Marmellata senza zucchero (uva e pere) Petronilla

Marmellata senza zucchero (con uva e pere) della Petronilla

« Poichè quella tale marmellata che vi ho insegnata, quella… che costa proprio niente e che si fa coi pomidoro acerbi, ha fatto, come si suol dire… colpo, oggi voglio insegnarvene un’altra, che costa ancora meno, in quanto che, per farla, non occorre nemmeno lo zucchero; quello zucchero, intendo, che si deve comperare dal droghiere.

Occorrono, invece, uva e pere, ma se voi, econome massaie, sapete quanto costa al chilo l’uva, quanto le pere e quanto lo zucchero, potete far subito i vostri conti e, naturalmente, i relativi confronti.

Per fare una tale marmellata, comprate 8 chili di uva, ma di uva che sia molto dolce, cioè ricca di quegli zuccheri naturali che abbondano nei frutti quando sono stramaturi (io, per far la marmellata, ho ricorso all’uva moscata); schiacciatela su di un setaccio; raccogliete il mosto in una pignatta; fatelo bollire; appena leverà il bollore, abbassate la fiamma; e, mescolando spesso, lasciate ancora bollire, ma sempre adagio adagio, e fino a che il mosto, bene ispessito, si sarà ridotto a circa metà del suo volume.

Aggiungete, allora, 1 chilo e 1/2 di pere sbucciate, tagliate in quattro, e ben monde dei loro semi. Fate ancora bollire; e sempre mescolando di tratto in tratto; e sempre a fiamma molto bassa; ché, se la marmellata si appiccicasse e bruciasse sul fondo della pignatta, sarebbe tutto rovinato! Dopo un’oretta di bollitura, la marmellata è fatta, e pronta per essere invasata!

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Se voi, ora, pensate che questa marmellata senza zucchero sia una trovata della mia fantasia, voi sbagliate proprio della grossa; e se, facendola, la troverete squisita (come squisita l’ho trovata io che l’ho fatta proprio ieri) non la solita Petronilla dovrete ringraziare, ma bensì una gentile marchesa che dalla nostra bella Riviera ha voluto mandare per tutte noi (cuoche e massaie) questa sua preziosissima ricetta.»

da Ricette di Petronilla Ed.Olivini 1938

Come STACCARE la marmellata dal tegame: occorre grasso non salato. Fatelo riscaldare. La parte bruciata si staccherà in una sola pellicola, lasciando intatta la superficie della casseruola.

Golosità fatte in casa Come sterilizzare i recipienti

Come sterilizzare i recipienti per una perfetta conservazione di frutta e verdura

Personalizziamo i barattoli delle marmellate

Personalizziamo i barattoli delle conserve fatte in casa

Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»
Ricette di Petronilla per tempi eccezionali
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“Pear preserve head space (8292255177)” di Leslie Seaton from Seattle, WA, USAMarmellata senza zucchero (uva e pere) Petronilla
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Gli Antipasti di verdure

COME PRESENTARE GLI ANTIPASTI DI VEGETALI
Gli antipasti di vegetali possono essere presentati sulle speciali antipastiere, costituite da numerose vaschette sistemate su un unico vassoio. È una presentazione comoda e sbrigativa, ma non lascia alcuno spiraglio alla fantasia della padrona di casa. Molto più elegante, invece, è presentare gli antipasti su vassoi e ceramiche, o in scodelle d’argento e di cristallo.

QUALI VEGETALI PRESENTARE

  • Barbabietole cotte al forno: molto rosse, tagliate in fette rotonde o a dadi, condite con olio e aceto. Possono essere accompagnate da uova sode.
  • Carciofi: crudi e conditi con olio e aceto, o alla greca, o alla tartara, o marinati. Fondi di carciofini con maionese e puré di pesce.
  • Cavolfiore: in minuscoli mazzetti, marinati o lessati e conditi con olio e aceto.
  • Cetrioli: tagliati a fette o in piccoli dadi, depurati dall’acqua, conditi con olio e aceto.
  • Cipolle: farcite; cipolline all’aceto.
  • Fagiolini verdi: lessati, tagliati in piccoli pezzi e conditi con maionese o olio e aceto.
  • Finocchi: conditi con olio e aceto.
  • Funghi: ovoli crudi conditi con olio e limone; altri funghi cotti in bianco, tagliati a piccoli dadi e conditi con maionese o olio e aceto; funghetti sott’olio.
  • Melone: tagliato a spicchi, presentato con ghiaccio su un letto di foglie verdi.
  • Noci: condite con il succo di uva non troppo matura, sale grosso e cerfoglio tritato.
  • Olive: servite tali e quali o snocciolate e farcite con burro mescolato a pasta di acciughe.
  • Patate: lessate, tagliate in dadi o a fette, condite con maionese o olio e aceto.
  • Pomodori: in dadi o a fette, depurati dell’acqua, conditi con maionese o con olio e aceto, o farciti.
  • Sedani: il cuore diviso in quarti, condito con olio e aceto e un po’ di senape.

Per un pranzo non impegnativo basteranno tr o quattro varietà di questi vegetali; se si tratta invece di un pranzo importante ne potrete presentare anche di più.

Enciclopedia della donna 1965

Cestini di spaghetti

cestini parmigiano (2)Decorazione di spaghetti fritti

 

 

 

 

1. Cestini per presentare le verdure lessate o passate in padella

2. Decorazioni

chicco d'uva con glassa al gorgonzola e pistacchi di bronte 0    finocchi-fritti    girelle_Brötchen_mit_...,_Sanok_2013.

 carolina insalata russa   Polpettine di spinaci in crosta   zucchine crema

Gli Antipasti di verdure

Come si mangiano i cibi, Prima parteGalateo 1 of 6    1  2   3 … 6 

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10 Antipasti con il prosciutto crudo e cotto

10 Antipasti con il prosciutto crudo e cotto

Gli antipasti possono servire ad arricchire in quantità e qualità un menù, ma anche a tenere impegnati gli ospiti mentre si preparano le altre pietanze.
Per iniziare un pranzo o una cena, la scelta degli antipasti è tra quelli freddi più tradizionali, a base di affettati o di pesce, e quelli caldi, più insoliti.  Sempre gradito un ricco piatto di affettati misti meglio se di genere casereccio o delle fantasiose composizioni di tartine e canapè.

Canapé cosa sono come si preparano buffet Tartine, canapé, stuzzichiniantipasto all'italiana 

 

 

 

Il prosciutto come antipasto

  • Prosciutto crudo
    è il più squisito e deve la sua bontà alla dosata salatura e alla lunga stagionatura in ambienti in cui temperatura e ventilazione sono scrupolosamente controllati. Il re del prosciutto crudo è il prosciutto di Parma, le speciali caratteristiche di dolcezza e sapore dipendono da molti fattori, fra cui il clima della regione in cui viene preparato. Altri prosciutti di particolare squisitezza sono anche quelli di Langhirano in Emilia e di San Daniele del Friuli.
  • Prosciutto cotto
    è meno saporito ma più iogeribile di quello crudo; viene cotto durante la lavorazione e per essere perfetto deve avere una stagionatura di almeno un mese. Si diversifica  in tre tipologie distinte: prosciutto cotto di alta qualità, prosciutto cotto scelto, prosciutto cotto. (Parmacotto, Prosciutto cotto di Praga)
  • Varietà di prosciutto, Jamón, Presunto.
Il prosciutto bene si presta come antipasto freddo e si può presentare in modi diversi:
  • in grandi  vassoi assieme ad almeno altre tre qualità di salumi (tutti già affettati); il piatto sarà guarnito con riccioli di burro e qualche ciuffo di prezzemolo freschissimo. Accanto al vassoio ci saranno coppette (o piccoli vassoi) con carciofini, funghetti, insalata russa, olive, pesciolini marinati, ecc.
  • I salumi già affettati possono anche essere presentati  disposti su piccoli vassoi, tanti quante sono le varietà, forniti di una forchettina di servizio; i commensali potranno servirsi da soli e passarsi l’uno con l’altro i vari antipasti, servendosi così nello stesso tempo.
Enciclopedia della donna 1965

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1. Grissini con prosciutto: avvolgete una fetta sottile di prosciutto crudo dolce su ogni grissino che verrà prima spalmato con formaggio cremoso.

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2. Involtini di prosciutto e Insalata russa: farcite ogni fetta sottile di prosciutto cotto con insalata russa, quindi arrotolate. Decorate il vassoio di portata con fette di pomodorini e spicchi di uova sode.

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3. Prosciutto e salmone affumicato: disponete sul piatto fette sottili di prosciutto crudo e salmone affumicato, arricchite con olive verdi e nere, capperi, aneto e prezzemolo.

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4. Involtini di prosciutto cotto: farcite le fettine sottili di prosciutto cotto con fettine di formaggio (mozzarella, asiago ecc:) e salsa rémoulade.

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5. Involtini di prosciutto crudo: farcite le fettine sottili di prosciutto crudo cn formaggio cremoso, succo di limone, coriandolo e peperoncino tritato.

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6. Involtini di prosciutto cotto: farcite le fette di prosciutto cotto con fagiolini e Salsa rémoulade, quindi arrotolate.

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7. Prosciutto e fichi: arrotolate una fetta sottile di prosciutto crudo dolce, con una fogliolina di basilico, attorno ad uno spicchio di fico e condite con un filo d’olio evo e aceto balsamico.

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8. Il classico prosciutto e melone: adagiate le fette sottili di prosciutto crudo di Parma sulle fette di melone di Cantalupo e condite con un filo d’olio, aneto e anellini di porro.

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9. Prosciutto cotto e asparagi: avvolgete fette sottili di prosciutto cotto attorno agli asparagi.

 

 

 

Herzförmige_Brötchen panini prosciutto

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10. Panini a forma di cuore, farciti con prosciutto, formaggio ed insalatina fresca

Come regolarsi con l’antipasto?

Antipasti di pesce o di mare

Gli Antipasti di verdure

10 Antipasti con il prosciutto crudo e cotto
Foto
  1. “Schwarzwaelder Schinken-01” by Jeremy Keith from Brighton & Hove, United Kingdom – Black Forest ham. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons –
  2. “Schinken-Art Aufschnitt 2015” by Janbies – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
  3. “San Daniele Schinken 2” by User: Benreis at wikivoyage shared. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
  4. “Schinkenrolle 4807” by User:Karl Gruber – Own work. Licensed under CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons –
  5. “Salade de jambon cru et saumon fume” by ayako from Tokyo, Japan – Flickr. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons –
  6. “Ham rolls-01” by alisonwilley – Ham Roll-ups auf flickr. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons –
  7. “Chef Fidel Tosolini” by Fideltosolini – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
  8. “Ham rolls-02” by letorrivacation – Le Torri vacation rentals free welcome buffet on Saturday auf flickr. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons –
  9. “Figues et parme” by avlxyz – http://www.flickr.com/photos/avlxyz/389029886/. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons –
  10. “Prosciutto di Parma e melone2” by leigh wolf – originally posted to Flickr as melon & parma ham. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons
  11. By Valois77 (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
Salsa Rémoulade

La Salsa Rémoulade è un classico della cucina francese

Le salse francesi

La salsa maionese (in francese mayonnaise) e la salsa besciamella (béchamel) sono di origine francese, così come la Salsa Rémoulade da loro derivata. Altre salse sono a base di burro, molto usato nella cucina francese, come per esempio la salsa bernese (sauce béarnaise); da Digione pare invece venga la moutarde (mostarda, o senape).

A. Escoffier “Il grande libro della cucina francese 1934

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« Aggiungere a un quarto di litro di maionese 2 cucchiai di mostarda di Digione, 1 cucchiaio di cetriiolini, mezzo cucchiaio di capperi tritati e strizzati; un pizzico di prezzemolo, la stessa quantità di cerfoglio e dragoncello tritati; mezzo cucchiaio di pasta di acciughe»

Ingredienti per 4 persone
  • 250 ml. di Maionese,
  • 1 cucchiaio di senape di Digione,
  • 1 cucchiaio di capperi sott’aceto tritati,
  • ½ cucchiaio di pasta d’acciughe,
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato,
  • 1 cucchiaio di cetriolini sott’aceto tritati.
Preparazione
  1.  Preparate la maionese.
  2. Tritate finemente (ma non troppo) i capperi sott’aceto, il prezzemolo e i cetriolini sott’aceto.
  3. Incorporate delicatamente alla maionese gli ingredienti tritati, la senape e la pasta d’acciughe.
  4. Mescolate delicatamente.

Questa salsa è perfetta per la carne cruda tritata, infatti è molto simile alla salsa tartara; è ottima anche per la carne fredda e i bolliti caldi, gli antipasti e i piatti di verdure e la Fondue Bourguignonne, il pesce fritto e grgliato, l’aragosta e l’astice, le uova sode e bazzotte fredde.

File:Barsch Bratkartoffeln Remoulade.JPGFiletto di merluzzo arrosto con patate fritte e salsa remoulade.

La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4  

Pesce lessato con salsa maionese alla maniera di Petronilla

 Salsa Rémoulade Di Benreis (Opera propria) [CC0], attraverso Wikimedia Commons Di Alupus (Opera propria) [CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons
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Old-Fashioned Holiday Glazed Ham, Prosciutto della Virginia glassato con ananas

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Risultati immagini per bandiera stati uniti d'america

Natale è senza dubbio la più grande festa della Cristianità, ma è anche per tradizione una vera e propria sagra della gastronomia; in ogni Paese del mondo, infatti il 25 dicembre viene celebrato con pranzi ricchissimi di portate raffinate e di vini generosi.

Negli Stati uniti d’America un arrosto classico  sulle tavole natalizie è il Prosciutto della Virginia glassato con ananas, certamente molto allegro da vedere:

“A classic baked ham with a simple but tasty sweet brown sugar and pineapple glaze. This main dish will receive applause for its beautiful presentation as well as the irresistible flavor. You will definitely want to have some leftovers!” – Nodietsforme “Il classico prosciutto cotto con una semplice ma gustosa glassa di zucchero di canna e ananas. Questo piatto principale riceverà applausi per la sua bella presentazione e per il sapore irresistibile. Avrai sicuramente voglia di avere degli avanzi!”
 

In Italia non si usa molto cucinare il prosciutto fresco che pure si presta ad ottime pietanze. Si può preparare arrosto o brasato,  profumandolo con un buon vino da pasto o con un vino liquoroso come il Porto, il Madera o il Marsala. Naturalmente è una pietanza che va bene quando i commensali sono numerosi.

Il prosciutto arrostito si accompagna bene con il purè di patate, con i cavolini di Bruxelles, con gli spinaci cotti con olio e uno spicchio d’aglio e con altre verdure di stagione al burro (Cosa servire con il prosciutto).

Il prosciutto si porta sul vassoio con il manico (l’osso) guarnito con “paper frills” e affettato solo in parte. (paper frills è una decorazione per rendere gradevoli alla vista anche le costolette, il pollo o il tacchino intero)

glazed ham prosciutto glassatoprosciutto glassato paper frills

Paper frills

Paper frills

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 Ingredienti e dosi per 6 persone
  • 1 prosciutto cotto da 450 gr.,
  • 20 chiodi di garofano,
  • 3 cucchiai di zucchero di canna,
  • un cucchiaio e mezzo di aceto o senape,
  • una scatola di ananasso al naturale,
  • ciliegine al maraschino.
Preparazione

Togliete la pelle del prosciutto e, con un coltellino appuntito, incidete su tutta la superfice dei solchi incrociati che formino dei rombi. Steccatelo con chiodi di garofano: 1 chiodo al centro di ogni rombo e qualcuno ai lati.

prosciutto glassato-Country_ham

  • Se usate l’aceto: fate sciogliere lo zucchero con l’aceto e versatelo sul prosciutto cospargendolo uniformemente.
  • Se usate la senape, stendete su tutta la superficie la senape in uno strato sottile massaggiando. Spolveratelo con lo zucchero di canna.

Fate cuocere il prosciutto in forno a 180 gradi per 30 minuti, cospargendolo 1 o 2 volte di con il sughetto. Togliete il prosciutto dal forno e disponetevi sopra qualche fettina di ananasso al naturale e qualche ciliegina. Mettete tutt’attorno, nella teglia, quanto rimane dell’ananasso e delle ciliegine compreso il loro succo e cuocete di nuovo in forno coperto con carta oleata unta di burro per circa 3 ore. Dieci minuti prima della fine della cottura, togliete la carta, in modo che il prosciutto possa glassarsi. E’ buono anche freddo. Si conserva in frigorifero per 7 giorni.

da L’enciclopedia della donna 1964

Invece dell’ananas e ciliegine, per il prosciutto glassato, si possono usare fette di  arance e chiodi di garofano.

prosciutto glassato arance chiodi di garofano

USA – Il pranzo tradizionale natalizio nella cucina degli States

Grazia 1956 – 1° Menù di Natale

Grazia 1956 – 3° Menù di Natale

Glazed Christmas ham with orange slices 1.jpg  [[File:Glazed Christmas ham with orange slices 1.jpg|Glazed_Christmas_ham_with_orange_slices_1]]”Country ham” by John Goetzinger – originally posted to Flickr as IMG_1734. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons – “Ham 01” by Cosmo1976 – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons – BBQ Gammon Sliced (4767063533).jpg  [[File:BBQ Gammon Sliced (4767063533).jpg|BBQ_Gammon_Sliced_(4767063533)]]
Crema di patate americane con i broccoli

Crema di patate americane con i broccoli

La patata dolce, conosciuta anche come patata americana e meno comunemente come batata, è originaria nelle regioni tropicali in America del sud.

Nonostante il nome diffuso di patata dolce o americana, il rapporto con le patate comuni è minimo, in quanto appartengono alla famiglia delle Solanaceae, come i pomodori.
Le patate dolci possono essere fritte e cotte in forno, inoltre sono un delizioso ingrediente per zuppe, gnocchi, dolci, dolcetti, torte, infatti costituiscono un’ottima alternativa  alle patate comuni.

patate americane dolci Meñgo

 

Ingredienti per 4 persone
  • 500 gr. di broccoli,
  • 2 patate americane,
  • 1 cipolla bianca,
  • 1 carota,
  • 4 cucchiai di panna di soia (o yogurt greco),
  • 700 ml. circa di brodo vegetale,
  • 2 fette di pane,
  • olio extravergine d’oliva qb,
  • sale e pepe.
Preparazione

Pulite i broccoli eliminando i gambi e divideteli in cimette. Pelate le patate e la carota e tagliatele a cubetti, Tritate la cipolla. In un tegame fate appassire la cipolla nell’olio, poi aggiungete le patate, la carota e i broccoli e fate insaporire per qualche minuto. Versate il brodo vegetale, salate, coprite e lasciate cuocere su fuoco dolce per 35 minuti circa.  Nel frattempo togliete la crosta alle fette di pane e tagliatele a cubetti; passatele in forno, o in padella con pochissimo olio, per pochi secondi e teneteli al caldo. Passate le verdure al frullatore ad immersione, lasciate cuocere ancora per qualche istante, quindi togliete dal fuoco. Aggiungete  la panna di soia (o lo yogurt greco) e mescolate delicatamente. Servite la crema calda, con i cubetti di pane abbrustoliti, un pizzico di pepe macinato al momento ed un giro d’olio.

Vino

Catarratto bianco di Sicilia, Prosecco (Veneto), Pinot bianco dell’Alto Adige,  Alto Adige Müller Thurgau (Riesling Sylvaner), Chardonnay Alto Adige, Traminer doc dell’Alto Adige.

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 Crema di patate americane con i broccoli

Ciambelline fritte di San Martino con Batate (patate dolci americane)

Di Achukunu – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=116242073
Fagiano arrosto da Almanacco della cucina del 1935

Fagiano arrosto, una ricetta tratta dall’Almanacco della cucina del 1935

Half pheasant with trimmings (somewhat hidden in this photo), part of the Christmas menu. Mezzo fagiano con decorazioni (abbastanza nascoste nella foto)

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  1. Frollatura e marinatura della selvaggina prima della cottura
  2. Come preparare la selvaggina da piuma (o da penna)
Frollatura e marinatura della selvaggina

Frollatura e marinatura della selvaggina

Preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

Preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

 

 

 

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Spennate, abbrustolite e vuotate un giovane fagiano.

Lavate l’interno con del buon vino bianco e riempitelo con una fàrcia composta da lardo e tartufi triturati intrisi con un bicchierino di cognac. Cucite l’apertura e cospargete leggermente l’esterno con sale e pepe. Avvolgete il vostro fagiano con delle sottili fette di pancetta di lardo e legate onde non abbiano a sfuggire.

Ponete al fuoco una casseruola con un bel pezzo di burro. Allorchè sarà spumeggiante mettetevi il vostro fagiano e a fuoco vivo, sempre rivoltando, fate prendere colore.

Quando la carne sarà uniformemente dorata mettete la casseruola al forno e lasciate cucinare a fuoco regolare per almeno due ore. Sorvegliate di tanto in tanto e bagnate all’occorrenza con qualche cucchiaiata di brodo e con qualche goccia di cognac.

Quando il fagiano sarà cotto levatelo dalla casseruola, slegatelo e togliete le fette di lardo. Mandatelo in tavola circondato da mazzetti di crescione fresco.

almanacco cucina

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Cena di fine anno dell’Almanacco della cucina del 1935

Fagiano arrosto con funghi porcini e tartufo

Fagiano alla vignaiola servito con composta d’uva in vol-au-vent

 Fagiano arrosto da Almanacco della cucina del 1935  https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/80/Gunmakers%2C_Clerkenwell%2C_London_%286504846985%29.jpg
Come preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

Come preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

Fagiano arrosto con funghi porcini e tartufo

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La selvaggina fu, insieme con le erbe, le radici e le frutta, uno degli alimenti più antichi della razza umana.

La carne di selvaggina è di animale vissuto in libertà ed è detta “carne nera”. È povera di grassi, ricca di proteine, compatta, con fibre piuttosto dure che, negli animali adulti o di grossa taglia, diventano addirittura coriacee. Per la durezza delle sue fibre deve essere attenuata, ma non eliminata, dalla frollatura e dalla marinatura. La carne di selvaggina deve essere consumata con moderazione, specie se è preparata con abbondanza di grassi, spezie e droghe.

Frollatura e marinatura della selvaggina

Frollatura e marinatura della selvaggina

Come marinare la selvaggina da pelo

Come marinare la selvaggina da pelo prima della cottura

 

 

 

 

 

 

La selvaggina si divide in
  • selvaggina da pelo: cinghiale, lepre, capriolo,
  • selvaggina da piuma:
    • acquatica (anatre e oche selvatiche),
    • stanziale, che vive, si riproduce e muore nella stessa zona (fagiani, starne, pernici ecc.),
    • migratoria, che non vive abitualmente in altre nazioni e che transitando resta da noi temporaneamente.(quaglie, tordi, ecc.).
LA FROLLATURA

La frollatura è il periodo in cui l’animale ucciso attende di essere cucinato. Questo periodo di attesa è necessario solo per la selvaggina più grossa, affinchè le carni diventino più morbide e commestibili. I cuochi della corte dei re di Francia reputavano la frollatura sufficiente solamente quando l’animale si staccava spontaneamente dal collo. La cucina del tempo, ricchissima di aromi e di spezie, mascherava almeno in parte il “fumet” della selvaggina.

Alcuni limiti di frollatura
  • quaglie ed altri uccelli piccoli non vanno frollati
  • Anitra selvatica: 6-7 gg.
  • Fagiano: 4-5 gg.

Per la selvaggina più grossa la prima cosa da fare è la “starnatura”, cioè svuotare l’animale delle interiora, perchè da queste parti ha inizio il processo di putrefazione. L’animale si appende per il collo in luogo fresco e vi si lascia per il termine stabilito.

Il sistema più antico e anche più classico per cuocere la selvaggina da piuma, è quello dello spiedo che gira lentamente su un letto di ardenti braci di carbone di legna,  ma è un sistema che, apprezzatissimo ancor oggi, può essere effettuato solo in grandi cucine campagnole o nella cucina di certi ristoranti particolarmente attrezzati. Si ottiene lo stesso un buon risultato con la cottura in forno, e anche con quella al tegame sulla fiamma scoperta, tipo “arrosto morto” che è un piatto tipico toscano consistente in un arrosto in tegame, il nome deriva dal particolare colore bruno che assume a fine cottura, così diverso dal colore vivo rosso-dorato della cottura allo spiedo. Non mancano poi una quantità di ricette più raffinate che consentono di presentare la selvaggina in forma elegante.

Al momento della cottura, l’animale viene spennato e fiammeggiato, cioè esposto alla fiamma in modo che vengano bruciacchiati i peli ancora inseriti nella pelle. Si lava bene l’animale anche all’interno e si asciuga.

Quando si tratta di un uccello di una certa dimensione, si introduce spesso all’interno, oltre a sale e pepe, anche un pezzetto di burro, che aiuta a rendere morbida la carne. (..)

VARIETÀ DELLA SELVAGGINA DA PIUMA

Ecco le caratteristiche di alcuni carni che più facilmente compaiono sulle nostre tavole.

Il fagiano
ha, tra la selvaggina, la carne più leggera e digeribile. Per sapore e aspetto questa carne somiglia molto a quella del pollo, soprattutto negli animali più giovani. Il fagiano di bosco e di montagna ha carne più saporita di quello di pianura. Al momento dell’acquisto è importante vi accertiate che si tratta di un animale giovane, la cui carne è più tenera e delicata. Il fagiano si prepara allo spiedo o in forno o farcito, e si può servire accompagnato con salse varie, spesso a base di panna, che dà alla carne una certa delicatezza.

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Fagiano arrosto con funghi porcini e tartufo

Fagiano arrosto da Almanacco della cucina del 1935

Fagiano arrosto da Almanacco della cucina del 1935

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Fagiano alla vignaiola

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La quaglia
non richiede frollatura e dovrebbe essere mangiata immediatamente; ha carne facilmente digeribile. Il mese migliore di acquisto è il mese di ottobre. Si cucina per lo più allo spiedo oppure arrosto, in forno o in casseruola.

Cailles en sarcophage, Quaglie in crosta

Menù di Escoffier:aprile Menù Escoffier: GIUGNO

Quaglie all’orientale Quaglie pilaf.

Escoffier: Menu Dîner aux Tuileries 1820

Quaglie Richelieu I Quaglie Richelieu II

 

 

 

 

Il Tordo
ha carne particolarmente delicata. È migliore al tempo dell’uva. Non va frollato e si prepara dopo averlo spennato, nettato, lavato, ed asciugato. Si cucina allo spiedo e arrosto, al forno o in tegame.

Artusi: Giugno - Nota pranzo I

Tordi arrosto dell’Artusi

A.D. 1600 - Banchetto per le nozze di Maria de' Medici

Banchetto per le nozze di Maria de’ Medici

 

 

 

 

 

 

Selvaggina acquatica

(Anatra selvatica, germano reale, folaga, alzàvola)

Anatra selvatica,
necessita di 2 gg. di frollatura e va consumata entro 4-5 gg. A differenza dell’anatra domestica, che fa parte degli animali da cortile (cioè allevati dall’uomo) è da considerarsi selvaggina a carne nera (rossa). Le razze più diffuse sono il germano reale, l’anatra muschiata e l’anatra muta (selvatiche ma anche domestiche). La carne è particolarmente pregiata e viene cucinata al forno (cottura lenta) arrosto, grigliata, brasata, al tegame e stufata. sono da preferire gli animali più giovani.

Enciclopedia della donna 1965

Anatra all’arancia

Gnocchetti di patate al sugo d'anatra

Gnocchetti di patate al sugo d’anatra

Anatra in salsa Madeira per Pranzo di Natale a Cambridge

Anatra in salsa Madeira per Pranzo di Natale a Cambridge

 

 

 

 

Come preparare la selvaggina da piuma
Come marinare la selvaggina da pelo

Come marinare la selvaggina da pelo prima della cottura

La carne di selvaggina è detta “carne nera” e si suddivide in selvaggina da pelo e da piuma. È povera di grassi, ricca di proteine, compatta, con fibre piuttosto dure che, negli animali adulti o di grossa taglia, diventano addirittura coriacee. Per la durezza delle sue fibre deve essere attenuata, ma non eliminata dalla frollatura e dalla marinatura. La carne di selvaggina deve essere consumata con moderazione, specie se è preparata con abbondanza di grassi, spezie e droghe.

Frollatura e marinatura della selvaggina

Frollatura e marinatura della selvaggina

Preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

Preparare la selvaggina da piuma (o da penna)

 

 

 

 

 

Vino

La selvaggina da pelo: cinghiale, lepre, capriolo, viene sottoposta ad una frollatura più o meno prolungata e ad un bagno aromatizzato che ha il compito di correggere o di eliminare il cosiddetto “odore di selvatico” tipico di questo genere di carne. Questo bagno aromatizzato, più noto come “marinata”, dona a queste pietanze un sapore sottile, indefinibile; inoltre, quando è ben composto e assorbito dalla carne, per il tempo necessario, è garanzia di un piatto gustoso. La base delle marinate è quasi sempre il vino:

  • vino rosso generalmente;
  • vino bianco solo qualche volta e per qualche preferenza personale, poichè ha un gusto molto delicato che viene soffocato da quello degli altri aromi.
MARINATE COTTE E CRUDE 
  • Marinate cotte: sono adatte per le carni di animali meno giovani o di grossa taglia, che hanno bisogno di una marinatura molto prolungata. Rendono più penetrante l’azione di frollatura, possono essere cotte di nuovo dopo qualche giorno (ogni 4-5 giorni d’inverno e ogni 2-3 giorni d’estate), il che permette di prolungare la loro conservazione e, quindi, se necessario, la durata della marinatura.
  • Marinate crude:, si usano per le carni giovani, tenere, che si vogliono profumare più che ammorbidire.
MARINATA COTTA

La frollatura della marinata cotta può variare da un minimo di 2-3 giorni d’estate a un massimo di 4-5 giorni d’inverno.

  • Ingredienti per ogni chilo di carne: 100 gr. di cipolle, 100 gr. di carote, 2 porri, qualche gambo di prezzemolo, mezzo gambo di sedano, 1 spicchio d’aglio, 1 rametto di timo, 2 foglie di alloro, 4 bicchieri di buon vino rosso, 1 bicchiere di buon aceto (di puro vino e di ottima qualità), 3 cucchiai di ottimo olio di oliva, un cucchiaino di pepe in grani, 10 gr. di sale.
    Preparazione: Tagliate a fettine sottili la cipolla, le carote, i porri, il sedano e lo spicchio d’aglio. Metteteli in una casseruola con dell’olio e fateli colorire con i gambi di prezzemolo a pezzetti. Quando le verdure saranno dorate, unite il vino, l’aceto, il pepe, il sale, il timo, l’alloro e quando il vino comincerà a bollire, abbassate la fiamma, mettete il coperchio e fate cuocere per ¾ d’ora. Fate raffreddare e versate nella terrina dove avete sistemato la carne da marinare.

Conservazione delle marinate cotte
Per ricuocere la marinata cotta si procede in questo modo: togliete la carne, versate il liquido in una casseruola aggiungendovi ½ bicchiere di ognuno dei liquidi che la compongono (vino, aceto, olio).Pulite accuratamente il recipiente in cui mettete la carne a marinare, e disponetevi di nuovo la carne stessa versandovi la marinata.

 MARINATA CRUDA

Il bagno nella marinata cruda varia da un minimo di 6 ore ad un massimo di 48 ore.

Ricette classiche: al vino rosso, al vino bianco

Marinata cruda al vino rosso
Rossi robusti: Barbera, Barolo, Chianti, Sangiovese, Merlot, Gattinara.

  • Ingredienti e dosi per ogni chilo di carne: ½ litro di vino rosso, 3 cucchiaiate d’olio, 1 carota, 1 porro, 1 cipolla, 3 chiodi di garofano, 1 rametto di timo, 2 foglie di alloro, 2 gambi di prezzemolo, sale, pepe.
    Preparazione: Tagliate le verdure a fettine sottili, sistematene la metà sul fondo di una terrina, insieme con la metà degli aromi. Accomodatevi sopra la carne a pezzi, aggiungete il sale e il pepe, ricoprite con vino e olio e il resto della verdura e degli aromi.

Marinata cruda al vino bianco
Bianchi secchi: Vermentino, Falerno del Massico, Trebbiano. Bosco eliceo bianco, Sauvignon blanc.

  • Ingredienti e dosi per ogni chilo di carne: ½ litro di vino bianco secco, 3 cucchiai d’olio, scorza seccata di arancia, 1 rametto di timo, qualche bacca di ginepro, 1 foglia di alloro, sale e pepe.
    Preparazione: Procedete come per la “Marinata cruda al vino rosso”.
Ricette

Lepre in dolce e forteLepre in umido con polenta

 

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pappardelle lepre ragù 2

pasticcio lepre artusi 4

 

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 Ricette classiche per selvaggina di grossa taglia.

Marinata cruda per cinghiale

  • Ingredienti e dosi per ogni chilo di carne: ¾ di litro di vino rosso, 1 bicchiere di olio, 1 cucchiaiata di bacche di ginepro, 3 cipolle, 1 carota, 1 gambo di sedano, 3 gambi di prezzemolo, 2 foglie di alloro, 1 rametto di timo, noce moscata, sale e pepe.
    Preparazione: Procedete come per la “Marinata cruda al vino rosso”.
  • Per ridurre i tempi a 4 ore:
    bollire gli ingredienti per 5 minuti, togliere dal fuoco ed immergere la carne e lasciarla per 4 ore.) Alla fine la marinata va messa da parte (per bagnare l’arrosto durante la cottura in forno) e la carne scolata e asciugata.
Ricette

Cinghiale arrosto al fornoCignale (cinghiale) dolce-forte Artusi

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Cinghiale in umido o in salmì

cinghiale vincenzo corrado Estofado_de_Jabalí_juantiagues_2013

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Marinata cruda per capriolo, cervo, renna

  • Ingredienti e dosi per ogni chilo di carne: ¾ di litro di vino rosso, 1 bicchiere di olio, 1 cucchiaio di Kirsh, 1 grossa carota,1 spicchio d’aglio, sale e pepe in grani, 1 rametto di rosmarino, 2 rametti di dragoncello (estragon).
    Preparazione: Procedete come per la “Marinata cruda al vino rosso”.
Ricette
(Nella foto il sugo al cacao lepre, cervo e cinghiale, lingua di manzo e baccalà in dolce-forte)

Sugo al cacao per lepre, cervo, cinghiale, lingua di manzo e baccalà in dolce-forte.

Sella di capriolo alla crema

Sella di capriolo alla crema guarnita in varie salse

stufato renna

Stufato di renna

 

 

 

 

 

 

Consigli utili per la marinatura

  • Il recipiente destinato a contenere la carne da marinare non deve mai essere di metallo, ma di terracotta o di porcellana. Potrete anche usare un recipiente di ferro smaltato (con smalto intatto naturalmente).
  • La selvaggina va tagliata a pezzi prima di essere messa nella marinata.
  • È indispensabile rivoltare le carni nella marinata di tanto in tanto, usando un cucchiaio di legno o di corno.
  • La marinata cotta deve essere perfettamente fredda quando si versa sulla selvaggina ad eccezione del cinghiale. infatti su questa carne la marinata va versata addirittura bollente.
Enciclopedia della donna 1965
Altri piatti marinati
carpione trota Inlagd_strömming

Carpione per marinare carne, pesce e verdure: trota in carpione

tinca carpionata XXVII_Fiesta_de_la_Tenca_

Tinca carpionata, ricetta del 1901

 

 

 

 

 

 

Come marinare la selvaggina da pelo  “Coq au Vin – Marinating” di Naotake Murayama – originally posted to Flickr as
Insalata Francillon, detta anche giapponese

Insalata Francillon, detta anche giapponese: l’insalata elegante di Alexandre Dumas figlio

L’ insalata «lussuosa» di Alexandre Dumas.

Si potrebbe immaginare nel terzo millennio un’insalata in cui le patate siano condite con uno Château d’Yquem e i tartufi cotti in una pentola di Champagne? Se si pensasse di sì, probabilmente si penserebbe a una soluzione da magnate incurante del soldo, o di un sogno visionario di un provocatore. Scopriamo invece che il succitato sogno si è avverato nella penna di uno dei più brillanti romanzieri transalpini di un paio di secoli fa: Alexandre Dumas figlio.

Classico come questa preparazione che si è conquistata un posto tra i classici: l’insalata Francillon.

La preparazione è descritta nella commedia Francillon, andata in scena il 9 gennaio 1887, dove nell’atto primo, scena terza, la servetta Annette descrive dettagliatamente un’insalata che in seguito prese il nome proprio dalla stessa commedia, ben presto divenne famosa e incuriosì i parigini tanto da poterla gustare in vari ristoranti della capitale francese, trovando molti estimatori.

Fra i grandi chef che non la facevano mai mancare nei loro menù vi fu anche Escoffier che la presentò nei più importanti e rappresentativi pranzi per ospiti regali e non come quello ai sovrani svedesi offerto dal presidente Francese Fallières nel 1908..

Questa è la ricetta del grande Auguste Escoffier tratta dalla sua «La guide culinarie». «Metà patate cotte in acqua, tagliate, calde marinate allo Chablis, un quarto di cozze, aperte in tegame e condite con sedano e private delle barbe; un quarto di tartufi in lamelle sottili, completata con olio e aceto».

Oggi spesso le ricette vengono rivisitate così si è pensato di sostituire il tartufo con una salsa preparata con maionese tenuta piuttosto insipida allungata con brodo di cozze filtrato, e un poco di senape. Certo il fascino dell’originale era ben altro.

An. Gri. gazzettadiparma.it
La ricetta da La mia cucina pratica  1988
Insalata Francillon, detta anche giapponese
Ingredienti per 4 persone
  • 550 gr. di patate,
  • 1 kg. di cozze,
  • 80 gr. di olio d’oliva e.v.,
  • 2 cucchiai di prezzemolo tritato,
  • 1 spicchio d’aglio leggermente pestato,
  • ½ dl. di vino bianco secco ma aromatico (Chablis, Gewürztraminer, Sylvaner, Traminer),
  • sale e pepe nero appena macinato.

Tempo di preparazione: 30 minuti. Tempo di cottura: 45 minuti

Preparazione

Lavate accuratamente le patate e fatele lessare in abbondante acqua appena salata. Scolate quando saranno ancora molto al dente, sbucciatele e tagliatele a dadini di media grandezza, quindi mettetele in una capace terrina.

Nel frattempo spazzolate e lavate a lungo le cozze in acqua corrente e mettetele in una pentola con un cucchiaio di olio e uno spicchio d’aglio.

Incorperchiate la pentola e mettetela su fuoco vivace fino a quando le cozze si saranno aperte. Togliete i molluschi dalle valve e filtrate attraverso una garza, o un colino sottile, il liquido. Versate sulle patate il vino, l’olio, il sale, le cozze, una parte del liquido di cottura dei molluschi e cospargete con il prezzemolo tritato e il pepe. Lasciate riposare pochi minuti e servite l’insalata tiepida.

Vino

Traminer aromatico dell’Alto Adige, servito a 10°C, Pinot grigio del Friuli, servito a 10°C, Gewürztraminer d’Alsace (Francia) a 10°C, Chablis di Borgogna (Francia) a 10°C.

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La cucina francese

LIBRI Escoffier-Ma_cuisine Il grande libro della cucina francese 19341 of 4 – 1   2   3    4   

“2010 Chablis La Larme D’or” di L.C. Nøttaasen – Flickr: 2010 Chablis La Larme D’or. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons Di FotoosVanRobin [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], attraverso Wikimedia Commons
Christmas Cracker, segnaposto sorprendente

UK Christmas Cracker, segnaposto “sorprendente”

In Italia la tradizione ancora non li vede protagonisti sulle tavole delle feste, ma in Inghilterra piuttosto che in paesi quali Canada e Nuova Zelanda rientrano appieno nell’atmosfera festaiola del Natale.
Il nome già dice tutto. Fortemente onomatopeico ricorda il suono che viene prodotto nel momento dell’apertura delle “caramelle di cartone”.

«La tradizione vuole che siano stati inventati da Thomas J. Smith, un panificatore di dolci nuziali, nella Londra nel 1847. Nel 1840, Smith andò a Parigi dove vide dei dolcetti avvolti da una carta colorata e legati alle estremità. Questi dolcetti gli piacquero così tanto che ne importò l’idea in Inghilterra. Incontrò qui un discreto favore ed i Christmas Cracker divennero comuni regali. Smith pensò di inserire delle striscioline di carta con dei messaggi ispirandosi ai biscottini porta fortuna cinesi. Infine, un giorno, mentre si trovava dinnanzi ad un caminetto, senti lo strepitio della legna ed ebbe un’idea; riuscire a riprodurre lo scoppiettio nei suoi dolcetti ed alla fine ci riuscì.

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Dapprima i Christmas Cracker furono chiamati ‘Cosaques’ dal nome delle fruste dei Cosacchi. Solo qualche anno più tardi, la denominazione passò a Christmas Crackers.

Da qui a poco a poco i Christmas Cracker si diffusero e ben presto furono molti i produttori impegnati nella produzione di cracker colorati in confezioni multiple. In questo periodo anche tale Tom Smith si diede alla produzione “industriale” dei Christmas Cracker aprendo presto la sua Tom Smith Crackers. Fu proprio Tom Smith a segnare un altro passo nella storia della produzione dei Christmas Cracker: introdusse infatti la tradizione di inserire piccoli gadget o regalini all’interno delle caramelle.»

File:Christmas crackers.jpg

La tradizione giunge sino ai nostri giorni con i Christmas Cracker che non possono mancare sulla tavola natalizia, non solo come elementi di decorazione, ma anche come buon auspicio. Tradizione vuole che il Cracker debba essere aperto da due persone, ciascuna che tira un lembo della caramella, ma solo colui che rimane con la parte maggiore del Cracker se ne aggiudica il contenuto.

Alessandra. Fonte: http://tgseurogroup.wordpress.co
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 Come realizzare un Christmas Cracker

OCCORRENTE

per 1 cracker senza botto

  • Il tubo di cartone di 1 rotolo di carta da cucina (Scottex),
  • un foglio di carta da regalo,
  • nastro per pacchi,
  • caramelle o altra sorpresina (pupazzetto, giocattolino, letterina, bigliettino augurale) da inserire all’interno,
  • Oltre al regalino aggiungete tanti coriandoli.
  • colla,
  • taglierina
  • forbici.

Se volete il botto, online si trovano crackers snap, speciali strisce scoppiettanti.

PREPARAZIONE

Dividete il tubo del rotolo di carta da cucina in tre parti lasciando la più lunga al centro e le due laterali della stessa misura.

Incollate i tre rotoli su un foglio di carta da regalo: la carta da regalo deve essere della misura del diametro del tubo. Arrotolate la carta, intorno al tubo. Stringete la carta tra i rotoli, e fate un fiocco con il nastro.

Inserite all’interno il regalino e i coriandoli. Infine, chiudete anche la seconda parte.

Il cracker fai-da-te è pronto!

Christmas Cracker segnapostoChristmas Cracker segnapostoChristmas Cracker segnaposto (2)Christmas Cracker segnaposto (2).

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.Clicca sulle immagini per ingrandirle
  • Potete personalizzarlo aggiungendo un bigliettino con il nome dell’invitato e/o un disegnino fatto dai vostri bambini.
  • Ancora più divertente: oltre al regalino aggiungete tanti coriandoli, al momento della rottura del pacchettino la pioggia colorata rallegrerà ulteriormente.
  • Alla fine del pranzo del giorno di Natale, due persone tirano, ciascuna dal proprio lato. Così il crackers si strappa e chi rimane con la parte più lunga prende il regalino!

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Christmas Cracker, segnaposto sorprendente [[File:Christmas crackers.jpg|Christmas_crackers]]
Nozze Argento, Oro e Diamante, prima parte

Nozze d’Argento, Nozze d’Oro e Nozze di Diamante, seconda parte

Anche se si sente parlare di nozze di carta, di cotone, di legno, di lana, di stagno, di porcellana, di cristallo, in Italia non si tiene conto che di tre anniversari importanti: i venticinque, i cinquanta, i sessant’anni di matrimonio. A queste tre pietre miliari della vita coniugale corrispondono rispettivamente le nozze d’argento, le nozze d’oro e le nozze di diamante.

In queste ricorrenze i coniugi, se sono cattolici, fanno celebrare una Messa, alla quale assisteranno i figli, i nipoti, i pronipoti e gli amici più cari. Possono poi offrire un piccolo ricevimento in casa (colazione, , cocktail, cena), invitando amici e parenti.

La tradizione vuole che gli sposi distribuiscano confetti d’argento in occasione dei venticinque anni di matrimonio, d’oro in occasione dei cinquanta, bianchi in occasione dei sessanta. Anche la torta tradizionale sarà ornata di confettini dello stesso colore. Non può mancare, in queste ricorrenze, un brindisi con lo champagne.

Se si pensa di dare un ricevimento importante, si dovrà ricorrere all’invito stampato su cartoncino (soltanto il nome dell’invitato sarà scritto a mano).

La formula dovrà essere:

Carlo e Maria Rossi
pregano il signore e la signora Bianchi di voler intervenire a un pranzo il 13 settembre, alle ore 20, in occasione delle loro nozze d’oro.

Quando si vogliono evitare le cerimonie solenni, in pompa magna, e i pranzi fastosi, si ricorrerà agli inviti scritti a mano, o meglio ancora fatti a voce. Del resto la semplicità si addice maggiormente a questo tipo di festa intima e familiare.
Se i figli desiderano fare una sorpresa ai genitori possono fare personalmente gli Inviti e far trovare ai festeggiati una piccola folla di amici riuniti in loro onore.

Per le nozze d’oro e di diamanti, è preferibile che il ricevimento avvenga di giorno, per non stancare troppo i vecchi sposi; questi, comunque, se sono molto vecchi, possono limitarsi a fare una breve comparsa, un gentile e commosso atto di presenza.

Anche nel festeggiamento più semplice e familiare, non mancheranno naturalmente gli auguri più affettuosi, e i fiori, molti fiori, possibilmente non troppo profumati.

E i regali? 

Una tradizione vorrebbe che i doni fossero d’argento per le nozze d’argento, d’oro per le nozze d’oro, di brillanti per le nozze di diamante. Doni che parenti ed amici possono permettersi solo se navigano… nell’oro appunto.

I figli e i nipoti, piuttosto, se hanno mezzi sufficienti, possono regalare qualcosa d’argento per le nozze d’argento (un vassoio, dei cucchiaini da caffè, dei piattini, una coppia di saliere, un tagliacarte, una cornice).

Per le nozze d’oro, sempre avendone i mezzi, e sempre che agli sposi possa far piacere, si può regalare un oggettino-ricordo d’oro (una spilla, una medaglietta con le due date, una cornicetta doppia). Ma se si pensa che i vecchi sposi gradiscano qualcosa di più pratico, accontentiamoli: è la gioia loro che conta, non la tradizione o la nostra soddisfazione.

Di eventuali regali in brillanti, ovviamente, non parliamo nemmeno: con la stessa spesa, quante cose si possono regalare per dare conforto, piacere, consolazione, svago alla maturità o alla vecchiaia di due sposi!

 E gli anelli?  

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Se lo desiderano e se possono permetterselo, gli sposi dovrebbero, secondo la tradizione, scambiarsi un anello uguale alla fede nuziale, da portarsi sopra a questa: d’argento in occasione delle nozze d’argento, d’oro in occasione delle nozze d’oro, di brillanti in occasione delle nozze di diamante. Anche qui, in ogni modo, valgono soprattutto il buon senso e i reali desideri di ognuno. Enciclopedia della donna 1965

Eleganza Galateo nozze Autunno-Inverno: LA SPOSAMenù Nozze d' ArgentoMenù per le Nozze d’ Oro e di Diamante
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Menù

Menù di un matrimonio degli anni 70Galateo: Secondo matrimonio Pranzo nozze: suggerimenti menù GalateoGalateo Donna Letizia - Rinfresco Ricevimento Matrimonio, dove?

Mirto per amore Se volete addobbare la tavola degli sposi, cercate dei ramoscelli di mirto. Questa pianta per secoli è stata considerata un simbolo d’amore. In Gran Bretagna venne introdotta nel XIX secolo una deliziosa tradizione, quando il principe Albero, futuro marito della regina Vittoria, aggiunse un ramoscello di mirto al bouquet della sposa. Il ramo venne poi piantato e attecchì. Da allora, tutte le spose, della casa reale inglese adottarono la consuetudine di staccare un ramoscello da quella pianta per aggiungerlo al proprio bouquet.
Petronilla

Nozze Argento, Oro e Diamante, prima parteFestoni delicati per la tavola della festa800px-Vetrina_con_bomboniere_1

 

 

 

 

Bomboniere e Confetti

Torta srce festival cokolade 122011 2″ by Roberta F.. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons Nozze Argento, Oro e Diamante, prima parte
fiori canditi

Galateo: Ditelo con i fiori

Le occasioni per regalare fiori sono innumerevoli, e sono decisamente rare le donne a cui non faccia piacere ricevere un mazzo di fiori, siano essi  modesti fiori di campo o esotiche orchidee.
Per rallegrarsi di una nascita, di un matrimonio, di una Cresima o di una Prima Comunione, per ringraziare di un favore, di un invito a cena, per esprimere gratitudine, affetto, amore, simpatia, devozione, ecco dunque sempre pronti i fiori col loro delicato profumo, con i loro deliziosi profumi.(..)

Oggi non bisogna prendere alla lettera la frase “ditelo con i fiori”; il linguaggio dei fiori (florigrafia), tanto in voga ai tempi delle nonne, è ormai sconosciuto alla maggioranza delle persone.
Così a nessuna donna verrebbe in mente di offendersi ricevendo in dono del biancospino (un tempo simbolo di “falsa amicizia”), né farà nascere troppe illusioni l’offerta di rose rosse (simbolo di “passione”) da parte di un uomo. Perciò la frase ” Ditelo con i fiori” oggi va intesa solo nel senso che i fiori possono, da soli, esprimere sentimenti e pensieri gentili.
Comunque quando veramente si vuol “dire” qualcosa con i fiori, è meglio specificare su un biglietto il sentimento (affetto, amore, gratitudine) che accompagna il nostro omaggio floreale. Il biglietto di accompagnamento si può scrivere dal fioraio. Naturalmente se i fiori si portano di persona, le parole di accompagnamento saranno dette a voce.
Come si offrono
  • Alla mamma, alle amiche intime, alla gioviale vicina di casa che ci ha invitato a cena, i fiori si possono portare personalmente, dopo averli comperati in una bancarella.
  • Ma alla signora che non si conosce bene, alla moglie del collega del marito che ci ha invitati a un cocktail, è meglio mandare i fiori accompagnati da un biglietto tramite il fioraio.
  • Se si è invitati ad un ricevimento elegante e numeroso, ci si ricordi che alla padrona di casa farà certamente piacere ricevere i fiori qualche ora prima, perché la sua casa ne sia adorna quando arrivano gli ospiti.
  • In genere, però, se non si è in rapporti confidenziali e ancor più se è la prima volta che ci si reca in una casa, è più corretto inviare i fiori il giorno dopo, con un biglietto di ringraziamento “per la deliziosa serata”.
 Come si ricevono i fiori

Chi riceve dei fiori dalle mani della persona che li offre, ringrazia calorosamente e si affretta a svolgerli dalla carta, dicendo intanto con plausibile entusiasmo qualche frase del genere: “Come sono belli!”, “come hai fatto a indovinare che sono i miei fiori preferiti?”. Poi li disporrà subito, con cura e davanti agli occhi del donatore, in un vaso adatto. Una donna che lascia languire su una sedia dell’ingresso i fiori portati da un’amica o da un ammiratore commette una mancanza imperdonabile, dimostrando di avere ben scarsa sensibilità sia nei riguardi dei fiori sia nei riguardi del prossimo. Se i fiori, invece, li porta il fioraio, ci faremo premura di ringraziare subito il  donatore, per telefono o con un biglietto da visita. Poiché un omaggio floreale non è mai offensivo, è scortese respingerlo, anche se non è gradito.(..) E’ più elegante e ugualmente efficace scrivere un biglietto in cui, dopo aver ringraziato, si prega il donatore di astenersi per l’avvenire da qualsiasi tipo di omaggio.

 Fiori e persone lontane

Sapete che si possono inviare fiori anche nelle più lontane del mondo? E’ sufficiente fare l’ordinazione ad un fioraio della propria città, precisando che fiori si desiderano e quanto si vuole spendere. (..) Il fioraio provvederà a comunicare l’ordinazione a un negozio della località desiderata.

Ricordate che
  • Si regalano fiori sia alle signore sia alle signorine, mai agli uomini (ndr: l’art. è del 1965, oggi non è più così!).
  • Non si regalano fiori artificiali; si possono invece regalare i fiori secchi, ma non alle signore anziane che potrebbero vedervi un’allusione alla loro appassita freschezza.
  • Alle “vecchie signorine” non di regalano neppure fiori bianchi: potrebbero vedervi una presa in giro.
  • Mai regalare viole alle attrici: una superstizione vuole che portino sfortuna alla gente di teatro.
  • Si regalano rose in numero dispari (a meno che non se ne regali una dozzina).
  • A una malata non si regalano mai fiori molto profumati.
  • Si possono portare personalmente soltanto i piccoli mazzi: i grandi mazzi è preferibile che siano inviati tramite il fioraio.
Che fiori scegliere?

Nascita e Battesimo
Fiori bianchi, rosa o azzurri per il neonato; fiori di qualsiasi tipo per la madre (non troppo profumati, se la madre è ancora in clinica).

Comunione e Cresima
Fiori bianchi, in composizioni fresche e ariose. Ai fiori bianchi si possono armonizzare fiori di colore tenue: l’importante è che non abbiano l’aria dei fiori nuziali

Matrimonio
I più classici sono i fiori bianchi (rose, gigli, gladioli, garofani, lillà, tuberose), ma vanno benissimo anche le composizioni in colore, purché affidate a un abile fioraio. Non sono indicate le piante.

Funerale
Fiori sobri, non troppo fantasiosi. Il fioraio stesso è la persona che meglio saprà indicarvi il tipo, i colori e le composizioni più adatte per corone e mazzi funebri.

Per una guarigione
Fiori allegri, primaverili, lievemente profumati

Per qualsiasi altra occasione lieta
Scegliamo i fiori che sappiamo più graditi alla festeggiata, o che ci sembrano i più adatti a lei.

Quanti e quali fiori regalare?

Il guinness dei primati racconta di mazzi di rose spedite a dozzine, fasci di gigli e cesti di margherite. Le persone tuttavia dispongono di vasi con capienza normale, evita quindi tutte le esagerazioni.
Quando scegli fiori recisi in composizione valorizza una specie. Per esempio chiedi che sia confezionato un cuscinetto di fiori bassi, dal quale fare uscire 3 fiori a stelo lungo, magari rose [segue]

Come confezionare i regali: Fiori e Piante

Anche un mazzo di fiori o una semplice pianta possono trasformarsi in regali graditi se avvolti in una nuvola di carta e decorati con nastri colorati. [segue]

Come si mangiano i cibi, Prima parte Galateo 1 of 6    1  2   3 … 6 

Galateo: Quanti e quali fiori regalare?

Come confezionare Fiori e Piante

formaggi e confetture marmellate Grana_Padano,_Brno 2

Galateo: Come si mangiano e come si servono i formaggi

Il formaggio va portato in tavola sull’apposito piatto o tagliere, con alcune fette già tagliate. Ogni formaggio posto sul vassoio di servizio dovrà avere accanto il suo coltello

  • Il grana andrebbe servito in un pezzo piuttosto grande con accanto l’apposito coltellino a lama corta (tagliagrana), che si usa come leva per staccarne un pezzo, ed accompagnato da noci sgusciate presentate a parte.
  • I “caprini” possono essere presentati immersi per metà in una ciotola con olio evo.
  • La ricotta (è un latticino¹) va servita con zucchero e polvere di cannella.
  • Il mascarpone si offre con zucchero e rum o cognac.
  • I formaggi con crosta antiestetica si possono presentare senza.
  • La mozzarella va tenuta a bagno nel suo latticello e presentata in una ciotola.
  •  7 errori da evitare per servire il formaggio con stile
¹I latticini, in senso generico, sono tutti gli alimenti derivanti dal latte: la panna, il burro, lo yogurt, la ricotta e i formaggi freschi e quelli stagionati. In senso più restrittivo, i latticini sono soltanto i derivati del latte che non subiscono stagionatura, come i formaggi freschi, mozzarella, stracchino, mascarpone, la ricotta, il burro, la panna e lo yogurt.

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Abbinamento formaggi e miele, marmellate e confetture

Servite i formaggi accompagnati da marmellate, confetture, miele e mostarde, sarà una raffinata e gradita sorpresa per i vostri ospiti.

  • Fichi caramellati, il modo migliore per gustarli è metterli sulla piadina calda con il formaggio Squäquaròn (squacquerone)
  • Marmellata d’arance, dal sapore piuttosto acre, con i formaggi freschi e a pasta molle caratterizzati da sapori tendenti al dolce: la ricotta, il Camembert e il mascarpone.
  • Confettura di fichi con formaggi a crosta lavata o fiorita, come il Brie, il taleggio, il Camembert e il tomino da cuocere.
  • Confettura di ciliegie, con il suo gusto fruttato e leggermente acidulo, crea un contrasto affascinante con la pastosità e il sapore deciso del Gorgonzola.
  • Marmellata di fragole.con Asiago, Murazzano, Robiola d’Alba.
  • Marmellata di mandarini con Robiola di Mondovì, di Roccaverano, di Murazzano.
  • Marmellata di mirtilli rossi con Stilton, Cheddar e Brie.
  • Mostarda, ottima da gustare con formaggi stagionati e dalla pasta granulosa, come il Parmigiano Reggiano; la mostarda di pere piccanti si sposa perfettamente con formaggi dalla consistenza più cremosa, come il Brie De Meux o il Gorgonzola.

FORMAGGI STAGIONATI E SAPORITI

FORMAGGI FRESCHI

  • Frutta fresca: uva, albicocche, pesche

FORMAGGI DI CAPRA

  • Confettura di fichi
  • Confettura di frutti rossi
  • Confettura di lamponi
  • Confetture di mirtilli
  • Confettura di radicchio
  • Confettura di more
  • Miele millefiori
  • Miele di trifoglio
  • Miele di tiglio

PECORINO FRESCO

Visto che il pecorino appartiene alla categoria dei formaggi più sapidi e saporiti, dovremo optare per l’abbinamento con le marmellate più dolci e con le confetture.

PECORINO STAGIONATO

FORMAGGI DI MEDIA STAGIONATURA

FORMAGGIO DI FOSSA

FORMAGGI PICCANTI O ERBORINATI

RICOTTA

Podereilcasale.com
Vassoio dei formaggi

Il vassoio dei formaggi dovrebbe offrirne sempre più di un tipo e si raccomanda di eliminare la buccia, fatta eccezione per il brie e il camembert.
Per valorizzare i formaggi offerti, ponete sul fondo del vassoio foglie umide di vite, di fico o di platano. Su di esse sistemate:

  • 1 formaggio molle (gorgonzola, robiola, crescenza, mascarpone
  • 1 formaggio a pasta filata: (mozzarella, provolone, provola, caciocavallo)
  • 1 formaggio a pasta dura (grana, groviera, fontina, emmenthaler)
 Posate

1  2  3Several cheeses with a slicer, bread and milk.JPG

  • 1 – Il coltello da formaggio
    La lama è sottile e seghettata, ma la caratteristica principale è quella di avere una doppia punta leggermente ricurva all’indietro che serve ad infilzare i pezzetti di formaggio dopo averli tagliati. Non è una posata individuale ma da servizio, segue il formaggio sul piatto o tagliere con cui va in tavola. Non si usa per il parmigiano reggiano.
  • 2 – Il tagliagrana.
    Di piccola dimensione, ha la lama, corta e robusta, a forma di goccia, e un’impugnatura in legno corta a forma di pomolo. Si usa per scalzare piccoli pezzi di formaggio a grana, che non va tagliato ma spezzato in scaglie, partendo dalla forma o dal pezzo grande che si mette in tavola.
  • 3 – Affetta formaggio
    è uno strumento utile per affettare formaggi di media stagionatura.  E’ ideale per tagliare piccole fette o scaglie da servire a tavola e per guarnire i piatti
  • 4 – La Girolle
    è un utensile da cucina utilizzato per il formaggio svizzero “Tête de Moine”  a base di latte crudo prodotto nel Canton Berna. La Girolle permette di creare dei petali di Tête de Moine facendo girare un coltello raschiatore su un asse impiantato al centro del formaggio.
  • La raspadüra
    è un modo di servire il formaggio grana presentandolo come sottilissime sfoglie, raschiate con un particolare coltello da una forma di Tipico Lodigiano oppure di Grana Padano giovane. La raspadüra viene solitamente servita come antipasto, spesso accompagnata da salumi, noci o funghi, ma può anche essere utilizzata per guarnire primi piatti come il risotto o la polenta.

Ad ogni formaggio, la sua tipologia di taglio

2008-02-22TetedeMoine02.jpg    An assortment of different cheese slicers   

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 Cosa bere:

Il formaggio deve essere sempre accompagnato da un buon vino che ne valorizzi il sapore; tanto più corposo quanto più il formaggio è piccante e di sapore robusto.

Con i formaggi piccanti,
vino rosso: Barolo, Bardolino, Lambrusco, Gattinara, Valpolicella, Barbaresco.

Con i formaggi molli, dolci e poco salati,
vino bianco secco e ben fresco: Verdicchio, Soave, Cortese o anche un rosato o un chiaretto.

Denominazioni e classificazioni [continua a leggere]

Come si mangiano i cibi, Prima parteGalateo 1 of 6    1  23… 6 

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Focaccine fritte con formaggio di fossa

Ravioli con i rosolacci e formaggio di fossa

Pasta verde ripiena al formaggio di fossa con gherigli di noci per la Festa dei Becchi di Sant’Arcangelo di Romagna

[[File:Grana Padano, Brno.jpg|Grana Padano, Brno]]Come si mangiano e come si servono i formaggi
Come si mangiano verdure e uova, funghi e tartufo

Galateo: Come si mangiano e si servono verdure e uova, funghi e tartufo

Continuando la serie dei capitoli dedicati al galateo della tavola ci occupiamo ora del modo in cui si servono e si mangiano le uova e alcune verdure che pensiamo possano creare dei problemi ai padroni di casa e ai commensali..

Le verdure difficili

Gli asparagi
Andrebbero mangiati con le apposite pinzette, ma pochi le posseggono e le sanno usare con disinvoltura. Ci si regolerà quindi in questo modo:

  • in famiglia è permesso prenderli con le due dita dalla parte del gambo, portarli alla bocca e addentare la parte verde mangiabile.
  • In un pranzo elegante bisognerà, invece, tagliare il gambo col lato della forchetta e raccogliere in questa la parte verde, aiutandosi magari con un pezzetto di pane. Nel piatto di portata, gli asparagi vengono presentati con la parte bianca all’esterno, e serviti con le apposite molle.

Carciofi

  • I carciofi crudi si mangiano staccando le foglie ad una ad una con le dita ed intingendo man mano la parte tenera nel condimento preparato nel piatto (olio, sale e pepe).
  • Per i carciofi cotti si cerchi di usare la sola forchetta, ma quando le foglie sono un po’ dure, si possono mangiare come quelli crudi.
  • Il cuore del carciofo va ripulito col coltello dall’eventuale peluria, poi diviso con la forchetta. Non deve mai essere tagliato con il coltello.

L’insalata
deve essere portata in tavola nelle insalatiere e servita in piattini: le foglie, se sono troppo grandi vanno tagliate in cucina. A tavola è assolutamente proibito tagliare l’insalata col coltello.
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I piselli
si spingono sulla parte concava della forchetta con l’aiuto di un grissino o di un pezzetto di pane. Anche se sono duri come pallini da schioppo, non si cerchi di domarli schiacciandoli sul piatto con la forchetta. I piselli si presentano a tavola in piatti piuttosto fondi per evitare che rotolino fuori dai bordi, quando i commensali li prendono con l’apposito cucchiaio dal piatto di portata.

Finocchi, sedani, ravanelli crudi, si servono tagliati a pezzettini. Si intingono con la forchetta nel condimento e si portano alla bocca sempre con la forchetta.

FUNGHI E TARTUFO

Funghi

  • Crudi: champignon e porcini affettati sottilmente in carpaccio e in insalata, togliendo loro i gambi che verranno usati per un’altra preparazione.
  • Cotti: ogni specie si presta ad essere preparata in modo diverso ed in ricette di sughi ed intingoli necessari a condire i crostini, la pasta e come contorno per la carne.
  • Come pulire e conservare i Funghi
  • Ricette con funghi e tartufo

Come pulire e conservare i Funghi

FUNGHI PORCINI DI SAN MINIATO

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Tartufo

  • Il tartufo Bianco: rigorosamente a crudo.
    E’ molto delicato e la cottura lo rovinerebbe. Un calore leggero, però, aiuta a sprigionare l’aroma. Va affettato, con il taglia tartufo, in scaglie sottilissime al momento e direttamente sulla pietanza già pronta nel piatto: risotto, tagliatelle, uova all’occhio di bue.
  • Il tartufo Nero: soprattutto cotto.
    A differenza del bianco, esso rilascia il suo aroma proprio in cottura. Trova un ottimo utilizzo come guarnizione o nella preparazione di salse; in questo caso va tagliato a pezzetti e fatto insaporire in padella con aglio, olio, acciuga e timo, poi cosparsi sulla pietanza già pronta nel piatto. E’ perfetto nelle farciture per tortelli e arrosti e nel patè di fegatini di pollo al cognac.

Tartufo... secondo l'Artusi

Tartufo BIANCO (2)

Tartufo secondo Escoffier

 

 

 

 

apicio Scène_de_banquet_-_Herculanum

Ricette con il tartufo

tartufO BIANCO

 

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Le UOVA

L’uovo alla coque
si porta in tavola nel porta-uovo appoggiato su un piattino. Solo in famiglia può essere presentato in tazza. Dopo aver tolto la parte superiore del guscio con l’apposito arnese o con l’aiuto di un cucchiaino, si mangia l’uovo asportandolo dal guscio col cucchiaino. Non si deve schiacciare il guscio vuoto né lasciarvi dentro il cucchiaino.
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L’uovo all’ostrica
si serve su uno speciale cucchiaio con il fondo piatto e il manico corto. Dopo averlo condito con sale, pepe e limone si porta alla bocca  inghiottendolo in un sol colpo.
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L’uovo sodo
si presenta già sgusciato e tagliato a metà o a spicchi o a fettine sottili. A tavola, non va mai tagliato col coltello, ma va spezzato col dorso della forchetta.
Solo nella ricorrenza pasquale vengono presentate col guscio le uova sode benedette o quelle colorate e adorne per rallegrare la tavola.
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Le frittate
per nessuna ragione si tagliano con il coltello: ogni boccone va tolto e portato alla bocca con la forchetta.libri enciclopedia_donna

  • Le frittatine singole, ripiene o non, vengono prese dal piatto comune e trasferite sul proprio col cucchiaio di portata.
  • Le frittate grandi, invece, vengono tagliate a fette preparate in cucina:  ogni fetta sarà poi trasferita sul piatto di ciascun commensale con l’apposito coltello-spatola.

L’uovo al piatto
si mangia con la forchetta, immergendovi dei pezzetti di pane, anche questi “manovrati” con la forchetta.

6 nidi uova-di-quaglia salsiccia-

uova al tegamino finte pesche

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Uova sode "Funghi sul prato"Uova sbattute, Uova strapazzate alla EscoffierUova in frittata: Frittata al forno con cime di rapa e ricotta

“Enciclopedia della Donna” 1965
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Come si mangiano i primi in brodo e asciutti

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Le minestre in brodo

La minestra in brodo 

si serve nel piatto fondo. La si prende con il cucchiaio che va tenuto tra pollice ed indice e appoggiato sul medio. Non va riempito attirandolo dal bordo del piatto verso noi, ma in senso contrario, cioè con un movimento che vada dal bordo della tavola verso il centro. Non si introduce il cucchiaio troppo profondamente in bocca e si consuma il brodo tutto in una volta, perciò non va riempito troppo. Se si vogliono raccogliere anche le ultime cucchiaiate, si inclinerà il piatto verso il centro della tavola e non verso di sé. Finita la minestra il cucchiaio va posto perpendicolare al bordo della tavola.

 Del modo di servire in tavola i cappelletti di Romagna

Versare delicatamente dal paiolo, in cui sono stati cotti, nella zuppiera brodo e cappelletti lasciando in questa il tutto riposare per circa dieci minuti poi servire in tavola. Per un pranzo di 6 persone occorrono circa 150 cappelletti. (.segue..)

Menù per pranzo e cena San Biagio Cappelletti di Romagna Artusi

Cuocere e servire i Cappelletti

cappelletti

Cappelletti di Romagna

 Le minestre in tazza

Brodi, consommé e passati di verdura vanno serviti in una tazza (con manici) che si porterà alla bocca, servendosi del solo manico destro. Se con il brodo vengono serviti i crostini, allora la tazza con i due manici verrà accompagnata dal cucchiaio. Non si soffia sul brodo per raffreddarlo, ma si attende un po’ perchè si raffreddi naturalmente. La minestra si mangia così come viene servita: non si aggiungono bocconcini di pane o acqua se troppo calda o salata. Nel caso si voglia aggiungere sale, va preso dalla saliera con l’apposito cucchiaino e non con la punta del coltello o con le dita.

Consumato (consommé) Nazionale o Tricolore

Tazza da consommé

 Come si servono le minestre in genere

Si versano addirittura nel piatto, a tavola o fuori tavola, in modo che i commensali trovino il piatto già pieno (ma non fino all’orlo).

 Le minestre asciutte

La pastasciutta

Gli spaghetti e le tagliatelle non si tagliano con il coltello, ma si arrotolano sulla forchetta che si porterà alla bocca senza usare il cucchiaio. Va tenuta con l’indice appoggiato sulla parte posteriore del manico verso l’inizio dei denti (rebbi). Il boccone, quindi, non dovrà essere troppo grosso. Arrotolando la pasta sulla forchetta si dovrà fare attenzione a non schizzare il sugo.

telline spaghetti

Spaghetti alle telline

Pici senesi con asparagi selvatici di pineta e cannolicchi

Pici con asparagi e cannolicchi

tagliatelle tartufo

Tagliatelle tartufo e porcini

 

 

 

 

La pasta corta e gli gnocchi

si mangiano con la sola forchetta, facendo bocconi non troppo grossi.

gnocchi ricotta fave menta

Gnocchi con ricotta, fave e menta

pasta-radicchio-gorgonzola-speck-2 (2)

Pasta al radicchio rosso, gorgonzola e speck

pasta alla norma.

Pasta alla Norma, in dialetto siciliano

 

 

 

 

 

 

Il risotto

si mangia con la forchetta e non con il cucchiaio. Se scotta non si sparge a corona sull’orlo del piatto e neppure mescolare e rimescolare, ma si appiana un poco rimuovendolo discretamente con la forchetta e si aspetta che si raffreddi.

Risotto con l'anguilla

Risotto con l’anguilla

riso risotto zucca porcini

Riso con zucca e porcini

risotto mele cotognr

Risotto con mela cotogna

 

 

 

 

 

I ravioli asciutti,

i tortelli e le altre paste ripiene vanno mangiate con la forchetta. Se il tortello è molto largo, occorrerà tagliarlo a pezzettini con il lato della forchetta e mai col coltello.

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Tortelli di zucca con sugo di funghi

orecchioni ravioli tortelli

J Urciòn (gli orecchioni)

agnolotti ravioli angela spinaci LovageAgnoPinch_(8306124460)

Ravioli con gli spinaci

 

 

 

 

 

 I cannelloni

si spezzano e si portano alla bocca con la sola forchetta e non si deve ispezionare il cannellone per vedere cosa c’è dentro.

Quando si mangia: insalata, frittate, omelette, lasagne, crespelle, cannelloni, si utilizza esclusivamente la forchetta e mai il coltello.

Italian_Cannelloni_-_Christmas_lunch_(In_Explore_23-11-2013)_-_Flickr_-_Giuseppe_Milo_(www.pixael.com)

Cannelloni alla Rossini

vincisgrassi

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Cannoli (cannelloni) ripieni

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Come si mangiano i primi in brodo e asciutti Di Sippakorn Yamkasikorn [CC BY 3.0, attraverso Wikimedia Commons “Flickr – cyclonebill – Pasta med oksekød, rød peber og ærter” by cyclonebill – Pasta med oksekød, rød peber og ærter. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons
Come si mangia la frutta

Galateo: Come si mangia la frutta

La frutta generalmente viene portata in tavola intera e già lavata, fanno eccezione l’ananas, i meloni e le angurie chelibri enciclopedia_donna vengono presentati già tagliati a fette.

Nel caso in cui la frutta venga presentata non lavata insieme a una bacinella d’acqua, ci si regola così: si sceglie il frutto, lo si prende col cucchiaio, lo si mette nella bacinella, lo si sciacqua discretamente senza toccarlo con le dita e si porta, sempre col cucchiaio, nel proprio piatto. In nessun caso bisogna asciugare il frutto con il tovagliolo.

 Arance

Le arance si tengono con la mano sinistra e si sbucciano con il coltello. Gli spicchi si staccano e si portano alla bocca con le dita. Se però l’arancia è molto sugosa e matura, è preferibile, dopo averla sbucciata, affettarla sul piatto e portare alla bocca le fette con la forchetta.

Banane

Le banane si tengono nella mano sinistra e si sbucciano col coltello; si appoggia poi il frutto già sbucciato sul piatto e lo si taglia a fettine col coltello; ogni fettina, infine, viene portata alla bocca con la forchetta.

 Cachi

I cachi si tagliano a metà, poi si mangiano col cucchiaino, lasciando la buccia sul piatto.

Ciliegie

Le ciliegie si mangiano staccandole dal gambo a una a una.

Fichi

i fichi si dividono in quattro e si sbucciano col coltello: la polpa viene portata alla bocca con la forchetta.

Fragole

 Le fragole se sono molto grosse si mangiano con due dita, se piccole col cucchiaio da dolce.

 Frutta secca

Alla frutta secca (noci, nocciole, ecc.) si rompe il guscio con l’apposito strumento, si libera il seme dai frammenti e lo si porta alla bocca con le dita.

Mandarini

I mandarini si sbucciano col coltello, poi si mangiano, spicchio per spicchio, con le mani.

 Mele e le pere

Le mele e le pere si tagliano e si sbucciano in questo modo: con la forchetta si tengono ferme nel piatto e col coltello si tagliano a metà, poi in quarti, in pezzetti che vengono sbucciati e poi portati alla bocca con la forchetta.

Pesche

Le pesche si tengono ferme nel piatto con la forchetta e si sbucciano interamente con il coltello, poi si tagliano a pezzetti che vengono portati alla bocca con la forchetta.

Pompelmo

Il pompelmo viene generalmente servito già tagliato a metà, adagiato in coppe emisferiche, e con gli spicchi precedentemente divisi da un apposito coltellino. Si mangia col cucchiaino.

Prugne e le albicocche

Le prugne e le albicocche non si sbucciano. Si dividono a metà facendo una leggera pressione con le dita ai lati del frutto e, dopo aver tolto il nocciolo, si portano alla bocca con la mano destra. Si possono anche tagliare a piccoli pezzi con forchetta e coltello.

Uva

L’uva si mangia tenendo il grappolo nella mano sinistra e staccando gli acini a uno a uno con la destra. Le bucce e i semi si raccolgono nella mano e poi si depongono sul piatto.

Enciclopedia della Donna 1964
La macedonia 

Se è servita in coppette individuali, si lascia la coppa sul piatto tenendola con la mano sinistra, mentre con la destra si tiene il cucchiaino (al contrario per i mancini). Il cucchiaino non si lascia mai nella coppa, ma si deposita sempre sul piattino sottostante. Se vi sono noccioli, questi non si espellono con la mano, ma nel cucchiaino si depositano nel piattino, di lato.

Pelare gli agrumi al vivo,

un’operazione apparentemente semplice. Sbucciare un agrume non sembra un’operazione molto difficile ma utilizzando il coltello a volte mette in difficoltà. Iniziate col tagliare le due calotte, quella superiore e quella inferiore, incidete la buccia dell’agrume in senso verticale tutt’intorno facendo 5-6 tagli, poi col coltello staccate la buccia e avrete l’agrume sbucciato.
Per pelarlo a vivo invece dovete sempre tagliare le due calotte poi con un coltellino bene affilato e con movimenti semicircolari dall’alto verso il basso, seguendo la forma dell’agrume, tagliate la buccia senza incidere la polpa.
Dopo averlo pelato, se quello che vi serve sono gli spicchi, infilate uno spilucchino (coltellino a lama corta che termina a forma di becco a punta) tra la polpa e la membrana che separa gli spicchi e con un dolce movimento rotatorio staccate la fettina dal pezzo intero. Se invece vi occorre una rondella lo tagliate in senso orizzontale.

ricettedintorni.net
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Piadina romagnola formaggio Squäquaròn

Piadina romagnola con formaggio Squäquaròn

La piadina è la più romagnola della specialità romagnole.

E’ questo uno dei modi più usati per mangiare la piadina. Se lo fate bene, è un piatto sano che stuzzica l’appetito naturalmente.
Preparate delle piadine e cuocetele sul testo e, se si può, sulla fiamma (c’è la ricetta). Intanto che sono ancora calde, dividetele in 4 parti, e sopra ad ogni pezzo stendetevi molto formaggio morbido (Squacquerone¹). Spolverate con un po’ di pepe e mettete un pezzo sopra l’altro.
E’ importante che le piadine siano appena fatte e ancora calde: sentirete che roba!

¹ Lo Squacquerone (detto anche squacquarone) è un formaggio di vacca, fresco e cremoso, tipico della Romagna, ma oggi è diffuso in tutta l’Emilia-Romagna, che ha origini molto antiche. Il nome  deriva dal dialetto squäquaròn, a indicare l’elevata “acquosità” di questo formaggio che, essendo molto molle, tende a assumere la forma dell’oggetto in cui è contenuto; è molto simile allo stracchino o alla crescenza, ma dalla consistenza più liquida e non ha crosta.

Esistono notizie certe della sua preparazione in Romagna nel XIX secolo, in quanto viene citato in una lettera del cardinale Carlo Bellisomi vescovo di Cesena; tuttavia la tradizione popolare fa risalire la sua origine al I secolo d.C.

Trattandosi di un formaggio estremamente morbido, è facilmente spalmabile. Non viene stagionato, e quindi va consumato entro pochissimi giorni dalla produzione (3 o 4).

È uno dei prodotti “per eccellenza” con cui viene farcita la piadina, altro prodotto tipico delle terre romagnole.

romagnolo piadina crescione

Piadina romagnola formaggio Squäquaròn

Piadina romagnola con salsiccia cipolle

 

 

 

 

 

Piadina romagnola  formaggio Squäquaròn
Curzul_piatto stampa romagnola

Curzoli, strigotti, curzùl, stringot: pasta fresca tipica romagnola

I “Curzùl”, tipica pasta romagnola, serviti al ragù. Sullo sfondo una tovaglia con la tipica stampa romagnola

Curzoli (lacci degli zoccoli) o Curzuoli, strigotti, curzùl, stringot: pasta fresca tipica romagnola (…)

sono un tipo di pasta all’uovo simile agli strozzapreti o agli spaghetti alla chitarra, dalla tipica forma squadrata. Sono tipici della Romagna, principalmente della provincia di Forlì-Cesena.

https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/

La Ricetta da “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”:

Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.

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Preparazione

Impastate farina, acqua e un pizzico di sale fino a formare una palla di pane. Tirare questa col matterello fino ad ottenere una sfoglia e tagliarla in tante strisce di forma quadrata alte e larghe come i curzoli (lacci degli zoccoli).

Cuocere al dente in acqua bollente le strisce ottenute e condirle, dopo averle ben bene scolate, con burro, lardelli di prosciutto rosolati nel grasso, formaggio parmigiano o pecorino grattugiato e un pizzico di pepe.

Preparazione in casa dei “Curzùl”, una tipica pasta romagnola

[[File:Curzul piatto.jpg|Curzul_piatto]][[File:Curzul preparazione.jpg|Curzul_preparazione]]
radicchio rosso Pasta_Asolana

I classici. Pasta secca. Pasta con soppressa vicentina e radicchio rosso

Il Radicchio Rosso di Treviso è una varietà di cicoria, caratterizzato da un colore rosso scuro intenso e striature bianche. Ha una consistenza croccante ed un inconfondibile gusto delicatamente amarognolo. Il radicchio rosso di Treviso IGP è un ortaggio invernale assai duttile in cucina: può essere utilizzato per insalate crude ma anche per la preparazione di piatti cotti (primi, secondi, dolci); esistono anche il gin e la birra aromatizzati al radicchio e tisane salutari.

La Soppressa vicentina è un salume tipico della tradizione culinaria veneta esiste una notevole varietà di piatti che utilizzano tale prodotto. Ciononostante ancora oggi “polenta (poenta), funghi e soprèssa” (in particolar modo la polenta fatta con il Mais Marano macinato finemente) e “pane e sopressa” (pan e sopressa) sono i piatti maggiormente noti. Per gustarla al meglio, infine, si consiglia di bere un bicchiere di vino rosso.  si hanno molteplici testimonianze riguardo alla sua esistenza che risalgono ormai a molti secoli fa: una tra le più significative risale al 1577, anno in cui il pittore bassanese Jacopo da Bassano realizzò il dipinto intitolato Cristo in casa di Marta Maria e Lazzaro in cui si vede una persona che si accinge a tagliare un insaccato molto simile alla sopressa di forma cilindrica con gli inconfondibili pallini rossi e bianchi.

Il formaggio Morlacco (Morlac in veneto settentrionale), o Burlacco, è un formaggio tradizionale veneto prodotto nell’area del massiccio del Grappa, comprendente vari Comuni delle province di Belluno, Treviso e Vicenza. La denominazione è riferita ai morlacchi, antica popolazione delle Alpi Dinariche, ormai quasi estinta, un tempo dedita alla pastorizia e depositaria dell’originario metodo produttivo di questo formaggio. I pastori del monte Grappa usavano fare un formaggio di latte vaccino tenero, magro, a pasta cruda, che prendeva il nome dalla loro terra d’origine, la balcanica Morlacchia. Il latte era quello delle vacche Burline, unica razza bovina del Veneto, che sta rischiando di scomparire. Oggi il Morlacco è prodotto ancora in alpeggio con il latte scremato della mungitura serale, al quale si aggiunge quello intero munto il mattino. Dopo 15 giorni è pronto, ma può essere consumato entro tre mesi.

      

Ingredienti e dosi per 4 persone
  • 320 gr. di  pasta
  • 120 gr. di formaggio Morlacco del Grappa
  • ½ caspo di radicchio trevigiano
  • 120 gr. di soppressa vicentina
  • 90 gr. di grana grattugiato
  • 90 gr. di noci o mandorle
  • 1 spicchio d’aglio
  • prezzemolo
  • olio extravergine (evo)
  • sale e pepe q. b.
Preparazione

Lavate il radicchio, scolatelo, asciugatelo e tagliatelo a listarelle. Trasferite ¾ del radicchio in un mixer, unite l’aglio senz’anima, le noci, il grana, il morlacco ed un pizzico di sale. Frullate aggiungendo l’olio evo a filo fino ad ottenere una crema omogenea.

Tagliate la soppressa a cubetti, o a listarelle e rosolatela in una padella capiente.

Cuocete la pasta in acqua bollente salata, scolatela e versatela nella padella con la soppressa e condite con il pesto di radicchio. Amalgamate bene.

Impiattate e decorate con radicchio fresco e prezzemolo. Terminate con una spolverata di pepe macinato al momento e servite immediatamente.

Primochef.it

Paccheri con speck e radicchio rosso

Paccheri con radicchio rosso, come guarnizione c’è un nodo di spaghetti fritto

I classici: Pasta secca, Paccheri con speck e radicchio rosso

all. al n.2 di Annabella del 12-1-1978

Pasta al radicchio rosso e gorgonzola con speck

Risotto con radicchio rosso di Treviso e arance

Tortelli al radicchio rosso trevigiano con crema di Squacquerone e mandorle

Crespelle farcite con castagne e radicchio rosso trevigiano su fonduta di Montasio

Triangoli ripieni di caprino e radicchio rosso trevigiano

Di Benreis – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=95256202