diderot gastronomia

GASTRONOMIA – Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers

Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri vol. 2 -106 boulanger, panettiere

Denis Diderot (1713–1784) è stato un filosofo, enciclopedista, scrittore e critico d’arte francese. Fu uno dei massimi rappresentanti dell’Illuminismo

Fu promotore, direttore editoriale ed editore dell’Encyclopédie, avvalendosi inizialmente dell’importante collaborazione di d’Alembert, che però alle prime difficoltà con la censura (dopo la condanna de L’esprit di Helvétius, anch’egli collaboratore) si ritirerà. […]

GASTRONOMIA – Encyclopédie

Laboratorio e utensili di pasticceria (vol. 7 – 099-100)

Laboratorio del panettiere
Il forno a legna
Viene qui riportata una tavola, tratta dalla Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers (metà del XVIII sec.), che ci illustra le differenti operazioni che il fornaio deve compiere per fare il pane, mentre nella parte inferiore vengono poi riportati tutti gli utensili e le strutture che gli permettono di lavorare. Tra di essi scorgiamo l’immancabile forno del quale vengono designate le varie parti e riportate le viste frontale e di profilo.
Bouchonnier, macellaio vol. 3- 104

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Laboratorio del pastaio
Encyclopedie méthodique – Art du vermicelier. Paris, (1791) 4° br. cop. muta,pp. 400/410 con 2 tavole di cm. 21 x 27 incise in rame raffiguranti laboratori, operai, trafile e utensili vari. Interessantissima e rara documentazione di un pastificio del settecento. Renato Rovetta nel suo noto manuale Hoepli del 1908 sull’industria del pastificio dice “Certo si sa che fino al 1800, circa, la pasta veniva fabbricata esclusivamente a mano.” Qui vi è raffigurazione di lavorazioni industriali, torchi, ecc

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Lavorazione del formaggio
particolare
(illustrazioni tratte dall’Encyclopèdie di Diderot – D’Alembert)

Encyclopedie Planches volume 5. 390-391 – fromage d’Auvergne.

Pl. 1

Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers di Diderot e Le Rond d’Alembert

COUTURIER (sarta, sarto, modista) Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers

COIFFEUR (Parrucchiere, Barbiere, Parrucche) – Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers

I

I. ABEMUS IN CENA, menù dell’antica Roma

Oggetti in terra cotta esposti nella culina (cucina), Pompejanum, replica idealizzata di una villa romana, Aschaffenburg, Germania by Carole Raddato from FRANKFURT, Germany

I tre pasti principali degli antichi romani

LENTACULUM,
prima colazione
PRANDIUM,
pranzo
VESPERNA,
cena

ABEMUS IN CENA
(menù)

GUSTUM
OVA SFONGIA EX LACTE
GUSTUM DE PRAECOQUIS

PRIMAE MENSAE
STRUTHIONE ELIXO
OFELLAS APICIANAS
PORCELLUM AENOCOCTUM

SECUNDAE MENSAE
DULCIA DOMESTICA ET MELCAE
TYROPATINAM

 Invocazione iniziale

Con un urlo chiamai di Maia il figlio,
re di Cillene: ”Mercurio strozzacani,
polpetta! Come nome hai fra i Lidii,
compagno dei ladri, dammi una mano.
Mercurio mio, figlio di Maia,
re di Cillene, ti scongiuro! Ho addosso
un freddo maledetto, e batto i denti.
Regala ad Ipponatte un mantelluccio,
ed un corsetto, e un paio di stivali,
e due ciabatte, ed una sessantina
di pezzi d’oro. Rubale al vicino!”

Ipponatte, VI sec. a. C.(trad. Ettore Romagnoli, Zanichelli, 19

GUSTUM (Antipasti)
VII, 9.8 OVA SPONGIA EX LACTE
Ova quattuor, lactis heminam, olei unciam in se dissolvis, ita ut unum corpus facias. in patellam subtilem adicies olei modicum, facies ut bulliat, et adicies impensam quam parasti. una parte cum fuerit coctum, in disco vertes, melle perfundis, piper adspargis et inferes.
Frittata col latte
Sciogli quattro uova con sei tazze di latte e 300 gr. d’olio in modo che facciano un sol corpo. Metti poco olio in una padella sottile, fallo bollire e gettaci il composto che preparasti. Quando sarà cotto da una parte capovolgilo in un piatto, bagnalo di miele, cospargilo di pepe e servi in tavola.
.
V,4. GUSTUM DE PRAECOQUIS
Duracina primotina (pusilla praeco(quia) purgas, enucleas, in frigidam mittis, in patina componis. Teres piper, mentam siccam, suffundis liquamen, adicies mel, passum, vinum et acetum. Refundis in patinam super praecoqua, olei modicum mittis et lento igni ferveat. Cum ferbuerit, amulo obligas. piper aspargis et inferes.
Antipasto di albicocche
Dure primaticce ( piccole albicocche ) pulisci, snocciola, metti in acqua molto fredda, disponi in terrina. Pesta pepe, menta secca, copri di liquame, aggiungi miele, passito, vino e aceto. Versa nella terrina su albicocche, aggiungi olio moderato e (fai) che bolla a fuoco lento.Quando avrà bollito, lega con amido. Spargi di pepe e servi.
 .
.
PRIMAE MENSAE (piatti principali)

I,6. STRUTHIONE ELIXO
Metti a bollire nel tegame il pepe, la menta, il cumino abbrustolito, il seme di sedano, dei datteri o carote, del miele, dell’aceto, del passito, della Salsa (garum) con poco olio.
Struzzo lesso
Condensa con amido e così getta nel piatto dello struzzo tagliato a pezzi e cospargi sopra il pepe.
Se vorrai cuocerlo e condirlo gettaci sopra della spelta.
Altro modo per loi struzzo lesso: condisci con pepe, ligustico, timo,
santoreggia, miele, senape, aceto, Salsa (liquamen) e olio.

IV,2. OFELLAS APICIANAS
Ofellas exossas, in rotundum complicas, surclas, ad furnum admoves. postea praeduras, levas et, ‹ut› humorem exspuant, in craticula igni lento exsiccabis, ita ne urantur. teres piper, ligusticum, cyperis, cuminum, liquamen et passo temperabis, cum hoc iure ofellas in caccabum mittis. cum coctae fuerint, levas et siccas, sine iure, piper asperso, et inferes. si pingues fuerint, cum surclas tollis cutem. potest et de abdomine huiusmodi ofellas facere.
Braciole apiciane
Disossa le braciole, piegale in rotondo, infilale con gli stecchi e accostale al forno. Poi falle indurire e levale in modo che trasudino l’umidità, seccale sulla gratella a fuoco lento in modo che non brucino. Trita del pepe, del ligustico, del cipero e del cumino; stempera con la Salsa (garum) e del passito. Metti le braciole nel tegame con questa salsa. Quando saranno0 cotte, levale e asciugale senza salsa. Cosparse di pepe, portale in tavola. Se saranno grasse, quando le infilzerai, toglierai la cotenna. Si possono fare braciole anche dall’addome.

VIII, 7. 11. PORCELLUM OENOCOCTUM
porcellum praeduras, ornas. adicies in caccabum oleum, liquamen, vinum, aquam, obligas fasciculum porri, coriandri, media coctura colorabis defrito. adicies in mortarium piper, ligusticum, careum, origanum, apii semen, laseris radicem, fricabis, suffundes liquamen, ius de suo sibi, vino et passo temperabis, exinanies in caccabum, facies ut ferveat. cum ferbuerit, amulo obligas. porcellum compositum in patina perfundes, piper asparges et inferes.
Maiale in salsa di vino: Prepara e lascia insaporire il maiale. Aggiungi in una pentola olio, garum, vino, acqua, aggiungi un manciata di porri, di coriandolo; colora a metà cottura con vino. Metti in un mortaio pepe, ligustro, cumino, origano, seme di sedano, radice di silfio. Trita e versa il garum¹, il grasso colato dal maiale stesso, aggiungi il vino e il passito; amalgama con farina, metti il porcello ben preparato in una padella, cospargi il pepe.

  • ¹Garum, salsa mille usi, piccante, dal forte profumo, che i Romani aggiungevano a tutto: alle minestre, verdure, secondi piatti, dolci.
Garum o Liquamen

Garum o Liquamen

Garum o Liquamen

Garum o Liquamen

 

 

 

 

 

SECUNDAE MENSAE (dolci e dessert

VII,11. DULCIA DOMESTICA
Palmulas vel dactilos excepto semine, nuce vel nucleis vel piper tritum infercies. sales foris contingis, frigis in melle cocto, et inferes.
Dolci casalinghi 
Prendi palpule o datteri. Togli il nocciolo e riempili con un trito di noci o di pinoli o di pepe. Salali all’esterno, friggili nel miele cotto e porta in tavola.

apicio Dulcia domestica (Dolci fatti in casa con datteri ripieni)

Datteri ripieni

VII, 9.7. TYROPATINAM
Accipies lac, adversus quod patinam aestimabis, temperabis lac cum melle quasi ad lactantia, ova quinque ad sextarium mittis, si ad heminam, ova tria. in lacte dissolvis ita ut unum corpus facias, in cumana colas et igni lento coques. cum duxerit ad se, piper adspargis et inferes.
Piatto di formaggio
Prendi latte in proporzione al tegame, emulsiona il latte con miele come per fare lactantia¹, metti 5 uova per un sestari² o 3 per 1 emina². Sciogli nel latte in modo da fare un corpo unico, cola in (pentola) Cumana³ e cuoci a fuoco lento. Quando è rappresa spargi di pepe e servi.

  • ¹LACTANTIA: potrebbe essere quel dolce di solo latte che doveva al suo tempo essere ben noto, ma di cui adesso non abbiamo la ricetta e quindi non abbiamo nessuna indicazione sulla quantità di miele.
  • ²SESTARIE e EMINA: sono misure di volume corrispondenti a 542 ml. e 271 mlè curioso che sebbene il sestario sia il doppio dell’emina, il numero di uova non sia il doppio.
  • ³CUMANA: sembra che la Cumana fosse una terrina, bassa e dotata di coperchio, rivestita all’interno di un’argilla finissima che durante la cottura della ceramica, formava uno smalto antiaderente rosso cupo. Si pensa che dopo la famosa eruzione del Vesuvio non siano più state fabbricate vere Cumane, può darsi che la preoccupazione di dare dosi diverse per le diverse capacità dipenda dalla scarsa disponibilità di Cumane in epoca tarda.

Nel ricettario di Apicio non sono indicate le dosi e così non si riesce tanto a capire la proporzione. Ricostruire esattamente le pietanze è impossibile, quindi le dosi qui riportate sono indicative.

BEVANDE

AQUA (Acqua: che veniva bollita e bevuta calda o raffreddata con la neve)
AQUA MULSA  (Acqua con miele)
IDROMELE (Acqua piovana e miele)
CERVISIA (Birra)
POSCA (Bevanda a base di acqua e vino scadente o aceto)
VINUM MERUM (vino puro, senza aggiunta di acqua)
LATTE (di capra, di vacca, di asina, di cavalla. Bevuto fresco o aromatizzato)

II,1.. APSINTHIUM ROMANUM (Vino d’assenzio romano)
fallo così: se non hai assenzio di Camerino usa pure quello del Ponto ben pulito, prendine 30 gr. e 3 gr. di terebinto o malabatro e 3 gr. di datteri tebani, 5 gr. di costo (costus arabicus), 4 gr. di zafferano e un litro circa di vino invecchiato. Non occorre scalcare perchè è abbastanza amaro.

III,1. ROSATO ET VIOLATUM (Vino rosato e violato)
Si usa la Rosa Gallica e la Viola Odorata.
Per questo rosato fai così: cuci in un sacchettino di lino dei petali di rose ben asciutte dalla rugiada e senza l’unghia bianca. Copri tutto di vino per sette giorni. Togli le rose dal vino e sostituiscile con altre rose fresche sempre nel sacchettino. Falle riposare per altri sette giorni. Togli le rose. Ripeti l’operazione una terza volta e togli le rose. Cola il vino e quando lo vorrai bere aggiungici del miele rosato.
Puoi fare la stessa cosa con le violette.

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V,1. VINUM EX ATRO CANDIDUM FACIES (Come rendere chiaro il vino nero)
Versa in un orciuolo di vino nero delle fave ridotte in farina o l’albume di tre uova. Agita a lungo.
Il giorno dopo il vino sarà scolorito. Lo stesso effetto produrranno le ceneri della vitalba.

La cena si concludeva con grandi vassoi di frutta, soprattutto secca. Ma prima non poteva mancare un’ampia scelta di formaggi, a cominciare dal tipico formaggio della rustica Sassina, di forma conica, tanto amato da Marziale e ricordato anche da Plinio

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Ricette

 

 

 

 

INDEX

Apicio: Ricetta del MULSUM con volgarizzamento e note del 1852.

Apicio: Ricetta del CONDITUM PARADOXUM con volgarizzamento del 1852.

Terra sigillata ware displayed in the culina (kitchen), Pompejanum, idealized replica of a Roman villa, Aschaffenburg, Germany (14185449419).jpg
[[File:Terra sigillata ware displayed in the culina (kitchen), Pompejanum, idealized replica of a Roman villa, Aschaffenburg, Germany (14185449419).jpg|Terra_sigillata_ware_displayed_in_the_culina_(kitchen),_Pompejanum,_idealized_replica_of_a_Roman_villa,_Aschaffenburg,_Germany_(14185449419)]]
Palio delle Contrade, Fucecchio (Fi)

Menù medievale – Maestro Martino “Il Libro de Arte Coquinaria”

Fucecchio, Firenze – Palio delle contrade: Ogni anno, in maggio, a Fucecchio, si corre il Palio delle Contrade. Questa importantissima quanto antica manifestazione è nata come rievocazione di una Contesa tenutasi a Fucecchio intorno all’anno 1200.

Medioevo, epoca che si estende, per convenzione, dal 476 al 1492

Lista delle vivande

Ravioli in tempo di carne
Roviglioni (triglie, pesce di pregio variabile)
Uselie (Aguglie, pesce marino dalla carne pregiata)
Tordo marino (pesce marino)
Agoni d’acqua dolce
Sardelle
Li polpi
Granci (granchi, crostacei di diverse dimensioni dalle carni gustose)
Capretto arrosto in sapore
Per fare pavoni vestiti con tutte le sue penne che cocto parà vivo et butte foco pel becco
Per fare pollastri allessi con agresto
Per fare pollastro arrosto
Torta bolognese

maestro martino

Ravioli in tempo di carne
Per farne dece menestre: togli meza libra di caso vecchio, et un
pocho d’altro caso grasso et una libra di ventrescha di porcho¹ grassa
overo una tettha² di vitella, et cocila allesso tanto che sia ben
disfatta. Dapoi battila bene et togli di bone herbe ben battute, et pepe,
garofoli, et zenzevero; et giongendovi il petto d’un cappone
pesto³ serebe bono migliori. Et tutte queste cose distemperale⁴ inseme.
Dapoi fagli la pasta ben sottile, et liga⁵ questa materia ne la pasta
como vole essere. Et questi ravioli non siano maiori⁶ d’una meza
castagna, et ponili accocere in brodo di cappone, o di carne bona, facto
giallo di zafrano quando bolle. Et lassali bollire per spatio de
doi paternostri⁷. Dapoi fanne menestre, et mettili di sopra caso gratto⁸
et spetie dolci mescolate inseme. Et simili raffioli⁹ si posson fare
di petto di fasani et starne et altre volatile.

  • ¹Ventresca di porcho: pancetta di maiale,
  • ²tettha: tetta,
  • ³pesto: tritato,
  • ⁴distemperale: amalgamale,
  • ⁵liga: colloca,
  • ⁶maiori: più grandi,
  • ⁷spatio de doi paternostri: il tempo di dire due paternostri,
  • ⁸gratto: grattugiato,
  • ⁹raffioli: ravioli

Roviglioni.
Frigili simelemente, et dalli quello sapore¹ scripto nel capitolo precedente.

Uselie
II suo naturale è de frigerlo, ma anche allesso è bono et arrosto.

Tordo marino
Fallo allessare si è grosso, et si è piccholo faralo friggere, et per suo sapore gli darali la mostarda.

Agoni d’acqua dolce
Seranno boni allessi col petrosillo, de botiro et de le spetie;
simelmente sonno boni fritti col suco d’aranci di sopra o agresto.

Sardelle
Il suo naturale è de frigerle et ancora le poi arrostire se ti piace,
et mettili suso² del suco de aranci o agresto mescolato con un pocho d’olio.

Li polpi
è pesce vile³ et de non farne stima⁴; cocilo adunque como ti pare

Granci
Falli in quello modo che è ditto de li gamari nel suo capitolo, etcon essi darai per suo sapore l’aceto.

  • ¹Sapore: salsa, condimento,
  • ²Suso: sopra,
  • ³Vile: di poco valore,
  • ⁴Non farne stima: non dargli importanza
Capretto arrosto in sapore
Piglia un quarto di capretto et concialo¹ molto bene como vole
essere arrosto, et inlardalo et ponevi per dentro assai aglio in spichi
mondate a modo se volesci impilottare o inlardare². Dapoi togli de
bono agresto, doi rosci d’ova, doi spichi daglio³ ben piste, un pocho
di zafrano, un pocho di pepe, et un pocho di brodo grasso, et mescola
tutte queste cose inseme et ponile in un baso⁴ sotto il capretto
quando s’arroste⁵, et bagnalo qualche volta con questo tal sapore.
Et quando è cotto poni il quarto del capretto in un piatto et ponivi
di sopra il ditto sapore et un pocho di petrosillo battuto menuto.
Et questo quarto di capretto vole essere ben cotto e magnato⁶ caldo.
  • ¹concialo: preparalo, condiscilo,
  • ²inlardare, impilottare: intodurre pezzetti di lardo e aglio nelle fessure praticate nella carne,
  • ³daglio: d’aglio,
  • ⁴baso: vaso,
  • ⁵sarroste: si arrostisce
  • ⁶magnato: mangiato,

Per fare pavoni vestiti con tutte le sue penne che cocto parà vivo et butte¹ foco pel becco
Per fare pavoni vestiti che pareno vivi: in prima se vole amazare
il pavone con una penna², ficcandoglila sopra al capo, o veramente
cavargli il sangue sotto la gola como ad un capretto. Et dapoi fendilo³
sotto lo corpo, cioè da lo collo per insino⁴ a la coda, tagliando solamente
la pelle et scorticalo gentilmente che non guasti né penne né
pelle. Et quando tu haverai scorticato il corpo inversa⁵ la pelle del
collo per insino a presso al capo. Poi taglia il ditto capo che resti
attaccato a la pelle del collo; et similemente fa’ che la gambe restino
attaccate a la pelle de le cosse⁶. Dapoi acconcialo molto bene arrosto,
et empielo⁷ de bone cose con bone spetie et togli garofoli
integri et piantagli⁸ per lo petto, et ponilo nel speto et fallo cocere
ad ascio; et d’intorno al collo pònevi⁹ una pezza bagnata aciò che
‘l focho non lo secchi troppo; et continuamente bagnia la dicta
pezza. Et quando è cotto cavalo fore e rivestilo con la sua pelle. Et
habi uno ingegno¹⁰ di ferro fitto¹¹ in un taglieri et che passi per i
piedi et per le gambe del pavone aciò¹² che ‘l ferro non se veda; et
quel pavone stia in piedi dritto col capo che para¹³ vivo; et acconcia¹⁴
molto bene la coda che faccie¹⁵ la rota. Se voli che gitti¹⁶ focho per il
beccho, togli una quarta oncia de canfara¹⁷ con un pocha de bombace¹⁸
sì intorno, et mittila nel beccho del pavone, et mettivi etiamdio un
pocha de acqua vite¹⁹ o de bon vino grande²⁰. Et quando il vorrai mandare
ad tavola appiccia²¹ il focho nel dicto bombace, et gietterà focho
per bon spatio di tempo. Et per più magnificenza²², quando il pavone
è cotto, si pò indorare con fogli d’oro battuto et sopra lo ditto oro
porre la sua pelle, la quale vole essere inbrattata²³ dal canto dentro²⁴
con bone spetie. Et simelmente si po fare de fasciani, gruve, oche et
altri ocelli²⁵, o capponi o pollastri.

  • ¹Butte: butti,
  • ² penna: coltello sottile come un bisturi,
  • ³fendilo: aprilo,
  • ⁴per insino: fino,
  • ⁵inversa: rovescia,
  • ⁶cosse: cosce,
  • ⁷empielo: riempilo,
  • ⁸piantagli: piantaglieli,
  • ⁹pònevi: vi poni,
  • ¹⁰ingegno: congegno, attrezzo,
  • ¹¹fitto: conficcato,
  • ¹²aciò: affinchè,
  • ¹³para: sembri,
  • ¹⁴acconcia: aggiusta, disponi,
  • ¹⁵che faccie: in modo che faccia,
  • ¹⁶gitti: getti,
  • ¹⁷canfara: càanfora,
  • ¹⁸bombace, bambace: bambagia, ovatta,
  • ¹⁹acquavite: distillato di vino,
  • ²⁰grande: invecchiato,
  • ²¹appiccia: appicca, accendi,
  • ²²magnificenza: efetto,
  • ²³inbrattata: spolverizzata,
  • ²⁴canto dentro: lato interno,
  • ²⁵et altri ocelli: fagiani, gru, oche e altri uccelli.

Per fare pollastri allessi con agresto
Per fare pollastri allessi con agresto, vogliono essere cotti con
un pocha di carne salata. Et quando sondo¹ mezo cotti, togli agresto
sano², et taglialo per mezo et cacciane fore le grane³ del dicto agresto,
et ponilo a cocere coli dicti pollastri. Et quando sonno cotti
togli un pocho de petrosello et menta tagliata menuta menuta et
un pocho di pepe et di zafrano polverizati; et tutte queste cose poni
inseme coli pollastri et col brodo in un piattello et mandali ad
tavola.

  • ¹Sondo: sono,
  • ²agresto sano: con acini interi di uva acerba,
  • ³grane: vinaccioli

Per fare pollastro arrosto
Per fare pollastro arrosto si vuole cocere arrosto; et quando è
cotto togli sucho di pomaranci¹, overo di bono agresto con acqua
rosata, zuccharo et cannella, et mitti il pollastro in un piattello;
et dapoi gettavi questa tal mescolanza di sopra et mandalo ad
tavola.

  • ¹pomaranci: arance

Torta bolognese
Pigliarai altretanto cascio¹ como è ditto nel capitolo di sopra de
la torta biancha, et grattalo. Et nota che quanto è più grasso il
cascio tanto è meglio; poi habi de le vietole², petrosillo³ et maiorana⁴,
et nettate et lavate che l’avrai, battile molto bene con un coltello,
et mittirale inseme con questo cascio, menandole et mescolandole
con le mani tanto che siano bene incorporate, agiongendovi quattro
ova, et del pepe quanto basti, et un pocho di zafrano, item di bono
strutto overo butiro⁵ frescho, mescolando et incorporando tutte queste
cose molto bene inseme como ho ditto. Et questo pieno⁶ mettirai
in una padella con una crosta⁷ di sotto et una di sopra, daendoli⁸ il
focho temperatamente; et quando ti pare che sia meza cotta, perché
para più bella, con un roscio d’ovo battuto con un pocho di zafrano
la farai gialla. Et acconoscere⁹ quando ella è cotta ponerai¹⁰ mente
quando la crosta di sopra si levarà et alzarà in suso¹¹, che allora starà
bene et poterala levare dal focho.

  • ¹Cascio: formaggio,
  • ²vietole: bietole,
  • ³petrosillo: prezzemolo,
  • ⁴maiorana: maggiorana,
  • ⁵butiro: burro,
  • ⁶pieno: ripieno, farcia,
  • ⁷crosta: strato di sfoglia,
  • ⁸daendoli: dandogli,
  • ⁹acconoscere: capire,
  • ¹⁰ponerai mente, starai attento,
  • ¹¹suso: su..
Medio-evo, Rinascimento, Barocco: ricette con foto
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2. Tagliatelle stridoli formaggi

2. Tagliatelle con stridoli (Silene vulgaris) e formaggi

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Ingredienti per 4-6 persone
400 gr. di tagliatelle

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per il sugo:

  • 500 gr. di stridoli, (detti anche: strigoli, carletti, bubbolini, tagliatelle della Madonna, silene rigonfia, selene, streidoul, strigli, strigul, strìdual, stridul, strìvul,strìgval, sclopìt o sclupìt),
  • 100 gr. di ricotta di pecora,
  • 100 gr. di formaggio piccante di malga o formaggio di fossa,
  • 100 gr. di gorgonzola,
  • 100 gr. di parmigiano grattugiato,
  • 400 gr. di lardo, possibilmente di Colonnata,
  • 1 noce di burro,
  • sale e pepe,
  • mezzo bicchiere di vino bianco secco.

stridoli strigoli

 Preparazione

In una padella grande rosolare il lardo tagliato a cubetti Aggiungere gli stridoli, salare, pepare e cuocere per almeno 10 minuti o fino a che non saranno appassiti (rilasceranno molta acqua quindi caleranno molto di volume), mescolando. Irrorare con il vino e lasciare evaporare.

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Sciogliere i formaggi nel sugo, mescolando bene. Regolare il sale ed il pepe
Mentre il sugo cuoce, lessare le tagliatelle, scolarle e condirle con il burro. Versare le tagliatelle nella padella con il sugo.

taglliatelle_con_stridoli_4_800px-Tagliatella_ecosostenibile_2007Tagliatelle alla boscaiola (2)

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.Mescolare bene per amalgamare il tutto. Lasciare riposare per qualche minuto e servire. Spolverare con il parmigiano.

Vino

Trebbiano di Romagna, Verduzzo (Veneto), Orvieto Classico (Umbria)

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RINFRESCO IN CASA, INTIMO

Calcolato per 20 persone, dovrà comprendere:

  • Salatini e sfogliatine (un chilo);
  • 40 tartine gelatinate al salmone e caviale;
  • 60 piccoli vol-au-vent caldi con rigaglie;
  • pastine mignon (un chilo);
  • torta di nozze.

Per le bevande preparerete champagne, Martini dry e rossi. Bitter e amari: bevande analcoliche; champagne per la torta di nozze (si calcoli una bottiglia per ogni tre persone).

RINFRESCO IN CASA, ELEGANTE

Calcolato per 40 persone:

  • Piccoli “pies” di pasta frolla, caldi, con rigaglie di pollo e funghi (almeno due a testa):
  • vol-au-vent con piselli e salsa besciamella (almeno due a testa);
  • con questi entremets caldi, servirete gli aperitivi.

Poi proseguite servendo agli ospiti

  • un consommé caldo o freddo a seconda della stagione.
  • Poi, coppa di scampi all’americana, cui seguirà
  • un piatto misto di galantina di pollo, paté de foie-gras, arrosto di vitello e roast-beef. Insalate varie.
  • Infine una macedonia-gelato al maraschino
  • e la torta di nozze.

Bevande:

  • qualche aperitivo a scelta, più per gli astemi succo di pomodoro, più analcolico con i pies e i vol-au-vent: vino del Reno o Mosella.
  • Con la gelatina e l’arrosto: Barolo vecchio a temperatura ambiente.
  • Dalla macedonia in poi, champagne.
  • In ultimo servite dei caffè ristretti e liquori a piacere.

Per un rinfresco di questo genere in casa ci si può rivolgere a ditte specializzate che potranno fornirvi tutto, compreso il personale e, volendo, bicchieri e stoviglie.

RICEVIMENTO INTIMO IN UNA PASTICCERIA

In questo caso gli ospiti siedono ai tavolini, e vengono serviti dai camerieri. Anche se non si tratta di un pranzo, ma di un semplice rinfresco, fate in modo che cibarie e vini siano ben assortiti tra loro. Se volete dello champagne, che sia di marca di buona annata: diversamente, optate per l’onesto prosecco o lo spumante italiano, purché ben freddo e servito nei dovuti modi. Con il direttore della pasticceria vi potrete accordare per una cifra, a forfait. Se il ricevimento si svolge in un locale pubblico, anche se la saletta sarà ovviamente riservata, evitate di fare baccano soprattutto di portare con voi bambini, ammessi solo nelle feste in casa.

Tanto in casa quanto in un luogo pubblico, tenete sempre di scorta un’ultima portata, se quanto viene servito risulti insufficiente: prendete accordi precisi in questo senso, onde evitare che gli invitati rimangono delusi e inappagati. Lo stesso dicasi per le bottiglie. In genere per le bottiglie, di qualsiasi tipo siano, non si mette limite, ma si calcola poi, in base ai vuoti, il consumo.

 RICEVIMENTO ELEGANTE IN UN ALBERGO O RISTORANTE

Per questa seconda soluzione, tenete presente alcuni punti base:

  • Va scelto un ambiente grande e allo stesso tempo accogliente. Che sia ben arredato, con bar sul fondo, e vari tavolini per appoggiare piatti bicchieri e servizi efficienti.
  • Calcolate sempre con abbondanza, tenendo conto che in genere, in un ricevimento di questo tipo (cioè non intimo) è facile che il numero degli ospiti all’ultimo momento aumenti di un buon terzo.
  • Indicate con chiarezza l’indirizzo del locale
  • Cercate un luogo comodo anche per il parcheggio delle macchine, se non volete costringere gli ospiti, in abito da cerimonia, a ricerche affannose nelle vie adiacenti.
QUANDO CI SI ACCOMIATA DA UN RINFRESCO DI NOZZE?

Ci si accomiata 20 minuti circa dopo il caffè. Gli sposi in genere spariscono alla chetichella dopo la consumazione della torta nuziale. È corretto non sottolineare in alcun modo la loro sparizione. Ai matrimoni evitate di parlare di disgrazie, incidenti, ecc.; siete stati invitati a una festa gioiosa, non guastatela. Ricordiamo poi che al matrimonio non si va, se si è in lutto, e soprattutto non ci si va vestiti a lutto.
In ricevimenti del genere le signore lasciano il mantello in guardaroba, ma non si tolgono mai il cappello e se si sfilano i guanti li portano con sé nel salone.

Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 

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Cocktail MARTINI DRY

Colomba pasquale casalinga

Colomba pasquale casalinga

Con colomba pasquale si indicano diversi dolci pasquali tipici dell’Italia. Vi sono due principali dolci cui fa riferimento la dizione “colomba pasquale”:

Colomba pasquale casalinga

Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 300 gr. di farina,
  • 100 gr. di burro,
  • 100 gr. di zucchero,
  • 20 gr. di lievito di birra,
  • 2 uova intere,
  • 2 tuorli,
  • 80 gr. di scorza di arancia candita,
  • 80 gr. di uvetta,
  • la raschiatura di un’arancia,
  • una puntina di sale,
  • qualche cucchiaio di latte.
Preparazione

Fate un panetto con 60 gr. di farina e il lievito sciolto con il latte tiepido, e lasciatelo lievitare per circa un’ora. Unite al panetto già lievitato ancora 1 ettogrammo circa di farina e, aggiungendo un po’ di acqua tiepida, formate un secondo impasto, che lascerete lievitare ancora per un’ora. Unirete allora a questo impasto lievitato il resto della farina, i tuorli, le uova intere, il burro morbido a pezzetti e lo zucchero, lavorando molto bene la pasta e sbattendola alla fine con forza sulla spianatoia. Aggiungete anche la scorza di arancia candita tagliata a dadetti, la raschiatura dell’arancia l’uvetta ammollata in acqua calda, scolata e asciugata.

Lavorate ancora la pasta, in modo che gli ultimi ingredienti si amalgamino bene. Riunite la pasta in una palla che metterete in una terrina coperta, lasciandola lievitare almeno per sei o sette ore. È quindi meglio preparare la pasta della colomba la sera, per cuocerla la mattina dopo.

colomba pasquale

Terminata la lievitatura, lavorate ancora un po’ la pasta sulla spianatoia per sgonfiarla e datele, aiutandovi con le mani e con un coltello, la tradizionale forma della colomba stilizzata. Se non vi sentite molto sicure, disegnate la forma della colomba su un foglio di carta, ritagliatela e servitevene come modello. Lasciate lievitare ancora la colomba, nella sua forma definitiva, per qualche ora e infine passatela in forno a calore moderato per tre quarti d’ora circa.

1 Colomba pasquale casalinga

Per guarnire la colomba potrete spennellarla con latte quando comincia a colorirsi e cospargetela di graniglia di zucchero e di mandorle. Oppure rivestitela, a cottura terminata, con una glassa bianca¹ o al cioccolato² e completate la guarnizione con confettini d’argento o ovetti di cioccolato. Se avete usato la glassa di cioccolato, potrete con la siringa da dolci ripiena di glassa bianca, tracciare sul cioccolato filettature e disegni, quindi arricchite la decorazione con confettini d’argento

  Enciclopedia della donna 1965
  • ¹Per la glassa allo zucchero: 100 gr. di zucchero, 2 cucchiai d’acqua, zucchero a velo.
  • ²Per la glassa al cioccolato: 100 gr. di cioccolato fondente, 50 gr. di zucchero, due cucchiai d’acqua.
2 Colomba pasquale casalinga
Colomba cruda
Colomba di Potito (4484667412).jpg [[File:Colomba di Potito (4484667412).jpg|Colomba_di_Potito_(4484667412)]]
1 processione pasquale(1898),_by_Raffaello_Sorbi

Menù per PRANZO DI PASQUA delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Una processione pasquale (1898), Raffaello Sorbi

“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”. Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985

Al mattino di Pasqua a colazione si mangiavano per devozione uova dure (sode) salate e condite con olio, pepe, sale e prezzemolo tritato. le uova, già cotte dure in acqua bollente venivano “pitturate nei gusci in segno di festa, in forme, maniere e colori diversi, la sera della vigilia pasquale e riposte in bella mostra sulla tavola entro piccoli canestri, addobbati con seta azzurra, per la colazione del mattino”.

File:Easter eggs - onion decoration.jpg

Un modo tradizionale di colorare le uova di Pasqua  è farle bollire insieme alle bucce di cipolla. I motivi sono ottenuti attaccandovi foglie di varie piante prima della bollitura e rimuovendole successivamente. In questa foto ci sono solo i gusci delle uova, ma solitamente le uova intere vengono bollite e decorate in questo modo.

PRANZO DI PASQUA

Menù

Minestra
Cappelletti romagnoli in brodo o Passatelli romagnoli in brodo
o Tardura romagnola o Minestra reale
Pietanze
Agnello e capretto arrosto
Cotolette d’agnello fritte, Cotolette d’agnello in umido
Patate fritte, Polpette di patata ripiene
Fagioli lessati
Insalate di sedani, Insalate al pangrattato
Formaggi
di Milano e di Roma
Frutta
fresca e secca
Dolci
Zuppa inglese, Gâteau Moka

Menù per pranzo e cena San Biagio Cappelletti di Romagna Artusi

Minestra Passatelli Artusi

stracciatella zuppa minestra

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Minestra di brodo reale marchigiana Zuppa imperiale emiliana 1Agnello Almanacco della cucina 1935costolette agnello romagnola

 

 

 

 

cotolette in umido

zuppa inglese

caffè torta Moka_cake_3

 

 

 

 

Cialdoni farciti per Menù della CENA DI PASQUA delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Mangiari per MERENDA DEL LUNEDI’ DI PASQUA delle famiglie nobiliari di inizio ‘900 in Romagna

Easter eggs – onion decoration.jpg
fette di pane fritte

Frittelle di pane e Tortelli fritti della Vigilia di Pasqua

Frittelle di pane
 “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.
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Mangiari della VIGILIA delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Frittelle di pane, tagliatelle soffritte, spaghetti soffritti, treccine di budelli d’agnello cotte in graticola, frittate di bottoni d’agnello, di verdure e di formaggio, anguille sulla graticola o in umido, aringhe, baccalà, sarda ed altri pesci lessati.

Frittelle di pane
Tagliate del pane vecchio a fette, passar queste più volte entro un battuto d’uovo, formaggio grattugiato, sale e pepe e friggerle in grasso ed olio bollente.

Tortelli di Vigilia
Fate un impasto con farina, uova e un pizzico di sale. Tirare la sfoglia grossa come uno Scudo¹ e tagliarla in tanti quadrati di centimetri dieci di lato. Riempite al centro i quadrati con formaggio fresco di vacca o di ricotta e conserva di pomidoro e piegarli a tortello chiudendoli ben bene negli orli e friggerli in grasso molto caldo.

File:2020-11-19 15 52 53 A broken Wawa five cheese blend toasted ravioli in the Franklin Farm section of Oak Hill, Fairfax County, Virginia.jpg

Tortellli fritti di vigilia

Frittelle di Tondone dell’Artusi

Gastronomia della Vigilia di Natale: Capitone e Anguilla allo spiedo

2020-11-19 15 52 53 A broken Wawa five cheese blend toasted ravioli in the Franklin Farm section of Oak Hill, Fairfax County, Virginia.jpg
[[File:2020-11-19 15 52 53 A broken Wawa five cheese blend toasted ravioli in the Franklin Farm section of Oak Hill, Fairfax County, Virginia.jpg|2020-11-19_15_52_53_A_broken_Wawa_five_cheese_blend_toasted_ravioli_in_the_Franklin_Farm_section_of_Oak_Hill,_Fairfax_County,_Virginia]]
Bread Pakoda 1.jpg [[File:Bread Pakoda 1.jpg|Bread_Pakoda_1]]
crescia-pasqua-formaggio (2)

Crescia o Pizza di Pasqua, torta salata marchigiana al formaggio

La pizza di Pasqua (in alcune zone chiamata anche crescia di Pasqua o torta di Pasqua o torta al formaggio, pizza de cacio o crescia brusca o ciaccia col formaggio) è un pane salato lievitato tipico di molte zone del centro Italia a base di farina, uova, pecorino, parmigiano, tradizionalmente servito a colazione la mattina di Pasqua, oppure come antipasto durante il pranzo pasquale, accompagnato da uova sode benedette, ciauscolo e vino rosso o, ancora, servito nel picnic della Pasquetta.

Dalla tipica forma a panettone, la pizza di Pasqua al formaggio è un prodotto tipicamente marchigiano, ma anche umbro Ne esiste anche una variante dolce.

La particolarità di questo prodotto è la forma, data dallo stampo particolare in cui si fa lievitare e poi cuocere in forno: originariamente in coccio, oggi in alluminio, esso presenta una forma svasata.

L’ impasto della crescia pasquale  è insaporito da formaggio pecorino, che le dona un colore dorato ed un sapore forte e gustoso. I grossi pezzi di formaggio pecorino durante la cottura si gonfiano e lasciano degli alveoli (occhi) all’interno della crescia; il formaggio che cola all’esterno diventa croccante, e rende particolarmente saporito l’impasto.

crescia di pasqua

 Ingredienti
  • 500 gr di farina 0,
  • 200 gr. di parmigiano grattugiato,
  • 200 gr. di pecorino,
  • 150 gr. di olio d’oliva evo o strutto,
  • 4 uova,
  • lievito di birra,
  • mezzo bicchiere di latte tiepido,
  • 2 cucchiaini di zucchero,
  • sale e pepe
 Preparazione

Sciogliere il lievito nel latte tiepido e lo zucchero. Tagliare il formaggio a cubetti: più i cubetti saranno grandi, più verranno grandi gli “occhi” di lievitazione in cottura.
In una ciotola mescolare la farina con i formaggi, le uova, l’olio, il sale, il pepe e il lievito sciolto. Mettere sul tagliere infarinato e impastare bene, almeno per una decina di minuti, fino ad ottenere un composto morbido ma che non deve attaccarsi alle mani. Formare una palla e porre in uno stampo con i bordi alti e abbastanza stretto (il mio è 20 cm ø.), unto ed infarinato o rivestito con carta da forno.

pizza Crescia_di_pasqua

Coprirlo con un telo e porre in luogo caldo per almeno 3 ore. Una volta lievitato porre in forno già caldo a 180 gradi per 1 ora. Sfornare. Lasciare raffreddare su una griglia.

Vino

Sangiovese dei Colli Pesaresi (Marche), Merlot (Friuli, Trentino), Frascati secco (Lazio), Etna bianco (Sicilia)

crescia di pasqua

Pizza dolce di Pasqua marchigiana

Vol-au-vent maxi, vecchio stile anni ’80

Menù per Pranzo di Pasqua EdD

Menù tradizionale natalizio delle Marche

[[File:Crescia di pasqua.jpg|Crescia_di_pasqua]] [[File:Easter cheese cake.JPG|Easter_cheese_cake]]
Torta cardigan per il papà ricetta di Angelica - Cookaround

Torta cardigan per il papà

 Ricetta di Angelica – Cookaround
Ingredienti
  • ricetta di Angelica - Cookaround (2)Per il cardigan: Forno ventilato a 160° x 25 minuti griglia centrale.
  • Pan di Spagna: 6 uova,150 gr di farina, 150 gr di zucchero, 1 pizzico di sale e aroma.
  • Per la crema al mascarpone: 3 uova, 250 gr di mascarpone, 6-7 cucchiai di zucchero
  • Per la bagna: Latte e Nesquik zuccherato.
  • Copertura: 750 gr di panna Hoplà
  • Colletto e cravatta In Marshmallow Fondent.
Preparazione della torta
  • Montare gli albumi e mettere da parte.
  • Montare i rossi con lo zucchero.
  • Aggiungere il mascarpone.
  • Amalgamare e aggiungere gli albumi.
La lavorazione a maglia:
  • sono cerchi concatenati (senza mai staccare) fatti con la panna.

ricetta di Angelica - Cookaround

La festa del papà (o festa del babbo) è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo. In molti Paesi la ricorrenza è fissata per la terza domenica di giugno come negli Stati Uniti, ma volendo si può festeggiare anche l’ultima domenica di luglio. In molti Paesi di tradizione religiosa cattolica la festa è invece celebrata il 19 marzo, giorno associato dalla Chiesa a san Giuseppe padre putativo di Gesù Cristo.
La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale. La festa è celebrata in varie date in tutto il mondo, spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre.
La prima volta documentata in cui fu festeggiata sembrerebbe essere il 5 luglio 1908 a Fairmont (Virginia Occidentale) |Fairmont] in Virginia Occidentale, presso la chiesa metodista locale. Fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l’ufficializzazione della festa; senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, Lei organizzò la festa per la prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane (Washington). La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana. […]

Torta camicia e cravatta del papà

Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain

Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain. Ma cosa sono gli epigrammi?

La parola “Epigrammi” usata al plurale indica una classica preparazione della cucina francese diffusasi in tutto il mondo. Termine già noto nel ‘600 (di epigrammi parla la Varenne), del quale non si hanno notizie certe di come sia arrivato alla gastronomia dalla letteratura (l’epigramma è un brevissimo componimento poetico di solito satirico). Oggi, queste preparazioni consistono nel matrimonio di cotolette d’agnello e fettine di petto d’agnello lessato o brasato, passate nell’uovo per essere impanate e fritte. [continua]

Epigrammi di agnello Saint-Germain alla moda di Escoffier

«Ingredienti per 6 persone. Scegliere sempre dell’agnello grasso e bianco, tagliare il petto del carré e farlo brasare o cuocere nel brodo.

Quando i petti sono cotti, scolarli, deporli in un vassoio e disossarli; salare leggermente e mettere sotto un peso; lasciar raffreddare, tagliare a forma di bocconcini; mascherare appena di Salsa bechamel; passare nell’uovo sbattuto, poi nella mollica di pane appena preparata e far dorare sui due lati nel burro chiarificato. A parte, tagliare in costolette i carré di 2 petti, condirli e farli saltare nel burro.

Sciogliere il fondo della casseruola con qualche cucchiaio di buon fondo di vitello arricchito da 2 cucchiai di glassa di carne e da qualche ricciolo di burro fresco, con l’aggiunta di poche gocce di succo di limone. Servire questa salsa a parte in una salsiera. disporre i bocconcini in un piatto tondo intercalando i pezzi di petto e le costolette.

Contorni idonei: punte di asparagi, piselli, fave d’orto, cetrioli cremolati, macedonia di legumi e purè vari»

A. Escoffier- Il grande libro della cucina francese

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   Epigrammi di agnello Saint-Germain

agnello epigrammi escoffier

 Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 1,500 kg. di agnello con osso (spalla, petto),
  • 1 costola di sedano,
  • 1 carota,
  • 1 cipolla,
  • 50 gr. di farina,
  • 2 tuorli d’uovo sbattuti,
  • pane grattugiato per impanare,
  • 100 gr. di burro,
  • 2 foglie di salvia,
  • sale e pepe nero appena macinato.
Attrezzatura

Un tovagliolo; un po’ di spago sottile; una padella per fritti; carta da cucina assorbente.

Tempo di preparazione: 45 minuti – Tempo di riposo: 2 ore – Tempo di cottura: 3 ore.
Preparazione

Ponete in una pentola la carne con poca acqua bollente, unite le verdure, il sale e fate cuocere, a fuoco moderato per circa due ore e mezzo, fino a che la carne sarà quasi spappolata. Scolate e disossate la carne quando è ancora calda e sistematela su un tovagliolo pulito che arrotolerete a forma di salsicciotto legandone strettamente le due estremità con lo spago.

Ponete il salsicciotto appena preparato sotto un peso in modo da comprimere bene la carne e lasciatelo così per circa due ore. Slegate quindi il tovagliolo e tagliate la carne a fette piuttosto spesse. Infarinatele e passatele prima nei tuorli d’uovo sbattuti e poi nel pane grattugiato.

Fate sciogliere nella padella il burro con la salvia e, quando sarà ben caldo, fatevi dorare uniformemente le fette di carne da ambo le parti; passatele quindi nella carta assorbente, salatele, pepatele e servitele subito ben calde.
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  • Questi epigrammi sono ottimi serviti con purea di piselli al burro.
  • La ricetta può essere semplificata tagliando semplicemente la carne d’agnello, cruda, a medaglioni piccoli e facendoli saltare nel burro.
Vino

Sangiovese di Romagna servito a 18°C, Barbacarlo (Oltrepò Pavese (Lombardia) servito a 18°C, Chianti dei Colli Senesi (Toscana) servito a 18°C.

La mia cucina pratica 1988

 

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

Salsa alla menta della Petronilla

La salsa al rafano

Salsa Villeroy per le costolette di agnello alla Escoffier

By Paul Lowry – Flickr: Platter of Lamb Fries, CC BY 2.0, Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain
costolette agnello romagnola

La ricetta in dialetto dell’ Agnello alla romagnola

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Cutulèt d’agnel freti – Costolette di agnello fritte

 Ingredienti: 3-4 costolette per persona

agnello, farina, uova, pangrattato, olio, sale, spicchi di limone.

 Preparazione
(traduzione)

Per questa appetitosa specialità romagnola occorrono 3/4 costolette di agnello a testa, ben schiacciate e salate. Infarinatele, passatele nell’uovo sbattuto e infine rigiratele bene nel pangrattato. Friggetele, poco alla volta, in abbondante olio bollente. Servitele ancora bollenti con spicchi di limone.

libri

La ricetta in dialetto romagnolo da “Romagna in cucina”
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Agnël ala rumagnôla
Per 6 persone, tagliate a pezzi un chilo di agnello. Fate soffriggere in mezzo bicchiere d’olio e in una noce di burro due o tre spicchi d’aglio. Eliminate l’aglio quando sarà dorato e aggiungete una cipolla affettata e 100 g di grasso e di magro tritato. Fate soffriggere e unite l’agnello. Lasciate rosolare per circa 10 minuti, quindi bagnate con un bicchiere di vino rosso che farete evaporare lentamente. Aggiungete a metà cottura circa, 300 g di pomodori spezzettate, spellati e privati dei semi, sale, una macinatina di pepe e un bel mazzo di prezzemolo tritato. Fate cuocere l’agnello ancora per un’ora circa, mescolando saltuariamente. Servite questo piatto molto caldo.
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agnello in umido
Crumbed Cutlets (cropped).jpg[[File:Crumbed Cutlets (cropped).jpg|Crumbed_Cutlets_(cropped)]]
[[File:Armenian Lamb Stew (4568014155).jpg|Armenian_Lamb_Stew_(4568014155)]] Armenian Lamb Stew (4568014155).jpg
agnello pecorino patate

Agnello con pecorino e patate al forno

Ricette con agnello e capretto

Carré d'agneau bonne femme

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Ingredienti per 4 persone
  • 1 cosciotto di agnello,
  • 4 patate,
  • 100 gr. di pecorino,
  • 1 cipolla,
  • olio extravergine d’oliva (e.v.o),
  • rosmarino o origano,
  • sale e pepe.
 Preparazione

Tagliate il cosciotto di agnello a pezzi di media grandezza, metteteli in un tegame assieme alla cipolla tritata e l’olio.
Rosolate bene, quindi salate e pepate. A parte sbucciate le patate, tagliatele a fette sottili e mettetele in acqua fredda.

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Portatele ad ebollizione e, a metà cottura, toglietele e, una volta raffreddate, aggiungetele agli altri ingredienti: in una teglia unta d’olio fate uno strato dì patate, cospargete di pecorino a pezzetti, quindi disponete i pezzi di agnello, aggiustare sale e pepe e coprite con le altre fette di patate, i pezzetti di pecorino, il rosmarino a ciuffetti o l’origano. Se occorre salare e pepare e aggiungere un giro d’olio.
  
Mettete in forno già caldo a 230 gradi per circa 30 minuti. E’ consigliabile scuotere ogni tanto la teglia in modo che le patate non restino attaccate al fondo e cuociano uniformemente.

Vino

Primitivo di Manduria, Salento Negramaro, Salento Rosso.

agnello (2)

Dry_Martini cocktail

Cocktail MARTINI DRY

Martini Dry servito in una coppetta da cocktail, fra una bottiglia di vermut e una di gin

lI Martini è un celebre cocktail composto da quattro parti di gin e una di vermut dry; viene chiamato anche Martini dry. Il nome deriva dal celebre vino aromatizzato italiano “Martini” che sottolinea anche le origini italiane del Vermut.

La ricetta del Martini Dry è la seguente:
8/10 Gin
2/10 Vermouth Dry
Si prepara in un mixing-glass e si serve in una coppetta da cocktail (conosciuta anche come Martini cocktail glass; nome che deriva proprio da questo tipo di cocktail). Si guarnisce o con un’oliva verde con il nocciolo (o farcita) o con scorza di limone.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/01/Vesper_Martini_%28corrected%29.jpg

Vesper Martini

Varianti
Esistono diverse varianti del Martini, come lo Sweet Martini, il Martini Perfect ed il Medium Martini, oltre al Vodkatini o Martini Vodka, la cui variante è il Vesper cocktail, quello preferito da James Bond.

  • Il Vesper o Vesper Martini è un cocktail composto da gin, vodka e Kina Lillet (quest’ultimo oggi viene chiamato Lillet Blanc). Fa parte della categoria dei pre-dinner cocktail.
    Il cocktail è stato inventato nel 1953 da Ian Fleming nel romanzo Casino Royale. L’agente segreto James Bond ordina e nomina il cocktail in onore di Vesper Lynd, bondgirl di cui l’Agente 007 era innamorato.
    Ingredienti
    3 parti di Gordon’s gin
    1 parte di vodka
    ½ parte di Kina Lillet (oggi chiamato Lillet Blanc)
    1 fetta lunga ma sottile di scorza di limone.
    Preparazioneì
    Shakerare gli ingredienti con ghiaccio in uno shaker e servire in una coppa champagne larga e profonda decorando con una fetta lunga ma sottile di scorza di limone.
  • Il Martini Dry faceva parte delle 6 ricette fondamentali del “The Fine Art of Mixing Drinks” di David A. Embury, del 1948.
    La ricetta proposta da Embury era la seguente:
    7 parti di gin
    1 parte di vermouth (dry)   Fonte: Wikipedia

Cocktail MARTINI DRY James-Bond-Vodka-Martini

  La fama del Dry Martini è legata al cinema:

  • James Bond è molto sensibile a come il gin si mescola con il vermouth, affinché la bevanda non si ferisca (bruised) con un mescolamento barbaro: “Shaken, not stirred” (agitato non mescolato), così come preferisce il sesso, agitamento delle sensazioni e non degli sgarbati contorsionismi.
  • Anche l’attrice Mae West dal grande schermo sospira: “Devo liberarmi di questi abiti bagnati ed infilarmi in un Martini dry”.
  • E un Dry Martini è quello richiesto al barman del Taft Hotel da Mrs. Robinson (Anne Bancroft) accompagnata da Benjamin (Dustin Hoffman) protagonisti nel film “The Graduate” da noi conosciuto come “il Laureato”.
    Fonte: tempiemodi.com

Cocktails nel blog

liquore fiori sambuco cocktail

Cocktail Irish Wildflower

violette liquore

Cocktail Kir alla violetta

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Kir e Kir Royal cocktail

 

Galateo di Donna Letizia, Ricevimenti: il Cocktail

Cocktail party

violette L’Évanescent - Ricetta cocktail

L’Évanescent cocktail alle violette

Sparkling Cocktail MIMOSA

Sparkling Cocktail MIMOSA

 

 

 

 

 

Nel bar in casa i bicchieri e l’attrezzatura giusta

Come si beve? Il galateo dell’alcool

Di Hayford Peirce di Wikipedia in inglese – I took this picture myself using a Canon PowerShot A70, and edited it slightly using Picasa2. Originally from en.wikipedia; description page is/was here., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=178976
(Crema di mascarpone) quella complicata Petronilla

(Crema di mascarpone) … e quella complicata della cognata di Petronilla


«
APPENA entrata…
-” Cara Petronilla (mi ha detto la cognata) non c’è che dire; buono, economico e spiccio il tuo dolce di mascarpone; ma io… io che ho quel debole che sai per complicare i piatti… io ho voluto modificare il tuo dolce un po’ a modo mio; e poiché ho saputo che questa sera hai invitati e che anche avevi progettato di ricorrere al mascarpone per l’ultimo piatto… se non ti offendi… sete ti degni di accettare i miei umili ammaestramenti… la mia ricetta eccola qua”. E senza nemmeno ascoltare il mio “ti ringrazio tanto”,
già la cognata infilava le scale. La ricetta io l’ho letta; l’ho apprezzata; l’ho eseguita; e poiché, con essa, ho fatto una vera figurona… se anche voi voleste… la ricetta, eccola qua.
.
Mascarpone

Mascarpone

Fare una crema sbattendo 3 torli con 4 cucchiai di zucchero e 1 di zucchero vanigliato; aggiungendo poi mezzo litro di latte e 2 cucchiaini di polvere di riso; e facendo bollire a fuoco basso, sempre mescolando. Lasciate raffreddare e montare nel frattempo a lattemiele un quinto di litro di panna. Aggiungere alla crema raffreddata due etti e mezzo di mascarpone; 2 bicchierini di liquore; qualche marron glacé sbriciolato e metà del latte miele.
Mescolare di mano in mano, e adagio adagio il tutto. Distribuire la crema in tante tazze da champagne quante saranno le persone da servire. Addolcire con lo zucchero al velo il restante lattemiele e con esso, secondo la propria fantasia, decorare su ogni tazza la superficie della crema gialla, servendosi dell’apposito istrumento o, se non lo si possedesse, di un imbuto di carta col buco in basso. Spolverare, infine, con polvere di cioccolata.
***
Questa la ricetta; conservatela, e se un giorno volendo ricorrere alla crema di mascarpone, voleste un po’ variare il piatto… qualora abbiate voglia e tempo di spignattare… ricorrete, con cuore sicuro di un trionfo cucinario ai complicati… lumi della cara mia cognata!»

Ricette di Petronilla Ed.Olivini 1938

Petronilla, chi era?Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
donna marinella carolina

2. Menù per la Festa della Donna

Menù

Aperitivi
Antipasto freddo di pesce
Scrigno di Venere con tagliolini verdi o con tortellini
Grigliata di crostacei su pinzimonio
Sorbetto al limone
Torta al croccante con crema e maraschino o Mimosa

Aperitivi

cocktail mimosa

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violette L’Évanescent - Ricetta cocktail

Antipasto freddo di pesce
Salmone affumicato, gamberi, seppioline, acciughe marinate, salume di tonno, verdure, olive nere, salsa rosa, maionese.

Antipasto di mare con frutti di mare, molluschi, crostacei e verdureScrigno di Venere con tortelliniScrigno di Venere con tagliolini verdi

 

 

 

 

Sorbetto al limoneInsalatona con erbe primaverili e carciofi crudigelato mimosa_tn

 

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Vino

Verdicchio di Iesi, Albana di Romagna, Pignoletto dei Colli Bolognesi, Prosecco

donna marinella carolinaBicchieri attrezzatura x bar Servire il Vino ad ogni vino il suo bicchiere Abbinamento cibo-vino

 

La Giornata internazionale della donna (comunemente definita Festa della donna) ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto e sono ancora, in tutte le parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922.
La mimosa
Nel settembre del 1944, si creò a Roma l’UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d’Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all’ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un’idea di Teresa Noce di Rita Montagnana e di Teresa Mattei.
Nei primi anni cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell’Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l’ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico». Nel 1959 le senatrici Luisa Balboni, comunista, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni, socialiste, presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l’iniziativa cadde nel vuoto.
Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell’opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.

1. Menù per la Festa della Donna

venezia Gondolas_in_Venice_during_sunset,_March_2022_01

Galateo: Il viaggio di nozze

Venezia al tramonto
Il matrimonio da Enciclopedia della donna 1965

Dopo il taglio della torta nuziale e la distribuzione dei confetti, dopo aver abbracciato i genitori e gli amici più intimi (non è necessario salutare uno per uno tutti i partecipanti al rinfresco) gli sposi partono verso la destinazione scelta. Agli invitati raccomandiamo di fare in modo che la partenza avvenga senza bussolotti attaccati dietro la macchina e senza scherzetti analoghi che forse potranno “fare allegria” ma certamente non “fanno buon gusto”. E’ vezzo di molti sposi di tener segreta la destinazione del viaggio di nozze. Non ne facciamo però argomento di sotterfugi o di sorrisi misteriosi, non ricamino troppo su questo “segreto” che non ha molte ragioni per essere (..)

La scelta

Chi preferisce la tranquillità e la solitudine, avrà scelto per il viaggio di nozze una località poco frequentata in montagna, al mare o in campagna, in albergo o in una casa cortesemente prestata da amici. Chi invece ama il movimento approfitterà dell’occasione per andare all’estero, per visitare qualche città italiana mai vista prima, per percorrere in macchina, in treno, in pullman, in battello chilometri di terra o di mare. È solo questione di gusti, non vi sono consigli da dare a questo proposito. L’importante è che in futuro il ricordo del viaggio di nozze non sia associato all’idea di fatica, stanchezza, nervosismo, disagio. Chi desidera viaggiare bene, prima di tutto, sceglierà una stagione propizia come la primavera e l’autunno, e poi organizzarsi perfettamente: si informi quindi del clima e delle abitudini della località in cui ha deciso di recarsi, fissi l’albergo (o gli alberghi) con un certo anticipo, porti con sé scarpe comode e vestiti già sperimentati.

Il viaggio

Meglio non partire tutti vestiti a nuovo dalla testa ai piedi, con valigie di zecca, perché essere subito identificati come “sposi in viaggio di nozze” può essere imbarazzante. Non è certo il caso di vergognarsi di questa felice situazione, ma neppure di ostentarla. Per la medesima ragione, non sono di buon gusto le effusioni in pubblico. Presentando la moglie, il marito dice semplicemente “mia moglie” e non “la mia signora”. Parlando del marito, la moglie dirà “mio marito” o “Carlo” (se il nome del marito è noto all’interlocutore) e non “l’ingegnere” o “il mio avvocato”. In albergo, non bisogna preoccuparsi che sui documenti della moglie compaia ancora il nome da ragazza. Il certificato di matrimonio va esibito solo dietro richiesta. Dal viaggio di nozze, si manderanno brevi notizie alle rispettive famiglie. Meglio non mantare troppe cartoline ad amici e conoscenti.

 Il ritorno

Al ritorno, la casa dovrebbe essere, se non in ordine perfetto, almeno abitabile. In caso contrario, a meno che gli sposi siano dotati di un notevole spirito d’avventura, è preferibile passare qualche giorno in casa dei genitori o in albergo, che iniziare la vita coniugale senza acqua, senza luce, senza gas e senza sedie. Tocca agli sposi farsi vivi, al ritorno dal viaggio di nozze, con parenti e amici. Per inaugurare la casa possono dare un piccolo ricevimento (Tè o Cocktail). E’ questo inoltre il momento di rispondere a tutti i telegrammi e a tutti i biglietti d’auguri, se già non hanno provveduto a questo le rispettive famiglie.

Confetti e auguri – Il Galateo del Matrimonio dalla A alla Zeta -1986
10 post più visti in Agosto Galateo: Il viaggio di nozze

Hotel Los Delfines (Varadero, Cuba)

Può durare pochi giorni o qualche settimana, può essere nazionale o internazionale, “domestico” o esotico, ma ha sempre un valore simbolico. Che significato ha infatti il partire insieme se non quello di cominciare una nuova vita a due? Certo, il viaggio di nozze è un periodo molto particolare, una pausa che non fa parte né del prima né del dopo, una specie di limbo, di tempo sospeso, di anticamera della vera vita matrimoniale della nuova coppia.
Proprio per questo sceglierlo in modo sensato non è facile: i consigli, anche non richiesti, di parenti e amici affezionati si sprecano; le agenzie di viaggio sono tante e tutte offrono amplissime possibilità e programmi. Come destreggiarsi? Come in tante altre cose della vita, riflettendo senza indulgenze sulle proprie inclinazioni e sul proprio carattere. Una sposa robusta e sportiva, e il suo degno partner, possono tranquillamente optare per un viaggio di nozze avventuroso e articolato; una sposina fragile ansiosa preferirà orientarsi su un viaggio-soggiorno riposante e riflessivo.
È da tenere presente che un viaggio di gruppo ha i vantaggi del prezzo, della sicurezza dell’organizzazione, della compagnia; mentre un’avventura progettata a due richiede molto denaro, molta chiarezza di idee, molta fantasia, doti che non tutti i comuni mortali tormentati dal dubbio hanno.
In ogni modo, proprio perché si fa una volta nella vita, dovrebbe veramente essere “indimenticabile”, e un bell’albergo, un bel paesaggio, un grande amore lo renderanno certamente tale. Ma la sua presenza perfetta riuscita dipende anche da una serie di piccoli accorgimenti pratici.

  • Primo di tutti, a partire alla chetichella: gli sposi si cambieranno d’abito velocemente ed eviteranno centinaia di abbracci, strette di mano, di baci e lacrime inutili. Solo a mamma e papà, e alla nonna ottuagenaria, saluti e ringraziamenti furtivi in separata sede. Durante il rinfresco e dopo aver distribuito i confettti, ogni momento per scappare è buono.
  • Una pausa di riflessione prima che sia troppo tardi: il passaporto, i posti prenotati, i biglietti, “come stai?” “vuoi fumare?”, “Hai dimenticato qualcosa?”, i bagagli… A proposito…
  • La valigia: è noto che prepararla con arte non è impresa facile nemmeno per i viaggiatori più incalliti, figuriamoci per gli sposi! Premesso che ognuno ne avrà una propria, e che più piccola è meglio ci si muove – un vecchio adagio dice “in lunghi viaggi anche la paglia pensa” -, i viaggiatori-sposi dovranno cercare di prevedere, quasi come dei maghi, stagioni, cambiamenti di tempo e di situazioni, concentrando nella modesta superficie di quel contenitore tutto il necessario, un po’ di effimero e non una virgola di più.
  • Finalmente soli in automobile, in aereo, in treno, gli sposi cercheranno di sconfiggere quella sensazione un po’ imbarazzante che, per l’occasione, serpeggia anche nei più smaliziati: quella cioè di sentirsi stampati in fronte, come un marchio di qualità, “ci siamo sposati oggi”, e di vedere negli sguardi degli altri, dal facchino al portiere d’albergo, dal cameriere agli occasionali compagni di viaggio, una certa aria allusiva…
  • Gentilezza e generosità: da usare senza risparmio durante la luna di miele. Gli sposi non lesineranno né i “grazie”, né i “per favore”, né le mance. In ogni angolo del pianeta lasciare un buon ricordo in albergo, ristorante, al museo è un segno di civiltà.
  • La mamma: non nominarla mai invano. “Mi ha consigliato…” “Mi ha detto…” “Avrebbe fatto così…”. Attenzione, potrebbe diventare una presenza-assenza ingombrante.
  • Emicranie, piccoli dolori, febbriciattole, smanie: imparare da subito a risparmiarle all’altro e a dominarle, portando in segreto con sé… l’aspirina.
  • Le dolenti note: chi paga il viaggio di nozze? La tradizione lo attribuisce, spietatamente, allo sposo e in seconda battuta, alla di lui famiglia. Ma i tempi impongono una maggiore elasticità in materia, per cui la spesa del viaggio può essere sostenuta anche dalla sposa, o dalla sua famiglia, tenendo conto delle possibilità finanziarie dei due protagonisti.

Una cosa è certa, la sposa dovrà comunque poter disporre di un suo gruzzolo personale, in modo da non dover ricorrere alla… tasca del novello marito per ogni minima necessità o capriccio, compresi regalini o souvenir per gli adorati genitori e fratellini rimasti a casa.

 Consigli per un viaggio di nozze perfetto

Dopo mesi di preparativi, nervi e stress, la pazzia di organizzare il matrimonio termina con il tanto desiderato viaggio di nozze. É un momento per sconnettere e godersi l’inizio della vita coniugale e quale miglior modo che farlo con una Luna di miele perfetta?
Affiché il vostro viaggio di nozze sia davvero perfecto, é necessario tenere in considerazione alcuni punti:

  1. Cercate un’Agenzia di viaggi specializzata, di qualitá e di cui fidarti, sia online che reale, in modo da ever un trattamento qualificato;
  2. Avrete un agente di viaggi che gestirá l’organizzazione. Non dubitate a fargli tutte le domande necessarie;
  3. Specificate che volete una camera matrimoniale perché in molti hotel, soprattutto in crociera, i letti sono singoli anche se formano un matrimoniale;
  4. Se partite il giorno dopo le nozze cercate un volo che non parta presto in modo da reposare il necessario e preparare le ultime cose;
  5. Non risparmiate sul viaggio. Sará sicuramente il piú importante della vita per cui meglio un hotel 4 stelle che un tre. Avrete tempo per risparmiare!
  6. Lasciatevi consigliare dall’agente di viaggi per la scelta della destinazione. Ci sono posti piú raccomandati per la luna di miele in cui evitare famiglie con bambini o anziani ma anche posti in cui non si puó viaggiare tutto l’anno, tipo i Caraibi (la stagione che corrisponde alla nostra estate per loroe é quella degli uragani);
  7. E’ preferibile un viaggio tutto incluso in modo da non doversi preoccupare delle spese in una volta arrivati alla destinazione scelta;
  8. Cercate informazioni sul luogo dove andrete: domandate all’agente, chiedete consigli, visitate un forum di viaggiatori, leggete i blog di viaggio, consultate una guida. Servirá ad essere preparati, a supere come muoversi e districarsi in tutto il viaggio.

State organizzando il vostro viaggio di nozze? Ci sono alcune cose di cui tenere assolutamente in conto per organizzare la luna di miele dei vostri sogni. Abbiamo rivolto qualche domanda alla sig. Emanuela Vazzoler, agente viaggi di I Viaggi di Archimede, agenzia storica a Roma di cui responsabile é il Dr. Gerardo Caprio.

  1. In genere quanto tempo prima bisogna pensare di prenotare un Viaggio di Nozze? In genere il viaggio di nozze è tra le prime cose a cui si pensa durante l’organizzazione di un matrimonio. Per lo meno, la meta è sempre decisa con largo anticipo. Il nostro consiglio è di cominciare a parlarne con noi con almeno 6 mesi di anticipo. Questo permette di pianificare ogni dettaglio e, nella maggior parte dei casi, di risparmiare
  2. Fa differenza se si prenota in Europa oppure oltre oceano? Certamente si. Un viaggio oltreoceano di solito è più complesso per spostamenti, coincidenze, organizzazione di escursioni particolari. Un viaggio in Australia, per esempio, richiede una lavorazione dell’itinerario piuttosto accurata. L’Europa, a parte alcune eccezioni, è di più facile organizzazione.
  3. Parchi, spiagge, notte e shopping cosa le fa venire in mente? Senza dubbio gli USA che è una meta di molte coppie! Gli Sati Uniti sono un evergreen! Molte coppie di sposi optano per il self drive abbinato ad un soggiorno mare in Polinesia o ad una crociera ai Caraibi. Gli Usa offrono mille spunti in ogni stagione
  4. Quali le mete più richieste negli ultimi anni? Come dicevo gli Stati Uniti sono sempre molto gettonati. Ma gli sposi stanno scoprendo interesse anche in mete nuove al traffico “viaggi di nozze” come il Giappone, il Perù, la Cina e l’India
  5. Cosa non deve mai mancare in un viaggio di nozze perfetto? Sicuramente il segreto è la cura dei particolari. Per questo la figura del personal traveller è fondamentale!
  6. Perché rivolgersi alla vostra agenzia conviene alle nostre spose? Il primo motivo per rivolgersi a noi è la nostra esperienza nella gestione dei viaggi di nozze, viaggi da trattare con estrema cura ed attenzione. La nostra capacità di interagire con i futuri sposi e comprendere sempre a pieno le loro esigenze emozionali ed economiche, è risultata fino ad oggi la nostra carta vincente. Inoltre, la figura del personal traveller segue i ragazzi nelle scelte della destinazione, degli hotels ma, soprattutto, organizza per loro anche servizi opzionali come una cena a lume di candela, una serata a teatro piuttosto che una nuotata con i delfini!!!
  7. Quali sevizi gratuiti offrite oltre al personal taveller? Un buono di 150 euro per tutti gli ospiti presenti al matrimonio degli sposi che hanno prenotato il loro viaggio di nozze da noi e sposi sul Web!
Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 
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to di Venezia: Gondolas in Venice during sunset, March 2022 01.jpg  [[File:Gondolas in Venice during sunset, March 2022 01.jpg|Gondolas_in_Venice_during_sunset,_March_2022_01]]