carolina natale 2

Artusi: Nota di Pranzo per la Festa di Natale

“Poichè spesso avviene che dovendo dare un pranzo ci si trovi imbarazzati sulla elezione delle vivande, ho creduto bene di descrivervi in quest’appendice tante distinte di pranzi che corrispondano a due per ogni mese dell’anno, ed altre dieci da potersi imbandire nelle principali solennità, tralasciando in queste il dessert poichè, meglio che io non farei, ve lo suggerisce la stagione con le sue tante varietà di frutta. Così, se non potrete stare con esse alla lettera, vi gioveranno almeno come una scorta per rendervi più facile il compito della scelta”

 

Nota di Pranzo
Minestre in brodo. Cappelletti all’uso di Romagna
Principii. Crostini di fegatini di pollo
Lesso. Cappone con Sformato di riso verde
Rifreddo. Pasticcio di lepre
Arrosto. Gallina di Faraone e uccelli
Dolci. Panforte di Siena – Pane certosino di Bologna – Gelato di mandorle

Artusi: Giugno - Nota pranzo I

₇. Cappelletti all’uso di Romagna 
₁₁₀. Crostini di fegatini di pollo

₂₄₅. Sformato di riso verde
Riso per contorno
Quando avrete per lesso una pollastra o un cappone mandateli in tavola con un contorno di riso che vi sta bene. Per non consumar tanto brodo imbiancate il riso nell’acqua e terminate di cuocerlo col brodo dei detti polli. Tiratelo sodo e, quando è quasi cotto, dategli sapore con burro e parmigiano in poca quantità; posto che il riso sia grammi 200, quando lo ritirate dal fuoco legatelo con un uovo o, meglio, con due rossi.

Se il riso, invece che al lesso di pollo dovesse servire di contorno a uno stracotto di vitella di latte o a bracioline, aggiungete agl’ingredienti sopra indicati due o tre cucchiaiate di spinaci lessati e passati per istaccio. Avrete allora un riso verde e più delicato.
Si può dare migliore aspetto a questi contorni restringendo il riso a bagno-maria entro a uno stampo; ma badate non indurisca troppo, che sarebbe un grave difetto.

₃₇₂. Pasticcio di lepre
Chi non ha buone braccia non si provi intorno a questo pasticcio.

₅₄₆. Gallina di Faraone
Questo gallinaceo originario della Numidia, quindi erroneamente chiamato gallina d’India, era presso gli antichi il simbolo dell’amor fraterno. Meleagro, re di Calidone, essendo venuto a morte, le sorelle lo piansero tanto che furono da Diana trasformate in galline di Faraone. La Numida meleagris, che è la specie domestica, mezza selvatica ancora, forastica ed irrequieta, partecipa della pernice sia nei costumi che nel gusto della carne saporita e delicata. Povere bestie, tanto belline! Si usa farle morire scannate, o, come alcuni vogliono, annegate nell’acqua tenendovele sommerse a forza; crudeltà questa, come tante altre inventate dalla ghiottoneria dell’uomo. La carne di questo volatile ha bisogno di molta frollatura e, nell’inverno, può conservarsi pieno per cinque o sei giorni almeno.

Il modo migliore di cucinare le galline di Faraone è arrosto allo spiede. Ponete loro nell’interno una pallottola di burro impastata nel sale, steccate il petto con lardone ed involtatele in un foglio spalmato di burro diaccio spolverizzato di sale, che poi leverete a due terzi di cottura per finire di cuocerle e di colorirle al fuoco, ungendole coll’olio e salandole ancora.
Al modo istesso può cucinarsi un tacchinotto.

₇₅₉. Gelato di mandorle tostate

Cappelletti1

Cappelletti all’uso di Romagna

crostini fegatini fegatelli toscani

Crostini di fegatini di pollo

pasticcio lepre artusi 1

Pasticcio di lepre

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 Artusi: Nota di Pranzo Natale

Menù per SANTO STEFANO (pranzo e cena) delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900

natale Henry Mosler, La mattina di Natale, 1916

Menu per PRANZO NATALIZIO delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Henry Mosler, La mattina di Natale, 1916
“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze, con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985

Alla Vigilia del Natale i signori romagnoli mangiavano pesci di acqua dolce e di acqua salata lessati, in umido e arrosto; mangiavano pure per minestra i tortelloni ripieni di ricotta e prezzemolo, i cavoli in umido e i “marroni castrati”, cioè le castagne cotte sotto la cenere calda.

PRANZO NATALIZIO

Menù

Minestra
Cappelletti romagnoli in brodo

Pietanza
Cotechino e Zampone con passato di patate stemperate al burro e con lenticchie al burro.
Pollo arrosto e cappone arrosto contornati da patate.

Formaggi di Roma, d’Olanda, di Francia

Frutta di stagione

Dolci
Zuppa Inglese con savoiardi inzuppati nel liquore dolce e ricoperti di crema e cioccolato.
Panspeziale.
Ciambella dorata
Pinoli

cappelletti (2)

Cotechino, Zampone e Cappello del prete con lenticchie e puré

 

 

 

 

Zuppa_ingleseciambella romagnola forlì

 

 

 

Menu PRANZO NATALIZIO inizio ‘900

Menu per CENA tipica natalizia delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Menù per PRANZO DI CAPODANNO delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Menù per SANTO STEFANO (pranzo e cena) delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900

Per il Menù di Santo Stefano prepariammo i grissini con prosciutto

Menu per CENA tipica natalizia delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

 “L’albero di Natale” di Albert Chevalier Tayler, 1911 .
“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze, con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985

Alla Vigilia del Natale i signori romagnoli mangiavano pesci di acqua dolce e di acqua salata lessati, in umido e arrosto; mangiavano pure per minestra i tortelloni ripieni di ricotta e prezzemolo, i cavoli in umido e i “marroni castrati”, cioè le castagne cotte sotto la cenere calda.

CENA DI NATALE 

Menù

Minestra
Passatelli in brodo

Pietanza
Agnello all’Italiana contornato da cardi alla besciamella.
Carni lessate con olio, aceto, sale e pepe

Formaggi di Roma, d’Olanda, di Francia

Frutta di stagione

Dolci
Dolce diplomatico
Torrone di Napoli o di Milano o di Cremona

Minestra Passatelli Artusi

6 dolce diplomatico

Menù EPIFANIA inizio '900 Torrone_di_mandorle

Menu CENA natalizia inizio ‘900

Menu per PRANZO NATALIZIO delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Menù per PRANZO DI CAPODANNO delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Menù per l’EPIFANIA delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

 

Lingua di vitello su purea di verdure

Lingua di vitello su purea di verdure

Ingredienti per 4 persone
  • circa 900 gr. di lingua di vitello

per la purea

  • 2 patate,
  • 1 cipolla,
  • sedano,
  • 2 carote,
  • 1 foglia di alloro,
  • sale e pepe,
  • 1 mazzetto di erbe aromatiche: alloro, prezzemolo, rosmarino.
Preparazione

In una pentola mettere le patate, le carote e  la cipolla pulite e pelate, il sedano e le erbe aromatiche, unire la lingua e coprire il tutto con acqua e 1 cucchiaio di sale grosso; lessare per almeno 2 ore.La lingua sarà cotta quando, una volta tolta dall’acqua, pungendola con una forchetta non lascerà fuoriuscire liquido. Togliere la lingua bollita dalla pentola, asciugarla con un panno e spellarla. Tenerla in caldo

Scolare le verdure e farle insaporire in padella con una noce di burro, regolare il sale, quindi passarle al mixer o al passaverdure così da ottenere una purea cremosa. Tenere in  caldo. Tagliare la lingua a fette non troppo sottili e fare insaporire anch’esse in padella con una noce di burro. Aggiungere un bicchierino di cognac e farlo evaporare, possibilmente fiammeggiando.  Servire la lingua sul piatto di portata caldo e accompagnata dalla purea di verdure.

N.b.
La lingua è una parte del bovino che forse meno incontra il gusto del consumatore. Si tratta di un taglio particolarmente tenero e ricco di proteine e di grassi. La lingua può essere semplicemente bollita o servita salmistrata, con una preparazione più complessa e un gusto più accentuato.www.alberghiera.it

Vino

Vino Rosso Fermo e leggero: Alto Adige Schiava Doc, Barbera del Monferrato Doc, Langhe Arneis Doc

lingua lessata bollita

Lingua di vitello bollita con salsa verde toscana

Lingua di vitello su purea di verdure Beef tongue with sliced with wine soup pasta.jpg [[File:Beef tongue with sliced with wine soup pasta.jpg|Beef_tongue_with_sliced_with_wine_soup_pasta]]
budino diplomatico BreadPudding

3. Menù per la Vigilia con Budino diplomatico al rhum e uvette. EdD

Menù

Crostini piccanti
Soufflè di formaggio
Filetti di persico ripieni
Budino diplomatico

Vini
Verdicchio, Aleatico di Rodi

Budino diplomatico

 Ingredienti per 4 persone

70 gr. di savoiardi, ½ bicchiere di  rhum, 40 gr. di uva Malaga, 25 gr. di uva sultanina, 30 gr. di scorza di cedro candita, 20 gr. di burro.

uva passa sotto spirito

Preparazione

Ungete bene con il burro uno stampo liscio; spezzettate i savoiardi e disponeteli nello stampo, spruzzandoli con il rhum nel quale avrete prima fatto macerare l’uva passa; cospargete i biscotti di uva Malaga, d’uva sultanina e di cedro candito tagliato a dadetti.

Mettete in una terrina lo zucchero, le uova intere e il tuorlo, lavorando il tutto con il cucchiaio di legno in modo da montare bene il composto. A questo aggiungerete, sempre lavorando, il latte bollito e ancora tiepido e un po’ di scorza di arancia o di limone grattugiata. quando lo zucchero sarà completamente sciolto, passate il liquido al setaccio di crine e versatelo a poco poco nello stampo dove già si trovano i savoiardi.
Questa operazione dovete eseguirla piano piano, a più riprese, in modo che i biscotti rimangano alla fine completamente imbevuti.

File:Budino di laurea (12421612963).jpg

Cuocete il budino diplomatico a bagnomaria in forno per poco più di un’ora.

Fatelo poi raffreddare al fresco, sformatelo sul piatto di servizio e guarnitelo, se volete dargli un aspetto più…festivo, con panna montata, usando la siringa da dolci.

 Enciclopedia della donna 1963

File:Budini di pan di spagna al vapore (6974082917).jpg

1. Menù per la Vigilia EdD

2. Menù per la Vigilia EdD

Bachelor’s pudding (12421612963).jpg BreadPudding.jpgSteamed sponge puddings (6974082917).jpg
Menù Pranzo della Vigilia

2. Menù per la Vigilia EdD

Mercato di Natale, Manizer Matveevich Henry (1847-1925)
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Menù
Antipasto in coppa di arancia e pompelmo¹
Risotto alla certosina²
Triglie al cartoccio³ con insalata
Torta di mele
Vini
Soave, Marsala

¹Antipasto in coppe di pompelmo
Occorrente per coppa:
2 grosse carote, qualche spicchio di limone, pezzetti di coda di rospo o di granchio in scatola, mezzo pompelmo, olive nere.
Preparazione
Scavate il pompelmo, formate delle coppe e riempitele con le carte affettate crude, a julienne, il granchio a pezzi, pezzetti di polpa di pompelmo, olive. mettete in frigo e servite gelato.

²Risotto alla certosina

³Triglie al cartoccio
Ingredienti per 4 persone
4 belle triglie di circa due etti ciascuna, rosmarino, 1 spicchio d’aglio, pepe, sale, ½ bicchiere di olio, 1 foglio di carta pergamenata o oleata.
Preparazione
Pulite accuratamente le triglie; tagliate nella carta degli ovali allungati, abbastanza grandi da permettee di avvolgere bene una triglia,. Ungete d’olio questi ovali, all’interno e all’esterno e deponete su ognuno una triglia, all’interno della quale avrete messo un po’ di trito di rosmarino e aglio condito con pepe e sale. Ripiegate la carta sulla triglia e fermate il cartoccio torcendo tutt’intorno la carta. Se 0ccorre, fissate la carta con uno stecchino.Mettete tutti i cartocci in una teglia unta d’olio a forno ben caldo, fino a che la carta sia leggermente colorita.  Ci vorrà circa mezz’ora. Le trilie si servono nel loro cartoccio che verrà aperto dal commensale. alla stessa maniera preparate le orate

Torta di mele 

 Enciclopedia della donna 1963

risotto pavewe certosinatorta-melelibri enciclopedia_donna

Menù tradizionale natalizio delle Marche

Menù tradizionale natalizio delle Marche

Ostra (An)

Menù
Antipasto all’italiana
Cappelletti in brodo di cappone
Vincisgrassi
Bollito di cappone condito con olio e prezzemolo
Oca e coniglio in porchetta
Patate al forno al profumo di rosmarino
Spinaci al burro
Pizza di Natale
Torrone
Frutta secca

Vini
Verdicchio dei Castelli di Jesi
Rosso Cònero
Moscato d’Asti
Vernaccia di Serrapetrona (Mc) spumante rosso

antipasto italiana

Menù per pranzo e cena San Biagio Cappelletti di Romagna Artusi

 

 

 

 

vincisgrassi

La ricetta per il coniglio in porchettaOca in porchetta per la festa di San Martino coniglio porchetta

 

 

 

La pizza de Natà

è un dolce natalizio tradizionale dell’entroterra marchigiano, specchio della civiltà contadina presso cui è nato e fatto con gli ingredienti che la terra offre. Non è altro che pasta di pane arricchita con vari ingredienti, come noci, nocciole, mandorle, uvetta, scorza di limone ed arancio, fichi secchi, eventualmente anche cioccolato tritato, e a cui viene aggiunto poco olio d’oliva.
Gli ingredienti vengono uniti direttamente all’impasto prima di porlo a lievitare su una teglia ben oliata; successivamente, quando la massa è ben lievitata, la si cuoce in forno.

La scelta di questi ingredienti particolari non sembra essere casuale. La noce, infatti, è una delle piante associate alla Grande Madre e pertanto è simbolo di rigenerazione come, d’altro canto, anche il fico, legato al culto di Dioniso, il dio che vegliava sulla fertilità di piante e di animali. E ancora, non a caso, il primo giorno dell’anno si mangiano i chicchi dell’uva conservata dalla precedente vendemmia come augurio di prosperità e di abbondanza. Con le noci, tra l’altro, si tentava di fare delle previsioni del tempo a lungo termine: il giorno di San Silvestro si riponevano in fila nella madia dodici mezzi gusci di noce, rappresentanti i dodici mesi dell’anno; dentro ad ognuno veniva messa una piccola quantità di sale. Il primo dell’anno si osservava in quali gusci si era formata umidità: i mesi corrispondenti sarebbero stati particolarmente piovosi.

ostra

Ostra (An)

Menù tradizionale natalizio delle Marche
Biscotti a vetrata

IRL Stained glass window biscuits, Biscotti “a vetrata”

Regali dalla mia cucina 1978
Ingredienti per 25-30 biscotti
  • 550 gr. di farina,
  • 100 gr. di burro o margarina,
  • 100 gr. di zucchero,
  • 250 gr. di miele,
  • 1 uovo,
  • un cucchiaino di bicarbonato di sodio,
  • un cucchiaio di latte,
  • 1/2 cucchiaino di sale,
  • 20 gr. di burro per imburrare.

per decorare

  • caramelle dure di diversi colori
 Preparazione

Unite tutti gli ingredienti nella ciotola dell’impastatrice e lavorateli con l’uncino fino a quando saranno perfettamente amalgamati e la pasta sarà morbida e omogenea. Stendete la pasta con il matterello sul tavolo infarinato. Tagliate delle forme con degli stampini grandi. Posate i biscotti su di una teglia foderata di carta d’alluminio imburrata. Con uno stampino più piccolo create una finestra in ciascun biscotto. Invece di usare gli stampini potete fare con la pasta dei lunghi rotolini e con questi creare delle forme con degli spazi vuoti.

Fate cuocere i biscotti in forno a 180 gradi per 8 minuti: le caramelle si scioglieranno e formeranno una vetrata trasparente. Fateli raffreddare prima di staccarli dalla teglia. Se desiderate, pennellare la parte in pasta con della glassa.

Si conservano per 2-3 mesi in scatole o in barattoli chiusi ermeticamente, oppure avvolti nella carta d’alluminio o nella pellicola trasparente.

photo1.jpg
muddlingalongmummy.com
“Christmas Cookies2” by Gillian – originally posted to Flickr as Christmas Cookies. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons – Biscotti a vetrata
Menù di Escoffier:aprile Menù Escoffier: GIUGNO

Menù Carlton Restaurant june 1902 composé par M.A. Escoffier, chef de cuisine

Menù Carlton Restaurant - Escoffier

Menù Carlton Restaurant june 1902 Escoffier
Caviar Frais  – Melon Cantaloup
Consommé aux Nids d’ Hirondelle
Velouté Royale
Mousseline d’ Ecrevisses
Poularde Edouard VII
Noisettes d’ Agneau Règenee
Suprémes de Caneton
Neige au Clicquot
Ortolans au Suc d’ Ananas
Coeurs de Romaine aux Fines Herbes
Artichauts Favorite
Pèches Alexandra
Mon Dèsir,  Mignardises
*
Caviale, Melone di Cantalupo
Consommé con Nidi di Rondine
Vellutata
Mousseline di Gamberi
Pollastra Edouardo VII
Noccioline di Agnello
Supréme di anatroccolo
Meringhe
Ortolani al succo d’ananas
Cuori di lattuga romana
Favorita con carciofi
Pesche Alexandra
Dolcetti

Melone di Cantalupo
Deve essere scelto maturo al punto giusto e molto profumato. E’ servito su foglie verdi con del ghiaccio tritato.

Vellutata Royale
Per ottenere una buona vellutata preparare un roux biondo:
per 100 grammi di roux biondo, 50 gr. di burro chiarificato e 60 gr. di farina passata al setaccio. Mettere il burro in una casseruola di adeguate dimensioni, amalgamare la farina. La cottura deve avvenire a fuoco molto lento, fino al momento in cui il roux assume un colore leggermente biondo.
Quando è pronto, togliere la casseruola dal fuoco, lasciare raffreddare il roux qualche istante e diluirlo con 1 litro di fondo, servendosi di una frusta, in modo da ottenere una crema liscia, senza grumi; far bollire la salsa, continuando a mescolare con la frusta o con una spatola. Tenerla poi sull’angolo del fornello, a ebollizione lenta e regolare. Aggiungervi una “mirepoix” così preparata:
30 gr. di lardo di petto tagliato a dadi, 30 gr. di cipolla, 50 gr. di carota, tagliate a dadi; un po’ di timo, una piccola foglia di alloro, qualche rametto di prezzemolo.

Far fondere il lardo in una casseruola piatta con 30 gr. di burro, aggiungere le verdure e gli aromi preparati; farli rosolare appena. far bollire il tutto per 3 ore, aggiungendo di tanto in tanto qualche dl di fondo biondo freddo, per facilitare la scomparsa di residui.
Cuocere la vellutata a fuoco molto lento per facilitarne la depurazione e al fine di ottenere una salsa trasparente.
passare poi la vellutata al passino fine, riporla in una terrina e mescolare fino al momento in cui è completamente raffreddata. Conservare.
N.B. Durante la cottura e la depurazione della vellutata, si devono di tanto in tanto asportare con cura il burro e la schiuma che salgono in superficie.
Nella preparazione della vellutata si potrà fare a meno della mirepoix indicata per la salsa spagnola. Per facilitare la depurazione delle salse, le casseruole utilizzate per la preparazione devono essere più alte che larghe.
Il fondo della casseruola non deve giacere completamente sulla fiamma; un lato deve essere leggermente sollevato con un pezzetto di ferro o un altro strumento.
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Pollastra Eduardo VII
Ingredienti per 8 persone: scegliere una pollastra del peso di 2 chili circa: pulirla scrupolosamente e condire l’interno con sale e pepe.
A parte, far scaldare un cucchiaio di burro in una casseruola, mescolarvi 75 grammi di riso Carolina, agitare il riso con un mestolo per qualche secondo, allungare con del brodo bianco bollente pari a 2 volte il volume del riso; coprire la casseruola e far cuocere per 18 minuti. Togliere la casseruola dal fuoco, aggiungere al riso 75 grammi di tartufi, 75 grammi di fegato d’oca cotto e tagliato in dadi e 2 cucchiai di glassa di carne.

Farcire la pollastra con il riso, legarla con le zampe all’insù, bardarla con del lardo, metterla in una casseruola della grandezza voluta, coprirla di fondo di vitello bianco. Mettere la casseruola sul fuoco; al primo bollore, coprire la casseruola; continuare l’ebollizione a fuoco lento per 50-55 minuti.
Togliere la casseruola dal fuoco e tenere in caldo.
Disporre la pollastra nel piatto da portata e rivestirla di una leggera salsa supréme al curry, arricchita con 100 grammi di peperoni rossi dolci tagliati a dadini per ogni litro di salsa.
Servire a parte un contorno di cetrioli cremolati.
N.B. I peperoni rossi si trovano in conserva presso i negozianti di generi alimentari.

Pesche Alexandra
Prendere delle pesche dalla polpa morbida, mature al punto giusto, tante quanti sono i convitati. Immergerle in acqua bollente, ritirarle immediatamente con la schiumarola e gettarle in acqua contenente pezzi di ghiaccio. Sbucciarle, sistemarle su di un piatto, coprirle di sciroppo alla vaniglia bollente e lasciarle raffreddare nello sciroppo stesso. Adagiarle su uno strato di gelato alla vaniglia sistemato in una coppa di cristallo. Coprirle di purè di fragole profumato al maraschino. Spargere sulle pesche dei petali di rose rosse e bianche cristallizzati.

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

Menù Carlton Restaurant june 1902 Escoffier
Zuppa_inglese

“Zuppa Inglese” alla maniera di Petronilla

«Un piatto dolce, e che sia squisito, e degno di un pranzo; e per nulla complicato; e di riuscita sempre sicura; e quindi adatto per cuoche ancora inesperte? Questo volete? Ecco, allora, la ricetta che fa per voi; la ricetta cioè, e con le dosi per 6 persone, di quel dolce prelibato che ha il nome (chissà perchè) di “zuppa inglese”.

Per fare il dolce piatto, comperate 2 etti di biscotti savoiardi (o di Novara) o, meglio ancora, di pan di Spagna (questo tagliatelo in fette grosse 172 centimetro all’incirca). In una casseruola sbattete 4 torli con 3 cucchiai colmi di zucchero; aggiungete, a poco a poco e sempre mescolando, prima 40 gr. di farina bianca e poscia 1/2 litro di latte. Ponete la casseruola al fuoco, non smettete mai di rimescolare, e quando la crema, addensandosi, sarà lì lì per levare il bollore, togliete la casseruola dal fuoco, e lasciate raffreddare.
Sbattendoli con la forchetta (se non possedete l’istrumento adatto) montate a neve, ben sodi, i 4 albumi; e a poco a poco, e adagio adagio, e sempre mescolando, unite, infine, gr. 180 di zucchero. Bagnate metà delle fette di pan di Spagna (o metà biscotti savoiardi) con liquore rosso (Alkermes) e l’altra metà con liquore bianco (Kummel); ma con liquori fatti all’economica, e ad uso cucina, con gli estratti che vendono i droghieri.
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Crema in tazze alla maniera di Petronilla zuppa inglese Sòpa inglesa, la "zuppa inglese" romagnola
Nel caso non voleste saperne, in fatto di liquori, di certe sagge economie, e che non voleste…sperperare liquori autentici e sopraffini, bagnate metà fette con vino di Rodi o di Marsala, e l’altra metà con liquore di marca e possibilmente bianco. Scegliete, in credenza, un piatto di porcellana che già conosca il lieve calore del forno tiepido; versatevi metà della crema; coprite questa con le fette (o con i biscotti) bagnate di Alkermes (o di Marsala); su queste distribuite l’altra metà della crema; su questa, le restanti fette di pan di Spagna (o i restanti savoiardi); su tutto il monticello che avrete così innalzato, versate tutti gli albumi montati a neve e inzuccherati; e date infine una generale e abbondante inzuccherata superficiale.

Mettete il piatto in forno tiepido, per 10-15 minuti, affinchè gli albumi possano un po’ rapprendersi, o – qualora non possediate forno – fabbricate la zuppa, anzichè su di un piatto, in una insalatiera fonda; coprite questa con un grande coperchio; e mettete sul coperchio cenere molto calda ed anche qualche bragia.

***

Sia così che cosà, il piatto – anche per quegli albumi un po’ induriti – sarà di certo splendidamente riuscito; e presentandolo sul finir del pranzo, il vostro successo di perfette cuoche sarà certamente e completamente assicurato.»

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze  economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Liquore Alchèrmes, liquore per dolci, ricetta del 1853

Zuppa Inglese Di Lungoleno – Opera propriaFotografia autoprodotta, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=82001125
Cartolina di Natale del 1890

Escoffier: Menu de Noël 1899 Savoy-Hôtel à Londres

Cartolina di Natale del 1890

Menù
Caviar frais – Bouquet de crevettes – Royal natives
Tortue claire – Bortsch à la russe
Suprêmes de soles à l’aurore
*
Filets de rougets aux laitances
Poulardes royales
Timbales de truffes au champagne
Selle de chevreuil grand veneur
Mousseline d’écrevisses
Délices de bécasses
*
Sorbets dame blanche
Ortolans cocotte
Cailles à l’orange
Salade des capucins
Asperges nouvelles
*
Foies gras pochés au Clicquot
Soufflé Chantilly
Ananas glacé
Mandarines à l’orientale
Biscuits aux avelines – Mignardises
Galettes écossaises
*
Fruits
 *
Vins
Johannisberger cabinet, 1874
Pommery, extra sec, 1884
Château Coutet, marquis de Lur-Saluces Mise du Château
Etampé, 1861
Grande Champagne, 1830
Grandes liqueurs
Café turc

CavialeBlinis con Salsa Smetana Menu de Noël 1899 Savoy-Hôtel à Londres - Escoffier
Si serve in ciotole apposite, circondato da ghiaccio e si accompagna con blinis o con sottili fette di pane di segale imburrate. A volte è accompagnato da cipolla tritata e limone, ma non è il modo migliore, poichè il caviale fresco, dal sapore già perfetto, non ha bisogno di alcun condimento.
In mancanza di caviale fresco, per la preparazione di antipasti si utilizza anche il caviale pressato e salato che, pur non essendo raffinato quanto il caviale fresco, è ugualmente apprezzato

Gamberi in guazzetto
Preparare una court-bouillon con: 50 gr. di carota e 50 gr di cipolla tagliate a fettine sottili; 3 scalogni tritati finemente; qualche rametto di prezzemolo, una foglia di alloro, un po’ di timo sbriciolato, 3 dl. di vino bianco, 2 dl. d’acqua, 10 gr. di sale, pepe in grani e una punta di pepe di Caienna. Preparate il court- bouillon un po’ in anticipo, in modo che le verdure siano ben cotte. Immergere i gamberi in questo court-bouillon; farli cuocere a pentola coperta per 10 minuti. Disporre i gamberi in una teglia con il court-bouillon e le guarnizioni

Gamberi in cespuglio
(crevettes)
Cuocere i gamberi in court-bouillon preparato nel modo indicato per i gamberi in guazzetto.
Questi gamberi si appendono poi per la coda alle punte dello speciale strumento adatto a questo scopo e si guarniscono con rametti di prezzemolo.

Timballo di tartufi
(Timbales de truffes)
Rivestire con normale pasta per paté una teglia. Riempirne l’interno con tartufi crudi, accuratamente spellati, salati e pepati. Far scaldare 2 o 3 cucchiai di fondo di carne bianca, aggiungere un bicchiere di Madera, dare un bollore e versare sui tartufi, Coprire i tartufi con fette di lardo e chiudere il timballo con una sfoglia di pasta procedendo nel modo usuale. Dorare e cuocere in forno caldo per 45-50 minuti.
Al momento di servire, sformare e sistemare su un tovagliolo

Sella di caprioloSella di capriolo alla crema
(Selle de chevreuil)
La sella di capriolo accuratamente parata, poi bardata o steccata, si potrà marinare per qualche ora, semplicemente bagnata con qualche cucchiaio di olio di oliva e altrettanto cognac e vino bianco, una cipolla battuta e qualche rametto di prezzemolo. La sella si fa arrosto o in casseruola. Le pere di piccolo taglio, cotte nel vino rosso con un po’ di zucchero, cannella e buccia di limone, accompagnano benissimo una sella di capriolo in casseruola. La Sella di capriolo può essere accompagnata con le salse per la cacciagione:

Quaglie
(Cailles)
E’ essenziale scegliere quaglie bianche e grasse. Avvolgere ciascuna prima in una foglia di vite imburrata, poi in una sottile fetta di lardo. Arrostire a fuoco piuttosto vivo per circa 10-12 minuti. Disporre le quaglie così preparate su dei piccoli crostini di pane in cassetta fritti nel burro e ricoperti di farcia da gratin per selvaggina. Contornare a piacere con mazzetti di crescione e mezzi limoni.
Servire a parte il loro sugo che, naturalmente, deve essere molto ristretto.

Soufflé alla crema
Lavorare 250 gr. di zucchero, 250 gr. di farina, 4 uova intere e 3 tuorli. Stemperare con 1 dl. di latte bollente aromatizzato alla vaniglia e cuocere come si fa per la crema frangipane. Completare, lontano dal fuoco, con 125 gr. di burro, 5 tuorli e 10 albumi montati a neve.
Preparazione e cottura del soufflé: i soufflé vanno cotti in forno in appositi stampi ben imburrati e cosparsi di zucchero. La temperatura deve essere moderata.
Pochi minuti prima di ritirarli definitivamente dal forno, li si dovrà spolverizzare di zucchero e reinfornare, affinchè quest’ultimo si caramelli e formi la glassa.

Ananas Condé
Far macerare in zucchero e kirsch delle fette d’ananas tagliate a metà, quindi disporle a corona su una bordura di riso e decorarle con delle ciliegie demi-sucre e degli anellini di angelica. Bagnare il tutto con dello sciroppo al kirsch.

Vino alla francese
Mettere 250 gr. di zucchero in quadretti in un’insalatiera e bagnarlo con qualche cucchiaiata d’acqua per farlo sciogliere. Aggiungere una bottiglia di Bordeaux rosso e un limone tagliato a fettine sottili private dei semi. Girare con un mestolo d’argento e servire mettendo una fetta di limone in ogni bicchiere.
N.B. Si può aggiungere mezzo sifone di acqua di Seltz od anche della limonata gassata.

 Ricette tratte da  Il Grande Libro della Cucina Francese di A. Escoffier Fonte: Fonte: menus.free.fr/index.htm

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

‘Merry Christmas’ (16031916502).jpg [File:’Merry Christmas’ (16031916502).jpg|’Merry_Christmas’_(16031916502)]] The above image is a photograph of a Victorian Christmas Card from the 1890’s and is from Archives New Zealand’s former Post and Telegraph/Telecom Museum Holdings collection.
ragu cinghiale pappardelle

Pastasciutta al sugo di cinghiale

 Ingredienti per 4 persone

Per la pastasciutta:
200 g di farina, 2 uova oppure 370 gr. di tagliatelle o pappardelle o fettuccine all’uovo.

Per la marinata del cinghiale
1/2 litro d’acqua, 1/2 bicchiere di aceto, 1/2 bicchiere di aceto, 2 foglie di alloro, 1 rametto di rosmarino e 1 di salvia, 10 bacche di ginepro schiacciate.

Per il sugo:
1/2 kg di carne di cinghiale, vino rosso, sedano, carota, 1 foglia di alloro, 3-4 chiodi di garofano, 3 bacche di ginepro, passata di pomodoro

Preparazione
  1. Frollatura e marinatura della selvaggina prima della cottura
  2. Marinare la selvaggina da pelo prima della cottura

Preparare la marinata
Immergere la carne e gli altri ingredienti nel liquido dove riposeranno per 48 ore in luogo fresco, dai 2 ai 12 gradi. Alla fine la marinata va messa da parte (per bagnare la carne durante la cottura) e la carne scolata e asciugata.

  • Per ridurre i tempi a 4 ore: bollire gli ingredienti per 5 minuti, togliere dal fuoco ed immergere la carne e lasciarla per 4 ore.

1 cinghiale-arrosto-al-forno-R-qT757t Frollatura e marinatura della selvaggina 1 pastasciutta-al-sugo-di-cinghiale-L-EUF49w

 

 

 

Preparare il sugo cinghiale
Scolare la carne dalla marinata e tagliarla con il coltello, mettere la carne in una padella e farla asciugare. Far soffriggere sedano, carota e cipolla. Aggiungere la carne. Sfumare con la marinata filtrata ed aggiungere la passata di pomodoro. Coprire e lasciar cuocere a fuoco lento per 4 ore.

2 pastasciutta-al-sugo-di-cinghiale-R-pNQXYE 3 pastasciutta-al-sugo-di-cinghiale-L-519lUe 4 pastasciutta-al-sugo-di-cinghiale-R-JBSOtB

 

 

 

Impastare la farina e le uova. Tirare la pasta a mano (o con la macchinetta fino alla penultima tacca) e ricavarne tagliatelle o pappardelle o fettuccine.

Come fare la Pasta fatta in casa

Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla e saltarla in padella con il ragù. Servire immediatamente.

(Le foto del ragù sono di frangipane-cookaround.com, che ringrazio)

Vino

Vino rosso tannico, relativamente ad alta gradazione:
  • Abruzzo: Montepulciano d’ Abruzzo, Basilicata: Aglianico del Vulture, Calabria: Cirò Rosso, Campania: Cilento-Aglianico, Emilia Romagna: Colli Bolognesi Monte San Pietro-Cabernet, Sangiovese, Friuli Venezia Giulia: Collio Goriziano Merlot, Lazio: Cerveteri Rosso, Liguria: Rossese di Dolceacqua Superiore, Lombardia: Botticino, Marche: Rosso Conero, Molise: Biferno Rosso, Piemonte: Barbaresco, Puglia: Brindisi Rosso, Primitivo di Manduria, Sardegna: Cannonau di Sardegna secco, Sicilia: Etna Rosso, Toscana: Brunello di Montalcino, Chianti classico, Nobile di Montepulciano., Trentino Alto Adige: Teroldego, Umbria: Montefalco Sagrantino, Valle d’Aosta: Valle d’Aosta Torretta, Veneto: Colli Euganei Superiore
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Pastasciutta al sugo di cinghiale
Tagliatelle al ragù 03.jpg [[File:Tagliatelle al ragù 03.jpg|Tagliatelle_al_ragù_03]] Pappardelle ternane al cinghiale.jpg [[File:Pappardelle ternane al cinghiale.jpg|Pappardelle_ternane_al_cinghiale]]
pappardelle lepre ragù 2

Due ricette dell’Artusi per le Pappardelle con la lepre

Le pappardelle con la lepre, come altre ricette di cacciagione, era uno dei piatti preferiti dal maestro Giacomo Puccini. Grande buongustaio, amava la cucina toscana, in modo particolare la cacciagione e i prodotti del lago, apprezzando piatti come il risotto alla tinca, la folaga e i tordi e i colombacci, come da lui stesso scritto nelle lettere indirizzate a Isola Nencetti Vallini, sua cuoca preferita.

₉₅. PAPPARDELLE COLLA LEPRE IArtusi: Giugno - Nota pranzo I

La carne della lepre, essendo arida e di poco sapore, ha bisogno in questo caso, di venire sussidiata da un sugo di carne di molta sostanza per ottenere una minestra signorile. Eccovi le dosi di una minestra per cinque persone che, per tante, a mio avviso, deve bastare una sfoglia di tre uova, tagliata a forma di pappardelle larghe un dito, con la rotella smerlata, oppure per grammi 500 o 600 di strisce di pasta comprata.

I due filetti di una lepre, che possono pesare in tutto grammi 180 a 200, compreso i rognoni

  • Carnesecca, grammi 40.
  • Mezza cipolla di mediocre grandezza.
  • Mezza carota.
  • Un pezzo di sedano lungo un palmo.
  • Odore di noce moscata.
  • Parmigiano, quanto basta.
  • Una cucchiaiata di farina.
  • Sugo di carne, decilitri 6.

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I filetti spellateli da quella pellicola che li avvolge e tagliateli a piccoli dadi, poi fate un battuto con la carnesecca, la cipolla, il sedano e la carota. Tritatelo ben fine con la lunetta e mettetelo al fuoco con la terza parte del detto burro e con la carne di lepre, condendola con sale e pepe. Quando la carne sarà rosolata, spargeteci sopra la farina e poco dopo bagnatela e tiratela a cottura coi detto sugo. Prima di servirvi di questo intingolo aggiungete il resto del burro e la noce moscata.

Le pappardelle o strisce che siano, cotte nell’acqua salata, levatele bene asciutte e conditele sul vassoio, senza rimetterle al fuoco, con parmigiano e l’intingolo suddetto.

In mancanza dei filetti servitevi dei coscetti.

1 lepre-dolce-forte

₉₆. PAPPARDELLE COLLA LEPRE II

Eccovi un’altra ricetta più semplice per condire con la stessa quantità di carne di lepre la medesima quantità di paste.

Fate un battuto con grammi 50 di prosciutto, più grasso che magro, un quarto di cipolla, sedano, carota e pochissimo prezzemolo. Mettetelo al fuoco con grammi 40 di burro e quando avrà soffritto, buttateci i pezzi della carne interi e conditeli con sale e pepe. Fatela rosolare e poi, per cuocerla, bagnatela a poco a poco con brodo e sugo di pomodoro o conserva, in modo che vi resti abbondante liquido; quando la carne è cotta levatela asciutta e tritatela non tanto minuta con la lunetta.

Fate, come dicono i Francesi, un roux o, come io direi, un intriso con grammi 30 di burro e una cucchiaiata di farina e quando avrà preso sul fuoco il color biondo, versate nel medesimo la carne tritata e il suo sugo, aggiungendo altri 30 grammi di burro e l’odore della noce moscata; poi con quest’intingolo e con parmigiano condite la minestra. Non mi rimproverate se in queste minestre v’indico spesso l’odore della noce moscata. A me pare che ci stia bene; se poi non vi piace sapete quello che avete a fare.

Pellegrino Artusi La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene.

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panettone farcito

Panettone farcito a strati con crema al mascarpone

E’ un dolce piuttosto economico che richiede 30 minuti di preparazione. Può essere arricchito aggiungendo alla fàrcia tutti gli ingredienti di cui siamo golosi: scaglie di cioccolato, cucchiaiate di Nutella, pezzetti di Marron Glacés, crema chantilly crema di ricotta, crema pasticciera.

Come preparare la Crema al burro (Buttercream)

La soffice e delicata Crema Chantilly

nutella Homemade_nutella_-_chocolate_and_hazelnut_cream_(KETO,_LCHF,_Low_Carb,_Gluten_free,_FIT)

 

 

 

 

crema fragole Trattoria-allAntica-Mola-in-Cannaregio.-Venezia.Petronilla: Crema di mascarpone semplice...

(Crema di mascarpone) quella complicata Petronilla

 

 

 

 

crema rose cavalcanti Güllaçcrema pasticcera

Crema di cioccolato alla maniera di Petronilla

 

 

 

 

Altre creme
Glasse

panettone ripieno (2)

glassa cioccolato biscotti torte

 

 

 

 

panettone natale

Ingredienti
  • Un panettone da 1 kg.

Crema al mascarpone

  • 200 gr. di mascarpone,
  • 2 uova,
  • 4 cucchiai di zucchero,
  • buccia di arancia grattugiata,
  • brandy o altro liquore,
  • fragole o lamponi.

Crema al mascarpone 10 varianti Leitv.it

Preparazione

Con la frusta elettrica montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungere il mascarpone, la buccia d’arancia e il liquore, e lavorare il tutto abbastanza a lungo fino a ottenere una pasta soffice ed elastica.

Mascarpone_preparato_in_casa

Con questa crema farcite il panettone tagliato a dischi orizzontali. Spalmate uno strato di crema su ogni disco. Riposizionate i dischi ricomponendo il panettone, decorate con le fragole o i lamponi freschi e mettete in frigo per qualche ora.

panettone farcito a strati

 

Panettone di Natale

Panettone ripieno

[[File:Mascarpone preparato in casa.jpg|Mascarpone_preparato_in_casa]] Mascarpone preparato in casa.jpg
rosolio alla rosa

Rosolio alle rose, ricetta siciliana

Caffè greco presentato nel tradizionale briki (μπρίκι) e accompagnato da rosolio alla rosa, in una cafeteria ad  Atene.
 

I liquori casalinghi

L’uso di offrire un liquorino preparato dalle mani della padrona di casa era un tempo una consuetudine normale. Allora le signore qualche volta si passavano l’un l’altra, generosamente, le preziose ricette, mentre, più spesso, ne tenevano nascosta qualcuna che, nella loro famiglia, veniva tramandata di madre in figlia. Un tempo questi liquori si chiamavano rosoli amabili, e si servivano il giorno delle visite, quando gli ospiti venivano ricevuti con tutti gli onori nel “salotto buono”, quello così colmo di “buone cose di pessimo gusto” (cose semplici e povere d’altri tempi) come direbbe Gozzano L’amica di nonna Speranza” . Naturalmente i rosoli casalinghi sono molto diversi dai liquori preparati industrialmente, ma sono ugualmente gradevoli, anche per i gusti un po’ sofisticati e difficili noi uomini e donne del 1964. Stiamo attente però a prepararli seguendo alcune semplici ma importanti regole tanto nella lavorazione quanto nella scelta degli ingredienti.

Enciclopedia della donna 1964.

Il rosolio è una soluzione liquorosa (non è un liquore per la gradazione alcolica non elevata) particolarmente diffusa nell’Italia rinascimentale, soprattutto alla corte di Caterina de’ Medici, che ne esportò l’utilizzo persino in Francia.

Il Vocabolario della Lingua Italiana di Zingarelli definisce il rosolio come “liquore preparato con alcol, zucchero e acqua nella stessa proporzione, con in più un’essenza che gli dà nome”: quindi, rosolio alla rosa, rosolio alla menta, ecc.
È diffuso soprattutto in Piemonte, Campania, Sicilia e particolarmente in Umbria. Nel cuore verde d’Italia viene utilizzato sin dall’antichità da offrire agli ospiti e nei preparati dolciari.

Quello più antico è il rosolio francescano preparato nella zona di Assisi con petali di rosa. Nell’isola siciliana, dove sin dal Cinquecento veniva prodotto in casa e offerto agli ospiti in segno di buon augurio, sono state sperimentate varie ricette di rosolio, tra cui quelle con agrumi, caffè, anice, menta, cannella e pistacchio

Come si beve
Per le abitudini odierne e il suo grado alcolico che va dai 20 ai 30 gradi, è consigliato come ammazzacaffè a fine pasto, possibilmente freddo, in piccole dosi (10 ml) e assolutamente senza ghiaccio

 Ingredienti
  • 100 gr. di petali di rose non trattate,
  • 450 ml. di alcool a 90 gradi,
  • 450 gr. di zucchero semolato,
  • 540 ml. di acqua.
 Preparazione

Raccogliete i petali delle rose, puliteli con un panno umido delicatamente per non rovinarli. Metteteli in un recipiente per l’infusione. Versate l’alcool e lasciate macerare il tutto per almeno due settimane. Ricordate di agitare il recipiente una volta al giorno, in modo da diffondere uniformemente la fragranza. Trascorse le due settimane, preparate uno sciroppo con acqua e zucchero, riscaldandolo a fiamma bassa. Mescolate fino al completo scioglimento dello zucchero. Spegnete e fate freddare.

Filtrate i petali macerati e aggiungeteli allo sciroppo raffreddato. Mescolate velocemente, versate in bottiglia e lasciate riposare per due settimane prima di servire il rosolio.

rose rinascimento

“Acquarosa”, bevanda afrodisiaca di Leonardo da Vinci

Confettura di rose antiche

Ippolito Cavalcanti, Delle creme: Crema di rose, ricetta edita nel 1839

Come fare i fiori canditi per decorare torte, cupcakes, biscotti e dessert.

[[File:Cafe grec i licor de roses.JPG|Cafe_grec_i_licor_de_roses]]
tronchetto non arrot Chocolate_Stump_de_Noel_with_meringue_mushrooms_(2)

Bûche de Noël – Tronco di castagne (non arrotolato e senza forno)

 Ingredienti e dosi 
  • 500 gr. di castagne,
  • 2 tuorli d’uovo,
  • 50 gr. di zucchero,
  • 150 gr. di cioccolato fondente grattugiato,
  • 125 gr. di margarina,
  • 2 cucchiai di rum.

Per la glassatura

  • 100 gr. di cioccolato fondente grattugiato,
  • 1 noce di margarina,
  • 1-2 cucchiai d’acqua,
  • 1 cucchiaio di zucchero.
Preparazione

Sbucciate le castagne, mettetele in acqua fredda e leggermente salata e lasciatele cuocere lentamente per circa 1 ora. Quindi, scolatele, togliete la pellicina e passatele al setaccio. Rompete il cioccolato a pezzi e fatelo sciogliere a bagno-maria in una casseruola e incorporate la margarina. In una terrina sbattete a spuma i tuorli con lo zucchero, quindi unite il cioccolato fuso, le castagne passate ed il rum. Lavorate il composto fino a renderlo omogeneo con un cucchiaio di legno. Mettete in frigorifero per almeno 1 ora.

Preparate la glassa

Sciogliete il cioccolato a bagnomaria: dopo aver messo il pentolino con l’ acqua sul fornello, ponete al suo interno il pentolino vuoto, nel quale verserete un bicchiere di acqua e il cioccolato a pezzetti, mescolando il tutto con un cucchiaio di legno.

È importante che il composto venga cotto a fiamma lenta. Mano a mano che la cioccolata inizia a sciogliersi e ad amalgamarsi con l’acqua, aggiungere poco alla volta altri pezzetti di cioccolato, sempre continuando a mescolare. Dopo aver terminato di aggiungere tutti i pezzi di cioccolato, versare la margarina, sempre tagliata a pezzetti. Continuate a mescolare fino a quando il composto sarà divenuto liscio e lucido.

Se la glassa, nel cuocersi, inizia a seccarsi, è possibile aggiungere ancora un po’ di acqua, senza esagerare però: se si mette troppa acqua nel composto si rischia che venga troppo liquido e che nel metterlo su una torta, coli da ogni lato. Appena inizia a bollire, togliere il cioccolato dal fuoco, per evitare che indurisca. Prima di metterla a raffreddare, aggiungete sulla superficie della glassa delle sottili sfoglie di burro, al fine di evitare la formazione della classica patina da raffreddamento. Evitare di porre la glassa in frigo, perché si potrebbe correre il rischio che rassodi troppo e che sia poi impossibile utilizzarla.

Una volta che si è raffreddata bene, è possibile procedere con le decorazioni. Per avere un ottimo risultato, è consigliabile iniziare a versare il cioccolato al centro del dolce, poco alla volta, e stenderlo sino ai bordi con un coltello abbastanza grande, liscio e inumidito.

Riprendete l’impasto e dategli la forma di un cilindro che taglierete in sbieco alle due estremità. Ricoprite tutta la superficie con la glassa: con l’aiuto di una forchetta graffiate la superfice per rendere la rugosità della corteccia del tronco. Ponete il “ceppo” su un piatto da portata e sbizzarritevi con la fantasia: farina di cocco o zucchero a velo per simulare la neve, foglie di agrifoglio, bacche, pupazzetti ecc.

Vino

Malvasia (Piemonte), Recioto (Veneto) falerno amabile (Campania serviti a 15°C).

tronchetto non arrot Chocolate_Stump_de_Noel_with_meringue_mushrooms

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tronchetto arrotolato Buche_de_Noel_(Yule_Log)

Bûche de Noël – Tronchetto o ceppo di Natale (arrotolato e senza forno)

 Ingredienti e dosi per 8 persone
  • 1 kg. di purea di marroni (anche in scatola),
  • 300 gr. di cioccolato,
  • 200 gr. di zucchero a velo,
  • 200 gr. di burro, glassa al cioccolato¹.
Preparazione

Rompete il cioccolato a pezzi e fatelo sciogliere in una casseruola dal fondo pesante. Incorporate 150 gr. di zucchero, il burro rammollito e la purea di marroni.

Lavorate il composto fino a renderlo omogeneo con un cucchiaio di legno e su fuoco moderato. Versatelo su di un foglio di alluminio, arrotolatelo a forma di tronco mettetelo ad indurire nel freezer. Disponetelo poi sul piatto di portata.

Coprite con la glassa lisciando la superficie usando la lama di un coltello, che immergerete prima in acqua calda. Cercate di imitare la scorza del tronco grattandolo con la punta della forchetta. Spolverizzate con lo zucchero a velo per imitare la neve.

La Buona Tavola 1982
¹La glassa al cioccolato
 Usate il cioccolato che più gradite (fondente, bianco ecc.). Sciogliete il cioccolato a bagnomaria: dopo aver messo il pentolino con l’ acqua sul fornello, ponete al suo interno il pentolino vuoto, nel quale verserete un bicchiere di acqua e il cioccolato a pezzetti, mescolando il tutto con un cucchiaio di legno.
È importante che il composto venga cotto a fiamma lenta. Mano a mano che la cioccolata inizia a sciogliersi e ad amalgamarsi con l’acqua, aggiungere poco alla volta altri pezzetti di cioccolato, sempre continuando a mescolare. Dopo aver terminato di aggiungere tutti i pezzi di cioccolato, versare il burro, sempre tagliato a pezzetti. Continuate a mescolare fino a quando il composto sarà divenuto liscio e lucido. Se la glassa, nel cuocersi, inizia a seccarsi, è possibile aggiungere ancora un po’ di acqua, senza esagerare però: se si mette troppa acqua nel composto si rischia che venga troppo liquido e che nel metterlo su una torta, coli da ogni lato. Appena inizia a bollire, togliere il cioccolato dal fuoco, per evitare che indurisca. Prima di metterla a raffreddare, aggiungete sulla superficie della glassa delle sottili sfoglie di burro, al fine di evitare la formazione della classica patina da raffreddamento. Evitare di porre la glassa in frigo, perché si potrebbe correre il rischio che rassodi troppo e che sia poi impossibile utilizzarla. Una volta che si è raffreddata bene, è possibile procedere con le decorazioni. Per avere un ottimo risultato, è consigliabile iniziare a versare il cioccolato al centro del dolce, poco alla volta, e stenderlo sino ai bordi con un coltello abbastanza grande, liscio e inumidito.
Tronchetto o ceppo di Natale
Vino

Moscato, Malvasia

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Servire il Vino ad ogni vino il suo bicchiere Abbinamento cibo-vino

Come servire il Vino e ad ogni vino il suo bicchiere

da sn: Bardolino 1977, Contessa Rosa 1985, Amarone 1993, Montalcino 1978

.Come e dove servire i vini

Quando si apparecchia la tavola bisogna disporre i bicchieri obliquamente davanti al commensale, in ordine crescente di grandezza e partendo da destra. I bicchieri si dispongono mettendo il bicchiere dell’acqua in direzione della punta del coltello. Subito dopo a destra e sulla stessa linea, si collocano i bicchieri per il vino. Riassumendo, partendo da sinistra: bicchiere per l’acqua (di grandi dimensioni), bicchiere per il vino rosso (di grandezza media), bicchiere per il vino bianco.

  • Il numero massimo di bicchieri consentiti in tavola per ogni commensale è cinque: uno da acqua, due per i vini bianchi e due per i vini rossi.
  • Il bicchiere da Spumante e i bicchieri da grappa e cognac vanno portati in tavola solo al momento del servizio.
  • Il bicchiere da acqua può essere diverso per forma, colori e spessore dai bicchieri da vino.
  • La personalità di un vino può essere esaltata o sacrificata a seconda del calice che viene utilizzato. Poichè ogni vino ha caratteristiche diverse, per ciascuno bisogna usare il bicchiere adeguato e alla giusta temperatura.
  • Il bicchiere da vino deve essere di cristallo e di spessore minimo.
  • Lo stelo deve essere lungo in modo che il calore e il profumo della mano non interferiscano nella degustazione.
  • Il bicchiere non va mai afferrato per la coppa ma sempre alla base del gambo.
  • I vini bianchi giovani dal profumo delicato vanno serviti in bicchieri dal volume ridotto per non disperderne il bouquet. Il bordo deve essere svasato per favorire la percezione dei profumi fruttati e per consentire la piena introduzione del vino in bocca, in modo da avvertirne dolcezza e acidità.
  • I Vini bianchi corposi e maturi dal profumo intenso vanno serviti in bicchieri a tulipano la cui forma permette l’analisi degli aromi complessi e l’introduzione del vino in bocca verso il fondo della lingua, dove si percepisce l’amaro e ai lati, dove si percepisce l’acidità.
  • I vini rosati seguono la stessa regola dei vini bianchi delicati.
  • I vini rossi giovani vanno serviti in bicchieri di media grandezza.
  • I vini rossi corposi e maturi vanno serviti in bicchieri larghi e panciuti, la cui ampia apertura permetta una maggiore ossigenazione del vino esaltandone la percezione olfattiva.
  • I vini spumante metodo Classico e Champagne vanno serviti nelle lunghe flûtes, affinché si concentrino meglio gli odori e si mantenga più a lungo il perlage.
    • I vini spumanti secchi metodo Charmant o Prosecchi vanno serviti nelle flûtes.
    • I vini dolci vanno serviti in bicchieri piccoli e di forma regolare.
    • I vini spumanti dolci vanno serviti nelle coppe, per far esprimere al massimo i profumi.
  • Come si beve? Il galateo dell’alcool

I BICCHIERI
I bicchieri in cui si serve il vino dovrebbero essere bianchi, di cristallo sottile e a stelo:

  • Bianchi per apprezzare il colore del vino.
  • Cristallo sottile perchè il vino rosso si possa scaldare.
  • A stelo per evitare il contatto con la mano ai vini bianchi che devono restare fresco. la lunghezza dello stelo non è rilevante: ciò che conta è la forma della parte cava dove si versa il vino.

Le forme dei bicchieri sono diverse. Ogni forma è la più indicata per degustare al meglio il vino scelto e per esaltarne le qualità.

  1. Calice per vini rossi giovani a forma abbastanza alta ed ampia per poterne cogliere il bouquet.
  2. Calice per vini rossi invecchiati a forma più panciuta del precedente, detto anche ballon per permetterne una buona ossigenazione.
  3. Calice per vini rossi invecchiati eccellenti a forma molto grande ed ampia per consentirne al massimo la decantazione.
  4. Calice per vini bianchi o rosati a forma con stelo lungo ma più piccolo di quello utilizzato per i rossi giovani.
  5. Calice per vini bianchi o rosati corposi ed affinati nel legno a forma con stelo corto ma calice grande ed ampio per coglierne il bouquet.
  6. Flüte per spumanti o champagne secchi a forma stretta e lunga per osservare meglio l’effervescenza e conservare più a lungo il profumo
  7. Coppa per spumanti dolci a forma molto ampia per valorizzane l’aromaticità.
  8. Calice per i vini liquorosi e passiti a forma piccola e stretta.
Bicchieri da vino e da spumante
Wineglass.svg Calice
Brandysnifsi.svg Snifter
Flutesil.svg Flûte
Champagne coupe.svg Coppa classica
Coppa Asti sagoma.svg Coppa Asti
Quando stappare la bottiglia
  • Vini rossi: in genere da 1 a 2 ore prima del consumo.
  • Vini rosati e bianchi: al momento della consumazione
  • Vini frizzanti e spumanti: al momento della consumazione senza il “botto”.
  • I vini bianchi si servono freddi ma non con il ghiaccio nel bicchiere.
  • Il vino non va mai messo in frigo, ma nel secchiello del ghiaccio.
  • I vini rossi si servono a temperatura ambiente.
  • Le bottiglie non si agitano.
  • Il primo bicchiere non si serve mai.
  • Alcuni grandi vini si servono in caraffa.
  • Non spolverare le bottiglie provenienti dalla cantina, ma appoggiarle su di un piattino.
  • Non si riempiono i bicchieri fino all’orlo.
  • Lo champagne è l’unico vino che può essere servito dall’inizio alla fine del pasto, purchè sia brut o secco.
  • La buona riuscita di un pranzo dipende al 50% dai vini.
  • Se una pietanza va “bagnata” o “legata” con vino, usare lo stesso tipo di vino che verrà servito in tavola
Come si beve? Il galateo dell’alcoolCome si beve Il galateo dell'alcool Outlier

  • I vini comuni si travasano nelle bottiglie e nelle caraffe da tavola, quelli pregiati si lasciano nelle bottiglie originali.
  • La bottiglia si porta in tavola già sturata, con un tovagliolino bianco avvolto intorno al collo.
  • Non si prende la bottiglia per il collo, ma per il corpo, cercando di non far cadere gocce di vino sulla tovaglia.
[segue]
DIZIONARIO
  • Abboccato: Vino dolce ma non zuccherino
  • Amabile: Vino non troppo alcolico e nel quale si distingue il gusto dolce
  • Aroma: E’ l’odore dell’uva di cui il vino è fatto e che si attenua nel tempo
  • Asciutto: Vino che pu fermentato ha ancora tracce di zucchero
  • Bouquet: E’ l’insieme dell’aroma e del profumo
  • Corposo: Il vino che dà la sensazione di maggiore densità (per alta gradazione)
  • Fresco: Vino leggero che dà una sensazione di freschezza
  • Generoso: Vino vecchio ad alto contenuto alcolico
  • Pastoso: Come il generoso ma con gusto di dolce
  • Pieno: Come “corposo” e “pastoso”
  • Profumo: E’ l’odore proprio del vino che a differenza dell’aroma si sviluppa nel tempo
  • Retrogusto: Il vino appena bevuto fa sentire un nuovo sapore
  • Sulla vena: Vino che leggermente ha sapore zuccherino
  • Vellutato: Vino che quando si beve dà al palato una sensazione di corposità e morbidezza
Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 
 

Come assegnare i posti, servire e cambiare piatti e posate

 

pasticcio lepre artusi 1

₃₇₂. Pasticcio di lepre (o cignale, daino o capriolo) dell’Artusi

Monoporzione

₃₇₂. Pasticcio di lepre

Chi non ha buone braccia non si provi intorno a questo pasticcio. La natura arida delle carni della bestia di cui si tratta e il molto ossame, richiedono una fatica improba per estrarne tutta la sostanza possibile, senza di che non fareste nulla di veramente buono.
Quello che qui vi descrivo fu fatto alla mia presenza, nelle seguenti dosi e proporzioni sulle quali, regolandovi, ritengo non sia il caso di sciupare i vostri quattrini.

Mezza lepre, senza testa e gli zampucci, un chilogrammo.
Magro di vitella di latte, grammi 230.
Burro, grammi 90.
Lingua salata, grammi 80.
Grasso di prosciutto, grammi 80.
Prosciutto grasso e magro, tagliato grosso mezzo dito, grammi 50.
Detto, tagliato fine, grammi 30.
Tartufi neri, grammi 60.
Farina per la besciamella, grammi 30.
Marsala, decilitri 3.
Uova, n. 2.
Latte, mezzo bicchiere.
Brodo, quanto basta.

pasticcio lepre artusi 5

Dalla lepre, dopo averla lavata ed asciugata, levate grammi 80 di magro dal filetto o altrove e ponetelo da parte. Poi scarnite tutte le ossa, per separarle dalla carne, rompetele e ponete anche queste da parte. La carne tagliatela a pezzi, e coi suddetti grammi 80 di magro, lasciato intero, mettetela in infusione con due terzi circa della detta marsala e coi seguenti odori tagliati all’ingrosso: un quarto di una grossa cipolla, mezza carota, una costola di sedano lunga un palmo, diversi gambi di prezzemolo e due foglie di alloro. Conditela con sale e pepe, rivoltate bene ogni cosa e lasciatela in riposo diverse ore. Frattanto nettate dalle pelletiche la carne di vitella di latte, sminuzzatela col coltello e pestatela nel mortaio quanto più fine potete.
Scolate dalla marsala la carne messa in infusione e con tutte le ossa, gli odori indicati, il grasso di prosciutto, tagliato a pezzettini e grammi 30 del detto burro, ponetela in una casseruola coperta e, a fuoco vivo, lasciatela rosolar bene, rimuovendola spesso col mestolo e bagnandola, quando sarà asciutta, con marsala, servendovi anche di quella rimasta dell’infusione, e con brodo fino a cottura completa. Allora separate nuovamente la carne dalle ossa e rimettete da parte gli 80 grammi di magro per formare con questo, coi grammi 50 di prosciutto e con la lingua, tanti filetti grossi più di mezzo dito.

Pestate prima tutta la carne della lepre nel mortaio, bagnandola di quando in quando per renderla più pastosa, ma non troppo liquida, col resto della marsala e con brodo e passatela; poi pestate le ossa e procurate che passi di queste tutto quel che più potete, avvertendovi però occorrervi a quest’uopo uno staccio di fil di ferro.
Ora, fate una besciamella con grammi 30 del detto burro, la farina e il latte indicati e, cotta che sia, versate nella stessa casseruola tutta la carne passata, tanto quella della lepre che della vitella di latte cruda, aggiungete le due uova, mescolate bene ed assaggiate il composto se è dosato giusto di condimenti, per aggiungere, se occorre, sale e il resto del burro.

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Adesso incassate il pasticcio colla pasta qui sotto descritta e per riempirlo regolatevi come nel n. 370. I tartufi tagliateli a tocchetti grossi come le nocciole e così crudi e con tutti i filetti descritti disponeteli a tre suoli alternati col composto ben pigiato onde vengano sparsi regolarmente, e facciano bella mostra quando il pasticcio si taglia. Per ultimo distendetegli sopra i grammi 30 di prosciutto a fette piuttosto sottili e copritelo.
Potete coprirlo con pasta sfoglia a metà, come quella della ricetta n. 155, oppure con la seguente:

Farina, grammi 250.
Burro, grammi 80.
Spirito di vino, cucchiaini n. 2.
Zucchero, cucchiaini n. 2.
Rossi d’uovo, n. 2.
L’agro di uno spicchio di limone.
Sale, grammi 5.
Acqua fredda, se occorre.

Con la norma di questo, salvo qualche variazione del caso, potete fare diversi altri pasticci di selvaggina, come sarebbe di cignale, daino e capriolo. Questo ritengo possa bastare per un pranzo anche di venti persone.

pasticcio lepre artusi 6

Come marinare la selvaggina da pelo prima della cottura

Frollatura e marinatura della selvaggina prima della cottura

Pasticcio di carne e frutta secca per un banchetto medievale

Chicken Pie.JPGm[File:Chicken Pie.JPG|Chicken_Pie]]Moravian Chicken Pie.jpg[[File:Moravian Chicken Pie.jpg|Moravian_Chicken_Pie]]
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Fave dei morti Petronilla

Fave dei morti alla maniera di Petronilla