.

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 Vino

Barbera Riserva Terre di Montebudello Alto Adige (Südtirol o Südtiroler), Cabernet Sauvignon o Cabernet Franc o Cabernet Alto Adige (Südtirol o Südtiroler), Merlot Trentino Superiore, RossoTrentino, Cabernet Sauvignon (anche Riserva) Trentino, Rosso da due varietà di vite Valdadige (o Etschtaler) Terra dei Forti Cabernet Sauvignon e Cabernet Sauvignon Riserva.

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