antipasto napoletano per pasqua

Antipasto d’o iuorno ‘e Pasca, antipasto per il giorno di Pasqua a Napoli

Ricetta in dialetto napoletano. “Napoli in bocca” 1976

Per 8 persone.

Per antica usanza e tradizione, il pranzo del giorno di Pasqua a Napoli si apre con le uova. Si preparano così: fate rassodare 8 uova in acqua, portandole ad ebollizione lentamente e lasciandole cuocere per 10 minuti, poi fatele raffreddare, sgusciatele e tagliatele a fettine o a metà. Sistematele al centro di una “sperlunga” ossia un piatto da portata. Conditele con un poco di sale, poi metteteci intorno salame a fette, capocollo, salsiccia piccante affumicata, ricotta salata e alici.
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friarielli broccoli di natale

Antipasto natalizio, broccoli friarielli di Natale. La ricetta in dialetto napoletano

Trota al forno con aneto, friarielli (broccoli) e patate al forno.

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Ricetta in dialetto napoletano. “Napoli in bocca” 1976

antipasto natalizio friarielli

Traduzione

Per 6 persone
Mentre Pasqua si festeggia con le uova a Natale si festeggia con i broccoli. Prendete 1 kg. di broccoli, puliteli, lavateli e metteteli a bollire. A metà cottura levateli dal fuoco e fateli scolare. Soffriggete in padella 5 o 6 spicchi d’aglio, olio, e alici salate a pezzettini. Quando l’aglio è rosolato aggiungete i broccoli, salateli, non fate mancare un pizzico di pepe e fateli insaporire. A cottura ultimata toglieteli dal fuoco e mangiateli con buona salute.

I friarielli (chiamati anche broccoli di rapa nel Cilento ed in Calabria, una varietà della famiglia di cui fanno parte le cime di rapa in Puglia, rapini (o rapi) in Toscana o pulezze) vengono generalmente preparati soffritti in olio d’oliva con aglio, sale e poco peperoncino rosso piccante.  Non vanno confusi con i friarelli, peperoni nani verdi dolci (conosciuti anche come “friggitelli” nel Lazio), i quali vengono anch’essi consumati fritti.

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Alici (o acciughe) dissalate per conservarle sott’olio

Antipasto d’o iuorno ‘e Pasca, antipasto per il giorno di Pasqua a Napoli

Di Roedelius – [1], CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1917420Di Roedelius – [1], CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1917420
spaghetti aglio oglio peperoncino e acciughe

Spaghetti aglio, olio, peperoncino e acciughe (alici)

Una ricetta veloce ma di sicura riuscita.

Ingredienti e dosi per 8 persone
  • 400 gr. di spaghetti,
  • 2 spicchi d’aglio,
  • 8 acciughe (alici) sott’olio,
  • prezzemolo tritato,
  • 1 peperoncino (facoltativo),
  • 4 cucchiai di olio evo,
  • sale qb.
Preparazione

Cuocete gli spaghetti al dente (circa 8 minuti) in abbondante acqua salata.

Nel frattempo preparate il sugo:
In una padella con l’olio mettete l’aglio e il peperoncino. Aggiungete le acciughe (alici) e fatele sciogliere. Eliminate l’aglio.

Quando gli spaghetti saranno cotti al dente, scolateli e passateli nella padella con il sugo. Aggiungete il prezzemolo tritato e mantecate.

Servite ben caldo.

Spaghetti con sugo di peperoncini tondi piccantipeperoncini Peppers_in_glasacciughe sott'olio 3

 

 

 

 

Spaghetti con sugo di peperoncini tondi piccanti

Alici (o acciughe) dissalate per conservarle sott’olio

Peperoncini rossi piccanti ciliegia ripieni sott’olio

Spaghetti Aglio e Olio Acciuga.jpg [[File:Spaghetti Aglio e Olio Acciuga.jpg|Spaghetti_Aglio_e_Olio_Acciuga]]
fiori di zucca ripieni Stuffed_Squash_Blossoms_at_Kivelstadt_Cellars_&_Winegarten_-_July_2022_-_Sarah_Stierch_02

Fiori di zucca ripieni con mozzarella e acciughe

La zucchina zucchino venne importata in Europa intorno al 1500 dopo la scoperta dell’America.
In cucina
Frutto
  • Con le zucchine, da sole o con altre verdure, sono un ingrediente per varie preparazioni alimentari. A volte come condimento della pasta o come ingrediente del minestrone. Le zucchine finemente affettate possono anche venire cucinate in carpione e servite come antipasto. Le zucchine si possono utilizzare lessate o fritte, dopo averle tagliate a fettine e impanate, o al forno. Un piatto diffuso nella cucina italiana sono le zucchine ripiene, l a procedura è descritta anche da Pellegrino Artusi nel suo ricettario La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene in riferimento alla ricetta degli zucchini ripieni, preparati con un composto simile a quello delle polpette a base di carne macinata di vitello, e agli zucchini ripieni di magro, ossia con un composto a base di tonno, uova e parmigiano.
Fiore
  • Il fiore di zucca o fiore di zucchino (chiamato anche fiorillo), dal colore giallo-arancione, è molto utilizzato in campo culinario; per questo vengono utilizzati prevalentemente i fiori maschili quelli che hanno il gambo, chiamato peduncolo, sottile e che sono destinati, dopo l’impollinazione a seccare. Vengono colti quando sono ancora turgidi e usati generalmente fritti per ricavarne piatti come gli sciurilli napoletani o i fiori di zucca in pastella “alla romana”.
Ingredienti per 4 persone 
  • 8 fiori di zucca,
  • 150 gr. di mozzarella,
  • 8 acciughe,
  • 150 gr. di farina 00,
  • 200 gr. di acqua frizzante ghiacciata,
  • sale qb
  • olio di semi di arachidi per friggere.

File:Squash Blossoms (4142957496).jpg

Preparazione
  • Tagliate la mozzarella a fette, poi a dadini.
  • Lavate i fiori di zucca e asciugateli delicatamente facendo attenzione a non romperli.Pulite i fiori di zucca: accorciate il gambo, eliminate i petali esterni della corona e staccate il pistillo interno.

fiori_di_zucca11

  • Preparate la pastella. In una ciotola versate la farina, un pizzico di sale e l’acqua frizzante molto fredda. Mescolate fino ad ottenere un composto liscio e senza grumi.
  • Aprite delicatamente il fiore, farcitelo con due cubetti di mozzarella e una acciuga e chiudetelo arrotolando leggermente le estremità. Tuffate i fiori di zucca ripieni nella pastella.
  • In una padella adatta alla frittura, scaldate abbondante olio di semi di arachidi, quando è pronto, friggete i fiori di zucca ripieni, pochi alla volta, per qualche minuto fino a completa doratura. Quando i fiori di zucca saranno cotti, scolateli dall’olio e posateli su carta assorbente per asciugare l’olio in eccesso. Condite i fiori di zucca ripieni e fritti con un pizzico di sale e portate in tavola ben caldi.
Varianti
 Potete sostituire il ripieno con:
  • un ripieno preparato con avanzi di pollo o altra carne cotta e legata con besciamella ben densa.
  • un ripieno di verdure: 50 gr. di fagiolini lessati, 50 gr. di zucchine lessate, 1 patata media lessata, basilico e 1 uovo per legare il tutto.
  • un ripieno di pesce: orata con olive e capperi; alici con mozzarella o ricotta; salmone con erba cipollina e panna.

fiori di zucca ripieni imbottiti

Kolokythoanthoi, Fiori di zucca ripieni di riso alla greca

Frittura salata di fiori di zucca (o di fiori di acacia), ricetta dall’ Almanacco della Cucina del 1935

Frittelle dolci di fiori d’ acacia e fiori di zucca alla maniera di Petronilla

Riso Basmati con fiori di zucca e gamberetti

Squash Blossoms (4142957496).jpg Stuffed Squash Blossoms at Kivelstadt Cellars & Winegarten – July 2022 – Sarah Stierch 02.jpg [[File:Fiori fritti.jpg|Fiori_fritti]] [[File:Stuffed Squash Blossoms at Kivelstadt Cellars & Winegarten – July 2022 – Sarah Stierch 01.jpg|Stuffed_Squash_Blossoms_at_Kivelstadt_Cellars_&_Winegarten_-_July_2022_-_Sarah_Stierch_01]]
Pasta_Puttanesca

Pasta alla puttanesca o Pasta alla bonne femme?

Italia vs Francia –
La ricetta della Pasta alla puttanesca si trova già nei libri di cucina di Vincenzo Corrado (Il cuoco galante del 1773) e di Ippolito Cavalcanti (Cucina teorico-pratica, del 1837), ambedue consigliavano l’uso dei Vermicelli. Altri ricettari della stessa epoca, definivano ” maccheroni alla marinara” una ricetta uguale alla odierna puttanesca.
Si preparava un sugo velocissimo con gli ingredienti quasi sempre presenti in tutte le cucine napoletane, tenuti a portata di mano, senza bisogno di perder tempo per acquistarli così le donne che preparavano questo veloce e gustoso sugo potevano impiegare il tempo risparmiato, in attività… più allegre!
E’ un primo piatto tipico della cucina napoletana e viene volgarmente detta anche, “Aulive ‘e chiapparielli” (olive e capperi). La primogenitura se la contendono Ischia, Capri e Positano. Nella puttanesca originale non vanno utilizzate né alici né prezzemolo. Esistono comunque un’infinità di varianti, come quella Laziale dove sono presenti le acciughe.
La ricetta della Pasta alla bonne femme è simile alla puttanesca, ma più elaborata e raffinata, dai sapori meno decisi.

Timpano di Vermicelli di magro e vermicelli con pomidoro. Ricette di Ippolito Cavalcanti, cuoco, 1837

 Ingredienti per 4 persone
  • 360 gr. di pasta (penne, vermicelli, spaghetti, linguine, maccheroni ecc.),
  • 150 gr. di olive nere di Gaeta e verdi denocciolate,
  • 4 acciughe,
  • 1 spicchio d’aglio,
  • 1 manciata di capperi sotto sale,
  • salsa di pomodoro,
  • prezzemolo,
  • peperoncino,
  • olio evo,
  • sale.
Preparazione

Fate un trito di aglio e prezzemolo. Tagliate a fettine le olive e i capperi.
In una padella capiente mettete le acciughe nell’olio e quando saranno sfatte aggiungete il trito di prezzemolo e aglio, i capperi e le olive. Fate soffriggere, quindi versate la salsa di pomodoro e il peperoncìno. Mescolate e cuocere per una decina di minuti, continuando a mescolare.
Lessate al dente la pasta, scolatela e versatela nel sugo. Fate insaporire mescolando bene. Distribuite foglie di prezzemolo fresco.

 Vino

Bianco: Falanghina dei Campi Flegrei (Campania), Fiano di Avellino (Campania),Rosso: Aglianico del Vulture (Basilicata), Negramaro (Puglia), Lambrusco giovane (Emilia).

File:Spaghetti alla Puttanesca - detail.JPG

  •  ¹Sul singolare nome esistono varie possibili interpretazioni.
    Arthur Schwartz riporta quanto segue circa questo piatto:
    « … Per quanto riguarda la sua origine etimologica, (il termine puttanesca) è stato oggetto degli sforzi di immaginazione di molti studiosi, che hanno tentato in ogni modo di trovare la soluzione all’enigma. Alcuni dicono che il nome di questa ricetta derivò, all’inizio del secolo, dal proprietario di una casa di appuntamenti nei Quartieri Spagnoli, che era solito rifocillare i propri ospiti con questo piatto, sfruttandone la rapidità e facilità di preparazione. Altri fanno riferimento agli indumenti intimi delle ragazze della casa che, per attirare e allettare l’occhio del cliente, indossavano probabilmente biancheria di ogni tipo, di colori vistosi e ricca di promettenti trasparenze. I tanti colori di questo abbigliamento si ritroverebbero nell’omonima salsa: il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granata dei peperoncini.
    Altri sostengono che l’origine del nome sia da attribuire alla fantasia di una ragazza di vita Yvette la Francese , che si ispirò alle proprie origini provenzali. Yvette, probabilmente, non era dotata solo di fantasia, ma anche di senso dell’umorismo e di un’ironia alquanto caustica, che forse sfruttò per celebrare, attraverso il nome di questo piatto, la professione più antica del mondo. … »
Jeanne Carola Francesconi riporta invece una versione diversa:
« … Questi maccheroni, sebbene più ricchi dei loro parenti, si chiamavano alla marinara. Ma subito dopo la seconda guerra mondiale, a Ischia, il pittore Eduardo Colucci, non so come né perché, li ribattezzò con il nome con cui oggi è generalmente conosciuto.
Colucci, che viveva per gli amici, d’estate abitava a Punta Molino – in quel tempo uno degli angoli più pittoreschi di Ischia – in una rustica e minuscola costruzione; camera con cucinino e un terrazzo in mezzo al quale si innalzava un albero di ulivo. Oltre ai consueti più intimi amici, sfilavano sulla sua terrazza le più svariate personalità italiane e straniere. E lui, dopo aver offerto come aperitivo un fresco e genuino vinello d’Ischia, improvvisava spesso una cenetta a base di questi maccheroni che erano la sua specialità. … »
Annarita Cuomo riporta una versione ancora diversa:
« …Fu infatti l’architetto Sandro Petti, ai fornelli del suo Rancio Fellone, una sera di normale routine culinaria, di un’estate qualunque dell’inizio degli anni ’50, a inventare il “Sugo alla Puttanesca”, utilizzando quei prodotti freschi dei nostri orti, che tutti hanno normalmente in dispensa. È lo stesso architetto Sandro Petti a raccontarcelo: “Quella sera di tanti anni fa, era molto tardi, ai tavoli del locale sedettero un gruppo di amici veramente affamati… io avevo finito tutto, e li avvisai: “Mi dispiace non ho più nulla in cucina, non posso preparavi niente”. Ma loro insistettero e mi esortarono dicendo: “Ma dai Sandro, è tardi ed abbiamo fame, dove vuoi che andiamo… facci una puttanata qualsiasi”. La “puttanata qualsiasi” che l’eclettico Sandro Petti (che in cucina è un autentico mago) portò in tavola di lì a poco, era proprio un fumante piatto di “Spaghetti alla Puttanesca” (solo che ancora non erano stati battezzati tali)… una pietanza che da quella famosa sera, divenne un must della tradizione culinaria dei ristoranti non solo ischitani, ma addirittura di tutto il mondo….

Puttanesca vermicelli cavalcanti

Pasta alla puttanesca o Pasta alla bonne femme?Pasta Puttanesca.jpg Spaghetti alla Puttanesca – detail.JPG
stoccafisso alla garibaldina

Stoccafisso alla garibaldina

Ricette del Risorgimentogaribaldi a tavola

L’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, a tavola aveva gusti semplici. Non beveva vino, ma acqua fresca o tè e l’infuso del “mate” e d’estate si dissetava bevendo ottime orzate. Si vantava di essere grande intenditore di acque minerali, che sapeva riconoscere al primo assaggio

il suo piatto preferito era pane e formaggio pecorino, accompagnato in stagione da fave fresche. Il dessert che amava erano le gallette del marinaio con uva passa, cui si ispirano i “Garibaldi biscuit” in vendita ancora oggi nei negozi inglesi. Amava il pesce appena pescato e cotto alla brace, i fichi col salame, i legumi, le bistecche in ricordo del Sud America.

Alcune delle ricette più amate dal generale, patriota, condottiero e scrittore italiano: Trenette al pestostoccafissobouillabaisse e pollo alla Garibaldi.

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 Stoccafisso alla garibaldina
 Ingredienti 
TaccuiniGastrosofici.it
  • due chili di stoccafisso ammollato,
  • una grossa cipolla,
  • mezzo chilo di pomodori maturi,
  • 50 gr. di acciughe salate, diliscate e ben lavate,
  • abbondante prezzemolo e aglio tritati,
  • olive in salamoia,
  • olio,
  • sale e pepe.
In ammollo

Stoccafisso in ammollo

Olive in salamoia

Olive in salamoia

 

 

 

 Preparazione

Per questo piatto, molto importante è la preparazione dello stoccafisso. Non andrebbe mai comprato già ammollato come si usa fare ora per risparmiare tempo e lavoro. Lo stoccafisso secco va innanzi tutto battuto a lungo con un grosso bastone di legno. Evitare assolutamente il martello che sbriciolerebbe le fibre del pesce. Dopo averlo battuto si mette a bagno cambiando l’acqua spesso per circa due giorni. Dopo va pulito, liberato della pelle e la polpa dalle lische. Sbriciolato e ben pulito si procede alla cottura. Si prepara un battuto di cipolla e si mette sul fuoco con abbondante olio.

Quando la cipolla ha preso colore si mette lo stoccafisso e il pomodoro, possibilmente fresco, tritato grossolanamente e si lascia cuocere a fuoco lento.

A metà cottura aggiungere un trito di prezzemolo, aglio e acciughe. Continuare la cottura, deve cuocere in tutto circa tre ore. Mezz’ora prima di portarlo a tavola aggiungere le olive in salamoia.

Testo tratto dal volume “Garibaldi a tavola” di C. Gonella

stoccafisso garibaldina baccalà 4

Il pesto alla genovese per condire le Trenette

Pollo alla Garibaldina di Ne

Bouillabaisse di baccalà

Baccalà e pomodoro.jpg  [[File:Baccalà e pomodoro.jpg|Baccalà_e_pomodoro] Bacalao Remojo.jpg [[File:Bacalao Remojo.jpg|Bacalao_Remojo]] Baccalà 1.jpg [[File:Baccalà 1.jpg|Baccalà_1]]  Baccalà 2.jpg [File:Baccalà 2.jpg|Baccalà_2]] Baccalà 3.jpg [[File:Baccalà 3.jpg|Baccalà_3]]
panissa acciughe ripiene

Panissa ligure di farina di ceci

Panissa fritta a fette semicircolari con acciughe ripiene (Varazze in Liguria)
Panisse
La panissa è una specialità gastronomica tipica della Liguria, ma è anche conosciuta ed apprezzata nelle regioni sud-orientali della Francia, tra Nizza e Marsiglia, come Panisse.
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Panisses marseillaises

Panisses marseillaises

È un piatto tipico della cucina ligure per il quale si usano gli stessi ingredienti della farinata di ceci, con esclusione dell’olio di oliva. Da non confondere con l’omonimo piatto tipico della cucina piemontese che è un tipo di risotto
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Ingredienti
  • 300 gr. di farina di ceci,
  • 1 litro d’acqua,
  • 700 ml. di olio di semi di arachidi.
Preparazione
Setacciare la farina in un tegame capiente, aggiungere l’acqua poco alla volta e mescolare bene con la frusta. Cuocere per 1 ora e 15 minuti mescolando per evitare il formarsi di grumi (come per la polenta).
Quando il composto sarò cotto e solidificato, versarlo in una teglia a bordi bassi oppure, più spesso, in appositi stampini lunghi e stretti con profilo semicircolare di 7-10 cm di diametro. Oppure si taglia a fette con sezione semicircolare, o si taglia a cubetti e si serve fredda o tiepida, condita con olio e limone, o si condisce con cipolla.
I cubetti andranno fritti in olio di semi e quando saranno dorati scolarli, asciugarli su carta assorbente.
Panissa con cipollotti, piatto tipico di Oneglia in Liguria

Panissa a cubetti con cipollotti, piatto tipico di Oneglia in Liguria

Si friggono anche le striscioline panissette (a Genova), o fette (a Savona) in abbondante olio, dando origine alle Fette, analoghe alle panelle palermitane; si servono salate da sole o, più spesso, dentro un panino speciale, a forma di piccola focaccia bianca senza crosta, rotonda, piatta e senza sale: sono le “fette con le fugassette”.
Questo piatto esiste anche nella cucina della città iberica con il nome di paniza. La versione spagnola è preparata usando la farina di ceci in una percentuale variabile fino al 20% insieme alla farina di frumento per dar consistenza al tipico fritto di pesce locale. È un cibo di origine povera, ma nutriente.
La panissa può essere mangiata anche calda, condita con olio, sale, pepe, cipollotto fresco e limone a piacere, oppure la si può condire sempre allo stesso modo quando è fredda tagliata a fiammifero.
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panissa con alici farcite
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[[File:Panisses marseillaises 4.jpg|Panisses_marseillaises_4]],Panisses marseillaises 4.jpgDi Pampuco – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=110909060Di Lemone – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3817098
bigoli spaghetti sardelle

Pasta asciutta di magro (Bigoli alla pasta d’acciughe), ricetta di Petronilla

La Domenica del Corriere1946 « Tra i fornelli » di Petronilla, ricette economiche per questi tempi difficili (tempo di guerra)

Pasta asciutta di magro

«Se, – in uno di questi giorni nei quali di sale bisogna fare economia tanta, tanta, – vedete dal salumiere o dal droghiere tubetti di “pasta d’acciuga” comperatene subito almeno uno, giacché con un po’ di quella salatissima… mantechina potrete (come io ho potuto) preparare una certa pasta asciutta di magro veramente squisitissima; e potrete anche prepararla senza bisogno di grattugiar formaggio e soprattutto di andare a frugare dentro nella saliera.

Con la lama del coltello schiacciate ben bene in un tegamino uno spicchietto di aglio; unite quel po’ di burro (meglio se potete di olio) che avete razionato per la minestra della giornata; ponete il tegamino a fuoco; toglietelo quando l’aglio si sarà leggermente colorato, non bruciacchiato.

Aggiungete un po’ di pasta d’acciuga (¼ di tubetto per mezzo chilo di pasta), un bel pizzico di surrogato di pepe, e con il cucchiaio sciogliete ben bene, nel grasso caldo, la salatissima e saporitissima mantechina.

Riponete il tegamino a fuoco; mescolate quasi di continuo e appena vedrete accennarsi il bollore ecco pronto (e senza dover aggiungere formaggio) il più appetitoso dei condimenti di magro per la pasta che avrete già cotta in abbondante acqua non salata e poscia ben bene scolata.

Che dite? Che di quei tubetti il costo è ora parecchio cresciuto e che quindi…?

Ne convengo: ma fatene ugualmente (come ho fatto io), l’acquisto, giacché con un altro po’ di quel sapidissimo contenuto che vi sarà rimasto (e che di mano in mano vedrete, quale bruno vermiciattolo uscire dal tubetto) potrete ancora preparare, come io ho preparato.»

Petronilla
Pasta d'acciughe

Pasta d’acciughe

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
 :

Pici senesi con asparagi selvatici di pineta e cannolicchi

Alici (o acciughe) dissalate per conservarle sott’olio

 Bigoli-993426 960 720.jpgPasta d’acciughe nel mortaio.JPG
scapece pesce 800px-Escabeche_Caballa

Pesce azzurro freschissimo in Scapece

Per 4 persone. Lavate ½ kg.  di alici, infarinatele e friggetele in padella in olio bollente, poi scolatele mettendole su carta assorbente. Poi salatele e sistematele ben pressate in una terrina. Intanto fate bollire in un pentolino ½ bicchiere d’aceto con un bicchiere d’acqua, 2 spicchi d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, un po’ di pepe, un po’ di origano, dopo pochi minuti togliete dal fuoco e versate sulle alici con un pizzico di sale e lasciate riposare per un giorno. E poi servite e buon appetito.

Ricetta in dialetto napoletano. “Napoli in bocca” 1976

alici scapece

Con scapece o escabeche, si intende sia il procedimento per la conservazione di alimenti sotto aceto, che il prodotto ottenuto. Il metodo per processare un alimento in escabeche rientra nelle operazioni denominate in cucina come marinatura e la tecnica consiste basicamente nel pre-cucinare l’alimento in aceto, olio d’oliva fritto, vino, alloro e pepe in grani. È la trasformazione di un procedimento di origine araba, perfezionato dagli spagnoli.

 Ingredienti per 4 persone
  •  500 gr. di pesce azzurro freschissimo (alici,sarde,sgombri,acciughe ecc.)
  • alcuni cucchiai di farina,
  • 4 foglie di alloro,
  • 1 cipolla piccola,
  • uno spicchio d’aglio,
  • 1/4 di litro di olio d’oliva,
  • 1 bicchiere di aceto,
  • 1/2 bicchiere di acqua,
  • un’abbondante presa di origano,
  • 3 granelli di pepe
  • e poco sale.
Attrezzatura

Una padella per fritti, fogli di carta assorbente, un recipiente di terracotta o vetro completo di coperchio.

Preparazione

 Aprite con un coltello le alici nel senso della lunghezza (facendo però attenzione a lasciarle attaccate da un lato), liberandole della spina dorsale e della testa, ma lasciando la coda. Risciacquatele più volte con delicatezza, sgocciolatele con cura, asciugatele leggermente e passatele rapidamente nella farina; fatele quindi friggere in una padella di ferro, nell’olio bollente, e dorare da ambo le parti.

sarde Alici_Fritte

Quando saranno pronte, estraetele dall’olio e passatele in fogli di carta assorbente, o su tovaglioli di carta, per eliminare ogni eccesso di unto. Dopo averle cosparse con un po’ di sale, sistematele a strati in un recipiente di terracotta o vetro provvisto di coperchio.

Ponete ora in una piccola casseruola mezzo bicchiere d’acqua, un bicchiere abbondante di aceto, uno spicchio d’aglio schiacciato, la cipolla tagliata a fettine sottili, le foglie di alloro, una presa abbondante di origano e tre granelli di pepe e lasciate sobbollire lentamente il tutto per un quarto d’ora.

Versate quindi la miscela aromatica sulle alici, avendo cura che ne risultino completamente sommerse. Lasciate infine raffreddare a temperatura ambiente, poi coprite il recipiente e fatelo riposare al fresco, per servire il giorno seguente.

Desiderando prolungare la conservazione delle alici è indispensabile non infarinarle prima di friggerle e sostituire l’acqua con mezzo bicchiere di olio d’oliva.

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…Versate quindi la miscela aromatica sulle alici, avendo cura che ne risultino completamente sommerse…

Vino

La presenza notevole di aceto suggerisce di evitare, se possibile, il vino; tuttavia in Abruzzo si usa accostare il piatto, in spuntini rustici, al Trebbiano d’Abruzzo servito a 12°C oppure al Cerasulo d’Abruzzo servito a 13-14 °C.

Scapece da taberna (taverna). «Bon escabeix» di Ruperto de Nola, Libre del coch, anno 1520

Zucchine a scapece (Cucuzzielle a la scapece)

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