Polpette di broccolo romanesco

Polpette di broccolo romanesco

 Ingredienti per 4 persone
  • 150 g di carne macinata,
  • 250 g di broccolo romanesco (cavolo romano ),
  • 4 cucchiai di parmigiano grattugiato,
  • 2 uova,
  • farina q.b.,
  • mollica di 1 panino ammollata nel latte,
  • pepe e sale,
  • olio per friggere (arachide o mais o girasole),
  • pane grattugiato.
Preparazione

Lessate, in poca acqua e con poco sale, il cavolo romano. Rosolate la carne macinata. Uniteli in una ciotola e aggiungete il pane ammollato e ben strizzato, il parmigiano, le uova, il sale e il pepe. Mescolate tutto con un cucchiaio di legno fino a formare un impasto omogeneo. Inumidite le mani e formate le polpette della dimensione e della forma che preferite e passatele nella farina.

Disponetele su un vassoio e, una volta preparate tutte, friggetele, poche alla volta, in abbondante olio per friggere ben caldo. Quando saranno ben dorate, raccogliete e scolatele con una paletta forata. Scolate l’eccesso d’olio e disponetele su un vassoio coperto con carta assorbente da cucina.
Potete anche cuocerle in forno: infornatele a 180 gradi con forno caldo. Saranno pronte quando la panatura sarà diventata dorata e croccante.

640px-Romanesco_Broccolipolpettepolpette (3).

.

.

.

Er testamento der Pasqualino

di Giuseppe Gioacchino Belli
Torzetto l’ortolano¹ a li Serpenti
prometteva oggni sempre ar zu’ curato
c’a la su’ morte j’averia lassato
cinquanta scudi e ccert’antri ingredienti.
Quanto, un ber giorno, lui casc’ammalato;
e ccurreveno già cquinisci o vventi
tra pparenti e pparenti de parenti
a mmostrajje unamore indemoniato.
Ecchete che sse venne all’ojjo-santo;
e ‘r Curato je disse in ne l’ontallo;
Ricordateve, fijjo, de quer tanto…
Torzetto allora uprì ddu lanternoni,
e jj’arispose vispo com’un gallo:
Oggne oggne, e nnu mme roppe li cojjoni.
6 aprile 1834
¹Veditore di broccoli romaneschi
  •  Il broccolo romanesco è una varietà di cavolo broccolo (Brassica oleracea var. italica). I broccoli rientrano nel gruppo di piante di cui non vengono mangiate le foglie bensì le infiorescenze non ancora mature.
    Questo broccolo è conosciuto in tutta la campagna romana da tempo remoto. Nel 1834, Giuseppe Gioacchino Belli, uno dei poeti in romanesco più noti ed importanti insieme al Trilussa, nel suo sonetto “Er Testamento Der Pasqualino” chiama l’ortolano “Torzetto” perché coltivava e vendeva i broccoli romaneschi.
    Il broccolo romanesco assomiglia ad un cavolfiore, ma è verde chiaro, ha una forma piramidale e tante piccole rosette, disposte a spirale, che riproducono la forma principale e si ripetono con regolarità e gni rosetta è composta da numerose rosette più piccole.
Polpette di broccolo romanesco

Cavolo, che buoni! I CAVOLI

polpettone zucca

Polpettone di zucca

Il polpettone è una pietanza a base di carne tritata o verdure, spezie, aromi e ingredienti leganti (come l’uovo, il pangrattato e la farina);  può essere farcito di verdure (specialmente spinaci) e formaggio. Può essere considerato come secondo o piatto unico. Gli ingredienti vanno macinati, tagliuzzati o spezzettati  come per le polpette, ma è preparato in un unico pezzo dalla forma più o meno cilindrica; viene poi  servito affettato al momento. Per la cottura si privilegia la lessatura, l’umido o il forno. Meno usata, anche a causa delle dimensioni, la frittura.
In alcune regioni d’Italia, il termine “polpettone” viene usato anche per indicare un tipo di torta di verdure ricoperta non dalla pasta sfoglia ma dal pan grattato, come, ad esempio, il Polpettone di fagiolini, tipico della Liguria.
.
Ingredienti per 6 persone
  • 1 kg. di zucca senza scorza e semi,
  • 2 patate,
  • 50 gr. di funghi secchi ammollati, sgocciolati e tritati grossolanamente (oppure 300 gr. di funghi freschi),
  • 4 cucchiai di ricotta,
  • 20 gr. di formaggio grattugiato,
  • 50 gr. di burro,
  • 2 uova,
  • olio evo,
  • pane grattugiato,
  • sale.
Preparazione

Lessare la zucca in abbondante acqua salata, aggiungendola quando l’ acqua bollirà. Per cucinarla più velocemente è meglio tagliarla a tocchetti. Cuocere per 20 minuti circa (più è cotta meglio è).

Scolare e mettere la zucca cotta in un recipiente e schiacciarla aiutandosi con una forchetta ottenendo un purè liscio. Se il purè fosse troppo acquoso, asciugarlo in forno tiepido ma spento. In una casseruola sciogliere il burro con un cucchiaio di olio ed unire i funghi. Farli saltare su fuoco medio.

zucca3polpettone zucca5polpettone zucca6.
.
.
.
.
.
 
Aggiungere la zucca e le patate. Mescolare per far insaporire. Togliere la casseruola dal fuoco ed aggiungere la ricotta, il formaggio grattugiato, il sale e le uova battute. L’impasto dovrà essere omogeneo e se fosse troppo molle, renderlo più consistente con il pangrattato.
Dopo aver dato una forma di grosso salame all’impasto, passarlo nel pangrattato e metterlo in una teglia unta d’olio. Bagnare il polpettone con un po’ di olio.

Cuocere in forno già caldo per 30 – 40 minuti. Il polpettone può essere servito sia caldo che freddo.

Vino
Traminer aromatico (Alto Adige), Riesling delle colline dell’Oltrepò Pavese, Muller Thurgau (Trentino), Prosecco.

Leggi anche
zucca
Polpettone di zucca

La ZUCCA!

Di Hutschi (Opera propria) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) o CC BY-SA 3.0 
polpette romagnole

Le classiche Polpette di carne alla romagnola

Ricicliamo gli avanzi

Sulla tavola delle Feste presentiamo il lesso e il bollito in modo diverso! Dopo aver riciclato il lesso o il bollito come Polpettone, Pasticcio, Rifatto e Frittata, questa volta ho fatto le Polpette.

  • Bollire: mettere in acqua fredda e cuocere finchè arriva a bollore.
  • Lessare: mettere in acqua a ebollizione e cuocere a fuoco lentissimo.

lesso bollito

La ricetta in dialetto romagnolo, tratta da “Romagna in cucina”, 1998
22-10-2013 17;51;24.JPG

Polpette di carne (traduzione)

«Se avete qualche avanzo di carne potrete utilizzarlo per la preparazione di queste polpette, adatte per la loro semplicità ed economicità, ad un normale pranzo di famiglia. Passate al tritacarne 300 gr. di manzo bollito, e incorporatevi 1 uovo, 50 gr. di parmigiano grattugiato, 1 mollica di pane grossa quanto un pugno bagnata nel latte, 50 gr. di prosciutto cotto o mortadella tritati, il sale necessario e un ciuffo di prezzemolo tritato. Mescolate bene i vari ingredienti e formare delle polpettine piuttosto piccole e schiacciate. Passatele nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Quindi friggetele in abbondante olio bollente e servitele appena pronte.

1 Polpette carne romagnola2 Polpette carne romagnolaLe classiche Polpette di carne alla romagnola

.

.

.

.

E’ diffusa anche l’usanza, dopo aver fritto le polpette, di ripassarle in padella insieme a ½ cipolla piccola affettata e abbondante salsa di pomodoro. Lasciate restringere la salsa, verificate il sale e servite le polpette molto calde»

polpette romagnole. 1

 Le classiche Polpette di carne alla romagnole Meat balls in tomatoes sauce (9368881060).jpg [[File:Meat balls in tomatoes sauce (9368881060).jpg|Meat_balls_in_tomatoes_sauce_(9368881060)]]
pranzo natale uk Christmas_lunch_in_the_United_Kingdom

Bread sauce, salsa di pane per arrosto

A traditional Christmas lunch in the United Kingdom: pigs in a blanket, roast potatoes, parsnip, roast meat, carrots, cranberry sauce, bread sauce, Brussel sprouts with cranberries and chestnuts
Per un tradizionale pranzo di Natale nel Regno Unito: salsicce avvolte nel bacon (pigs in the blanket), patate arrosto, pastinaca, tacchino arrosto, carote, salsa di mirtilli rossi, salsa di pane, cavoletti di Bruxelles con mirtilli rossi e castagne.

File:Bread sauce.jpg

La salsa di pane (bread sauce) è una salsa britannica calda o fredda tipicamente consumata con pollo arrosto o tacchino. .

La ricetta base prevede latte e cipolla con l’aggiunta di mollica di pane o pangrattato e burro come addensanti, conditi con noce moscata, chiodi di garofano, alloro, pepe nero e sale, spesso con l’aggiunta del grasso della carne della torrefazione. Ottimale è l’utilizzo di pane leggermente raffermo

Sopravvissuto alle salse medievali addensate sul pane, accompagna tipicamente la selvaggina domestica come il tacchino o il pollo . La salsa di pane può essere fatta risalire almeno al periodo medievale, quando i cuochi usavano il pane come addensante per le salse. L’utilizzo del pane in questo modo deriva probabilmente dai cuochi che, volendo riutilizzare il pane raffermo, scoprirono che poteva essere incorporato nelle salse per renderle più dense.

 Ingredienti per 6 persone
  • 70 gr. di mollica di pane raffermo (o pangrattato)
  • 1 cipolla sbucciata
  • chiodi di garofano
  • 40 gr. di burro
  • 270 ml di latte
  • ½ foglia di alloro
  • sale e pepe qb.
Preparazione

Fate bollire il latte e aggiungete l’alloro, la cipolla tagliata a quarti, su ciascuno dei quali avrete infilato 2 chiodi di garofano. Togliete dal fuoco e coprite con il coperchio e lasciate riposare per 15 minuti circa.

Quindi, togliete la cipolla e l’alloro, aggiungete la mollica di pane, il sale, il pepe e  portate ad ebollizione. Aggiungete il burro a tocchetti e, mescolando velocemente, fatela addensare (10 minuti circa).

cena natale scozia gb ChristmasDinnerScotland

Christmas Dinner in Scotland Plate of roast turkey, roast potatoes, mashed potatoes, mashed turnip, chipolatas, Brussels sprouts, bread sauce, redcurrant jelly, sage and onion stuffing Cena di Natale in Scozia: Tacchino arrosto, patate arrosto, purè di patate, purè di Natale con rape, chipolatas, cavolini di Bruxelles, salsa di pane, gelatina di ribes rosso, Christmas Cracker come segnaposto

UK Christmas Cracker, segnaposto “sorprendente”

UK – Traditional Christmas dinner menu – Menù tradizionale per la cena di Natale

Anatra in salsa Madeira per Pranzo di Natale a Cambridge UK

Christmas lunch in the United Kingdom.jpg[ [File:Christmas lunch in the United Kingdom.jpg|Christmas_lunch_in_the_United_Kingdom]] [[File:Bread sauce.jpg|Bread_sauce]]
Fondi di carciofi alla veneta 1

Fondi di carciofi alla veneta alla maniera di Petronilla

  • Ortaggi a frutto: sono ortaggi a frutto tutte le drupe, le bacche, gli esperidi e i pomi, quindi i pomodori, le zucchine, le melanzane, i cetrioli, le zucche e i peperoni.
  • Ortaggi a fiore: carciofo, cavolfiore, broccolo, asparago, fiore di zucca.

Il carciofo è un fiore e non un frutto.

.
«Quando i carciofi, questi prelibati boccioli di fiori, stanno per spalancare tutti i loro petali al sole; quando, fin nel mezzo, si sono fatti, per il caldo, tutti stopposi, duri e legnosi; quando, insomma, la stagione dei carciofi sta proprio per finire, ricordate, o donne, che abbondano allora, su certi mercati, i bocconi più saporiti dei saporitissimi carciofi, cioè i loro “fondi”.
.
fondi carciofi
.
Nel Veneto, dovunque, tengono le erbivendole in un mastello d’acqua fresca, a galleggiare tanti di questi “fondi”; e tutti ne comprano perché costano pochi soldi (una volta, con 10 centesimi, se ne portavano a casa proprio 10!).
Comperati… si lavano; si strofinano con uno spicchio di limone perché non anneriscano; si mettono poscia a fuoco, in un tegame, con olio poco burro, prezzemolo abbondante, un pizzichino di pepe, un pizzicone di sale, un goccio d’acqua e – se lo stomaco è sano – uno spicchio d’aglio spezzettato. Fatti andare così, a lento lento fuoco, sono – quei fondi – un boccone… uno di quei bocconcini proprio da buongustai!
* * *
Se poi si “ripreparano” ripieni, in questa tal maniera… I fondi, già cotti alla Veneta, come or ora vi ho detto, tolti dal fuoco e lasciati bene raffreddare, si scavano un po’ nel mezzo, con un cucchiaino, in modo da farvi un buco; e quel buco si ricolma poi con un ripieno di funghi secchi rammolliti e triti, di prezzemolo, di formaggio parmigiano, e di quel po’ di polpa ch’era stata tolta dal mezzo di ogni fondo. Poscia si infarinano; si passano nell’uovo; e si ripassano nel pane grattugiato. Un po’ prima del desinare, si buttano a friggere – ma non più di 2 alla volta – nell’olio bollente; si sgocciolano per bene; si portano in tavola.
È proprio certo che, gustando questi bocconcini da super-buongustai sarà, da tutta la famiglia, una voce sola: “Questo piatto ha un gran difetto, cara moglie e cara mamma: quello d’essere un pochetto scarso! Un’altra volta, raddoppia dunque; anzi, triplica questa… miserella do se odierna! “.»
Fondi di carciofi alla veneta alla maniera di Petronilla

.

fondi di carciofi

Petronilla, chi era?Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Fritto di carciofi alla besciamella alla maniera di Petronilla

Fritto di carciofi imbottiti alla maniera di Petronilla

Fritto di carciofi con salsa d’acciughe alla maniera di Petronilla

Fritto di cervella, pane e carciofi alla maniera di Petronilla

Stuffed artichoke.jpg [[File:Stuffed artichoke.jpg|Stuffed_artichoke]] Bakla with artichokes.jpg  Artichoke heart.jpg [[File:Artichoke heart.jpg|Artichoke_heart]] Artichoke hearts with scallop stuff.jpg [[File:Artichoke hearts with scallop stuff.jpg|Artichoke_hearts_with_scallop_stuff]] [[File:Bakla with artichokes.jpg |Bakla_with_artichokes]]
fiori di zucca ripieni di riso Kolokythoanthoi_gemistoi_me_giaourti

Kolokythoanthoi, Fiori di zucca ripieni di riso Greece style

I “kolokythoanthoi” e “kolokythokorfades” , fiori di zucca ripieni di riso o di formaggio ed erbe aromatiche, spesso sono serviti con un ciuffo di yogurt greco.

“Kolokythoanthoi” (fiori di zucca, ricavati dal gambo della pianta) e “kolokythokorfades” (fiori di zucca ricavati dalla parte superiore della verdura di zucca) vengono farciti con un composto di riso, cipolla ed erbe aromatiche e cotti al forno.

Mangiare greco

I fiori di zucca ripieni di riso alla greca si possono mangiare come antipasto e, in questo caso, un paio di fiori a testa sono sufficienti. In alternativa, si possono mangiare come piatto principale e bisogna calcolarne 5 a testa. Se si mangiano come piatto principale, vanno preceduti da qualche antipasto e accompagnati da insalate di stagione.

File:Squash Blossoms (4142957496).jpg

Ingredienti per 3-4 persone
  • 15 fiori di zucca
  • 1 zucchina molto piccola
  • 1 carota molto piccola
  • ½ di cipolla tritata
  • 60 gr. di riso a chicco lungo (carnaroli, arborio)
  • aneto tritato
  • prezzemolo tritato
  • succo di limone
  • olio extravergine d’oliva (evo)
  • sale e pepe macinato fresco.

fiori_di_zucca11

Preparazione

i fiori vanno comprati il giorno stesso che si intende cucinarli. Turgidi e di colore brillante sono indicatori di freschezza e non bisogna aspettare troppo per cucinarli, pena il loro afflosciamento.

Preparate i fiori: eliminate con attenzione i pistilli e lavateli delicatamente. Stendeteli su un panno pulito per farli asciugare.

Tritate la cipolla, la carota, la zucchina e 5 fiori di zucca. velate il fondo di una casseruola con dell’olio e mettete a far appassire, a fiamma bassa, il battuto di verdure per 6-7 minuti.

Versate il riso, fate insaporire girando spesso per un minuto e versate 100 ml. di acqua calda. Salate leggermente, macinate il pepe, coprite e cuocete per 10 minuti. Togliete dal fuoco, aggiungete l’aneto e il prezzemolo, 1 cucchiaio da minestra di succo di limone, mescolate e lasciate riposare fino a completo raffreddamento.

Farcite uno ad uno i fiori di zucca riempiendoli fino a ¾ e non di più, in quanto il riso si gonfierà con la cottura rischiando di vederlo fuoriuscire dai fiori. Girate per chiudere le estremità dei fiori e sistemateli uno accanto all’altro in un tegame, man mano che sono pronti,

Se dovesse avanzare della farcitura, mettetela sul fondo del tegame e fatela cuocere assieme ai fiori.

Quando i fiori ripieni saranno sistemati tutti nella teglia, versate sopra 3 cucchiai da minestra di olio, versate anche acqua fino a coprirli a filo.  Posizionate un piatto a contatto perchè non si aprano durante la cottura. Cuocete per circa 15 minuti; a fine cottura l’acqua deve essere tutta assorbita.

Ritirate dal fuoco, togliete il piatto non appena potrete toccarlo e  fate intiepidire.

Servite con spicchi di limone. I kolokythoanthoi vengono spesso serviti con una cucchiaiata di yogurt greco come contorno.

File:Kolokythoanthoi - kolokythokorfades.jpg

“Kolokythoanthoi” (fiori di zucca, ricavati dal gambo della pianta) e “kolokythokorfades” (fiori di zucca ricavati dalla parte superiore della verdura di zucca) vengono farciti con un composto di riso, cipolla ed erbe aromatiche e cotti al forno.

Vino

Vermentino (Liguria), Falanghina dei Campi Flegrei (Campania), Albana secco di Romagna; serviti a 10°C.

Fiori di zucca ripieni

Frittura salata di fiori di zucca (o di fiori di acacia), ricetta dall’ Almanacco della Cucina del 1935

Frittelle dolci di fiori d’acacia e fiori di zucca alla maniera di Petronilla

Kolokythoanthoi gemistoi me giaourti.jpg Kolokythoanthoi – kolokythokorfades.jpg
polpette-patate-carne-lessata toscana

Polpette con patate e carne lessata alla toscana

La polpetta è una pietanza molto spesso a base di carne tritata, spezie, aromi ed ingredienti leganti (ad esempio l’uovo e il pangrattato, farina), servita a tavola di norma come seconda portata. Esistono comunque anche polpette vegetali di melanzane, di ceci, o di agglomerati vegetali come il Seitan, oppure di pesce. Una volta preparato l’impasto, si prendono via via tante piccole porzioni le quali vengono schiacciate e lavorate a mano, fino al raggiungimento della caratteristica forma rotondeggiante. Le si può cuocere in umido, in forno o, previa impanatura, fritte in abbondante olio. Fino al Trecento, nei ricettari non v’è traccia della parola “polpetta”

Polpette con patate e carne lessata alla toscana

Ingredienti per 6 persone
  • 300 gr. di carne lessata di manzo e vitello macinata,
  • 200 gr. di patate,
  • 2 uova. parmigiano grattugiato,
  • un panino raffermo,
  • pangrattato,
  • aglio,
  • prezzemolo,
  • latte,
  • olio d’oliva,
  • sale e pepe.
Preparazione

Lessare le patate con la buccia, spellarle e schiacciarle con lo schiacciapatate.
Passare al mixer il panino ammorbidito nel latte e strizzato insieme alla carne lessata e amalgamare il tutto con le patate lesse.

Aggiungere il prezzemolo e uno spicchio d’aglio tritati e 3 cucchiai abbondanti di parmigiano, le uova, un pizzico di sale e di pepe. Amalgamare bene, formare delle polpette leggermente schiacciate e allungate, passarle nel pangrattato e friggerle in abbondante olio bollente. Sgocciolarle su carta assorbente e servire.

Vino

Naturalmente gli ottimi vini rossi toscani

polpette toscane
Polpette con patate e carne lessata alla toscana
Mozzarella in carrozza alla maniera di Petronilla

Mozzarella in carrozza alla maniera di Petronilla

.« Conoscete il piatto?
Una volta esso era esclusivamente, si può dire, napoletano; ma da quando le buone mozzarelle (i bianchi formaggini fatti con il latte di bufala) si sono piano piano diffusi in tutta quanta la nostra Italia, esso è diventato piatto… universalmente italiano.

È piatto, anche, sì spiccio, sì economico, si adatto a completare (dopo una buona minestra) un comune desinare, che se qualcuna di voi, amichette mie, ancora non lo conoscesse, voglio non perda tempo a farne l’intima conoscenza. Un po’ vario è il modo di allestire il piatto (ché alcune ricorrono anche al latte); ma quello mio, quello di Petronilla, quello, quindi, sopra tutti «l’ottimo» è questo:

Compero mozzarella e pan da crostoni¹. Taglio, con coltello affilato, il pane a fette alte non più di 1 cm. e ½; e, tagliando a ciascuna la crosta, le riduco in forma quadrata². Taglio, a fettine traverse, anche la mozzarella, e a fettine che siano grosse al massimo 1 cm. Colloco, tra 2 fette di pane, 1 di mozzarella; cerco, con appositi tagli o aggiunte, che la mozzarella pareggi i pani in grandezza; faccio così una… carrozza ( e vi dirò, poi, perchè carrozza) e ne calcolo 2 per commensale. .

mozzarella2 mozzarella carrozza petronilla-3 mozzarella carrozza petronilla-

 

.

 

 

Schiaccio leggermente ogni carrozza; infarino, ad ognuna, con farina bianca, i 4 lati del contorno; e poscia li bagno lievemente con acqua tiepida per, così, chiuderli, rinsaldarli per bene, affinchè la mozzarella non se ne sfugga (acqua e farina insieme miste, non costituiscono, infatti, una buona, una energica colla?)..

4 mozzarella carrozza petronilla-5 mozzarella carrozza petronilla-6 mozzarella carrozza petronilla-

 

 

 

 

Passo, una alla volta, le carrozze in uovo battuto e lievemente salato, le ripasso nel pane grattugiato e setaccio, e le metto in… rimessa fino a poco prima del desinare.

7 mozzarella carrozza petronilla-8 mozzarella carrozza petronilla-9 mozzarella carrozza petronilla-

.

.

.

.

Allora, in padella e a fuoco alto, olio abbondante (dico io, e dicono Ligure e Toscane); strutto (dicono invece le Napoletane); burro (soggiungono le Lombarde); e nel grasso bollente, 2 alla volta, friggo³ le carrozze scuotendo spesso la padella perchè non si attacchino al fondo – dando loro, cioè, degli scuotimenti simili a quelli che… scuotono chi se ne sta in carrozza – le rivolto; le tolgo di mano in mano che saran dorate d’ambo i lati; le scolo; le asciugo su carta asciugante; le dispongo sul piatto; tengo questo al caldo sopra una pignatella d’acqua bollente; porto in tavola e… Ed ivi, dalle carrozze, si compirà l’ultimo viaggio: quello dal piatto agli stomachi nostri. »

mozzarella carrozza

  Altre ricette di Petronilla 1935
  • ¹Io ho usato il pancarré ai 5 cereali e semi di lino.
  • ²I ritagli li ho passati nell’uovo battuto e nel pane grattugiato; quindi li ho fritti.
  • ³Perchè risultino più leggere si possono cuocere in forno,… ma è tutto un altro sapore.

11 mozzarella carrozza petronilla-

Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
Mozzarella in carrozza alla maniera di Petronilla Starters 06.jpg [[File:Starters 06.jpg|Starters_06]]
cotoletta magnolia

Cotolette di… Fiori di Magnolia

Edule significa edibile, commestibile. Cioè possiamo prendere alcuni fiori del nostro giardino e usarli tranquillamente per decorare una torta o fare un risotto! In alcuni casi, non tutta la parte del fiore è commestibile ma solo i petali. In altri si può consumare anche lo stelo.

La maggior parte delle persone ignora che i fiori di magnolia si possano utilizzare anche in cucina, e risultano molto buoni cucinati fritti con la pastella, come le cotolette di carne, oppure le cotolette di funghi Pleurotos o le Mazze di tamburo in salsa di nociOltre alla bellezza questi fiori forniscono effetti benefici per la nostra salute come l’ olio da essi estratto, dal caratteristico aroma. E’ questo un rimedio utile alle persone che soffrono di pressione alta; infatti, questo olio ha la caratteristica di riuscire ad abbassare la pressione, oltre a controllare il battito del cuore e donare un senso di calma. Per quanto riguarda l’industria cosmetica, invece, l’olio essenziale di magnolia si caratterizza per donare un altissimo livello di elasticità e morbidezza ad una pelle che è secca e disidratata.

Screenshot (699)

La ricetta di katia spina – Cookaround
Ingredienti per 4 persone
  • 32 petali di magnolia,
  • 4 uova,
  • pane grattugiato,
  • sale q.b.,
  • olio per friggere
Preparazione

Lavate bene i fiori ed asciugateli altrimenti anneriscono. Passateli nell’ uovo precedentemente sbattuto e salato. Passateli nel pane grattugiato. Friggeteli in abbondante olio caldo fino a doratura. Scolateli e asciugateli su carta da cucina. Regolate il sale in superficie.

Cotolette di… Fiori di Magnolia (2)    fiori magnolia cotolette    Cotolette di… Fiori di Magnolia    Cotolette di… Fiori di Magnolia (3)

 katia_spina

Vino
I vini da scegliere sono certamente gli spumanti: l’anidride carbonica, che origina la spuma, è ripulente del gusto così da tenere un’efficace antagonista delle preparazioni grasse e dei fritti, rendendo la portata più fresca e leggera. potremmo optare per un Franciacorta, con bollicine finissime, persistenti, e spuma ricca. Ha sentori di frutto di bosco, mentre il sapore è secco, con sensazioni di frutta e possibili note amarognole.
Come regola generale quindi se i funghi sono gli unici protagonisti del piatto, o sono accompagnati da amidi come pasta, riso, polenta e patate, il vino sarà necessariamente delicato. Se invece guarniscono cibi più saporiti, il vino da scegliere dovrà saper bilanciare la componente più saporita del piatto, ossia la carne.      everywine.biz

Fiori in cucina. Ricette con i fiori eduli

Cotolette di funghi Pleurotus

Mazze di tamburo fritte in salsa di noci

Cotolette in umido per il “pranzo della Battitura” delle famiglie di inizio ‘900

Di JLPC – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22569896 Cotolette di Fiori di Magnolia
cotolette in umido

Cotolette in umido per il “pranzo della Battitura” delle famiglie di inizio ‘900

Cotolette di carne di maiale al pomodoro con patatine fritte
 “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”: Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

battitura

Per 6 persone

Fate colla carne sei grosse bistecche¹. Tritare 200 grammi di prosciutto e unitelo a due uova e ad una cucchiaiata di formaggio pecorino.

Impanare le bistecche passandole più volte in ovo, pangrattato e nel composto suddetto.

prosciutto grissinicotolette in umido (2)farrottoorzotto-al-pomodoro-L-_YTkal

.

.

.

.

Friggere le cotolette in padella con grasso (strutto) bollente e riporle in un tegame con abbondanti pomidori freschi e ben maturi, tagliati a pezzi e con due bicchieri di vino nero secco. Salare e pepare e profumare di alloro e basilico che verranno tolti alla fine della cottura e lasciare insaporire il tutto per venti minuti.

Le cotolette si possono fare con carne¹ di bovino, di suino, di coniglio, di tacchino, di pollo e di anatra.

  • ¹Le Fette per cotoletta sono ricavate dalle parti meno grasse del vitello, come la fesa, la sotto fesa, il lacerto o la noce. Questi tagli di carne sono caratterizzati dalla ridottissima presenza di grasso, sempre esterno e mai interno alla fetta, e da una consistenza molto tenera.

cotolette in umido (3)

Menù per PRANZO della BATTITURA DEL GRANO delle famiglie nobiliari ravennati di inizio ‘900 (Romagna)

Cutlet Pork Fillet with Franch Fries on Sizzling Plate.jpg [[File:Cutlet Pork Fillet with Franch Fries on Sizzling Plate.jpg|Cutlet_Pork_Fillet_with_Franch_Fries_on_Sizzling_Plate]]
cotolette funghi mazze di tamburo

Mazze di tamburo fritte in salsa di noci

La mazza di tamburo (Macrolepiota procera) è volgarmente conosciuta anche come puppola, bubbola maggiore, ombrellone o parasole. È uno dei più vistosi, conosciuti ed apprezzati funghi commestibili. La sua tossicità da cruda, caratteristica poco nota e comune ad altre specie congeneri, è causa di non infrequenti intossicazioni (v. le note sulla commestibilità).

Una volta fritte, possiamo servire i funghi accompagnati da una deliziosa Salsa alle noci

mazze di tamburo salsa noci

Mazze di tamburo fritte, la ricetta di Paolera

Ingredienti
  • 8 funghi (quelli che ho trovato io)
  • 5 uova, un goccio di latte,
  • pane grattugiato,
  • olio extra vergine,
  • sale e pepe.

Cotolette di funghi mazze di tamburo

Preparazione

il procedimento è semplicissimo: immergerli nell’uovo sbattuto al quale ho aggiunto un goccio di latte e un pizzico di sale per renderlo più fluido..

Cotolette di funghi (2)Cotolette di funghi (3).Cotolette di funghi (4)

.

.

 

.e passarli nel pane grattugiato che ho fatto frullando grossolanamente del pane secco integrale con del pane secco normale.

Cotolette di funghi (5)Cotolette di funghi (6)funghi .

.

.

.

Ecco la pila pronta per la frittura in una capiente teglia aspettiamo che l’olio diventi molto caldo.. e incominciamo.. rigiriamoli…eccoli pronti..vi consiglio di mangiarli caldi.

Vino
I vini da scegliere sono certamente gli spumanti: l’anidride carbonica, che origina la spuma, è ripulente del gusto così da tenere un’efficace antagonista delle preparazioni grasse e dei fritti, rendendo la portata più fresca e leggera. potremmo optare per un Franciacorta, con bollicine finissime, persistenti, e spuma ricca. Ha sentori di frutto di bosco, mentre il sapore è secco, con sensazioni di frutta e possibili note amarognole.
Come regola generale quindi se i funghi sono gli unici protagonisti del piatto, o sono accompagnati da amidi come pasta, riso, polenta e patate, il vino sarà necessariamente delicato. Se invece guarniscono cibi più saporiti, il vino da scegliere dovrà saper bilanciare la componente più saporita del piatto, ossia la carne. everywine.biz

Salsa ligure di noci

Cotolette di funghi Pleurotus

[[File:Parasol mit Pilzsauce.jpg|thumb|Parasol mit Pilzsauce]]Mazze di tamburo in salsa di noci
Filetto di persico impanato e cotto in forno

Filetto di persico impanato e cotto in forno

Il persico reale chiamato comunemente in Italia pesce persico o ancora più semplicemente persico è un pesce di acqua dolce. Il pesce persico ha carni squisite e in Italia è oggetto di pesca professionale.  Piatti a base di questo pesce sono diffusi maggiormente in Lombardia e nel Lazio, grazie alla sua particolare diffusione nel Lago di Como, Lago d’Iseo, nel Lago di Garda e nel Lago Maggiore in Lombardia e nei laghi vulcanici di Bolsena, Vico, Bracciano nel Lazio ed infine nel lago di Piediluco in Umbria. Viene usato per secondi piatti, in genere fatto a filetti e cucinato alla griglia o fritto. È un piatto comune nei Paesi scandinavi.
Nelle zone del Lago di Como viene utilizzato per la preparazione del tradizionale risotto al pesce persico. Nelle zone del Lago di Garda viene cucinato con una salsa a base di aglio, olio, sale, limone e prezzemolo. In alcune zone della Toscana e dell’Umbria viene abbrustolito sulla brace di canna lacustre e servito senza lisca in piccoli pezzetti, condito con olio extra vergine d’oliva a crudo, poco aceto, sale e pepe; il piatto prende il nome di brustico.

 

Filetti di pesce persico impanato in forno

 

Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 2 filetti di persico,
  • 2 spicchi d’aglio,
  • pane grattugiato q.b.,
  • 1 cucchiaino di timo,
  • 1 cucchiaino di origano,
  • 2 foglie di salvia,
  • rosmarino,
  • olio extravergine d’oliva (evo),
  • sale e pepe.
Preparazione

Sciacquate i filetti di persico, ed asciugateli tamponando con carta assorbente da cucina.
Ungete una teglia da forno abbastanza capiente da contenere interamente il filetto oppure, come ho fatto io, ricoprite la teglia con carta alluminio.
Tritate finemente l’aglio, il timo, l’origano, la salvia e il rosmarino (o usate gli aromi in vasetto in polvere),quindi preparate la panatura mettendo in un vassoio abbondante pangrattato (io l’ho grattugiato non molto fine), il trito di aromi, sale e pepe. Mischiate con le mani in modo da amalgamare bene il tutto.

1 filetto pesce persico impanato-Ahvenia 2 filetto pesce persico impanato- 3 filetto pesce persico impanato-

 

 

 

Ungete un po’ i filetti ed impanateli da entrambi i lati: premete con le mani così da far aderire bene la panatura. Adagiate i filetti di persico impanati nella teglia da forno. Infornate in forno preriscaldato a 180 gradi per mezz’ora. Sfornate e servite subito: la panatura sarà deliziosamente croccante.

File:Risotto al persico.JPG

Risotto con filetti di persico

Risotto con pesce persico impanato

Filetti di branzino al forno con pomodori

Filetti di trota salmonata al profumo di aceto bianco con verdure

I classici. Pesce in tranci: Palombo al cognac

Filetto di persico impanato e cotto in forno [[File:Risotto al persico.JPG|Risotto_al_persico]]
fegato asparagi Steak_and_asparagus_-_Massachusetts

Fegato con asparagi all’aceto di mele

Ricicliamo gli avanzi

Ecco cosa potete fare dei gambi di asparagi  rimasti da una preparazione dove avete utilizzato solo le punte:

Ingredienti per 4 persone
  • 600 gr. di fegato di vitello a fettine sottili,
  • 500 gr. di asparagi,
  • 1 cipolla piccola,
  • una manciata di prezzemolo,
  • 2 cucchiai di aceto di mele,
  • burro,
  • pangrattato,
  • sale e pepe.
Preparazione

L’intingolo di asparagi:
Lavate bene gli asparagi e spezzateli al limite della parte verde con quella bianca, in modo da essere sicuri di avere solamente la parte commestibile: è meglio spezzare i gambi, perchè tagliandoli non si può avere la certezza di scartare tutta la parte più dura.
Tagliate a pezzetti i gambi di asparagi già cotti; tagliate a fettine la cipolla e tritate il prezzemolo.
In un coccio fate fondere un po’ di burro su fiamma dolce, quindi mettete a rosolare la cipolla con il prezzemolo. Versate l’aceto, mescolate e fatelo sfumare. Unite i pezzetti di asparagi, mescolate delicatamente e fate insaporire. Spegnete il fuoco, ma tenente in caldo.

Impanate le fettine di fegato premendo con il palmo della mano, perchè il pangrattato aderisca bene. Nella padella fate sciogliere e schiumare il burro su fiamma vivace. Quando la schiuma comincia a sciogliersi,, adagiate in padella le fettine di fegato (se non avete una padella così grande da accoglierle tutte dovrete cuocerle in 2 riprese). Cuocete a fuoco vivace per 5 minuti circa, girando una sola volta. Servite le fettine in un piatto di portata dove avrete accomodato anche gli asparagi all’aceto di mele.

Potete servire il fegato a striscioline croccanti:

  • adagiate in padella le fettine di fegato impanate. Cuocetele a fuoco vivace per 5 minuti circa, girando una sola volta. Tagliate le fette in striscioline prima di passarle nel piatto di portata.
 Vino

Abbinare un vino in una ricetta dove è presente l’aceto è sempre un problema, si può accostare ad un vino bianco leggero. Soave, Vermentino, Verdicchio, Pinot

Fegato alla contadina con cipolle rosse

Fegato di maiale (nella sua rete) alla maniera di Petronilla

[[File:Steak and asparagus – Massachusetts.jpg|Steak_and_asparagus_-_Massachusetts]]
Sartù (o Sortù) di riso

Il “sublime” Sartù (o Sortù) di riso

.
Nella cucina napoletana il riso è raro ma non sconosciuto. Con il riso si prepara un piatto addirittura storico, come la Pastiera. Con il riso si fa il Sartù, che è un timballo elaboratissimo, dalla forma cilindrica.
Il sartù è uno dei piatti più ricchi della cucina napoletana, già citato da Vincenzo Corrado (1736-1836) – Il cuoco galante. Oggi il nome si applica solo alla preparazione a base di riso, mentre nel Settecento indicava genericamente i vari timballi. Fino a Ippolito Cavalcanti – Cucina teorico pratica 1839, queste preparazioni erano chiamate sortù e la parola originaria era probabilmente il francese surtout (soprattutto). In Francia non esiste un equivalente gastronomico, ma del resto la parola surtout indica anche un indumento che si indossa sopra tutti gli altri, come pure lo stampo esterno usato per la fusione delle campane.t
Ecco dunque spiegato il significato del sartù: riso o maccheroni stanno sopra tutto il resto, ossia contengono il ripieno. roma-gourmet.net
Corrado

Corrado p. 130

Cavalcanti

Cavalcanti p. 56

 

 

 

 

sartù di riso

Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 200 gr. di carne di manzo tritato,
  • mollica di pane bagnata nel latte e spremuta tanto quanto un mandarino,
  • 350 gr. di riso, brodo,
  • 100 gr. di rigaglie di pollo,
  • 100 gr. di salsiccia,
  • un pugno di funghi secchi,
  • 100 gr. di piselli,
  • 2 uova intere,
  • pepe, sale,
  • salsa di pomodoro (preparata con 1 kg. di pomodori freschi),
  • burro,
  • farina,
  • parmigiano.

Per la crosta:

  • Pangrattato,
  • 1 tuorlo sbattuto con un sorso di latte.
Preparazione

Con la carne e con la mollica di pane fate delle polpettine piccole come nocciole, infarinatele leggermente e fatele rosolare nel burro. (o nello strutto). mettete a parte un terzo della salsa di pomodoro e mettete il rimanente in una casseruola. Quando bollirà, gettatevi il riso, cha farete cuocere al dente aggiungendo come al solito del brodo.

Quando il riso sarà pronto, versatelo in una terrina e lasciatelo intiepidire, prima di aggiungervi le uova, mescolando come per una frittata. Tagliate a pezzetti non troppo piccoli le rigaglie di pollo; spremete, dopo averli ammollati, i funghi, tagliateli a pezzetti e fate rosolare fegato e funghi nel burro.

sartù riso (2)sartù riso (3)sartù riso (4).

.

.

.

A parte cuocete al burro anche i piselli. Aggiungete ai funghi e alle rigaglie i piselli e la salsiccia tagliata a fettine, salate, pepate, fate cuocere tutto per qualche minuto con la salsa di pomodoro messa da parte e avrete così pronta la guarnizione.

Prendete uno stampo liscio e piuttosto alto, ungetelo con burro (o strutto) e cospargetelo di pangrattato, badando che aderisca bene; bagnate tutto l’interno con il tuorlo sbattuto, con poco latte e cospargete ancora pangrattato. Ripetete questa operazione (che serve a formare poi la crosta del sartù) tre volte. Versate nello stampo il riso, risalendo dal fondo in modo da rivestire le pareti e lasciando in mezzo un vuoto.

Riempite con l’intingolo. Alternate questa guarnizione con le polpettine e con fettine di mozzarella e chiudete poi il sartù con uno strato di riso che cospargerete di pangrattato e fiocchetti di burro.

Passate il timballo in forno caldo. Togliete il sartù dal forno quando la superficie apparirà dorata. Attendete 5 minuti prima di sformare il sartù nel piatto di servizio, poi servitelo presentando a parte il parmigiano grattugiato.

Enciclopedia della Donna 1965

Sartù (o Sortù) di riso: le ricette del Corrado 1793 e del Cavalcanti 1837

spaghetti noci quaresima macccheroni lunghi

Maccheroni lunghi (spaghetti) al pangrattato da Quaresima dell’ Artusi

Il Risorgimento della cucina italiana
Il 2011 è stato l’anno dei 150 anni dall’Unità d’Italia ma anche dei 100 anni dalla morte di Artusi. E’, quindi, un’occasione per ricordare il contributo di Pellegrino Artusi alla formazione di un’identità nazionale basata anche sulla varietà che si ritrova in una tavola imbandita.

« Molti leggendo questa ricetta esclameranno: – Oh che minestra ridicola! – eppure a me non dispiace; si usa in Romagna e, se la servirete a dei giovanotti, sarete quasi certi del loro aggradimento.

Pestate delle noci framezzo a pangrattato, uniteci dello zucchero a velo e l’odore delle spezie e, levati asciutti gli spaghetti dall’acqua, conditeli prima con olio e pepe, poi con questo pesto a buona misura.

Per grammi 400 di spaghetti, che possono bastare per cinque persone:

Noci sgusciate, grammi 60.
Pangrattato, grammi 60.
Zucchero bianco a velo, grammi 30.
Spezie fini, un cucchiaino colmo. »

Pellegrino Artusi (18201911) è stato uno scrittore, gastronomo e critico letterario italiano; fu autore di un notissimo libro di cucina, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene.
Il caso del minestrone ed il colera
Di particolare interesse è una testimonianza dello stesso Artusi riguardo ad una sua disavventura avvenuta durante la stagione dei bagni a Livorno, nel 1855, quando lo stesso gastronomo entrò a diretto contatto con il colera, la malattia infettiva che in quegli anni mieteva molte vittime in Italia.
Giunto a Livorno, Artusi si recò in una trattoria per cenare. Dopo avere consumato il minestrone, decise di prendere alloggio presso la palazzina di un certo Domenici in piazza del Voltone. Come Artusi testimonia, passò la notte in preda a forti dolori di stomaco e diede la colpa per questi ultimi al minestrone. Il giorno dopo, di ritorno a Firenze, gli giunse la notizia che Livorno era stata colpita dal colera e che il Domenici ne era caduto vittima. Fu allora che comprese chiaramente la situazione: non era stato il minestrone, ma i primi sintomi della malattia infettiva a procurargli i forti dolori intestinali.Artusi: Giugno - Nota pranzo I
L’episodio convinse l’Artusi a scrivere una personale e celebre ricetta del minestrone.

 

Mangiari di Quaresima dei ricchi e dei poveri di inizio ‘900: Favata, Ceciata, Fagiolata, Poveretta

Capricci di Mezzaquaresima, cookies alle mandorle

Nidi di tagliatelle dolci e fritti, per Mezzaquaresima

Mangiari di metà Quaresima, detta anche della SÉGAVÈCIA (Segavecchia), dei primi del ‘900

palle ripiene patate ragù (2)

Palle di patate ripiene, ricetta dei primi del ‘900

.“Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”.
Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985

«Palle di patate ripiene
Patate grammi 500, parmigiano grattugiato 3 cucchiai, uova numero 3, odore di noce moscata, farina quanto basta.
Lessare le patate e passarle al setaccio. Fare una buca nel monte delle patate, salarle, peparle e odorarle di noce moscata e versare le uova e il parmigiano poi con meno farina che si può, fare un pastone e dividerlo in 18 parti ed ognuna di queste ridurle in palle e fare col dito un incavo nel quale introdurre il ragù. Infarinare e friggerle con strutto o olio.

Ragù per le palle ripiene
Manzo tritato grammi 200, fegatini di pollo tritati 2, prosciutto crudo tritato grammi 100, burro grammi 50, sale e pepe, 1 cucchiaio di pomidoro, 1 bicchiere di brodo»

patate gnocchi purèpatate_funghi_al_forno

palle ripiene patate ragù

 

Hınıs Köftesi Hinisim.jpg [[File:Hınıs Köftesi Hinisim.jpg|Hınıs_Köftesi_Hinisim]] Mashed Potatoes (140491073).jpeg [[File:Mashed Potatoes (140491073).jpeg|Mashed_Potatoes_(140491073)]]
crema fritta

Crema fritta alla maniera di Petronilla

 «Poco fa, entro nella bottega del fornaio, e chi vi trovo? La Damia, la vecchia mia amica, che sta comperando dei rombi di crema, di quella tal crema che prima s’indora e poi si frigge nel burro o nell’olio. Nel veder la Damia far l’acquisto, io le faccio gli occhiacci; dimeno la testa; le parlo persino pian piano; ma… la Damia, insensibile e sorda, compera; paga; e infine, esce con me. “La crema dolce la compero (tosto mi dice, accennando al pacchetto) perchè io non so farla; perchè a noi piace tanto; e infine perchè (hai visto tu pure) costa così poco!”.
Tutto il mio istinto casalingo e cucinario allora si desta, prorompe, e scatta: “Per questo tu comperi la crema? Nulla sai, dunque, di saggia economia, e di genuini ingredienti, e di saporiti cibi? Della crema ti scrivo subito la ricetta; e tu leggila; e conservala e fanne tesoro; e, d’ora innanzi, prepara sempre tu stessa la crema; e vedrai come, fatta da te, ancor meno ti costi; poco tempo ti rubi; e riesca ancor più squisita!”
***
Così, per la Damia, ho scritto la ricetta: “Metti, in una casseruola, un uovo, un etto di farina bianca e un goccio di latte. Stempera col cucchiaio di legno e aggiungi, a poco a poco, e sempre mescolando, altro latte (a questo scopo ne avrai comperato mezzo litro). Quando il tutto sarà per bene amalgamato, metti a fuoco la casseruola e, mescolando, cucina per circa dieci minuti, fino a che la crema si sarà per bene addensata. Togli dal fuoco la casseruola e unisci subito un rosso d’uovo (metti da parte l’albume), un cucchiaio colmo di zucchero e un po’ di scorza di limone raschiata.
.
 .
Mescola con energia; versa la crema sul tavolo di marmo, o su larghi piatti, bagnati; stendila col coltello in modo da farne uno strato uniforme e alto un centimetro circa; lasciala raffreddare; tagliala a rombi o in quadrati larghi 3 dita; passali nella farina bianca; poi in un uovo intero battuto insieme a quell’albume messo da parte; e infine nel pane grattugiato. Poco prima del pranzo, in una casseruola, riscalda a bollore dell’olio. Friggivi 3 creme alla volta. Scolale per bene; e disponile, di mano in mano, nel piatto ricoperto da una salvietta. Inzucchera e… … e mi saprai poi dire, cara Damia, e mi saprete voi pure dire (qualora abbiate la stessa abitudine dell’amica mia) se la crema da friggere sia meglio comperarla o farla noi stesse, nella nostra padella, e sul nostro fornello.»
Ricette di Petronilla 1939
La presentazione dei dolcetti fritti
  • Fritti leggeri e voluminosi come cenci e frappe si servono in grandi vassoi dove formano una bella cupola. A parte si presenterà altro zucchero vanigliato nello spargizucchero.
  • Castagnole e frittelline si servono in vassoi piccoli, coperti con un tovagliolino o un disco di carta pizzettata.
Enciclopedia della donna 1965

Petronilla, chi era? Ricette della Petronilla libri

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali

Crema pasticcera per farcire le Crêpes

Crema fritta Petronilla PreparedPotatoes.jpg[[File:PreparedPotatoes.jpg|PreparedPotatoes]]
pasta avanzata romanella spaghetti

La “Romanella”, la ricetta-sonetto di Aldo Fabrizi – Ricicliamo la pasta avanzata

Non buttiamo la pasta avanzata, la possiamo riciclare per il giorno dopo. Ci sono diverse soluzioni per riproporla in modo gustoso e non buttarla nell’immondizia.

  • Pasta (io avevo gli spaghetti col tonno) avanzata croccante.
    Ungete una padella aderente di giusta misura, con olio o burro. Versate la pasta, ricoprite con pangrattato e una manciata di parmigiano grattugiato. Rimescolate bene. Attenzione, a non bruciarla. Fate bene rosolare, mescolando, su fuoco vivace finchè la pasta risulterà croccante.
  • Pasta avanzata in forno
    Se di pasta ne è rimasta una quantità considerevole: mettetela in una teglia, ricopritela di besciamella e/o formaggio grattugiato e pane grattugiato. Se vi va potete aggiungere anche delle verdure. Gratinate in forno a 200 gradi circa.
  • Frittata di pasta
    Se la quantità è poca: sminuzzatela e amalgamatela con delle uova. Aggiungete il sale, il pepe, formaggio grattugiato e noce moscata.
  • Torta salata di pasta avanzata
    Mescolare la pasta con panna, uova sbattute, sale e pepe. Cuocetela in forno a 200 gradi per 15 minuti circa. Foderare una teglia con pasta sfoglia.

Romanella, spaghetti avanzata

La “Romanella”. Le ricette-poesie di Aldo Fabrizi

I
Mì nonna, benedetta indó riposa,
se comportava come ‘na formica
e puro si avanzava ‘na mollica
l’utilizzava per un’antra cosa.

Perciò er dovere primo d’ogni sposa,
pure che costa un’oncia de fatica,
è d’esse sempre, a la maniera antica,
risparmiatrice, pratica e ingegnosa.

Si avanza un po’ de pasta, mai buttalla:
se sarta co’ un po’ d’acqua solamente,
pe’ falla abbruscolì senz’abbrucialla.
E la riuscita de ‘sta Romanella¹
che fa faville e che nun costa gnente
dipenne da ‘na semplice padella.

II
Mò l’urtima invenzione è ‘na padella,
che quello che se còce poi se stacca,
mastice, colla, pece e ceralacca,
se rivorteno come ‘na frittella.

‘Sta novità sarà ‘na cosa bella,
ma dato che la Pasta nun attacca
in pratica sarebbe ‘na patacca²
perché dev’esse mezz’abbruscatella.

Vedete, er gusto nun dipenne mica
dar fatto che diventa più odorosa,
ma dar sapore de padella antica³.

E detto questo, porca la miseria,
fò a meno de la chiusa spiritosa,
perché ‘sto piatto qui è ‘na cosa seria!

¹Rimaneggiatina, rifacimento, aggiustatella.
.
²Una buggeratura, una patacca: come quando una moneta falsa (che vale un’ acca) si paga per antica.
.
³Di quelle vecchie padelle di ferro che in certe famiglie si tramandano da una generazione all’ altra, con la preghiera di non lavarle mai con acqua. Arcaiche, fedeli, nere, care padelle di casa, nelle quali non attacca più niente, e non per il velo di una sostanza chimica che non si sa di che accidente è fatto, ma per la patina dell’ uso e del tempo che l’ hanno trasformata in un pezzo d’ antiquariato, in un oggetto sacro, che ricorda le cose buone di un’ epoca poetica… basta! Scriverò una poesia intitolata La padella de nonna e se non darà brividi di commozione, parola mia, me la darò in testa!
Aldo Fabrizi – La pastasciutta 1974

Ricette-sonetto di Aldo FABRIZI

la pastasciutta A Fabrizi 1974 libri

1 di 1

 Aldo Fabrizi (Roma, 1905 -1990) è stato un attore, sceneggiatore, regista e poeta italiano. Di umile famiglia (la madre gestiva un banco di frutta e verdura a Campo de’ Fiori) a undici anni rimase orfano del padre Giuseppe, morto in un grave incidente. Costretto ad abbandonare gli studi per contribuire al sostentamento della numerosa famiglia, che comprendeva anche cinque sorelle – tra le quali Elena Fabrizi (1915-1993), in seguito soprannominata sora Lella – si adattò a fare i lavori più disparati. Appassionato di gastronomia amava in modo particolare cucinare la pasta e, sulla pasta e le sue tante e diverse ricette, scrisse anche alcune  poesie in dialetto romanesco.
Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain

Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain. Ma cosa sono gli epigrammi?

La parola “Epigrammi” usata al plurale indica una classica preparazione della cucina francese diffusasi in tutto il mondo. Termine già noto nel ‘600 (di epigrammi parla la Varenne), del quale non si hanno notizie certe di come sia arrivato alla gastronomia dalla letteratura (l’epigramma è un brevissimo componimento poetico di solito satirico). Oggi, queste preparazioni consistono nel matrimonio di cotolette d’agnello e fettine di petto d’agnello lessato o brasato, passate nell’uovo per essere impanate e fritte. [continua]

Epigrammi di agnello Saint-Germain alla moda di Escoffier

«Ingredienti per 6 persone. Scegliere sempre dell’agnello grasso e bianco, tagliare il petto del carré e farlo brasare o cuocere nel brodo.

Quando i petti sono cotti, scolarli, deporli in un vassoio e disossarli; salare leggermente e mettere sotto un peso; lasciar raffreddare, tagliare a forma di bocconcini; mascherare appena di Salsa bechamel; passare nell’uovo sbattuto, poi nella mollica di pane appena preparata e far dorare sui due lati nel burro chiarificato. A parte, tagliare in costolette i carré di 2 petti, condirli e farli saltare nel burro.

Sciogliere il fondo della casseruola con qualche cucchiaio di buon fondo di vitello arricchito da 2 cucchiai di glassa di carne e da qualche ricciolo di burro fresco, con l’aggiunta di poche gocce di succo di limone. Servire questa salsa a parte in una salsiera. disporre i bocconcini in un piatto tondo intercalando i pezzi di petto e le costolette.

Contorni idonei: punte di asparagi, piselli, fave d’orto, cetrioli cremolati, macedonia di legumi e purè vari»

A. Escoffier- Il grande libro della cucina francese

.

   Epigrammi di agnello Saint-Germain

agnello epigrammi escoffier

 Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 1,500 kg. di agnello con osso (spalla, petto),
  • 1 costola di sedano,
  • 1 carota,
  • 1 cipolla,
  • 50 gr. di farina,
  • 2 tuorli d’uovo sbattuti,
  • pane grattugiato per impanare,
  • 100 gr. di burro,
  • 2 foglie di salvia,
  • sale e pepe nero appena macinato.
Attrezzatura

Un tovagliolo; un po’ di spago sottile; una padella per fritti; carta da cucina assorbente.

Tempo di preparazione: 45 minuti – Tempo di riposo: 2 ore – Tempo di cottura: 3 ore.
Preparazione

Ponete in una pentola la carne con poca acqua bollente, unite le verdure, il sale e fate cuocere, a fuoco moderato per circa due ore e mezzo, fino a che la carne sarà quasi spappolata. Scolate e disossate la carne quando è ancora calda e sistematela su un tovagliolo pulito che arrotolerete a forma di salsicciotto legandone strettamente le due estremità con lo spago.

Ponete il salsicciotto appena preparato sotto un peso in modo da comprimere bene la carne e lasciatelo così per circa due ore. Slegate quindi il tovagliolo e tagliate la carne a fette piuttosto spesse. Infarinatele e passatele prima nei tuorli d’uovo sbattuti e poi nel pane grattugiato.

Fate sciogliere nella padella il burro con la salvia e, quando sarà ben caldo, fatevi dorare uniformemente le fette di carne da ambo le parti; passatele quindi nella carta assorbente, salatele, pepatele e servitele subito ben calde.
.

  • Questi epigrammi sono ottimi serviti con purea di piselli al burro.
  • La ricetta può essere semplificata tagliando semplicemente la carne d’agnello, cruda, a medaglioni piccoli e facendoli saltare nel burro.
Vino

Sangiovese di Romagna servito a 18°C, Barbacarlo (Oltrepò Pavese (Lombardia) servito a 18°C, Chianti dei Colli Senesi (Toscana) servito a 18°C.

La mia cucina pratica 1988

 

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

Salsa alla menta della Petronilla

La salsa al rafano

Salsa Villeroy per le costolette di agnello alla Escoffier

By Paul Lowry – Flickr: Platter of Lamb Fries, CC BY 2.0, Escoffier: Epigrammi di agnello Saint-Germain